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Autore: JAPAN_LOVER    28/11/2018    0 recensioni
Gregor Startseva è il giovane allenatore di 34 anni della nazionale maschile di pallavolo, con una lunga serie di successi alle spalle.
Proprio mentre è intenzionato a godersi le meritate vacanze estive, all'indomani di un trionfo che è valso ai suoi ragazzi la medaglia d'argento, viene convocato dalla Federazione sportiva per un nuovo incarico: guidare ai mondiali 12 ragazze a una settimana dagli esordi.
Tra numerosi punti oscuri e mille difficoltà, deve imparare a gestire una squadra di ragazze che non conosce. A suo modo, ognuna gli darà del filo da torcere e, in particolare una, Lucia, la capitana, rivelerà nutrire un'inspiegabile avversione nei suoi riguardi.
La medaglia è fuori dalla portata di mano, ma riuscirà Gregor a domare le sue 12 leonesse e a tornare a casa, senza rovinare molto la sua luminosa carriera?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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BOLLENTI SPIRITI

LUCIA



Addosso senti una strana frenesia, mai provata prima.
Non riesci a smettere di pensare a Giulia e a Startseva, o meglio, non riesci a non pensare alle mani della rossa su di lui.
E’ pur vero che il coach le ha preso gentilmente i polsi e glieli ha allontanati debitamente dal suo petto, ma quel breve contatto, seppur innocente e voluto della tua amica, ti ha irritato all’inverosimile.
Non si tratta solo dei trascorsi con il vostro precedente allenatore, il fatto è che Startseva fa tanto il perfettino, ma il modo in cui lui si è lasciato stropicciare dalle tue compagne non è stato affatto professionale.
Non ti rendi neanche conto che ti stai tormentando una ciocca bionda dei capelli, mentre ripensi a quelle immagini. Ti ha infastidito, punto.
Così, cerchi di non pensare più a lui, e ti riconcentri sulla partita che le tue compagne stanno disputando contro l’Azerbaigian.
Oggi indossi la divisa, ma sopra porti una felpa azzurra con la cerniera lampo tirata fino al petto.
Sei seduta in panchina con le tue compagne, accanto a Cris che, fra un sorso di caffè e l’altro, ti racconta i dettagli succosi della serata caraibica appena trascorsa.
Quando, ieri sera, siete tornate dal locale lei è praticamente crollata e non ha avuto modo di raccontarti cosa sia successo con Paolo, mentre tu discutevi con Startseva.
Mentre ti parla, gli occhi sognanti di Cris sono fissi sulle spalle di Paolo, che in questo momento affianca Startseva sul ciglio del campo, concentrato sulla partita.
“Credimi, Lucia, è stato bellissimo! Stavamo ballando la bachata sulle note di Corazon Sin Cara, lui si è avvicinato ed è stato dolcissimo…”
La voce di Cris è eccitata come quella di un’adolescente alla prima cotta. Era da parecchio che non la vedevi così emozionata.
“Noo, vi siete baciati?! – esclami per la sorpresa, e anche tu riscopri quell’adolescente emozionata che è in te – e Startseva? Come siete riusciti a fargliela sotto il naso?”
Glielo domandi senza nascondere un ghigno di soddisfazione.
Cris scoppia a ridere, e tu non riesci a capire se la lacrima le sia scappata per la tua battuta, per la felicità, o per entrambe le cose.
Sei contenta per loro, e anche un po’ orgogliosa di te per aver spronato Paolo con i tuoi consigli e i tuoi incoraggiamenti. Quei due avevano proprio bisogno di una spintarella per prendere coraggio, ma non rendi partecipe Cris della tua chiacchierata di ieri con Paolo. Quella è una cosa fra te e il vostro secondo allenatore.
“In quel momento Startseva stava ballando con Giulia, a proposito… – nonostante la confusione all’interno palasport, Cris abbassa ulteriormente la voce di qualche ottava – …ma li hai visti?”
Eccome se li hai visti, Lucia, non riuscivi a staccare gli occhi da loro.
“Sì, è disgustoso…” ti limiti a commentare.
“Secondo me Giulia dovrebbe darci un taglio, ammetto che ieri al tavolo un po’ tutte noi abbiamo esagerato con Startseva, lo abbiamo messo a disagio, poveretto, ma addirittura strusciarsi su di lui e mettergli le mani addosso in quel modo…è stato veramente troppo!”
“E’ lui che dovrebbe avere la decenza di non permetterlo! Fa tanto il precisino, e poi cosa fa? Si lascia mettere le mani addosso da una delle sue atlete?” dici duramente.
