Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: RoriStark    28/11/2018    0 recensioni
E se il MACUSA Si fosse interessato personalmente alla scomparsa degli animali di Scamander? Chi meglio di Percival Graves avrebbe potuto gestire la faccenda? Ovviamente, non sarà solo..
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gellert Grindelwald, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Entrambi si materializzarono nell’appartamento di Graves, sembrava tutto in ordine come lo avevano lasciato e per il momento fuori in citta’ sembrava essere tornata un po’ di tranquillita’, tutte le bestiole erano nella valigia della magizoologa finalmente al sicuro, il resto era nella valigia di Newt che aveva deciso di portare con se’per prendersene cura prima di ridarla al legittimo proprietario. Graves sembrava pensieroso ma si sforzo’ a sorridere ad Agnes che ricambio’ un sorriso imbarazzato

“non volevo farti paura di nuovo”

“io dovevo fidarmi di te”


Disse lei facendo spallucce mentre poso’ a terra le due valige aprendole entrambe, guardo’ Graves con fare titubante, ma poi gli tese la mano che lui prontamente sfioro’ con la punta delle dita andando poi a stringerla delicatamente, la ragazza lo attiro’ a se’ stringendosi a lui che prontamente le accarezzo’ i capelli sulla nuca

“andra’ tutto bene, risolveremo anche questo caso e poi ce ne andremo in vacanza, che ne dici?”

“e’ un ottima idea..”


Agnes sorrise portando dietro all’orecchio una ciocca di capelli, poi fece cenno a Graves di aspettare. La strega scese dentro alla sua valigia e vi rimase per un paio di minuti, raggiunse le stanze dove vi erano sistemati gli “animaletti” di Newt. Per attirare lo snaso dovette creare una scia di monete e perline fino alla valigia del collega, per il Nundu la cosa fu piu’ semplice del previsto, la bestia sembrava aver preso in simpatia Agnes che lo accompagno’ alla valigia dopo essergli salita in groppa, dietro di loro c’era anche l’erumpent. Una volta sistemati per bene nella valigia di Scamander, la ragazza la richiuse con cautela e richiuse anche la sua e si scrollo’ un po’ di polvere e peli dalla gonna con un colpo di bacchetta. Poi si volto’ verso graves con un sospiro di sollievo, lui la guardava come se stesse osservando un tramonto, si avvicino’ di nuovo aiutandola a sistemarsi, mosse la mano sulla sua guancia cancellando i segni di fuliggine dal viso e con un altro tocco sparirono le foglie dai capelli,probabilmente aveva anche qualche drago in quella valigia che non aveva avuto modo di vedere.

“bene salvatrice…vogliamo andare?”

“dici che staranno bene ora?”


Graves annui’ appena stringendola a se’ lasciando che lei si appoggiasse a lui, prendendo finalmente un respiro di sollievo

“devi riposare, sei stanca morta, devi fare qualcosa che ti piace”

“a me piace aiutare quelle creature”



“ma non puoi correr loro dietro tutto il giorno, quindi adesso io ti porto in un posto che ti piacera’, che pero’ non ti fara’ correre a destra e a manca, ok?”

Disse con fare gentile mentre le massaggiava la nuca, le sfioro’ gli occhi con la mano libera come per invitarla a chiuderli, la ragazza senti’ il leggero trambusto che si sente quando ci si smaterializza, poi di nuovo senti’ una leggera brezza scompigliarle i capelli,risate di bambini e versi di animali. Quando apri’ gli occhi, si meraviglio’ di essere appena stata postata allo zoo

“che ne dici?”

Agnes si volto’ titubante verso Graves

“Percy e’ un idea carina ma…cosa diranno al MACUSA?”

“nulla dato che sono io il capo…dai, vieni”


I due presero a camminare lungo il sentiero vicino ai recinti degli animali. Agnes si guardava intorno meravigliata mentre si avvicinava a curiosare davanti ad ogni gabbia o vetrata, sembrava che anche gli animali babbani avessero un interesse nei suoi confronti.

“oh guarda Percy!”

