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Autore: Alucard97    23/11/2018    11 recensioni
Una tremenda apocalisse è scoppiata in quella che sembrava una tranquilla giornata a Gakuen Toshi, coinvolgendo l'intero pianeta Terra. Quarantacinque anni dopo, il Giappone, diventa la terra dei Kihara i quali la tengono stretta nel loro pugno. Tutti gli Esper sembrano essere morti, salvo qualcuno sopravvissuto per miracolo. Tuttavia, sembra che Accelerator sia sparito dalla circolazione per qualche miracolo, nessuno lo ha più visto né sentito finchè un giorno...
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Accelerator, Altri, Kamijō Tōma, Last Order, Mugino Shizuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1.
 

Futuro Imperfetto

 
 
Gakuen Toshi: una metropoli urbana situata al centro del Giappone la cui popolazione era costituita dal 90% da studenti dall’età compresa tra i 12 e i 25 anni. La metropoli, estesa e maestosa, era il fulcro per tutti gli Esper del Giappone, un rifugio sicuro dove potevano studiare e imparare ad accrescere il loro potere, essi erano divisi in cinque livelli in base al loro potere e ognuno possedeva una dote particolare che si distingueva da quella degli altri. Un climax di pace e serenità ricolmava l’intera Gakuen Toshi, il classico posto adatto per le cartoline qualcuno oserebbe dire e c’era persino qualcuno che sosteneva che la bellezza e la tecnologia della città arrivassero a un livello di splendore tale da superare le migliori metropoli al mondo come New York e Dubai.
La città, si poteva dire essere sorretta da ben sette pilastri costituiti dai sette Level 5, tutti i ragazzi che abitavano lì avevano imparato a temerli e rispettarli. Nonostante questo vi era un singolo reggente: Aleister Crowley, un uomo misterioso di cui nessuno conosceva l’aspetto, un uomo o una donna? Un essere umano comune o un Esper? Level 0 o Level 5? Nessuno poteva comprendere chi o cosa egli fosse, ma tutti sapevano che esisteva… in qualche modo lo sentivano, lo percepivano come il cuore pulsante della città, se Alesteir era il fulcro di tutto questo agglomerato di paranormale, allora si poteva benissimo affermare che egli stesso era Gakuen Toshi. Un intero ecosistema perfettamente bilanciato costituito da coloro i quali erano ritenuti il prossimo step evolutivo della razza umana.
 
Alla fine, in una mite giornata di primavera, accadde uno degli eventi più terribili che la storia dell'umanità ricorderà. Ci fu un boato, un fungo atomico come non si era mai visto si estese nel limpido cielo blu. Fu improvviso, come se fosse stato uno schiocco di dita, nessuno avrebbe potuto prevedere una catastrofe simile, nessuno avrebbe mai potuto concepire che lo scontro tra Aleister e il Principe delle Tenebre, Satana, potesse aver generato un inferno simile: i cieli si oscurarono come se fossero stati avvolti dal tenebroso manto del dio ellenico Morfeo, la terra tremò e i mari impazzirono. Un lampo, una frazione di secondo fu sufficiente per mietere molte vittime nell'intero globo, in molti sopravvissero, ma le perdite seppur poche, facevano male. E fu allora che successe, fu allora che una delle famiglie più influenti di Gakuen Toshi prese il potere sul Giappone: i Kihara erano diventati i nuovi Alasteir, presero il dominio sulla città ricostruendola dalle fondamenta. Ahimè, l’antico splendore della metropoli era ormai perduto, edifici semi-distrutti, povertà diffusa e gli Esper… furono cacciati come bestie selvagge da quelle macchine infernali progettate per ucciderli, la famiglia di scienziati aveva iniziato un piano di sterminio per tutte le persone dotate di poteri paranormali; nessuno sapeva il perché di tutto ciò ma una cosa era certa: Ormai, il Giappone e Gakuen, appartenevano alla famiglia Kihara. Governo dittatoriale, le persone di tutta l’isola indotte all’obbedienza assoluta, atroci esperimenti compiuti contro gli Esper catturati, solamente i più utili ai loro esperimenti venivano risparmiati, ma a quale prezzo? Potete chiederlo ai ragazzi rinchiusi se volete, fatelo se ne avete il coraggio, la loro risposta sarà sempre una soltanto: il desiderio di morire.
 
Nessuno conosce i retroscena di quello che successe quel fatidico giorno, il giorno in cui Alasteir e Satana si uccisero a vicenda e i Kihara presero il potere, e nessuno sapeva come quella maledetta famiglia riuscì a inventare quelle terribili armi per eliminare gli Esper. Il mistero più grande, però, riguardava il Level 5 più forte di tutto il mondo, colui il quale fu sottoposto a terribili esperimenti perpetrati dalla famiglia fin da quando era bambino, colui che era in grado di controllare tutti i vettori: Accelerator.
Si diceva che le macchine lo soverchiarono col loro numero e lo ridussero in fin di vita, alcuni, invece, sostenevano che si fosse stancato di lottare e scelse una vita semplice. In ogni caso, nessuno riuscì a rintracciarlo e neanche quarantacinque anni dopo si ebbe più alcuna notizia. Tutti questi anni, nessuno che lo aveva visto e sentito, probabilmente i suoi vecchi compagni non l’avrebbero nemmeno riconosciuto.
 
