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Autore: darken_raichu    26/11/2018    1 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ansa di Giratina, 14/07/4783, circa le 18
Marsh saltò di lato, schivando un Lanciafiamme di fiamme viola. In realtà, tutto ciò che riusciva a vedere del Lanciafiamme era il riflesso viola sul ponte della nave.
“Quanto ancora posso andare avanti prima che mi colpisca?” Si chiese Marsh, guardando la scottatura sul fianco, risultato del Fuocobomba che l’aveva quasi colpito.
“Siamo troppo in svantaggio. Se guardiamo le fiamme finiamo ipnotizzati, e se non lo facciamo è solo questione di tempo prima di…” Interruppe il pensiero e scagliò un’Idropompa davanti a sé, tenendo gli occhi chiusi. Sentì lo sfrigolio delle fiamme di un Fuocobomba che impattavano con l’acqua dell’Idropompa.
La sua unica fortuna, per il momento, era che il ponte bagnato rifletteva le fiamme mentre si muovevano verso di loro, dandogli qualche secondo per rispondere.
“Ma per quanto possiamo andare avanti?” Si chiese, fissando Rose di sottecchi. La Pokémon era nella sua stessa situazione, intenta a controllare il riflesso sul ponte e schivare gli attacchi.
“Andiamo, pensa Marsh!” Si disse “Deve esserci una soluzione! Non è concepibile che esista un potere del genere senza punti deboli! Vivremmo tutti sotto il dominio degli Chandelure a quest’ora se non fosse così!”
Ripensò a Lamp, ma non gli venne in mente nulla di importante che il Pokémon avesse detto a riguardo. Le fiamme dei Litwick e Lampent potevano assorbire energia a comando, ma non facevano cadere sotto ipnosi come quelle degli Chandelure.
“Come ha fatto a non dirmi nulla! No, in effetti non è un’abilità comune, non è colpa sua. D’accordo, riflettiamo.” Pensò, saltando di lato appena in tempo “Le fiamme normali sono più calde, ma non ipnotizzano. Questo è quello che mi ricordo. Il che spiega perché riesco a spegnerle facilmente con i miei attacchi.” Il suo cervello ormai andava a tutta velocità, facendogli ignorare i rumori intorno. L’unica cosa che teneva d’occhio erano le fiamme viola. Che in quel momento erano concentrate su Rose. “Se non sono così calde, vuol dire che forse…”
Era un’idea assurda, e pericolosa, ma se avesse avuto ragione, avrebbero potuto avere la meglio.
“Se ho torto, sono morto.” E così pensando si lanciò in avanti. Puntò lo sguardo sul riflesso viola sul pavimento, dove sapeva si trovava Chandelure, poi lo afferrò. Sentì la forma circolare e il grido dello Spettro.
“Prima che diventi intangibile…” Seguì la forma della sfera verso l’alto, trovò l’apertura, da cui sentiva uscire la fiamma principale del Pokémon.
Spalancò la bocca e lanciò un’Idropompa a tutta forza… ma la sentì scrosciare sul ponte, mentre non sentiva nulla. Aprì gli occhi e si trovò a guardare lo Chandelure, intento a tirare un sospiro di sollievo. Poi quello ruotò e lo scagliò via.
Rose si avvicinò «Che cosa volevi fare?!» Gli chiese.
«Se le sue fiamme sono a bassa temperatura, dovrei riuscire a spegnerle bagnandone la fonte, cioè l’interno del corpo. Ma non posso farlo se diventa intangibile.»
Rose fece per dire qualcosa, ma subito dopo si scansò trascinandolo via di peso, mentre un Lanciafiamme colpiva il punto dove si trovavano fino a un momento prima.
«Mettiamo tu abbia ragione. Quello che ti serve è un’apertura, giusto?»
Marsh annuì. Rose tirò un sospiro di sollievo «Te ne creerò una. Ma se non ce la fai, probabilmente perderemo.»
«Non penso ci sia scelta.» Commentò l’altro, sorridendo. Rose sorrise di rimando.
«Stai crescendo, vice-capitano.»
 
