Cap.85
Finale
“Sei
ancora arrabbiata con me?” domandò Junior. Era
seduto sul davanzale della finestra, illuminato dalla luce grigiastra
del solo.
“Non
sai quanto, ti sei fatto fregare” disse Elly.
Teneva Jaden al petto, il piccolo dormiva gorgogliando piano.
<
Da quando questa storia è finita, è diventato
praticamente un angelo. Non come parecchi mocciosi urlanti che vedo in
giro.
Oh,
ma crescendo non lo lascerò crescere scapestrato.
Non sarà uno di quei pargoli urlanti al cinema, non lo
farò strepitare a
squarciagola ai ristoranti e di certo non sarà un teppista
che tira la sabbia
al mare > rifletté.
“Con
tutti i disastri che hai combinato tu, potresti
anche perdonarmi se per una volta mi sono fatto possedere. Sono
convinto che
Bulma non faccia tutte queste storie a Vegeta ogni volta”
borbottò Junior, le
sue antenne ondeggiarono.
“Lo
farò ad una condizione” disse Elly, fermandosi.
“Tutto,
basta che la smetti di tenermi il muso” disse
Junior.
Elly
mise Jaden nella culla, gli sorrise e raggiunse
il namecciano, alzandosi sulle punte.
Junior
la guardò appendersi al suo braccio, posando le
dita sottili sulla sua membrana rosa, e socchiuse un occhio, sgranando
l’altro.
<
Cos’ha in mente? > si chiese.
Elly
afferrò la punta dell’orecchio di Junior e
tirò,
ridacchiando ai gemiti del namecciano. Erano bassi e leggermente
striduli.
<
Se non rischiassi di svegliare nostro figlio,
griderei. Perfida > comunicò Junior mentalmente.
<
Te lo meriti, sensei… e poi sono la tua perfida
> pensò Elly, ridacchiando.
<
Ti amo > rispose Junior, baciandola.
***********
“Tutto
bene quel che finisce bene” disse Son.
Era
seduto sul divano ed era intento a scorrere le
foto del proprio cellulare, cancellano quelle sfocate.
“Sì,
ma io sono ancora distrutta” borbottò Kamhara,
sistemando un vassoio sul tavolinetto.
John
era seduto sull’altro divano. Si piegò e prese un
biscotto, dicendo: “Ora potrò finalmente tornare a
casa”.
“Io
preferirei rimanessi un po’ con me” disse Kamy.
Il
cellulare di Goku squillò, il suo viso sorridente
si oscurò. Rispose bisbigliando, con la bocca coperta dalla
mano.
“Sì,
capisco, a domani” disse con voce roca.
“Di
nuovo il serpente?” chiese John con tono duro,
vedendolo chiudere la chiamata.
“Peggio.
Da domani riapre la bottega e devo tornare a
lavoro” gemette Goku disperato.
Una
risata liberatoria si espanse nella stanza.