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Autore: sese87    30/11/2018    4 recensioni
Breve one shot ambientata nel periodo dei tre anni, nella quale Bulma e Vegeta sono ancora all'inizio della loro relazione ed hanno avuto un litigio su un argomento particolare.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hope

Hope

 

Vegeta avrebbe sempre prediletto le montagne del nord, dove i suoi pensieri avrebbero scalato quelle rupi scoperte per molti altri anni ancora e dove aveva combattuto con Kakaroth cambiando il corso della propria esistenza.
Lì, su quella lingua di roccia rivolta alle stelle, aveva versato le prime gocce del suo prezioso sangue, Non era mai successo. E qualcuno, un giorno, lo avrebbe chiamato “padre”.
Tra quella polvere aveva assaporato la vittoria, non contro Kakaroth, ma contro Freezer, se soltanto avesse raggiunto gli albori della propria immortale potenza. Almeno, Vegeta, lo aveva creduto possibile e sarebbe bastato l’avverarsi di un desiderio, Per combattere per sempre, ma secondo regole proprie.  Questo, prima che ben altre ambizioni avessero valicato i suoi sogni di gloria e ben altre preoccupazioni fossero giunte a deridere la sua sicurezza.
Logorato nell’orgoglio, avrebbe voluto tornare all’assaggio di quel suo primo sangue tra i denti, quando l’irraggiungibile oro della sua stirpe non era stata che una leggenda inesplorata. E quando non aveva ancora tremato al soffio gelido della propria morte.
C’era stata un’epoca in cui le sue labbra non avevano pronunciato che ordini e la verità sulla fine del suo popolo non era stata che il retrogusto di un sospetto amaro, È stato Freezer, colui che aveva odiato per il suo immenso potere, piuttosto per ciò che gli avesse tolto.
Fino ad allora, Vegeta era stato completo come se stesso, come non sarebbe mai più stato: perfetto, Il sanguinario principe dei guerrieri saiyan.

Gli strani siete voi, io sono nato per fare quello che ho fatto.

Bulma continuò a pensarci. Un furente litigio, Sei anche resuscitato per sbaglio!
Oh grande drago, restituisci la vita a chi è stato ucciso da Freezer.
Nessuno di loro avrebbe voluto ritrovarsi Vegeta tra i piedi, se ci fosse stato più tempo, il terribile principe sarebbe stato sicuramente escluso dal conto. 
La rinascita di Yamcha non aveva significato anche la rinascita del loro rapporto ed era stato svilente ammetterlo, al punto che Bulma aveva iniziato a trovare piacere nell’infastidire nientemeno chi avrebbe voluto e potuto distruggerli tutti: Vegeta; per amor proprio, perché lei sapeva come sopravvivere, persino contro chi il suo amore adolescenziale aveva miseramente fallito, Ah!
Ma come sarebbe andata se Vegeta fosse rimasto morto? Meno svilente.

Molto meno accattivante.
La fallita non era stata che lei, per quella sua stupida attitudine ad innamorarsi sempre di chi non sarebbe mai riuscita a cambiare. In fondo, le piacevano i ragazzi cattivi, Sbagliati.
Sbagliato?
Non ci sarebbero mai state questioni di principio più importanti.
Bulma socchiuse la finestra e si rannicchiò su se stessa, raccogliendo le ginocchia al petto. La città era indifferente persino alle stelle.

Gli sarebbe piaciuto darle credito per il coraggio mostrato nell’affrontarlo, ma non era stata la prima ad usare quel tono con lui, sia deboli che più forti. Non c’era mai stata molta stima nei suoi confronti, perché era sempre esistito chi aveva avuto un potere più grande. E coloro che non avevano osato parlargli, lo avevano comunque giudicato alle spalle come capace di favori osceni verso chi lo aveva prediletto tra tutti, senza un motivo che (ora Vegeta poteva ben dirselo) non fosse stato un misterioso paradosso. Prima della verità, si era creduto speciale, Ho trovato un pianeta interessate, andiamo a visitarlo noi due soli. 
Era bastato così poco per ucciderlo. 
Vegeta aspettava ancora di vivere secondo le proprie aspettative.

