Fanfic su artisti musicali > Shawn Mendes
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Autore: Rebelle Fleur 93    26/11/2018    0 recensioni
Avete mai amato un cantante talmente tanto da immaginare come sarebbe stato se lui si fosse innamorato di voi? Io si. Ed è così che è nata la mia FanFiction. E' così che Julia e Shawn sono nati nella mia testa: amici da una vita e pazzamente innamorati l'uno dell'altra. Il successo e la fama scombussoleranno le loro vite, ma riusciranno a fermare il loro amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo                                

Novembre 2005
 

E’ una mattina grigia e fredda come tutte le altre, ma questo non impedisce ad una ragazzina testarda come me di andare fuori in giardino a giocare. Mamma grida di rientrare dietro la finestra della cucina e papà, ormai rassegnato, legge il giornale sul divano del salotto. Sono intenta a far scivolare Stacy, la mia bambola preferita, sullo scivolo che mi ha regalato nonna Debby per il mio settimo compleanno. Quando vedo, nel vialetto di fianco al nostro, una macchina mai vista prima d’ora. Lascio andare Stacy sull’erba e mi arrampico leggermente sulla staccionata bianca del nostro giardino, per sbirciare quelli che sembrano essere i nostri nuovi vicini.
Vedo una signora bellissima. Ha i capelli lunghi sulle spalle, di un castano non molto scuro con dei colpi di sole e due occhi azzurri come il mare. In braccio a lei c’è una bimba paffutella molto dolce e piccola, penso non abbia più di due anni. Affianco a loro, c’è un uomo che porta degli scatoloni in casa. Anche lui è un bel signore. Ha i capelli brizzolati, una leggera barba incolta sul viso e degli strani occhiali da sole.
“Bu!” sento gridare davanti a me. E, improvvisamente, cado all’indietro battendo la schiena sul prato.
Chiudo gli occhi per il dolore, e mi metto seduta massaggiandomi il punto indolenzito con la mano.
“Scusa, ti sei fatta male?” sento sghignazzare.
Alzo la testa e, davanti ai miei occhi, vedo il bambino con il sorriso più bello che io abbia mai visto.
“No…tranquillo” dico imbarazzata per la figura fatta. Lui mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi. I suoi occhi sono dello stesso colore della Nutella. Io ne vado matta.
Ha i capelli castani, lisci sulla fronte, e un paio di orecchie a sventola. E’ molto buffo.
“Ciao, io sono Shawn…il tuo nuovo vicino” sorride.
“Ciao, io sono Julia…piacere di conoscerti” pronuncio timidamente.
“Shawn!” grida la madre.
“Scusa, devo andare. Ci si vede!” mi lancia un veloce sguardo d’intesa e mi saluta, per poi scomparire dietro la porta d’ingresso della sua enorme casa.
Questa, decisamente, non è una solita mattina invernale grigia e fredda come le altre, questa è l’inizio di qualcosa di più bello.

 

