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Autore: Old Fashioned    23/11/2018    17 recensioni
In un laboratorio sotterraneo vengono portati avanti esperimenti su un antico manoscritto tibetano che secondo la leggenda dovrebbe avere la funzione di "estrema difesa" per chi lo possiede. Cosa significhi questa espressione non è noto, così come ormai è sconosciuta la tecnica di canto armonico necessaria per recitarlo nella sua completezza.
Un nuovo e sofisticatissimo programma di campionatura del suono, Marsia 2.1, rende finalmente possibile una fedele riproduzione del canto, ma gli effetti dell'invocazione sono decisamente inaspettati.
Prima classificata al contest "Bionica Mente" indetto da Molang sul forum di EFP, a pari merito con "Card speak for themselves", di LyaStark.
Prima classificata al contest "Specchi, ombre e presagi: il Doppelgänger" indetto da Shilyss sul forum di EFP, a pari merito con "Il bianco è un colore crudele", di Myrose.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Cari lettori,
siamo alla fine del mappazzone, spero che abiate apprezzato la vicenda. Ringrazio come sempre tantissimo chi mi ha seguito, chi mi ha messo in qualche lista e chi è stato così gentile da lasciarmi un commento.
Grazie a tutti, sono i lettori che fanno vivere le storie, non gli scrittori.








Capitolo 3

Perché trenta minuti?” chiese Lyles, guardandosi intorno con aria quasi offesa. La sua espressione era quella di chi è rimasto vittima di uno scherzo di pessimo gusto. “Anche se avessimo a disposizione dieci ore, come accidenti facciamo a uscire di qui, con quegli affari ancora in giro?”
Il sergente scosse la testa e rispose: “Una falla nel contenimento significa che non esce più nessuno. Qualsiasi cosa sia qui dentro – noi inclusi – è considerata a potenziale rischio biologico.”
Cioè, mi faccia capire,” ringhiò Lyles, “questi ci vogliono friggere come calamari?”
È così.”
E noi non possiamo far sapere a quelli che stanno là fuori che non c'è nessuna cazzo di contaminazione biologica? Che abbiamo solo delle stronze bestie invisibili che ci stanno aprendo il culo?”
Nessuno rispose.
Eh? Non possiamo comunicarlo a qualcuno? Dobbiamo stare qui a farci arrostire le palle come degli stronzi?”
Westbrook gli mise una mano sulla spalla, ma lui si svincolò bruscamente e ringhiò: “Fanculo!”
A quel punto intervenne il sergente: “Ora basta, soldato.”
Beau si voltò verso di lui con lo sguardo di un toro che sta decidendo se caricare o no, ma il graduato proseguì: “Abbiamo mezz'ora, vediamo di non sprecarla in stronzate.”
Lyles emise il fiato che aveva trattenuto, poi fra i denti rispose: “Sissignore.”
Ewing annuì, quindi disse: “Problema numero uno: individuare una via d’uscita. Problema numero due: raccogliere i superstiti...”
Lyles lo interruppe: “Problema numero tre, anzi, numero zero virgola cinque, visto che viene prima di tutti gli altri: se non troviamo il modo di scrollarci di dosso quegli affari, possiamo pure risparmiarci di pensare a come risolvere gli altri due.”
Nonostante il suono ritmico dell’allarme rosso, si udirono in lontananza il rumore di qualcosa di metallico che cadeva e un urlo d’agonia. Seguì qualche raffica di mitra, poi un altro urlo.
Merda,” ringhiò qualcuno fra i denti.
Il ferito gemette tentando di muoversi, il suo compagno gli disse qualcosa a basa voce e controllò la fasciatura di fortuna che gli aveva applicato, già rossa di sangue.
Il sergente si voltò a fissare i due, quindi si rivolse a quello illeso e indicando l’altro chiese: “Che cos’ha?”
Per tutta risposta, egli con voce dura replicò: “Non lo lascio qui.”
Non dire stronzate, soldato, nel mio plotone nessuno viene lasciato indietro.” Detto questo, il sergente si chinò sul ferito e lo esaminò. Una ruga gli comparve tra le sopracciglia aggrottate, poi rialzò la testa con un gesto brusco e disse: “Ora troviamo il modo di uscire di qui.”
Intervenne il nerd in camice bianco: “Tutti gli accessi sono sigillati, la procedura di sicurezza non può essere fermata.”
Ma che bella notizia,” commentò il sottufficiale in tono sardonico.