La ragazza corse verso il recinto delle giraffe dove una piego’ il collo verso di lei e la giovane strinse il muso dell’animale al petto facendosi quasi sollevare. Graves si avvicino’ a lei per un attimo preoccupato, ma poi sorrise nel vederla cosi’ a suo agio con l’ennesima bestiola

“e’davvero bello vedere che anche i babbani si prendono cura delle loro creature…”

“molti babb…nomag…uccidono queste creature senza pensarci due volte”

“cosi’come molti maghi uccidono le creature del nostro mondo”

 
Disse calma lei

“non esiste bianco o nero, Percy, ci sono persone buone e persone cattive ovunque,possiamo solo sperare che in questo groviglio il grigio sia sempre un po’ piu’ chiaro…”

Disse tirando fuori una carota dalla borsa e dandola alla giraffa. Quando si affianco’ a Percy lui la prese per mano

“sai sempre come usare le parole giuste…e non e’ facile convincermi di qualcosa”

“questo lo so bene”

Disse lei ridacchiando

“Percival Graves l’uomo tutto d’un pezzo”

Continuo’ gonfiando il petto come per imitarlo, imitando anche il suo sguardo tagliente e l’espressione solenne, tanto da far scappare una risata al vero Percival Graves

“siamo tutti un po’ grigi, abbiamo tutti una parte oscura, ma sta a noi decidere quale parte far prevale…oh! Zucchero filato!”

Sotto lo sguardo divertito di Graves,Agnes corse ad un banchetto di zucchero filato, affacciandosi al bancone come una bambina in preda ad una fame chimica da zuccheri. Venne subito accontentata dall’auror che le porse un enorme nuvola di zucchero filato. Mentre camminavano, con discrezione, Graves faceva cambiare forma e colore allo zucchero filato di Agnes, la ragazza rideva divertita, una risata che squillava dolcemente nelle orecchie del mago che sembrava stufo di dover continuare a rispondere al nome di Graves. Qualcosa dentro di lui sembrava scalciare, voleva dire la verita’? Mai in vita sua aveva detto qualcosa di sincero, forse solamente ad un vecchio amico…Ma poi era arrivata lei.Ricordava di aver avuto visioni di lei, una piccola creatura sola a scuola, piu’ brava con gli animali che con le persone, ma triste, spaventata, ma senza un briciolo d’odio per chi le faceva del male.

sai…quando vedo te, vedo solo bianco, un immacolato bianco….come un piccolo cerbiatto nella neve”

“anche io ho i miei difetti, sai?”


Lui scosse il capo mentre osservava lei dar noccioline ad ogni animaletto che le si avvicinava allegro

“e sono bellissimi…”
 
Sussurro’ lui a bassa voce stringendola per la vita mentre con una mano fece apparire una collana con un ciondolo a forma di stella, era dorata e brillava come un diamante, senza dire nulla, mentre lei era girata, la collana fluttuo’ attorno al suo collo agganciandosi con grazia per poi posarsi sul suo petto.Agnes si volto’ lentamente con un espressione sorpresa sul viso

“tu vuoi davvero salvare tutti…tu sei la cosa piu’ bella che abbia mai visto…”

Si avvicino’ sfiorandole il viso con una mano

“vorrei vedere il mondo come lo vedi tu…eppure ancora non riesco a scappare dal mio,perche’ ho paura che se dovessi abbassare la guardia, qualcuno mi portera’ via la mia stella”

Le accarezzo’ piano il viso, posando la fronte sulla sua, la mano le carezzava il volto mentre Agnes continuava a sorridergli ingenuamente, come una bambina che non aveva del tutto appreso quel monologo, ma che era felice di quelle carezze, chiuse gli occhi, stringendo a se’ il mago

“io non vado da nessuna parte, Percy”

“e’ buffo….riesci sempre a vedere il buono in tutto e tutti”

Agnes fece spallucce senza smettere di stringere Graves, poi con spensieratezza lo riprese per mano e senza dire nulla continuo’ a camminare fino a che non si blocco’ all’improvviso. Senza dire nulla si separo’ dall’auror correndo verso una panchina

“accio cucciolo!”

Cerco’ di dire a voce ferma senza gridare, in un attimo riusci’ a salvare un cagnolino abbandonato che stava per essere travolto da un branco di studenti irrequieti. La ragazza afferro’ la bestiolina prima di essere vista, stringendola e controllando se addosso aveva un collare. Quel cucciolo somigliava molto ad un lupo, probabilmente era una razza babbana molto rara, sembrava un piccolo lupo bianco e gli occhi erano di due colori diversi, uno marrone ed uno color ghiaccio. Graves osservandolo inarco’ un sopracciglio sfiorando il muso della bestiolina

“credo l’abbiano abbandonato”

“tipico dei nomag”

“oh beh, c’e’ sempre spazio per un nuovo amico, vero?”

