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Autore: carillon493    21/11/2018    1 recensioni
Justin incontra ad una mostra a NY Elio e Oliver. Dopo una cena insieme e una lunga chiacchierata con Elio J ne trarrà ispirazione per le sue opere e la sua vita. Vedetela come un prologo a I'm yours too.
Scusatemi ma non ho saputo resistere al far incontrare le mie due coppie preferite, anche se Oliver e Brian restano un po' in sordina. Spero per chi non conosce entrambe le storie(quella dei Britin e di Elio e Oliver) sia un punto di partenza per farlo perchè ognuna a modo proprio è fantastica. Ovviamente i personaggi sono di esclusiva proprietà degli autori, io sto solo giocando.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se Queer as folk  incontra call me by your name
Justin:
Oggi è proprio una bella giornata, il tempo qui a New York è proprio folle, due giorni fa per la prima volta da quando sono qui, nonostante sia solo fine ottobre, ho dovuto infagottarmi in giubbotto e sciarpa e oggi splende un bellissimo sole, tanto che sono sceso una fermata prima dalla metropolitana per fare una passeggiata fino alla galleria. Questa città offre ad ogni angolo spunti d’ispirazione con scorci dai colori straordinari e unici. Sto andando da Andrew, la sua esposizione sarà inaugurata domani sera e mi ha chiesto di passare per dargli il mio parere su dove posizionare un paio di opere.
Quando arrivo davanti alla galleria mi viene spontaneo domandarmi quando e se anche io avrò uno spazio di esposizione tutto mio e soprattutto in una struttura così bella. Le foto di Andrew con i suoi chiaro scuri si adattano alla perfezione agli spazi espositivi che creano zone d’ombra e luce che valorizzano ogni opera esposta. Ho già visto due mostre qui ed entrambe sono state un successo. E’ anche dove ho conosciuto Andrew, presentatomi da un fotografo amico della mia coinquilina, per fortuna in questo ambiente non è difficile intrattenere relazioni, per quanto la grande maggioranza di queste resti una semplice conoscenza. Con Andrew è diverso, ci siamo subito intesi alla perfezione, anche se i nostri campi sono un po’ diversi, lui si occupa principalmente di fotografia, d’autore certo e non di pittura. Ma il suo punto di vista anche su un semplice angolo scorto da una finestra o un ritratto più di una volta sono diventati ispirazione per un mio schizzo.
Sono ormai davanti all’ingresso della galleria, come sempre nei giorni che precedono l’esposizione l’interno è un disastro tra fili elettrici, scale, operai e ragazzi che spostano le opere da una parte all’altra.
Chiamo Andrew ad alta voce, è al piano di sopra di questo edificio che più lo guardo, con il suo intrico di scale, e più mi piace. Quasi, quasi potrei dipingerlo, in un bianco ghiaccio e nero, vedremo…
Andrew:
“Ciao Justin, vieni, Sali. Stavo giusto decidendo dove mettere e con che angolazione la foto di cui ti avevo parlato.”
Justin:
Come arrivo su vedo Andrew prima seduto in terra, poi sdraiato, poi in ginocchio e non posso che scoppiare a ridere. Lui serissimo ritiene che le opere vanno viste da tutti i punti di vista per decidere al meglio come esporle. Sarà ma non ho mai visto nessuno in una galleria sdraiarsi a terra per contemplare un quadro. La foto ritrae un uomo, il viso è coperto per metà dalla sua mano e in parte da una massa di capelli mossi scuri, gli occhi chiusi. I lineamenti sono eleganti e spigolosi, direi senza dubbio che il soggetto è bello. So chi è dai suoi racconti e non stento a credere che lo abbia amato.
Mentre siamo lì che valutiamo la sistemazione della foto un’altra voce chiama Andrew da sotto. Lo vedo girarsi di scatto e fare un respiro più profondo, si scusa con me e scende di sotto, io non posso che affacciarmi al parapetto per vedere chi ha suscitato quella strana reazione.
