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Autore: LilyGreenEyes93    30/11/2018    1 recensioni
Voi credete nell'amicizia tra uomo e donna? Io ne sono una sostenitrice convinta e mi ritengo fortunata ad averla nella mia vita. Non c'è cosa più genuina e vera a mio parere, ma so che, come in tutte le cose, ci sono dei limiti che vanno rispettati, dei confini che se costretti a superare, potrebbero cambiare tutto. Il cambiamento è cambiamento, non è positivo e neanche negativo: è qualcosa che stravolge e che semplicemente, necessita di tempi di assimilazione e accettazione. Da qui parte la mia storia, che prende in prestito dei volti e delle storie che adoro. Spero di avervi incuriosito... vi lascio con una citazione dalla canzone che presta il titolo a questa avventura:
"Let's waste time
Chasing cars
Around our heads.
I need your grace
To remind me
To find my own.
If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me and just forget the world?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Jeremy Renner, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 8. SO OVER. 

Si era poggiato un attimo contro la porta, chiudendo gli occhi e cercando di richiamare a sé tutta la calma di cui era capace. Sapeva che avrebbe affrontato l’ennesima lite e si stava chiedendo per cosa stessero continuando a combattere, perché era diventato tutto così difficile, perché non potevano solo tornare indietro e ricominciare davvero. Ci aveva creduto, tutte le volte che si erano trovati a un passo dal mandare tutto all’aria, alla fine erano riusciti a riprendere in mano la situazione. Tutte le volte. E, ogni volta, era sempre più dura spingere via le parole dette e non, provare a mettere da parte l’orgoglio, il rancore e ripartire. Col tempo, aveva compreso che non voler perdere l’altro, non bastava…Quella relazione, non gli bastava più. Come degli adolescenti, dopo un litigio finivano a fare l’amore, il che sul momento sembrava il modo migliore per fare pace, ritrovarsi… ma poi arrivava la sera e nel letto, accanto alla sua donna, sentiva freddo. Ora capiva, che quello era solo un modo per anestetizzarsi: dal dolore, dalla paura di perdere quelle abitudini che, volente o nolente, facevano parte di lui e alle quali non si è mai pronti a rinunciare. Finivano per spogliarsi e Chris sentiva che in realtà si stavano vestendo l’anima, soffocando i loro problemi sotto un mare di abiti, a forza di mani, spinte, baci e gemiti. Quel benessere, durava poco, troppo poco e non era più sufficiente. Voleva di più… o forse era egoista, forse voleva troppo: voleva il lavoro, voleva essere libero, voleva Jenny, voleva i suoi amici e voleva Scarlett. Tutti gli dicevano che avrebbe dovuto prendere una scelta… ma era così sbagliato volere la sua vita in un certo modo? “Sì, se devi rovinarla a qualcun altro per avere ciò che tu desideri”: sentì chiaramente nella sua testa la risposta che gli avrebbe dato Robert, se solo gli avesse posto quella domanda. 

Si passò una mano sul volto: doveva entrare…doveva. 

Jenny era dall’altra parte della camera, china sul letto, impegnata a sistemare di nuovo le sue cose all'interno del borsone che, appena la sera prima, aveva svuotato. Chris restò a guardarla per un po', spiazzato da quella scena: pensava di trovarla in una valle di lacrime, oppure intenzionata a litigare con lui, elencandogli un mare di idiozie da tentare per evitare quella stramaledetta scena. Di certo vederla con gli occhi asciutti, calma e pacata, mentre faceva le valige, era una cosa alla quale non era preparato.

«Vado via...»

«Cosa... Jen, non dipende da me! Ti prego, aspetta, non cominciamo di nuovo con i drammi, sei appena arrivata...»

«Niente drammi, niente di niente: non voglio più litigare con te... mi sento una stupida bambina e non ce la faccio più, va bene? Hai ragione: non dipende da te, ma non ho intenzione di starmene qui a farmi il sangue amaro per questa storia. Quindi, credo che sia saggio allontanarmi» disse, cercando di mantenere un contegno.

«Non voglio che tu stia male...dico sul serio» cercò di essere dolce, accarezzandole un braccio, che lei ritirò velocemente.