“Calmati, Luci, non ti sembra di esagerare? – ti sussurra – sembra che tu stia parlando di lui come di un Pandolfi o un porco del genere. Se hai notato, molto elegantemente Startseva l’ha rimessa al suo posto!”
Ti stringi nelle spalle, sentendoti un po’ colpevole.
Pensaci, Lucia. Sei ancora sconvolta per quello che è accaduto ad Anna? Credi, forse, che Gregor possa approfittare di una di voi? Suvvia, dentro di te sai bene che Startseva non ne sarebbe capace eppure ti ostini a dargli addosso...
“Va bene, d’accordo! Startseva non sarà Pandolfi, ma ha apprezzato le vostre moine di oche starnazzanti!” sbotti, un po’ acida.
E adesso te la prendi pure con le tue amiche…
Cris fa qualcosa che tu detesti seriamente. Ti pizzica sui fianchi, il tuo punto più sensibile, dove accusi il solletico peggio si qualsiasi altra zona del corpo. Urli e salti dalla panchina.
Startseva e Paolo si girano a guardarvi perplessi.
Il vostro primo allenatore solleva perplesso un sopracciglio, prima di tornare a concentrarsi sulla partita. Paolo approfitta della distrazione per lanciare un sorrisetto sbieco a Cris. Vedi la tua amica avvampare e sorridergli maliziosa.
“E adesso chi sarebbe l’oca starnazzante?” ti apostrofa lei, sorniona.
Ti risiedi accanto a Cris maledicendola, ma felice per quella scarica di elettricità intercorsa tra lei e il vostro secondo allenatore.
Piano piano, allenamento dopo allenamento, fra loro si è creata un’intesa molto potente e tu puoi ben dirlo perché, prima ancora che loro stessi ne prendessero pienamente coscienza, tu ti eri già accorta dei loro sentimenti.

GREGOR



Questa mattina avete battuto le azere, 3-0.
Adesso avete cinque giorni di stacco, prima dell’inizio della seconda fase. Potresti riposarti un po’, magari raccogliere le idee, prima di tuffarti a capofitto nel lavoro. Invece, hai concesso la giornata libera alle ragazze, che probabilmente saranno in giro a fare shopping o le turiste, ma hai trascinato con te il povero Paolo in una sala appartata dell’hotel, a pianoterra, per visionare i filmati delle partite.
In questo momento state visionando un filmato della prima giornata, precisamente la partita tra Russia e Stati Uniti.
Paolo se ne sta seduto accanto a te, con il taccuino sulle gambe, le mani intrecciate dietro la nuca e i piedi appoggiati su un’altra sedia. Si lascia scappare uno sbadiglio, e pensi che sarebbe stato meglio dare la giornata libera anche lui, ma dal momento che ti hanno convinto a partire domani per Kyoto, per una gita fuori porta, non te la sei sentita di perdere altro tempo.
Ti lasci scappare uno sbadiglio, e copri subito la bocca con la mano come a voler chiedere scusa.
“Ok, può bastare!” dice lapidario il tuo amico.
Paolo blocca il video, e chiude il portatile che lo sta proiettando, lasciandoti un po’ interdetto.
“Mh?” è il tuo mugolo contrariato.
“Per oggi basta così, anche noi abbiamo bisogno di un di relax, Gregor!”
“Forse hai ragioni!” ammetti, passandoti stancamente una mano sulla faccia.
Hai concretizzato 3 vittore su 3, ma non te la stai vivendo bene. Sei teso, Gregor, se solo non ti avessero convocato all’ultimo momento, saresti sicuramente più sereno.
“Coraggio – ti dice il tuo amico, sollevandosi dalla sua sedia – andiamo a rilassarci un po’!”
Ti alzi poco convinto e lo segui. Uscite dalla sala, ma non vi dirigete affatto verso la hall e gli ascensori. Proseguite per il lungo corridoio, dalla parte opposta.
“Dove stiamo andando?”
“Te l’ho detto, andiamo a rilassarci un po’! Fidati, dopo tutta questa fatica, ce lo meritiamo” ti assicura.
Paolo ha ragione da vendere, dovresti rilassarti, ma sei un tipo apprensivo. Somatizzi silenziosamente ogni cosa, ma purtroppo è più forte di te, questo è un cruccio che ti porti dietro da sempre.
“Ascolta, è da un po’ che volevo chiedertelo… – dici con un po’ di esitazione – cosa c’è esattamente tra te e Cristina?”
Lo vedi tentennare un po’ al tuo fianco.
“Me lo chiedi per via di ieri sera?” ti domanda, chiaramente evasivo.
“Anche!”
