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Autore: Civaghina    28/11/2018    0 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Leo è in ospedale da parecchi mesi, ormai, ed è consapevole di come, in questo ambiente, tutto venga amplificato, anche le relazioni; nonostante ciò, continua a stupirsene. Dopo una giornata un po' movimentata, la sera si ritrova nella stanza di Rocco, insieme a questi altri quattro ragazzi che fino a pochi giorni fa erano degli sconosciuti, e che adesso entrano invece a far parte del suo gruppo: i Braccialetti Rossi sono ora al completo!


Lunedì, 25 febbraio 2013

Stamattina sono di buonumore: io e Vale stiamo facendo colazione, e c'è anche Asia che è passata a trovarmi prima di andare all'Università e che sta ascoltando divertita i nostri discorsi sul gruppo che vogliamo formare.

E adesso chi state cercando?!” ci chiede ridendo, ma le nostre chiacchiere vengono interrotte da un gran trambusto in corridoio.

Ma che succede?” le domanda Vale.

Qualcuno che si sente male...” gli risponde lei dando un'occhiata attraverso il vetro che dà sul corridoio.

Vabbè...” dico io riprendendo il discorso di prima. “Noi comunque stiamo cercando il Bello e il Furbo. Perché ovviamente la Ragazza... l'ho già trovata io!”

E ti pareva!” esclama Asia.

Io invece ho trovato l'Imprescindibile” dice Vale.

L'Imprescindibile?!” gli chiede Asia perplessa mentre mi porge una rivista di Formula Uno che mi ha appena comprato.

Una storia lunga!” rido io.

Voi due avete stabilito che tu sei il Leader e tu sei il Vice Leader, giusto?!”

Giusto!” le rispondo io con decisione.

Sì!” annuisce Vale.

Vabbè! Siete due pazzi egocentrici!”

Tua sorella è una grande!” mi dice Vale ridendo.

Non darle soddisfazione!” ridacchio io. “Come sono i tuoi fratelli?!” gli chiedo poi.

No, no, non ho fratelli. Sono figlio unico” risponde lui giocando col coltello del burro.

Beato te!” esclamo io a voce volutamente alta.

Oh!” ride Asia lanciandomi un cuscino.

Invece voi?” ci domanda Vale. “Quanti siete in famiglia?”

Beh, siamo io, mia sorella... e...” comincio a dire.

E nostro padre” conclude Asia, che sa quanto mi costi parlarne. “La mamma è morta un po' di mesi fa.”

Mi dispiace...”

Vabbè!” esclamo io cambiando volutamente argomento. “Noi concentriamoci sul nostro gruppo! E facciamo una scommessa a chi trova per primo quelli che ci mancano!”

Ci sto!” approva Vale mentre Asia sorride tra sé e sé. “E che scommettiamo?”

Beh, io ho bisogno di soldi! Tu quanto hai nel cassetto?”

Venti euro...?”

Vada per venti euro!”

Ragazzi...” ci saluta Jhonny entrando nella stanza. “Non so che programmi avevate per oggi, ma... dovete rimandarli. C'è da fare una tac. Indovinate chi?”

Vale?!” gli chiedo io sorridendo.

No, te Leo!” mi risponde lui.

E il mio buon umore ci mette un attimo per andare a farsi fottere. Non voglio fare un'altra tac: ogni volta ci sono sempre brutte notizie. “Io?!”

Sì.”

Scusa, perché?! Ne ho fatta una due settimane fa!” protesto alzando la voce.

Decisioni dall'alto, Leo!”; decisioni dall'alto! Non può che esserci di mezzo quella stronza della Lisandri!

Dai, ti accompagno” mi dice Asia accennando ad alzarsi.

No, non ce n'è bisogno” la fermo subito io. “Meglio che resti con lui finché non arriva sua madre” dico indicando Vale; preferisco di gran lunga andare da solo: lei mi metterebbe ancora più ansia.

Ma... io sto bene, non preoccupatevi” ribatte Vale.

Sentite, mettiamo le cose in chiaro, altrimenti qui non funziona niente! Chi è il capo? Sono io, e allora comando io!” esclamo scendendo dal letto e sedendomi sulla carrozzella. “Lei, resta con te. Perché come dice il grande Watanka: così sia detto, così sia fatto, così sia scritto!”

Buona tac, capo!” mi dice Vale mentre Jhonny mi accompagna fuori.

Watanka!” urlo io sollevando il braccio.


Leo, aspetta qui!” mi dice Jhonny, una volta arrivati nella saletta adiacente alla sala tac. “Vado a prendere il liquido di contrasto.”

Portamelo rosso!” esclamo ridendo. “Così sembra un cocktail tropicale!”

Vediamo cosa dice il barista, su!” mi risponde lui stando allo scherzo.

Mentre aspetto, mi accorgo che, nella saletta accanto alla mia, c'è quel tizio stronzo che sta in stanza con Rocco; è seduto su un lettino con in mano un bicchiere pieno di liquido di contrasto giallo, e lo guarda titubante.

Vodka lemon?” gli chiedo io scherzando, ma lui mi rivolge un'occhiataccia e rimane in silenzio. “Come non detto...” dico allora tornando a guardare fuori dalla finestra. “Se non si può scherzare, non si scherza. Basta saperlo!”

