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Autore: Teemo Omegasquad    28/11/2018    2 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 3
Terza radice: Progenie del fulmine

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Iris e Dante stavano percorrendo un lungo corridoio, costellato dalle numerose porte delle varie classi.
Più andavano verso l'esterno e più si sentiva un fragoroso rumore di una grande folla entusiasta, come se fossero in attesa di qualcosa di grandioso.
Poco lontano dall'entrata del loro "palcoscenico" un ragazzo, quasi sulla trentina, un adulto ormai, li stava aspettando appoggiato con le mani in tasca.
Aveva dei capelli argentei dalla lunghezza media, castani come dei bronzei filamenti metallici, raccolti in un piccolo codino dietro la nuca, con dei denti aguzzi che ricordavano quelli di uno squalo pronto ad addentare la propria preda e gli occhi ambrati, che sembravano dargli una natura malvagia.

-Ehi, guardate che qua fuori sono in fibrillazione! E poi sbrigatevi che Mister Perfezione mi sta facendo impazzire! Quel dannato elfo!- li rimproverò dell'apparente ritardo che stavano facendo, sfoderando un lieve ghigno.

-Ma sbaglio o andate d'accordo proprio per questo?- Iris gli sorrise, rispondendogli con una domanda che evidenziava la verità.

-Ahahahahah! Ha perfettamente ragione signora preside! Ci divertiamo così noi due! E poi...!- alzò leggermente la testa verso Dante.

-Prova a parlare Thomas e vedi che fine farai.- parlò con freddezza per ammutolirlo sul posto.

-Eheh, si signor vice-preside!- si mise sull'attenti come un soldato, ridacchiando.

Sembrava un giovane uomo molto allegro e sorridente, senza alcun pensiero che lo tormentava.
Per essere diventato così lo doveva a loro, se non fosse andato con loro non sarebbe diventato uno dei professori di quella grande scuola e non sarebbe lì.
Il loro incontro successe molto tempo fa, ma partiamo dal principio.

Thomas nacque poco dopo l'inizio della crisi, all'incirca due anni dopo, in un piccolo villaggio di montagna. Era abitato da svariate specie, che vivevano in pace tra loro, quello a cui Amalia ambiva per tutti quanti.
Pensavano di essere al sicuro, da quelle alti vette che fungevano da mura e che li avevano protetti per molto tempo, almeno fino a quel giorno.
Il cielo si oscurò lentamente e non appena alzarono le teste videro l'incubo sotto forma di un gigantesco stormo di draghi di vari specie e dimensioni.
Grazie alle loro ali riuscirono a superare quelle vette che sembravano invalicabili, portando il terrore al loro semplice passaggio.
Planarono in picchiata contro quel villaggio, dando inizio alla grande strage della guerra.
Gli abitanti tentarono di scappare via nel panico per sopravvivere non potendo contrastare quella incredibile, se non quasi divina, potenza di fuoco, venendo semplicemente inceneriti da quei soffi ricolmi di magia elementale.

-Signor generale, perché mai dobbiamo ricorrere a tutto questo? C'è sempre un'altro modo!- un dragone d'argento, dal grosso mento sporgente e aguzzo, con la spina dorsale decorata di spuntoni, parlò al suo superiore, un grosso dragone scarlatto, per trovare un modo alternativo.

-Se non siamo i primi a muoverci periremo solamente! La nostra forza viene paragonata a quelli delle divinità e perciò dobbiamo farci sentire per primi e farci temere!- gli rispose in maniera fredda e violenta.

-Eppure poco tempo fa c'era un modo mio generale! Quella principessa umana...!-

-Non parlare degli umani come nostri pari! Sono esseri inferiori e perciò devono essere schiacciati!- lo fermò dal finire la frase con rabbia, quasi rimproverandolo con amarezza.

-Allora perché li temiamo così tanto...? Potrebbe esserci un modo...-

-Ho sbagliato a portarmi dietro un drago d'argento! Siete la disgrazia della nostra nobile razza! Dopo questa incursione verrai portato di fronte al consiglio degli anziani e avrai la tua punizione Xalar!- decise già il destino per lui solamente per ciò che pensava, perché andava contro il credo dei draghi.

Dopo quella missione sarebbe stato spacciato. Morire sotto processo oppure vivere segretato nelle prigioni magmatiche. Non aveva moltissima scelta.
Decise di provare a far colpo sul generale andando giù in picchiata per essere risparmiato in qualche modo.
Xalar si unì ai suoi fratelli in quel bagno di sangue, col suo soffio d'argento incandescente, ma non riusciva a colpire nessuno perché andava contro la sua stessa natura.
I draghi d'argento erano quei draghi che preferivano socializzare con le altre razze, interagire con loro, non avevano alcun pregiudizio verso nessuno, proprio per questo venivano considerati le "pecore nere" rispetto agli altri.
Nonostante fosse sotto pressione non riusciva ad uccidere con solamente lo scopo di sterminare e dominare, perciò tentò di allontanarsi dal campo di battaglia per nascondersi o ancora meglio fuggire.
Senza volerlo andò incontro a un piccolo gruppo di umani che stavano scappando. Stava per aggredirli, ma se non avesse dato ascolto alla sua natura di sicuro non sarebbe successo quello che doveva succedere.
Non appena stava per sfiorarli si bloccò, titubante, facendoli cadere a terra per la paura, inescando le lacrime del bambino che una donna si portava in braccio.
Non appena iniziò il bimbo a piangere il cielo si coprì di nubi, come se stesse per arrivare un violento temporale.
Xalar tentò di calmarlo, ma un fulmine dal colore blu elettrico, richiamato da quelle piccole grida, si schiantò sul suolo tra loro, creando una piccola gabbia elettrica in loro difesa.
Quando il drago argentato vide l'accaduto cominciò a pensare:

"Che valga la pena proteggere il futuro di questo bambino...?"

