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Autore: Mangakarjiuana    27/11/2018    1 recensioni
-dal testo-
Le loro strade si sarebbero divise, e la pallavolo non sarebbe mai più stata la stessa.
Loro non sarebbero mai più stati gli stessi.
Perchè non era solo quello sport a legarli. . . il legame che avevano tessuto filo dopo filo in questi tre anni andava per oltre la pallavolo. . . aveva intrecciato le loro anime inesorabilmente, e non vi era modo di spezzare quel filo.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: sinceramente, è strano per me fare storie di questo genere. . . ma ne sono sommamente soddisfatta, direi. E' nata perchè avevo appena finito di riflettere sul fatto che anche io lascerò tutti i miei amici -coff, coff, e non solo- tra poco, perciò ho pensato a come due idioti potessero affrontare una situazione simile e. . . be', onestamente, pensavo venisse fuori demenziale, invece è fluffosa e. . . nulla, sto piangendo. Spero possa piacere anche a voi.
Coppie: Kagehina/ Kageyama x Hinata
OOC: Non credo, ma va comunque considerato che sono passati due anni, quindi è cambiato qualcosa nel loro rapporto. . . suppongo (?)
Avvertimenti: Potrebbe esserci un sequel e/o un finale alternativo, se mi gira.
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Erano seduti al loro solito punto d'incontro, senza dirsi una parola.

Era notte, precisamente, la notte prima del giorno in cui sarebbero partiti per l'Università.

Quei tre anni erano volati, ed ora le loro strade si dividevano: Kageyama sarebbe andato oltre oceano, richiamato da un'importantissima associazione di pallavolo che intendeva allenarlo per renderlo 'il Giappone' così come Hinata aveva chiamato Ushijima tempo prima quando l'aveva visto indossare la giacca con il nome del loro paese che adesso avrebbe avuto Tobio; mentre Hinata sarebbe andato ad un'Università nella prefettura di Tokyo che aveva una buona squadra di pallavolo, anche se nulla di che.

Non sarebbero più stati l'uno le ali dell'altro.

Hinata sapeva di non poter volare senza Kageyama.
Se non vi era lui, non poteva nemmeno intravedere la vetta.
Non senza le sue ali.

Kageyama, invece, era ovviamente un talentuosissimo alzatore, che avrebbe fatto carriera senza fatica.

Lui aveva le ali per volare alto.
. . .però non avrebbe avuto nessuno da stringere per farlo volare con le proprie ali.

Nessuno che scaldasse il suo cuore, che nemmeno le sue ali riuscivano a proteggere dalla freddezza che se ne impadroniva.

Le loro strade si sarebbero divise, e la pallavolo non sarebbe mai più stata la stessa.
Loro non sarebbero mai stati gli stessi.

Perchè non era solo quello sport a legarli. . . il legame che avevano tessuto filo dopo filo in questi tre anni andava per oltre la pallavolo. . . aveva intrecciato le loro anime inesorabilmente, e non vi era modo di spezzare quel filo.

"Hoi, idiota. . ."
Il tono di Tobio era incerto, ma bastò per far voltare Shouyo nella sua direzione.
". . . Hai cambiato numero, giusto?"

Hinata piegò il capo di lato.
"Come lo sai?"
"Tsk! Deficiente! Ti ho chiamato una ventina di volte al giorno! Sei un idiota, ma non fino a questo punto, no?"

I due arrossirono quando si resero conto di quel 'ti ho chiamato una ventina di volte al giorno', e voltarono i visi.
"Come sapevi che sarei venuto qui?"
Gli chiese in un soffio il rosso.

"Non lo sapevo. Ma avevo bisogno di pensare, e qui mi riesce bene"
Era proprio il destino, pensò Hinata.

"Tu che pensi? Ne sei capace?"
Ricevette un'occhiata di fuoco, che riuscì solo a farlo sorridere con malinconia, e non ebbe di certo l'effetto di intimorirlo. Ormai conosceva quel ragazzo e non ne aveva più timore come accadeva all'inizio. . . be' la maggior parte delle volte non ne aveva paura.

"Anche io sono qui per pensare"
"Se ti rigirassi il tuo commento?"
"Ha ah ha, esilarante Kageyama, davvero"
Disse Shouyo scuotendo il capo con indignazione.

Sospirarono entrambi.

