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Autore: SweetPaperella    22/11/2018    2 recensioni
Allison Cameron e Robert Chase si ritrovano i bloccati in uno chalet in montagna a causa della neve, con la loro bambina Charlotte e il secondogenito della coppia in procinto di venire al mondo con anticipo. Tra disavventure, rabbia, paura e tante neve, riusciranno a far nascere il piccolo Andrew, senza scombinare i loro piani? O inevitabilmente essi verranno scombinati e forse sarà solo un bene?
Storia partecipante al "All I want for Christmas is... Storie" contest, indetto da Arianna.1992 sul forum di efp
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Cameron, Robert Chase | Coppie: Allison Cameron/Robert Chase
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'La vita di Allison Cameron e Robert Chase (nel futuro) '
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Il regalo mio più grande 

 

Avevano deciso di trascorrere qualche giorno prima delle vacanze di Natale in uno chalet in montagna, per far iniziare alla loro piccola Charlotte di ormai tre anni, a sciare, desiderio che aveva espresso lei stessa, vedendo in tv diversi filmati a riguardo. Robert Chase, suo padre, poi era sempre stato bravo a sciare ed era orgoglioso che sua figlia avesse ereditato questa passione da lui, era stato proprio lui ad organizzare il viaggio per rendere felice Charlotte e poterle insegnare personalmente. 

Erano partiti prima di Natale per poter essere poi per le feste a casa dei genitori di Allison, i quali ci tenevano tantissimo ad avere la famiglia riunita per festeggiare tutti insieme un momento magico come il Natale, soprattutto adesso che c’era la loro meravigliosa nipotina a renderlo ancora più indimenticabile e da quest’anno si sarebbe unito, probabilmente con il nuovo anno, un altro membro e i nonni avevano già comprato tutto il necessario per il piccolo in arrivo, avevano viziato la loro primogenita, avrebbero fatto altrettanto con il secondo.

Allison aveva accettato quei giorni fuori, a patto che il 24 a sera fossero a casa dei suoi, adesso che era incinta del suo secondogenito, si arrabbiava per ogni minima cosa, gli ormoni della gravidanza la facevano essere davvero lunatica e non avrebbe di certo sopportato il tono triste di suo padre per la loro assenza. 

La nascita del piccolo Chase era prevista per metà gennaio e quindi Allison aveva approfittato di quei giorni, perché sapeva che poi non sarebbe stato facile organizzarne di altri appena nato Andrew, era così che avevano deciso di chiamarlo. 

Avevano passato proprio una vacanza indimenticabile, Charlotte si era divertita come non mai e aveva strappato ai suoi la promessa di tornarci e loro avevano detto di sì, non resistendo agli occhi verdi della loro bambina, soprattutto Robert.

Ma ben presto i giorni volarono e la partenza era prevista per il giorno seguente. 

Robert e Allison, non appena la loro piccola Charlotte si mise a letto distrutta dall’ennesima giornata a sciare, dedicarono del tempo solo a loro due. In quei giorni di festa, ogni momento l’avevano passato con la loro principessa, ma adesso volevano un momento solo per loro, non appena nascerà Andrew era consapevoli entrambi che avrebbero avuto pochi momenti di intimità. 

La loro ultima notte trascorse tra baci, carezze, coccole e momenti di intesa passione, da far dimenticare a entrambi quasi di dormire. Si addormentarono solo alle prime luci dell’alba, presi come erano a dedicarsi l’uno all’altra, dimenticandosi della partenza imminente e di mettere la sveglia ai rispettivi cellulari. 

Anche Charlotte distrutta quel giorno non si era ancora svegliata alle 9:00 della mattina e loro avevano il volo tra meno di qualche ora. La prima a svegliarsi fu Allison, la quale nel vedere l’ora, svegliò quasi urlando Robert, scuotendolo energicamente, il quale borbottò qualcosa di incomprensibile per essere lasciato in pace, o quanto meno per essere svegliato in modo dolce da sua moglie.

«Uhm... potresti svegliarmi dolcemente visto la notte appena trascorsa insieme eh» le disse ancora con la voce assonnata.

Ma Allison era già a svegliare Charlotte e intenta a preparare le valigie. 

«Amore...»

«Robert... fuori è tutto bloccato dalla neve!» disse lei interrompendo bruscamente suo marito. 