Marzo 2010
 

“Che ne dite di giocare ad obbligo o verità?” chiede quell’odiosa di Lauren Arendse, seduta sul divano di casa Camick.
E’ nel gruppo degli amici di Shawn, e non fa altro che provarci con lui.
E’ la più popolare della scuola, la classica bambolona da quattro soldi: bionda e senza cervello.
Ha i capelli lunghi e rovinati, gli occhi scuri quasi neri e delle volgari unghia finte.
I ragazzi cadono tutti ai suoi piedi e, detto sinceramente, mi chiedo come facciano. Sarà per le sue tette enormi, sarà perché indossa sempre roba scollata o per le sue varie parti del corpo rifatte. Io mi chiedo spesso come possa, una madre, permettere alla figlia di dodici anni di rifarsi seno, naso e labbra. E’ scandaloso!
Con la mente torno tra di loro, e spero con tutta me stessa che qualche divinità le faccia esplodere la testa…o che qualcuno si rifiuti di fare questo stupido gioco.
Ho sempre odiato “Obbligo o verità”.
Mai quanto Lauren. Ma diciamo che sono sulla stessa barca.
Dite di no, vi prego.
NO.
NO.
NO!
“Per me va bene” risponde Brian Craigen, il “rosso malpelo” del gruppo.
Alcuni lo chiamano Ginger per via dei suoi capelli color carota. Sta praticamente zitto tutto il tempo, e quando parla dice solo cose stupide. Questo è uno di quei momenti.
“Perfetto. Inizio io allora” continua Matt Camick, il miglior amico di Shawn, facendo l’occhiolino a quest’ultimo.
Lui è uno dei più fighi della Pine Ridge School. Per la sua età è molto ben sviluppato: altissimo, fisico statuario, capelli corvini e degli occhi azzurri che farebbero invidia all’oceano.
Prego affinchè non inizi da me.
“Julia. Obbligo o verità?” ecco, come non detto.
Forse la richiesta di prima è stata troppo azzardata, e adesso un cielo intero ce l’ha con me.
Non so mai cosa scegliere. Se scelgo “obbligo” mi costringono a fare qualcosa che non mi piace, e se dico “verità” mi fanno sicuramente una domanda tremenda.
“Verità” decido, non molto convinta.
Matt fa finta di pensare un pò alla domanda e poi dice secco:
“Ti piace qualcuno presente in questa stanza?” bene. E’ un pò imbarazzante, ma pensavo peggio.
“No, direi di no!” esclamo, ridendo nervosamente davanti agli occhi di tutti puntati su di me.
Fanno tutti finta di crederci, e mentre Lauren guarda la bottiglia per fare la domanda a Brian, il mio sguardo incontra quello di Matt. Sembra…dispiaciuto? Shawn gli da una pacca sulla spalla, quasi a volerlo risollevare, e gli sussurra qualcosa nell’orecchio. Che gli prende a quei due?!
Dopo un paio di giri, tocca di nuovo a me. Ma che fortuna!
“Obbligo o verità?” mi chiede curioso Shawn.
“Obbligo” rispondo ridendo, guardando la sua faccia stupita.
Prima di obbligarmi a fare quello che ha in mente, si scambia un veloce sguardo di intesa con Matt.
“Ti obbligo a dare un bacio sulla guancia a Matt” dice, con un insolito ghigno stampato in faccia. Menomale che prima di venire qui gli avevo detto “niente baci”! Grazie Mendes.
“Ma…ok, d’accordo” mi alzo e corro a dare un bacio sulla guancia a Matt che, inaspettatamente, diventa tutto rosso in viso. Mentre gli altri lo deridono, io torno al mio posto sperando che il gioco finisca presto.