*****
 
Una landa di terra semi-desolata, neanche un filo d’erba, arida e priva d’acqua. Un uomo che guidava, sotto un limpido cielo azzurro d’estate illuminato da un radioso sole, una moto malandata e dal manubrio arrugginito. L’uomo era piuttosto alto, robusto, coperto da un impermeabile beige, i capelli bianchi come la neve gli arrivavano all’altezza delle spalle e una folta barba bianca gli decorava il viso stanco e affaticato. I suoi occhi, rossi come il sangue, erano vuoti quasi come privi di anima e l’espressione del suo volto pareva che comunicasse depressione. Ecco come appariva quest’ uomo: un individuo di 61 anni dallo sguardo triste e vuoto.
Sfrecciava con la sua moto fino ad un’abitazione dall’aspetto fatiscente, una modesta casa di campagna che poteva offrire unicamente dei bisogni primari: un tetto, dei letti, cibo e acqua, quella casa rappresentava il concetto stesso della vita spartana.
L’uomo parcheggiò la sua moto in quel piccolo garage che emanava un forte odore di benzina, una voce lo chiamava, una voce che sembrava quella di un ragazzo di vent'anni:
 
<< Papà? >>
 
L’uomo non rispose subito, era assorto nei suoi pensieri. Un flash di un lontano passato gli aveva attraversato la mente, mostrava dei corpi morti di ragazze e due donne sulla trentina morte. La sua figura, un tempo magra e slanciata, che vagava coperto di sangue per un bosco, una luce abbagliante e poi nulla. L’individuo si portò una mano sugli occhi, la sua mente ancora irrequieta cercava di scacciare l’immagine che aveva appena avuto, come se fosse un brutto incubo dal quale cercava di scappare.
 
<< Papà? >> lo chiamò di nuovo la voce. Allorché l’uomo si riprese e guardò il ragazzo. Era castano, come i suoi occhi, indossavs degli abiti campagnoli. << Ancora immerso nei tuoi pensieri, eh? Sono gli incubi, vero? Mamma me ne ha parlato >>
 
<< Niente di cui tu ti debba preoccupare, Shiage. Sto bene, dì a tua madre di non preoccuparsi troppo >> rispose scendendo dalla moto.
 
<< Abbiamo un problemino, pa’ >> disse con voce flebile, quasi imbarazzato. Shiage Shiori, il nome del ragazzo, soleva spesso chiamare così suo padre “Pa’”, sosteneva che rafforzasse meglio il legame tra di loro e ad Akuma, perché questo era il nome del misterioso uomo, non dispiaceva affatto. Il nome lo aveva scelto la madre, apparteneva a un vecchio amico che sacrificò la propria vita per salvarla dal massacro.
 
<< Di che si tratta? >>
 
<< Il trattore è fuori uso, ho provato a sistemarlo ma temo che dovremo procurarcene uno nuovo >>
 
<< A meno che tu non abbia dei fagioli magici da vendere, non vedo come potremmo comprarci un nuovo trattore, ragazzo >>
 
<< Quindi cosa facciamo? >>
 
<< Lavoro sodo e olio di gomito. Dov’è tua madre? >>
 
<< Al recinto dei maiali, sembra preoccupata >>
 
Akuma sbuffò e si diresse verso il recinto degli animali. Una donna insieme a una bambina di dieci anni lo attendeva, lei era vestita con un classico vestito da campagnola e i lunghi capelli castani erano tenuti sciolti in modo tale che cadessero dolcemente sulle spalle. Nonostante l’età rimaneva una bella donna, ma i segni della vecchiaia si facevano vedere e gli occhi castani, stanchi e provati dalla faticosa vita, non comunicavano più quell’energia di tanti anni fa. Il vecchio uomo provava sempre un senso di affetto nel vederla, un poco di calore in quella sua vita tormentata da incubi, quella figura femminile riusciva sempre a riscaldare il suo cuore attanagliato dai rimorsi, il suo sorriso era un raggio di sole in una fredda giornata nuvolosa. Non era solo la donna a fargli questo effetto, ma anche Shiage e la piccola bambina accanto alla madre. Quest’ultima, infatti, corse subito da lui ad abbracciarlo:
 
<< Ciao papà! >> esclamò cingendogli la vita con le braccia e strofinandogli la testa sull’addome. Lui ricambiò mettendole una mano sulla testa:
 