“lo metterai tra i tuoi animali? Ma non credi sia pericoloso?”


“gli animali non sono come noi Graves…per loro non esiste strano o normale, solo…diverso e diverso va bene…oh, sei un maschietto! Ti chiamero’ Beagan”

Graves scosse il capo portando una mano sulla nuca massaggiandola; quella ragazza non poteva essere vera, cosa diamine ci faceva li’ quella creaturina? Cosi’ indifesa in mezzo a quel mondo marcio, marcio come lui, quel mondo che voleva mettere a ferro e fiamme ma…come lo avrebbe guardato poi lei? Una volta conquistata la vittoria, cosa ne sarebbe stato di quella stella, in mezzo al sangue, alla guerra, alla morte…con che coraggio l’avrebbe piu’ toccata? Per un momento, solo per un momento, anche Gellert Grindelwald  spero’ di essere salvato. Sobbalzo’ quando vide la streghetta pronta con un piccolo guinzaglio per il cucciolo, era veramente preparata per ogni tipo di animale. La osservo’ mentre dalla borsa prendeva dei croccantini e li offriva in terra al cucciolo affamato mentre sorrideva radiosa come non mai, Graves si inginocchio’ accanto a lei mentre con una mano accarezzo’ la testa del cagnolino che scodinzolava felice, sorrise anche lui quando Agnes ricambio’ il suo sguardo e con una disarmante semplicita’ inclino’ il capo e disse dischiudendo le labbra rosse

“ti amo Percy..”

In quell’istante, Percyval Graves impallidi’ o meglio, Gellert Grindelwald fu colto dal panico piu’ totale. Rimase a guardare sbigottito la ragazza per diversi secondi, un minuto, due, tanto che lei gli passo’ una mano davanti agli occhi per capire se fosse ancora li’ o qualcuno gli aveva lanciato un incantesimo pietrificante, solo pochi istanti dopo le gote della ragazza si tinsero di rosso dopo essersi resa conto di aver parlato di nuovo senza filtrare le parole, era sempre cosi’ quello che sentiva nel cuore lo diceva ad alta voce, quasi cadde indietro tanto fu l’imbarazzo, ma Graves la sostenne in tempo con una mano mentre lei si copriva il viso

“Oh Merlino…io…io non volevo dirlo! Cioe’ volevo ma non….oh Morgana”

“Agnes…”


Due dita si aprirono appena per permettere alla ragazza di sbirciare in direzione del mago che prese un respiro profondo e le carezzo’ i capelli dolcemente, si morse il labbro inferiore guardando poi a terra pensieroso

“devo farti vedere una cosa”

Sussurro’ aiutandola ad alzarsi,prese delicatamente Beagan consegnandolo alla neo padroncina e la prese per mano entrando in un bagno chimico.

“Percy santo cielo, dobbiamo smaterializzarci proprio…”

Non termino’ la frase che di nuovo erano nell’appartamento dell’auror che intanto sembrava seriamente preoccupato e girava per le finestra alzando ed abbassando le mani senza dire la minima parola, la ragazza noto’ una barriera avvolgere la finestra, stava davvero castando degli incantesimi di protezione?

“Percy… mi preoccupi, che succede? ho…ho detto una cosa brutta?”

Chiese lei mortificata, forse si stava sbagliando, forse lo aveva detto troppo presto o forse aveva frainteso totalmente tutto, le gote erano sempre piu’ rosse e gia’ la strega stava lottando contro le fitte allo stomaco e al petto che le chiedevano di scoppiare a piangere, ma riusci’ a resistere finche’Graves non torno’ da lei prendendola per le spalle con entrambe le mani come per tranquillizzarla

“eih, non hai detto nulla di male…ma io non posso continuare a mentirti…”

“mentirmi?”


“ok, allora, prima di tutto…siediti, ok?”

Disse gentilmente baciandole la fronte ed accompagnandola verso la sedia della cucina le fece volare accanto una tazza ed una teiera che sembrava già calda, lui la fece accomodare e si sedette di fronte a lei incrociando le dita ed appoggiando i gomiti sul tavolo portò le nocche alle labbra sospirando mentre Agnes inclinò il capo più confusa che mai

“Percy..”

