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Autore: Kodawaru_Eruannon    28/11/2018    1 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Xenoblade_Chronicles_2]
Quando Jin cade dalla scogliera nelle rovine di Morytha non verrà salvato da Rex e i suoi compagni, ma da un Gladius senza padrone che porta con se un segreto sconcertante. Una volta lasciatosi alle spalle Rex e l’Aegis Jin fa ritorno sulla Monoceros e li si rende conto che anche se è scomparso il misterioso Gladius continua a seguirlo senza mai lasciarlo...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola What if? sul misterioso terzo Aegis e che fine ha fatto dopo che se ne è andato e che ruolo potrebbe avere nella storia narrata dal videogioco... Spero vi piaccia!
 

La prima cosa che aveva visto risvegliandosi erano i grattacieli che un tempo si ergevano imponenti ora distrutti e usurati dal tempo pendere pericolosamente verso di lui facendo filtrare dalle finestre senza vetri una luce salmastra e morente; la seconda fu voltandosi l’asfalto cosparso di crepe su cui era sdraiato, freddo e ruvido e alzando poi lo sguardo i cumoli di macerie che sembravano innalzarsi fino a sfiorare il cielo.

La terza e più interessante cosa che aveva notato non era una cosa, ma una persona che se ne stava seduta sul cadavere in decomposizione di uno dei mostri che lo avevano attaccato prima che perdesse i sensi. Era una ragazza, dalla carnagione così pallida che i colori scuri del circondario si infrangevano su di lei dandole un’aura strana, malata, quasi di morte.

Era seduta a gambe incrociate, con le mani appoggiate nel cerchio formato dalle coscie e il corpo leggermente spostato in avanti, proteso verso di lui mentre occhi color della notte lo scrutavano fieri e minacciosi; per un attimo mentre li osservava pensò che erano molto simili a quelli di Malos, ma quando la ragazza li aveva socchiusi scrutandolo ancora più a fondo si era reso conto che non vi era alcuna rabbia devastante, alcun disgusto per se stesso o per gli altri, nessun odio sviscerato, solo un immenso gelido nulla.

Si era messo seduto per poi alzarsi in piedi con dificoltà raccogliendo da terra la sua spada pronto a combattere se la ragazza avesse attacato, ma con sua somma sorpresa non si era mossa nemmeno di un millimetro. Si era alzata solo quando aveva fatto per allontanarsi e senza proferire parola gli aveva fatto segno di seguirlo e si era allontanata facendosi largo fra le macerie e gli edifici semidistrutti.

La aveva seguita veloce e silenzioso scrutandola, osservano i capelli corti e arruffati mentrre ondeggiavano, la schiena dritta e il passo spedito e maestoso… chi fosse non era dato sapere, ma un bagliore bianco a malapena intravvisto da sopra la lunga casacca quando si era arrestata accanto a lui lo aveva messo di fronte alla conclusione che non era una umana, ma un Gladius che per qualche motivo girava da solo fra quelle rovine.

Aveva allungato il braccio indicando qualcosa che si muoveva in lontananza e pian piano si avvicinava con cautela… la Monoceros?!

La aveva osservata mentre gli sorrideva a fatica e girandosi era corsa via saltando da una maceria all’altra sparendopoco dopo in un vicolo buio che non aveva nemmeno notato mentre arrivavano.

Quando Malos e gli altri gli avevano dato il benvenuto sulla nave finalmente tutta la tensione e il silenzio opprimente che lo avevano accompagnato erano svaniti dandogli finalmente una sensazione di tranquillità e normalità subito interrotta dalla voce curiosa di Akhos che gli aveva domandato come mai si era unito a Rex e gli altri.

La domanda lo aveva colto impreparato mentre si voltava cercando di scorgere una qualunque traccia che potesse provare che l’unico suo accompagnatore era una Gladius solitaria e silenziosa, ma lo schermo gli rimandava solo l’immagine del ragazzo circondato dai suoi amici che li osservavano mentre si allonatanavano < Nessun motivo in particolare > e detto ciò si era allontanato lasciando tutti esterrefatti mentre si dirigeva verso i suoi alloggi.
La notte porta consiglio, si era detto, dopo una notte di sonno avrebbe di sicuro dato un senso a ciò che aveva visto, a ciò che aveva vissuto, ma l’unica cosa che aveva rimediato era un mal di testa lancinante e la notte in bianco.

