La segui da molto tempo.

L’hai incontrata per la prima volta fra le ombre del bosco, dove era venuta a giocare. Forse perché era ancora una bambina dagli occhi puliti, tuttavia hai avuto la sensazione che potesse vederti: un’ombra più cupa delle altre, un movimento inspiegabile, un sussurro.

La segui da allora, in attesa.

Non sai di cosa. Nemmeno a te è chiara la tua natura. Nemmeno tu sai cosa vuoi ottenere da questa creatura fragile, innocente, mossa dall’istinto travestito da logica.

È una bambina allegra. Gioca con i suoi amici, disegna, parla gesticolando, si sporca con piacere, raccoglie fiori in primavera e ghiande in autunno. Sei con lei per tutto il tempo. La osservi ridere e piangere e a volte vorresti poterlo fare anche tu. Vorresti che anche lei guardasse te.

A volte riesci ad attirare la sua attenzione con un alito di vento o un guizzo di luce, però il suo sguardo ti scavalca sempre. I suoi occhi si fanno meno puliti di giorno in giorno. Stare con i suoi simili la sta facendo diventare come loro, ma supponi sia la natura delle cose.

Sei con lei quando scopre che il suo mondo da bambina non è perfetto. Avverti il suo odio per la vita che l’ha delusa come se fosse tuo. Ne puoi quasi sentire il sapore amaro e l’odore pungente.

Sei con lei quando scopre l’ebbrezza della ribellione.
Sei con lei quando scopre il piacere della carne.
Sei con lei quando scopre il peso della solitudine; sebbene tu sia sempre insieme a lei.

Continui a seguirla.

La vedi completare questo ciclo della sua esistenza e cominciarne un altro. È una bambina con l’aspetto di donna. È convinta di sapere tutto ciò che c’è da sapere, quando il sapere è sconfinato e inesauribile. È un concetto così semplice che perfino tu lo comprendi, ma lei è diventata brava a decidere cosa vedere.

Non si volta più nella tua direzione. Non fa nemmeno più caso ai tuoi tentativi di attirare la sua attenzione.
In compenso ha preso a sognarti.

Ora che è circondata da persone che la fanno sentire più sola che mai, ti chiama bisognosa nel sonno. Le vai incontro anche se non sa perché ti chiama, anche se ancora non sai cosa vuoi da lei.

Ogni suo sogno ti dona un aspetto diverso. A volte un incubo, a volte un ricordo, a volte un desiderio. È bello. Ti piace essere sognato da lei. È il primo “sentimento” che ti fa provare, una cosa che all’inizio riconoscevi in lei ma a cui non riuscivi a partecipare. Ti chiedi se sognandoti ti stia rendendo più simile a lei.

È una bambina in un corpo di donna quando quasi si spegne.

L’hai vista allegra e ignara, rancorosa e spaesata, l’hai vista arrendersi, l’hai vista lasciare che il tempo le scorra addosso. È poco più che un’ombra ora; come te.

Forse sei riuscito a renderla un po’ più simile a te, standole vicino, venendo ospitato nei suoi sogni, toccandola, respirandola, comprendendola, facendola tua tanto quanto lei ti ha fatto suo quel giorno nel bosco.

La vedi sola in una stanza sommersa di vestiti, scatole, fogli, spazzatura e mille altre cose di cui non le importa. La vedi fingere che sia tutto a posto e nel frattempo spegnersi ad ogni respiro.

Non sai cosa vuoi ottenere da lei ma aspetti.

A breve andrà a dormire e potrai―.



N.S.S.
Roba che vomito fuori pensando di essere perseguitata da qualcosa. Non che sia raro, in Giappone: ho almeno altri tre compagni di classe che sostengono di aver incontrato fantasmi e affini da quando sono qui.
La cosa triste è che sono troppo impegnata e troppo sola per preoccuparmi di avere compagnia :T