“aspetta un attimo,e’ quasi ora”

“ora di cosa?”


“e’ ora che tu sappia”

In pochi minuti, davanti a lei Percival Graves comincio’ a mutare, i suoi capelli si fecero chiari, quasi bianchi come il latte, la pelle ancora piu’ pallida, gli occhi avevano un Eterocromia magnetica, un occhio era di ghiaccio e l’altro era color cioccolato. L’uomo sospiro’ nuovamente posando infine le mani sul tavolo mentre osservava una Agnes dagli occhi sgranati, esterrefatta, incredula. Davanti a lei non c'era piu' Percival Graves, ma Gellert Grindelwald in carne ed ossa. L'uomo la osservava con fare preoccupato, i suoi lineamenti erano spi

“Piccola, io..

Non fini’ la frase che dovette castare un protego all’ultimo istante per fermare una padella dallo scontrarsi con la sua faccia, e poi una tazza, poi un piatto e infine un'altra pentola

“Dov’e’ Graves?? Cosa gli hai fatto??”

“Agnes, era una poli...”


Stavolta dovette bloccare una sedia

“lo so cos’e’ una polisucco!!sono stata a scuola!Leggo i giornali e la tua faccia e' ovunque! Ora dimmi dove hai messo il vero Percy o giuro che ti lancio tutto quello che ho in casa!!”

Quello che un tempo era Percival Graves, osservava quasi intenerito la reazione della ragazza che se ne stava su un angolo della cucina con il cucciolo che li osservava stupito, lei con una pendola ancora in mano, glie la puntava come se fosse stata la sua bacchetta ed in quel momento si chiese perche’ non la stava usando contro di lui, magari era troppo spaventata.

“sono sempre stato io, non hai mai conosciuto il vero Graves…hai sempre avuto me al tuo fianco, da quel giorno che volevo lanciarti la mia burrobirra”

“potresti avermi letto nella mente…sei un legilimens??”


“occlumens”

La ragazza si avvicino’ continuando a puntare la padella in faccia a Grindelwald che la osservava con un sopracciglio chiaro inarcato e le labbra increspate in un sorrisetto divertito, quella ragazza riusciva sempre a stupirlo in un modo o nell’altro

“dimostramelo!”

Lui annui’ piano mentre con una mano le abbasso’ la pentola e con l’altra le mostro’ la sua bacchetta

“dovresti usare questa contro di me”

“…io….accidenti non cambiare argomento!”


Grid’ mentre lascio’ cadere la padella afferrando quindi la bacchetta e puntandogliela addosso gli casto’ contro uno schiantesimo che venne prontamente bloccato, inutile dire che Grindelwald era un mago temibile, lei era indifesa davanti a lui ma non voleva darlo a vedere. L’uomo allungo’ una mano verso la tasca della ragazza

“Ragnar? Tu mi riconosci?”

Chiese piano mentre l’Occamy sbuco’ dalla tasca della ragazza inclinando il capo ed allegro scivolo’ sulla mano di Grindelwald accoccolandosi attorno al suo polso come un bracciale dai colori sgargianti. Nel vedere quella scena, la ragazza si lascio’ di nuovo cadere sulla sedia che intanto si era ricomposta dietro di lei, le braccia lasciate a penzoloni e l’espressione rassegnata

“porco Crup…ho appena detto ti amo a Gellert Grindelwald…”

"immagino tu sia pentita di averlo fatto.."

"no! no se quello che dice e' vero e sono sempre stata con lei..pero'...oh Merlino Merlino, e'  piu' ricercato di un unicorno parlante"


Borbotto’ portando le mani tra i capelli e ritrovando inconsciamente la sua fissa di dare del lei

“quindi signor Grindelwald…mi sta dicendo che era tutta una messa in scena?...lei….mi ha presa i giro? Non poteva limitarsi a castarmi addosso una maledizione senza perdono?”

Grindelwald sospiro’ mentre la teiera si riparo’ riempiendosi di nuovo, cosi’ come la tazza nel quale venne versato il te’. Grindelwald osservava la giovane con sguardo preoccupato mentre lei prendeva il te’ con le mani che ancora le tremavano, tanto che lui dovette aiutarla a tenere la tazza

“allora? Signor Grin…”

“ti prego, non chiamarmi cosi’,sono  Gellert…”


Agnes poso’ la tazza ed abbasso’ lo sguardo stringendosi nelle spalle e scuotendo il capo le lacrime presero a sgorgare lungo le sue guance, questo fu un altro colpo al cuore per Grindelwald, l’aveva fatta piangere di nuovo

“ah...giusto, ma e’ cosi’ strano….tu..sei  sempre stato Percy? Eppure ora e’ cosi’ strano..troppo strano..”