L’altro si strinse nelle spalle e rispose: “Qui vengono messe a punto armi biologiche per cui non esistono antidoti, una fuga di materiale contaminato potrebbe creare un’epidemia impossibile da contenere.”
Beh, mi dispiace per le sue armi biologiche, dottore, ma io ho intenzione di portare i miei ragazzi fuori di qui.”
Non creda che io invece abbia voglia di stare qui ad aspettare una dose letale di raggi gamma,” fu l’asciutta replica. Lo scienziato fece poi una breve pausa, durante la quale gettò un’occhiata alla porta scardinata e al corridoio scuro che da essa si dipartiva, quindi proseguì: “Credo di aver capito perché quelle cose non entrano qui dentro: evidentemente si orientano seguendo l’energia bioelettrica degli esseri viventi.”
Il sergente lo fissò dubbioso. “E quindi?”
È semplice: il campo elettrico dei generatori copre il nostro. Non riescono a vederci.”
In quel momento, il quadro di una delle enormi apparecchiature si fece buio. Pochi secondi dopo, altri si oscurarono in successione.
Ewing fissò i macchinari come se fossero stati belve pronte ad assalirlo. “E adesso che cazzo succede?” ringhiò.
Intervenne Fisher: “Il sistema li spegne, tanto non servono più.”
Quindi tra un po' rimaniamo al buio e senza copertura?”
Tra quindici minuti saranno operativi solo i generatori d'emergenza.”
Il sergente annuì brusco, quindi disse: “Beh, allora non c'è tempo da perdere. Lyles e Westbrook, alla sala monitor. Controllate se ci sono superstiti e nel caso mandate un comunicato per raccoglierli al livello 1. Jones e Murphy, voi venite con me. So che nell'armeria del livello 3 c'è dell'esplosivo ad alto potenziale. Dottore, lei...”
Che cosa vuole fare con l'esplosivo?” s'intromise il tecnico.
Facciamo saltare una delle porte.”
Fisher scosse la testa. “Tutta la base è chiusa in un bunker di cemento armato, le pareti sono spesse un metro come minimo. Le porte sono blindate come quelle del caveau di Fort Knox.”
Il sottufficiale annuì brusco. “Altre uscite?”
Di nuovo, il tecnico scosse la testa. Dal corridoio provenne qualcosa che sembrava un ruggito, poi si udì un tramestio metallico. Un elmetto con il sottogola strappato arrivò rotolando e si fermò contro uno dei generatori.
Ci fu un muto scambio di occhiate, poi Fisher disse: “Si potrebbe provare con il tunnel.”
Che tunnel?”
Giù, al decimo livello. È una galleria che porta all'esterno.”
E quella non è blindata?”
Un mio collega che lavora giù alle turbine dice...” si interruppe, lo sguardo gli cadde sull'elmetto che era rotolato dentro. “...diceva che c'è modo di sbloccarla. Diceva che chi aveva progettato la base aveva lasciato una via d'uscita per il comandante e il suo staff.”
Ewing lo fissò dubbioso. “Ed è vero?”
Fisher si strinse nelle spalle. “George non era tipo da raccontare bugie.”
Seguirono alcuni secondi di silenzio, rotti solo da un lieve gemito del ferito. La sirena continuava a mandare i suoi segnali intermittenti, le luci rosse e gialle dei lampeggianti d'emergenza spazzavano le pareti.
Scendiamo,” disse il sergente.
Ci fu un altro giro di occhiate. Alla fine, Murphy della squadra Delta diede voce al pensiero di tutti: “E quei cosi?”
Ewing guardò l'orologio, sul quale le cifre stavano calando a una velocità vertiginosa, quindi rispose: “Dobbiamo tentare. Ascensori e montacarichi non sono più operativi, quindi sarà necessario usare le scale.”
Nessuno si mosse.
C'è una scala di servizio,” propose il tecnico. “Sarà al buio, ma con le torce si può scendere.” Si diresse verso un armadietto di metallo, lo aprì e controllò il contenuto. “Qui ce ne sono tre,” annunciò.
Il giovanotto in camice lo raggiunse e guardò a sua volta nel mobile. Tirò fuori un paio di strumenti che sembravano telefoni cellulari di tipo antiquato, con una sfera arancione grossa come una palla da tennis fissata sopra.
Rilevatori di campi elettromagnetici,” disse, in risposta alla muta occhiata del sottufficiale. Ne accese uno, che si illuminò ed emise un bip, quindi proseguì: “Nel corso degli esperimenti, determinate manifestazioni erano sempre accompagnate da alterazioni del campo elettromagnetico.”
Significa che quegli aggeggi rilevano la presenza dei mostri?” chiese Lyles dubbioso.
Teoricamente sì.”
E in pratica?”