Valutò con velocità la situazione. Da un lato aveva un intero stormo di draghi assetati di sangue, ma dall'altro...decise di lasciarsi guidare dall'istinto.

-Perdonatemi se vi ho spaventati, ma sbrigatevi ad andarvene via...! Vi coprirò la fuga io! Forza, andate!- li incitò ad andarsene dandogli di spalle.

Quando calmarono il bambino la gabbia si dissolse, permettendogli di andarsene via.
Xalar li guardò prima che sparissero, pensando che quella era la prima volta che proteggeva il futuro di qualcuno.
Continuò a girarsi per assicurarsi che nessun drago li inseguisse, finchè uno, sfortunatamente, si fece avanti.

-Fermo! Dove vuoi andare?!- si mise in mezzo alla strada del drago rosso.

-Sento odore di umani! Hanno la carne più deliziosa! Lasciali a me! Voi draghi d'argento non avete le palle di uccidere nessuno! Ahahah!- quando fece un passo in avanti, Xalar lo fermò ancora. -...cosa stai facendo...?-

-Non azzardarti di andare oltre.- rimase deciso e risoluto, guardandolo freddamente.

Rimasero qualche secondo a guardarsi negli occhi per poi iniziare a darsi battaglia a suon di zampate.
Il drago rosso era più forte in confronto a lui, ma riuscì a sconfiggerlo, anche se con estrema difficoltà.

-Xalar! Come hai potuto fare questo a un tuo fratello?!- lo scontro venne subito notato dal generale che scese dal cielo fino a raggiungerlo, guardandolo con superiorità e disprezzo.

-Non mi pento di nulla.- gli disse ansimante, ma orgoglioso di ciò che aveva fatto, pronto a ingaggiare ancora battaglia contro uno dei grandi antichi più forti.

-Pagherai il tuo tradimento con la tua vita. Qui! E ora!- si poso a terra, tenendo la testa alta.

-Wow, hai persino poggiato le tue zampine su questo terreno sporco. Ne sono veramente onorato.- lo prese in giro, ritenendolo il suo ultimo attimo di vita.

-La spazzatura non parla!- con un colpo di artigli gli ferisce gravemente il viso, aprendo una cascata di sangue, quasi sbattendolo a terra a causa della forza usata.

Si resse a malapena in piedi, ansimante, alzando appena lo sguardo verso il suo carnefice.
Con violenza gli morse la base del collo sperando di spezzarglielo, per poi lanciarlo giù dalla montagna.

-L'ha ucciso generale?-

-No...non è ancora morto, per sua fortuna le scaglie di noi draghi sono molto dure e resistenti, ma morirà dissanguato nel giro di qualche giorno...- il grosso generale scarlatto si girò tornando al massacro del villaggio.

Xalar precipitò con violenza, trovando sul suo percorso svariate rocce che si frantumarono non appena si scontrarono contro la sua corazza naturale, fermandosi contro il suolo alzando un grosso polverone e qualche zolla di terra.
Respirava ancora nonostante le ferite che aveva addosso, dandosi ormai per spacciato.

"è la mia fine...anche se avrei dovuto prevederlo per via della mia natura, ma non me ne pento affatto...quel bambino riuscirà a fare qualcosa di grandioso...!" pensò, chiudendo lentamente gli occhi a causa della grossa perdita di sangue.

Quando riaprì gli occhi, per sua grande sorpresa, era ancora vivo per chissà quale miracolo, per poi scoprire che quel "miracolo" era una donna che era sopra il suo muso, mentre gli stava mettendo delle strane e grosse foglie.
Mosse un occhio verso di lei, che la spaventò, accorgendosi che era la donna che aveva salvato, insieme al gruppo di umani.

-L-la prego...! Non si muova, altrimenti non riesco a medicarla...!- parlò balbettando spaventata.

-Non mi muoverò...ma perché mi sta medicando...? E da quanto sono qui...?- nonostante le condizioni in cui era, le diede del lei gentilmente.

-B-beh, è qui da un paio di giorni e poi...ha salvato noi e mio figlio e volevamo ringraziarla...non siamo medici, ma questo dovrebbe fermare il sangue.-

Rimase del tutto fermo e lasciare che finiscano, ma prese quel momento come una seconda occasione per poter far qualcosa, almeno in parte.

Passarono 14 anni da allora.
Grazie alla sua natura di drago d'argento riuscì ad andare contro all'orgoglio draconico, unendosi all'esercito degli umani per ristabilire la pace, assumendo una forma antropomorfa per adattarsi meglio a loro.
In poco tempo, e grazie al suo grande contributo, riuscì a guadagnarsi un buon grado con tanto di divisa.
In quel periodo la crisi sembrava attenuarsi, come se stesse rallentando per fortuna di tutto, dando modo di potersi riprendere.
Mentre passava in rassegna le truppe ne vide un piccolo gruppetto che stava facendo a botte con una sola, notando che quella persona stava palesemente perdendo.

-Vedi di portarci rispetto ragazzino!-

-Siete voi a essere dei razzisti! Denigrate e tormentate chiunque sia diverso da voi!- non riusciva a vederlo bene, ma si fece valere nonostante le botte che aveva preso e il sangue che gli usciva.

