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Autore: crige    22/11/2018    4 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Innamorarsi di qualcuno è semplice.
Perdere completamente la testa per una persona è estremamente semplice.
Avviene in un attimo.

Un sorriso che ti fa scogliere.
Due occhi che ti imprigionano.
Un corpo che ti fa sognare.
Una risata che ti rapisce.
Un cuore, che ti fa innamorare.

Trovare l' Amore non è difficile.
Prima o poi arriva.
Di solito quando meno te lo aspetti.
E soprattutto quando non lo stai cercando.
Perché si sa, le cose più belle sono quelle inaspettate.

E una volta che lo hai trovato, beh, da lì parte tutto.
La prima uscita insieme.
Il primo bacio.
Il primo "Ti Amo" pronunciato guardandosi negli occhi.
La prima volta che si fa l' amore.

Un susseguirsi di attimi, di frammenti che vanno a costruire un ricordo.
Uno dietro l' altro.
Ricordi che andranno a formare la vostra storia.
Ricordi che ti rimarranno per sempre impressi nella mente.
Che non riuscirai mai più a dimenticare.
Belli o brutti che siano.
Fanno comunque parte di voi.

La parte veramente diffile però è il dopo.
Quando l' euforia degli inizi finisce.
Quando iniziate ad avere una routine di coppia.
Quando ormai non rispondi più alle domande degli amici con un "io" ma con un "Noi".
Un pacchetto completo.

La difficoltà sta nel far funzionare le cose.
Nell' essere sempre euforici l' uno per l' altra nonostante il tempo che passa.
E' riuscire a tenere viva la fiamma.

L' Amore non è solo unicorni e arcobaleni.
L' Amore è compromessi.
E' chiedere scusa anche quando si sa di non essere in torto.
L' Amore è fare spesso qualcosa che non ci va di fare solo perché è la nostra metà a chiederlo.
L' Amore è una sfida continua.
Amare qualcuno vuol dire abilità.

Non è vero che se una storia è destinata a durare, durerà.
Il destino non c'entra niente.
Sta a noi far in modo che succeda.
Metterci tutti sé stessi, fare e dare sempre il massimo.

Il vero Amore supera qualsiasi tempesta.
Ma è vero quando entrambe le persone fanno di tutto per farlo restare.
Perché Amare qualcuno vuol dire sentirsi sempre nel posto giusto quando si è con quella persona.
E vi garantisco che non c'è niente di più bello al mondo.




                                                                                       

                                                                                                                   **********



Tolgo la moka fischiante dal fornello.
Mi riempo una tazza col caffé bollente, prendendo poi posto al tavolo.
Oggi è il giorno.
Il giorno in cui tornerò da Erica.
Ma lo devo fare per bene e con stile.
Devo farle capire quanto mi dispiace.
Voglio che sappia che ho capito di essere stata una completa stronza.

Ho preparato tutto nei minimi dettagli.
Che diavolo, mi sono perfino comprata una moto!
Una BMW GS, grigia metallizzata.
Beh, in realtà quello l'ho fatto più per me che per lei.
Erano anni che ne volevo una.
Però son sicura che farà effetto.

Sorrido a quest' ultimo appunto, prendendo un sorso della mia droga mattutina.
Non mi sentivo così agitata dal nostro primo appuntamento.
Dio, ero davvero in ansia!
Ero talmente impacciata e in imbarazzo da non riconoscermi neanche!
Se ci penso adesso mi viene solamente un sacco da ridere.
Chi lo avrebbe mai detto che saremmo arrivate a questo punto?

Ma l'ho capito appena mi ha aperto la porta di casa che era lei.
Che lei era quella giusta.
E' sempre stata lei.
E io sono terribilmente fortunata.



Prendo un bel respiro ripassando mentalmente il piano per la serata.
Ho organizzato tutto nei minimi dettagli.
Come al solito.
Faccio sempre così quando sono nervosa.
Devo avere tutto sotto controllo.
Federica diceva sempre che sono esagerata.
Mi sa che aveva ragione.

Chiudo le palpebre per qualche secondo.
Guardo il mio riflesso sul finestrino della mia auto.
Posso farcela.
Insomma, ho già avuto altri appuntamenti!
Perché questo dovrebbe essere diverso?

Annuisco soddisfatta per poi incamminarmi verso l' abitazione di fronte a me.
Scuono il campanello senza starci a pensare troppo.
Rimango totalmente senza fiato quando la porta si spalanca rivelando la cosa più bella che io abbia mai visto.

Il sorriso di Erica illumina ogni cosa che ci circonda.
Il suo corpo perfetto è fasciato da un paio di jeans attillati e un maglioncino bordeaux che le sta d' incanto.
Ai piedi porta dei mezzi stivaletti neri.
E' semplicemente meravigliosa.

-Ciao- sorride, imbarazzata, spezzando il silenzio.

-Ehi- mormoro, perdendomi nei suoi occhi blu come la notte d' estate -sei bellissima-

-Da quando siamo così sdolcinate, Santoro?- ride, alleggerendo la tensione -prendo il cappotto e andiamo, ok?-

-Ok- soffio, ricambiando il sorriso.

Chiude il portone, agganciandosi poi al mio braccio.
Ci dirigiamo in silenzio verso la mia Mini.
Le apro lo sportello, girando poi intorno all' auto per entrare a mia volta.

-Dove andiamo?-

-Che ne dici se ti porto al mio ristorante cinese preferito?-

-Oh sì! Io amo il cinese!- batte le mani, contenta -andata!-

Metto in moto lasciandoci alle spalle casa sua.
Imbocco la prima strada a destra, mentre Erica traffica con lo stereo.
Il fatto che cambi una stazione dietro l' altra mi sta facendo impazzaire.

-Scegline una!- 

-Ma non c'è una canzone decente!- ribatte, cambiando di nuovo frequenza -non è colpa mia!-

-Sorvolerò sul fatto che hai cambiato sui Radiohead, se adesso lascerai questa dei Dire Straits!-

-Ma è musica da vecchi!-

-Cosa?- mi volto indignata nella sua direzione, arrestandomi al semaforo rosso -tu non sai cosa dici!-

-E te hai dei gusti di merda!- mi fa una linguaccia, incrociando le braccia -non si può ballare su sta roba!-

-Oddio- sussurro -sarà una lunga serata-

Scrocchia le labbra, mettendo su un broncio adorabile.
La ignoro, cercando di mantenere la mia posizione.
Non  può offendere così la vera musica.
Cioè, proprio non si può.

-Dai, parcheggia qui che ho fame-

-Erica, questo posto è riservato alle donne incinte!- le faccio notare, indicandole il cartello.

-Ah, quindi sei solo ingrassata?- approfitta del mio momento di distrazione per scendere dalla macchina.

Scuoto la testa ancora incredula.
Trovo posto poco più avanti, parcheggiando senza troppi problemi.
In fine la raggiungo.
Ha ancora le braccia conserte e la testa rivolta dalla parte opposta alla mia.
Ottimo.
Sta serata sta decisamente prendendo una brutta piega.

-Entriamo, và- decido, passandole avanti.

Chiediamo un tavolo per due un po' in disparte.
Veniamo accontentate con uno libero dietro una colonna.
Almeno non mangeremo praticamente accanto ad altre persone.
Magari avremo modo di parlare e recuperare.

-Io non sono grassa- borbotto, aprendo il menù.

-No, sei perfetta- soffia -una perfetta stronza "so tutto io"-

-Hai intenzione di passare il tempo a insultarmi?-

-Forse- si lascia scappare un sorrisetto che mi fa perdere un battito -allora, cosa prendi di solito?-

-Ravioli di gamberi, gnocchi di riso con gamberi e verdure e pollo in agrodolce-

-Almeno su questo abbiamo gusti simili- punta i suoi occhi nei miei -sai, per un attimo ho temuto che mi avresti portato in un mega ristorante di lusso e che mi sarei sentita a disagio tutta la sera, sono contenta che tu non lo abbia fatto-

-Non volevo che tu pensassi che cercavo di conquistarti con i soldi della mia famiglia- ammetto, abbassando lo sguardo.

-Eleonora- richiama le mie iridi -tu mi hai già conquistato-






Sorrido felice al ricordo di quella serata.
Si concluse con un lungo bacio davanti al portone di casa sua.
Abbiamo sentito i fischi di approvazione dei suoi genitori da dentro casa.
Ok, quello fu imbarazzante.
Ma il bacio... Dio, quel bacio fu davvero mozzafiato.

Indosso degli short di jeans, una semplice t-shirt bianca e delle vans basse.
Recupero borsa e chiavi, infilandomi poi il mio giubbotto di pelle.
Prendo i due caschi integrali sul comò vicino la porta e esco di casa.
M' infilo quello nero, riponendo l' altro bianco in una delle due borse laterali della moto.

Salgo in sella, facendo subito rombare il motore.
Amo questo suono.
L' adrenalina che mi sale in corpo mi fa sentire terribilmente bene.
Spero piaccia anche a Erica.



                                                                                                                    **********




Non mi aspettavo minimamente un messaggio da parte sua.
Ma è stato bello svegliarsi e trovare una traccia di lei.
Mi manca terribilmente.