§

E in pratica, vaffanculo,” brontolò Lyles, tenendo lo strumento davanti a sé come la bacchetta di un rabdomante.
Sta' un po' zitto, Beau.”
Fanculo.”
Il display mostrava solo minime variazioni quando passavano accanto alle luci intermittenti.
I due continuarono a camminare cauti lungo il corridoio. Il pavimento era ingombro di detriti, il rivestimento delle pareti era stato strappato come vecchia carta da parati e lasciava vedere il cemento sottostante, intaccato da solchi paralleli a quattro a quattro, come lasciati da enormi artigli. Un cavo dell'alta tensione tranciato dondolava sputacchiando scintille.
Scavalcarono con cura un mucchio scuro al centro di una pozza di sangue.
Ne mancava metà,” borbottò Lyles.
Ti ho detto di tenere chiuso il becco.”
Se lo sono mangiato.”
Vuoi fare la stessa fine?”
Col cazzo.”
E allora sta zitto.”
Proseguirono. A parte il suono martellante dell’allarme, non si udivano altri rumori. Ovunque c'era sangue, ma corpi non se ne vedevano.
Muoviamoci,” sussurrò Chet, ma in quel momento il rilevatore ebbe un guizzo. I due si immobilizzarono e si scambiarono uno sguardo preoccupato mentre le cifre sul display aumentavano con velocità vertiginosa. Arretrarono in silenzio, trattenendo persino il respiro.
Beau fece scivolare il dito sul grilletto dell’M-4, l’altro scosse la testa con espressione inorridita.
In fondo al corridoio, l’aria sembrava tremolare come per l’effetto del calore. Un cavo pendente oscillò, le scintille rimbalzarono su qualcosa che però non si vedeva.
Passò un tempo che ai due parve eterno, poi le cifre ripresero a calare e in breve la luminosità del display si smorzò, segno che lo strumento era tornato in fase di quiete.
Chet si passò sul viso una mano tremante e la ritrasse fradicia di sudore. “Andiamo,” sussurrò.
Raggiunsero dopo poco la stanza dei monitor. Lo strumento guizzò quando vi entrarono, di nuovo le cifre sul display ebbero un’impennata. Beau si fece indietro imbracciando il mitra, ma non successe nulla.
Gli schermi,” sussurrò Westbrook dopo un po’. A riprova della sua intuizione, avvicinò il rilevatore a uno dei monitor ed esso ebbe un guizzo.
Beau emise il fiato in un lungo sospiro. “Me la sono quasi fatta sotto,” mormorò, “pensavo che ce ne fosse uno nascosto qui dentro.”
Muoviamoci,” disse Chet per tutta risposta.
Pressoché ogni telecamera, sia al loro livello che in tutti gli altri, mostrava le stesse scene di distruzione.
Ma quanti cazzo sono questi affari?” disse Beau fra i denti, muovendo il joystick per spostare il controllo da una telecamera all’altra.
A un tratto si immobilizzò: il monitor che stava fissando aveva cominciato a sfarfallare. Tra le righe di disturbo si videro i mobili finire in pezzi, una porta aprirsi come per effetto di un colpo di vento e un pacco di carte turbinare lontano. Comparve una donna che correva, qualcosa la afferrò, la sollevò di peso e la mandò a sbattere contro un muro.
È qui al blocco A,” disse Chet in tono cupo, “riconosco le decorazioni sul muro.”
La donna frattanto parve esplodere a mezz’aria. Uno schizzo di sangue colpì la telecamera oscurandola.
Merda,” mormorò Beau.
Cazzo, guarda!” esclamò Chet.
Un altro monitor si era appena coperto di righe.
È quello del corridoio principale,” disse Lyles.
I segnali di disturbo passarono al monitor successivo.
I due si guardarono sgomenti. Sottovoce, Westbrook disse: “È quell’affare. Fa impazzire le telecamere.”
Sta venendo verso di noi.”
Simultaneamente, i due arretrarono verso gli schermi e vi si appiattirono contro. Beau, il cuore in gola, rivoli di sudore ghiacciato che gli scorrevano giù per la schiena, si trovò a scrutare angosciato nel buio del corridoio, a tendere l’orecchio nella vana ricerca di un rumore che gli facesse capire dov’era quell’essere, se poi di un essere si trattava. Strinse la presa sull’M-4 con tale forza che le nocche sbiancarono.
Qualcosa mosse l’aria, il monitor più vicino alla porta si coprì di una ragnatela di schegge. Uno sgabello fu scaraventato dall’altra parte della stanza e si fracassò contro il muro con un rumore assordante. Chet urlò mentre qualcosa lo afferrava.
D’istinto, Beau premette il grilletto. “Figlio di puttana!” sbraitò, “Bastardo!”
Dopo i primi colpi, qualcosa lo investì facendolo finire a terra. L’M-4 gli venne strappato di mano, si torse nell’aria e si piegò come un coltello a serramanico. Il soldato rotolò da una parte, afferrò quel che rimaneva dello sgabello e lo lanciò dove il fumo degli spari sembrava delineare una vaga figura. Di nuovo fu colpito, sentì in bocca il sapore del sangue, crollò a terra con farfalle bianche che gli danzavano davanti agli occhi. “Chet!” urlò.
Gli rispose un lamento inarticolato.
Saltò in piedi, scrollò la testa come per recuperare lucidità. Si guardò intorno alla ricerca di un’arma e gli capitò sott’occhio l’armadietto delle dotazioni anti-terrorismo. Ne spaccò il vetro con un pugno, estrasse un taser e lo puntò verso quella che sembrava solo aria.
La scarica elettrica illuminò a giorno per un istante la saletta, e in quella luce violacea al soldato parve di vedere un’enorme testa con tre occhi, nera e cornuta.
Poi tutto si fece buio.