Ieri in quel locale li hai visti ballare in modo piuttosto intimo, e non ti è certo sfuggita la loro intesa. Lucia ne era sembrata entusiasta, giustamente felice per la sua amica, ma tu sul lavoro sei un tipo pratico.
Senti proprio il bisogno di ricordarglielo: siete qui per lavorare. Ben venga se ci sarà un futuro tra lui e quella ragazza, ma esigi la massima professionalità finché dura questo campionato.
“Niente di particolare, Greg – t i dice, piattamente – è solo una bella ragazza…!”
“Te lo chiedo perché non vorrei complicazioni all’’interno del team!”
Poi, lasci cadere il discorso perché la verità è che non ti piace sentirti preso in giro, e Paolo è davvero un pessimo bugiardo.
“Ti chiedo soltanto di non combinare casini fino alla fine della competizioni” aggiungi, e lui si morde le labbra, perché naturalmente sa di non averti convinto.
“Amico, rilassati. Niente turberà la quiete all’interno della squadra finché Paolo sarà il secondo allenatore!”
E per la verità è questo che ti preoccupa, ma non glielo dici.
Il solito megalomane – sospiri.
Arrivate nella zona benessere dell’hotel. Sapevi che Paolo ti avrebbe portato in un posto del genere, ti stringi nelle spalle, mentre entrate nell’enorme spa piena di tutti i confort.
Un profumo di fiori e aromi essenziali invadono le tue narici.
“Abbiamo un intero staff di specialisti a nostra disposizione, non è necessario venire qui, la spesa non è supportata dai fondi della Federazioni!” osservi, sentendoti un po’ a disagio mentre due giovani donne asiatiche si avvicinano per accogliervi, con un gran sorriso.
“Welcome!” vi accolgono, facendo un profondo inchino.
“Oh, so bene che la spesa non è supportata, ma vuoi mettere quattro massaggi con lo shatsu che hanno da offrirci queste belle donzelle!” è la fine risposta di Paolo.
Le due ragazze dai visi tondi e dagli occhi a mandorla vi accompagnano in un camerino. Sono davvero carine, con i Kimoni colorati e i capelli raccolti dietro in una coda.
Vi spogliate e schizzate dentro alle cabine doccia, per prepararvi al massaggio. Vi asciugate e utilizzate i morbidissimi teli per coprirvi dalla vita in giù, prima di uscire dalla cabina e raggiungere di nuovo le massaggiatrici.
Le due ragazze vi sorridono, e vi invitano a stendervi su due lettini.
Ti corichi a pancia in giù, cercando di non sentirti troppo impacciato nei movimenti.
Non ti senti molto rilassato, vero, Gregor? Forse perché hai anteposto il piacere al dovere, e sei in una spa a rilassarti mentre i video da studiare sono ancora tanti?
Quando però la giapponesina comincia ad accarezzare il tuo corpo, cospargendolo di oli essenziali, tutti i pensieri si dissolvono...
“My name’s Yoko!” ti sussurra lei timidamente.
“I’m Gregor!” le rispondi, imitando il suo tono di voce.
Il lettino su cui è adagiato Paolo è a due metri dal tuo, la sua voce e quello della sua massaggiatrice ti giunge ovattato, probabilmente per l’incredibile stato di benessere che sei riuscito inaspettatamente a raggiungere.
“This is argan oil…”
“Mh…” questo suono è tutto ciò che riesci ad articolare, mentre preme le sue dita delicate ma decise sulle tue larghe e possenti spalle.
Il suo tocco parte dalla base del collo, e poi scende lungo la schiena. È incredibile il senso di beatitudine che ti suscita, come se quelle piccole falangi, affondate nella tua carne, riuscissero a sciogliere i muscoli rigidi e contratto.
“You have to be a very stressed man – mormora – your muscles’re contracted!”
(“Devi essere un uomo molto stressato, i tuoi muscoli sono contratti!”)
“Yes, l’am stressed!” ammetti, mentre fai fatica a trattenere un gemito di piacere.
Ti sembra, quasi, di essere stato catapultato in un’altra dimensione, dove a farla da padrone è solo il piacere dei sensi. Non ti rendi conto del tempo che passa, dopo trenta minuti la voce dolce di Yoko ti riporta alla realtà.
“Position your-self face up, please!”
(“Mettiti pancia in su, per favore!”)
Gemi di frustrazione, quando le sue mani abbandonano la tua pelle. Poi, come lei ti ha gentilmente chiesto, inverti la tua posizione mettendoti pancia in su.
Sei rilassato e stordito, ma abbastanza lucido da prestare attenzione a non scopriti quando ti giri nel lettino.
Guardi gli occhi scuri di Yoko, e il suo sorriso gentile ti rassicura.
