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Autore: bacinaru    29/11/2018    0 recensioni
[Spoiler per la 13° stagione]
"Quella stessa notte si addormenta con l'unico vero desiderio di vedere sua madre, poggiare il volto sul suo grembo e lasciarsi sussurrare parole di conforto tra i capelli.
E sua madre è lì, come sempre, ma al suo fianco c'è un altro volto familiare.
«Castiel?»"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: Blurred edges
Fandom: Supernatural
Personaggi: Jack Kline, Castiel, Kelly Kline
Words: 656
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Contesto: Season 13
Beta: Nais
Disclaimer: Supernatural e tutti i suoi personaggi non mi appartengono.



Blurred edges





Sua madre gli sorride sempre nei suoi sogni. Ha le guance gonfie e gli occhi rossi, ma sorride a guardarlo, come se per lei vederlo fosse la cosa più bella del mondo. La prima volta, quando Jack si addormenta e non sa ancora cosa significhi sognare, non può fare a meno di credere che sia davvero lì. La stringe forte a sé, ne sente il calore e il respiro e un battito così reale, così vivo che, se solo ne fosse capace, vorrebbe non abbandonare mai.
Si sveglia con il cuore che sembra volergli uscire dal petto e corre subito nella stanza di Sam, perché sua madre è lì fuori da qualche parte e lui ha bisogno di trovarla. Il cacciatore, però, gli dice che è stato solo un sogno.
«Non è reale, Jack. Mi dispiace.»
Così, dopo quella volta, andare a dormire è diventato sempre più semplice.
Svegliarsi, sempre un po' più difficile.


Sente una stretta dolorosa al petto. Non sa esattamente cosa sia, ma forse è qualcosa che Dean gli ha fatto.
Perché Dean è sempre arrabbiato quando Jack è nei paraggi, ma quella sera era furioso.
Sam dice che non è colpa sua, che Dean non voleva dire le brutte cose che ha detto. Gli dice che quella è la stanza di Castiel e che per il momento, solo per il momento, Jack non ci dovrebbe entrare.
Capisce che, anche per lui, entrare in quella stanza è ancora troppo difficile.


Quella stessa notte si addormenta con l'unico vero desiderio di vedere sua madre, poggiare il volto sul suo grembo e lasciarsi sussurrare parole di conforto tra i capelli.
E sua madre è lì, come sempre, ma al suo fianco c'è un altro volto familiare.
«Castiel?»
L'uomo gli sorride incerto, quasi non ci fosse davvero abituato. I suoi contorni sono un po' sfumati e Jack si ricorda che è solo un sogno, ma sapere che non è reale non lo aiuta a sciogliere il nodo che inizia ad ostruirgli la gola.
«Ciao Jack.»
Fa un passo in avanti, le braccia già pronte ad alzarsi ed avvolgersi attorno a quell'illusione, ma poi si ferma.
Non è sicuro che quel gesto sia ben voluto.
«Perché sei qui?»
Castiel si acciglia confuso.
«Perché non dovrei?»
«Perché... perché sei morto. Sei morto per colpa mia.»
Quelle sono le stesse parole che Dean gli ha rivolto quella sera e Jack sa che sono vere, sa che Castiel è morto perché ha cercato di proteggerlo, perché Jack gli ha promesso cose che non è stato capace di dargli e ora non c'è più, l'uomo dagli occhi azzurri e il trench spiegazzato che ha giurato di restargli sempre accanto.
«Oh, Jack...»
C'è tanta tristezza e rimorso in quello sguardo che per un attimo si chiede se, dopotutto, Castiel non sia davvero lì.
«Non è colpa tua»
È una frase che ha più il sapore di un ricordo che di un sogno, ma non ha il tempo di pensarci quando Castiel lo stringe forte al petto. Ricambia il gesto, all'inizio con una qualche esitazione, una paura che poi inizia a dissiparsi man mano che si crogiola nell'abbraccio, fino a quando chiude gli occhi e crede che forse, forse adesso potrebbe anche non svegliarsi più. Perché sua madre è ancora lì e suo padre lo tiene stretto tra le braccia come fosse la cosa più preziosa del mondo e per un momento crede di essere davvero felice.
Poi i contorni iniziano a sfumare.
Jack si aggrappa a Castiel con una disperazione che gli è fin troppo familiare, con il bisogno di avere più tempo, perché no, non è ancora pronto, non ancora.
Non vuole lasciarlo andare.
Ha ancora bisogno di sentirsi dire che Castiel, per lui, ci sarà sempre.
«Vorrei davvero essere qui, Jack... mi dispiace.»
E poi apre gli occhi.
Sotto di lui il cuscino è bagnato e Jack non capisce che quella è la prima volta in cui abbia veramente pianto.
  
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