Sono stata piacevolmente stupita quando mi ha reclamato per l' intera giornata.
Non mi ha dato dettagli o informazioni in più.
Mi ha solo detto di vestirmi comoda e che sarebbe passata intorno alle dieci.
Non ho idea di cosa aspettarmi.
Sono euforica però all' idea di trascorrere il giorno con la mia dolce metà.
Non succedeva da troppo tempo.

Ultimamente era sempre impegnata a lavoro.
O preferiva starsene per i fatti propri.
E quando eravamo insieme era spesso taciturna e distante.
Non ha passato un bel periodo, ma mi ha totalmente escluso da esso.
Ha preferito rifugiarsi nell' alcool e nella droga che in me.
Questo mi ha ferito a morte.

Però ha capito di aver sbagliato e sta cercando di farmelo capire in tutti i modi.
Quindi sono elettrizzata al pensiero di vederla e di scoprire cosa ha in serbo per noi, oggi.
Conoscendola sarà tutto perfetto e organizzato nei minimi dettagli.
E' sempre stata una maniaca del controllo.

Non è la prima volta che discutiamo.
Anzi, negli ultimi cinque anni è successo molto spesso.
Ma mai così pesantemente.
E di solito quando succedeva si risolveva tutto nel giro di qualche ora.
Tranne una volta.
Quella volta ero davvero incazzata nera con lei.
Alla fine però, era lei ad essere seriamente furiosa con me.



-Erica, dove è Eleonora?-

-Dove vuoi che sia, Lore?- mi volto verso di lui, scocciata -è andata a scegliere cosa cantare-

-Eh, ma è da un po' che è andata!-

Sbuffo, guardandomi intorno.
In effetti non la vedo.
Magari è andata in bagno.

Lascio andare un ringhjo frustrato.
Per il nostro terzo anniversario credevo mi portasse da qualche parte solo io e lei.
Non pensavo di certo che saremmo andate nel solito locale per la serata Karaoke con gli altri!
Insomma, potevamo benissimo saltarla!
Inizio a pensare che se lo sia davvero dimenticato.

Quando non mi ha fatto gli auguri, pensavo che avesse in mente di farmi una sorpresa.
Quindi non gliel' ho fatti nemmeno io!
Ma ormai sono le dieci di sera passate e lei non ha ancora accennato a niente!
E poi siamo qui con Lorenzo e Alessandro!

So che oggi ha avuto una discussione via email con Francesca.
Ormai è quasi un anno che si è trasferita.
E' praticamente diventata un argomento taboo.
Non parliamo mai di lei quando siamo tutti insieme.
O meglio, quando c'è Eleonora.
Il solo sentirla nominare la fa cadere in uno stato catatonico.
Sempre meglio dei primi mesi.

-Ah eccola!- esclama, Ale, indicando un punto dietro le mie spalle.

Mi ribolle il sangue a quello che mi si para di fronte.
La mia ragazza che parla quasi naso naso con un' altra ragazza.
Una bella ragazza, tra l' altro.
Libero un grugnito quando vedo quella troia sfiorarle una ciocca di capelli.

-Erica!- mi richiama Lorenzo, tentando di bloccarmi per un braccio quando scatto giù dalla sedia -non fare scenate!-

-Fatti i cazzi tuoi!- ringhio, liberandomi dalla sua presa.

Mi incammino a passo spedito verso quelle due.
Prendo Eleonora per un polso trascinandola fuori dal locale.
La libero solo quando siamo a qualche metro dal baccano.

-Che cazzo stavi facendo con quella lì?- le urlo addosso, incazzata.

-Amore, calmati- 

-Non chiamarmi Amore e non dirmi di stare calma!- ribatto, arrabbiandomi ancora di più.

-Non stavo facendo niente-

-Quella lì ti stava toccando i capelli!- sbotto -e sembravate sul punto di saltarvi addosso a vicenda-

-Non ci posso credere- si passa una mano tra le ciocche bionde -stiamo insieme da tre anni e ancora non ti fidi di me-

-Ah, allora adesso ti ricordi che è il nostro cazzo di anniversario!-

-Certo che me lo ricordo!- ribatte, guardandomi duramente -io..-

-E allora perché non mi hai detto niente?- le chiedo, avvicinandomi -pensavo che saremmo uscite io e te! Pensavo che avremmo passato una serata solo noi due! Che cazzo, pensavo almeno che mi avresti detto qualcosa!-

-Erica..-

-No!- la interrompo di nuovo -è il nostro anniversario e te stavi flirtando con quella troia!-

-Quella troia era nella stessa classe di pianoforte mia e di Federica al conservatorio- dice, con tono impassibile -non la vedevo da anni-

Quelle parole mi colpiscono in pieno come un getto d' acqua gelida.
Rimango a fissarla a bocca aperta senza sapere cosa dire.
Mi si spezza il cuore quando noto i suoi occhi lucidi.

-Stavo andando sul palco per dedicarti una canzone per il nostro anniversario quando lei mi ha fermato. Mi ha toccato i capelli perché con la luce che c'era le sembravano dello stesso colore di quelli di Federica. Era una delle sue amiche più strette. Non aveva solo me, sai?- sorride, amara -dopo la canzone ti avrei dato questa- mormora, recuperando dalla tasca interna del suo cappotto una scatolina che poi mi lancia tra le mani -ci sono anche i ragazzi perché non solo io ho discusso con Francesca ultimamente e loro mi hanno chiesto di uscire per stare un po' insieme-

-Amore, io..-

-No- alza una mano, fermandomi -non voglio parlare con te adesso-

Mi dedica un' ultima occhiata amareggiata e delusa prima di voltarmi le spalle e andarsene.
Rimango a fissarle la schiena sentendomi una completa idiota.
Come ho potuto dubitare di lei?
Come ho potuto ferirla così?

Apro la scatolina che ho tra le mani e non riesco a trattenere una lacrima.
Contiene una collana con un ciondolo a forma di cuore.
Dietro di esso c'è un' incisione "Always".
Rido come un' ebete in mezzo al pianto.

Harry Potter.
Piton.
Il suo pianto disperato sulla scena in cui lui confessa di aver sempre amato la mamma di Harry e di amarla tutt' ora.
Le dissi che io l' amo come Piton ama lei.
Always.




Il suono del campanello mi strappa da quel ricordo.
Incosciamente stavo stringendo quel ciondolo tra le dita.
Non ho mai smesso di portare quella collana.

Ci misi un giorno intero a farmi perdonare da Eleonora.
Il sesso della pace fu qualcosa di meraviglioso.
Per tutta la notte.
E la mattina successiva.
E...

-Arrivo!- ringhio frustrata all' ennesimo trillo del campanello.

Corro alla porta col cuore che batte a duemila.
Cuore che non rallenta un secondo quando aprendola, mi si para di fronte la visione della mia ragazza.
Questo suo look da bad girl mi fa sempre eccitare da morire.
Con quella giacca di pelle e quei Ray Ban scuri a goccia, poi......

-Ehi- mormora, impacciata -stai benissimo- afferma, squadrandomi -sono contenta che hai optato per degli shorts anche tu!-

-Perchè?-

-Beh, perché ieri ho comprato questa- si sposta di lato rivelando una moto parcheggiata in fondo al vialetto di casa nostra  -è una giornata perfetta per un giretto, non trovi?-

-Tu sei completamente pazza!- esclamo, euforica -è magnifica!-

-Sono felice che ti piaccia- sorride, facendo di nuovo tornare a battere il mio cuore all' impazzata.

-Quindi, dove mi porti?- soffio, avvicinandomi maggiormente a lei.

-Vedrai- mi dedica un sorriso mozzafiato -sorpresa!-

-Mi sei mancata!- mormoro, gettandole le braccia al collo, incapace di trattenermi ulteriormente.

-Anche tu- sussurra al mio orecchio, stringendomi in un abbraccio.



                                                                                                               **********




-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-

-Erica!- ringhio -non urlare, cazzo!-

-Allora vai più piano, stronza!-

Sto valutando seriamente di spegnere l' auricolare che collega i due caschi.
Ancora un urlo da parte sua e potrò dire addio al mio udito.
Inizio veramente a pentirmi di aver scelto la moto come mezzo di trasporto.
Solo che in macchina mi sarei dovuta sorbire i suoi pessimi gusti musicali.
E non ne avevo molta voglia.

-Quindi dove stiamo andando?-

-Ti ho già detto che è una sorpresa!- dico, esasperata -se te lo dico che sorpresa è?!-

-Che palleeee- si lamenta, per l' ennesima volta -io voglio sapere!-

-Pazienta altri dieci minuti, ok?-

-Uffff, va bene- acconsente, sbuffando.

Scuoto la testa rassegnata.
Poi però sorrido immaginando l' adorabile broncio che di sicuro avrà sul volto.
Non posso farci niente.
Questa ragazza mi ha totalmente fottuto il cervello.

Come promesso dopo altri dieci minuti di urletti e colpi sulla spalla, siamo arrivate.
Fermo la moto parcheggiandola vicino ad una staccionata.
La faccio scendere così da mettere la mia nuova bambina sul cavalletto.
Mi tolgo il casco, ravvivando i capelli.

-Se mi dicevi che venivamo al mare mi sarei portata il costume!-

-Te ne ho portato uno io- le sorrido, recuperando una busta da una delle borse della moto -ora pranziamo qui e poi scendiamo in spiaggia-

-Con qui, intendi questo ristorante con vista mare e specialità di pesce?-

-Sì, ho prenotato qui, ma se preferisci andare da un' altra parte non c'è problema!-

-Nono!- si affretta a dire, travolgendomi con un abbraccio -è perfetto!- mormora sulle mie labbra -lo sapevo che avevi organizzato tutto nei minimi dettagli-

-Avevi dubbi?- mi apro in una risata sincera.