Accese la radio per sentire le notizie e i meteorologi non promettevano nulla di buono per le prossime ore: i voli erano bloccati, i viali ricoperti di neve ovunque e mettevano allerta almeno per le prossime 24h, questo voleva dire solo una cosa: loro erano bloccati in quello chalet e non avrebbero raggiunto i genitori di Allison per Natale. 

La donna iniziò a entrare nel panico più totale, spinta anche dagli ormoni della gravidanza, prendendosela ovviamente con suo marito. 

«Io lo sapevo che dovevamo partire ieri...» disse furiosa, non riuscendo a schiacciare il tasto di chiamata verso suo padre, affrontarlo significava dirgli la verità e già immaginava molto nitidamente la sua voce triste, posò il cellulare, avrebbe chiamato tra qualche minuto.

«Be, ma non avremmo avuto la nostra notte indimenticabile» provò a dire Robert maliziosamente per smorzare la tensione nella stanza, anche la piccola Charlotte aveva capito che non era il momento giusto per dire qualcosa e si era messa sul suo lettino a giocare tranquilla. 

«Tirare in ballo la nostra notte d’amore non mi farà calmare Robert» esplose, non era proprio il momento di tirare fuori della loro notte indimenticabile, se ne ricordava perfettamente anche lei ed era proprio a causa di quella notte di passione che non avevano messo la sveglia.

«É proprio per colpa della nostra notte che non abbiamo messo le sveglie e magari a quest’ora stavamo già in aeroporto.» disse lei, alzando ulteriormente il tono della voce, piegandosi subito dopo per una contrazione, Andrew sembrava quasi saperlo quando la sua mamma era nervosa e rispondeva di conseguenza, anche se stavolta era qualcosa di diverso da un calcio. 

«Ma non saremmo comunque potuti partire»

Allison non lo degnò nemmeno di uno sguardo, quando si arrabbiava sapeva essere terribile e lui lo sapeva bene, ma si era innamorato anche di questo suo lato del carattere, non era la prima volta che sua moglie gli teneva il muso, l’aveva fatto anche quando si stavano iniziando a frequentare, a dirla tutta quando lui le aveva confessato di amarla, lei si era allontanata e aveva messo tra loro un muro, dicendo che lui aveva rovinato tutto, ora non potevano più vedersi per fare sesso senza impegno. Lei in quell’occasione gli aveva tenuto non solo il muso, ma lo riprendeva a lavoro, facendogli il verso a ogni volta che osava quasi fiatare. Adesso che erano felicemente sposati, anche se ne avevano passate tante, si erano anche separati per un periodo, non era comunque da meno; Robert quindi sapeva che avrebbe dovuto lasciarla sbollire.

Era intenta a preparare Charlotte e metterle un vestitino carino, quando un’altra contrazione la travolse, al punto da farla piegare per il dolore.

«Andrew, amore di mamma, non fare scherzi» disse rivolta al suo ventre, ma una brutta sensazione le fece capire che non sarebbero finite lì le contrazioni, era un medico e queste cose le sapeva, purtroppo le sapeva bene.

Pochi attimi dopo infatti eccome un’altra e un’altra ancora. Fu Charlotte a chiamare il papà che era in bagno e dirgli che la mamma era piegata e si toccava la pancia, lui corse accanto a sua moglie e capì ciò che era chiaro anche per Allison, stava per partorire, sua moglie avrebbe partorito in anticipo e bloccati dalla neve in uno chalet, di male in peggio; il fatto che erano due medici non confortava nemmeno Allison e tanto meno Robert, il quale iniziava anche lui a essere parecchio nervoso, ma cercava di mantenere la calma. 

«Amore la mamma sta bene, il fratellino ha deciso di nascere oggi» disse Robert alla sua primogenita, dicendole anche che aveva bisogno del suo aiuto per aiutare la mamma a partorire e che lei doveva essere la sua piccola assistente, la bambina si dimostrò subito entusiasta della cosa e sorrise felice verso il suo papà e poi verso la sua mamma, la quale intanto si era sdraiata sul letto, in preda ai dolori.

Le acque si ruppero poco dopo, ma Robert si era già procurato degli asciugamani e aveva fatto in modo che sua moglie fosse il più comoda possibile mettendole dei cuscini dietro alla schiena, ma Allison continuava a urlare e imprecare contro di lui, che era tutta colpa sua e che non dovevano partire e dopo ogni imprecazione, urlava per il dolore, imprecava e urlava. 