Beauregard! Beauregard, rispondimi!”
Lyles sbatté gli occhi e intravide una sagoma china su di lui. “Cosa…?” balbettò.
Beau!”
Che cazzo...”
Dobbiamo andarcene, ce la fai ad alzarti?”
Non lo so.” Lyles provò a muoversi, ma subito ricadde con la sensazione di avere una sbarra incandescente piantata nel torace. Tossì un paio di volte e fitte di dolore gli fecero venire la pelle d’oca. “Ho paura di no,” mormorò con voce flebile.
Invece sì, ti aiuto io.” Incurante dei suoi lamenti, Chet lo afferrò per un braccio e lo sollevò a sedere. “Tu e la tua mania del cazzo di fare le cose senza pensare,” imprecava frattanto a denti stretti. “Ti cacci sempre nei guai, brutto idiota.”
Preferivi finire spalmato sul muro come un cazzo di paté?” ansimò Lyles.
Stronzo!”
Beau si aggrappò a uno spigolo della console, si tirò faticosamente in piedi e rimase per qualche secondo ad ansimare mentre il dolore minacciava di fargli perdere i sensi.
L’altro lo fissò preoccupato. “Ce la fai?”
Andiamo.”
Si affacciarono sul corridoio.
Quegli affari?” ansimò Beau.
Il rilevatore non dice niente.”
L’allarme continuava a suonare, sembrava che nel frattempo si fosse fatto più concitato, più urgente. “Quanto manca alla frittura delle palle?” chiese Lyles.
Poco.”
Sai sempre come essere incoraggiante. Gli altri?”
Chet tirò fuori da una tasca del giubbotto antiproiettile una radio e la accese. “Bravo 1 a Casa Base. Bravo 1 a Casa Base. Sergente, mi riceve?”
Si udì qualche fruscio elettrostatico, poi dall’altoparlante provenne la voce di Ewing: “Casa base a Bravo 1, avanti.”
Casa Base, ricerca superstiti con esito negativo. Bravo 1 in rientro, un ferito.”
Attenzione medica, Bravo 1?”
Confermo, Casa Base.”
Lyles tossì un paio di volte, quindi disse: “Spegni quell’affare, mi dà ai nervi.” Poi allungò una mano, agguantò l’apparecchio, premette il PTT e ringhiò: “Sergente, ci hanno fatto il culo a strisce, passo e chiudo.” Tossì di nuovo, aggrappandosi ansante alla spalla dell’amico.
Muoviamoci, Beau,” disse Chet, passandogli un braccio intorno alla vita e stringendoselo contro.

Abbiamo tredici minuti,” li accolse il sergente Ewing. “L’attenzione medica dovrà aspettare.”
Westbrook diede un’occhiata intorno: il soldato della squadra Charlie stava sorreggendo il suo compagno ferito, che aveva il volto ormai terreo e una larga striscia di sangue che gli inzuppava tutta la parte destra dell’uniforme; i due della squadra Delta reggevano un gruppo elettrogeno portatile e un altro era in attesa assieme a due taniche di carburante all’inizio della scala.
Muoviamoci,” disse il sottufficiale.
Cominciarono a scendere. La scala era stretta e piuttosto ripida, tanto che alle volte dovevano aggrapparsi ai corrimani per non perdere l’equilibrio. Puntando la torcia verso il basso si vedevano solo strutture di tubi di ferro bianchi e rossi che si perdevano in un abisso nero.
Ma regge quest’affare?” chiese Beau, senza rivolgersi a nessuno in particolare. La domanda si perse nella cacofonia metallica dei passi.
La scala finì. Fisher, che precedeva il gruppo con una tanica di carburante in una mano e la torcia nell’altra, disse: “Siamo al livello 6, questo è il locale generatori, ma ormai saranno tutti spenti. Dobbiamo raggiungere il locale delle pompe d’aerazione, da lì c’è un’altra scala di servizio che arriva fino al livello 8.”
Bene, andiamo. Jones e Murphy, andate a posizionare il gruppo elettrogeno.”
Sissignore,” rispose il primo, quindi attivò il rilevatore di campi elettromagnetici e lo mosse in su e in giù per captare eventuali alterazioni. “Tutto pulito,” disse infine e si allontanò insieme all’altro.
Dovrebbe attirarli,” disse il nerd, sistemandosi gli occhiali con la mano che non reggeva il gruppo elettrogeno. “O perlomeno, dovrebbe confonderli.”
Si udì lo scoppiettio del motore provenire da un corridoio, e pochi secondi dopo il pennello di luce di una torcia spazzò le pareti. “Fatto, sergente,” disse Murphy.
Muoviamoci,” rispose il sottufficiale.
Si rimisero in marcia con tutta la rapidità che la loro situazione consentiva. I due soldati della squadra Delta afferrarono il secondo gruppo elettrogeno, il dottore e il sergente aiutarono a trasportare i feriti.
Non avevano fatto cento metri che il gruppo elettrogeno smise improvvisamente di funzionare. Subito dopo si udì il rumore di qualcosa di pesante che cadeva, o finiva contro qualcosa a forte velocità.
L'hanno attaccato,” considerò il dottore. “Evidentemente il diversivo ha funzionato.” Col dorso della mano che reggeva la torcia tentò di sistemarsi gli occhiali, nel movimento il fascio di luce guizzò sul soffitto e poi tornò a puntarsi in avanti, mostrando una porta che oscillava lentamente sui cardini.
Tutti si immobilizzarono.
Che cazzo è?” ringhiò il sergente, facendosi scivolare giù dalla spalla l’M-4.
Murphy estrasse il rilevatore di campi elettromagnetici e le cifre sul display ebbero un guizzo. “Merda,” mormorò.
Il sergente osservò a sua volta lo strumento, poi disse: “Non va su come quando arriva uno di quegli affari.”
Ma non è nemmeno a zero.”
Il tempo passa,” fece notare Lyles, ancora appoggiato alla spalla di Westbrook.
Nessuno si mosse, sguardi preoccupati guizzarono dall'uno all'altro.
Il display nel frattempo si era attestato su un valore medio. Murphy mosse appena lo strumento, quindi indicò la porta che avevano visto muoversi. “È là dentro,” disse, a voce così bassa che praticamente mosse solo le labbra.
Se fosse uno di quelli, sarebbe già uscito,” fece notare Lyles.
Il dottore intervenne: “Forse non si è accorto di noi.”
A quel punto, lo strumento ebbe un guizzo e dalla porta socchiusa scivolò fuori una forma scura e bassa. Immediatamente, Jones e il sergente Ewing imbracciarono gli M-4 e premettero il grilletto.
L'oggetto fu sbalzato all'indietro dalle raffiche e rotolò via emettendo scintille.
Si udì una voce spaventata: “Non sparate!”
Il dottore puntò la torcia, illuminando i resti di un grosso robot lavapavimenti. Da oltre la porta si affacciò cauto un giovanotto dai lineamenti asiatici che indossava la divisa degli addetti alle pulizie.
Subito Fisher gli si fece incontro. “Lanh! Che ci fai qui?”
Il tizio, giovane, dall'aria un po' svampita, diligentemente rispose: “Scusate tanto, non avevo considerato che i robot partono automaticamente. Non sparate agli altri quando escono, costano un sacco di soldi. Che sta succedendo?”
Facciamo prima a dire quello che non sta succedendo,” intervenne il sergente. “Muovi le chiappe, perché fra dieci minuti qui salta tutto.”
Lanh lo fissò stupefatto. “Salta tutto?” ripeté con l'aria di non capacitarsene.
Ma che cazzo avete nella testa voi tecnici, la merda di coniglio?” intervenne brusco Lyles. “Qui sta succedendo l'inferno e tu perdi tempo a farmi domande idiote? Ma non lo senti l'allarme?”
Credevo che fosse un'esercitazione.”