-Adesso basta! Devi solo stare in silenzio novellino!- uno dei veterani stava per alzare la mano ancora per colpirlo, ma qualcosa lo bloccò.

-Hai ragione, adesso basta.- Xalar gli bloccò il polso in aria, guardandolo in modo truce e rabbioso per intimidirlo.

Spaventato se ne andò insieme ai suoi compagni, riuscendo a soccorrere il ragazzo appena pestato, ma gli era particolarmente familiare, quei capelli castani continuarono a balenargli nella mente, per poi realizzare chi era, bensì il bambino che fece scappare insieme ai suoi genitori, ma decise di rimanere in silenzio.

-Va tutto bene ragazzo? Ti hanno conciato per bene direi.- gli prese il viso con le mani esaminandolo e valutandone le condizioni, notandone finalmente gli occhi che erano di un meraviglioso ambra, specialmente il destro che sembrava essere più luminoso e gli acuminati denti da squalo.

-Sono degli idioti! Hanno voluto trattar male uno di noi solamente perché è diverso! Perché noi umani siamo così spregevoli...?!- strinse i denti indignato da quel comportamento, nonostante dovevano dare l'esempio.

-Perché hanno paura di ciò che è diverso da loro e perciò fanno in modo che non gli dia fastidio. Purtroppo molti umani sono così...- Xalar sospirò tristemente, ricordando le atrocità che aveva visto compiersi davanti ai suoi occhi nel corso degli anni per mano degli umani.

-Come ti chiami ragazzo?- gli lasciò il viso.

-Soldato semplice Thomas, sono appena arrivato! A rapporto, signore!- si mise sull'attenti, facendo il saluto militare.

-Persino a reclutare dei ragazzini sono arrivati, stanno grattando il fondo del barile. Riposo ragazzo, riposo...vedi di stare attento, qui intorno bazzicano dei brutti figuri come quelli con cui ti sei confrontato prima.- lo avvertì con voce bassa, per non farsi sentire da qualcuno di poco raccomandabile.

-Maestro! Dobbiamo andare alla riunione!- una ragazza, sulla ventina o più, raggiunse il dragone.

Era un'elfa, sembrava avere 25 anni o giù di lì, i lunghi capelli purpurei legati in una grossa e gigantesca treccia che le penzolava dietro la schiena, aveva gli occhi di una donna forte e determinata, accompagnati dal color marrone della terra, indossando la mimetica militare come tutti i soldati, con tanto di anfibi. Sembrava raggiungere il metro e 75 di altezza.
Aveva sulla testa anche il capello militare, mentre si portava dietro due borse, di cui una faceva pensare che apparteneva a Xalar siccome lo aveva chiamato "maestro".

-Arrivo Elasia! Ci vediamo ragazzo, vedi di non morire nella prossima missione del plotone.- dopo quell'augurio si dileguò, insieme alla ragazza.

Thomas si sistemò la divisa, rimanendo colpito dal comportamento del suo superiore, ma ancora ribolliva di rabbia per colpa dei prepotenti di prima.
Quell'esercito non era composto da soli umani, c'erano altre razze come elfi, troll, orchi, una grande varietà, che ambivano anche loro a una pace unica.
Ma ovviamente non potevano mancare soggetti come i quattro casi di prima, gente che preferisce rinnegare e tormentare chi era diverso da loro, dal modo di pensare e di fare, una tipologia di persone che non meriterebbe avere alcuna pietà.
Proprio mentre stava andando verso l'infermeria vicino a lui ci fu un'esplosione nera che lo scaraventò dall'altro lato contro una tenda, buttandola giù, rimanendo stordito.
A susseguirsi c'è ne furono altre, una vera e propria pioggia di fiamme nere, portando la devastazione sul campo.
L'allarme venne dato immediatamente, tutti quanti intervenirono tempestivamente sia per mettersi sulla difensiva, sia per spegnere quei fuochi oscuri e Thomas, non appena si riprese, fece la sua parte.
In lontananza si vide in cielo un grande esercito composti da elfi oscuri maghi e combattenti ben equipaggiati, sopra dei giganteschi esseri alati, simili ai pipistrelli.
I loro occhi color rosso sangue sembravano penetrare negli animi dei soldati, che sembravano indietreggiare.

-Come hanno fatto a trovarci?! L'ubicazione del nostro campo dovrebbe essere segreta!- Xalar si guardò intorno per valutare la situazione e non era per nulla delle migliori.

-SOLDATI! Non indietreggiate! Siete qui per portare la pace, non ci faremo spaventare da delle persone troppo pallide, sopra dei topi volanti troppo cresciuti! Tutti ai propri posti di combattimento!- risollevò l'umore generale come meglio poteva, con un pizzico di ironia, sperando che bastasse per colmare lo svantaggio numerico.

Stava chiaramente sudando freddo.
I soldati, col coraggio ristabilito, si rimisero in piedi, pronti a vendere cara la pelle, riprendendo i mano gli armamenti.
Il dragone diede una mano per la offensiva area, mettendo in posizioni l'artiglieria per abbatterla, ma per loro sfortuna riuscirono a buttarne giù non abbastanza per fronteggiarli al meglio. La maggior parte riuscirono ad atterrare, procedendo all'assalto.
Il drago d'argento si mise in prima linea sfondando con facilità le linee nemiche, seguito dalle truppe.
Thomas, invece, si stava dando da fare per recuperare gli eventuali feriti per portarli in salvo, ma non voleva rimanere in disparte e decise di abbandonare la propria mansione.
Mentre si lanciava sul campo di battaglia, nella confusione vide Elasia allontanarsi, quasi incuriuosito di seguirla, ma ritornò alla realtà lanciandosi.