<< Ciao, Mikoto, hai fatto la brava? >>
 
<< Sì >> rispose squittendo. Il padre le rivolse un amorevole gesto per farla rientrare in casa, congedandosi così da sua figlia. Nonostante il gesto d’amore, il suo sguardo faceva trasparire molta tristezza, era felice della sua nuova vita ma non riusciva a chiudere i conti con il passato. Quale peccato potrebbe tormentare una tale anima? Il nome della bambina, invece, lo aveva scelto il padre per commemorare la memoria di una ragazza, una degli ex Level 5, a cui l'uomo aveva procurato tante sofferenze; in un certo senso, dare il suo nome alla propria figlia, era un gesto atto a poter espiare i propri crimini e a rispettare la sua memoria.
La donna gli si avvicinò e gli stampò un bacio sulla guancia, accogliendolo sempre con il calore che solo una moglie può dare. Akuma la guardò, riuscì a incurvare le labbra in un piccolo sorriso mentre posava i suoi occhi rossi in quelli color nocciola di lei. Il suo sguardo ritornò preoccupato e le chiese:
 
<< Shiage ha detto che mi cercavi, cosa ti turba? >>
 
<< Al mercato non mi daranno molti soldi per questi maiali, ho detto agli altri contadini che erano degli animali sicuri ma dopo l’ultima volta… la vedo molto dura questo mese. Cosa facciamo, Akuma? >>
 
<< Penserò a qualcosa, Mugino, non temere. Vado a sedermi un attimo, sono molto stanco >>
 
Shizuri Mugino, il nome completo della donna, sposò Akuma 31 anni fa ed ebbe due figli con lui. Un tempo, lei, era un’Esper di Gakuen Toshi nonché una dei temuti Level 5. L’uomo al quale era sposata lo ricordava perfettamente a quei tempi, e ormai era irriconoscibile, non sembrava più lui. Il giorno in cui i Kihara presero il potere qualcosa di molto brutto gli successe, qualcosa che solo lei sapeva, ma non osava mai proporre l’argomento; da quel giorno, quella persona, si cambiò il nome in Shiori Akuma che significava letteralmente “Demone Bianco” poiché odiava il suo vero nome. La donna, in passato, aveva provato diversi modi per confortarlo ma niente poteva cancellare dalla sua testa quel terribile giorno, lei era cosciente che l’uomo l’amava ma non c’era verso di rasserenare la sua anima.
 
L'uomo entrò in casa sedendosi sul vecchio divano verde, era ancora un buon divano anche se ormai completamente usurato. La casa non era molto grande, non avevano nemmeno la televisione, avevano solo lo stretto necessario per vivere: stanze da letto, una cucina fornita in modo tale da sfamare quattro persone e il riscaldamento funzionante. Il tetto era ben solido, Akuma si era premunito di ripararlo a dovere dopo che lo scorso anno si ritrovarono con la pioggia in casa. Era decisamente una vita spartana, ma a lui non dispiaceva e nemmeno a Mugino e i suoi figli, l'unica cosa che lo preoccupava veramente era l'affitto dell'abitazione, il denaro scarseggiava. Vivevano nella regione di Chūgoku, a sud, e quella zona era controllata dal più repellente dei Kihara: Amata. 
Egli imponeva che tutti gli abitanti della regione pagassero dei tributi speciali imposti da lui solo e chi non pagava... spariva misteriosamente dalla circolazione, senza lasciare traccia alcuna.
I pensieri di Akuma erano rivolti sì al suo tremendo passato, ma anche alla sua nuova casa, nella sua mente era in corso una guerra: le morti che gravavano sulle sue spalle e il benessere della sua famiglia; si sentiva come imprigionato da questi sentimenti negativi, si sentiva un fallito incapace di provvedere ai suoi cari. Un'esplosione di ansie e insicurezze tormentava la sua mente da troppo tempo ormai, era un uomo distrutto e sulla soglia del capolinea, osservava le sua mani stanche e provate dall'età pensando che con quelle non era riuscito a combinare mai niente di buono e poi, tutto a un tratto, sentì un rumore provenire dal retro dell'abitazione.
 
<< Ancora lei. Si sta esercitando di nuovo >> si disse tra sé e sé. Uscì dalla porta e lì la vide: una ragazza alta all'incirca 1,75 m, dal fisico snello, dai lunghi castani e gli occhi del medesimo colore, indossava un vestito azzurro coperto da un camice bianco e un paio di sandali. Era intenta ad allenarsi per migliorare il suo potere: era capace di generare e manipolare l'elettricità. Anche lei era un'Esper, aveva conosciuto Akuma quarantacinque anni fa quando egli ancora era un Level 5 e non si separò mai più da lui; quando scoppiò l'apocalisse e il Giappone divenne una dittatura, lei scappò insieme al suo compagno che considerava come un padre, da allora lui le insegnò a usare il suo potere ed ella imparò a incanalare la corrente elettrica in una moneta per poterla poi sparare dalla mano come un proiettile ad altissima velocità distruttiva. 
 