Chande sospirò. Perché doveva sprecare il proprio talento, e il proprio tempo, per affrontare questi sciocchi? Lui, che era di fatto degno del trono di Spettria, si trovava a combattere piratucoli da strapazzo per il controllo di uno stupido fiume.
“L’unico che rispetto di questa marmaglia è Goodra.” Pensò, lanciando un Fuocobomba verso la Roserade, che si stava avvicinando.
Il Marshtomp era dietro di lui. Se pensava di coglierlo alle spalle, doveva fare di meglio. Aveva avuto un’intuizione fortunata, ma Chande non era certo tanto stupido da lasciargliela usare.
Gli Spettri non usavano di solito la propria intangibilità in battaglia. Dato che era impossibile attaccare fintanto che essa era attiva, eccetto che tra Spettri, non era considerata nulla più che una tecnica di fuga, o per schivare un singolo colpo che si riusciva a prevedere con esattezza. Ma per chi aveva le Fiamme Viola, la situazione era diversa.
“Grazie al mio dono, posso fare pieno uso delle mie capacità di Spettro. Non sarà un Marsh ad eliminarmi.”
Sentì il Pokémon caricare a lunghi passi verso di lui. Si scanso di lato, ma lo sentì ancora correre verso di lui. Quando si sentì toccare, sorrise, e cominciò di nuovo a rendersi intangibile.
 
Marsh sapeva che da un momento all’altro il Pokémon si sarebbe reso intangibile, e lui con esso. Perciò fece l’unica cosa possibile.
Sapeva che c’era un modo per bloccarlo. L’aveva imparato allenandosi con Lamp.
Perciò cancellò l’Idropompa e usò Gelopugno sulle zampe aperte che trattenevano il Pokémon Spettro. Le fiamme palpitarono, ma stavolta il Pokémon non diventò intangibile.
“Le mosse non smettono di essere tangibili. Come l’acqua dell’Idropompa. E se uso una mossa fisica, allora anche i corpi con cui è in contatto non possono diventare intangibili, fintanto che la mossa ha effetto. Questo è il motivo per cui gli Spettri non possono usare questa loro capacità per schivare ogni singolo attacco.”
«Piccolo… Lasciami andare!» Gridò Chande «Vediamo se riesci a resistere.» E un’onda di calore divampò dal Pokémon. L’Ondacalda avvolse Marsh, ma il Pokémon non mollò.
«Lasciami!» Gridò lo Spettro, scagliando una seconda Ondacalda, l’aria che si scaldava sempre di più. Persino il ghiaccio del Gelopugno si stava ritirando, ma Marsh non mollò. Sentiva i polmoni riempirsi di aria calda, l’umidità che lo ricopriva asciugarsi, ma non mollò.
«Lasciami andare!» Tuonò Chande, usando ancora Ondacalda. Mentre la temperatura saliva, Marsh ripensò all’ultima volta in cui si era trovato in una presa. Solo che l’ultima volta, quello preso era lui.
“Strana la vita. Sono entrato nel Gruppo per caso, più perché volevo essere d’aiuto che per altro. Sono finito a combattere ad Aeria, ad Oscuria e ad Espia, e sono diventato un pirata. E tutto ciò in quanto, un mese e mezzo?”
Il pensiero era quasi assurdo. Un mese e mezzo prima, lui e Toto stavano…
“Già, cosa stavo facendo? Cosa facevo prima di tutto ciò? Sembrano passati anni.” Sentiva la sua pelle surriscaldarsi, ma in risposta intensifico l’energia delle zampe. Il ghiaccio riprese ad espandersi “Caldo… Quanto è passato da quando ho avuto così caldo? No, non è mai successo. Anche questo caldo è qualcosa che non conoscevo un mese e mezzo fa.”
«Lasciami!» Gridò lo Chandelure, ma la temperatura non salì. Marsh si trovò a sorridere.
“Toto, ho imparato un sacco di cose in questo tempo. E tu? Hai visto qualcosa di nuovo? Io ho conosciuto tanti Pokémon…” Sapeva in fondo alla mente che stava per mollare, e quando l’avesse fatto sarebbe svenuto e, probabilmente, morto. Quei pensieri su Toto erano solo l’ultimo tentativo di tenersi sveglio mentre il calore riprendeva ad aumentare.
“Devo resistere. Devo farlo per Pokémos. Per i miei compagni. Per Toto. Per Laghia. Per Rose.” E in quel momento sorrise.
«Lasciami andare!» Gridò ancora lo Chandelure.
«Sai, mi hai colpito un sacco di volte.» Riuscì a mormorare Marsh con voce roca «Ma ti sei dimenticato che non sono solo.»
E in quel momento una Velenpuntura colpì Chande. Mentre quello cercava di rivolgere la propria mente, Marsh si mosse quasi come una macchina. Liberò il Gelopugno, aprì la bocca e scagliò Idropompa. Ci fu un gorgoglio, poi la luce viola che aveva visto dietro le proprie palpebre fino a quel momento sparì.
Subito dopo sentì il grido dello Chandelure e l’impatto di diverse Velenpunture. Crollò all’indietro, esausto.
“Già, ho trovato tante cose per cui vale la pena vivere in questo viaggio. Ma una sola mi rende davvero felice.”
E tutto si fece nero.
 