E’ un uomo, bello, sui 35 anni, elegante in un cappotto grigio, con una massa di ricci scuri, mmhhmmm.
Andrew:
“Allora ce l’hai fatta!  non sai quanto ne sono contento, c’è anche lui?”
“Te lo avevo promesso e poi esponi alcune mie foto, essere presente all’inaugurazione era in minimo che potessi fare. Sono da solo,  Oliver ha ne ha approfittato per vedere un collega che lavora qui in città. Ti trovo bene e mi fa infinitamente piacere”.
Justin
Dalla mia posizione continuo a sbirciare e vedo che si abbracciano.
“Non ti disturbo oltre, ci vediamo domani,  non vedo l’ora di vedere le mie foto, mi hai fatto diventare un vanesio.”
Andrew torna su da me, lo accolgo con un sorrisino beffardo sulla faccia. “Non dirmi che è lui, anzi non occorre che me lo dica, è LUI! Caspita è bellissimo, si intuiva dai tuoi scatti, ma la tua abitudine di non riprendere mai un volto per intero non aiuta.”
Andrew:
“Si è lui. Elio. Quello che un anno e mezzo fa mi ha spezzato il cuore. Ma è acqua passata ormai, l’ho perdonato, se conoscessi la sua storia lo faresti anche tu. Continuiamo, devo decidere la sistemazione di queste ultime foto entro oggi alle 16,00 così poi avranno il tempo di montarle. Domani in tarda mattinata sarà tutto pronto e alle 19.00 ti voglio qui con me ad accogliere gli invitati. Ti presenterò un paio di persone che contano, vedrai che la prossima mostra sarà la tua.”
Justin:
Andrew è sempre così gentile, ed è fermamente convinto che abbia un gran talento e che è solo questione di mesi e si accorgeranno di me anche quelli che contano di più. Io me lo auguro, ma come sempre preferisco essere concreto e andarci con i piedi di piombo, non vorrei illudermi inutilmente.
Sono le 19,00 Ed eccoci pronti per gli ospiti, rispetto a ieri mattina sembra un altro posto, tutto perfetto e immacolato, dove spiccano le foto di Andrew. Alcune sembrano bucare la parete da quanto sono intense, mentre altre all’opposto sembrano venirti incontro. Lui si è calato alla perfezione nella parte dell’artista indossando un’aria cordiale ma distaccata, come si confà ad un artista navigato. Ha solo trent’anni ma sono già dodici anni che espone e sa bene come ammaliare i suoi  ospiti. Ad un certo punto la mia attenzione viene attratta da una coppia di uomini che gira tra le opere. Non posso sbagliare, è il tizio di ieri, Elio, col compagno. Non passano certo inosservati, lui moro, alto con un fisico asciutto e un viso angelico e il compagno ancora più alto, biondo, con un fisico statuario e una bellezza hollywoodiana. Si avvicinano ad Andrew per salutarlo e fargli i complimenti per la mostra. Elio commenta le sue foto e afferma che solo lui è stato capace di strappargli scatti simili. La serata prosegue finché alle 22 Andrew propone ai presenti di andare a mangiare qualcosa insieme per festeggiare l’inaugurazione, che direi è andata alla grande. Ovviamente invita anche Elio e Oliver che accettano, mi sembra, con piacere.