-No, ti conosco troppo bene-

-Già- annuisco, prima di rubarle un bacio.




-Ehi, ti ho cercata ovunque-

Chiudo gli occhi al suono della sua voce.
Immaginavo che prima o poi mi avrebbe trovato.
Speravo solo di riuscire a stare da sola un altro po'.

-Sapevo che potevi essere qui al campo da rugby sulle tribune- soffia -ma ho voluto lasciarti un po' di vantaggio-

Si avvicina circondandomi un braccio e poggiando la testa sulla mia spalla.
Restiamo in silenzio a fissare il campo da gioco sotto di noi.
Ci sono pochi lampioni accesi e stasera la luna è bellissima.
Sembra saperlo anche lei che è un giorno particolare.

-Sono preoccupota- ammetto in fine, dopo minuti interminabili di silenzio.

-Lo so- mormora -e io lo sono per te-

-Io sto bene, Erica- ribatto -è che non sapere se...-

-Se lei sta bene o dove è ti fa impazzire- finisce la frase al posto mio -non si è fatta sentire?-

-No- sospiro -sono così incazzata...-

E' il primo anniversario della morte di Federica che passiamo separate.
Non avere Francesca qui mi sta mandando fuori di cervello.
Non so dove è.
Non so con chi è.
Non so se sta bene.
Non so in che condizioni è.
Conoscendola potrebbe essere sbronza marcia da qualche parte e io non sono lì con lei.
Per sua scelta!
Questo mi fa decisamente incazzare.

-Vieni, sediamoci- mi prende per mano conducendomi ai gradoni dietro di noi, facendomi sedere -io lo so di non essere Francesca e so che non posso capire come ti senti o cosa tu stia provando, ma sono qui Ele, puoi parlare con me-

Mi regala uno dei più bei sorrisi che io abbia mai visto e mi sciolgo.
Mi sporgo in avanti abbracciandola stretta.
Dopo qualche momento mi allontano leggermente, posando una mano sulla sua guancia.

-Tu sei tutto quello che io possa desiderare- sorrido -sei l' Amore della mia vita, ma....ma Francesca è la compagna della mia anima e io...-

-E tu vorresti che lei fosse qui- poggia la mano sopra la mia -lo so- 

-Scusami, io..-

-No- m' interrompe -non ti devi scusare- sorride, spiazzandomi -io lo capisco- mi bacia la punta del naso -non parliamo se non vuoi farlo, ma non ti lascio da sola-

-Ok, però io..-

-Tu in questa sera di solito ti fai qualche goccetto- dice, estraendo una bottiglia di vodka della mia marca preferita dal suo zaino -fallo pure, ti riporto a casa io-

-Ma come..-

-Ti conosco troppo bene-




-Amore?- Erica richiama la mia attenzione -allora? Andiamo? Ho fame- ride, prendendomi per mano e trascinandomi letteralmente all' interno del ristorante.

Appena varcata la porta veniamo accolte dal proprietario.
Ci viene incontro velocemente, sorridendo contento.
Erica rimane di sasso quando mi avvolge tra le braccia in una stretta affettuosa.

-Ciao Stefano!- esclamo, contenta, liberandomi dall' abbraccio.

-Eleonora! Fatti guardare!- si allontana leggermente squadrandomi -sei diventata una donna bellissima! Ma del resto lo dovevo immaginare, vista tua madre!-

-Sei il solito esagerato!- sorrido, imbarazzata -ti presento la mia fidanzata, Erica-

-Finalmente!- trilla, eccitato -Maria non fa altro che parlare di te!- si rivolge alla mia ragazza, stringendole una mano con enfasi -sono stato felicissimo quando ieri Eleonora mi ha chiamato per prenotare un tavolo per voi qui da me!-

-E' veramente un posto bellissimo- dice estasiata Erica -davvero complimenti!-

-Ti ringrazio!- sorride -ma prego, seguitemi! Vi ho riservato il tavolo migliore!-

Ci fa cenno di seguirlo nell' altra sala.
Il tavolo che ci ha preparato è proprio davanti la vetrata principale che si affaccia completamente sul mare.
Essendo il ristorante posizionato in cima ad una scogliera, la vista è davvero mozzafiato.
Ci scosta le sedie ad entrmabe, facendoci accomodare.

-Ele, tesoro, che ne dici se lasci fare a me per il pranzo?-

-Lo sai che mi fido di te, Stefano- rispondo, cordiale -a patto che ci porti il vino bianco migliore che hai-

-Ma quello era ovvio- mi rivolge un occhiolino prima di congedarsi educatamente.

Mi volto verso Erica e m' incanto a fissarla estasiata.
Guarda il panorama a bocca aperta con gli occhi pieni di meraviglia.
E' veramente bellissima.
Lei rimane il mio panorama preferito.

-Ele- si gira nella mia direzione, sorridendo -questo posto è davvero magnifico! Perché non mi ci hai mai portato?-

-Stefano è il migliore amico gay di mia madre- la informo -ma dopo un violento litigio avvenuto anni fa, non so per cosa, avevano chiuso i rapporti. Penso che li abbiano riallacciati da poco a causa, sì, sai... degli ultimi avvenimenti-

-Grazie- mormora, stringendomi una mano -è tutto perfetto-

-E non hai ancora assaggiatoil cibo!- 

-Non vedo l' ora- batte le mani contenta, strappandomi una risata.



                                                                                                     **********




-Oh mio Dio- esclamo con enfasi, portandomi una mano davanti la bocca -devi assolutamente assaggiare questa tagliata di tonno!-

-Immagino- ride -dato che ne hai ordinata un' altra!-

-No, Amore, non puoi capire! E' una droga!- prendo un altro boccone -oh mio Dio, è da orgasmo-

-Ah, sì?- inarca un sopracciglio alla Santoro, strappandomi un sorriso.

-Beh sai, almeno da quello che ricordo-

Le regalo un sorrisetto bastardo che la fa sbuffare.
Son sicura che sta cercando di ricordare quando è stata l' ultima volta che mi ha toccato.
Anche perché l' altra sera al locale non gliel' ho permesso.
Ero ancora troppo incazzata.

-Erica, che ne dici se parliamo un attimo seriamente?-

-Così mi fai preoccupare, però- poso la forchetta sul piatto, dedicandole la mia più completa attenzione.

-Nono- si affretta a dire, sventolando una mano -voglio solo che discutiamo di quello che è successo-

-Amore, a tutte le coppie capita di avere dei momenti di crisi- le sorrido, posando una mano sulla sua abbandonata sul tavolo -basta solo saperli risolvere-

-Appunto per questo ti vorrei dire qualcosa- prende un respiro, continuando subito dopo -mi dispiace di essermi comportata come una immatura idiota del cazzo. Avevamo fatto così tanti progressi negli ultimi tre anni e io sono riuscita a mandarli tutti a puttante nel giro di un mese- sospira -mi sono comportata male con te e non mi perdonerò mai per questo. Spero che tu mi riaccolga in casa e che lasci che ti dimostri quanto ti amo e quanto sei fondamentale per me perché, Erica, te sei tutta la mia vita-

La ascolto senza parlare, incapace di trattenere la commozione.
Eleonora mi ha sempre fatto capire tutto questo attraverso piccoli gesti che inconsciamente compie per me.
Mi ha sempre dimostrato quello che mi ha appena detto.
Ma raramente me lo ha espresso a parole.
E questo, questo rientra assolutamente tra i miei momenti preferiti.

-Ovvio che ti riprendo in casa- mi asciugo una lacrima sfuggita al mio controllo -lo sai che non posso stare senza il tuo musone che mi gira intorno-

Scoppia  a ridere allungandosi sul tavolo richiedendo un bacio che non le nego.
Un semplice soffice tocco tra le nostre labbra.
Ricco di dolcezza e di tutto l' amore di cui questa ragazza è capace.

Torna a sedersi compostamente, regalandomi un enorme sorriso.
Approfitta del mio momento di distrazione per rubarmi un pezzo della mia tagliata.
La guardo indignata e molto offesa.

-Te lo avrei dato se tu me lo avessi chiesto!-

-Sì, ma così è più divertente- dice, saccente -e comunque hai ragione, è davvero ottima-

-Brutta stronza- borbotto a bassa voce, tornando a dedicare la mia attenzione al mio piatto.

Sinceramente non pensavo che le cose tra noi andassero così.
Quando Eleonora trovò quella lettera ho avuto paura che ci potesse spezzare.
Ho visto la sua reazione e ho creduto seriamente che avremmo potuto perderci.
Sono felice del fatto che, invece, è stato proprio il contrario.
L' assenza di Francesca ci ha fatto unire ancora di più.
Quindi forse da un lato dovremmo solo ringraziarla.




La flebile luce che trapassa dalla tapparella della finestra ticchetta prepotentemente sul mio viso.
Le resisto un po' prima di arrendermi.
Apro gli occhi con fatica, liberando uno sbadiglio silenzioso.
Un sorriso increspa le mie labbra quando constato che le braccia di Eleonora mi stanno ancora stringendo.