«No, Chris stai lontano, ti prego... mi rendi tutto più difficile ogni volta. Con te mi trasformo in una sedicenne! Sono una DONNA, io sono un donna di successo e non posso perdere tempo e salute per starti dietro...per discutere con Scarlett come una casalinga disperata che non ha altro a cui pensare e...poi…vedere come te la scoperesti, su grande schermo, se solo ne avessi il coraggio, una volta per tutte!» esplose isterica, rompendo gli argini e coprendosi gli occhi «Come puoi anche solo chiedermi di stare qui... di accompagnarti, un domani, alla prima… di stare seduta in mezzo a una folla di gente, con le telecamere puntate addosso pronte a cogliere ogni mia reazione! Come posso rimanere tranquilla e beata, guardando i tuoi occhi che la spogliano, le tua mani...ovunque, su quel corpo così...così perfetto! Come posso riuscire a sorridere, a posare per i fotografi, mentre penserò a quante volte avrai pensato a LEI mentre facevi l'amore con ME! A quante volte ti sarai eccitato in sua presenza...e se te la sei scopata o no, nei camerini o in questa stanza!»

«Cosa... cosa stai dicendo...» Chris, immobile, la guardava con gli occhi spalancati, incredulo, schifato... a pezzi...

«LA VERITÀ!  Perché vi ostinate a negarla! Tu mi stai costringendo a un mare di compromessi con me stessa, per stare con te, per vivere con te, per seguire TE!...per cosa, Chris? DIMMELO!» continuava ad urlare, mentre gettava alla rinfusa le sue cose nella borsa. 

Quelle ultime parole, unite alle accuse infamanti che gli aveva rivolto, lo fecero letteralmente perdere la ragione. Era stufo. Sempre la solita storia: ritornava SEMPRE alla questione che lui l'avrebbe tradita volentieri, di quanto in realtà dovesse trattenersi, come una bestia, dal richiamo di altre donne, di come avesse imposto a lei di cambiare la sua vita per lui! Era folle, intollerabile, esasperante e lo mandava fuori di testa, lo faceva impazzire, nel vero senso della parola! Sentiva il sangue salire alla testa, la vista annebbiarsi, la testa girare. Erano tossici l’uno per l’altra, era innegabile ormai. 

«Non ce la faccio più…tu, sei pazza!» balbettò isterico, a metà tra il pianto e il riso, le mani tremanti, protese verso Jenny, come per tenerla lontana da lui «Hai chiuso…abbiamo chiuso!»

«Tu? Tu non ce la fai più?! Ma davvero?! Sei serio, Chris?! Cho è che mi fa essere pazza?!»

«BASTA! ORA SMETTILA! Non ti permettere Jen, non puoi… non lo accetterò oltre! Non osare riversare su di me i tuoi cazzo di sbagli! Non ti ho chiesto io di lasciare tutto e seguirmi in capo al mondo! Non ti ho imposto di trasferirti! Non è colpa mia se ora le scelte che TU hai preso, ti vanno strette! E non voglio neanche soffermarmi sull’immagine lusinghiera che hai dipinto di me, non ci penso neanche, si commenta da sola! È pura follia…Basta! Hai ragione tu: sono stanco di litigare con te sempre per le stesse ragioni! Non si può continuare così, non ce la faccio…sto impazzendo io!… NON RIESCI NEANCHE PER IL CAZZO A FIDARTI DI ME, DI COSA STIAMO ANCORA PARLANDO?!» 

Rimasero per molto tempo in silenzio, a riprendere fiato e guardarsi negli occhi, come sospesi su di un filo, a domandarsi chi dei due alla fine, avrebbe spinto giù l’altro.

«Chris…» lui chiuse gli occhi, non voleva sentirla, non voleva vederla…perché quel tono, unito a quegli occhi, lo faceva venire meno, gli faceva tremare il cuore. Era come una supplica, una scusa, un volersi rimangiare tutto… una bandiera bianca. E lui cedeva. Sempre. 

Quella volta però, si fece violenza, decidendo di guardarla e mantenere il punto, anche se sapeva, era sicuro, che già era pentita di tutto, non poteva più dirsi che infondo non pensava quelle parole… avrebbe significato continuare a mentire e se prima c’era stato ancora un piccolissimo motivo per farlo, in quel momento Chris non riusciva più a trovarlo.

«No! No Jen…Ti aiuto a preparare le tue cose...ora te ne devi andare» disse brusco, tirando a sé la valigia, maledicendosi per aver ceduto troppe volte a quegli occhi, ai loro ricordi. 