Bulma non avrebbe mai immaginato che lui avesse potuto prendersela per una “inezia”, Hai paura.
Non era stata nemmeno più acida del solito, eppure Vegeta aveva preso il volo, Ti comporti come un bambino viziato.

Vigliacco.
Le risuonò nella mente, agitandole il battito cardiaco, portandole via il sonno. Come sarebbe finita?
Nemmeno ci aveva creduto in quegli insulti; aveva voluto soltanto dimostrare a se stessa di saperci restare, dalla parte della ragione. Almeno in quella.
Più difficile che essere rimasta viva al suo fianco: Bulma aveva sempre saputo quanto la sua tecnologia fosse servita all’opportunismo di Vegeta, che non l’avrebbe mai protetta, ma non le avrebbe mai nemmeno arrecato del male.
Lo aveva irretito, approfittando del suo stato confusionale e di quella sua inaspettata, affascinante, fragilità.
La solitudine aveva disilluso il loro egoismo. Non erano poi così diversi.
Chi avrebbe davvero voluto morire? Certamente non lei, costretta a contare sulla folle fiducia che i guerrieri avevano riposto in se stessi, Non possiamo punire chi non ha ancora fatto nulla di male!

Al diavolo l’integrità di tutti!
Lei era troppo giovane e bella per morire; ma non lo erano forse tutti, troppo giovani per morire?

Vivere.
Vegeta non aveva più lasciato la sua mente e Bulma se n’era infine innamorata, ma non sarebbe mai riuscita a dimostrarglielo, non con le appaganti cattiverie che gli avrebbe rivolto durante i litigi.
Paradossalmente, Vegeta sarebbe stato molto più bravo di lei, a descriverle il suo amore: aveva distrutto centinai di mondi, ma quello di Bulma lo avrebbe sempre protetto.
Lei non avrebbe avuto che la propria verve per combattere.

Siete voi gli strani.
E forse, bizzarra, lo era sul serio.
Bulma era un genio che parlava come una sciocca; non riusciva a tenere a freno la lingua. Sei davvero rozzo, chi ti ha cresciuto?

Nessuno lo aveva cresciuto. 
Spesso, le piaceva tornare a quando erano atterrati sulla Terra, al ritorno da Namecc: il giorno in cui Vegeta le era apparso incredibilmente raggiungibile, umanamente comprensibile, sdraiato sul prato verde con un filo d’erba tra i denti, Bello, nella contraddizione della sua mostruosità. E poi, come un uomo qualunque, lo aveva visto sorseggiare un’aranciata offerta dall’ottuso amore di sua madre; sulla corazza distrutta e sui guanti bianchi aveva sfoggiato chiazze di sangue: il proprio, dei namecciani e dell’alieno a cui aveva perforato lo stomaco, Ehilà, uccidi Vegeta!
Dalla parte di quegli sciocchi?

Vegeta la raggiunse all’alba, entrando nella sua stanza dalla finestra socchiusa. Per un momento, rimase ad osservarla, sospeso a mezz’aria. Quella donna non aveva davvero nulla di speciale, se non il modo unico con cui lo guardasse.
Suo padre lo aveva guardato con ammirazione e bramosia; il prodotto migliore della sua razza.
Freezer lo aveva guardato con la sicurezza del padrone.
Tutti gli altri con invidia; disgusto; terrore.
Persino la terrestre bionda e lo scienziato mantenevano l’atteggiamento di chi lo avrebbe volentieri nutrito, ma come una bestia dietro le sbarre. 
Ogni tanto avevano ancora paura di lui, Almeno loro...forse.
Vegeta non sapeva più chi fosse, ma non avrebbe nemmeno più saputo dove cercarsi.
Non era abituato all’assenza di ricatti ed era destabilizzante che Bulma da lui non si aspettasse un bel niente: voleva solo esserci, diceva, nonostante lo mascherasse. Ma Vegeta immaginava fosse per sentirsi all’altezza, di scelte che avrebbero potuto essere il più grande errore di entrambi. 
Sarebbero stati legati per sempre, molto più che da semplici principi. E anche se lui non lo volesse, né l’avesse mai voluto, l’idea di lasciare un pezzo di sé nell’universo così vasto, avrebbe reso incompleto il suo egocentrismo. Non avrebbe dovuto importargli, Un figlio.
Si stese accanto a Bulma, direttamente sopra le lenzuola e rimase ad ascoltare il suo respiro senza la voglia di svegliarla. Finché il sole non arrivò a baciare i loro volti.