Mi giro lentamente nell' abbraccio, attenta a non svegliarla.
Rimango piacevolmente sorpresa quando mi ritrovo a rispecchiarmi nelle sue iridi di ghiaccio.
Sorride, facendomi perdere un battito come ogni volta.

-Buongiorno- soffia, allungandosi per lasciarmi un bacio a stampo.

-Buongiorno a te- ribatto, stringendomi maggiormente a lei -da quanto sei sveglia?-

-Non da molto- mi porta una ciocca ribelle di capelli dietro l' orecchio -hai dormito bene?-

-Benissimo!- trillo, baciandole poi la punta del naso.

-Quindi sei abbastanza riposata?- chiede, guardandomi con quello sguardo.

-Ah ah- annuisco, capendo già dove vuole andare a parare.

-Ottimo- mormora, maliziosa, spingendomi una spalla per farmi sdraiare -davvero ottimo- ripete, sovrastandomi.

-Che intenzioni hai, Santoro?-

-Ah, adesso vedrai- sogghigna bastardamente, facendo risalire molto lentamente una mano dalla mia gamba fino al mio petto -mi sono trattenuta fino ad ora- sussurra roca al mio orecchio, facendomi tremare -eri tutta nuda tra le mie braccia e non riuscivo più a controllarmi-

-Ah, sì?- inarco un sopracciglio, divertita -potevi svegliarmi-

-Stavo per farlo, infatti- mi morde la base del collo, strappandomi un ansito -ma ti sei svegliata, quindi ora credo che...-

Si blocca di colpo guardando la porta.
Porto lo sguardo sul punto che sta fissando, notando una busta.
Sono sicura che quando ci siamo addormentate non c'era.

-Che cos'è?-

-Non lo so- scuote la testa, alzandosi -se è un' altra lettera di Marta in cui si scusa per avermi ammaccato la macchina nel garage con il suo scooter, è la volta buona che la ammazzo!-

Si piega sulle ginocchia recuperando il foglio.
La sua espressione muta dalla preoccupazione all' angoscia nel giro di pochi secondi.
Mi infilo velocemente una maglia e le mutande, raggiungendola.

-Amore, che..-

Scatta velocemente a recuperare i suoi vestiti.
Si veste in tempo record, ignorando completamente i miei tentativi di richiedere spiegazioni.
Faccio giusto in tempo a infilarmi i pantaloni, quando la vedo correre fuori dalla stanza.

Si precipita giù per le scale reucperando le sue chiavi sul mobiletto vicino la porta.
Esce subito senza degnarmi di uno sguardo.
La seguo mentre si dirige a casa di Feffe.
Che diavolo è successo?

Spalanca il portone fiondandosi dentro l' abitazione.
La vedo guardarsi un attimo intorno, prima di correre da una stanza all' altra.
La raggiungo in camera di Francesca.
E' immobile davanti all' armadio, praticamente vuoto.

-Ele che cosa..-

-Se n'è andata- mormora -Lei... lei se n'è andata-

-Che vuol dire?- mi avvicino, poggiandole una mano sulla spalla -dove? Per quanto? Era sua la lettera? Che dice?-

-Cazzo, stai zitta!- urla, scostandosi violentemente -non lo so! Non so un cazzo! Io...io...- 

Si piega sulle ginocchia, portandosi una mano intorno al collo.
Ha gli occhi sbarrati e fatica a respirare.
Le corro velocemente accanto, non riuscendo a capire cosa sta succedendo.

-Amore! Che hai?-

-Io..io- balbetta, incapace di prendere aria -non respiro-

Punta le sue iridi colme di paura nelle mie.
Inizio ad accarezzarle la schiena, non sapendo cos' altro fare.
Dopo qualche secondo mi piego alla sua altezza, prendendole il viso tra le mani.

-Eleonora, guardami!- le ordino, continuando una volta che mi ha dato ascolto -cerca di prendere dei respiri profondi- le prendo una mano, portandola sul mio cuore -concentrati sul mio battito e cerca di regolarizzare il respiro-

Fa come dico, incredibilmente senza obbietare.
Dopo parecchi minuti che mi sembrano ore, finalmente riesce a calmarsi.
La faccio sedere sul letto e corro in cucina a prenderle un bicchiere di acqua.
Torno da lei, porgendoglielo.
Lo beve in un sorso, senza guardarmi.

-Credo tu abbia avuto un attacco di panico-

-Sì è trasferita a Londra- sussurra, come se non mi avesse sentito -se n'è andata senza dirmi niente. Non mi ha lasciato un numero, né un indirizzo, niente. Neanche una valida motivazione! Solo uno stupido indirizzo email! Mi ha completamente escluso! Non dice neanche se e quando tornerà!-

-Amore- mormoro, sedendole accanto -vedrai che tornerà presto. Vedrai che avrà un valido motivo e..-

-No!- sbotta, alzandosi -non me ne frega un cazzo!- tuona, andando verso la porta.

-Ele!- le vado dietro -dove vai?-

-In giro!-





-Ehi, che è quel muso?-

Eleonora mi riscuote dai miei pensieri, richiamando la mia attenzione.
Alzo la testa trovandola a fissarmi preoccupata.
Le sorrido, cercando di tranquillizzarla.

-Niente!-

-Non sarai mica davvero arrabbiata per il pezzo di tagliata che ti ho rubato?-

-No, Amore- rido, schiaffeggiandole la mano abbandonata sul tavolo -stavo solo pensando-

-A cosa?- chiede, curiosa, riprendendo a mangiare il suo filetto di salmone.

-A te, a noi- le dedico un sorriso dolce -ai progressi che abbiamo fatto-

-E..?- mi incita a continuare.

-E pensavo che forse da un lato, ecco, sì... dovremmo ringraziare la partenza di Francesca-

Abbandona la forchetta nel piatto, per poi restare a fissarmi.
Non mi risponde subito.
Si limita  a puantare i suoi occhi nei miei, cercando chissà quali risposte.
Ho paura di aver detto qualcosa di sbagliato.

-Ele, io intendevo che...-

-Hai ragione- annuisce, spiazzandomi -la sua assenza ha fatto in modo che io mi appoggiassi completamente a te per tutto quanto e ha dato a te la possibilità di starmi più vicina e capirmi meglio. Questo ci ha unito e ci ha portato dove siamo adesso- sorride dolcemente -e ne sono davvero felice-

-Anche io-

-E ora che ne dici di finire qui, ordinare il dolce e scendere in spiaggia?-





                                                                                            **********




-Dai, Ele! Vieni a sentire com'è l' acqua!- tenta di nuovo -non puoi portarmi al mare e poi non fare neanche un tuffo!-

-Lo farò! Ma non adesso! Abbiamo mangiato da poco!- ripeto per l' ennesima volta.

Torno a riportare l' attenzione al mio libro.
Che si faccia pure il bagno se vuole.
Io preferisco prendere il sole.
Il suo calore sulla schiena è davvero piacevole.

-Eleonora Santoro!- tuona, Erica, strappandomi il libro dalle mani -odio quando non mi consideri!-

-Erica! Cazzo!- alzo la testa, guardandola male -sei tutta mezza e mi stai bagnando il libro!-

-E te sei tutta stronza!- me lo lancia malamente -asociale del cazzo!- mi fa una linguaccia, allontonandosi a chiappe strette e schiena dritta.

Libero un ringhio frustrato che tramuta presto in un mugolio quando noto come mi ha ridotto le pagine.
E' possibile che non riusciamo a stare più di due ore insieme senza bisticciare?
Quando ci si mette è proprio una bambina.

Non faccio in tempo a tornare a leggere, che una cascata d' acqua gelida mi inonda completamente.
Libero un urletto poco virile, mentre scatto in piedi.
Sento distintamente Erica ridere a pieni polmoni.
Mi scosto i capelli bagnati dagli occhi, per lanciarle una delle mie più brutte occhiatacce.

-ERICA!-

-Dovresti vedere la tua faccia!- esclama, tra le risa -e quell' urletto che ti è uscito? Oddio, avrei dovuto farti un video!-

-SEI MORTA!-

-Oh cazzo!- sussurra, prima di darsela a gambe.

Mi lancio al suo inseguimento senza pensarci troppo.
Mi spiace solo per le povere persone alle quali  riempiamo l' asciugamano di sabbia al nostro passaggio.
Ma sinceramente al momento m' importa solo di farla pagare a quella stronzetta.

Ormai le sono ad un passo.
Sogghigno trionfante quando mi lancio placcandola sulla battigia.
La immobilizzo a terra.

-Quindi? C'è qualcosa che vorresti dirmi?-

-Ti sta benissimo questo costume, Amore Mio- sorride, sbattendo le ciglia da cerbiatta.

-E' inutile che fai la rufiana- sorrido bastardamente, alzandomi -non funziona-

Le allungo una mano, alzando un sopracciglio.
MI fissa sorpresa per un po', prima di afferrarla.
L' aiuto ad alzarsi e poi la prendo in braccio.

-Che stai facendo?-

-Mi vendico- le do un rapido bacio sulle labbra, prima di gettarla in mare.

Sbatto le mani tra di loro, liberandole dalla sabbia.
La lascio urlare tra le onde, mentre torno al mio telo.
Mi sdraio soddisfatta, tornando alla mia lettura.
Se lo è decisamente meritato. 