Prima erano solo delle mani anonime su di te, anche se la sua vocina di tanto in tanto ti riportava con i piedi a terra. Adesso è come se l’incantesimo si fosse spezzato. Vedere Yoko all’opera, ti fa sentire un po’ a disagio. Lei se ne rende conto subito, perché sente i tuoi muscoli di nuovo irrigidirsi spasmodicamente.
Ti invita a chiudere gli occhi, e tu cogli subito il suggerimento.
Ha ragione, ma non fai in tempo a raggiungere l’universo di estasi di prima perché la voce di Paolo ti apostrofa orgoglioso:
“Che ti dicevo, Greg? Ne è valsa la pena, vero?”!
“Mh…” ammetti.
“Con tutto il rispetto per i professionisti che ci hanno accompagnato, ma queste bamboline ci sanno davvero fare!”
Sei contento che le giapponesi non capiscano una sola parola d’italiano, almeno lo speri.
Deglutisci e cerchi di concentrarti sul massaggio, hai intenzione di goderti ogni singolo minuto che ti resta. Hai un disperato bisogno di rilassarti, questo è proprio quello che ti ci voleva.
“You also want a penis massage?” vi chiedono Yoko e Kyomi.
(“Gradite anche un massaggio del pene?”)
“You mean a real penis massage?” fa eco Paolo, incredulo.
(“Intendi un vero massaggio al pene?”)
Le due giapponesine sorridono divertite, e annuiscono.
“Oh, yes!” dice lui, con il suo improbabile accento.
Sussulti quando Yoko fa per scioglierti l’asciugamano che hai alla vita.
“No!” esclami, trattenendole le mani.
“Oh – esclama lei, mortificata – if I send my male partner?”
(“Oh, e se mandassi un mio collega maschio?”)
“No, no! Thank you!” rispondi.
Yoko continua a massaggiare il tuo petto e le tue braccia ancora ben scolpiti, mentre a fianco Kyomi scopre il sesso di Paolo e comincia un massaggio decisamente intimo su di lui.
Ti senti veramente a disagio, cerchi di pensare ad altro che possa coprire i singulti di piacere di Paolo, e davvero non ti capaciti come tu possa avere un’erezione in un momento del genere.
Arrossisci violentemente, solo il sorriso di Yoko, intenerita dal tuo pudore, riesce a estraniarti dal quella situazione.
Sei davvero una brava persona, Gregor. Sei cresciuto in una famiglia molto agiata e trovi che fare il massaggiatore sia un mestiere di tutto rispetto, però ti chiedi cosa possa provare una giovane ragazza come Yoko a dover frugare nell’intimità di un estraneo.

Uscite dal centro benessere e ripercorrete a ritroso il corridoio da cui siete venuti.
Sapevi che una volta uscito da lì, Paolo ti avrebbe fatto nero come non mai:
“Hai visto, Greg? Sicuramente quelle giapponesine hanno pensato che tu fossi gay!”
Ti senti ancora terribilmente a disagio, guarda un po’ a cosa ti è toccato assistere!
Inghiotti il rospo, cerchi di celare tutte le tue emozioni contrastanti – imbarazzo, frustrazione, ma anche un senso di pace e rilassatezza – e le ricacci tutte dentro.
Adesso l’unica cosa che ti preme è saldare il conto alla reception del massaggio che avete consumato, ed è lì che vi state dirigendo. Non vuoi certo che venga confuso con le spese a carico della Federazione, ti immagi poi l’imbarazzo?
“Non credo proprio che abbiano pensato fossi gay, al massimo timido!” replichi stizzito.
“Confessa, da quand’è che non ti fai una sana scopata?”
“Ma questo cosa c’entra?” ti passi una mano sulla faccia, incredulo della piega che sta prendendo la discussione.
"Il tuo problema è che non ti lasci andare, fai come me, rilassati! Prendi la vita con più leggerezza – ti incita lui, concedendosi di parlare liberamente, come se effettivamente nessuno potesse comprendere i vostri discorsi – secondo me avresti potuto approfittarne, la mia Kyomi è stata bravissima…”
“Rilassarmi in quel modo, come potrei? Santo cielo, Paolo, ti sei fatto masturbare sotto i miei occhi.. !”
Ma Paolo non replica come suo solito. Confuso, alzi la testa e segui il suo sguardo sgomento rivolto dinnanzi a voi.
Cavolo!
Preghi che non vi abbiano udito, sulle poltroncine della hall sono sedute Lucia e Cristina. Ai loro piedi sono adagiate delle buste, mentre una di fronte all’altra sembrano assorte ciascuna davanti ai propri cellulari.