"Visto che tu non sembri volerne parlare. . . questa è l'ultima volta che ci vedremo, lo sai, vero?"
Hinata abbassò il capo ed annuì.

Lo sapeva perfettamente, ma non voleva ricordarlo in alcun modo.
Non mentre era ancora lì con lui.

"Non dovrò più sopportarti ogni giorno"
Disse con voce rotta, che anche lo stesso Kageyama percepì.

Si avvicinò appena, sfiorando le dita dell'altro, che le ritirò non appena se ne accorse.
Non doveva.
Non quando mancava poco meno di qualche ora.

Tobio si voltò.
"Hai intenzione di tornare per le festività?"

Il ragazzo annuì
"Mia madre me l'ha quasi imposto. Chissà come ha accettato di farmi convivere con Kenma"
Disse con una risata nervosa, che scemò lasciandogli un sapore amaro sulla lingua. Il ragazzo dagli occhi cerulei si costrinse ad ignorare il fatto che sarebbe andato a vivere con l'alzatore della Nekoma, anzhe perchè lo sapeva. Non che l'avesse accettato, ma non poteva di certo passare per il fidanzatino geloso, dicendoglielo. . . non erano nemmeno una coppia.

"Tornerò anche io appena possibile. . . anche mia madre mi ha praticamente obbligato. Non si fida a lasciarmi vivere da solo in un appartamento"
"La capisco, nemmeno io mi fiderei"
Ricevette un'altra occhiataccia, che alla fina divenne più dolce.

"Senti. . . hai perso tutti i contatti, vero?"
Domandò, consapevole del basso QI del ragazzo, che probabilmente aveva cambiato scheda.
Shouyo annuì, come previsto.
"Kenma mi ha contattato subito via mail, quindi la maggior parte sono riuscito a riaverli, ma non tutti"
Tobio avvicinò la mano alla felpa e vi tirò fuori un blocchetto di post-it ed un paio di penne.

Va bene, forse poteva essere rimasto fuori alla finestra fino a sera tarda ed aver visto Shouyo scendere di casa per dirigersi verso quel muretto ed essere sceso anche lui con l'intenzione di chiedergli il nuovo numero.
"Vuoi. . . almeno il mio? Anzi, facciamo che anche tu mi dai il tuo, visto che probabilmente lo perderesti"
Hinata sobbalzò alla richiesta, ma poi sfoggiò un sorriso che se Kageyama fosse stato più lucido in quel momento avrebbe facilmente individuato come malinconico.

Cambiò espressione quanto più in fretta riuscì, corrucciandosi.
"Non prendermi in giro, scemo"
"Ehh, scemo a chi?!"
Si guardarono negli occhi lanciandosi saette, ma alla fine Tobio sospirò.
"'Sta sera no"
Strappò un foglietto e glielo passò insieme alla penna.
Poggiò il blocchetto sulla propria gamba e vi scrisse il numero, per poi strapparlo e porgerlo alla sua destra.

Nessuno prese il biglietto.

Guardò verso la direzione di Hinata e. . . non lo vide.
Sul muretto vi era il foglietto ripiegato su se stesso.
"Tch! Poteva almeno salutarmi! E poi perchè non ha preso il mio?!"

Aprì con stizza il foglio. . .
Rimase a fissarlo in silenzio, senza dire nulla.

Ad interrompere quel silenzio fu solo una lacrima che colpì l'inchiostro sul foglio, sbiadendolo.
". . . Idiota. . ."
Sussurrò tra i singhiozzi.

Su quel post-it non vi era alcun numero.

Solamente una scritta veloce, che in un'altra occasione avrebbe fatto sorridere di gioia Tobio, che avrebbe preso il piccolo rosso in braccio e l'avrebbe stretto a se, dicendogli che tante volte aveva voluto dirglielo senza poi trovare mai l'occasione giusta per farlo. Una semplice scritta; una frase formata da due parle e cinque lettere; una semplice frase avrebbe fatto rimpiangere a Kageyama la sua -anzi, la loro- stupidità ogni istante di ogni giorno per tutti gli anni a seguire: "Ti amo"





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Angolo rjiuanoso:

Riguardo a ciò che ho detto prima: potrei scrivere un sequel per parlarv delle loro vite oppure fare un finale altarnativo. . . o dirvi semplicemente cosa è successo dopo questo episodio.
Detto ciò, addio!
   
 
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