Mi raggiunge poco dopo, stendendosi accanto a me.
La sento sospirare pesantemente un paio di volte.
Alla fine, stanca, mette una mano davanti ai miei occhi, mandando in fumo i miei tentativi di ignorarla.

-Che c'è?- mi volto a guardarla.

-Ti devo chiedere una cosa-

-Erica, così mi fai preoccupare- sbuffo -che hai combinato?-

-Niente!- risponde, irritata -com'è che dai sempre per scontato che io abbia fatto qualcosa?-

-D'accordo- soffio -scusa- le lascio una carezza -dimmi-

-Due giorni fa quando ci siamo viste a casa mi avevi detto di aver bisogno di altro tempo prima di tornare da me, quindi, ecco....cosa è cambiato?-

-Ieri i miei genitori mi hanno invitato a bere qualcosa dopo cena- le rivelo -abbiamo parlato molto e si sono scusati. Scusati per tutto quanto, Erica- le sorrido -non solo per le ultime cose, ma proprio tutto tutto! Per la loro continua assenza durante la mia infanzia e adolescenza, per aver dato per scontato sempre ogni cosa, per non essermi stati vicini come avevo bisogno dopo la morte di Federica e tutto il resto. Per loro è molto, credimi-

-Sono davvero felice per te, Ele- allunga una mano lasciandomi una carezza sulla guancia -quindi avete chiarito?-

-Più o meno- alzo le spalle -ma il punto è che ho capito che devo smetterla di allontanarti quando qualcosa non va e di riuscire, invece, a parlarne con te. Come ho fatto in questi ultimi anni. Il ritorno di Francesca mi ha scombussolato un po'- confesso, abbozzando un mezzo sorriso -ho constatato che parlare con lei era diventato troppo difficile e non sapevo più come fare e non sapevo neanche come parlarne con te, ma invece di provarci ho fatto solamente un gran casino-

-Amore..-

-No, aspetta- la interrompo, alzando una mano -voglio tornare a casa da te, perché solo quando sono con te mi sento veramente nel posto giusto-

La vedo sorridere commossa a quelle mie parole.
Sono le stesse che le dissi quando ci rivedemmo dopo il nostro primo bacio.
Quando abbiamo deciso e capito che valeva la pena provarci.
Quando mi sono finalmente ritrovata.
Quella è diventata la nostra frase.



Ormai sono seduta a questo tavolo da quasi mezz'ora.
Ci siamo date appuntamento qui, al bar preferito di Erica.
Sono arrivata in anticipo come al solito.
Ma ero in anticipo venti minuti fa.
Adesso è lei ad essere in ritardo.

Mi chiedo come andrà a finire questa nostra chiacchierata.
Cosa farò se mi dirà che ha cambiato idea?
Che non vuole stare con me?
Che quel bacio è stato uno sbaglio e che lei ama Lorenzo e preferisce lui.
E cosa faremo dopo?

Libreo un ringhio frustrato poggiando la testa sulle braccia conserte sul tavolo.
Antonio l'ho lasciato ieri sera.
Non potevamo andare avanti così.
E poi, poi quel bacio con Erica mi ha completamente stravolto.
E' come se qualcuno mi avesse gettato dell' alcqua gelida in faccia, risvegliandomi di colpo.
Ho finalmente capito che il debole che avevo sempre avuto per quella ragazza, nascondeva molto altro.

Alzo di colpo il capo quando sento la campanellina alla porta prender vita.
Il cuore mi esplode nel petto al solo incrociare i suoi occhi.
Cammina verso di me, più imbarazzata che mai.
E' semplicemente bellissima.

-Ciao- alza una mano, prendendo posto di fronte a me.

-Ehi- ricambio il saluto, restando a fissarla.

Converse Nere.
Jeans chiari stretti, strettissimi.
Una felpa blu elettrico che fa risaltare le sue bellissime iridi.
Dio, potrei stare ore a guardarla.

-Come va?-

-Bene- rispondo -tu?-

-Sono stata meglio- abbozza un sorriso.

Quella frase mi fa sussultare.
Tutti i miei timori stanno prendendo vita davanti ai miei occhi.
Lo sapevo che si sarebbe tirata indietro.
Chi vorrebbe mai stare con me?

-Erica, io..-

-Ho lasciato Lorenzo, due giorni fa- rivela, interrompendomi -non l' ha presa benissimo, ma neanche troppo male- cerca di sorridere nuovamente -ha solamente detto di aver bisogno di tempo e che starà via qualche giorno per assimilare la cosa. Non dirà niente agli altri, ci lascerà avere i nostri tempi-

-Io..-

-Il tuo ragazzo misterioso?- domanda, interrompendomi di nuovo.

-L' ho lasciato-

-Oh- mormora, sorpresa -credevo che non lo avresti fatto-

-E perché mai?-

-Pensavo che ti fossi pentita e che oggi mi avresti detto che è stato tutto uno sbaglio, ma io comunque non potevo più stare con Lore. Non quando provo qualcosa per te , ma te sei sempre così silenziosa e sulle tue e io pensavo che..-

-Erica- poggio una mano sulla sua, interrompendo quel fiume in piena di parole -respira- le sorrido -tu mi piaci- confesso -mi piaci davvero molto-

-Davvero?-

-Sì, scema- rido -credi che vada in giro a baciare chiunque?-

-No- abbassa lo sguardo -ma credevo che fosse solo il momento. Insomma, tu avevi appena lasciato Francesca in ospedale e...-

-No- scuoto la testa -quindi che vogliamo fare?-

-Aspetta- sospira -perché io? Cioè, tra tutte le persone, perché proprio io?-

-Perché solo quando sono con te mi sento veramente nel posto giusto-

Resta a fissarmi con gli occhi lucidi.
Dopo qualche secondo mi fa sentire davvero in imbarazzo.
Perché non dice niente?
Ho detto troppo?
Oppure qualcosa di sbagliato?

-Che ne dici di una cena, stasera?- chiede, in fine, spezzando il silenzio.





                                                                                                     *********




-Ma Amore- richiamo la sua attenzione -se ceniamo qui, poi non è tardi per tornare a casa?-

-Sì- annuisce -infatti ho prenotato una camera per noi in quell' Hotel vicino al ristorante di Stefano-

-Oh mio Dio!- esclamo, elettrizzata -ma sembra stupendo!- trillo, euforica, lanciando in aria il panino per gettarle le braccia intorno al collo -sei fantastica-

-Erica!- mi riprende -non si spreca il cibo!-

-E chi lo spreca?- chiedo, retorica, abbassandomi per recuperare il mio panino da terra -la regola dei cinque secondi!- soffio, prima di addentarlo.

-Non mi bacerai fino a quando non ti sarai disinfettata la bocca, sappilo-

-Per una che gioca a rugby sei proprio una principessina-

-Ovvio che lo sono- alza il mento -una fottuta principessa dai modi gentili-

-Eh certo- scoppio a ridere mentre improvvisa una camminata regale verso la cassa.

Scuoto la testa, asciugandomi le lacrime per le troppe risa.
Mi era mancato questo suo lato divertente.
Sa far morire sul serio dalle risate quando vuole.
Ma ho capito che è veramente sé stessa solamente con chi si sente davvero a suo agio.
Credo che al momento siamo solo in quattro ad essere così fortunati.

-Ecco a te- mi allunga un cono gelato con i miei gusti preferiti -immaginavo tu lo volessi!-

-Siiiii- batto le mani contenta, prima di prendere il gelato -ho già detto che sei fantastica?-

-Sì- sorride divertita -che ne dici di una passeggiata lungo mare?-

-Direi che è perfetto-

Mi prende per mano, incamminandosi.
La seguo al suo fianco in silenzio.
Ormai il sole sta tramontando e il gioco di colori è davvero spettacolare.
Avevo dimenticato come fosse romantico il tramonto sulla spiaggia.
Era da tanto che non venivamo al mare.
O meglio, era da tanto che non passavamo un giorno intero solamente noi due.

Quando passiamo vicino alla sua moto, si ferma.
Si avvicina e recupera due asciugamani.
Quanta roba ci entra in quelle borse?
Comunque devo ammettere che vederla su quell' affare è davvero molto eccitante.

-Va bene se ci stendiamo lì?- si gira indicandomi un punto poco lontano da noi sulla spiaggia.

-Direi che è perfetto- la raggiungo aiutandola a stendere i due teli.

Ci sdraiamo una accanto all' altra con naso rivolto all' insù.
Gli occhi al cielo e le mani intrecciate.
Il cuore che stracolma di gioia.

-Ele- richiamo la sua attenzione -lo sai che non importava tutto questo, vero? Ti avrei ripreso comunque. Ti riprenderei sempre-

-Lo so- sorride dolce -ma volevo passare un' intera giornata sola con te lonano da tutto e tutti-

-Aaaaw il mio Santo Torellino!- trillo, gettandomi addosso a lei.

-Lo sai che odio quell' orribile soprannome- si lamenta, facendomi sistemare meglio sopra di lei -smettila di chiamarmi così-

-Mai!- rido, impossessandomi poi delle sue labbra così da impedirle di ribattere.

I suoi tentativi di opporsi durano poco.
Giusto il tempo di ficcarle la lingua in bocca con prepotenza.
Almeno così sta zitta.
E poi non mi sembra che le stia dispiacendo troppo.

-Ti Amo- sussurro, poggiando la fronte contro la sua.

-Ti Amo anche io- mormora, sfiorando il mio naso con il suo.