Jenny rimase interdetta, ma si riprese quasi subito, strappando la valigia dalle mani del ragazzo, senza neanche guardarlo in faccia, anche lei pian piano sempre più convinta che stessero facendo la cosa giusta. Quella consapevolezza, però, non rendeva di certo le cose più semplici.

«Preferisco che tu faccia fare a me, grazie...» le lacrime le scorrevano silenziose sul viso. 

Chris si sforzò di rimanere impassibile, voltarsi e uscire da quella dannata camera.

 

 

 

•••

 

 

 

Scarlett si era precipitata di nuovo al piano inferiore e, persa nei giri immensi in cui era impegnata la sua mente, non si era accorta subito di una ragazza, comodamente seduta sul divano in salotto.

«Da quando sono invisibile?!» Scarlett si voltò di scatto, lanciando un piccolo urletto e portandosi una mano al cuore, cercando di riconnettere gli occhi al cervello.

«Oh mio Dio... Liz!» disse, volando letteralmente nelle braccia dell'alta.

«Ciao bellissima! Allora, tutto bene?» chiese premurosa dopo essersi liberata dall'abbraccio soffocante dell'amica.

«Ma come sei arrivata? Ero sicura mi avresti mandato un messaggio...»

«Mi hanno accompagnata le mie sorelle, ma sono andate via subito, avevano da fare. Comunque hai ragione, dovevo scrivervi, ma ho anticipato tutto e sono scappata via appena ho potuto...stavo impazzendo all'idea di non essere già con voi!» Liz era visibilmente su di giri, i suoi occhioni sprizzavano felicità e impazienza. Scarlett amava il suo essere sempre un po' bambina, capricciosa e iperattiva, sapeva che con il suo arrivo la vita lì avrebbe preso una piega diversa.

«Non hai idea di come sia felice di averti qui...» sussurrò.

«Ehi...Scar, vale anche per me… ma sicura di stare bene?» Liz conosceva ormai fin troppo bene quella ragazza, anche se da pochi anni erano diventate grandi amiche, certe persone erano semplicemente destinate ad incontrarsi, guardarsi e capirsi.

«Non adesso, va bene? Dovresti andare a salutare “tutti”...» strizzò l'occhio con fare cospiratorio e per niente innocente, mettendo da parte la sua voglia di chiudersi in una stanza con lei e parlare di quello che era successo in quei giorni alla villa. C’era altro che Liz doveva e aveva il diritto di fare.

«”Tutti”...?» rispose complice.

«Prendi le scale, la terza porta sulla sinistra»

 

 

 

•••

 

 

 

Quando sentì la porta aprirsi e chiudersi subito dopo, si prese a schiaffi  mentalmente per essere stato tanto scemo da non andare a chiudere a chiave. Se ne stava con un braccio a coprire gli occhi, cercando di tenere a bada quel mal di testa terribile che gli era salito appena aveva ricevuto la prima visita di…

«Scarlett...o parli o mi lasci dormire, scegli!»

«Se vuoi vado a chiamartela»

E gli infarti (mancati) di quella mattinata erano diventati due. Letteralmente, era saltato dal letto appena aveva riconosciuto quella voce e ora se ne stava lì, come uno stupido, a fissare quella ragazza che gli sorrideva dolce e malandrina insieme. Non riusciva a dire nulla, solo la guardava, sbattendo ripetutamente le palpebre, come se temesse di star sognando.

Si liberò dalle coperte, scese dal letto e quando le fu vicino si chinò per baciarla, senza alcuna esitazione.

La ragazza rimase per un attimo sorpresa dall'irruenza del gesto, ma appena avvertì la mano di Sebastian salire la curva dei fianchi, si rilassò e un sorriso andò ad infrangersi sulle sue labbra.

Elizabeth prese ad accarezzargli la schiena nuda (quanto amava la sua schiena!), scendendo poi verso l'elastico dei pantaloni, giocandoci un po' e avvertendo quanto quelle carezze appena accennate sui fianchi, lo mandassero su di giri e non gli permettessero di staccarsi da lei, se non per il tempo necessario a riprendere fiato.