Leo, purtroppo il rosso è andato a ruba” mi dice Jhonny porgendomi un bicchiere con del liquido verde. “Devi accontentarti”.

Io prendo in mano il bicchiere e lo annuso con aria disgustata. “Che gli succede a quello?” domando poi a bassa voce, indicando il tizio. “Non ha una bella faccia!”

Ha avuto un attacco di cuore stamattina, deve fare degli accertamenti” mi risponde Jhonny. “I medici mi hanno detto che... se sono i ventricoli... è un casino!”

E ci voleva un medico per dirlo?!” esclamo io guardando il tizio che, con aria affranta, continua a stringere in mano il bicchiere pieno e che, come me, non si decide a bere. Forse non è poi così stronzo, forse è solo un atteggiamento, un modo che ha per difendersi; forse è solo spaventato e incazzato perché deve stare qui. “Jhonny!” esclamo all'improvviso.

Ehi...?”

Sai se... è un tipo furbo?”

So che ha un caratteraccio!”

I caratteracci di solito sono furbi, no?”; il tizio, intanto, si è accorto che lo sto osservando e alza il dito medio, guardandomi malissimo.

Dai su, bevi ora!” mi incita Jhonny. “Dai!”.

Mi porto il bicchiere alle labbra e ne bevo un sorso: tanto per cambiare è disgustoso. “BLEAH! Ma che c'avete messo qua dentro?!” urlo. “Criptonite?!”

Dai re Leone! Tanto devi berlo tutto, su!” ribatte Jhonny mentre esce dalla stanza, lasciandomi da solo col tizio.

Io mi decido e mi avvicino, anche se lui continua ad apparire per niente ben disposto nei miei confronti: “È dura da mandare giù questa roba, eh?” gli domando provando a fare conversazione. “Chissà qual è il loro vero colore... tanto lo cambiano sempre!”

Probabilmente color merda di cane!” risponde lui brusco, restando ancora sulle sue.

Bleah! Questo era meglio se non lo dicevi! Adesso chi ce la fa a mandarlo giù?”

Ma poi a che serve?!”

Quando ti fanno la tac si illuminano le zone che loro vogliono vedere... insomma, una roba del genere!” gli spiego. “Io... ho già assaggiato quattro colori!”

Bravo! Scrivici un libro che... qui dentro di sicuro andrà a ruba!” esclama lui con tono sarcastico, e mi fa pure ridere. Sarà stronzo ma ha un bel senso dell'ironia.

Senti un po'... che ti è successo questa mattina?”

Mah... quei cretini hanno detto che... forse ho avuto un infarto.”

È un po' presto...” osservo io. “Tu non li stare a sentire, tanto i medici... si sbagliano sempre! Vedrai che non è niente, la tac te lo dirà” aggiungo cercando di rassicurarlo, per poi sollevare in aria il bicchiere e avvicinarlo al suo, sorridendo: “Brindiamo... a che non sia niente!”

Ok” risponde lui facendo scontrare i bicchieri di plastica.

Fino in fondo?!”

Fino in fondo!”.

Mandiamo giù tutto d'un fiato e fa davvero schifo. “Senti, ti andrebbe di far parte di un gruppo?” gli chiedo quando la smettiamo di fare versi di disgusto. “Che stiamo formando qua in ospedale...”

A lui viene da ridere: “Forse non hai capito che io fra un po' me ne vado!”

Lo so, però intanto...”

E poi se tutti quelli del gruppo sono come te...!” esclama con strafottenza, indicandomi.

Che vuol dire sono come me?!”

Daiii senza capelli..., pelati!”

E allora?!”; ma tu guarda questo qua! Allora non è solo stronzo! È il re degli stronzi! “Che c'hai contro i pelati?!”

Ma niente! È che io ho i capelli... e non ho tumore! Perciò...”

Ma chi cazzo sei tu?!” urlo allora io. “Senti chi parla! Hai i ventricoli che sfarfallano e non ti piacciono quelli col tumore?! Ma vaffanculo!” gli dico prima di allontanarmi.

Ma che cazzo ne sai tu?!” mi chiede mentre io mi fermo e mi volto a guardarlo. “Hai appena detto che i medici a volte si sbagliano!”

Ma sì, sì! Speriamo che si sbagliano, così te ne torni a casa! Tanto noi, gli stronzi, nel nostro gruppo non li prendiamo!”

Eh... vattene, va'!” mi dice lui con un sorrisetto del cazzo.


Ormai ho perso il conto di tutte le tac che ho fatto, e non mi spaventa di certo entrare nel tubone, però non sono per niente tranquillo; anzi, ho proprio paura.

Ho paura del referto.

Una paura fottuta.

Se il tumore ai polmoni è peggiorato mi toccherà ricominciare la chemio, ed è l'ultima cosa al mondo che voglio. Non voglio ricominciare tutto da capo un'altra volta.

Non voglio essere ancora quello malato.

Voglio una vita normale, cazzo!

Voglio la mia vita di prima.

Io sono pronto!” esclamo con ostentata allegria uscendo dallo spogliatoio, dopo essermi messo il camice.

Dai, vieni, andiamo” mi dice Benedetta accompagnandomi in sala tac; io mi siedo sul lettino e lei mi porge l'aggeggio per chiamare in caso di bisogno. “Questo è il pulsante”; come se non lo sapessi, cos'è.