-Eleonora posso farti una domanda?-

-Dimmi-

-Ma se io quella sera non avessi scommesso con Alessandro, tu mi avresti chiesto lo stesso di andare a convivere?-

-Erica- mi richiama, dolcemente -io era da un bel po' che volevo farlo, ma non te l'ho mai chiesto per paura di un tuo rifiuto-

-Ma dovresti averlo capito, ormai, che io ti seguirei fino in capo al mondo-



-ERICAAAAAAAA- sento mia madre urlare dal piano di sotto -SCEEENDIIII-

Metto in pausa la mia partita a Mario Kart, sbuffando.
Pure quando ho il giorno libero rompe i coglioni.
Avrei dovuto accettare l' invito dei Santoro a rimanere da loro stamattina.
Eleonora si è svegliata presto per andare a lavoro e io ho deciso di tornare a casa mia.
Pessima decisione.

-Che c'è?- le chiedo una volta scese le scale -cosa hai da urlare?-

-La tua bella ti ha mandato delle rose- sorride, allungandomi il mazzo di rose rosse più bello che io abbia mai visto -tuo padre non mi manda mai dei fiori- borbotta tra sé e sé.

-Oh mio Dio- mormoro, prendendolo -sono bellissime-

-C'è un biglietto- mi fa notare, indicandomi una busta rossa.

Ripasso le rose a mia madre così che possa metterle in un vaso d' acqua.
Apro poi la busta con mani tremanti.
Giuro che se mi ha scritto una poesia la prenderò per il culo per il resto dei miei giorni.
E poi lei dice di non essere romantica.

-OH PORCA TROIAAAA- urlo una volta visto cosa contiene la busta -OH MIO DIO!-

-Cosa? Ti ha regalato un milione di euro?- chiede mia madre, venendomi incontro -brava tesoro! Te la sei scelta bella e ricca!- mi da una pacca sulla spalla tutta contenta.

-No mamma!- scuoto la testa -mi ha mandato questo!-

Le faccio vedere il depliant che ho tra le mani.
E' di un' agenzia immobiliare.
Mi ha praticamente appena chiesto di andare a convivere.
Non ci posso credere.
Mi ha fatto perdere la scommessa con Alessandro, cazzo!

-Oddio!- mamma saltella euforica -dobbiamo dirlo a babbo! Tu corri dalla biondina e dalle un abbraccio da parte mia! Sono così contenta per voi tesoro! Era ora!- 

-Grazie mamma!- mi lascio abbracciare per poi correre sù per le scale per andarmi a cambiare.

Apro l' armadio infilandomi le prime cose che trovo.
Recupero borsa e telefono per poi correre di nuovo al piano inferiore.
Sento urlare distintamente mia madre al telefono un "Edoardooo finalmente Erica si leva dalle palleeeee!", prima di chiudermi il portone di casa alle spalle.
Sono i soliti stronzi.

Monto dentro la Opel Corsa di mia madre e metto in moto lasciando il vialetto.
Eleonora dovrebbe essere ancora in ufficio.
Non vedo l'ora di vederla.
E' completamente fuori di testa.

Dieci minuti dopo sono già nel parcheggio sotterraneo della "Santoro Assicurazioni".
Sì, i Santoro mi hanno riservato un parcheggio personale.
Mi sento una principessa.
Sorrido soddisfatta di quel pensiero mentre m' infilo dentro l' ascensore.
Premo il pulsante dell' ultimo piano e resto in attesa.
Sento il cuore che potrebbe esplodermi dal petto da un momento all' altro.

-Ciao Rachele!- saluto la segretaria di quel piano -Eleonora?-

-E' nel suo ufficio! Vai pure, è da sola!-

-Grazie!-

Quasi corro per il corridoio.
Gli altri dipendenti ormai non fanno neanche più caso a me.
Sanno perfettamente che sono la ragazza della figlia del loro capo.
E poi qui mi amano tutti.

Spalanco la porta dell' ufficio di Eleonora senza bussare come mio solito.
La chiudo con un tonfo avvicinandomi alla sua scrivanina.
La vedo alzarsi lentamente guardandomi con titubanza.
Le corro incontro gettandole le braccia al collo.

-Sì!-

-Sì cosa?- chiede confusa.

-Sì che vengo a vivere con te!-

Inizia a ridere contenta alzandomi di peso e facendomi volteggiare in aria.
Raramente l' ho vista così felice in questi ultimi anni.
La sua risata mi fa bene al cuore.
Vorrei sentirla ridere più spesso.

-Dici davvero?- domanda, poi, facendomi toccare terra di nuovo -sei sicura?-

-Certo che sono sicura- annuisco -con te mi sento sempre nel posto giusto-

-Dio quanto ti amo!- esclama, prima di tuffarsi sulle mie labbra.

Il bacio si fa sempre più passionale.
Mi spinge contro la scrivania immobilizzandomi con il suo corpo.
Mi esce un sospiro quando scende a baciarmi il collo.

-Hai chiuso la porta a chiave?-

-Come sempre-

-Brava- soffia, sbottonandomi i pantaloni e facendoli scendere insieme all' intimo -e adesso cerca di non farti sentire- mormora, scendendomi a baciare il ventre e poi sempre più giù.

-Ok, ma i cento euro che devo ad Alessandro per la scommessa che mi hai fatto perdere, glieli dai tu!-




                                                                                                                           **********



-Mio Dio, questa camera è davvero enorme! C'è pure il salotto a parte! E il bagno è immenso!- esce da quest' ultimo avvolta solo da un accappatoio.

-Perché è una suite, Erica- sorrido divertita, vedendola saltellare di qua e di là.

-Amo i tuoi soldi- mormora, strappandomi una risata.

-E dove sono finite le tue parole "non sto insieme a te per i tuoi soldi"?-

-Ehi!- trilla, indignata -io non sto con te per i tuoi soldi!- ribatte -ma per il tuo bellissimo corpo-

-Ah ecco- scoppio a ridere di nuovo -ora sì che va meglio-

Recupero gli indumenti che uso per dormire dal borsone sul letto e mi fiondo in bagno.
Ho proprio bisogno di una bella doccia fresca.
Spero che nel frattempo Erica non svuoti tutto il minibar.
Ancora non ho capito dove mette tutte le schifezze che mangia.

Mi lascio cullare dal getto d' acqua leggermente freddo per altri diversi minuti.
Alla fine esco, avvolgendomi in un asciugamano.
Mi asciugo per bene prima di vestirmi.
Imprigiono i capelli in un altro asciugamano e poi esco dal bagno.

Trovo Erica sul letto intenta a fare zapping  e a ingozzarsi di patatine.
Scuoto la testa divertita, raggiungendola poco dopo.
Si fionda tra le mie braccia appena prendo posto sul materasso.

-Amore che ne dici se facciamo un' uscita a quattro domani sera quando torniamo? Intendo con Francesca e Alessia-

-Va bene- acconsento -le senti tu? Io non vedo Francesca da ieri mattina-

-E dove è?-

-So che quella mattina è andata a parlare con i miei genitori, altrimenti col cavolo che mi avrebbero detto tutte quelle cose- abbozzo un sorriso -e poi credo che abbia raggiunto Alessia. L' altra sera ha dormito da noi-

-Davvero?- domanda, sorpresa -Alessia non mi ha detto nulla! Quella stronza!- soffia -adesso le scrivo!- recupera il telefono dal comodino -ora mi sente!-

-Amore, lo sai che non sono affari tuoi vero?-

-Lei è la mia migliore amica! Quindi sì che sono affari miei! Mi deve dire tutto!- ribatte, picchiettando velocemente i pollici sullo schermo.

-Va bene va bene- mi arrendo -ma tra un insulto e un altro, chiedile per domani sera-

-Sìsì, tranquilla-

Sono felice che Erica si sia riavvicinata ad Alessia.
So quanto le è mancata in questi ultimi anni.
Ricordo come stava quando smise di farsi sentire.
E mi sento ancora un po' in colpa per questo.

Insomma, se io non ce l' avessi avuta a morte con lei, forse non sarebbe sparita dalla vita di Erica.
Forse sarebbero rimaste in contatto.
Forse le cose sarebbero potute andare diversamente.

-Mi ha risposto!- esclama, all' improvviso, riscuotendomi dai miei pensieri -dice che per loro va bene!- trilla, contenta -e che la devo smettere di chiederle se abbiano finalmente scopato-

-Sei la solita!- rido divertita del suo broncio -lo sai quanto si imbarazza per queste cose!-

-Appunto per questo è divertente!- ribatte, ovvia -comunque, propongono il giapponese-

-A patto che ci sia pure il cinese!-

-Ovviamente- alza un sopracciglio -sia mai che la signorina Santoro mangi del pesce crudo che non sia di ottima qualità-

-Leggo una nota di sarcasmo nelle tue parole- 

-Perché c'è, infatti!- soffia -sei una viziatella del cazzo!-

-Come mi hai chiamato?- mi sporgo verso di lei, sogghignando quando la vedo indietreggiare sul letto -ripetilo se ne hai il coraggio!-

-Viziatella!- mi fa una linguaccia, cercando di scappare.

L' agguanto al volo per un braccio, tirandola verso di me.
La imprigiono tra le braccia.
La guardo un secondo negli occhi prima di morderle una guancia.
Si lascia scappare un urletto.