<< Last Order >> la chiamò con voce pacata e tranquilla. Era questo il nome della ragazza, molto insolito come nome penserete, la spiegazione era semplice: lei era il clone di Misaka Mikoto, soprannominata Railgun. Last Order fu creata anni fa dai Kihara grazie al codice genetico dell'Esper. Erano passati molti anni da allora, eppure lei sembrava una ventenne e ciò era dovuto al fatto che era il primo dei ventimila cloni di Misaka, e dunque la copia meglio riuscita, il suo invecchiamento si cristallizzò a vent'anni.
Lei si girò a guardare il vecchio uomo e gli sorrise, era contenta di vederlo:
 
<< Padre, ben tornato. Hai visto? Sono migliorata ancora nell’utilizzo del Railgun, dice Misaka mostrandoti i propri progressi >>
 
<< Potenza discreta, ma sei ancora imprecisa >> disse lui osservando i larghi tubi di metallo usati come bersagli dalla ragazza. Erano conciati male, dai segni delle bruciature sul metallo era chiaro che la potenza del colpo era notevole, ma un'attenta analisi mostrava che i segni dell'impatto della moneta non erano precisi, la ragazza aveva dato priorità alla potenza senza perdere tempo a mirare.
 
<< Tch… l’importante è colpire il bersaglio, no? Chi se ne frega se non colpisci il centro perfetto. Sostiene Misaka replicando al tuo rimprovero. Neanche tu sapresti fare di meglio >>
 
Il vecchio le si avvicinò, le prese la moneta dalle mani. Si mise accanto a lei mettendosi in posa aprendo per bene le gambe e, allungando il braccio e tenendo la moneta nel pugno, puntò in direzione di un bersaglio libero:
 
<< Mirare al centro aiuta a perfezionare la mira per colpire i punti vitali. Cadenza ai tiri, la precisione non ha fretta, devi agire con calma e liberare la mente. Fissa sempre il bersaglio e respira. Piedi saldi, spalle dritte, respira e rilascia >> così, generando della corrente elettrica, sparò la moneta molto più veloce di lei e con maggiore forza. Colpì il tubo nel suo centro preciso, trapassandolo da parte a parte, il calore generato aveva fuso il metallo. Akuma si voltò per guardarla e le affidò una nuova moneta estratta dalla tasca dei suoi pantaloni. << Visto, ragazza? Devi allenarti di più >>
 
<< Tch... hai avuto solamente fortuna! Dice Misaka prendendo la tua stupida moneta. Sono anni che mi addestro, perché non uniamo mai le forze? Possiamo rovesciare i Kihara! Sostiene Misaka valutando i risultati del suo addestramento >>
 
<< Non se ne parla nemmeno. Come hai potuto constatare tu stessa, sei ancora acerba nonostante tutti questi anni, forse ciò è dovuto al fatto che sei comunque un clone della Mikoto originale ma nonostante la tua potenza notevole sei ancora impulsiva e non rifletti nelle situazioni critiche. Per di più... >> sbuffò << non esiste alcun "noi". Non intendo usare i miei poteri per ferire alcuna anima viva, mai più >> fece per andarsene, ma Last Order richiamò ancora la sua attenzione:
 
<< Quello che è successo quel giorno non è veramente colpa tua, e lo sai bene! Smettila di fuggire in questo modo e smettila di incolpare te stesso, eri l'Esper più forte del pianeta, non il rammollito che sei diventato adesso. Tu sei Accelerator, e questo non cambierà mai! Dice Misaka ricordandoti chi sei veramente >>
 
L'uomo si girò per guardarla, stavolta il suo sguardo era arrabbiato: << Modera... quel... tono, ragazza! Te l'ho già detto una volta, io non ho intenzione di ferire più nessuno e non usare quel nome davanti a me, a tua madre e soprattutto davanti ai tuoi fratelli. Ci siamo capiti? Allora ci siamo capiti?! >>
 
La clone abbassò lo sguardo ed emise un piccolo sbuffo. Dopo tutto questo tempo, non riusciva a far dimenticare a suo padre l'incidente, era ostinato a darsi tutte le colpe. Alzò lo sguardo per far incontrare i propri occhi con quelli scarlatti di lui:
 
<< Va bene. Scusa, ho esagerato. Dice Misaka mostrando pentimento. Vuoi rimanere qui per un po' con me a vigilare sul mio allenamento? >>
 
Lui si calmò e annuì alla sua domanda. Si sedette su una vecchia gomma del loro "ex" trattore e per tutta la giornata rimase a osservare Last Order che migliorava il suo potere, faceva sempre più progressi, ma ancora non era ai livelli della Mikoto originale. Erano anni che si allenava e Akuma era convinto che ciò fosse dovuto al fatto che Last Order fosse un clone, ma non se ne preoccupò, l’importante era che lei ottenesse la potenza necessaria per proteggere sé stessa e la famiglia.
 