E che lo prendo a fare, scusa?! L'ultima volta non funzionava neanche!”

Dai... che l'hanno riparato!”

Oooh! E io ci credo!” ridacchio io mentre lei mi porge un telo antiradiazioni.

Tieni.”

Buonanotte!” esclamo sdraiandomi e coprendomi dalla vita in giù.

Leo, attento, cominciamo, eh?” annuncia una voce al microfono.

Ciao mia bella radiologa preferita...” sussurro io riconoscendo la voce di Sara, e facendola sorridere, mentre il lettino slitta dentro il tubone.

Non parlare Leo. E non respirare!”

Ok” dico chiudendo gli occhi e trattenendo il respiro.

Lo vedi che se ti ci metti sei bravo?!”

Sono... come tu mi vuoi” canticchio ridacchiando, ma la verità è che me la sto facendo sotto dalla paura.


Finita la tac, Sara mi raggiunge nello spogliatoio mentre mi sto rivestendo: “Allora, Leo...” mi dice entrando.

In questo ospedale non si usa bussare?!” esclamo io. “Finisce che un giorno mi vedrai nudo!”

Ti ho già visto nudo, Leo!” ride lei.

Ah sì?! E quando?”; nelle mie fantasie di sicuro, ma lei non credo se lo immagini.

Beh, quando ti facciamo le radiografie e le tac ti vediamo da parte a parte: ossa, polmoni, cuore...”

E com'è il mio cuore?” le chiedo con voce volutamente bassa e sensuale.

È un bel cuore!” annuisce lei sorridendo.

E quell'altro muscolo?” le domando indossando la maglietta mentre lei mi guarda perplessa. “Altrettanto importante, solo... un pochino più in basso!”

Quello non è un muscolo!” puntualizza lei divertita.

Sì, ma com'è?! Fa la sua figura, no?!”; io rido e lei scuote la testa.

Mamma mia Leo! Tu da grande sarai un vero pericolo!”

Eeeh, io sono già un pericolo!”.

Sara sorride e poi si fa seria: “Senti... sono venuta a dirti di non andare via subito. Passa prima da noi a prendere i risultati, così li porti direttamente tu a Oncologia”.

Ma... che c'entra ora Oncologia?!” le domando irrigidendomi immediatamente.

Se... la massa nei polmoni non diminuisce, temo che... dovrai trasferirti subito a Oncologia”.

No.

No no no.

Col cazzo!

No, cazzo, io lì non ci torno!” dico alzando la voce e sbattendo il pugno sulla ruota della carrozzella. “Puoi dirmi almeno se il tumore è cresciuto?!”; mi viene da piangere: non ci posso nemmeno pensare a dover tornare in quel posto di merda. Non voglio!

Mi dispiace, lo sai che non possiamo dire i risultati...”.

Provo ad insistere, ma lei non cede e non mi anticipa nulla sul risultato della tac; rassegnato e parecchio nervoso, raggiungo la sala d'aspetto dove anche Davide (così mi hanno detto che si chiama il tipo stronzo di prima) sta aspettando che gli consegnino il referto; se ne sta curvo sulla sua carrozzella, e mi sembra parecchio preoccupato; per la prima volta da quando l'ho visto, forse riesco ad immedesimarmi un po' in lui.

Com'è andata la tua prima tac?” gli domando.

Tranquillo” mi risponde lui con strafottenza. “Mi sono perfino addormentato...”.

Seee, figuriamoci se si è addormentato durante la sua prima tac! “Veramente degli infermieri sghignazzavano, perché là dentro uno era quasi morto dalla paura! Aspetta..., dicevano che iniziava per... per D! Chissà chi sarà...!”

Davide...” chiama Benedetta con in mano le buste gialle dei referti.

Ah, ecco! Davide!” esclamo io, sul punto di scoppiare a ridergli in faccia.

Lui sembra non avere voglia di rispondere alle mie provocazioni e si limita a sbattere il pugno sul bracciolo della carrozzella e a guardarmi in malo modo.

... e Leo!” continua Benedetta. “Queste sono per voi!” dice porgendoci le buste. “Aspettate qui, eh? Chiamo qualcuno ad accompagnarvi”.

Io continuo a fissare pensieroso la mia busta, come se così potessi leggerne il contenuto; la giro e la rigiro tra le mani, e ho quasi voglia di aprirla anche se so che non potrei, ma ho troppa paura di quello che c'è dentro, e così lascio perdere quest'idea e non lo faccio.

Basta aspettare!” urla Davide dopo qualche minuto, sbattendo la busta contro le proprie gambe. “È da stamattina che mi trattano come se fossi un pacco e mi spostano di qua e di là! E mi dicono di aspettare! Io me ne vado!”

La busta va consegnata al medico!” gli ricordo io, mentre lui mi passa di fianco per andarsene. “Devi aspettare Jhonny e Ulisse, aspetta!”; provo a fermarlo, ma inutilmente.

Ma io non aspetto nessuno!” mi risponde lui allontanandosi velocemente. “Non voglio la balia!”

Dove vai?!” urlo io andandogli dietro.

Ragazzi, adagio, adagio!” ci riprende un medico che rischiamo quasi di investire.

Vaffanculo...” mormora Davide, proseguendo la sua corsa. “Che te credi di arrivare prima di me agli ascensori?!” mi domanda con aria di sfida.

