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Autore: Lisaralin    22/11/2018    6 recensioni
“È vero che se vedo una stella cadente ed esprimo un desiderio quello poi si avvera?”
Ienzo, Even, e una notte stellata. Ma cosa sono davvero le stelle cadenti?
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Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vexen, Zexyon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep
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Notte Stellata

 

La primavera è la stagione preferita di Ienzo.
In primavera a Radiant Garden si riaccendono le fontane, per le vie lastricate e i giardini spuntano i chioschi di gelato al sale marino e le notti sono chiare e terse, l’ideale per osservare le stelle dalla torre più alta del castello.
È un passatempo che lui e Even non perderebbero per nulla al mondo.
(Anche se a Even la parola “passatempo” non piace; in sua presenza Ienzo ha imparato a chiamare quei momenti “opportunità di ricerca”).
“Guarda, guarda laggiù!”
La scia dorata balena e viene inghiottita quasi subito dal buio, ma gli occhi di Ienzo sono abituati a scrutare i movimenti di batteri e cellule attraverso la lente del microscopio e non si fanno ingannare facilmente. Even, chino sul telescopio, solleva la testa con un attimo di ritardo. I suoi occhi verdi seguono con curiosità l’indice puntato di Ienzo, ma incontrano solo il cielo notturno, trapuntato di piccole stelle lontane.
“Cosa hai visto?”
“Una scia luminosa nel cielo! Ha fatto un arco sopra la torre di guardia ed è sparita!”
Il cuore del bambino batte forte adesso. Forse ha scoperto un fenomeno nuovo! Potrebbe addirittura essere talmente importante da dargli il proprio nome, come ha fatto Even con quel nuovo elemento chimico che ha creato in laboratorio.
“Ne sei sicuro?”
“Sicurissimo! Non poteva essere la scia di una gummiship, sfrecciava troppo veloce verso il basso. Si sarebbe schiantata a quest’ora.”
Un’idea improvvisa gli attraversa il cervello, veloce come la luce nel cielo. È strano, ma a tornargli in mente non sono i libri scientifici che Even gli fa leggere ogni giorno, ma un vecchio album illustrato per bambini, uno dei primi regali di Ansem il Saggio risalente ai giorni in cui Ienzo era appena arrivato al castello e faticava ad addormentarsi la notte, intimorito da quel letto alieno e così enorme rispetto a quello di casa. Gli sembra di sentirne ancora sotto le dita le pagine sottili e scivolose, ingiallite negli angoli e che gli ricordavano il profumo di sere invernali accanto al caminetto. C’erano dei disegni bellissimi, in particolare uno del cielo stellato, che occupava due pagine intere.
“Forse era una stella cadente!”
La sua brillante deduzione non suscita in Even l’entusiasmo sperato. Lo sguardo del suo maestro è assorto verso il cielo, la mano sinistra accarezza distrattamente il mento, segno che lo scienziato è perso nei suoi pensieri.
Leggermente deluso, Ienzo riparte alla carica.
“È vero che se vedo una stella cadente ed esprimo un desiderio quello poi si avvera?”
Dovrebbe essere un’affermazione abbastanza scandalosa da destare l’attenzione di Even. Il bambino esulta dentro di sé quando il suo mentore torna a posare gli occhi su di lui, il consueto sopracciglio inarcato a segnalare la superiorità del grande scienziato di fronte alle superstizioni della massa ignorante.
“Quelle sono favole per bambini, Ienzo. Come la fatina dei denti, l’Uomo Nero o Babbo Natale.”
Ienzo rimane a bocca aperta. Non si aspettava una risposta del genere. Even sa tutto, non sbaglia mai. Possibile che non abbia idea che…
“Babbo Natale esiste.”
Angolo della bocca si piega verso il basso, obiezione in arrivo. Le obiezioni di Even hanno la tendenza a essere particolarmente lunghe e verbose, perciò Ienzo deve giocare d’anticipo.
“Vive in un mondo chiamato Città del Natale. Il signor Scrooge lo ha visitato. Voleva aprire un negozio di gelati al sale marino, ma c’era troppa neve e non ha avuto successo.”
Il vecchio papero si era lamentato a lungo nello studio di Ansem. A Ienzo il signor Scrooge piace molto: ha sempre storie emozionanti da raccontare, e anche se brontola contro tutto e tutti non dimentica mai di portare una confezione di gelati solo per lui ogni volta che viene in visita al castello.
Un po’ gli ricorda Even.
“Ienzo, che cosa ti ho detto mille volte? La testimonianza di una sola persona… “
“… non costituisce prova scientifica. Lo so, Even. Infatti sono andato a fare una ricerca in biblioteca. Ho trovato riferimenti alla Città del Natale in almeno cinque libri diversi.”
Eccolo, eccolo finalmente. Nasce dapprima come un guizzo divertito delle labbra, poi si apre in un sorriso caldo che illumina gli occhi verdi e li fa scintillare d’orgoglio. Even si china leggermente e gli posa una mano sulla spalla.
“Eccellente lavoro. Mi aspetto un resoconto completo delle tue scoperte su questo mondo la settimana prossima allora.”
“Certo!”
Lo emoziona sempre quando Even gli assegna un lavoro importante da fare da solo. Significa che sta diventando un vero scienziato.
Assapora il momento, godendosi le lodi del suo maestro e il calore piacevole della sua mano sulla spalla. La brezza notturna, che gli era sembrata così pungente fino a un attimo prima, non lo fa più tremare di freddo.
“Adesso però dritto a letto. Stai congelando, e se ti viene un’altra volta il raffreddore poi Ansem se la prenderà con me.”
Obbediente, il bambino si lascia condurre giù per le scale e lungo i corridoi fino alla sua camera da letto nell’ala sud, dove Even gli rimbocca le coperte e gli sfiora i capelli con una rapida carezza prima di spegnere la luce e chiudersi la porta alle spalle.
Solo in quel momento, raggomitolato nel suo letto caldo, Ienzo si rende conto di aver dimenticato di domandare della stella cadente.
 
