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Autore: Daleko    23/11/2018    3 recensioni
Non può, e non deve esistere fretta nel trovare se stessi. Non può, e non deve esistere vergogna nell'apparire al mondo come si è davvero. Non può, e non deve esistere dolore nell'essere ciò che si è... Nei propri tempi, nei propri spazi, e con il coraggio di cui si dispone...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sboccio

Sboccio,
come un fiore io
rinasco dalla terra madre,
dove sepolto ho atteso
di venire lambito, ancora
dal vento e dai raggi del Sole.
Fiorisco,
mi schiudo alla vita
che mi era preclusa,
fragile com'ero al di sotto
di un manto innevato.

Non è stata la bruta forza
a far sì che bucassi il terreno,
né il terreno ha facilmente ceduto
sotto il peso del calore del Sole;
ma la timida spinta d'un bocciolo
pronto a mirare la vita,
e il tempo maturo che ha sì
ammorbidito la terra,
son risultati assieme
nel mio calen di maggio.

Nel tepore del giorno,
con gl'occhi disavezzi,
liscio e preparo le mie foglie,
ché son fragili e chiare ancora
e non vi rassomigliano, di certo,
a foglie che son foglie davvero.
Distendo quegli abbozzi,
vergognosi a tratti, che spuntano
dal mio breve e sottile fusto.

Sboccio,
fiore tardivo, fiore un po' floscio
e bagnato dal troppo inverno,
e dalla neve così dura.
Timidamente, ma con premura
curo e ammiro i miei petali chiusi.
Di che colore brilleranno?
Di che colore, fra i tanti al mondo
risplenderà la mia corolla?
Saranno larghi? Saranno radi?
Saranno azzurri come il cielo,
viola come l'ora tarda del tramonto,
forse bianchi come il mareggio?

Mi sento un po' solo,
forse impiego un po' troppo e
le api m'ignorano al loro passaggio.
Sono troppo distante,
forse troppo sbilenco,
forse non troppo giusto,
forse solo di troppo...

Ma il Sole è lì in alto,
che splende e mi scalda
e la terra aspra e dura
profuma di buono.
Sto ancora fiorendo,
mi prendo il mio tempo e
se è tanto, a chi importa?
Dopo ogni tramonto, di nuovo:
c'è l'alba, e se il Sole scompare
e la pioggia mi bagna,
posso solo specchiarmi
e guardarmi riflesso.

Ecco: ho un colore
e se non è lo stesso
del tuo, o del suo o
del resto del prato,
ho un colore: è il mio...
Magari è un po' sporco,
magari sbiadito,
ma è il mio, e
me lo tengo.





 
(Non può, e non deve esistere fretta nel trovare se stessi. Non può, e non deve esistere vergogna nell'apparire al mondo come si è davvero. Non può, e non deve esistere dolore nell'essere ciò che si è...
Nei propri tempi, nei propri spazi, e con il coraggio di cui si dispone.
Sii speciale.
Sii te stesso.
Noncurante,
sboccia.)




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