Tu non hai idea di come si usa questa!” sorrido io superandolo, facendo lo slalom tra le varie colonne mentre lui mi segue a ruota.

Sì, figurati! Ho guidato l'auto di mio padre!”

E io il trattore di mio nonno!”

E peccato che questo non è un trattore!” mi sfotte lui proseguendo dritto.

Vedi, non conosci il percorso! Gli ascensori stanno di qua! Ciao bello!” esclamo io salutandolo con la mano mentre giro a destra.

Tanto ti prendo lo stesso, figlio di mignotta!”.

Lui svolta immediatamente, riuscendo a rimettersi al mio fianco e cercando in tutti i modi di sorpassarmi, aiutandosi con le gambe.

Sei sleale!” protesto io quando me ne accorgo. “Stai usando le gambe!”

E usale anche tu!”

Due coglioni! Sai che non posso!”; devio per evitare di investire un dottore, e perdo un po' di terreno.

Eh, se non ne hai due di certo non è colpa mia!” mi dice lui prendendomi per il culo, voltandosi per un secondo verso di me.

Rallenta! Ma pensa al tuo cuore!” gli urlo dietro io, sottolineando il suo di problema.

Lui fa un ultimo scatto, rischiando di far cadere un medico che stava passando in quel momento, e riesce ad entrare per primo nell'ascensore.

Ho vinto! Ho vinto!” esulta iniziando a colpire con una mano le pareti dell'ascensore. “Ho vinto! Vinto!”

Ma se ti ho lasciato vincere!” ribatto io, sistemandomi bene con la carrozzella dentro l'ascensore; fanculo! Do un pugno ai tasti, facendo chiudere le porte, e intanto lui continua ad esultare; mentre aspettiamo di arrivare al piano, si sentono dei rumori strani, la luce dell'ascensore comincia ad andare e venire e la cabina a sballottolare, per poi fermarsi di colpo.

Ma che cavolo!” sbotto io. “Hai anche spaccato l'ascensore!”

Ma io...?! Sei tu che hai preso a cazzotti il pulsante!” ribatte lui alzandosi in piedi.

Sì sì...”

Premi l'allarme, allora!” urla lui, alterandosi.

Io provo a schiacciare il pulsante dell'allarme, ma non succede niente. “Ma neanche l'allarme funziona adesso?!”; inizio a sbattere i pugni contro le pareti dell'ascensore. “Aiuto! Siamo bloccati! Aiuto!” grido. “Ma c'è qualcuno?!”. Fantastico! Bloccato in ascensore con questo qua! Mi giro verso di lui che è stranamente silenzioso, e vedo che è accasciato a terra contro la parete dell'ascensore; ha una mano poggiata sul petto e ha davvero una pessima faccia. “Oh! Ma che c'è?!”

Ho un dolore qui...” mi dice lui, tenendo la mano sul petto e parlando a fatica.

Oh! Non facciamo scherzi, però, eh?!”; io scendo dalla carrozzella e mi siedo accanto a lui. “È forte?” gli chiedo poggiandogli una mano sulla spalla.

Abbastanza...” mi risponde, provando a scansarmi, ma io lo tengo bloccato a terra. “Fammi alzare!”

Stai... stai giù! Stai giù. Respira. Respira!”; lui prova di nuovo a spingermi via, ma non ci riesce. “Stai giù” gli ripeto con tono più deciso. “E respira. Continua a respirare. Fai come faccio io. Fai come faccio io!” ; comincio a fare dei lunghi respiri, profondi e regolari, e lui prova a seguirmi, cercando di regolarizzare il suo respiro. “Continua. Bravo, così. Stai giù. Stai calmo”; prova di nuovo ad alzarsi, ma io glielo impedisco. “Rilassati. Continua a respirare. Bravo, respira. Respira. Va un pochino meglio?”

Boh, non lo so, penso di sì...”

Tu continua. Dev'essersi fermato tra due piani... Aprite!” urlo ricominciando a picchiare le pareti dell'ascensore. “Aprite! Tirateci fuori di qui!”.


Le mie urla risultano inutili: il tempo passa, ma nessuno arriva a liberarci, e ovviamente i cellulari non prendono! La crisi di Davide, fortunatamente, sembra superata, e lui pare essersi tranquillizzato; mi siedo appoggiando la schiena alla parete dell'ascensore e lo faccio sdraiare, facendogli appoggiare la testa sulla mia gamba sinistra.

Va meglio?”; mi sono davvero spaventato: questo qua è così stronzo che sarebbe stato capacissimo di morire chiuso con me in ascensore, giusto per farmi un dispetto.

Credo di sì...” sospira lui tenendo tra le mani la grande busta gialla. “Ma... ci metteranno molto?”

Spero di no.”

Se sono i ventricoli...” dice scuotendo la testa. “Sono stra-fottuto.”

Fidati, se fossero i ventricoli, con quella corsa da pazzo che hai fatto... eri già morto!” esclamo io poggiandogli una mano sul petto per sentire se il battito del cuore sia tornato regolare.

Ora... sei anche un dottore?!”

Oh! Ma devi sempre rompere le palle quando uno ti dice qualcosa?!”

Ha parlato il dottor House! Basta, cazzo! Io ora la apro!”