Sospiri, non dovrebbero avervi sentito…
Paolo esita, ma non appena gli occhi di Cristina vi intercettano, non si tira indietro. Cris vi raggiunge davanti al desk, e Lucia fa altrettanto di malavoglia.
La tua giocatrice dai capelli mogano vi sorridere divertita.
“Coach, perché è tutto rosso?” è la prima cosa che dice Cris, vedendoti.
Merda! imprechi.
Lucia alza gli occhi e vi guarda con sospetto…o forse è la tua coda di paglia che ti fa pensare al peggio?
“E’ per la sauna…!” questo è Paolo, che risponde per te.
Fa di tutto per non tradire emozioni con la voce, peccato che precipitoso com’è fa comunque una grossa gaf!
“Ma in questo hotel non c’è la sauna, ieri Camilla lo ha domandato al desk…” osserva Lucia.
“Oh, avete fatto ben altro…” dice Cristina, con un filo di voce.
Il suo sopracciglio inarcato tradisce tutto il suo disappunto. Delusa com’è, Cris non riesce a essere razionale, non si cura minimamente di mantenere le apparenze con te…
Lancia a Paolo un’occhiataccia truce e amareggiata, per poi sparire verso gli ascensori.
“No, Cris, andiamo! Non è come pensi...” senti gridare Paolo, mentre si lancia a rincorrerla disperatamente.
Lucia incrocia le braccia e si stringe nelle spalle.
Tu eviti di guardarla, le passi davanti e procedi verso il bancone la reception.
Senti il suo sguardo addosso. Puoi immaginare cosa starà pensando di te, ma decidi di non curartene. Massaggio intimo o no, tu, davvero, non hai fatto nulla di male.
Se non sapessi che è stata con un tipo come Mirko, potresti tranquillamente credere che Lucia sia una di quella ragazze morigerate che magari aspettano al matrimonio per provare quel tipo di piacere…
Tu, poi, non ti sei neanche lasciato toccare intimamente da quella graziosa ragazza asiatica, perché ti senti così a disagio… colpevole?
Saldi il conto, rimetti la carta di credito nel portafogli e ringrazi cordiale il concierge dagli occhi a mandorla. Fai per tornartene in camera, ma lo sguardo severo di lei ti coglie davvero di sorpresa.
Ora, Gregor, tu non puoi sapere cosa è successo prima che tu arrivassi nella squadra, e non puoi neanche sapere del disagio vissuto da Lucia nel vederti così intimo con Giulia, proprio per quello stesso motivo. Quindi ti sembra fuori dal mondo, che lei abbia nei suoi occhi nocciola tutto quel disprezzo verso di te.
Ti fa sentire sporco, quando dentro hai un animo così pulito...
Per te è davvero troppo.
“Che c’è?” dici secco, e per una volta, veramente arrabbiato.
La tua reazione del tutto inaspettata la mortifica un po’, ma non lo dà minimamente a vedere.
“Assolutamente niente…!” risponde, con fierezza.
I tuoi occhi grigi e affilati sono su di lei, e ti dispiace davvero perché odi scomporti e alzare la voce, soprattutto con una donna…poi, con una ragazza giovane come lei.
Un senso di malessere ti balza nel petto. Perché con lei deve sempre essere così?
“Mi pare che sono un uomo fatto di carne e ossa anch’io…” dici, esasperato.
Ti stai davvero giustificando, Greg?
“Lo vedo…!” e la sua risposta, prima di andare a recuperare le buste sue e di Cristina dal divano, e sparire verso gli ascensori.
La sua voce è un flebile sussurro, dentro non ci cogli dell’astio, ma solo…tanta amarezza.
Per quanti sforzi tu stia compiendo, non riesci proprio a capirla…

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CIAO,
SCUSATE L’ATTESA. QUESTO CAPITOLO E’ UN PO’ PARTICOLARE…
MI SONO DIVERTITA A GIOCARE SULLA PERSONALITA’ DEL POVERO GREGOR.
FUORI SEMBRA FREDDO E INSONDABILE, MA SOTTO SOTTO E’ UN UOMO TANTO TENERO…
SPERO CHE VI PIACCIA LA SHIP CRIS-PAOLO…MA NE SAPREMO DI PIU’ NEL PROSSIMO CAPITOLO.
CHIEDO SCUSA PER IL MIO INGLESE MACCHERONI, SICURAMENTE CI SARA’ QUALCHE STRAFALCIONE…E PER QUESTO HO PENSATO DI RIPORTARE IN PARENTESI LA TRADUZIONE IN ITALIANO.
A PRESTO,
JAPAN_LOVER <3
   
 
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