“ti fidi di me?”


Agnes lo guardò negli occhi per un istante , occhi diversi, totalmente diversi che la mandavano in crisi, era un uomo affascinante, ma era così strano , nemmeno la voce era la stessa. La ragazza triò su col naso non riusciva più a voltarsi, già’ era difficile con Graves a mantenere un contatto visivo, figuriamoci con Grindelwald. Guardava altrove, in un angolo della stanza mentre i capelli le scendevano ai lati del viso più pallido del solito, rimasero in silenzio per un paio di minuti, poi la ragazza si voltò di nuovo senza però alzare lo sguardo, annuì piano

“vieni qui, non ti faccio niente, non potrei mai, e te l’ho detto ricordi? Qualunque cosa accada..”

Agnes si alzò lentamente stringendo i pugni ed avvicinandosi alla figura di Grindelwald che le prese piano una mano facendole allentare la stretta, L’occamy sembrava a suo agio sulla manica dell’uomo, Aniel lo notò subito e questo sembrò tranquillizzarla

“chiudi gli occhi”

Sussurrò lui aiutandola a sedersi sulle sue gambe, sentì la ragazza irrigidirsi ed emettere un versetto spaurito, ma il mago le prese a massaggiare le braccia per farla rilassare

“non potevo continuare a mentirti, non a te..”

Lui la strinse piano a se’ mentre lentamente la ragazza sembrò rilassarsi

“continua a chiudere gli occhi”

“dicono che le tue parole ammalino intere folle…come faccio a sapere che tu non mi stia usando?”

“si’ hanno ragione, ma stavolta sono state le tue ad ammaliare me…i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo buon cuore,ti prego, almeno tu…credi in cio’ che dico, te l’ho detto, io mento, sempre, ma non qui, non ora..mai con te”


Le prese ad accarezzare i capelli stringendola mentre annusava il profumo di zucchero filato che il suo corpo emanava come un fiore in primavera, sentiva la ragazza rilassarsi gradualmente salvo qualche tremito,prese a massaggiarle la nuca lentamente

“te l’ho detto che avresti avuto paura, ma tu sei testarda…lo sei sempre stata..”

Lei annuì piano accennando ad un sorriso mentre una mano sfiorava i capelli chiarissimi di lui

“anche io ti ho detto una bugia..”

Sussurrò lei aprendo piano gli occhi, si mise dritta di nuovo per poterlo guardare, ma poi come sempre il suo sguardo andò altrove, ma Grindelwald la conosceva bene, e quel suo tratto sembrava piacergli, non disse nulla, la lasciò parlare, la lasciò pensare, la lasciò titubare, tutto per poterla guardare ancora un po’

“avevi ragione, io sono una Tassorosso”

rimasero entrambi in silenzio, poi pero' si lasciarono andare in una sincera risata

“lo sapevo..”

Sussurro’lui accarezzandole piano una guancia per cacciarle via le lacrime

“ora non piangere, ti prego”

Asseri’ poi mentre le sistemava i capelli dietro all’orecchio, osservando le ciocche sgargianti,appariscenti per quel tempo, soprattutto per i babbani

“Gellert…”

“sono qui”

“quindi ora dovro’ chiamarti Gellert? O Percy? “


“per ora non posso lasciare la mia copertura, quindi fuori casa dovrai chiamarmi Percy…eih, non ti piacciono i capelli?”

“stupido…”


Sussurro’ lei dandogli una piccola spinta ridendo e stringendolo poi piano, doveva abituarsi, ma sembrava che il suo profumo la stesse aiutando a nonrendere quella situazione troppo strana, in fondo era sempre lui, no? Il mago che l’aveva accompagnata in quel viaggio, il mago di cui si era inevitabilmente innamorata, solo con un aspetto diverso, ma dentro forse, era sempre stato se stesso con lei. In quell’istante, Si rese conto di essersi innamorata del mago oscuro piu’ ricercato del mondo magico.

 
  
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