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Autore: Felicity_1993    21/11/2018    0 recensioni
Quando Doli è fuggita dal proprio passato per rifugiarsi in una nuova vita, non avrebbe mai immaginato di restare intrappolata in una routine che rispecchia tutto ciò dal quale era scappata. Dex, un misterioso sconosciuto dai tratti che ricordano quelli di una volpe, stravolge però la sua esistenza rivelandole che la Terra Umana e tutti i suoi abitanti sono in pericolo. Doli è un Blazon e deve seguirlo su Somnium, una dimensione in cui uomini prescelti e Incarnati vivono in armonia con il mondo naturale. Doli non vuole credere alle sue parole, ma una notte qualcosa in lei si trasforma. Comprende che non può fuggire dal proprio destino, una minaccia è in agguato: la Fazione, un gruppo di Blazon che ha tradito Somnium, vuole imporre il proprio controllo sulla Terra Umana. Doli dovrà prendere una decisione che le cambierà per sempre la vita: combattere o tornare alla sicurezza dell'esistenza che si era creata?
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovete scusarmi ma mi sono completamente dimenticata di aggiornare! ahaha ;)
Questo pezzo è molto breve, ma domani uscirà il secondo capitolo.
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Buona lettura!

Doli incredula chiuse gli occhi, incolpando la mancanza di sonno che senza alcun dubbio le aveva procurato le allucinazioni.

Ma quando li riaprì l’uomo era ancora lì e la stava fissando. O forse non lo stava facendo, da quella distanza era difficile capirlo. Ma poi le fece un chiaro cenno con la mano, come se la intimasse a raggiungerlo.

Doli era spaventata, ma al tempo stesso desiderava una spiegazione per ciò che aveva visto. Era forse diventata pazza? Magari l’uomo non si era mai trasformato, probabilmente il sonno e il calore di quella giornata afosa le avevano fatto vedere qualcosa che non era davvero accaduto. L’uomo era sicuramente un passante o un escursionista che si era perso.

Le fece di nuovo un cenno, questa volta più insistente, quasi come se avesse esaurito la pazienza.

Doli lasciò la portiera spalancata nel caso si fosse resa necessaria una fuga rapida. Strinse forte le chiavi nel palmo della mano destra. Avrebbe dovuto lasciarle nella macchina. Stava quasi per cambiare idea e tornare indietro, quando le sembianze dell’uomo di fronte a lei colsero tutto il suo stupore. L'iride dei suoi occhi era verde e aveva le orecchie appuntite come quelle di una volpe. Ogni aspetto di quello strano uomo assomigliava a un animale.

Sapeva che doveva fuggire immediatamente, ogni persona sana di mente lo avrebbe fatto, ma lei non riusciva a muovere un singolo muscolo. Se ne stava semplicemente immobile con gli occhi fissi sull’Uomo-Volpe di fronte a lei, mentre i pensieri si accavallavano vorticosamente nella sua testa.

«Non è come dovrebbe essere, non sarebbe mai dovuta andare in questo modo.» esordì lui, senza il minimo imbarazzo. «Esistono delle regole che devono essere rispettate.»

La sua voce risuonava calma a dispetto di quello che diceva. La osservò, come se attendesse una sua replica, ma tutto ciò che Doli riuscì a dire fu: «Uh. Ti ho visto dalla strada prima. Dove è finita la volpe? Mi hai fatto bucare una ruota, stavo cercando di capire che cosa fosse quella figura enorme alle pendici della montagna.»

Cercò di mantenere un tono di voce neutro, ma l’agitazione che provava la rese più acuta di quanto sperasse.

«Per questa volta al diavolo il protocollo.» ribatté lui, ignorando ciò che Doli aveva appena detto.

«Sono venuto qui per te, devi ascoltare attentamente quello che ti sto per dire.»

Doli deglutì nervosamente, gli occhi dello sconosciuto la scrutavano con attenzione.