Ansa di Giratina, nave di Purugly, 14/07/4783, circa le 18
Crult bloccò la Nottesferza incrociando quattro tentacoli, e rotolò all’indietro sul ponte. Poi, da quella posizione che a molti sarebbe parsa assurda, scagliò una Velenpuntura, usando uno dei tentacoli posteriori. Purugly però la parò con un una Lacerazione.
«Uno solo?» Chiese la Pokémon «Potrei offendermi.»
«Non me ne avete lasciati molti con cui lavorare.» Replicò il Pokémon, ruotando e lanciando due tentacoli carichi di Velenpuntura. La Pokémon ne schivò uno e parò l’altro con Lacerazione come prima.
“Non così pochi.” Pensò la Pokèmon “Sta andando al risparmio, usandone solo uno o due.” Purugly si guardò intorno. La Simipour e gli altri Pokémon stavano lentamente portando i suoi a un pareggio. La sua battaglia rischiava di protrarsi troppo a lungo. “Sono veramente inutili.” Pensò la Pokémon.
Purugly odiava combattere. Non che fosse poco abile, ma preferiva lasciare queste cose ai suoi seguaci. E per questa missione si era preparata bene, portandosi dietro anche Chandelure, il braccio destro di Goodra, e prendendone in prestito il territorio e le basi. Eppure alla fine quegli sciocchi non erano serviti a nulla.
“Ho poco da recriminare, la colpa è anche nostra. Avremmo dovuto far fuori Crult subito, invece di farne un esempio vivo.” Rifletté la Pokémon. Poi colpì, e uno dei tentacoli di Crult sparì nel fiume. Il Pokémon sembrò ignorare il colpo, ma Purugly sorrise.
“Non possono essere già ricresciuti tutti, e probabilmente qualcuno non spunterà più. Gliene restano venti, trenta al massimo.” Pensò, trionfante. Se era così, non doveva temere una pioggia di colpi come quella che avevano dovuto affrontare quando l’avevano catturato la prima volta.
Crult saltò, spingendosi con i tentacoli posteriori, e una Fangobomba scese dall’alto su Purugly, che però si scansò agilmente di lato.
La Pokémon si girò per tornare a guardare l’avversario, ma solo in tempo per vedere tre tentacoli, carichi di Velenpuntura, colpirla al petto. Arretrò, l’aria che usciva dai polmoni, ma il danno non sarebbe bastato a sconfiggerla.
 
Simipour balzò di lato. Il grosso dei nemici era impegnato a combattere con i suoi, perciò se fosse riuscita ad aprirsi un varco, andare in aiuto di Crult non sarebbe stato impossibile.
L’unica cosa da fare era sconfiggere l’Aggron davanti a lei.
Il Pokémon sorrise, lanciando un Ferrartigli e colpendo con il braccio destro. Simipour si scansò all’indietro, mentre il colpo avversario apriva un buco nel ponte.
«Arrenditi e ti risparmierò la vita.» Commentò la Pokémon.
L’altro scoppiò a ridere, poi ruotò, colpendo con Codacciaio. La spazzata arrivò quasi a Simipour, ma la Pokémon saltò giusto in tempo, per poi scagliare un’Idropompa. L’ondata d’acqua spinse indietro l’Aggron, ma non causò grossi danni.
Simipour si guardò intorno e sorrise, cominciando lentamente a muoversi verso destra. L’Aggron non la perse di vista. Quando la Pokémon si fermò, sorrise. Come aveva previsto, un secondo dopo la Pokémon preparò un attacco.
Il Pokémon si lanciò in avanti con Metaltestata… e capì di aver fatto un errore. Il Geloraggio non colpì lui, ma il terreno che aveva davanti. Già presa velocità, il pokémon si trovò a scivolare in avanti. Con un balzo Simipour si scansò di lato.
Fu solo a quel punto che l’Aggron si rese conto che la Pokémon non si era spostata per scegliere uno spazio migliore… ma per avere il parapetto alle spalle. Il pokémon lanciò un grido, ma la sua massa e la velocità a cui si stava muovendo fecero tutto da sole. Il parapetto si spezzò, schegge di legno che volavano ovunque, e l’Aggron precipitò nell’acqua sottostante.
Simipour tirò un sospiro di sollievo, poi si lanciò in avanti. Prima che Purugly la notasse, colpì con Idropompa il fianco della Pokémon, colpi subito seguiti da una pioggia di Velenpunture.
La Pokémon comprese che era la fine.
 