Non si vedevano da settimane e non erano riusciti a sentirsi per diversi giorni, se non con qualche messaggio sporadico la sera prima di andare a dormire. La loro relazione era ancora sconosciuta ai più ed era quello che speravano di continuare a fare per più tempo possibile, sapendo quanto le telecamere avrebbero complicato tutto una volta che si fossero decisi a presentarsi insieme in pubblico. A Sebastian pesava non poco quella segretezza: avrebbe voluto poter fare tutto quello che due persone normalissime fanno quando stanno insieme, ma Liz era stata categorica nel decidere di lasciare le cose com'erano, almeno finché non si fossero resi conto di essere forti abbastanza da poter affrontare i gossip e gli innumerevoli paparazzi.

Liz si staccò appena, portando le mani sul viso di Sebastian e guardandolo come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, scivolando poi lungo il collo e le spalle larghe, poggiando i palmi sul petto, ancora caldo di sonno. Lui non cercò neanche di nascondere l'effetto che quelle carezze gli provocavano, sentendo l'eccitazione accendergli gli occhi e il cuore battere fortissimo.

«Fai l'amore con me» lo buttò fuori, senza la minima titubanza o imbarazzo. La voleva, le era mancata, aveva bisogno di sentirla e sentirsi di nuovo in pace con il mondo.

«Me lo chiedi o me lo dici?» sorrise, mentre lo guardava e si sentiva sciogliere da quegli occhi penetranti.

«Spogliati» continuò lui, come allucinato e completamente dimentico di tutte le persone che avrebbero potuto scoprirli.

Liz amava quel suo atteggiamento così...autoritario. Conoscendolo nella quotidianità, in mezzo ad altre persone, ci si faceva un'idea di lui in parte falsata: era sempre molto pacato, dai modi perfetti, ma un po' impacciato nel relazionarsi con gente nuova. Se ne stava spesso per conto suo all'inizio, osservando tutti in silenzio con aria da bambino imbronciato, per poi decidere all'improvviso di lasciarsi andare per davvero. Una volta però superate le sue infinite barriere, al riparo da occhi indiscreti, diventava un uomo deciso, per niente timido o goffo, ma passionale e particolarmente “diretto”.

«Non hai idea di quanto mi sei mancato...» sussurrò, avventandosi su quella mascella squadrata, che amava mordere e baciare.

«Ti spoglio io allora!» le sfilo la maglietta velocemente ed Eliz non riuscì a trattenere un gridolino divertito quando la spinse sul letto e le salì addosso, bloccandole i polsi ai lati delle testa. Non le diede il tempo di riprendersi dalla sorpresa, che prese a baciarle il collo, scendendo nell'incavo dei seni, inebriato dal suo odore e dai gemiti che le sfuggivano, man mano che alle labbra si aggiungevano i denti e la lingua. Continuò il suo cammino lungo il ventre, arrivando all'orlo dei suoi shorts, che senza alcuna opposizione, furono sbottonati e lasciati scivolare lungo le sue gambe, seguiti subito dalle mutandine.

«Sei così impaziente oggi...» sussurrò lei, infilando le mani tra i capelli del ragazzo, che si era già posizionato tra le sue gambe.

Per tutta risposta, Sebastian sollevò lo sguardo e, piantati gli occhi di ghiaccio in quelli di lei, posò un lieve bacio sul suo centro, inspirandone forte l'odore. Quella fu la mossa che fece letteralmente dileguare la razionalità di Liz, che non riusciva a distogliere lo sguardo da quella scena così irresistibilmente sconcia… almeno fin quando, alle labbra, Sebastian non decise che era giunto il momento di aggiungere la lingua. Si lasciò completamente andare, inarcando la schiena e tremando per il piacere che quei “baci” le stavano causando. Era fuori di sé: cercava convulsamente di contenere il volume dei suoi ansiti, ma mantenere il controllo era troppo difficile con quelle stoccate così dolci e impietose che il suo ragazzo le stava riservando. “Il suo ragazzo”…era strano da dire, ma era “suo”: suoi i suoi occhi, che continuavano a fissarla; sue quelle mani grandi, che la stringevano i fianchi per non farla scappare via; sue quelle labbra, più abituate ai baci che alle parole; quei capelli, ai quali si stava agganciando, lottando per trattenerlo lì, tra le sue cosce, e il mandarlo via. Sarebbe impazzita… sì, sarebbe decisamente esplosa.