Andiamo giusto un paio di isolati più avanti in un localino che Andrew ha trovato proprio per organizzare la cena dopo la mostra. Un posto carino, intimo, ospitale che viene praticamente stravolto dal nostro arrivo, siamo in venti, tutti un po’ alticci per i cocktail bevuti durante la serata. Il mio amico mi fa sedere accanto a lui, vicino a noi prendono posto anche il suo ex amante e il compagno. Ora che lo vedo da vicino e con calma Elio mi appare ancora più bello, con quegli occhi color smeraldo grezzo che mi ricordano, con una punta di malinconia, quelli della persona che per me conta tanto e che è lontana da qui, da me e da questa serata di allegria. Scaccio quel pensiero perché non è il momento di lasciarsi andare ai ricordi. Oltre ad essere bello è anche di una gentilezza disarmante, col compagno non si lasciano praticamente mai la mano, e io mi ritrovo a domandarmi quale sarà la loro storia che, anche a detta di Andrew, fa perdonare quasi tutto. Parliamo delle foto, di quando sono state scattate e del trauma per Elio, comunque riservato e schivo, che ha dovuto accettare di vederle esposte.
Elio.
“Grazie dell’invito And, è una serata perfetta, con persone divertenti e piacevoli, prima tra tutte Justin, anche se mi sembra un po’ giovane per la nostra comitiva. Devo dire che questa serata mi ricorda un’altra cena di tanti anni fa dopo un evento letterario che per me e Oliver ha significato tanto. Non trovi Oliver?”.
Il compagno si gira e sfoderando un sorriso in grado di stenderti a terra concorda con lui dandogli un bacio sui capelli. Che coppia!
Elio a questo punto della cena si alza e, scusandosi di non essere mai riuscito a togliersi il vizio, ci annuncia che andrà a fumare una sigaretta. Io, un po’ desideroso di fare lo stesso, un po’ ammaliato da quell’uomo così affascinante mi alzo dopo avergli chiesto se gradiva la mia compagnia e lo seguo sul balcone.
E’ una sera bellissima come la mattinata di ieri, l’unico neo di questa città è non riuscire mai a vedere una stella. Troppe luci e forse anche troppi rumori per lasciarle libere di brillare in pace.
Elio mi guarda e senza troppi preamboli mi chiede se io e Andrew facciamo coppia. Gli rispondo con un sorriso che no, siamo solo amici e che da quando sono a New York, ossia sei mesi circa, è l’unica persona con cui ho legato.
Elio:
“Non stento a crederci, And è una persona eccezionale,  Justin giusto? Ma questa comitiva non è un po’ troppo attempata per te? Mi ricordi un altro ragazzo che giovincello si accompagnava sempre a persone più mature”
Justin
Sorrido e mi esce di getto che forse una delle cose per cui io e Andrew siamo solo amici è che è troppo giovane per me, e che ho un compagno che ha all’incirca la sua età.
Elio:
“Sono stupito, abbiamo già due cose in comune allora, ci piace la compagnia di persone più mature e ce ne innamoriamo pure. Ti ho chiesto di Andrew perché è stato il mio unico dispiacere quando la mia storia con Oliver è riiniziata.  Non è nel mio stile far soffrire le persone ma quando l’amore della tua vita torna da te, anche se sono passati venti anni,  non puoi voltargli le spalle.”
Justin:
Uno sguardo curioso mi si deve essere dipinto sul viso e il mio silenzio altro non era che un’incitazione a proseguire, ero curioso di conoscere la loro storia.
Elio:
Cercherò di farla breve. Io e Oliver ci siamo conosciuti quasi 22 anni fa. A quel tempo ero poco più che diciassettenne. Era venuto a trascorrere un’estate di studio nella nostra villa in Italia, per concludere la stesura della sua tesi di dottorato e dare una mano più simbolica che altro a mio padre. Non c’è bisogno che ti dica quale fu l’effetto su di me e quale la mia sorpresa quando scoprii che era lo stesso che  io avevo su di lui. Che studi hai fatto? Liceo? Allora posso dirti sapendo che mi capirai che è stato come nel Simposio di Platone. A diciassette anni avevo avuto la fortuna e allo stesso tempo la sfortuna di trovare la mia anima gemella, quella metà da cui siamo stati divisi per invidia dagli dei e che siamo condannati a cercare per tutta la vita per sentirci di nuovo un unico essere completo.