 
I passi di Even riecheggiano nei corridoi immersi nella penombra.
Il castello dorme, solo le poche guardie del turno di notte che Even incrocia davanti ai portoni più importanti gli ricordano che quel luogo è vivo e non un sogno spettrale. Non si era accorto di aver fatto così tardi.
In realtà l’ora non ha molta importanza, perché il resto della notte si prospetta comunque insonne.
Gli piacerebbe dover restare sveglio per portare a termine un esperimento o il capitolo di un libro, ma stavolta il suo compito ingrato è trovare una scusa. Una storia abbastanza credibile da non insultare l’intelligenza di Ienzo, ma che nasconda la sgradevole verità.
Domani il bambino si presenterà tutto pimpante in laboratorio per la lezione del mattino, e vorrà sapere. La sua curiosità senza confini, amplificata dal senso di meraviglia tipico dei bambini, è uno dei motivi che hanno spinto Even a prenderlo sotto la sua ala protettrice, a fargli da maestro. Non c’è possibilità che dimentichi della stella cadente.
E lui, uno scienziato che ha fatto della ricerca della verità la missione della propria vita, dovrà mentire all’allievo che ama come un figlio.
Ienzo è straordinariamente brillante, molto più sveglio di tanti adulti, promette di diventare uno scienziato di fama mondiale. Ma certi fardelli sono troppo pesanti per un bambino di soli dieci anni.
È troppo presto.
Da sotto la porta dello studio di Ansem la luce filtra ancora. Meglio così. Avrebbe dovuto svegliarlo comunque, la notizia che deve riferirgli è troppo importante per attendere l’alba.
“Maestro.”
Ansem è seduto alla scrivania, e al suo saluto alza lo sguardo da un manoscritto dalle righe fitte e ordinate e gli rivolge un sorriso stanco ma gentile.
“Devo portarle una notizia spiacevole. Un altro mondo è stato inghiottito dall’oscurità.”
  
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