No, no! Aspetta aspetta aspetta!” lo fermo io. “Aspetta. Io ho una mia teoria sull'apertura dei referti, stammi a sentire: se tu aspetti mezz'ora, l'ansia diminuisce e aumenta la forza. Così se il risultato non è buono, almeno... sei preparato”.

Lui sospira e alla fine lo convinco, ma mezz'ora, quando non hai niente da fare, è davvero lunghissima, e starsene chiusi qua di certo non aiuta; cominciamo a lanciarci la pallina di Matteo, seduti uno da una parte e uno dall'altra dell'ascensore, e incredibilmente finiamo anche col divertirci.

Tu sei un tipo furbo?” gli chiedo poi ad un certo punto, quando ci sediamo uno accanto all'altro, continuando a lanciarci la pallina.

Certo che sono furbo!” esclama lui. “Che domanda è?! Perché me lo chiedi?!”

Perché stiamo facendo un gruppo, no? E ci mancano il Furbo e... il Bello! Solo che... tu tanto bello non sei!” rido io.

Beh, di sicuro più di te!”; parliamone! “E... tu chi saresti nel gruppo?”

Il Leader!”

E a te ti pare che io entro in un gruppo dove non sono io il Leader?!”

E perché dovresti essere il Leader?!”

Perché sono sempre stato il Leader in tutti i posti dove sono stato: in piscina, al mare, in settimana bianca, sempre!”

Qui no. Oramai è deciso. Sei arrivato tardi!”

Il Furbo è quello che lavora sempre troppo!” si lamenta lui. “Risolve i problemi di tutti e gli rompono tutti le scatole! Io invece non voglio fare un cazzo!”

Aaah! Gran programma!”

Voglio mettere su un gruppo rock e starmene lì dalla mattina alla sera! Punto.”

A guardarti bene, potresti essere... il Bello. Sì.” sorrido io. “Uno di quelli che piacciono un sacco alle donne, anche se hanno il naso storto e gli occhi acquosi.”

Io non ho né il naso storto, né gli occhi acquosi!”

Era per dire...!”

Va bene, accetto! Però se sono il Bello, sono il Bello! Niente discussioni con gli altri o cose varie!” precisa mentre io annuisco soddisfatto. “E... cosa bisogna fare per entrare in questo famoso gruppo?”

Niente. Solo mettere uno di questi” rispondo mostrandogli i braccialetti rossi. “E diventi un Braccialetto Rosso” gli spiego mentre lui mi guarda indeciso. “Allora?”

Va bene...” mi dice allungando il braccio verso di me; io mi tolgo un braccialetto e glielo infilo al polso.

Watanka!”

Che cosa?!” mi domanda lui perplesso.

No, niente, roba mia!” sorrido io compiaciuto.

Per qualche secondo, lui osserva il braccialetto, poi solleva lo sguardo su di me e mi sorride; io gli rivolgo a mia volta un sorriso complice, e poi ricomincio a lanciare la pallina; sembra assurdo: fino a poco fa nemmeno lo sopportavo, e adesso l'ho fatto entrare nel gruppo e penso quasi che potremmo diventare amici. Sono sicuro che quando lo racconterò a Nicola, finirà col tirare fuori una delle sue perle di saggezza sulla vita.


Mezz'ora è ormai passata; Davide sembra stare bene, ci siamo rimessi sulle carrozzelle, ed io sto facendo il conto alla rovescia, guardando il timer che ho impostato sul cellulare: “Cinque, quattro, tre, due, uno... Ecco” dico interrompendo l'allarme, mentre mi chiedo se davvero aprire la busta è quello che voglio.

È passata mezz'ora...”; anche lui è piuttosto teso, e ce ne stiamo per qualche secondo in silenzio, prendendo tempo. “Nella tua busta cosa ti devono dire?” mi chiede poi.

Se il tumore nel polmone è diminuito. Nella tua i ventricoli, no?”

Già...”

Buona fortuna” gli dico deglutendo.

Buona fortuna anche a te” risponde lui accennando un sorriso.

Credo che nessuno di noi si senta veramente pronto, ma il contenuto delle buste non cambierà ignorandolo o rimandando ancora; la mezz'ora stabilita è trascorsa, ed è ora che scopriamo la verità: apriamo le buste, tiriamo fuori le lastre e la cartellina piena di fogli con scritte incomprensibili, e cominciamo a sfogliarli; io so benissimo dove andare a cercare quello che voglio sapere, e faccio prima di lui: il tumore, non solo non è diminuito, ma pare che sia addirittura cresciuto. Come al solito, la Bestia continua a farsi i cazzi suoi, e tutte le chemio e le radio che mi sono sorbito sono state del tutto inutili; fanculo! Fanculo! Fanculo! Dov'è il senso in tutto questo?! Che senso ha starmene ancora qui, dopo tutti questi mesi, se tanto continuo a peggiorare?!

Negativo!” esulta Davide a un certo punto, mentre io tengo lo sguardo basso e non so come sto riuscendo a non piangere. “Non sono i ventricoli! Vaffanculo a tutti! Lo sapevo io! Cazzo, finalmente!”; io resto in silenzio, vorrei tanto congratularmi con lui, ma proprio non ce la faccio. “E nella tua Leo, cosa c'è scritto?”.