Justin
Mentre mi racconta queste cose Elio si volta verso la sala dove tutti stanno ancora ridendo e brindando e guarda il suo compagno con un misto di amore e amarezza. Gli chiedo come è proseguita la loro storia perché se non ha capito male solo da poco di sono riuniti.
Elio
“Hai capito perfettamente. I ns amici più intimi ci chiamano Paolo e Francesca, come i personaggi di Dante Alighieri, perché è praticamente impossibile dividerci da quando ci siamo ritrovati. Passata quella bella estate insieme la vita ci ha diviso. Io diciassettenne figlio di una coppia di genitori illuminati che nonostante avessero capito tutto da subito mi hanno sempre incitato a vivere a pieno la mia vita come volevo viverla. Oliver mi ha sempre ripetuto che ero il ragazzo più fortunato della terra e col tempo devo dire che non ho potuto che riconoscere quanto aveva ragione. Lui più grande, con una famiglia d’origine diciamo all’antica e una carriera da professore universitario dal quale ci si aspettava delle scelte più convenzionali. Praticamente la primavera successiva al nostro incontro si è sposato. A quei tempi essere gay era ancora più difficile di oggi, tra tutto lo schifo che la gente comune ti gettava addosso  in parte per la scelta di vita da pervertito, in parte terrorizzata dall’AIDS a quei tempi dilagante tra i gay. L'HIV era visto come una vera e propria punizione di Dio, una condanna per una condotta deplorevole,  non si conoscevano ancora bene le modalità del contagio, le persone pensavano bastasse una stretta di mano o stare nella stessa stanza e faceva veramente paura. Non gliene ho mai voluto per aver fatto quella scelta anche se il risultato è stato che ero stato privato ancor prima di poterne veramente godere del mio amante più che perfetto, della persona a cui non occorreva dicessi nulla a parole perché sapeva. Ho sempre pensato che avevamo trovato le stelle io e lui e che capita una volta sola nella vita se sei molto fortunato.
Justin:
“A questo punto non puoi lasciarmi così, come vi siete rivisti? Dopo 20 anni?”
Elio:
“Non proprio, una sera, trascorsi 15 anni da quando ci siamo incontrati, sono passato a trovarlo dove insegnava, avevo un appuntamento di lavoro proprio in quella città e volevo vedere che effetto mi avrebbe fatto rivederlo. Negli anni che sono seguiti al nostro primo incontro non mi sono fatto certo mancare una vita piena e soddisfacente. Devo ammettere che non sono mai stato una preda facile da domare né un compagno disponibile a relazioni lunghe e stabili. Tutti i miei amanti e i compagni di brevi periodi venivano sempre soppesati paragonandoli a lui, e anche quelli che sono riusciti per un breve periodo a offuscarne il ricordo perdevano comunque alla lunga davanti alla perfezione di quello che c’era stato tra noi”.
Justin:
Non posso che essere d’accordo con Oliver sulla fortuna che Elio ha avuto con i suoi genitori.E non posso dire purtroppo lo stesso di me visto come è finita con mio padre. Tra me e me penso al suo accenno alle relazioni brevi, all’incapacità di amare veramente qualcuno, all’essere difficile da domare,  e mi ritrovo a pensare “Ed ecco a voi come nasce un Brian Kinney”. Dopo aver conosciuto la storia di Brian e ora quella di Elio devo ipotizzare che quest’odio per i rapporti stabili nasca non dalla stronzaggine, come avevo ipotizzato all’inizio, ma da un grande dolore.