Ripresero la marcia. Il soldato della squadra Charlie aveva perso i sensi ed era praticamente trascinato a braccia dal suo compagno e dal dottore, Lanh e Fisher trasportavano il gruppo elettrogeno superstite.
Lyles abbandonò la presa sulla spalla di Westbrook e disse: “Ora va meglio.”
Ce la fai?” chiese Chet, fissandolo preoccupato.
Più o meno. Devo avere qualche costola rotta, niente di che. Quando giocavo a football mi riducevo anche peggio.”
Non fare una delle tue solite cazzate.”
Fanculo.”
Fanculo tu, brutto idiota. Poi mi crepi perché magari una costola ti buca un polmone.”
Beau fece una risatina. “Ci rimarresti male, per caso?”
Fanculo.”
Basta, voi due!” intervenne il sergente.
Alla fine del corridoio, Fisher si fermò davanti a una porta e disse: “È qui.” Provò ad abbassare la maniglia, che però non si mosse. “Accidenti,” imprecò. Provò di nuovo, con lo stesso risultato.
Mentre dardeggiavano nel gruppo sguardi preoccupati, si fece avanti Lanh. “Il vantaggio di essere quelli che fanno le pulizie,” disse, tirando fuori dalla tasca una chiave universale.
Fece scattare la serratura.
In quel momento, provenne dal fondo del corridoio un rumore come di vetri infranti e lamiere accartocciate. Una porzione di soffitto si staccò e rovinò al suolo, il rivestimento fu strappato da qualcosa che sollevò scintille come il disco di un flessibile.
Ne arriva uno!” urlò Ewing. “Copertura!”
Tutti saltarono oltre la porta appena aperta mentre il fragore della distruzione si avvicinava con velocità vertiginosa e ovunque schizzavano detriti. Chet spinse dentro Beau, poi si girò per afferrare il soldato privo di sensi, ma sia lui che il suo compagno gli furono strappati dalle mani. Nella penombra tagliata dai fasci delle torce vide un lucido spruzzo di sangue levarsi in aria, poi qualcuno lo afferrò per la collottola e lo tirò indietro.
L'anta si serrò con un tonfo.
Si lanciarono giù per le scale con tutta la velocità che carichi e ferite consentivano e per lunghi secondi non si udirono altro che l'echeggiare dei passi sul metallo e un ansimare sempre più intenso.
Alla fine, Fisher disse: “Siamo al livello 8.”
Ne mancano due, giusto?” chiese il sergente alle sue spalle. Guardò l'orologio e aggiunse: “Abbiamo sei minuti. Accendete il gruppo elettrogeno mentre andiamo, così risparmiamo tempo.”
Lasciarono nel corridoio l'apparecchio scoppiettante, che però continuò a funzionare indisturbato, mentre da lungi cominciava a farsi sentire il consueto rumore di distruzione.
Correte!” urlò il sergente. “Fisher, fa' strada! Corri!”
Si udì un urlo lacerante, qualcosa sbatté contro la parete. Un braccio con tanto di M-4 ancora attaccato alla mano oltrepassò il gruppo in fuga e atterrò con un rumore sordo.
Nessuno si fermi!” ordinò Ewing.
Continuarono a correre pancia a terra. Ai livelli bassi il buio era completo, solo le torce facevano guizzare qualche pennello di luce qua e là, mostrando ovunque scene di distruzione e corpi smembrati. “Sono arrivati dappertutto!” esclamò Lyles.
Alle sue spalle, il dottore disse: “Sanno tutto quello che sappiamo noi.”
Cosa?”
Sono un prodotto della nostra mente e...” La frase si spense in un urlo strozzato.
Le scale principali!” esclamò Fisher, “Al livello 10 ci sono le indicazioni per il tunnel di collegamento!” Rallentò con una mano sul petto.
Westbrook lo afferrò per un braccio. “Muoviti!”
Tunnel di collegamento,” ripeté l'uomo per tutta risposta. “Lo trovi alla fine del corridoio nord. George diceva che da fuori assomiglia a una camera iperbarica. Lo sai com'è fatta una camera iperbarica?”
Più o meno.”
La porta dev'essere bianca, circondata da un nastro adesivo a righe gialle e nere.”
D'accordo, ma adesso muoviamoci,” replicò il soldato. Lo tirò per convincerlo ad aumentare l'andatura e di colpo finì sbilanciato all'indietro con un moncone di braccio tra le mani, mentre il resto del corpo di Fisher si apriva come se qualcosa lo stesse facendo a fette. La testa rotolò da una parte e sbatté contro la parete con un tonfo sordo.
Westbrook distolse gli occhi dalla scena e raggiunse il resto del gruppo.
Entrarono nella sala generatori, buia e silenziosa, serrarono la porta alle loro spalle, ma un istante dopo l'anta volò via come per effetto di una carica di esplosivo. Lanh, che era l'ultimo del gruppo, parve prendere il volo. Finì con un urlo contro la parete, dalla quale scivolò giù lasciandosi dietro una strisciata di sangue.
Lyles imboccò le scale, inciampò, capriolò malamente per tutta la rampa, riuscendo a rimettersi in piedi solo al pianerottolo. Si portò la mano al lato del torace e sputò una boccata di sangue. “Mi sa che porti rogna, Chet,” fece in tempo a dire, prima di scomparire giù per la seconda rampa.
Westbrook gli andò dietro senza ribattere e mentre scendeva il suono dell'allarme divenne una sirena continua che spaccava i timpani. Delle luci rosse si accesero e cominciarono a lampeggiare.
Mancano tre minuti,” disse il sergente.
Ce la possiamo fare,” ansimò Chet, cercando di ignorare il fuoco che ormai gli divampava nel petto. “Dobbiamo solo cercare la porta del tunnel.” Fece una pausa, inalò con fatica una boccata d'aria, quindi soggiunse: “Bianca con il bordo giallo e nero.”
Qualcosa gli piombò sulla spalla ed egli ebbe l'impressione che lame incandescenti gli straziassero la carne. Urlò di dolore mentre rivoli di sangue gli scendevano lungo il braccio.
Immediatamente, Lyles tornò sui suoi passi. “Chet!” esclamò.
Vattene, Beau!”
Col cazzo!” L'altro lo afferrò per il giubbotto antiproiettile e lo tirò indietro. Nel movimento persero l'equilibrio entrambi e cominciarono a rotolare giù per le scale.
Dall'alto provenivano urla agghiaccianti.
Qualcosa di viscido e rossastro cadde giù e atterrò con un tonfo flaccido che ricordava una bistecca gettata sul tagliere. Westbrook deglutì e disse: “Mi sa che siamo rimasti soli.”
Beh, allora diamoci una mossa,” fu la replica di Lyles. “Non voglio essere qui quando questo fottuto posto si trasformerà in una succursale di Chernobyl.” Poi, dopo qualche secondo: “Ti fa male il braccio?”
Almeno è ancora attaccato. E a te le costole?”
Fanculo a loro.”