“Ok, ora tocca a Lauren. Obbligo o verità?” cambia discorso Shawn, ridendo compiaciuto. Grazie a Dio. O grazie a Shawn. Sono la stessa persona per me, quindi fa lo stesso.
Con la faccia preoccupata e un pò spaventata da quello che può chiederle, la guardo leccarsi maliziosamente le labbra. Che stronza. Se in questo preciso istante dovesse caderle il soffitto addosso, non mi dispiacerebbe neanche un pò.
“Obbligo” dice decisa. Un moto di gelosia mai provata prima mi pervade, la vorrei uccidere.
“Ti obbligo a dare un bacio a Brian” proferisce sghignazzando. Pensava che Shawn l’avrebbe obbligata a baciarlo. Povera illusa. Ma quanto sto godendo?
“Un altro da aggiungere alla tua lista” penso ad alta voce. Oh cazzo.
Shawn mi da una gomitata trattenendosi dal ridere, e Lauren mi guarda stizzita di fronte agli sguardi divertiti dei ragazzi.
“Guarda e impara, ragazzina” mi sfida, per poi alzarsi e precipitarsi a baciare il povero Brian. Le ficca la lingua talmente tanto in gola che sembra soffocarlo.
“Il gioco si fa interessante” esprime Matt, mentre Lauren mi fa una smorfia e torna a sedersi accanto a Shawn. Stupida oca giuliva.
“Shawn, amico mio, tocca a te. Pronto?” lo guarda.
“Sono nato pronto” scherza, con fare teatrale.
“Obbligo o verità?” domanda Brian.
“Obbligo”. Coraggioso!
“Ti obbligo a baciare Julia…sulla bocca” precisa, calcando le ultime parole. E la Coca Cola che sto bevendo per poco non mi va di traverso. Cosa? Dovrei dare il mio primo bacio al mio migliore amico?! Non se ne parla.
“No, non esiste. Io e Julia siamo amici da una vita, perché mai dovremmo baciarci?” chiede Shawn, alquanto alterato.
“Oh andiamo amico, appunto perché siete amici non dovrebbero esserci problemi” lo sto ufficialmente odiando.
“Se non vogliono, lasciateli stare. Lo bacio io” dice Lauren. Certo, come no. Non ci penso minimamente.
“Avanti Shawn, è solo un bacio innocente tra due amici. Non sarà così male” guardo Lauren. Beccati questo.
“Oh…ok” accetta, senza fare ulteriori storie. Mi alzo e mi posiziono sulle ginocchia di fronte a lui. Le facce dei ragazzi sono le stesse di quelle di un branco di vecchietti seduti al parco che guardano delle ragazze tutte sudate e mezze nude fare jogging in tuta sportiva. Tranne quella di Matt. Ha tutta l’aria di essere infastidito; guarda altrove e si tortura le mani strofinandole nervosamente sui pantaloni.
Cerco per un attimo di capire il perché, ma la voce di Lauren mi distoglie.
“Che c’è novellina, ci hai già ripensato?” sorride vittoriosa.
E in questo preciso istante mi rendo conto che forse ha ragione lei. Forse stiamo facendo un’enorme stronzata, ma non faccio in tempo a pensare altro che le labbra di Shawn toccano le mie. La sua lingua si fa lentamente spazio nella mia bocca, ed è una sensazione…strana. Non era esattamente così che immaginavo il mio primo bacio…questo è decisamente meglio!
Chiudo gli occhi e porto le mani tra i suoi capelli. Gli altri spariscono dalla stanza e il tempo sembra quasi fermarsi.
Sento il cuore esplodermi nel petto, ho le mani sudate, lo stomaco è attorcigliato e un senso di calore si diffonde lungo tutto il mio corpo. Che diavolo mi succede?
 