Sarebbe morta alle pendici di quella montagna e nessuno avrebbe trovato il suo corpo privo di vita, nessuno avrebbe mai saputo che cosa le era successo. Eppure non riusciva a trovare la forza di fuggire, e, anche se non voleva ammetterlo, una piccola parte di lei voleva sapere ciò che l’uomo aveva da dirle. La curiosità prevaleva sulla ragione.

«Tu non sei un’umana, sei un Blazon. Sei un Uomo-Animale. Il tuo compito è quello di mantenere l’equilibrio naturale nel mondo e svolgere i doveri che ti verranno assegnati.»

Ogni parola che diceva lo sconosciuto era assurda, a cominciare da quello strano termine, “Blazon”. Si chiese il motivo per cui non fosse ancora fuggita, ma lui non le lasciò il tempo di controbattere.

«Si rende necessaria questa urgenza perché la Terra Umana è in grave pericolo a causa di una minaccia che colpirà il mondo animale e quello umano senza alcuna distinzione.»

Ora Doli aveva capito, quello strano Uomo-Volpe era un esaltato, probabilmente un fanatico degli alieni o di qualche strana religione praticata sulla cima di una montagna.

Si voltò velocemente ignorando il suo sguardo serio che la implorava di comprendere quello che le stava dicendo, come se da lei dipendesse il destino dell’intera umanità.

Iniziò a correre verso l’auto, pregando dentro di sé che lui non la seguisse sulla strada.

«Come pensi di andartene? Hai una gomma a terra!» le urlò lui di rimando.

Doli non si voltò, dirigendosi immediatamente verso il baule dell’auto. Mentre lo stava per aprire, con le mani tremanti, si accorse che lui l’aveva raggiunta ed era alle sue spalle.

Se avesse gridato nessuno l’avrebbe sentita.

Le macchine in quella zona passavano raramente e le possibilità di soccorso sarebbero state scarse. Immaginava già uno scenario nel quale un automobilista ignaro avrebbe trovato il suo corpo senza vita giorni dopo, sul ciglio della strada.

Ignorando l’uomo alle sue spalle, cercò freneticamente una ruota di scorta nel vano posteriore, ma all’improvviso sentì uno strano rumore proveniente dalla ruota a terra. Si sporse leggermente e quando ebbe la visuale libera, si accorse che la gomma non era più forata. Al suo posto c’era una ruota come nuova.

«Che cosa hai fatto?» chiese lei con voce tremante. Per la prima volta da quando lui le aveva detto quelle cose, Doli riuscì a proferire parola.

L'uomo non rispose alla sua domanda.

«I Blazon sono l’incarnazione umana di un animale, del quale portano caratteristiche e sembianze. Questa condizione è assegnata fin dalla nascita.»

La parola che lui ripeteva le sembrava tanto strana quanto curiosa.

Non credeva a quello che diceva, eppure il suo aspetto fisico confermava la sua tesi.

«Nascono dieci Blazon ogni dieci anni, e naturalmente in tutto il mondo ne esistono solo cento.»

Il suo sguardo indugiò su di lei, come se volesse intendere qualcosa.

«Quando un Blazon muore, ne nasce un altro, in modo che l’equilibrio sia sempre mantenuto.» aggiunse come se fosse una cosa ovvia. Il suo sguardo poi si fece più cupo.

«C’è una minaccia che incombe sulla nostra specie però. È costituita da un gruppo di Blazon che ha scelto la via del male e che deve essere fermato prima che sia troppo tardi. Tu sei indispensabile in questo. Devi abbandonare la tua vita, il tuo lavoro e i tuoi affetti immediatamente e seguirmi.»

Doli ora aveva davvero perso la pazienza. Aveva assecondato fin troppo le assurde parole di quello squilibrato, era giunto il momento di andarsene.

Con la coda dell’occhio ricontrollò che la gomma fosse effettivamente riparata e salì rapidamente in macchina.

Questa volta lo sconosciuto non la seguì, ma quando Doli accese il motore della vettura, si piazzò accanto al finestrino.

«Tu incarni lo spirito dell’Aquila, Doli. Sei un Blazon.»

 

   
 
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