Illuminato solo dal bagliore intermittente dei fari rossi, il corridoio nord aveva l'aria di essere completamente vuoto. Tutto sembrava intatto, come se le entità lo avessero ignorato.
La porta sulla parete di fondo non assomigliava a quella di una camera iperbarica: era una normalissima porta di collegamento ed era chiusa a chiave.
Merda!” imprecò Lyles col poco fiato rimastogli. Tossì di nuovo, sputò una boccata di qualcosa che nella luce sanguigna parve privo di colore. “Merda!” ripeté. “Il posto è questo, che cazzo facciamo?”
Il suono della sirena cessò all'improvviso. Calò un silenzio raggelante, nel quale si udiva solo qualche lontano sfiato di vapore.
I due si scambiarono uno sguardo. “Tempo scaduto,” disse Westbrook.
Lyles gli rivolse un'occhiata feroce. “Eh no, col cazzo!” replicò. “Io non mi sono sciroppato dieci piani di mostri incazzati per schiattare come un idiota a un metro dall'obiettivo!” Si guardò intorno, individuò un estintore. Lo staccò dal gancio e con quello prese a colpire la porta. “E dammi una mano, no?” ringhiò dopo un po'.
Che cazzo faccio, canto uno spiritual per darti il ritmo?”
Il pavimento vibrò come per una scossa di terremoto, i neon del soffitto tintinnarono.
Merda!” imprecò Lyles. Colpì la maniglia della porta, che finalmente cedette.
Al di là c'era una stanzetta vuota, che sulla parete di fondo aveva una porta bianca, bordata di giallo e nero.
Di nuovo il pavimento vibrò, dal soffitto caddero giù dei calcinacci.
Apri quel cazzo di sportello,” disse Lyles, “qui sta saltando tutto.”
La porta in effetti non era chiusa, anche se all'interno possedeva un dispositivo di blocco. Al di là, un tunnel dalla sezione rotonda si perdeva nel buio.
Una terza esplosione fece cadere i tubi dei neon e fece comparire crepe lungo tutte le pareti. Beau entrò nella galleria, Chet fece per seguirlo, ma in quel momento la porta della stanza venne praticamente strappata dai cardini e andò a fracassarsi contro un muro.
Westbrook si sentì afferrare e strappare indietro. Lyles lo vide e senza esitare un attimo balzò fuori a sua volta. “Bastardo!” urlò, rivolto all'invisibile assalitore. Westbrook si sentì afferrare per un braccio. Si trovò dapprima a testa in giù, con qualcosa che lo reggeva per una gamba, e poi per terra con un nugolo di farfalle bianche davanti agli occhi. Lyles continuava a imprecare furiosamente.
Poi si sentì sollevare di nuovo e si rese conto di essere troppo debole per opporre resistenza. Si trovò su un pavimento di metallo zigrinato.
Ci fu un'esplosione, il pavimento vibrò sotto di lui, la porta sbatté e subito dopo ci fu lo scatto metallico del sistema di bloccaggio che veniva azionato.
Nel generale ovattamento dei rumori, si udirono, forti e chiari, dei colpi sulla porta.
La voce di Beau disse: “Non è mica finita.”
Cosa...?”
Alzati, amico, dobbiamo tagliare la corda prima che qui salti tutto. Non so quanto regga questa galleria.”
Il vetro dell'oblò si incrinò sotto un ennesimo colpo. Un'esplosione proiettò contro la porta una grandinata di detriti.
Alzati,” ripeté Beau.
Chet aprì gli occhi. Per terra c'era una striscia fosforescente come negli aerei, che si perdeva serpeggiando appena in un'oscurità picea. Da dietro la porta continuavano a giungere i tonfi di qualcosa che vi stava rabbiosamente battendo contro.
Alzati e vediamo di darci una mossa.”
Westbrook gemette cercando di sollevarsi. “Sto sanguinando, Beau,” mormorò. Sentiva il liquido caldo e viscoso scorrergli lungo il braccio, ne sentiva l’odore ferroso sulla pelle. Spinse la mano sana a toccare cautamente la ferita che aveva sulla spalla e le sue dita incontrarono dei profondi solchi. Fu stupito di non sentire alcun dolore.
Andiamo, dai,” La voce di Lyles lo riportò alla realtà contingente. “Ti aiuto io.”
Ma anche tu sei ferito, Beau.”
Ci aiuteremo a vicenda, allora.”