Qualche ora dopo, il loro allenamento venne interrotto da Mugino che aveva preparato la cena invitando padre e figlia a prendere posto a tavola. Mentre mangiavano, la donna, richiamò all’attenzione di Akuma i soldi per l’affitto:
 
<< La famiglia contadina qui vicino mi ha offerto 3000 Yen per i giochi dei ragazzi, può arrivare anche a 4000 se sono in condizioni ottimali >>
 
<< Non venderemo i giochi dei ragazzi, Mugino >>
 
<< Era solo un’idea, l’affitto scade domani e non abbiamo abbastanza denaro, i ragazzi sanno che ci mancano i fondi >>
 
<< Per noi non è un problema, pa’. Non abbiamo mai tempo per giocare, tanto. Ci servono più i soldi che qualche pupazzo o statuetta in legno >> si intromise Shiage.
 
<< Non venderò i giochi dei miei figli, non posso >>
 
A quel punto si intromise la piccola Mikoto che, anche a tavola, teneva stretto con un braccio il peluche di un orso: << La mamma della mia amica dice che tu una volta eri uno dei Level 5 delle storie della buona notte, e che eri il più forte di tutti loro. Mi ha detto anche che avevi un nome diverso, ma è complicato da pronunciare. E’ vero, papà? >>
 
A quelle parole, Mugino e Last alzarono lo sguardo per osservare l’uomo, la bambina aveva appena toccato un tasto molto dolente senza rendersene conto. Akuma si limitò a stare in silenzio per qualche secondo, per poi riprendere a mangiare:
 
<< Di’ alla mamma della tua amica che i Level 5 non esistono, e adesso passami il pane >>
 
 
Qualche ora dopo
 
 
Akuma si trovava fuori casa a osservare il tramonto. Mentre guardava i colori rosei del tramonto la sua mentre ritornò a farsi carico delle preoccupazione e insicurezze che lo avevano attanagliato qualche ora prima. Soleva spesso recarsi lì per meriggiare pallido e assorto il calar del sole, in qualche strano modo gli faceva dimenticare i brutti pensieri, ma non quella sera: il giorno del pagamento stava arrivando e lui non aveva i soldi, non sapeva cosa fare e si interrogava su come avrebbe potuto proteggere la sua famiglia. Tutta quella caterva di pensieri venne interrotta dal rumore di passi alle sue spalle, avrebbe riconosciuto quel rumore ovunque.
 
<< Mugino, che ci fai qui? Dovresti sdraiarti un po’, ti ricordo che non sei molto in salute negli ultimi tempi, sei malata >>
 
<< Per chi mi hai preso? Sono ancora capace di fare una passeggiata all’aria aperta >> gli si portò di fianco a osservare la scena insieme a lui. << Mikoto non voleva dire niente di male a cena. Non avercela con lei, è solo una bambina, è naturale che sia curiosa di quello che faceva suo padre da giovane >> dopodiché aggiunse, con una smorfia volutamente ironica atta a rallegrare suo marito: << E’ un peccato che la madre della sua amica non abbia parlato di me, significa che non ero così famosa >>
 
<< Non ce l’ho con lei, ma con me stesso >> rispose in maniera impassibile davanti a quell’ultima frase ironica. << Come ho potuto lasciare che le cose arrivassero a questo punto? Sai cosa succede a chi non paga l’affitto? Io no, e questo mi spaventa. Ho paura per voi. Ti ricordi della famiglia che viveva a pochi isolati da qui? Sparita nel nulla >>
 
<< Ma loro non pagavano da diversi mesi, questa per noi è la prima volta dopo vent’anni >>
 
<< Non importa, quel vigliacco di Amata non può fare la figura del debole davanti ai membri della sua famiglia, deve punire chi sgarra >>
 
<< Allora di’ che il prossimo mese pagheremo il doppio, sono certa che davanti a un’offerta del genere, gli emissari di Amata, si dimostreranno ragionevoli >>
 
<< Stiamo parlando della feccia peggiore della famiglia Kihara, non si dimostrerà affatto ragionevole >> e detto ciò si portò le mani nei capelli << Che razza di merda, non riesco neanche a tutelare il vostro benessere. Non ho mai protetto nessuno, e non riesco nemmeno a proteggere voi >>
 
<< Non dire così, ricorda che sei molto importante per noi. Qualunque cosa accada… >> lo prese per mano e appoggiò la testa all’incavo del suo collo << Qualunque cosa accada, noi resteremo sempre al tuo fianco. Tu non sei un mostro, sei una splendida persona e io lo so. Ti ricordi come ci siamo innamorati? >>
 
Lui appoggiò la testa sopra la sua e rispose: << Sì, me lo ricordo bene. Dopo che Hamazura si è sacrificato per permetterti di scappare. Ti trovai e ti ospitai nel mio riparo… ai tempi eri vogliosa di vendetta, ma grazie al cielo ti fermai >>
 
<< Non mi hai fermata… >> ridacchiò << Ti sei fatto pestare da me finché non cambiassi idea. Ti avevo conciato male, che stupido che sei stato. Da quando hai subito quel trauma, hai smesso di difenderti… credo sia questo che mi ha permesso di innamorami di te, tutti e due avevamo perso la nostra famiglia e ci sentivamo direttamente responsabili per questo. Non siamo stati in grado di proteggere ciò a cui più tenevamo ed entrambi ci siamo macchiati di un grave crimine >>
 