«Sebastian... Ti prego...» si lamentava tra i gemiti, causandogli un sorriso. Amava sentirla pronunciare il suo nome per intero in quei momenti, si chiedeva davvero come facesse a non spezzarlo e perché lo chiamasse così, quando nel quotidiano usava, come tutti, “Seb”. A volte si impegnava a “torturarla”, solo per sentirglielo dire... lo mandava completamente fuori di testa. La sentiva tremare e contorcersi tra le sue mani, sempre di più. Si staccò da lei, lasciandola a bocca aperta.

«Dove... Dove vai?» balbettò con una nota di disappunto nella voce, rossa in viso, gli occhi lucidi e i capelli sconvolti, mentre lo guardava calarsi i pantaloni e poi i boxer, per poi ritornare su di lei e farsi spazio tra le sue gambe.

«Non mi perderò quest'orgasmo...» e la penetrò, lentamente, continuando a guardarla fisso, deciso a non mancare un'espressione del suo volto, un respiro della sua bocca. 

Liz pensò di averne avuti mille, di orgasmi, solo con quelle cinque parole. La stanza si riempì di respiri affannati, del suono dei loro fianchi che si scontravano sempre più veloce, come a rincorrersi a vicenda.

Non si preoccupò più di trattenersi e, anche volendo, non avrebbe potuto. Poi, Sebastian...come poteva essere com'era? Mentre facevano l'amore non emetteva un suono, solo i suoi respiri si facevano più pesanti, ma poi non lasciava una parola sfuggire alle sue labbra e Liz amava quella sua particolarità. La guardava sempre, non c'era momento in cui chiudesse gli occhi, che perdesse di vista i suoi e attraverso quei pozzetti di ghiaccio fuso, lei lo sentiva godere di ogni carezza, ogni spinta... solo guardarlo come l’adorava con lo sguardo, era orgasmatico.

«Dillo» Liz si riscosse appena, ma non riusciva a capire cosa le stesse chiedendo…e poi, non aveva appena detto che Sebastian on parlava?

«Cos..cosa?» rispose infatti flebile, confusa, tanto che lui le diete un bacio dolce, tenero.

«Il mio nome...dillo...» sussurrò, la voce spezzata dal desiderio che cresceva ad ogni spinta, ad ogni gemito che sfuggiva a quelle labbra morbide.

Liz aveva detto che era orgasmatico quel silenzio in cui la avvolgeva ogni volta? Bene, quella voce lì sarebbe dovuta diventare illegale all’istante! Non riuscì a rispondergli infatti, troppo presa dal piacere che sentiva invaderla sempre di più, mentre aveva la sensazione di percepire ogni cellula del suo corpo svegliarsi al contatto con quella pelle di fuoco.

«Dillo!» la richiamò, prendendole il viso con una mano e cercando i suoi occhi, mentre con l'altra le afferrava un coscia, divaricandola maggiormente e penetrando sempre più a fondo... più a fondo.

«Sebastian!» lo disse di getto, cercando di controllarsi sentendosi vicina al baratro.

«Ancora...» la stava pregando.

«Sebastian...Sebastian...Sebastian» sussurrava frenetica, ormai pronta per aprirsi completamente e lasciarsi cadere...

Venne, tremando tra le sue braccia, il suo nome a sporcarle le labbra, gli occhi lucidi, fissi nei suoi, che urlavano lo stesso piacere.

 

 

 

•••

 

 

 

Chris era sceso di nuovo in salotto, espirando dal naso come un toro e si era fermato di colpo alla vista delle valige pronte, con Scarlett stesa sul divano, a fissare il soffitto.

«Fantastico, parti anche tu ora?» era davvero una situazione paradossale, non ne poteva più, di tutto.

«Calmati, sono di Liz... è appena arrivata» rispose, senza spostare lo sguardo, decisa a non guardarlo mai più, almeno non prima di aver fatto pace con i mostri che aveva in testa, i quali si tenevano per mano “facendo dei passi indietro” tutti insieme.

«Perfetto... Fortuna che Jen parta allora, o mi avrebbe elencato tutte le posizioni in cui, sicuramente, mi sarei potuto sbattere prima Elizabeth e poi te» si lasciò cadere pesantemente accanto all'amica, passandosi una mano sugli occhi.

«Va via?» domandò stranita Scarlett, sorvolando sull'affermazione folle che la vedeva protagonista di un ménage a troi.

«Non sarebbe dovuta proprio venire, è finita cazzo... è così finita che dovrebbero inventare un'altra parola per dirlo... lo so io e lo sa lei» la ragazza gli lanciò un'occhiata scettica, sbuffando sarcastica.