Un grosso mucchio di soldati corazzati nemici avevano sommerso Xalar, che si liberò subito trasformandosi nella sua forma draconica, sputando fiammate argentee decimandone, a malincuore, a decine, ma non sembravano finire mai.
Ad un tratto sentì delle urla dietro di lui farsi sempre più vicine, sentendo che qualcuno gli stava percorrendo la schiena, usando poi il suo muso come trampolino. Era Thomas, ricoperto di fulmini dal colore blu elettrico.
Tutta quella energia che lo stava avvolgendo si spostò nel braccio destro, scatenando una tempesta elettrica non appena colpì il terreno davanti a se, colpendo anche alcune delle proprie truppe.
Rimase meravigliato di fronte all'azione di quel ragazzo, notando che delle piccole scosse gli stavano uscendo dall'occhio destro, come se non riuscisse a contenere tutta quella magia

-Thomas...tu...SEI UN IDIOTA! Potevi benissimo coinvolgere i tuoi compagni lo sai?!- non resistette a fargli la ramanzina nel bel mezzo del combattimento dopo l'azione incosciente e rischiosa che aveva.

-Ma le sembra il momento di una ramanzina?!- quelli intorno a loro due rimasero scioccati, nemici compresi, da quella scena.

-Se si tratta di una azione rischiosa come la tua sì, dannato incosciente! Dopo parleremo di questo!- Xalar fermò il tutto, riprendendo ad attaccare.

Sembrò durare un'eternità quella battaglia, riuscendo a far battere in ritirata il nemico, ma ad un prezzo altissimo per loro sfortuna.
Esaminarono gli innumerevoli cadaveri sparsi per tutto il campo di battaglia per controllare se ci siano sopravvissuti, alleati o nemici. Raccolse ciò che rimaneva dell'accampamento, nella speranza che ci fosse ancora qualcosa di intero.

-Ti rendi conto che il tuo sconsiderato controllo della magia ha rischiato di mandare a monte tutto proprio nel momento sbagliato?! Già avevano scoperto le nostre coordinate e poi arrivi te, rischiando di ucciderci prima!- Xalar ci andò giù pesante con il rimprovero.

-Ma signore...! Quella mia azione è stata anche determinante! Purtroppo non ho un controllo sulla mia magia, però sono riuscito a fare una grande differenza!- Thomas provò a difendersi, tentando di avere una punizione più leggera.

-Dio mio...! Ti rivedo dopo anni e già hai rischiato di fare un gran casino!- il comandante si massaggiò gli occhi mugolando di rabbia, tentando di calmarsi.

-Come signore...?- rimase colpito da quella frase, senza capirne il motivo per cui la aveva pronunciata.

-Da ora in poi sarai sotto il mio comando! Così eviterai di fare casini e magari darti una mano riguardo il controllo.- sospirò, ottenendo la calma che sperava.

-Credevo che mi avrebbe portato di fronte alla corte marziale, signore...!-

-Ci sono cose più importanti in confronto a ciò che hai fatto ragazzo, ovvero che qualcuno qui ha spifferato delle informazioni riguardo la nostra posizione, che erano note solo alle persone presenti nel campo e al quartier generale che ci ha fornito le coordinate, bisogna solo capire chi è...- ad un tratto il dragone si guardò intorno, attento a ogni individuo che guardava.

-Però può essere chiunque e se era qui potrebbe benissimo essere morto.- Thomas disse quello che pensava, potendo anche essere vera.

-Potresti avere ragione...comunque dacci una mano, non possiamo più stare qui ora che il nemico conosce il posto.- Xalar si voltò, iniziando a raccogliere i resti del materiale importante, come carte e progetti di attacco.

Elasia lo fermò subito, tamponandogli quelle poche ferite che aveva con un piccolo panno, mettendoselo subito in tasca.
Il ragazzo rimase in silenzio, dando una mano anche lui a sistemare tutto quanto.
Una volta fatte le valigie si spostarono in un campo più vicino e grande, ma quando arrivarono Thomas vide che alcune persone si staccarono dal gruppo, andandosene via con delle grosse jeep.

-Mi scusi signore, ma come mai alcuni di noi se ne sono andati?- chiese al dragone comandante, riguardo a ciò che aveva visto.

-Stanno tornando a casa. Sono stati richiamati in quanto dichiarati neutrali. Penso sia un buon segno.-

-Segno di cosa?-

-Che la crisi sta per finire finalmente. Da svariati anni si stava discutendo di ciò, riprendendo i progetti di molto tempo fa creati da una principessa che aveva deciso di far qualcosa. L'azione di una sola persona sta finalmente portando alla fine di questo stupido massacro di sangue.- posò stanco il sacco per terra, stiracchiandosi.

Stava per finire, tutto quel gran casino, come pensava l'umano, stava per finire. Aveva vissuto in mezzo alle difficoltà, alla consistente paura di non riuscire a procurarsi da mangiare, a digiunare ogni giorno.
Vedeva l'ottenimento della pace come un nuovo inizio, una nuova vita da vivere.
Stava quasi per saltare di gioia, ma nel bel mezzo dell'atto qualcosa lo trattenne in aria.