Si era alzato e dopo essersi rivestito era uscito dalla sua stanza per poi dirigersi verso la sala di comando centrale dove si era fermato ad ammirare tutti i nuclei che risplendevano silenziosi nei loro contnitori < C’è qualcosa che ti disturba? Come mai non dormi ancora? >.

Si era voltato osservando la stanza mutare e trasformarsi in una enorme stanza dal pavimento trasparente e i muri costituiti da delle enormi vetrate che permettevano di osservare il Mare di Nuvole che si estendeva a vista d’occhio sotto e attorno a lui.

Al centro della stanza una figura levitava nascosta dall’ombra mentre in piedi di fronte alla vetrata vi era la ragazza che aveva incontrato nelle rovine di Morytha < Perchè dovrei mai avere qualcosa che non va padre? Sono un essere perfetto, non un miserabile umano, non necessito di dormire! > la aveva guardata mentre la voce gelida tagliava l’aria mentre si voltava versp la figura avvolta nell’ombra < Cosa ti hanno fatto gli umani per suscitare in te tutto quell’odio? Dopotutto sei tu che hai deciso di andartene da qui! > la ragazza si era incamminata verso un segmento di colonna sulla cui superficie inclinata fscevano bella mostra di se due cristalli nucleici che ben conosceva: quello viola di Malos e quello verde smeraldo di Mythra…

< Figlia mia – la voce dell’uomo era ridotta ad un sussurro – adorata figlia, che cosa ti è success? > gli occhi della creatura avevano indugiato un attimo sulla figura per poi spostarsi verso i due cristalli mentre faceva scorrere le dita lungo il terzo spazio ora vuoto mentre un sorriso amaro le compariva sul volto < I miei fratelli stanno bene vero? > e in quel momento aveva capito chi si era trovato di fronte!

Lo aveva compreso mentre la osservava far fluttuare nell’aria i due cristalli nucleici, mentre i capelli corti si allungavano in una selvaggia chioma bianca che le si era allungata fino ai fianchi mentre due ciocche le avvolgevano il collo creando un colletto di pelliccia spesso e candido, i vestiti larghi e morbidi si erano ritirati mentre un corpetto di pelle nera si sviluppava da sotto il colletto fino ai fianchi dove una cintura di catene lo teneva ancorato ad un paio di pantaloni anch’essi neri e a degli stivali maschili alti fino al ginocchio. Man mano che il colletto di pelliccia si sistemava una scollatura da capogiro si apriva alla vista mettendo in mostra proprio dove aveva visto un bagliore bianco un cristallo nucleico identico a quello degli altri due Aegis trasparente e brillante come un diamante screziato da delle venature nere che fluttuavano al suo interno.

Sul suo capo era comparsa una corona nera come la pece formata da dieci punte affilate e sottili avvolte da catenelle che scendevano fin sulla fronte dove la corona prendeva la forma di due orbite di un teschio proprio sopra i suoi occhi e poi più giù sull’arcata superiore della mascella irta di zanne.

Lo aveva compreso mentre la osservava stringersi al petto i due cristalli con dolcezza < Padre – era un Aegis proprpio come Malos, un terrificante e potente Aegis – mi hanno portato via tutto! > e senza preavviso la aveva vista correre verso di lui passandogli attraverso mentre un sussurro gli portava un nome spezzato < On...tos >.

 

_

 

Braccia forti lo avevano afferrato e sostenuto mentre indietreggando per schivarla aveva perso l’equilibrio e lo avevano aiutato a rimettersi in piedi < Come mai ancora sveglio? Tutto bene? > e girandosi si era trovato faccia a faccia con Malos che lo osservava preoccupato.

Aveva scosso la testa < Non è nulla. > e si era allontanato mentre nella mente continuavano a scorrere frammenti di ciò che aveva visto.

 

   
 
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