«Odio la neve, l’amavo ma ora la odio» disse smettendo solo per mezzo secondo di prendersela con la sua dolce metà e insultando il brutto tempo, che la bloccava in quel maledetto chalet, suo figlio sarebbe nato in uno chalet sperduto in montagna, bloccato dalla neve.

In quegli attimi ogni pensiero positivo aveva abbandonato la mente di Allison, la quale imprecava solo verso ogni cosa. Provarono a chiamare i soccorsi, ma erano anche essi bloccati dalla neve e dalle troppe emergenze causate dal maltempo.

«Odio la neve» ripetè, lanciando l’ennesimo urlo, mentre intanto Robert le diceva si iniziare a spingere per far venire Andrew al mondo. Non aveva mai fatto partorire nessuno e non pensava di certo di far partorire sua moglie, ma non aveva scelta, era dopo tutto un medico e sapeva cosa dovesse fare e per fortuna Allison portava dietro con sé ogni tipo di medicinale, ogni possibile strumento medico nel caso servisse per la piccola Charlotte, era da sempre una mamma apprensiva e premurosa allo stesso tempo e non dava mai niente per scontato da quando lei faceva parte della loro vita.

Robert prese la borsa dei medicinali di Allison e vide che dentro c’era davvero di tutto, anche delle forbici per poter tagliare il cordone ombelicale una volta nato Andrew, si stupì nonostante conoscesse bene sua moglie e si ritrovò a ridere sotto i baffi, emozionato come mai prima d’ora di svolgere la sua professione.

Allison sapeva di non avere molta scelta e iniziò a spingere forte, a urlare ancora e spingere con tutto il coraggio e la forza che possedeva, tra una spinta e l’altra, iniziò a prendere consapevolezza di ciò che stava succedendo, del fatto che tra pochi istanti avrebbe stretto tra le braccia il suo secondogenito, il suo principe, il suo piccolo Andrew. Andrew che aveva scalciato come non mai durante la gravidanza, non facendola dormire e procurandole le nausee, Andrew che già amava e che non vedeva l’ora di vedere, se lo immaginava molto simile a Chase, un piccolo Chase in miniatura. Suo figlio sarebbe nato in uno chalet sperduto in montagna, ma sarebbe stato il bambino più bello del mondo, il suo bambino più bello del mondo, con questa nuova consapevolezza spinse ancora più forte, sudava, era sfinita per il dolore, ma motivata più che mai dal conoscere il suo bambino.

Robert finalmente si calmò pure lui nel vedere sua moglie finalmente determinata e meno nervosa di pochi istanti prima, con accanto la piccola Charlotte che non smetteva di chiedere al suo papà quando avrebbe visto il fratellino.

Pochi minuti dopo si udì un pianto, il piccolo Chase scalpitando e piangendo era venuto al mondo, Robert taglio il cordone ombelicale e lo avvolse tra le sue braccia e intorno a un asciugamano che aveva preso poco prima, era bellissimo, con ancora gli occhi chiusi, ma di una dolcezza indescrivibile. 

Allison era esausta ma subito aveva allungato le braccia per prendere in braccio il suo bambino, lo voleva vedere anche lei, dopo tutta la fatica, il luogo dove si trovava, era il minimo. Suo marito le si avvicinò e glielo mise in braccio, facendo avvicinare anche Charlotte per vederlo. 

Rimasero tutti e tre a fissarlo incantati, la piccola Charlotte lo guardava incuriosita, trovandolo a dire il vero anche un po’ bruttino per quei suoi occhi da cinese, tant’è che chiese alla sua mamma se lo fosse, facendo scoppiare a ridere entrambi i suoi genitori. Era un momento magnifico, nonostante le difficoltà incontrate. 

«No amore, è normale che abbia gli occhi così, tutti i bimbi hanno gli occhi a mandorla da piccoli, perché ancora non sono ben sviluppati» le disse sua mamma. 

Charlotte allora sembrò apprezzare di più il fratellino e si avvicinò per prendergli la manina, facendo venire a Robert un’idea. 

«Scusate posso avere un attimo Andrew?» chiese guardando le sue due donne. 

Allison lo guardò stranita non avrebbe mai voluto dividersi dal suo bambino, avrebbe ascoltato il battito del suo cuoricino, il suo respiro, il suo profumo di neonato per ore e ore, senza mai stancarsi, aveva fatto così anche per Charlotte e ora che aveva tra le braccia Andrew non era diverso, era una sensazione magnifica, speciale, magica esattamente come la prima volta. Averli vicini entrambi lo era ancora di più, si dimenticò perfino che i suoi genitori li stavano aspettando da lì a poche ore, esistevano solo Andrew, Charlotte e Robert. 