Io sollevo la testa e lo guardo, con gli occhi appannati dalle lacrime. “Sembra che dovrò fare la chemio un'altra volta”; e proprio mentre pronuncio la mia sentenza, l'ascensore riprende a funzionare.

Mi dispiace Leo”; è l'unica cosa che lui riesce a dirmi, e sembra sinceramente dispiaciuto per me.

Che merda...! È sempre la stessa merda!”; non riesco nemmeno a incazzarmi e ad urlare, sono troppo ferito.

Siamo arrivati al piano, la porta dell'ascensore si apre, ed io tolgo il freno alla carrozzella e mi volto per uscire.

Mi aspetti?” mi chiede lui mentre io sono già fuori.

No, scusami. Ci vediamo dopo”; ho bisogno di stare da solo. Anzi no: ho bisogno dei Braccialetti Bianchi.


Leo!” esclama Lucia quando mi vede entrare. “È da un po' che non ti fai vedere!”

Quando non mi faccio vedere vuol dire che va tutto bene.”

E cosa c'è che non va, oggi?”

Tutto” rispondo laconico, senza voglia di darle spiegazioni. “La cicogna era di turno stanotte?”

Stanotte sì” mi dice lei sorridendo. “Ci ha portato Icaro.”

Icaro? Bel nome...”; sorrido e mi avvicino alla vetrata per guardare i bambini. “Mitico...” sussurro con tono dolce, osservando il nuovo arrivato, e trovando immediatamente un po' di pace. “Benvenuto su questa terra, Braccialetto Bianco”.


Quando mi avvicino alla mia stanza, vedo, attraverso il vetro che dà sul corridoio, Asia addormentata su una sedia, con la testa appoggiata sul mio letto, e un ragazzino mai visto prima che la sta fissando da vicino; busso al vetro, richiamando la sua attenzione, e lo guardo infastidito, domandandogli con un gesto della mano cosa stia facendo.

Si può sapere che stai facendo?!” gli chiedo poi entrando. Che cazzo ci fa questo tizio nella mia stanza e perché mai sta fissando mia sorella?!

Guardo le ciglia di Asia...” mi risponde lui con aria sognante. “Ma tu sei Leo o Vale?”.

La sua domanda mi coglie alla sprovvista. “Leo” gli rispondo, mentre mi chiedo come faccia a sapere il mio nome.

Ha le ciglia lunghe, eh, tua sorella?!”

Sì, e allora?!” ribatto con tono scontroso.

E... allora niente!”; certo che sto tipo è proprio strano, però mi fa sorridere. “Ma ti va se ci vediamo stanotte tutti insieme nella stanza di Rocco?”

Ma ci vediamo chi?!”

Io e voi Braccialetti Rossi! Dillo agli altri! Ci vediamo lì alle dieci!”

Ma che ne sai tu dei Braccialetti Rossi?!”; come fa questo a sapere tutte queste cose?! Avrà parlato con Vale o Cris?

Ah! Di' alla madre di Vale che ho preso queste riviste perché mi piace il gossip!” mi dice mettendosi sulle ginocchia un paio di riviste e ignorando la mia domanda. “Gliele riporto domani!”

Ma tutti a me devono capitare?!” esclamo mentre lui esce dalla stanza; un attimo dopo sento bussare al vetro e vedo che è ancora lui.

Leo! E trattala bene tua sorella, che ti vuole molto bene!” mi dice prima di andarsene.

Ma che cazzo vuole adesso, 'sto qua?! Non ho certo bisogno che mi dica lui come devo trattare mia sorella! A proposito, pare che si stia svegliando, così mi affretto a nascondere la busta col referto dietro la schiena.

Com'è andata la tac?” mi chiede lei, con voce ancora assonnata, tirandosi su.

Alla grande!” esclamo io con ostentata allegria. “Tutto bene. Tagliando perfetto! Però la risposta definitiva me la daranno domani. Tu che ci fai ancora qua? Non sei stanca?”

Sì, sono a pezzi. Ora vado. Però appena hai notizie fammi sapere, uhm?”.

Io annuisco accennando un sorriso e l'abbraccio forte. “Tranquilla Asia. Ancora un po' e poi finisce tutto”; sarebbe bello, oltre a convincerne lei, convincere pure me stesso.

Sì fratellone”; lei sorride, si slega dall'abbraccio e si alza, cominciando a raccogliere le sue cose.

Ciao sorellina” la saluto io mentre esce, sforzandomi ancora di sorriderle.

Ciao”.

E, quando Asia scompare dalla mia vista, scompare anche il sorriso che ho improvvisato apposta per lei; prendo il pennarello indelebile, mi avvicino all'armadietto per aggiungere Icaro, e mentre scrivo sento alle mie spalle la voce di Cris: “Che scrivi Leo?”

Niente, cose mie” le rispondo facendo il vago; mi volto verso di lei e, quando vedo che non è da sola, ma che con lei c'è anche Vale, ammetto di restarci di merda: probabilmente hanno trascorso tutta la mattina insieme e questa cosa mi infastidisce parecchio. Non so perché, ma è così. “Io l'ho trovato un altro per il gruppo! Il Bello” annuncio avvicinandomi a loro. “È un po' piccolo ma... ma è uno tosto! Si chiama Davide. Ho vinto?”

Direi di sì!” esclama Cris sorridendo, mentre Vale annuisce.