 Agosto 2014
 

Esco di casa e un’ondata di aria bollente mi travolge. C’è un caldo terribile, ma è un giorno troppo speciale per stare chiusa in casa. Mi affretto a raggiungere la porta di casa dei Mendes e busso con foga, impaziente di entrare. Nell’attesa che qualcuno venga ad aprirmi, mi guardo intorno e non posso fare a meno di pensare a quanto sia bella questa villetta. E’ la tipica casa americana, interamente fatta di mattoni. Superata la staccionata, c’è un corto vialetto in ghiaia circondato dal verde; alberi, arbusti e fiori di ogni tipo. Sulla porta bianca c’è un pezzo centrale in vetro piombato con delle rose rosse raffigurate. Le finestre sono enormi, anch’esse bianche, e sotto il porticato c’è un bellissimo dondolo. Quello sul quale io e Shawn passiamo spesso le nostre serate.
“Chi è?” domanda una voce femminile.
“Julia!” esclamo ansiosa. La porta si apre e, come immaginavo, c’è Karen ad accogliermi.
“Ciao tesoro! Entra pure” mi sorride, mentre mi accompagna nell’ampio soggiorno. Il parquet è più lucido che mai e i vasi sono pieni di fiori profumati. E’ tutto talmente in ordine, che mi gira quasi la testa.
“Come stai piccola? I tuoi genitori?” mi domanda dolcemente, sistemandosi il lungo vestito di raso blu scuro.
“Tutto bene, grazie. Mamma e papà sono a lavoro” dico, facendo spallucce. I miei sono spesso fuori, non li vedo quasi mai. Mamma è un’ostetrica e papà è uno dei più noti avvocati di Pickering.
“Manuel e Aaliyah?” chiedo, non vedendo in casa il padre e la sorella di Shawn.
“Manuel è andato a comprare qualcosa per la cena, e Aaliyah è uscita con le amiche” sorride.
“Invece Shawn è di sopra, sta ancora strimpellando quell’odiosa chitarra. Mi sta scoppiando la testa!” si porta una mano sulla fronte e ,esasperata, mi indica le scale.
“Vado subito, grazie Karen. A dopo!” la saluto, e inizio a correre per le scale.
Una volta arrivata al piano di sopra, mi tolgo le Converse nere e le appoggio affianco alla ringhiera. Karen mi ucciderebbe se rovinassi la sua adorata moquette bianca.
Arrivata davanti alla porta della camera di Shawn, lo sento cantare. Rimango stregata tutte le volte, e quando lo ascolto vorrei non smettesse mai. La sua voce è una delle più belle che io abbia mai sentito, graffiante e dolce allo stesso tempo.  
 
Together we can just let go,
pretend like there’s no one else here that we know.
Slow dance fall in love as the club track plays,
We don’t care what them people say.

 

Entro lentamente. Il suo profumo preferito, “Cologne” di Kelvin Klein, inebria le mie narici e la luce fioca che entra dalla finestra è abbastanza da illuminare tutta la stanza. Ho sempre pensato che la sua camera sia troppo piccola, troppo verde e piena di cianfrusaglie, ma a lui piace così com’è.
Lo trovo seduto, sul suo letto ad una piazza e mezza, che suona la chitarra. Una Yamaha in legno chiaro. Canta “Life Of The Party”, una delle canzoni scritte da lui che preferisco, mentre si riprende con una videocamera. E’ fissato con uno stupido programma chiamato Vine, dove pubblica tutte le sue cover e ha più di un milione di followers. Non si accorge della mia presenza, così approfitto per vendicarmi di tutti gli scherzi che mi fa giornalmente. Chiudo piano la porta e, con passo felpato, arrivo vicino al letto. Mi posiziono dietro alle sue spalle, e gli metto entrambe le mani sugli occhi facendolo sussultare.
“Oh mio Dio, Julia! Sei impazzita?!” esclama terrorizzato.
“Come diavolo fai a riconoscermi sempre?” sbuffo, sedendomi accanto a lui.
“Sei l’unica ragazza che ha il permesso di entrare in camera mia dopo mia sorella, ricordi?!” sorride, mostrandomi il suo fastidioso apparecchio e le sue adorabili fossette.
“Comunque, che ci fai qui?” chiede, sorpreso.
“Secondo te? Auguri sciocco! Pensavi davvero che mi fossi dimenticata del tuo compleanno?” sorrido, per poi abbracciarlo e stampargli un bel bacio sulla guancia. Proprio sulla cicatrice che ha sulla parte destra. Da piccolo ha provato a rasarsi da solo, e questo lo rende molto stupido ma tremendamente adorabile.
“So che ci eravamo promessi di non farci più regali ma, non potevo non prenderti questi” dico fiera, sfilando dalla mia borsa due biglietti per il concerto di John Mayer.
“Cosa? Stai scherzando? Dove li hai presi?” si alza di scatto dal letto e, ancora incredulo, si rigira i biglietti tra le mani.
“Un amico di mio padre doveva andarci con suo fratello ma…lui si è ammalato, quindi…ti piacciono?” gli chiedo titubante.
“Scherzi?! E’ il regalo più bello della mia vita! Sei la migliore” salta di gioia come una femminuccia e avvolge le sue braccia intorno a me.
“Anch’io ho un regalo da farti” enuncia, lasciandomi perplessa.
“Shawn, non è il mio compleanno. Di che regalo parli?” non capisco.
“Di questo” afferma, mentre prende una cosa dal cassetto della sua scrivania. Quando torna verso di me e mi mostra cosa ha in mano, la mia borsa cade sul pavimento e la bocca mi rimane aperta per lo stupore. E’ il suo primo EP.
“Mi ha contattato la Island Records, Juls. E’ una grande casa discografica, e mi ha permesso di realizzare questo…ci credi?” asserisce, eccitato.
“Oh mio Dio, Shawn ma…ma è fantastico!” grido, saltandogli al collo.
“Non te l’ho detto prima perché volevo farti una sorpresa” mi stringe.
“Ci sei riuscito benissimo. Sono davvero felice per te, te lo meriti” gli accarezzo le spalle leggermente muscolose.
“Grazie, Juls. Ti voglio bene” mi sussurra nell’orecchio. E un brivido mi pervade il corpo come mai prima d’ora.
Cerco di non pensare al fatto che tutto questo lo porterà lontano da me, e mi coccolo con il pensiero che non vorrei essere in nessun altro posto del mondo se non tra le sue braccia, lui è casa.
 