-Non vale!- si lamenta -sei una stronza!-

-E tu sei bellissima!- mormoro, prima di baciarla.




-Eleonora- 

Erica mi urla dietro seguendomi in camera.
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
So già cosa sta per dirmi.

-Una cosa ti avevo chiesto! Una!- tuona, sbattendo la porta dietro di sé -di far parlare me! Di comportarti bene!-

-Beh, vaffanculo!- ribatto, passandomi una mano tra i capelli -è solo una stronza del cazzo-

-Stai parlando della mia migliore amica!- mi viene incontro, puntellandomi l' indice sul petto -bada a come parli!-

-Si dia il caso che la tua migliore amica, abbia tradito la mia!- soffio, facendole abbassare il braccio -cosa pretendevi, eh? Che sorridessi e facessi finta di niente? Col cazzo!-

-Ah certo, scusa! Dimenticavo che si stava parlando di te e Francesca e che quindi quello che penso io non conta un cazzo!-

-Ora che stai blaterando?-

-Che è sempre così! Quando si  stratta di lei a me neanche mi calcoli! Io vengo sempre dopo!-

-Mi sembra che io sia venuta qui con te a Milano!-

-Ma ti avevo chiesto di non attaccarla!- quasi urla, allontanandosi di un passo -ero venuta qui per sapere la sua versione! E ti avevo chiesto di appoggiarmi! Invese sei partita in quarta!-

-Scusa tanto se non sono riuscita a credere alle sue lacrime da coccodrillo! Lei si porta a letto un' altra ed è lei che piange? Ma fammi il piacere!-

-Dio, sei insopportabile quando fai così!- sbotta, dandomi le spalle.

Ringhio frustrata dirigendomi al mini bar.
Lo apro trovandovi solo una bottiglietta di vodka.
Perfetto.
Pure sto albergo fa cagare.

Quando Erica mi ha chiesto di accompagnarla a Milano non pensavo andasse così.
Credevo che sarei rimasta ad aspettarla in albergo.
Invece mi ha praticamente implorato di seguirla da Alessia.
Non voleva andarci da sola.
Io però non volevo proprio venire.

Sono passati due mesi da quando Alessia ha detto a Francesca di essere andata a letto con Stella.
Dopo quella sera lei è sparita.
Ha solamente mandato un messaggio a Erica dove le diceva che le dispiaceva.
Che non voleva rovinare tutto e che sarebbe ripartita per Milano il giorno dopo.
Da allora ha ignorato la maggior parte dei messaggi e chiamate della mia ragazza.
Così quest' ultima ha deciso che era opportuno venire qui da lei.
Opportuno per un cazzo!

Le avevo detto che sarei stata zitta, ma come potevo?
Francesca è a pezzi, di nuovo!
Ed è solamente colpa sua.
Quindi, quando è scoppiata a paingere non ci ho visto più.
Le ho detto che è solo una bimbetta immatura di merda.
E altre cose.
Parecchie altre cose.

-Dove vai?- chiedo a Erica quando la vedo recuperare borsa e chiavi.

-A cercare di rimediare al casino che hai fatto- sibila a denti stretti -tu rimani qui e vedi di non fare altri danni-

-Ah, di sicuro lì non ci torno-

-Sei così....aaaah!- libera un ringhio, prima di uscire dalla stanza.

Col cazzo che rimango in camera dove non c'è manco dell' alcool decente.
Neppure un cazzo di televisore!
Le avevo detto di lasciar fare a me per l' albergo.
Sbuffo, recuperando portafoglio e tessera magnetica prima di scendere al bar.

Prendo posto al bancone su uno sgabello.
Due posti più in là vi è solo una persona.
Una donna.
Una bella donna, tra l' altro.

Lunghi capelli castani.
Un corpo sinuoso nascosto da un tailleur.
Degli stivali neri ai piedi.
Accanto a lei una 24ore.
Deve essere una donna d' affari.
Ne vedo molte vestite così che lavorano per mio padre.
Davvero affascinante.

-Una vodka con poco ghiaccio, per favore- dico al barista che finalmente si è degnato di considerarmi.

Lo ringrazio con un cenno del capo quando mi porge la bevuta.
Inizio a sorseggiarla accompagnandola con qualche nocciolina che rubo dalla ciotola di fronte.
Almeno una piccola gioia in questa giornata di merda.

So di aver deluso Erica.
So di essermi comportata male.
Ma cosa pretendeva?

Ho passato la mattinata a lavoro.
I miei mi stanno insegnando il mestiere e oggi è stato davvero sfiancante.
Dopo di ché ho guidato fino a Milano solo per lei.
Avrei sicuramente preferito rilassarmi a casa.
Invece che in questo alberghetto del cavolo.

-Che ci fa una bella ragazza da sola in questo posto?-

Alzo la testa trovandomi di fronte la donna di prima.
Mi sorride indicandomi il posto di fianco al mio.
Annuisco, permettendole di sedersi.

-Cercavo di bermi qualcosa di decente- rispondo -ma evidentemente era una richiesta troppo esigente-

-Capisco- annuisce, complice -comunque io sono Stefania-

-Eleonora- stringo la mano che aveva prontamente allungato -lei che ci fa qui?-

-Ti prego dammi del tu! Non credo di avere tutti questi anni in più di te- ride divertita -comunque, sono qui per lavoro-

-Che lavoro fai?-

-Sono la manager di marketing della mia azienda- dice, allungandomi un biglietto da visita -tu fai l' università?-

-Oddio no- mi affretto a rispondere, allungando le mani avanti -lavoro nella società di famiglia. La "Santoro Assicurazioni"-

-Oh mio Dio!- esclama, sopresa -tu sei imparentata con i Santoro?-

-Sì, sono la figlia-

-Questa si che è bella- sorride maliziosa -non sapevo che avessero una figlia così bella-

Ho capito perfettamente dove vuole andare a parare.
E sinceramente se non fossi impegnata ci farei pure un pensierino.
Ma non è così.
Menomale che una volta credevdo di essere etero al cento per cento.
Beata ingenuità.

Sto per dirle che tutto quello che ha in mente non m' interessa, ma non è ho il tempo.
Erica viene verso di noi come una furia.
Mi strappa un bacio poco casto, guardando poi Stefania con sfida.

-Oh, ok, ho capito!- dice, quest' ultima, alzando i palmi delle mani nella nostra direzione -è un peccato però- mi dedica un occhiolino prima di defilarsi.

-Erica..-

-Non ci posso credere!- sbotta, interrompendomi -abbiamo una discussione e tu vieni qui a rimorchiare una stronzetta da quattro soldi? Non sono stata via neanche un' ora!-

-Veramente ero venuta qui per bermi qualcosa e poi lei si è avvicinata- mi difendo -e stavo giusto per dirle che non m' interessava, ma tu mi hai anticipato-

-Tsé- sbuffa, richiamando l' attenzione del cameriere per ordinare un Negroni.

-Davvero, Erica? Un Negroni?-

-Fatti i cazzi tuoi- soffia, senza guardarmi -è stata una brutta giornata-

Mi limito a riportare l' attenzione alla mia vodka.
Con la coda dell' occhio la vedo dimezzare il suo cocktail in un solo sorso.
Cosa che mi fa preoccupare parecchio.

-Come è andata?- le chiedo, titubante -ho fatto un gran casino, vero?-

-No- scuote la testa guardando davanti a sé -non sei tu ad aver fatto un gran casino- sospira -la cosa con Stella è già praticamente finita. Non ha mai provato niente per lei. Non so perché ci sia andata a letto e penso che non lo sappia nemmeno lei e questo mi fa incazzare ancora di più-

-Incazzare?-

-Credi che importi solo a te di Francesca?- domanda, voltandosi finalmente verso di me -il fatto che sia stata la mia migliore amica a ferirla, mi uccide! Mi fa sentire in colpa!-

-Ma non è colpa tua, Amore- allungo una mano, accarezzandole una guancia.

-Lo so- mormora -ma odio vedere Feffe così- abbassa lo sguardo per un momento -le voglio davvero un gran bene, lo sai vero?-

-Certo che lo so-

-Non volevo dirti quelle cose, prima- confessa -cioè, non così almeno- abbozza un sorriso -ma oggi mi hai fatto davvero arrabbiare-

-Lo so- sospiro -mi dispiace-

-Alessia dice che ha bisogno di staccare da tutti noi per un po'- vedo una lacrima rigarle il volto -ho paura di perderla-

-Oh, Erica- mi sporgo in avanti abbracciandola stretta -mi dispiace! E' tutta colpa mia! Se vuoi vado subito a parlarle! Io..-

-No- si stacca, asciugandosi il volto -andiamo solamente a letto-

Si alza aspettando che io faccia lo stesso.
La seguo fino in camera, chiudendoci la porta alle spalle.
Ci cambiamo in silenzio per poi metterci a letto.
La sento sospirare un paio di volte.
Alla fine mi giro, abbracciandola da dietro.

-Ci sono io con te- le sussurro ad un orecchio -potrai sempre contare su di me. Anche se un giorno ci lasceremo. Quando avrai bisogno, chiamami e io verrò da te-

-Ti Amo, Ele-

-Ti Amo anche io-

-Non dire mai più, però, che ci lasceremo!- soffia, contrariata -o ti prendo a botte-






                                                                                                              **********





Sbadiglio silenziosamente, stropicciandomi gli occhi.
Apro gli occhi sorridendo successivamente.
Amo quando al mattino vedo Eleonora come prima cosa.
Mi era mancato dormire con lei.

