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Autore: fotone    22/11/2018    1 recensioni
Una ragazza fortemente autocritica e da sempre dedita alla analisi di sé, sposta per una volta la luce dei riflettori sul mondo che la circonda; invece che criticare i suoi difetti, critica la finta riflessività delle persone che la circondano. Critica quelli che il giovane Holden definiva "phony": critica le persone che si sforzano di apparire in un certo modo per rispecchiare un archetipo che ammirano. Critica i superbi, i falsi, i pretenziosi. Critica il fatto che - in questo mondo - l'apparire conta più che l'essere.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi ci sono i finti intellettuali, i finti profondi, quelli che controllano ogni dettaglio di ogni loro singola azione, per illudere gli altri di avere un cervello. Come Bianca, quella ragazza che cammina per i corridoi, che si sforza estremamente, si impegna assiduamente a mostrare un’immagine di sé, una finzione ben costruita, che continua a impersonare anche dietro le quinte, per convincere anche se stessa dell’intelligenza che si sente tanto insicura di avere. Sta combattendo una battaglia anche lei, si crede stupida, “sa” di esserlo, ha sentito cosa dicono gli altri delle sue capacità, forse. Deve dimostrare al mondo e a se stessa di essere razionale, intelligente, speciale, di avere capacità impressionanti. Allo stesso modo, anche Andrea è divorato dalle insicurezze. Nessuno pensa lui dovrebbe averne, lui è conosciuto per la sua intelligenza, ma sente il bisogno di dimostrare agli altri di essere all’altezza delle loro aspettative, di essere intelligente come tutti credono. Anche lui prova, come Bianca, a mostrare un’immagine falsa di lui, non rendendosi conto che sta così rovinando la sua intelligenza prepotentemente autentica e spiccatamente sorprendente. Entrambi, non si rendono conto che anche la loro immagine vera sarebbe altrettanto – se non ulteriormente – apprezzata. Entrambi, non si rendono conto che si stanno mettendo così in imbarazzo; che la gente parla di quanto sembrino stupidi, con il loro atteggiamento da “finiti intellettuali “, “finti profondi” e “finti artistici”. Sono chiaramente più interessati alla loro immagine, che alla loro sostanza, e ciò atterrisce abbastanza il prossimo, in genere. Non dobbiamo tuttavia giudicarli o rinfacciargli che noi, almeno, siamo reali: anche se lo farebbero loro, non è né una cosa intelligente né una cosa giusta da fare. Dobbiamo permettere anche a questi due umani di vivere come vogliono, senza lasciarci influenzare dalla loro “malattia”, il cui sintomo più grave è una vuota e superficiale pretesa di superiorità su chiunque.
   
 
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