«Ah però...»

«Puoi evitare di fare la stronza anche tu? Per piacere...»

«Certo...» Chris si voltò incazzato come un gatto a cui avevano pestato la coda: l’ultima cosa di cui in quel momento aveva bisogno, era sentire la sua migliore amica fare la sarcastica e l’offesa con lui.

«Oh, Scarlett...che c'è? Che c'hai? La mia vita sta andando letteralmente a puttane: ho perso la mia donna, la vita che credevo perfetta si è rivelata un mare di cazzate e i miei amici mi parlano francamente per la prima volta dopo anni! Vengo dipinto come un arrapato, traditore e dittatore dalla donna che diceva di amarmi fino a ieri! Sono io quello che ha il diritto di stare scazzato! Ho fatto un casino, hai ragione, faccio pietà, aggiungo anche l'essere il peggior amico dell'anno alla lista delle cose che mi riescono uno schifo, se ti fa piacere... ma puoi concedermi un momento di debolezza? Mi è concesso di sbagliare e non prendermi per il resto dei miei giorni, una vagonata di merda addosso, dato che ci sto già sguazzando ampiamente dentro? Posso avere un solo attimo di tregua? E vaffanculo... Almeno da te!...E che cazzo!» si guardarono per un po' in silenzio, Chris evidentemente fuori di sé.

«Sono pronta...» Jenny ruppe il silenzio, con voce ferma e decisa.

«Ti accompagno alla macchina» lui si alzò dal divano, raggiungendola e prendendo la borsa dalle sue mani, avviandosi poi in silenzio all'uscita.

Si guardarono in silenzio, Jen e Scar.

«Ciao...saluta gli altri per me. Se puoi, dì loro che ho avuto una chiamata improvvisa...»

«Certo, sta tranquilla...mi dispiace...» cercò di dire altro, ma non aveva idea di cosa non sarebbe sembrata una balla colossale. 

«Sì...alla fine, credevo di togliervi tolto tutti dall’impiccio di fare una scelta, prendendola io… ma, c’ha pensato Chris... Non c'è bisogno che tu dica niente» disse, quasi sorridendo «un giorno, spero, riceverò delle scuse...»

«Jen...ma cosa...»

«Ti prego, no...Ciao Scar...» le diede le spalle e andò via.

Fuori Chris la aspettava appoggiato alla macchina, con il cuore pesante ma sicuro come non mai che quella fosse la cosa giusta.

«Se hai bisogno di qualcosa, chiamami...dico sul serio: puoi, sempre!» le disse quando fu accanto a lui.

«Non credo che lo farò... Non preoccuparti, io me la cavo da sola» lo accarezzò leggera, assaporando quegli ultimi istanti insieme: la rabbia provata pochi momenti prima evaporata con la presa di coscienza di star dicendo addio all'uomo che amava, nonostante tutto.

«Io un po' meno però...» disse, cercando di strapparle un sorriso. 

«Infatti non lo sei, solo intendo...e tu lo sai. Ciao Chris...» si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò all'angolo della bocca, prima di salire in auto, mettere in moto e partire, costringendosi a non alzare lo sguardo allo specchietto retrovisore, verso l'uomo che stava definitivamente lasciando.







•••Angolo dell'autrice•••
Bene... siamo all'ottavo capitolo :) corretto mille volte e pubblicato per sfinimento. 
Come avete potuto notare, c'è un personaggio che va e un altro che viene...sarebbe importante per me sapere cosa pensate di Jenny, di questa storia così tormentata con Chris, dell?atteggiamento di Scar... di questa scena un po' hot che ho scritto (con moltissima difficoltà, devo ammetere!)... insomma, mi piacerebbe avere dei pareri sulla trama e sulle relazioni/reazioni/personalità dei personaggi. 
Ovviamente, se siete fans come la sottoscritta, avrete notato subito la frase "è così finita (tra noi) che dovrebbero inventare una nuova parola per dirlo" by Sex and the City <3 Adoro questa serie...!
Penso di aver detto tutto... Ringrazio tanto voi impavide lettrici silenziose: se continuo è perchè, anche così, mi infondete un po' di sicurezza! 
A presto, 
Lily :)


PS: non sono in grado di caricare le foto, magari se qualcuno me lo spiega facile, mi fa davvero un regalone! comunque...foto beccata sul web :)


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