-Non esultare tu! Per continuare a combattere dovrai avere un maggiore controllo, perciò ora ti farò talmente tanto sudare che ti pentirai di avermi incontrato! Si inizia ora! Primo passo. Portami la sacca alla mia tenda mentre tieni due secchi sulla testa. Scattare!- gli lanciò addosso la sacca, mettendogli in testa due secchi pieni d'acqua, dandogli poi una pacca che gli fece cadere tutto quanto. -Ci sarà molto lavoro da fare...- sospirò già stanco.

Da quel giorno Xalar lo massacrò di secchi e pose strane per perfezionare la postura, lanciandogli spesso la sua pesante sacca e qualche volta anche più di uno.
Ormai passarono svariate settimane e Thomas non vide alcun miglioramento secondo lui.
Ad un tratto Thomas andò dal dragone argenteo, manifestando la propria rabbia, gettando a terra i secchi.

-Signore! I suoi esercizi non stanno funzionando affatto!- il comandante lo guardò dritto negli occhi e con un colpo di coda gli lanciò contro un sasso, difficile da vedere.

Reagì prontamente, con una rapida scarica che lo frantumò in polvere. Rimase visibilmente stupito.

-La magia non può essere lanciata a caso, sopratutto se il corpo non è nelle condizioni adatte per farlo. Ti ho fatto portare quei secchi e quelle sacche per rinforzarti la schiena. Non hai notato che respiri meglio ora? E che la scarica di prima era più forte?-

-Oh mio dio...è vero!- si accorse che aveva ragione, portando i sacchi faceva i muscoli delle braccia e della schiena e i secchi sulla testa a raddrizzarla.

-Questo perché prima, tenendo la schiena piegata, non lasciavi i polmoni fare il loro lavoro, così ora il flusso di energia magica scorre meglio, permettendoti di sfruttarne al meglio il potenziale del tuo circolo magico e siamo solo all'inizio ragazzo.-

-Sono pronto a imparare, signore!- incuriosito e desideroso di imparare, volle continuare per migliorarsi.

-Quello che ho in mente non è per nulla facile.-

-Sono riuscito a sopravvivere finora! Il resto non mi fa paura, signore!-

-Molto bene! Allora prendi questo e tienilo sospeso più a lungo possibile e non rompere la palla di vetro, altrimenti ti lincio vivo. Mica sono economiche!- gli diede una piccola palla di vetro, con all'interno una piccola sfera metallica.

Se fosse la prima volta direbbe che era qualcosa di ridicolo, ma vedendo i risultati di prima non potè che fidarsi, iniziando a darsi da fare.
Rimasero nel campo per molti mesi in attesa di ordini e ne approfittarono sia per riposarsi, sia per allenarsi, in vista di una probabile missione.

Xalar stava cercando Thomas, in quanto si era nascosto da qualche parte. Provo a chiedere ai propri soldati se lo avevano visto, ottenendo solo rispsote vaghe.
Grazie alle informazioni e al suo fiuto riuscirono a trovarlo, che si era imboscato da qualche parte a leggere un libro, disteso su delle sacche

-Che stai facendo?- gli strappò il libro dalle mani, grugnendo infastidito.

-Ehi! Mi sono preso una pausa! Ogni tanto bisogna nutrire anche la mente, no?- si mise a gambe incrociate, sorridendo.

-Tradizioni orientali...? Da quando ti interessi ad altre culture?- gli chiese guardando il libro.

-è una cultura davvero molto affascinante! E i loro guerrieri sono davvero fighi con le loro armature e le loro katane. Sembrano davvero affilate! E ci sono un sacco di cose interesanti!- quando ne parlò i suoi occhi sembravano brillare dall'eccitazione.

Rimase un attimo a pensare, ridandogli il libro, ma prendendolo per il colletto della divisa trascinandoselo dietro.

-In ogni caso ti sei preso una pausa senza permeso. Ora torna al lavoro!-

Si concentrarono sugli esercizi della sfera, per poi passarne ad altri utili per il controllo del flusso magico. Anche Elasia diede una mano, quando ovviamente c'era, perché si era fatta sempre più assente, come se non esistesse certe volte.
Thomas fece sia grandi progressi, sia grandi errori per via della grande vitalità che possedeva e dell'impeto che impiegava.
Gli insegnò anche i valori che un uomo doveva seguire, quali ideali in cui credere, a maturare e riuscire a distinguere cosa era sbagliato e giusto, preparandolo al mondo che sarebbe stato senza
Poi, 20 mesi dopo, arrivarò all'accampamento una grossa carrozza trainata da dei strani cavalli che sembravano essere sia robotici che animali, corazzata quanto un carroarmato e nonostante questo atterrò delicatamente sul terreno.
Uscirono solamente due figure, ovvero un uomo grande quanto un armadio, per l'esattezza due metri, il volto era nascosto da un elmo dalla forma di un teschio di corvo funebre dalle doppie corne ricurve, sembrava quasi che dagli occhi uscisse del fumo nero, mentre una grossa tunica, che lo teneva coperto dall'elmo fino ai piedi, lo copriva del tutto celando il suo aspetto.
La seconda persona ad uscire era una donna e non si faceva problemi a nascondersi, tenendo la tunica aperta sulle spalle come se fosse un mantello. I suoi corti capelli erano neri come la notte tutti raccolti all'indietro, munita anche lei di corna ricurve, ma a differenza del suo compagno le erano cresciute naturalmente sulla testa, di uno spento grigio pietra e il colore della sua pelle cambiava scendendo verso il basso di un colore sempre più scuro e non sembrava avere vestiti, come se avesse addosso una tuta organica e i tacchi sembravano parte integrante del suo corpo, con una cintura ossa bianca che le legava la vita. Mentre la pelle delle braccia sembravano dei lunghi guanti neri che le arrivavano fino al gomito.
Sulle spalle aveva degli spallacci accuminati ingialliti, come se fossero invecchiati molto.
Ma la cosa che più la rendeva agghiacciante erano i suoi occhi, non trasparivano alcuna emozione ne sentimento, talmente oscuri che il buio sembrava luce in confronto, e penetravano l'anima di ogni persona che guardava nei loro bulbi oculari, raggelandola.