Robert lo prese e dopo averlo lavato e messo una tutina, che per fortuna avevano comprato in quei giorni fuori, prese anche una scatola, una di quelle che si usano per fare i pacchi di Natale, abbastanza grande da contenere un neonato e la mise sul letto, mettendoci poco dopo dentro Andrew. Era il loro piccolo e dolce regalo di Natale, lo fissò incredulo per la sua bellezza, non pensava di provare le stesse identiche emozioni provate la prima volta che era nata Charlotte, pensava di essersi ormai abituato, ma ora constatava che non ci si abituava mai alla felicità di essere padre. 

«Per ovvie ragioni non lo posso incartare... ma ecco il nostro regalo di Natale, Andrew Chase» disse, spingendo dolcemente la scatola con dentro il suo secondogenito verso sua moglie e la sua bambina. 

Andrew era veramente il loro meraviglioso regalo di Natale, anticipato di qualche ora, ma poteva essere considerato come tale. Più lo guardava e più si rendeva conto che regalo più bello non poteva riceverlo, aveva tutto ciò che da sempre aveva desiderato, la donna della sua vita accanto, una bambina meravigliosa e ora un piccolo Chase, che già sapeva lo avrebbe reso orgoglioso. 

«Lo manda babbo natale?» chiese Charlotte a quel punto, interpretando le parole di suo padre. Lei aveva chiesto l’anno prima un fratellino o una sorellina per Natale a babbo natale,  forse aveva finalmente realizzato il suo sogno e si ritrovò a sorridere felice, era merito suo se il fratellino era venuto al mondo e ringraziò mentalmente l’uomo con il pancione e la barba bianca per quel meraviglioso regalo. 

«Si principessa, è un regalo che ha fatto per tutta la famiglia» rispose lui, incrociando lo sguardo di Allison, la quale stava piangendo, ma le sue lacrime erano di pura felicità. I suoi occhi verdi brillavano intensamente e il suo sorriso a trentadue denti diceva più di mille parole. 

«Voi tutti siete il mio regalo più grande» riuscì a dire infine Allison, stringendo Charlotte, prendendo la mano di Robert con l’altra e mettendo il piccolo, ancora dentro alla scatola che lo conteneva, rendendolo ancora più dolce, in mezzo a tutti loro, per poi aggiungere: «è un Natale perfetto!»

«Vorrei che tutti i natali fossero così, senza cambiare nemmeno una virgola, tranne magari, Ally, tu meno isterica» disse ridendo di cuore e guardando sua moglie, la quale in risposta gli fece una linguaccia e diede una spinta sul braccio. 

«Cosa vorresti dire scusa? Ma poi voglio vedere te bloccato qui, con le contrazioni, la paura che qualcosa andasse storto nel parto e in ritardo sulla tabella di marcia... anzi devo chiamare i miei» ricordandosi improvvisamente del loro impegno, continuando a fingersi offesa per l’affermazione di Robert.

«Uhm.. dopo, godiamoci ancora un po’ questo momento perfetto, poi mi piace anche quando mi rimproveri, ma qui lo dico e qui lo nego» disse lui ridendo per aver fatto imbronciare sua moglie, avvicinandosi poi per baciarla, ancora non l’aveva fatto, ora sentiva la necessità di farlo, di assaporare le sue labbra per rendere quel momento ancora più perfetto.

«Scemo! Ma hai ragione, godiamoci ancora questo nostro momento» rispose lei, separando solo di poco le loro labbra e catturandole in un nuovo bacio subito dopo. 

Se il mondo potesse fermarsi nel momento esatto in cui tutto sembrava perfetto, sia Allison che Robert lo avrebbe fermato esattamente in quel preciso istante. 

Erano la famiglia Chase, erano al completo e si ritrovano a pensare che fosse stato un bene che i soccorsi non fossero potuti arrivare, volevano godersi quella quiete, quel calore famigliare ancora per un po’, loro quattro e nessun altro.

Una giornata iniziata male, bloccati dalla neve, si era rivelata la più bella della loro vita. 

Andrew Chase, era nato il giorno della vigilia di Natale e aveva fatto sì che si respirasse ancora di più l’aria di festa, di felicità, rendendo quel momento ancora più bello, più intimo, famigliare, magico. 

 


 
   
 
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