<< Quella merda è stata colpa mia, Mugino. Ho giurato che non avrei mai più alzato le mani contro chiunque >>
 
<< No, non è così. So che odi parlare dell’argomento e so che detesti essere chiamato col tuo vero nome, così come so anche che non si può cancellare il passato ma adesso io sono il tuo presente. Noi siamo il tuo presente >>
 
<< Grazie Mugino, di tutto >>
 
<< E’ questo il compito di una buona moglie e madre no? >> detto questo gli schioccò un bacio sulle labbra che venne ricambiato. << Adesso andiamo a dormire, siamo stanchi tutti e due >>
 
 
La mattina seguente
 
 
Akuma si svegliò con una certa leggerezza d’animo, il conforto della sua donna lo aveva fatto dormire bene, senza gli incubi che da molti anni a questa parte lo avevano tormentato. Si alzò constatando che la donna non era sdraiata, si era alzata prima. Si cambiò indossando dei jeans usurati e una canottiera rossa che metteva in risalto il fisico formato da tutti quegli anni passati a lavorare come contadino, uscì di casa e trovò suo figlio Shiage intento a caricare un fucile a canne mozze, si avvicinò a lui e con tono severo lo rimproverò:
 
<< Metti via quel fucile, Shiage >>
 
<< Non ti devi preoccupare, pa’, non lo vedrà nessuno, però lo tengo a portata di mano nel caso in cui quei Kihara diano problemi >>
 
<< Ce ne daranno un sacco di problemi se vedono quel maledetto fucile >>
 
Il ragazzò sbuffò e, tenendo il fucile nella mano destra, si allontanò da lui: << Volevo solo essere d’aiuto, porca puttana! >>
 
<< Bada a come parli, ragazzo, non voglio più sentirti dire… >> l’uomo venne interrotto dalla moglie che lo chiamò:
 
<< Akuma, la banda di Amata è qui >>
 
Davanti a loro si fermarono tre automobili da cui scesero sei individui, un ragazzo sulla trentina vestito con un completo nero seguito da tre soldati armati e due di quegli androidi costruiti dai Kihara. Quest’ultimi erano alti quanto un essere umano ed erano fatti di un metallo speciale molto solido ed elastico che permetteva a loro di muoversi con la stessa agilità di un essere umano, la loro caratteristica peculiare e più inquietante è che essi possedevano gli stessi poteri di Kakine Teytoku, alias Dark Matter, il Level 5 più forte dopo Accelerator. I Kihara avevano catturato Kakine quarantacinque anni fa e lo torturarono per i loro esperimenti, alla fine riuscirono a copiare il suo potere.
Il trentenne che li guidava si chiamava Kihara Suoichiro ed era il figlio di Amata, somigliava molto a lui nell’aspetto ed era venuto lì per effettuare gli affari sporchi del padre.
 
<< Accelerator, buon pomeriggio >> lo salutò con un tono irriverente << Ops, scusa è vero. Ogni volta mi dimentico che tu odi il tuo vecchio nome, signor Accelerator è meglio? >>
 
<< Preferisco Akuma >> rispose con noncuranza.
 
<< Giusto, hai ragione, Accelerator è morto il giorno in cui la mia famiglia ti ha rotto le ossa. Me lo dimentico ogni singola volta >> detto questo incrociò le braccia << Ma veniamo al movente che ci spinge qui: abbiamo saputo che sei in ritardo con l’affitto di questo mese indi per cui ho voluto portare con me questi allegri signori e i miei… come posso definirli… gorilla meccanici. Tanti anni fa eri un tipo dal carattere veramente irascibile e temevo che potessi… protestare, ecco… non ti dispiace vero? Dopotutto meglio prevenire che curare, non sei d’accordo? >>
 
Gli uomini armati di fucile circondarono l’esper: << Sei sordo, vecchio? Hai sentito il capo >>
 
Akuma prese un respiro profondo, nella sua testa immaginava già la scena: stringere i pugni, caricarsi di antica rabbia e dar sfogo a tutti i suoi sentimenti repressi massacrando quelle persone una ad una, strappare la testa del figlio di Amata e spedirla al padre dentro una scatola. Ma qualcosa lo tratteneva, e quel qualcosa era la sua famiglia: da quando le persone che amava erano morte, lui aveva giurato di non ferire più nessuno e se si fosse scatenato adesso? No, non poteva, poiché i suoi figli lo stavano guardando e se avesse mostrato loro la sua vera natura, lo avrebbero odiato e avrebbero avuto paura di lui; per non parlare dei guai che Amata gli avrebbe fatto passare a causa delle sue azioni avventate. No, non poteva mettere in pericolo la sua famiglia, non più, non avrebbe fallito con loro. Stavolta le cose sarebbero andate in maniera diversa.
 