-Signore, chi sono quei figuri raccapriccianti...?- chiese THomas intimorito dal solo guardarli.

-Loro sono della Convocazione ragazzo, è un ordine che è stato creato da qualche anno circa. Sono una strega e uno stregone e la donna fa parte di una nuova razza di demoni appena scoperta, mentre l'altro non lo so. Da quel che ne so sono la elitè della compagnia del corvo di Icatiel, infatti mi domando come mai sono qui.- Xalar non era per niente tranquillo di quei due.

Ad un tratto la donna si giro verso di loro, avvicinandosi insieme al suo compare armadio.

-è lei il comandante di questo campo?- chiese al dragone, con una voce femminile alterata, come se provenisse direttamente dal mondo dei morti.

Annuì, intimorito.

-Ho ricevuto l'ordine di venire a perquisire il campo. La Convocazione sta per ultimare gli accordi, ma ci vorrà ancora un po' di tempo prima di un risultato finale e per precauzione faremo mensilmente delle perquisizioni prima che possiate tornare. Vogliono essere sicuri che non abbiate con voi alcun oggetto pericoloso, capitano Xalar.-

Xalar si mise da parte, lasciando fare il loro lavoro.
Quando provò a chiamare Elasia non rispose, in quanto era scomparsa ancora, insospettendosi di tale comportamento.
Dopo la perquisizione la serenità torno a regnare quando quei due se ne andarono, come se quella strega l'avesse assorbita tutta nel momento in cui era arrivata.
Ritornarono alla loro routine, rimanendo sempre in attesa.
Dopo circa 3 settimane Thomas e Xalar andarono a cercare Elasia nella sua tenda, ma videro che non c'era nessuno.
In compenso c'era una specie di botola, costruita con materiali di fortuna e nascosta di fretta, e la aprirono insospettiti, sentendo dei rumori provenire da esso, pensando di averla trovata.
I rumori si fecero sempre più forti insieme a quelle delle scariche.
Quando raggiunsero la fine videro Elasia al centro di uno strano cerchio alchemico su cui erano riposti degli strani oggetti, identificando solamente un panno sporco di sangue.
L'elfa era ricoperta da scosse nere-violacee, e quando si girò verso di lui aveva uno sguardo che pietrificò il ragazzo dalla paura.

Le macchine intorno a lei erano già in sovraccarico per il grande sforzo a cui erano sottoposte e quella reazione innesco una grossa esplosione che fece saltare in aria il terreno sopra di lei.
Entrambi furono sbalzati fuori, cadendo violentemente a terra e il dragone si mise in mezzo facendo da scudo a Thomas.

-C-cosa era quello?!- chiese spaventato.

-Magia nera...è stata proibita e resa tabù per via della sua alta pericolosità...- provò ad alzarsi tremante e il sangue colo lungo il braccio.

-Per cosa...?-

-Per usarla...devi dare in cambio la tua anima...-

A quelle parole rimase scioccato.
I soldati di tutto il campo si raccolsero intorno al buco creato, armati e pronti a sparare.
Si senti qualcosa muoversi nel polverone creatasi dall'esplosione e all'improvviso un getto di fiamme viola uscì colpendo buona parte delle truppe disintegrandole.
Elasia, o meglio ciò che rimaneva della sua parte elfica, si alzò, ma non era più la stessa. Quel cerchio alchemico oscuro l'aveva mutata in uno strano incrocio tra elfa e drago.
Metà viso era ricoperto da scaglie viola, con denti aguzzi, sproporzionato al resto della faccia. Aveva una mezza ala deformata e storta, una lunga coda prima di scaglie, un braccio e una gamba ingigantite rispetto al corpo, contorte.
Non assomigliava per nulla a un drago, ma solamente a un esperimento fallito e deforme.

-Ti ringrazio lucertola, ho potuto portare a compimento una parte della missione! Però mi dispiace che non siate morti nell'imboscata di prima!- quando parlò aveva la voce che si sdoppiava, sorridendo e ridendo.

-Avrei dovuto intuire che eri tu, ma in cuor mio speravo che non fosse vero...perché...?- le chiese Xalar dolorante.

-Perché le razze non possono coesistere tra loro! Il mondo deve essere dominato dai più forti! E tu adesso morirai!- alzò la grossa zampa deforme per colpirlo.

Ma il dragone contrattaccò, riuscendo a respingere il suo attacco, facendole svanire quel sorriso.

-Sarò vecchio e ferito...ma non vuol dire che non posso combattere!- la guardò con uno sguardo di sfida, pronto a dar battaglia.

I soldati, risollevati da quelle parole, aprirono il fuoco su di lui, ma vennero decimati facilmente di fronte alla potenza di fuoco dell'abominio.
Il comandante e Thomas ne approfittarono per avvicinarsi assestandole due colpi uno alla pancia e uno al viso, per provare a salvare più soldati possibili.
Solamente il colpo di Xalar andò a segno, mentre l'umano quasi si ruppe la mano e Elasia ne approfittò per dargli una zampata che lo lanciò via.