È inutile scommettere con me! Chi lo fa... ha già perso in partenza! Perdi tempo con lui bimba!” dico con tono canzonatorio, indicando Vale. “Se volevi divertirti, dovevi venire in giro con me!”

Mi sa che hai ragione, sai?!” ride lei sedendosi sul tavolino.

Sei pesante, lo sai?!” sbotta Vale. “Solo perché sei qui da più tempo di tutti, ti credi chissà chi!”.

Mi sorprende che lui mi abbia risposto così, non me lo aspettavo! E mi fa anche incazzare che si permetta di giudicarmi, dopo dieci giorni che è qua! È qui che ti sbagli” gli rispondo con tono duro. “Mi credo solo il più sfortunato di tutti!”

Sentite ma... perché non la finite di fare gli scemi?!” interviene Cris. “Piuttosto, che voleva quel tipetto che è uscito da qui?”

È un mezzo matto...” le rispondo. “Vuole che stasera ci vediamo tutti nella stanza di Rocco. Dice che è importante...”

E tu ci vai?” mi chiede Vale.

Beh, sì...” dico sistemandomi in mezzo a loro con la carrozzella. “Per stasera... non ho impegni!” esclamo ridendo, rivolgendo a Cris uno sguardo complice.

Stranamente neanch'io!” sorride lei.

Allora ci si vede tutti da Rocco!” esclamo sollevando il braccio sinistro verso Cris che mi stringe subito la mano, e poi quello destro verso Vale che a sua volta mi stringe la mano sorridendo.


L'appuntamento con gli altri è nella stanza di Rocco alle 10, quando scatta il cambio turno degli infermieri, ma prima di andarci passo a svaligiare la macchinetta, prendendo un po' di schifezze per tutti. “Ciao ragazzi” dico a bassa voce quando arrivo.

Ciao” mi risponde Cris, anche lei appena arrivata, insieme a Vale che le è andato incontro.

Tu... allora sei la ragazza?!” dice Davide non appena la vede entrare.

Bella intuizione!” esclama lei sarcastica. “Tu di sicuro non sei il Furbo!”

Io sono il Bello!”

Ah! E tu saresti il Bello?!” ride lei.

Sei bella te!” le risponde lui mentre Cris viene a sedersi sul tavolino vicino a me.

Qualcuno ha fame?” chiedo io tirando fuori gli snack. “Ho portato un po' di rifornimenti per tutti! Cris...” dico porgendole uno Snickers, per poi lanciare le patatine a Davide e i wafer a Vale; ma Cris tentenna. E che fai, non lo mangi?! Guarda che è la fine del mondo, eh?!”

No, io non...” balbetta lei a disagio; immagino che per lei quella barretta sia un incubo, però pensavo di riuscire a ingolosirla, e che la mangiasse.

Ma il tipo non doveva venire alle dieci?” mi domanda Vale. “Sono già passate da sei minuti...”

E che ne so?!” dico io ridendo. “Ha detto così...”

Ma qualcuno sa come si chiama il tipo?” chiede Davide, mentre mangia le patatine, seduto sul suo letto.

Si chiama Toni” gli rispondo io. “Sì, ma è un tipo strano, eh?! Io ci ho scambiato due parole: è fuori come un balcone!”; rido, e ride anche Cris. “Ah! Eccolo!”.

Toni entra, si sistema con la carrozzella vicino al letto di Rocco e poi si guarda intorno, indicandoci silenziosamente, uno ad uno, per contarci: “Perfetto! Ci siamo tutti!”

Ma non hai freddo?” gli domanda Cris, vedendolo con indosso soltanto la canottiera.

Eeeh, certo che ho freddo! Un freddo cane!” risponde lui facendoci ridere tutti.

E allora perché stai vestito così?!” gli chiede Davide.

No..., è perché... questo esalta il mio fisico! Hai capito? Hai visto?!” esclama mettendo in mostra le sue braccia mingherline. “E poi, vedi, è pure abbinato... vedi? Vedi?” dice indicando la canottiera, il gesso alla gamba, il collare, e la fasciatura al braccio: “Bianco, bianco, bianco, bianco!”; si avvicina poi un po' di più a Rocco. “Sì!” esclama. “Ah! Rocco dice che non si è mai sentito tanto felice in vita sua e vuole che ve lo dica!”

Ma dì un po'! Ci stai prendendo per il culo?!” sbotta Davide. “Rocco non ha detto niente!”

Tu sei... Davide, vero?!” gli chiede lui.

Sì, e allora?!”

Rocco dice che non gli piace quando lo guardi troppo da vicino, perché ogni volta che rimanete soli finisci sempre per toccargli la punta del naso. Hai capito?”.

Davide è incredulo, e pure io, Vale e Cris non ci stiamo capendo molto, però la scenetta è divertente, e ridiamo. “Ma scusa, ma... tu che ne sai?!”

E me l'ha detto lui!” esclama Toni indicando Rocco.

Cioè... tu parli con Rocco?!” gli chiede Cris scettica.

No... è lui che parla con me! Io ascolto e basta!”

Ma cosa ti dice?” gli chiede ancora Cris.

Mi dice che vorrebbe farmi entrare nel gruppo e vuole sapere chi di voi è d'accordo!”