§

Sbucarono fuori dalla galleria nel pieno pomeriggio e si trovarono a sbattere gli occhi, momentaneamente accecati dalla luce forte del deserto.
Ma che cazzo...” mormorò Beau, facendosi ombra con una mano.
Si guardò intorno barcollante e la sua vista annebbiata captò l’immagine di un posto di guardia nel quale alcuni soldati stavano aspettando che il tempo passasse. Si chiese quanto dovessero essere lontani dall’entrata principale di Aguas Muertas, se quei quattro bellimbusti se ne stavano là pacifici come su una spiaggia delle Bahamas.
Magari siamo veramente finiti alle Bahamas,” mormorò dando voce ai propri pensieri.
Alle sue spalle, Chet boccheggiò: “Cosa?”
Siamo alle Bahamas, amico,” mormorò Beau con le ultime forze, quindi si afflosciò a terra.
Il tonfo del corpo attirò l'attenzione dei quattro, che accorsero e per prima cosa li fissarono inorriditi. “Che cazzo vi è successo?” chiese il caposquadra.
...Un casino...” riuscì a esalare Beau.
Da sonnolento che era, l’avamposto si trasformò immediatamente in un fervere di attività: i due furono raccolti e portati al coperto, fu offerta loro dell’acqua e sulle loro numerose ferite furono praticate le prime medicazioni.
Cominciò un concitato scambio di messaggi con il posto di guardia principale e con la vicina base militare.
Abbiamo qui due soldati,” spiegò il caposquadra, parlando via radio con la base, “dicono che sono usciti da Aguas, che là sotto è successo un casino.” Si voltò verso di loro. “Come vi chiamate?”
Soldati Chesterton Westbrook e Beauregard Lyles.”
Ok.”
Mentre il graduato ripeteva i nomi alla radio, Beau si girò faticosamente verso l’amico e mormorò: “Chesterton?”
Che c’è?”
Hai un nome da omosessuale inglese.” Fece una risatina.
Il tuo è da omosessuale francese, allora,” rispose Chet piccato.
Il mio è un nome carico di gloria. Un grande generale confederato si chiamava così.”
Beh, allora se vuoi saperlo, un grande scrittore inglese si chiamava come me.”
Scommetto che era omosessuale.”
Non più del tuo generale, caro mio.”
Basta, voi due!” intervenne una voce estranea. “Ora mandano una squadra medica dalla base. Nel frattempo, piantatela di fare casino.”