Febbraio 2015
 

In centro, come ogni anno, hanno sistemato delle bancarelle natalizie e una graziosa pista di pattinaggio sul ghiaccio nella piazza principale. Proprio dove io e Shawn siamo soliti incontrarci con il gruppo. In inverno Pickering diventa a dir poco magica, dovreste vederla.
Oggi, con una stupida scusa, il mio migliore amico mi ha rapita e trascinata qui contro il mio volere.
“Shawn, sai benissimo che non so pattinare” mi lamento per la decima volta da quando siamo qui.
“Oh andiamo, non c’è niente di più facile” lo guardo male.
“Mi stai prendendo in giro? E’ normale che per te sia semplice, hai praticato hockey per anni!” rispondo, spintonandolo.
Lui sorride, passandosi una mano tra i capelli. Li adoro, sono così morbidi! Non gliel’ho mai detto, ma amo alla follia quando ha i ricci scompigliati e il ciuffo che gli ricade leggermente sulla fronte.
Lo fa sembrare un ragazzo più grande di quello che è, ed è incredibilmente bello.
“Ti ho portato i pattini” dice improvvisamente, distogliendomi dai miei pensieri.
“Oh, si…i pattini”
“E’ successo qualcosa? Sei strana?” domanda preoccupato.
“No no, tutto ok” sorrido flebilmente.
Finito di mettersi i pattini, si inginocchia davanti a me per sistemarmi meglio questi aggeggi infernali. Non riesco mai ad allacciarli bene.
“Ecco fatto. Sei pronta?” si alza, e devo tirare indietro tutta la testa per guardarlo. E’ alto circa un metro e ottantotto, il che mi fa sentire dannatamente al sicuro e decisamente nana contemporaneamente.
“Secondo te?”
Neanche il tempo di battere ciglio, che mi afferra per un braccio e mi trascina letteralmente in pista.
Non appena metto il piede sulla lastra di ghiaccio, scivolo in avanti finendo addosso a Shawn che, prontamente, evita di farmi cadere.
Lui scoppia in una fragorosa risata ed io lo fulmino con lo sguardo.
“Il ghiaccio è...troppo liscio” commento imbronciata.
“Davvero Juls? Non me ne ero accorto” mi prende in giro.
“Davvero divertente, si. Riderò io quando ti porterò a ballare, piccolo tronco d’albero” sorrido fintamente, deridendo le sue pessime doti da ballerino e scatenando la sua ennesima risata.
Mentre rimango attaccata ai bordi, lui inizia a fare qualche giro per la pista gridando di tanto in tanto per attirare la mia attenzione.
Tra risate e scivolate, mi fermo a guardarlo. Si vede che ha un certo feeling con il ghiaccio, a differenza mia che sembro un cucciolo di ippopotamo alle prese con i primi passi.
Non avevo mai notato lo sviluppo dei suoi muscoli, e non posso fare a meno di pensare che sia diventato dannatamente sexy.
“Che fai, hai intenzione di rimanere lì tutto il tempo a guardarmi?” grida, facendomi vergognare come una ladra.
“Si, sto bene qui” mi metto a braccia conserte.
“Non penso proprio. E’ arrivato il momento, forza” scivola come Flash verso di me, mi prende delicatamente le mani e mi fa staccare dal bordo.
“Shawn Peter Raul Mendes, ho detto di no! Non voglio” piagnucolo.
“Accidenti, Julia. E’ una pattinata sul ghiaccio, non stai andando in guerra!”