Beh...” dico io. “Veramente c'è rimasto solo un posto”; e questo più che il Furbo, mi pare il Matto!

E Rocco lo sa!”.

Sa che a noi ci manca solo... il Furbo?!” gli chiedo parlando lentamente, mentre cerco lo sguardo degli altri.

Esatto!”

E propone te?!” gli domanda Davide.

Preciso!”

Come Furbo?!”

Sì!” afferma lui deciso.

E questo punto, Davide gira la testa e agita la mano: “Vabbè, ciaooo!”

Ciao!” gli sorride Toni agitando la mano. No, è proprio fuori! Ma non ho ancora capito se ci è, o ci fa.

Beh, però scusate un attimo...” interviene Vale. “Per riuscire a parlare con Rocco deve essere abbastanza furbo, no?”

Lo sono eccome!”

Ma scusate!” esclama Davide. “Ma lo avete visto, dai?! Lui è... insomma non t'offendere, eh...”

Eh, cosa? Aspetta...” lo interrompe Toni. “Eh... speciale, eh?! Come dice mio nonno!”

Eh, sì speciale...” bofonchia Davide mentre io ridacchio.

Qui nel gruppo tutti siamo speciali” dice Cris. “A voi sembra di vedere qualcuno normale?! Io voto a favore”.

Anch'io!” esclama Vale tirando su la mano.

Anche Rocco vota a favore!” aggiunge Toni sollevandogli il braccio.

E dov'è la prova?!” chiede Davide alzando la voce. “Qualcuno l'ha sentito dire che è a favore o l'ha visto alzare il braccio?! Sentite, a me questo pare troppo furbo!”.

Io sblocco la carrozzella e mi avvicino a Toni per guardarlo negli occhi. “Non ha lo sguardo da finto” dico poi. “Secondo me è sincero. Anch'io voto a favore!”

E io voto contro!” protesta Davide. “A meno che non mi dia una prova!”.

Toni si avvicina con l'orecchio a Rocco e poi sorride: “Ce l'ho la provaaa!”

Davvero?!”

Rocco sa il soprannome che ti ha dato tua madre! L'ha sentito stamattina quando ti sei sentito male!”

Oh, ma che cavolo stai dicendo?!”

Non vuoi che gli altri sappiano il diminutivo?!”

Dai, avanti, dillo!” lo incito io.

No no no no...” dice Davide. “Se lo sai vienimelo a dire! All'orecchio!”.

Toni si avvicina al letto di Davide e gli fa cenno con la mano di chinarsi verso di lui. “Funghetto!” esclama poi a voce alta, ridendo e facendoci ridere tutti.

Ma che cazzo!” urla Davide spintonandolo. “Ti avevo detto di dirmelo all'orecchio!”

Eh, ma non mi hai detto di dirlo a bassa voce!”

Allora hai deciso?” chiedo io a Davide. “Sei a favore?”

A favore...” risponde lui sollevando il dito medio.

Bene! Allora ti spetta questo!”; mi avvicino a Toni e mi sfilo un braccialetto. “Così sia detto, così sia fatto, così sia scritto...” dico mentre glielo infilo al polso. “Watanka!”

Watanka!” ripetono tutti gli altri.

Toni si avvicina di nuovo a Rocco, come se lo stesse ascoltando, e ci dice: “Rocco dice di farci una foto! Mi passi la macchinetta che sta dietro alla sveglia?” chiede a Vale. “Voi intanto mettetevi in posa, eh?!”

Mentre Toni imposta l'autoscatto, Cris guarda prima Vale, che si è messo alla sinistra del letto di Rocco, e poi me che mi sono messo a destra, e sembra indecisa sul dove mettersi.

Cris vieni qua!” le diciamo contemporaneamente.

Vado vicino a Rocco” decide lei sorridendo imbarazzata, mentre dà un morso allo Snickers.

Attenti! È partito l'autoscatto!” ci avverte Toni mentre va a posizionarsi anche lui vicino al letto di Rocco, seguito da Davide che si posiziona alle mie spalle.

Braccialetti in alto!” esclamo io alzando il braccio, imitato subito dagli altri, mentre Davide solleva anche il braccio di Rocco.

Attenti, cinque secondi!” dice Toni.

Watanka!” esultiamo tutti in coro mentre il flash lampeggia.

Sorrido, pensando che, a parte Rocco, tutti gli altri fino a due settimane fa nemmeno li conoscevo, e adesso mi sembrano miei amici da una vita. Questa cosa non dovrebbe più sorprendermi, ormai lo so che in ospedale capita così, mi è già successo altre volte, eppure mi stupisce sempre. E chissà per quanto tempo siamo destinati a restare insieme, chissà che piani ha in mente l'Universo per noi e il nostro gruppo; chissà se fra un mese, o fra un anno, o fra due, saremo ancora in contatto o ci saremo persi di vista; chissà se saremo ancora tutti vivi; lo so, è un pensiero cinico, ma è un pensiero che non posso fare a meno di avere: quando convivi col cancro, metti in conto anche questo, e forse è vero, come dice la Lisandri, che impari a non avere più paura di morire.

Stasera però siamo tutti qui, tutti e sei insieme, e provo la rassicurante sensazione che da oggi in poi le cose saranno un po' più facili, per tutti noi.

Che da oggi in poi mi sentirò meno solo.


   
 
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