<< Sì, ho sentito >> disse facendo un respiro profondo << procedete pure >>
 
E detto questo, un soldato, lo colpì sulla nuca con il manico del fucile buttando l'uomo a terra, a quel punto gli altri seguirono il loro compagno e iniziarono a riempire di calci e pugni l'esper. Quella che stavano attuando era una vera e propria barbarie, colpivano il vecchio Esper senza alcuna pietà incrinandogli costole, slogandogli una spalla, colpirgli il viso con poderosi calci rompendogli il setto nasale e il tutto davanti alla sua famiglia.
 
<< Eddai, Accelerator! >> esclamò il figlio di Amata con tono di scherno << Ti sei rammollito a tal punto? Sono solo dei semplici soldati, e tu eri l'Esper più pericoloso del pianeta. Dai Accelerator arrabbiati, così non c'è gusto! >>
 
In quel momento, Shiage e Last Order, corsero incontro ai soldati, il ragazzo puntava loro il fucile mentre lei era pronta a scagliare il Railgun. Non potevano più sopportare che loro padre venisse umiliato in quel modo.
 
<< Lasciatelo andare o vi riempio di buchi finché le budella non vi sanguineranno ferro, bastardi! >> urlò la ragazza caricando la moneta di elettricità.
 
<< Oh mio Dio, sul serio? >> fece Suochiro ridendo << Ti fai difendere da una ragazza e da un moccioso, Accelerator? Per di più, quella non è una semplice ragazza, ma il clone di quella Level 5. Ti ricordi di come hai massacrato tutte le sue sorelle? >>
 
<< IO TI AMMAZZO! >> urlò Last Order, ma venne fermata dall'esper ormai stramazzato al suolo e con poca voce in corpo a causa delle percosse subite.
 
<< Coraggio, obbedisci a papà. Fai la brava bambina, oh ma aspetta... tu non sei una ragazza, sei solo un esperimento di laboratorio >>
 
Ormai l'Esper non ci vedeva più dalla rabbia, voleva scagliare il suo Railgun ma ancora una volta, la voce rotta di Accelerator la fermò dal combinare un disastro. Lei abbassò il braccio e guardò per terra mordendosi il labbro.
 
<< Bene così >> sentenziò il Kihara << Tra un mese il doppio, altrimenti uccideremo tutti. Capito, Accelerator? >> e detto questo ritornò alle sue auto seguito dalla scorta, mentre il corpo del vecchio albino venne soccorso dai suoi famigliari.
 
Quella stessa sera, l'albino, si risvegliò nel suo letto. Era pieno di bende su tutto il corpo sinonimo che i suoi famigliari lo avevano medicato. Davanti a lui vide Mugino in piedi a osservarlo preoccupata, mentre era accompagnata da un uomo che ad occhio e croce aveva la sua stessa età, vestito con dei vecchi abiti e i disordinati capelli bianchi; avrebbe riconosciuto quegli occhi neri ovunque.
 
<< Touma, che diavolo ci fai qui? >> chiese il pover'uomo adagiato sul letto.
 
<< Volevo semplicemente fare una visita a un vecchio amico e quando arrivo qui, scopro da tua moglie che sei stato conciato per le feste da quella mezza sega di Suoichiro. Vederti così fa male al cuore, santo cielo >>
 
<< Non hai risposto alla mia domanda: cosa sei venuto a fare qui? >>
 
<< Che c'è, adesso non si può più passare a salutare un amico di vecchia data e prendere un caffè insieme a lui? >>
 
L'Esper assottigliò lo sguardo, per farlo arrivare dritto al punto. Sapeva che Touma non era venuto lì per una semplice visita di cortesia.
 
<< E va bene... non ti si può tenere nascosto niente. Ho saputo che quei tipacci ti hanno pestato a causa dell'affitto arretrato, e non hai dei risparmi da parte. Ho indovinato? >>
 
<< Tu che dici? >>
 
 << Dico che sei in un mare di guai, quelli fanno sul serio. Mi chiedo che intenzioni hai, a tal proposito >>
 
<< Se intendi reagire, io non partecipo. Ho giurato che non avrei più fatto del male a nessuno >>
 
<< Sì sì, lo so bene, ci hanno aperto il culo quando eravamo in tanti figurati adesso che siamo in quattro gatti. Cosa credi? Anche per me sono finiti i giorni in cui prendevo a pugni gli stronzi. No, vecchio mio, sono qui per offrirti una proposta di lavoro >>
 
<< Che tipo di lavoro? >>
 
<< Una semplice consegna >>
 
<< Legale? >>
 
<< Amico, ti prego >> disse Touma ridacchiando << Ti pare che io, Kamijou Touma, il santarellino Level 0 possa infrangere la legge? Devo recarmi a Nuova Gakuen e consegnare un pacco entro tre settimane a partire da domani. Però non posso recarmi fin là da solo, il viaggio è lungo e anche piuttosto pericoloso. Ho bisogno di un navigatore nonché bodyguard, e sono disposto a pagarti 64000 Yen. È un bel malloppo, Accelerator. Con quelli ci paghi molti affitti. Affare fatto? >>
 
<< Mi chiamo Akuma, idiota >>
 
<< Ovviamente >> rispose il Level 0 con un sorriso. Non credeva di riuscire a convincere così quel vecchio burbero.
 