-Sarai diventata un drago, ma la tua forza non può essere paragonata a quella di uno vero!- la afferrò per la zampa sollevandola in aria e le diede una fiammata argentata, sbattendola poi a terra.

Ne approfittò per andare da Thomas e soccorerlo, ma nel mentre qualcosa simile a una lancia violacea gli trafisse un fianco, portandolo via dalla traiettoria del secondo lancio con uno slancio.
In quel momento glielo lanciò contro.

-Sei così disperato vecchio?!- se la rise di gusto preparandosi a annientarlo, ma all'improvviso si bloccò sputando sangue, il suo corpo non si era ancora stabilizzato a dovere.

-Non preoccuparti! Ho io una bella cura per te!- il ragazzo alzò la testa colpendola in pieno viso con un potente pugno elettrificato.

-E anche io!- si lanciò anche il dragone d'argento, procedendo con un doppio affondo nello stomaco, facendole sputare ancora più sangue di prima, perdendo molto lentamente scaglie.

Credevano di aver vinto, ma la donna non volle arrendersi, puntando a trafiggere Thomas.
Xalar lo prese per il colletto della divisa, mettendosi di nuovo in mezzo per proteggerlo, infilzandogli il cuore.
Lei si mise a ridere soddisfatta, ma notevolemente indebolita dal suo doppio colpo.
Thomas urlò disperato, prendendolo in lacrime.

-P-perché signore? Perché arrivare a tanto per proteggermi...?- gli chiese piangendo, senza riuscire a trattenere la tristezza che lo stava assalendo.

-Ho voluto proteggere il tuo futuro ragazzo...lo avevo già fatto una volta, molto tempo fa...e non me ne pento affatto...- ansimò sorridendo.

-M-ma ora come farò senza di lei...?!- cominciò ad avere degli attacchi di panico.

-Prima o poi...l'allievo deve cominciare a cavarsela da solo...avrei voluto insegnarti di più, ma ti affido un ultimo incarico! Ti prego...! Fai qualcosa di grandioso...! Contribuisci...alla pace! Tu sei...il mio lascito vivente...- mentre gli parlò gli strinse la testa con una mano, esalando le ultime parole e spegnendosi lentamente.

Stava sorridendo, ma in faccia alla morte con coraggio.
Thomas lo strinse a se un'ultima volta, piangendo.

-Finalmente quel vecchio è morto! Non faceva altro che parlare! Bla bla bla...!- Elasia sembrava stesse impazzendo ormai.

-Taci...-

-Eh...?-

-CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA, PUTTANA!- Thomas si girò di scatto emanando una gigantesca aura elettrica che prese le sembianze di un dragone, sferrandole addosso una ondata di fulmini.

-Merda...! Hai il suo stesso sguardo! Lo odio lo odio lo odio lo odio lo odio lo odio! LO ODIO!- urlò a squarciagola e nonostante le ferite si gettò a testa bassa su di lui, guidata dalla pazzia.

Lui si chinò leggermente chiudendo gli occhi, divaricando le gambe lateralmente e unendo i pugni vicino al suo petto, concentrando l'energia magica in un unico punto, una mossa rischiosa, ma che avrebbe portato un grande effetto.
Più si avvicino a lui e più rimase fermo, attendendo e quando era vicinissima

-Via del tuono, primo kata. Thunder Strike!- agì di scatto, colpendola in faccia a piena potenza, rilasciando quell'accumolo magico in un'esplosione di fulmini che lanciò entrambi a causa dell'onda d'urto provocata.

Elasia tornò al suo aspetto normale, mentre a Thomas venne il fiatone, aveva prosciugato tutte le sue energie in quel attacco.

-M-mi rifiuto...mi rifiuto di farmi prendere...!- in un ultimo urlo si alzò in piedi grondando sangue come una fontana e si ritrasformò, volando via con l'unica ala che aveva.

Quella lotta finì, ma cadde a terra privo di forze e perdendo i sensi.
Quando si riprese era in un autoveicolo dell'esercito, bendato a curato, mentre stava tornando indietro a casa, con gli ultimi soldati rimasti.
Si alzò dal letto lentamente, ancora dolorante, guardando fuori e notò che davanti a loro c'era la carrozza di prima della Convocazione che li stava scortando.
Quando arrivarono al quartier generale un grosso carro buttò i cadaveri che aveva raccolto dal campo, destinati all'inceneritore e fu lì che vide il corpo senza vita di Xalar.
Si gettò a recuperarlo, ignorando del tutto le sue condizioni fisiche in cui era, tirandolo fuori dal gruppo, ma ad un tratto la sua vista cominciò ad annebbiarsi.

-Cosa stai facendo soldato? Ma tu...- lo prese per il polso, guardando cosa stesse facendo e ricordandosi di lui.

-V-vi prego...! Deve avere una degna sepoltura...! Ha combattuto valorosamente per noi! Non è giusto...!- nonostante la posizione in cui era riusciva comunque ad andare avanti, senza mollare.

Lo guardò dritto negli occhi e quando schioccò le dita il suo compare prese il corpo di Xalar, poggiandolo delicatamente per terra, disteso.

-Yarstahl, tienilo lì. Becchino, per qual motivo quel corpo è insieme agli altri cadaveri?- chiese allo scavatombe.

-Oh tenente Xidra, è solo un cadavere destinato all'inceneritore.- il becchino si inchinò con fare sottomesso.

-Non merita una fine del genere. Portatelo all'obitorio, avrà la sepoltura che merita.- a quelle parole a Thomas ricomparve il sorriso.