«Sei tornato.» Gli disse Bulma, rigirandosi su un fianco; negli occhi blu mare risplendeva il mattino di un nuovo giorno. Neanche lei lo aveva voluto, ma non avrebbe mai rinnegato un’ultima avventura. «Hai ancora intenzione di andartene?»
«Tornerò soltanto per combattere i cyborg.» L’unica cosa di cui fosse stato veramente sicuro era stata la propria forza; Vegeta avrebbe almeno iniziato a riprendersi quella. Il resto non avrebbe proprio saputo affrontarlo. L’indifferenza, se ne avesse avuta, avrebbe avuto molto più senso. Non riusciva più a capirsi. Si chiese se non stesse davvero perdendo la testa.
Si voltò verso di lei. Era bella, e gli sorrideva, affatto preoccupata.

Non lo era; Bulma avrebbe comunque avuto qualcuno dalla volontà solida su cui contare: se stessa.
E poi, se a Vegeta non fosse davvero importato, non sarebbe stato lì con lei, in quel momento.
Prima o poi, lo avrebbe scoperto anche lui, Un poco alla volta.
Prima o poi, sarebbe riuscita a convincerlo, che avesse bisogno di tutto questo e di tutto quello che sarebbe avvenuto, occorreva soltanto un pizzico di speranza.
«Ho deciso che lo chiamerò Trunks.» Gli disse.
«Non è nemmeno un nome saiyan.»
«Credevo non ti importasse.»

Tch. «Infatti.»
Vegeta volò a farsi la doccia e Bulma lo seguì.

 Sì, è mio figlio, e allora?

Fine

 

Care lettrici e cari lettori xD spero che questo scorcio di vita di Vegeta e Bulma vi sia piaciuto. 

Al di là del significato di questa os, giusto per spiegare alcuni "flashback", credo che comunque ormai si sia capito che per me Freezer ha torturato Vegeta soltanto nel momento della sua morte, il che secondo me indica anche quanto poco se lo fosse aspettato un tradimento proprio da parte del suo "prediletto". Prediletto perché Recoome dice "ora capisco perché a Freezer piacevi tanto" e lo stesso Freezer dice anche "come hai potuto, ti ho sempre viziato". Magari quel "viziato" è stato condito con un pizzico di sarcasmo, ma sono convinta che Freezer, per Vegeta, provava ammirazione e ribrezzo allo stesso tempo, perché era intelligente per essere un saiyan e ribrezzo proprio perché era un saiyan. Il resto, lo lascio alla vostra interpretazione e fantasia, questa è la mia versione di come Vegeta ha affrontato la notizia della prima gravidanza di Bulma, un tema non completamente originale, lo ammetto, ma dopo tanti anni, ho voluto dire la mia :)

Con questa piccola OS colgo anche l’occasione per scusarmi per l’assenza; so che alcuni di voi stanno aspettando l’aggiornamento ad altre mie storie, ma sto effettuando un trasloco e ho avuto poco tempo per cimentarmi con la scrittura e con internet in generale. Comunque, per chi seguisse Bitter Sweet, il capitolo nuovo è già in cantiere, abbiate solo un pizzico di pazienza in più. 

 
Grazie e alla prossima :*

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