Dorme beatamente.
Il viso rilassato a un soffio dal mio.
Un suo braccio a farmi da cuscino e l' altro che ancora mi avvolge il fianco.
Un brivido mi scorre lungo la schiena quando noto che è ancora nuda.
Immagini della sera precedente prendono forma nella mia mente, strappandomi un sorriso.

Ogni volta che facciamo l' amore è come se fosse la prima volta.
Me la ricordo molto bene.
Anche perché come potrei dimenticarla?
Non avevo mai provato niente di simile.

-Ehi- spalanca i suoi due zaffiri sorridendo leggermente -che fai? Mi fissi?-

-Amo guardarti dormire- confesso.

-Lo sai che è abbastanza inquietante, vero?- soffia, stringendomi a sé -mi è mancato svegliarmi con te nel letto- aggiunge poi, lasciandomi un bacio in fronte.

-Anche a me- sorrido contro il suo petto -non costringermi più a buttarti fuori di casa, ti prego!-

-Farò del mio meglio- ride prendendo ad accarezzarmi la schiena nuda -non ho molta voglia di tornare a Firenze, sai?-

-Nemmeno io- alzo la testa incrociando i suoi occhi -ma domani lavoriamo entrambe-

-Che palle- sbuffa come il peggiore dei bambini -quando ti daranno le ferie?-

-Direi da luglio a settembre. Lo sai che l' asilo chiude in quel periodo- 

-Che ne dici se prendessi due settimane ad agosto e andassimo da qualche parte?- propone, speranzosa.

-E dove vorresti andare?- le chiedo, obbligandola  a stendersi sulla schiena così da sovrastarla.

-Stavo pensando che mi piacerebbe visitare Cuba- confessa, baciandomi le labbra -che te ne pare?-

-Mi piacerebbe molto!- trillo, euforica -ma anche la Spagna non mi dispiacerebbe-

-Decidi tu, va bene? Io penso poi a prenotare!-

-Dio mio- soffio, rubandole un bacio -sei perfetta-

-No- scuote la testa -tu lo sei-

Mi lascio baciare.
Lascio che le sue mani mi accarezzino ovunque.
Le lascio fare di me ciò che vuole.
Mi lascio amare.
Perché so per certo che nessuno mi amerà mai quanto lei.
E che io non potrei mai amare nessun' altro come amo Eleonora.

Amo tutto di lei.
Ogni sua più piccola sfaccettatura.
Ogni lato del suo carattere.
Anche quello più buio.
Non le cambierei neanche un neo.

La nostra storia non è mai stata facile.
Eleonora non è una persona facile da comprendere.
Ma riesce a donarti tutta se stessa se le dimostri di potersi fidare.
E noi in questi ultimi cinque anni abbiamo fatto davvero dei progressi enormi.

Abbiamo imparato a conoscerci.
A sopportarci e supportarci al meglio.
Abbiamo imparato a lasciare i propri spazi all' altra.
O a capire quando non lasciarli.
Non ho mai avuto dubbi che lei fosse quella giusta.
Ricordo ancora il giorno che ho capito di amarla.




-SUSY! HO DETTO CHE CI VOLEVO LA PANNA!-

E' la prima cosa che sento quando metto piede in casa Santoro.
Maria mi ha chiamato implorandomi di passare da loro.
A quanto pare Eleonora oggi è intrattabile.
E spera che io possa farci qualcosa.

Mi dirigo in salotto e vedo sfrecciarmi accanto la povera Susy.
Mi guarda in un un misto di terrore e aspettative che mi lascia spiazzata.
Dai, è davvero così grave?
Va bene che stiamo insieme da pochi mesi, ma non mi sembra così ingestibile.

La trovo stesa sul divano avvolta da un piumone.
Stringe una borsa dell' acqua calda sulla pancia.
Sul tavolo vi è un piatto di biscotti e una tazza con quella che deduco essere della cioccolata calda.

-Ehi- la saluto, avvicinandomi -che hai? Sei malata?-

-No!- Susy appare di nuovo in sala rispondendo per lei -è solo quel periodo del mese e lei ne sta facendo una tragedia come al solito- le lancia un' occhiataccia, prima di spruzzare della panna montana nella sua tazza -contenta principessa?-

-Fottiti- sibila a denti stretti, incrociando le braccia.

La governante alza gli occhi al cielo, lasciandoci sole.
Povera donna.
Ora capisco tutto.

-Sei stata cattiva- le dico, parandomi di fronte a lei.

-E te sei proprio davanti alla tv- 

-Dai fammi posto- la incito a spostarsi in avanti, così da permettermi di sederle dietro per avvolgerla tra le braccia -non ti facevo così femminuccia deboluccia-

-Piantala!- soffia, schiaffeggiandomi una mano -non prendermi in giro-

-D' accordo, d' accordo- alzo le mani a mo' di resa -allora, che stavi guardando?-

-"I Passi Dell' Amore"-

-Oggesssssù!- sospiro -davvero, Ele?-

-Che vuoi? E' bellissimo!- si difende, alzando le spalle -e ora zitta che c'è la scena più bella-

Sinceramente quando Maria mi ha chiamato non mi aspettavo di certo questo.
Non pensavo che avrei mai visto Eleonora in questo stato.
Sogghigno divertita al pensiero di farle un video e mostrarlo a tutti i nostri amici.
Ma sarebbe troppo crudele anche per me, vero?

La mia attenzione viene rapita da un suo singhiozzo strozzato.
Mi sporgo leggermente in avanti per cercare di vederla in volto.
Non ci posso credere.

-Ma che fai, piangi?- 

-Stai zitta- tira su con il naso, recuperando un fazzoletto dal tavolincino.

-Ele..-

-Non capisci?- mugola -lui la vuole sposare anche se sa che lei morirà a breve! Quanto deve amarla?- stille salate continuano a rigarle il volto -quanto deve essere bello un amore così?-

-Sì, ma anche doloroso-

-E quindi non si dovrebbe amare per paura di soffrire? E' come dire di non mangiare la cioccolata per paura di ingrassare!- si volta a guardarmi -se amare fossì semplice, sarebbe alla portata di tutti. Ma non è così. L' amore richiede un impegno continuo, richiede pazienza e forza di volontà. Non è mai facile, ma come puoi fartelo scappare una volta che lo hai trovato?-

Non rispondo.
Mi limito a fissarla in silenzio fino a quando non riporta l' attenzione al film.
Quelle sue parole mi hanno tolto il respiro.
Hanno semplicemente fatto capitolare il mio cuore.
E sono riuscite a dare finalmente un nome a ciò che sento ogni volta che la vedo.

La stringo maggiormente a me, sospirando tra i suoi capelli.
La cullo dolcemente quando scoppia a piangere una volta che la protagonista muore.
Le bacio delicatamente una guancia, quando finalmente si calma.

-Dovrei raccontare a tutti questo tuo lato, Santoro-

-Non ti ci azzardare- soffia, a denti stretti -giuro che potrei ucciderti-

-Scherzavo- scoppio a ridere -tutto questo è solo mio. Tu sei solo mia-






-Amore, hai preso tutto?- mi chiede Eleonora, prima di lasciare la suite.

-Sìsì, andiamo!- entriamo in ascensore tenendoci per mano -dobbiamo passare alla reception a pagare-

-Ci ho già pensato io- m' informa, sorridendo dolcemente.

-Ma Ele!- sbuffo -ti avevo chiesto di fare a metà almeno per questo!-

-Se ti fa sentire meglio puoi pagare la cena stasera-

-Ah, certo! Uguale proprio- mi lamento, mettendo il broncio -sei impossibile!-

Usciamo nell' atrio dell' imponente hotel una volta che l' ascensore si apre.
Salutiamo cordiali i dipendenti all' entrata dicendo loro che lasceremo un' ottima recensione.
Ci dirigiamo poi alla moto, parcheggiata poco lontano.

Eleonora assicura per bene le borse riponendoci poi le nostre cose.
Mi passa il mio casco, recuperando successivamente il suo.
Si para di fronte a me cingendomi la vita con un braccio.

-Allora, andiamo?-

-Sì- annuisco, allunguandomi per lasciarle un bacio a fior di labbra -torniamo a casa-








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ANGOLO AUTRICE:

Sì lo so, sono in mega ritardo e bla bla bla ^^
Che dire?
Settimane impegnative e vari problemi personali.
Ma ehi, questo al momento è il capitolo più lungo che ho scritto, quindi spero che mi perdoniate!

Ora, veniamo a noi!
Come avrete capito il capitolo parla del riavvicinamento di Erica e Eleonora.
Spero che abbiate apprezzato i vari momenti della loro storia.
Personalmente io le adoro.
Ma sono di parte e quindi non vale.

Il prossimo capitolo parlerà esclusivamente di Francesca.
Ci sarà anche Alessia, ovviamente.
Vedremo il "colloquio" che Feffe ha avuto con i suoi genitori e pure con sua sorella.
Eleonora vi ha accennato qualcosa in questo capitolo ;)

Grazie mille a tutti quelli che continuano a seguirmi.
Spero di non avervi deluso.
Aspetto con ansia i vostri pareri!
Per qualsiasi cosa, sapete come contattarmi.
Un abbraccio,

Crige.

  
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