<< Comunque scordati che ti faccia da bodyguard. Io non alzo le mani su nessuno >>
 
<< Va bene, va bene ho capito. Mi basta solo che tu venga con me >>
 
 
Il mattino seguente
 
 
I preparativi per il viaggio erano pronti, l’albino era pronto a partire insieme a Touma verso la loro meta. Nutriva ancora dei forti dubbi sull’onestà del Level 0, ma lo conosceva bene e sapeva che non era un truffatore, per di più non aveva altra scelta. Sua moglie e i suoi figli erano lì con lui per salutarlo:
 
<< Sei sicuro di volerlo fare, amore mio? Il viaggio per Nuova Gakuen è lungo e pericoloso, soprattutto quello che affronterai una volta lì >> gli disse la donna
 
<< Che altra scelta abbiamo, altrimenti? Ci metterò tre settimane per andare e tornare, sarò indietro per il pagamento e non dovremo più preoccuparci per molto tempo >>
 
<< Mi mancherai molto >> fece con uno sguardo misto tra il triste e il fiducioso nei confronti del marito. Portò le mani sul suo volto e lo baciò con dolcezza << Ti amo >>
 
<< Anche io. Tornerò, vedrete >> rispose ricambiando il bacio. Poi si rivolse ai suoi figli, si inginocchiò per poter portare il proprio viso alla loro altezza << Shiage, prenditi cura della tua sorellina, va bene? Mikoto, promettimi che farai la brava e ascolterai la mamma >>
 
<< Promesso >> rispose lei trattenendo le lacrime, volendo dimostrare al proprio padre di essere forte.
 
<< Vieni qui, piccola >> disse l’esper abbracciandola << Ti voglio bene >>
 
<< Anche io, papà. Torna in fretta >>
 
Quando l’ex Accelerator si alzò in piedi constatò che Last Order mancava all’appello. Si guardò in giro perplesso:
 
<< Dov’è Last Order? >>
 
<< Non ne ho idea >> rispose Mugino << Sarà andata da qualche parte ad allenarsi, sai che lo fa spesso. La saluterò io per te, tranquillo >>
 
<< Tch… è diventata proprio grande >> si disse tra sé e sé soddisfatto per la crescita di Last Order. << Bene, ora vado >>
 
Diede loro le spalle e si incamminò verso Touma che se ne stava con la schiena appoggiata davanti a quella insolita jeep. Aveva l’aspetto di una normale jeep, ma il metallo di cui era composta sembrava alquanto insolito.
 
<< Giuro, sei un amore, amico >> disse Kamijou prendendolo in giro << Se ti vedesse Kakine adesso… mph… >> detto questo salì in macchina mettendosi al posto del conducente.
 
<< Che cazzo fai, idiota? Credevo che dovessi scortarti io >>
 
<< Appunto, ma questa è la mia auto e quindi col cazzo che la faccio guidare a uno come te. No, il tuo compito è tenere sotto controllo il navigatore e darmi qualche gomitata se vedi una buca. Ora zitto e salta su >>
 
L’albino, dunque, si sedette al posto del conducente e poté affermare che c’era qualcosa di anomalo in quella vettura, non sembrava l’auto di un poveraccio: i sedili erano stranamente comodi e, come già constatò prima, il metallo di cui era composta era molto particolare.
 
<< Amico, ma che roba è questa? >>
 
<< Questo gioiellino dici? L’ho fregato a quegli stronzi dei Kihara durante una… beh, i dettagli sono irrilevanti, ciò che conta è che questa piccola ha una velocità notevole, percorreremo tre miglia in sole tre settimane. Ringrazia i Kihara, hanno creato una serie di jeep all’avanguardia per permettere il trasporto di truppe con una velocità impressionante. Adesso reggiti forte, vecchio mio, perché stiamo per cominciare il viaggio della tua vita! >>
 
L’auto si mise in moto e partì con un frastuono enorme, era schizzata via con una rapidità impressionante. Il duo Esper era quindi diretto a Nuova Gakuen per portare a termine il lavoro di consegna, durante il viaggio i pensieri di Accelerator erano rivolti alla sua famiglia augurandosi col tutto il cuore che se la sarebbero cavata in quelle tre settimane. Non metteva piede fuori dalla sua terra da almeno quarant’anni, non sapeva niente del mondo che lo aspettava e di come era drasticamente cambiato, ma di ciò non se ne preoccupava poiché voleva solo i soldi necessari per sistemarsi definitivamente e poter proseguire la sua vita tranquilla. Per lui era una questione di vita o di morte, avrebbe fatto di tutto per proteggere i suoi cari, costasse quel che costasse.
   
 
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