-Lo conoscevo anche io. Ci ha dato un grande aiuto.- provò ammirazione per Xidra, ringraziandola.

Venne fatta una grande cerimonia sepoltura, dopo il suo contributo nella guerra era il minimo per lui.
Le sue ultime parole rimbombarono nella sua testa, ormai impossibilitato a dimenticarle.
Da quel giorno passò ben 1 anni ed era stato congedato dal servizio militare di recente, due ragazzi per la precisione, suoi coetanei.
Potè finalmente godersi un po' di riposo, ma vide qualcuno che stava denigrando la lapide di Xalar. Gli salì il sangue al cervello arrabbiandosi e senza preavviso fece subito a botte con loro due.
All'improvviso qualcosa li separò, una grande e imponente forza si mise in mezzo a loro. I due imbrattatori scapparono.

-Vergognatevi! Insudiciare la tomba di un grande eroe! Ha contribuito a portare la pace, brutti idioti! Dovreste solo che essere grati a lui!- ignorò del tutto chi aveva intervenuto, dando prorità a pulire la tomba e una volta fatto si girò verso di lui.

Notò che era molto altò, circa sui due metri, indossava una divisa militare ormai usurata, candidi capelli bianchi e corti, indossando un paio di occhiali da sole.
Vedendo il grado sulla sua spalla sinistra capì che era un generale e gli fece il saluto militare, più per questione di abitudine.

-No ragazzo, non sono un soldato, non più ormai.- gli fece segno con la mano di non farlo.

-Porco ***! Che cazzo stai facendo Dante?! Dobbiamo andare!- un'elfa infermiera, dai vivi capelli rossi, sembrava volerlo uccidere incazzata come una iena. Sulla schiena aveva una specie di sacca in cui c'era quel che sembrava una bambina e dalla sua testa sbucavano delle piccole orecchie da coniglio.

-Ho sentito tutto quanto ragazzo e sono rimasta veramente colpita per l'ammirazione che provi verso questo...Xalar, dico bene?- dietro Dante arrivò una bella donna dai lunghi capelli mori, lucenti e meravigliosi come l'ossidiana, con una frangia che le copriva gli occhi, indossando un semplice vestito da viaggio e dalla testa spuntavano due piccolissime corna rosse, sbirciando il nome sulla lapide.

-Sì...mi ha aiutato molto e ha portato a tutto questo. Lui non vedeva alcuna distinzione negli altri, ne odio, ne disprezzo e sono d'accordo con lui di questo tutt'ora. Nessuno merita essere pregiudicato e tormentato, per nulla al mondo.-

-Allora...che ne pensi di venire con noi? Abbiamo intenzione di fare più o meno la stessa cosa, creando qualcosa di magnifico. Io sono Iris, l'omone serio è Dante, mentre l'elfa sclerotica qui dietro è Scarlett.-

-Ma vaffanculo!- Scarlett, in lontananza, le fece un dito medio.

-Un ragazzo con i tuoi ideali ci sarebbe veramente d'aiuto nella nostra "piccola" impresa. Ci stai ragazzo?- gli porse la mano sorridente.

-Se ci rallenterai invece ti scaricherò nel primo cestino che troverò, non importa se sarà piccolo, ti ci farò stare comunque.- le parole di Dante sembravano una minaccia bella e buona, facendo capire che odiava le perdite di tempo.

Erano una combricola decisamente strana quella che aveva di fronte, composta da strani elementi, ma continuò a pensare alle parole di Xalar.
Se quello che dicevano era vero...se parlavano sul serio. Il primo pensiero che gli venne in mente fu:

"Che avrebbe fatto Xalar...?"

Quella domanda lo tormentò per qualche secondo, per poi ottenere la calma, decidendo per istinto di accettare la loro offerta, stringendole la mano.
Quei 3 gli piacevano molto a prima vista e voleva mantenere la promessa fatta a lui.
Probabilmente per qualcuno quella decisione era molto rischiosa da prendere, ma quei qualcuno, sopratutto Thomas, non sapevano che quella decisione avrebbe cambiato tutto.

ANGOLO AUTORE
Sono vivo? Si, sono vivo!*mezzo morto e stanco* Finalmente sono riuscito a partorire pure sto colosso di capitolo! Ma non lo ritengo il più riuscito purtroppo, non mi ritengo soddisfatto a pieno nell'averlo completato, però ho un certo limite, che al momento non sono in grado di superare per questo capitolo e mi dispiace molto, volevo scriverlo al meglio.
A causa della scuola, e che sono in quinta superiore, non ho tutto questo tempo per pensare a qualcosa di bello grosso, ho la testa e il corpo costantemente stanchi, abbiate pietà di me. So di averlo fatto al meglio delle mie capacità attuali e di aver messo un bel po' di carne al fuoco, come ad esempio i tipi della convocazione(nome soggetto a cambiamenti, attenzione!) e di sti due tizi oscuri e inquietanti.
Ho provato a rivederlo tutto, ma è moltissima roba solo la metà, quindi a un certo punto la stanchezza ha voluto dominare il mio corpo, più avanti, quando sarò più libero, lo rivedro(seeeeee, certo con 10 verifiche la settimana).
Vi dico sol oche con questa storia voglio iniziare da un piccolo punto per poi continuare ad allargarci sempre di più a tutto il mondo di Braveheart, che sembra essere bello grosso. Aspetta...bello grosso...? Oh me...

Prossimo capitolo: Sole nascente.
   
 
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