Videogiochi > Mass Effect
Ricorda la storia  |      
Autore: Uptrand    23/11/2018    16 recensioni
Diana ha un piccolo problema, ancora non trova un nome per la propria spada.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vi consiglio di leggere questa storia solo se conoscete già il personaggio di Diana, se così non fosse vi rimando a questo capitolo di una raccolta di OS che ha lei per protagonista: https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3723820
La storia mi è stata ispirata da "Yes, Sir!" di Red_Coat, il pratonista prova per un personaggio un affetto quasi maniacale che lo porta ad annullasi su cui ho da ridire.
Questo mi ha fatto venir voglia di scrivere qualcosa di dissacrante su questo concetto. 
Ringrazio Red_Coat che mi ha dato qualche suggerimento e che si è fatta una risata leggendola. 


« Umana, dove sei? Diana Weaver fatti vedere se hai coraggio? » gridò l'asari aprendo di botto la  porta della sala interna del tempio dell'ordine monastico combattente delle Justicar. 
Figure enormemente rispettate nella società asari, dedite a proteggere i deboli e a far trionfare la giustizia. 
La nuova venuta era membro di tale ordine come suggeriva la corazza che indossava, su cui erano impressi i simboli dell'ordine.
L'umana, Diana, non si stava nascondendo ma era sdraiata a terra all'altra estremità della sala. Indossava una semplice tuta, del genere usato sotto le armature per una maggior comodità. 
Fissava, tenendola ben in alto davanti a se con le braccia tese, la spada che Isabella aveva regalato a ognuno di loro. Ancora non le aveva trovato un nome, cosa che invece avevano fatto le sue sorelle. 
Stavo riflettendo su quello quando l'asari entrò sbraitando. 
« Che vuoi? Non rompere! » rispose seccata Diana, girandosi appena verso di lei. 
« Almeno non ti nascondi! Hai osato umiliare mia sorella maggiore, una justicar della gerarchia interna, designata a rivestire i ruoli più importanti del nostro ordine. »
« Chi? Quella scema che si presentata qui otto giorni fa dicendo che un'umana non può frequentare un tempio justicar? »
Fu puro odio quello che le rivolse l'asari guardandola « Come osi...mia sorella ha dedicato tutta se stessa alla causa delle Justicar, è l'esempio perfetto di una combattente di questo sacro ordine. Quando l'hai affrontata tutti hanno riso di lei. » 
A Diana si gonfiarono le guance mentre tratteneva una risata, senza sforzarsi troppo di nascondere la cosa. Si erano affrontate proprio in quella sala. 
« Si, è proprio lei! Sono proprio riuscita a farle fare una figura di merda! » dichiarò allegra, ridendo apertamente. 
Non per un istante Diana aveva preso quel combattimento sul serio, per tutto il tempo non aveva fatto altro che schivare e farsi inseguire senza smettere un secondo di parlare. 
Rivolgendo alla sua rivale ogni sorta di battuta, critica e canzonatura che le veniva in mente. 
Due ore dopo l'asari, di cui solo adesso si rendeva conto di non conoscere nemmeno il nome, crollava esausta e inferocita. 
Le battute della ragazza avevano infine fatto presa, riuscendo ad esasperarla nel senso più vero del termine. Ma cosa peggiore risero per tutto il tempo anche chi assisteva. 
Più ridevano, maggiormente Diana cercava di esaltare le loro risate. 
La nuova venuta, e presunta sorella minore di quella precedente, scaricò un violento pugno verso la ragazza a quelle parole. 
Era cresciuta idolatrando la sorella, rapportandosi con lei quasi in modo reverenziale e morboso. 
Nessuno poteva mancarle di rispetto. 
Diana evitò il pugno senza problemi, dandosi una spinta con un colpo di reni eseguì una verticale che terminò con un calcio in faccia all'asari. 
Tramortita cadde svenuta a terra. La prese per il collo della corazza e aiutandosi con i propri poteri biotici la trascinò fino a buttarla fuori di peso dalla porta. Chiudendo violentemente quest'ultima. 
Corse quindi a riprendersi la spada abbandonata a terra. 
« Mi è sembrato di sentire un trambusto. » dichiarò Samara entrando da una porte che collegava alle parti restanti del tempio. L'asari justicar, amica e compagna dell'eroe della galassia che le faceva da maestra nell'uso dei poteri biotici.
Essendo un biotico col 19 i poteri della ragazza erano enormi, se usati in maniera avventata poteva mettere in pericolo gli altri e se stessa. 
Samara era riuscita ad avere la meglio su di lei, in uno scontro d'allenamento, sfruttando le debolezze e il carattere impulsivo della ragazza. Al termine del quale si offrì di addestrarla, perché l'unica cosa che mancava a Diana era la disciplina. 
« Niente, solo una justicar esagitata. » 
Frase che fece assumere uno sguardo preoccupato a Samara, nonostante la sua famosa impassibilità.
« Diana, a volte mi sembri la dea Hetha in persona. » mormorò al fine del resoconto, mentre un paio di novizie dell'ordine portavano la consorella justicar in infermeria. 
« Hetha? » chiese lei incuriosita
« Per le mie antenate era la dea delle cose impreviste ed era famosa per amare gli scherzi, la pregavano per evitare che il destino facessero a loro dei brutti scherzi in vita. » 
« Mi piace ed è divertente, userò questo nome. »
« Per cosa? »
« Per la mia spada, si chiamerà Hetha. »
Quello che fece Samara fu invece prendere lei per un orecchio « Adesso seguimi, sarà meglio che chiedi scusa quanto prima. » 
« Ma non ho fatto niente! » 
« Hai buttato una justicar svenuta fuori dal tempio, l'ordine ci impone di aiutare i bisognosi. »
A quello Diana non poté ribattere, a malavoglia venne trascinata via. 
   
 
Leggi le 16 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Uptrand