“Oh no infatti…andare in guerra sarebbe molto me…” non riesco a finire la frase che scivolo di nuovo addosso a Shawn, stavolta cadendoci sopra.
Scoppiamo a ridere rumorosamente, attirando l’attenzione di tutti. Restiamo a terra per qualche minuto, guardandoci negli occhi.
I nostri visi sono fin troppo vicini, talmente tanto che riesco a sentire il suo respiro caldo sulla mia bocca.
Le mie guance vanno a fuoco. Chiamate i pompieri!
“Sei arrossita”  sussurra, mentre mi sfiora le guance con la punta delle dita. Che sta facendo?
“Sarà…sarà sicuramente il freddo” balbetto, sentendomi a disagio.
Inizia a nevicare, e Shawn non perde occasione per sistemarmi delicatamente il mio ciuffo ribelle dietro le orecchie.
“Alziamoci, o congeleremo” dice sorridendo, per poi farmi alzare.
“Forse è meglio andare, si è fatto tardi” affermo, guardando l’orologio. In realtà non è tardi, ma dopo questa caduta voglio soltanto correre a casa e nascondermi da tutti.
Ultimamente i miei sentimenti per lui sono cambiati. Gli voglio bene, ma in maniera davvero esagerata. Penso a lui continuamente e ogni volta che lo vedo mi batte forte il cuore.
Shawn annuisce leggermente dispiaciuto, mentre ci avviamo verso l'uscita della pista e prendiamo le nostre scarpe.
Una volta tolti i pattini, li posa sul bancone della casetta dove sono gli addetti e paga.
Salutiamo e ci incamminiamo silenziosamente verso casa.
Il tragitto è piuttosto taciturno. L’umore di Shawn è cambiato improvvisamente: da dispiaciuto è passato ad arrabbiato. E non riesco a capire perché.
Una volta arrivati, mi stringo di più nella giacca per il freddo e decido di rompere il silenzio.
“Hey, va tutto bene?” chiedo, quando ci fermiamo davanti al suo vialetto.
“Si” risponde secco, senza guardarmi. Brutto segno!
“Shawn, ti conosco troppo bene, so che menti. Cosa ti prende?”
“Ecco…c’è una cosa che non ti ho detto” cerca le parole, ma senza risultato.
“Che c’è che non va?” domando ancora, ignara di quello che sta per dirmi.
“C’è che…devo partire” quasi bisbiglia, incollando gli occhi ai miei. I suoi sono rossi e pieni di lacrime.
“Cosa?” sono attonita, è come se qualcuno mi avesse lanciato un secchio pieno di acqua gelata addosso. Ancora più impressionanti sono i suoi occhi spaesati e commossi. Non l’ho mai visto così.
“Si, Juls, parto per il mio primo tour mondiale” sussurra, con la testa bassa.
“Ma…siamo cresciuti insieme, io…non puoi lasciarmi così!” grido, senza essermi accorta di star piangendo.
“Juls” altre lacrime scendono amare dai suoi occhi, rigandogli le guance.
“Perché non me lo hai detto prima, eh? Pensavi di sparire senza farmelo sapere?” sputo con rabbia.
“No, niente di tutto questo…è che…avevo paura della tua reazione! Di questo…” stringe la mascella e abbassa lo sguardo stringendo i pugni.
“E’ il mio sogno Juls, da sempre…e non voglio che questo cambi le cose” si passa le mani tra i capelli e comincia a camminare avanti e indietro. Non l’ho mai visto così agitato. E’ sempre stato un tipo fin troppo calmo.
