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Autore: mxrlynians    25/11/2018    2 recensioni
!ATTENZIONE PUÒ CONTENERE SPOILER PER 13x05!
Dopo aver salvato Arthur, Merlin paga le conseguenze per aver disobbedito al destino.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Arthur, please.


Come a rallentatore i loro corpi crollarono sulla riva del lago, senza nemmeno riprendere fiato dalla corsa appena fatta, strinse il corpo al petto, le braccia lunghe e stanche gli cinsero la schiena, le dita tremanti spinte contro il collo per cercare, per sperare di sentire, un debole impulso, una traccia del fatto che non sia troppo tardi. Accarezza la guancia con mano morbida, la pelle pallida e fredda, senza vita. Inghiotte le lacrime mentre abbassa lo sguardo verso il basso dove Arthur Pendragon Re di Camelot, giace morto fra le sue braccia.

“Merlin” lo chiama Gwen, la sua voce rotta dalla disperazione, perchè l’ha ucciso, o dio, non è stato abbastanza veloce, ora lui non c’è più ed è tutta colpa sua, “Merlin, Merlin”


“Merlin”, apre gli occhi per vedere Arthur chino accanto al suo letto, ma questa non è la sua stanza, non è il suo letto, ma cosa più importante, quello è Arthur? Quello vero? No, decide di non credere, richiude gli occhi ma la voce del biondo lo richiama alla coscienza, “era solo un sogno Merlin”, dolci carezze gli fanno girare la testa verso il Re seduto sul letto, ha l’aria stanca, ma viva.
“È stato un sogno…” sussurra Merlin, la voce debole e gracchiante di chi non la usa da tempo, si sente stupido, tanto stupido perchè adesso ricorda cos’è successo, ricorda di aver salvato Arthur a discapito della sua stessa vita, ricorda il suo Re chino su di lui, che gli chiede, no implora, di stare sveglio, ma Merlin sentiva la sua magia lasciarlo, sentiva la fine, e si sente così stupido a non ricordarlo ogni volta che si risveglia da un sogno così dannatamente vivido e reale.

“Sei ancora debole Merlin, ma sono felice che tu sia sveglio, Gwaine ti voleva ringraziare.” Gli parla con così tanta normalità che il cervello del corvino perde il filo del discorso e rivive quello che ha appena immaginato, e Arthur deve averlo visto tramite il suo volto perchè gli stringe una spalla con fare affettuoso e gli sorride dolcemente.

“Parlami Merlin, dimmi quello che ti preoccupa” lo supplica, la mano ancora sulla spalla e il sorriso sulle labbra.

“Il mio sogno” bisbiglia delirante Merlin, delirante? Sì, fa un po’ troppo caldo qua dentro, pensa. “Tu… tu… tu sei morto nel mio sogno…” pronuncia sotto voce, e qualcosa di fresco gli cola giù per le guance, e per un primo momento è tentato di ringraziare Arthur per il bagno di spugna, ma poi si accorge, con suo grande stupore, che quello che gli sta colando giù sono lacrime silenziose e letali che lo uccidono da dentro.

E Merlin, il forte e coraggioso Merlin, non riesce a trattenere il singhiozzo che gli strappa la gola, e lì giace, tremante e straziato, mentre piange e mormora scuse al Re che accanto a lui cerca di consolarlo, perchè Merlin, come gli ha detto Gaius, è ancora sotto shock, Merlin ogni volta che si riaddormenta sogna la sua morte e ogni volta che si risveglia a bisogno di essere confortato, e se questo vuol dire portare il corvino al petto e ondeggiare come una vecchia sedia a dondolo, mormorando parole di conforto all’orecchio dell’eroe, allora così sia, perché chi è Arthur se non uno dei tanti debitori di Merlin?

“Sono qui, sono qui, sono vivo Merlin” lo tiene stretto e la testa di Merlin si appoggia sul suo largo petto, proprio sotto alla ferita fatale che Merlin ha guarito sacrificando la sua magia e tutto ciò che ne consegue.

“Non te ne andare per favore” prega, lo chiede ogni volta e ogni volta Arthur risponderà con la stessa frase; “no, non me ne andrò, sarò sempre qui per te Merlin.”

Il corvino si riaddormenta così, stretto fra le braccia pesanti e possenti del Re, che lo appoggia gentilmente verso i cuscini, i suoi capelli neri che si diramano in tutte le direzioni come rami di un vecchio albero, la pelle pallida e sudata che aderisce alla tunica in cui sta dormendo da più di una settimana.
Ma smetterà, si rimetterà, spera Arthur mentre passa una mano sulla fronte del suo amico. Si risiede sulla sedia, e si rilassa nel silenzio della stanza, prima che Merlin si risvegli ancora.
   
 
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