Elio:
Ci ho messo mesi a riprendermi da quella visita, anziché rincuorarmi sul fatto che fosse parte del mio passato è riaffiorato ogni sentimento che ero riuscito a seppellire. Insomma una sconfitta, ma non su tutta la linea. Non il giorno dopo, ma cinque anni dopo Oliver mi ha fatto sapere che sarebbe stato in Italia nello stesso periodo in cui io sarei stato nella nostra villa al mare. Mi aveva convinto sarebbe stata una veloce visita di una notte per rivedere la casa e i luoghi che gli erano rimasti nel cuore. E invece la notte del suo arrivo con mia grande sorpresa mia ha confessato che quella visita di cinque anni prima aveva sconvolto lui più di me, di aver lasciato la moglie,che ormai i figli erano grandi e entrambi al college e che lui non se la sentiva più di mentire prima di tutto a se stesso e di negarsi la possibilità di essere felice. E così, nonostante pensassi che le nostre vite fossero state per troppo tempo separate, che non avessero più alcun punto di contatto perché tante, troppe cose erano accadute senza che l’altro fosse al nostro fianco non ho potuto che capitolare, ed eccoci qui dopo un anno e mezzo. Non so perché ti ho raccontato la nostra storia, non è mia abitudine intrattenere gli sconosciuti con la mia vita.
Justin:
Ci rendiamo conto che dentro la cena è praticamente finita, vorrei dire qualcosa, ma l’unica cosa che riesco a dirgli è che abbiamo più di quelle due cose in comune, che anche io come lui a 17 anni ho incontrato la persona che mi avrebbe cambiato la vita per sempre e che in quel momento non la avevo più accanto, ma non c’è più tempo, rientriamo, con gli altri che ci accolgono con un “Alla buonora, pensavamo ve ne foste andati”. Elio torna tra le braccia del compagno, io saluto tutti e mi accordo con Andrew per vederci l’indomani sul tardo pomeriggio.
Me ne vado intenzionato a non tornare a casa ma andare direttamente in studio. Ho bisogno di pensare a quello che Elio stasera mi ha raccontato, e ho bisogno di dipingere perché è l’unica cosa che mi tranquillizza quando sono turbato.
“Avevamo trovato le stelle io e lui e questa cosa capita una volta nella vita” Questa frase mi ha colpito e continua a girarmi in testa, non posso non sentirla anche un po’ mia, un po’ nostra. Con nessun altro ho provato le sensazioni che ho provato con lui. E non posso non ripensare a quel “E’ solo tempo” che Brian mi ha detto quando sono partito. So cosa intendeva, il tempo per noi non sarebbe stato importante, i nostri sentimenti sarebbero stati più forti di qualunque periodo passato separati e il nostro amore sarebbe stato per sempre. Ma il tempo allo stesso modo può essere la cosa peggiore che può accadere. Se non ci avessi mai pensato, stasera ne ho avuto la prova tangibile. Il tempo senza la persona che ami può essere la cosa peggiore che può capitarti.
Andrew:
Entro allo studio e trovo Justin addormentato sul divano. “Justin, che ci fai sul divano a quest’ora? Non ti ricordi che ci dovevamo vedere? Ti ho aspettato dopo pranzo.” Giro lo sguardo e sul cavalletto vedo un quadro di una bellezza disarmante, non mi abituerò mai al talento di questo ragazzo, riesce sempre a sorprendermi. “E questo da dove viene fuori? E’ bellissimo!”
Justin:
“Grazie Andrew, stanotte non sarei riuscito cmq a chiudere occhio, tanto valeva lavorare”.
Andrew:
“Potresti valutare di farne una versione più estesa e proporlo per la prossima mostra, lo so che hai già cinque lavori quasi pronti ma questo è superiore, questo blu, questo cielo, quelle stelle, sono stelle vero?”
Justin:
“Si, sono stelle. Cmq potrebbe essere un’idea quello di farne un lavoro più grande.” E’ quasi sera, mi avvicino alla grande vetrata, la vita fuori scorre caotica come sempre qui a NY, mentre io in questa nottata insonne ho preso delle decisioni. Mi giro verso Andrew e gli dico che vorrei invitare Elio e il compagno alla mia mostra tra due mesi,  mi farebbe piacere presentargli una persona.
   
 
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