§

Beau aprì gli occhi e mise a fuoco l’immagine della persona che aveva di fronte. Aggrottò le sopracciglia. “E lei chi sarebbe, il G-Man di Half Life?” chiese.
L’uomo, completo scuro, camicia bianca, cravatta blu e una valigetta nera nella mano destra, si avvicinò ai piedi del letto e disse: “Buon giorno, soldato Lyles.”
Chi è lei?” ripeté Beau diffidente. Si girò verso il letto accanto al suo, liscio e vuoto. “E dov’è Westbrook?”
Sta facendo delle terapie.”
Il soldato cercò di alzarsi, scoprendo di essere troppo debole per farlo. “Che tipo di terapie?” chiese, fissando l’altro con sempre maggiore diffidenza. “Voglio vederlo.”
Tutto a suo tempo,” rispose l’uomo in tono accondiscendente. “Per il momento vorrei solo sapere cos’è successo ad Aguas Muertas.”
Mi pare che Westbrook ve l'abbia detto, no?”
L’altro scosse la testa. “Non è stato convincente.”
Beh, mi dispiace per lei se non si è convinto. Se non crede a lui, perché non scende giù a controllare di persona?”
L’uomo prese una sedia e si accomodò accanto al letto. Si pose la valigetta sulle ginocchia, poi in tono suadente disse: “Un manoscritto di valore inestimabile è rimasto laggiù.”
Beau scosse la testa con decisione. “Chi se ne frega. E poi, tanto, quel vostro manoscritto di merda ormai sarà ridotto a un mucchio di cenere.”
Non lo è.”
E lei come fa a saperlo? Mi sembra che nessuno sia sceso giù a controllare, giusto?”
Abbiamo inviato una sonda,” rispose l’altro con la massima calma.
Beh, allora la stessa sonda glielo potrà anche recuperare. Senza contare che laggiù sarà pieno di radiazioni, giusto?”
Dettagli.”
Dettagli un cazzo, direi, specialmente se sta pensando di spedire qualcuno laggiù.”
L’uomo rimase impassibile. Si limitò a tamburellare leggermente sulla superficie della valigetta con le dita, poi chiese: “Lei tiene al suo amico Chesterton Westbrook, soldato Lyles?”
Beau aggrottò le sopracciglia mentre un brivido gli percorreva la schiena. “Che c’entra Chet, adesso?”
La nostra idea è che non sia più in possesso delle sue facoltà mentali.”
Come sarebbe a dire?”
Farneticazioni su mostri invisibili, gente morta in modo misterioso. C'è l'ospedale psichiatrico per certe cose, soldato Lyles.”
Il militare cercò di nuovo di sollevarsi dal letto, riuscendo solo a puntellarsi su un gomito. Rivolse all'uomo uno sguardo omicida e ringhiò: “Mi faccia capire: volete farci passare per pazzi?”
Questi alzò le spalle e in tono pacato rispose: “Non c'è psichiatra al mondo che non reputerebbe il soldato Westbrook un grave delirante, temo.”
Beau distolse gli occhi da quelli del suo interlocutore. Immaginò Chet con la camicia di forza, chiuso in una stanza imbottita, istupidito dai farmaci. “Ok, vado laggiù,” disse categorico. “Vado e vi dimostro che Chet è perfettamente sano di mente e voi siete degli stronzi.”

§

Westbrook si passò una mano sulla faccia, quindi esclamò: “Sei un idiota! Cristo di Dio, sei il re delle teste di cazzo, tu e la tua maledetta impulsività!”
Lyles lo fissò indignato. “Per tua norma e regola, volevano sbatterti in un ospedale psichiatrico!”
Macché ospedale psichiatrico del cazzo! Ti hanno preso in giro e tu ci sei cascato come un allocco.”
Che stai dicendo?”
Avevano solo bisogno di convincerci a tornare là sotto volontariamente.”
Beau aggrottò le sopracciglia. “Stai scherzando?”
Mai stato così serio. Quella specie di Agente Smith delle mie palle con cui hai parlato aveva proprio il compito di farti dire la cazzata che hai detto.”
E tu come lo sai?”
Lo so perché con me ha fatto lo stesso teatrino.”
Lyles abbassò lo sguardo e per un po' lo tenne ostinatamente fisso sulle proprie mani, dando l'idea di ponderare se fosse il caso di andare alla ricerca dell'uomo con la valigetta e prenderlo a cazzotti, poi chiese: “E tu cos'hai fatto?”
Oltre ad avermi dato il nome di un grande scrittore, mio padre mi ha insegnato a contare fino a dieci, prima di parlare.”
Beh, allora il mio mi ha insegnato che non si lasciano gli amici nella merda, se vuoi saperlo,” fu la piccata replica.
In ogni caso,” riprese Westbrook, ignorando il veemente proclama, “io ho risposto che prima volevo parlare con te. Peccato solo che quando sono arrivato qui ho trovato la frittata già fatta.”
Tra i due calò il silenzio. Dopo un po', Lyles fissò l'amico e in tono di riprovazione gli disse: “Quindi, all'idea che mi avrebbero sbattuto in un ospedale psichiatrico tu sei rimasto indifferente?”
Tanto sapevo che era un bluff.”
L'altro si mise i pugni sui fianchi con fare indignato. “Ah, bell'amico. Se vedi che mi puntano una pistola in faccia cosa fai, non ti muovi perché tanto sei sicuro che sia finta?”
Oh, che palle, Beau. Ti va una birra?”
Fanculo.”
Fanculo anche a te. Andiamo?”
Si incamminarono verso lo spaccio.
Si sa quando partiamo?” chiese Lyles.
L'altro alzò le spalle con indifferenza. “Non lo so, però il tempo di bere qualche birra ce l'abbiamo di sicuro.”


   
 
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