Nave dei Pirati del Re d’Oro, Ansa di Giratina, 14/07/4783, circa le 18
Lickylicky saltò sulla nave, sorridendo. Davanti a lui, il ponte era ridotto a un disastro. Pokémon privi di conoscenza o peggio giacevano ovunque. Il parapetto era crepato in diversi punti, e l’albero si era inclinato.
Ma davanti a lui si stagliavano una decina di Pokémon, guidati da un Aggron completamente dorato.
«Gronag il Dorato.» Disse Lickylicky, sorridendo.
L’Aggron non rispose subito. Poi scoppiò a ridere «Lickylicky, quanto tempo.»
«Troppo. Da quando hai deciso di unirti alla Fratellanza.»
«Purugly meritava il mio rispetto.» Rispose il Pokémon.
«Ne sono certo.» Replicò il Lickylicky «Non sono qui per questo. Vedo che non hai cambiato la tua dieta.»
Di solito, gli Aggron non mangiavano altro che ferro o acciaio. Ma nutrendosi di metalli diversi, la loro armatura ne acquisiva lentamente le capacità. E Gronag il Dorato, come il nome lasciava intendere, mangiava oro.
«Non vedo il motivo. Ci sono dei vantaggi non da poco.»
Licklylicky ridacchiò. Tra i tanti usi dell’oro, mangiarlo non era mai stato in cima alla sua lista. Poi si rifece serio «Veniamo al sodo, che vuoi fare? Sei in svantaggio numerico, Crult sta probabilmente facendo fuori Purugly, e quando accadrà chi le rimarrà fedele finirà a mollo. Se vuoi salvarti, questa è la tua occasione.»
Aggron sorrise, poi si mise in posizione da combattimento.
«Uno contro uno. Fammi arrendere.» Disse quello.
«Non chiedevo di meglio.»
Lickylicky rotolò in avanti. Aggron spazzò il terreno con Codacciaio, ma il pokémon balzò, usando la lingua per spingersi oltre il colpo. Ma all’atterraggio trovò ad attenderlo un Ferrartigli: l’Aggron si era girato, velocissimo, e aveva colpito.
«Già, l’oro è leggero.» Pensò Lickylicky, arretrando. Poi si lanciò nuovamente alla carica. Stavolta, quando arrivò la coda, decise invece di deviare a destra. Continuò a girare intorno all’avversario, e si lanciò in avanti. Con soddisfazione sentì l’impatto contro l’armatura d’oro, spingendolo all’indietro. Aggron colpì con Ferrartigli, ignorando il colpo, ma Lickylicky stavolta lo schivò, anche se per un soffio.
Gli scambi successivi furono rapidi. Il rumore dell’impatto tra Lickylicky e l’oro si alternavano con i Ferrartigli che colpivano il corpo del Lickylicky. Il Pokémon sorrise.
«Forte come al solito, eh, Lickylicky?»
«Resistente come al solito, eh Gronag?» Replicò l’altro, sorridendo a propria volta, mentre gli rotolava addosso. Gronag rispose con un Ferrartigli… ma il braccio non rispose.
«Non hai notato la Leccata?» Chiese Lickylicky, colpendo con Facciata.
«Hai finto di rotolare e hai usato Leccata?» Chiese il Pokémon. Poi Lickylicky impattò, scagliandolo all’indietro. L’Aggron crollò sul ponte e il suo corpo non rispose, permettendo a Lickylicky di finire lo scontro.
«Va bene, hai vinto!» Esclamò il Pokémon.
Lickylicky sorrise e si alzò, allungando la zampa verso di lui «Alla buon’ora.»
 
Due ore dopo, il fumo sceso sull’Ansa cominciò a diradarsi. Mentre gli ultimi fuochi si spegnevano lentamente, quello che i presenti si trovarono davanti fu uno spettacolo mostruoso. Decine e decine di navi affondate ancora chiaramente visibili, di cui sporgeva solo un albero maestro o la prua. Alcuni navi stavano avanzando alla deriva, l’equipaggio completamente annientato.
Era stata una vittoria se si considerava che Crult e Simipour erano riusciti ad uccidere Purugly e Marsh e Rose avevano fatto fuori Chande, ma era una sconfitta se si considerava la quantità di navi perse. I superstiti nemici erano fuggiti, chiaramente perché avevano un piano preparato in anticipo per non essere catturati come Staraptor.
Zong era disperso, come la sua nave. Si sperava fosse finito alla deriva, e fosse incagliato da qualche parte lungo il Draak, ma nessuno era ottimista. Crobat, il secondo di Wamps, era ferito gravemente e non si sapeva se ce l’avrebbe fatta. E molti, molti altri erano stati divorati dal fiume.
Troppi, forse, per continuare quella guerra.
  
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