“Pensi davvero che non cambi nulla, Shawn? Davvero?” dico, con il labbro che mi trema.
“Juls, tu non capisci” scuote la testa avvicinandosi a me.
“Non voglio impedirti di realizzare il tuo sogno” continuo, con voce flebile.
“Avrei voluto soltanto che me lo avessi detto prima, tutto qui. Sono la tua migliore amica e non avrei dovuto essere l’ultima a sapere che te ne andrai a chissà quanti cazzo di chilometri lontano da qui” concludo.
“Io stavo solo trovando il momento giusto per dirtelo” dice con la voce rotta, mentre si stropiccia l’occhio sinistro. Il suo occhio pigro. E’ adorabile.
“Quanto manca alla partenza?” si guarda le mani, ma non risponde.
“Shawn” lo supplico.
“Una settimana” sussurra, continuando a non guardarmi.
Non posso credere che mi abbia tenuta nascosta una cosa del genere. E’ come se il mondo intero mi stesse crollando addosso.
Prendo velocemente la borsa che ho poggiato a terra e faccio per andarmene, ma Shawn mi blocca da un braccio e mi tira verso di lui. In una frazione di secondo mi ritrovo con il volto immerso nel suo petto, che sento muoversi velocemente a causa dei singhiozzi.
“Volevo trovare il momento giusto, Juls…non volevo farti soffrire” dice tra i miei capelli.
Al suono di queste parole, il mio cuore perde un battito. Rimango completamente immobile, stretta tra le sue braccia, mentre lui appoggia il mento sulla mia testa.
Ho sempre pensato che fosse una delle persone più forti del mondo. Mi ha sempre difesa e protetta. Ma ora, ai miei occhi, appare come un cucciolo indifeso.
“Scusa” soffia sui miei capelli.
La mia rabbia sta svanendo. Non so perché, ma con lui non riesco a stare con il broncio per più di dieci minuti.
“Sai, mi mancherà tutto questo” sospiro.
“Perché suona come un addio?”
“Sembra un addio?” mi metto a ridere, ripensando al tono con cui l’ho detto, mentre lui piagnucola un “Si” a bassa voce.
Lo stringo il più forte possibile a me.
“Shawn” lo chiamo.
“Mh?” sento vibrare il suo petto sotto la mia guancia.
“Mi prometti” respiro profondamente il suo odore “mi prometti che non cambierà niente tra di noi? Promettimi che quando tornerai, saremo gli stessi di sempre” lo supplico.
Sento il suo respiro fermarsi per un secondo, mentre mi stringe ancora di più.
“Te lo prometto” giura.
“Tu sarai qui ad aspettarmi?”  sussurra, provocandomi un brivido lungo la schiena. 
Annuisco prontamente contro il suo torace.
Io ti aspetterò sempre, dovesse volerci una vita intera.



 
SONO TORNATA! 🎉
Come state? Io bene. Sono completamente fuori di testa per Shawn Mendes, e mi è venuta in mente questa storia pensando a come sarebbe se fossimo amici e lui si innamorasse di me (magari) 😍
Penso troppo a quanto lui corrisponda all'uomo dei miei sogni, quindi ho pensato di trasferire i miei pensieri e le mie sensazioni in questa FanFiction 😊
Spero vi piaccia e, se non le avete già lette, vi consiglio di raggiungere anche le altre mie due storie sui One Direction 
😊
Grazie! 💗
xoxo
G
  
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