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Autore: Aladidragocchiodiluce    30/11/2018    2 recensioni
Sono passati due mesi da quando i cybertroiani hanno lasciato la Terra, in particolare dalla separazione fra Starscream e Blue.
Ma non c'è tempo per i rimpianti!
La M.E.C.H. è tornata in azione più pericolosa che mai!
Nuovi nemici, vecchie conoscenze e nuovi alleati si uniranno a quest'avventura
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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Blue giocherellava con la statuetta che teneva in mano.

Due giorni prima, Rachet era arrivato di tutta fretta da Cyberton per controllare la seeker ritrovata.

Per fortuna era viva, era entrata in stasi in a causa del poco energon che aveva in corpo e il medico l'aveva agganciata ad una flebo per far ritornare i suoi livelli alla normalità mentre controllava se avesse subito altri danni e malediceva Silas e i suoi uomini nella propria lingua madre.

Aveva scambiato solo un paio di parole con i ragazzi, giusto per avvisarli di come procedevano le cose sul suo pianeta e aveva portato anche dei regali per loro.

-Erano pronti da un po', solo non sapevamo quando portarveli... quasi dimenticavo.

Starscream ti manda gli auguri per il tuo compleanno.-Disse il medico bianco e rosso rivolto a Blue.

Attualmente la blu stava guardando la piccola scultura ricevuta come regalo da parte dell'argentato: una piccola statuetta di cristallo azzurro rappresentante un gatto.

La mise sul mobile e si alzò, stiracchiandosi.

Era tornata a “casa”, o meglio, l'avevano rispedita lì in quanto non c'era bisogno di lei.

La scomparsa di Jane aveva dato non pochi problemi ai federali che quando andarono a cercarla nel suo appartamento, lo trovarono vuoto.

La mercenaria era riuscita a far perdere le proprie tracce, mettendo nei guai anche Andrew e Folwer con i superiori in quanto era loro compito tenerla sott'occhio.

Blue guardò l'orologio, erano quasi le cinque di mattina.

Non era stanca, da quando era tornata aveva passato la maggior parte del tempo a sonnecchiare, così decise di uscire per prendere un po' d'aria, facendo attenzione a non far rumore per non svegliare Jack, June e Eleven.

Jasper non era cambiata per niente, era sempre la solita cittadina sperduta nel nulla.

Si sedette sulla panchina del giardino e si mise a guardare la strada senza veramente vederla.

Le era ancora strano, il fatto di stare per lunghi periodi a far nulla.

Si era abituata all'azione che caratterizzava i giorni passati con i suoi amici cybertroiani, o prima ancora, il suo periodo di latitanza con Starscream.

Senza di loro, la vita le risultava incredibilmente monotona e noiosa.

Il rumore del motore di una moto le fece rizzare le orecchie e si voltò verso la fonte.

Solitamente a quell'ora non passavano molte macchine, figuriamoci moto.

Il veicolo comparve da una strada laterale e rallentò fino a fermarsi proprio davanti a casa Darby.

Il conducente, vestito in tuta nera e il viso un casco del medesimo colore si voltò verso la slipter.

-Jane?-Esclamò la blu, alzandosi di scatto, vettori pronti.

La motociclista annuì mentre si toglieva il casco.

-Jeez! Non sei facile da rintracciare come credevo.-Commentò.

-Cosa ci fai qui?-Chiese apatica.

-Buongiorno anche a te, eh!

Ho una proposta.-

-Non sono interessata.

Sei scappata e ci hai lascito con un mucchio di problemi.-

-Non te, ma i tuoi superiori.

Comunque sta a sentire: so dove la M.E.C.H. ha la sua base.-

La ragazzina la guardò con sospetto.

-Perché sei venuta a dirlo proprio a me?-

-Semplice: hai detto di avere conti in sospeso con loro e in più sei in contatto con i federali.

Se lo dicessi a loro, dopo quello che ho combinato mi sbatterebbero in prigione appena gli rivelerò la posizione.-

-E avrebbero buone ragioni.-

La mora la guardò ed estrasse il proprio cellulare per mostrargli una mappa con un punto luminoso che lampeggiava ad intermittenza.

-Il motivo per cui li ho lasciati scappare: ho approfittato della confusione per mettere una microspia addosso a uno di quelli che è salito sul furgone.

Io verrò pagata alla morte di Silas ma i federali non mi permetteranno di eliminarla se collaboro con loro.-Spiegò, l'ultima frase con tono irritato, per poi rimetterlo via.

-Ancora non capisco perché vuoi che venga.-

-Per due motivi: fra Potterhead ci si aiuta e poi una slipter fa sempre comodo.-

-COSA? Tu sapevi...?-Esclamò per la sorpresa.

-Solo da ieri, grazie alle miei fonti.-La interruppe, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno le stesse spiando.

-Allora sali e facciamo fuori i cattivi, o io parto mentre tu chiami i federali?-


 

Ancora non sapeva perché l'avesse fatto.

Attualmente si trovava aggrappata a Jane mentre la moto sfrecciava per le strade che le avrebbe portate al loro obbiettivo.

“Dove si trovano?” Aveva chiesto prima di partire.

“In un vecchio deposito portuale a otto ore da qui.

Tipico loro, nascondersi in posti in apparenza abbandonati.

In moto ci metteremo di più e dovremo anche fare qualche sosta.”

“Lascio un messaggio a June e possiamo partire.”

L'unica cosa certa era che non si pentiva della decisione.

Non voleva che coloro che l'avevano intrappolata la passassero liscia.


 

Quando arrivarono al deposito era ormai notte fonda.

Le due avevano viaggiato tutto il giorno, facendo solo un paio di pause per riposare e rifocillarsi in modo da essere al massimo delle loro forze.

Dall'edificio in cui si trovavano, osservarono una macchina entrare all'interno del capannone e, attente non farsi scoprire, si arrampicarono sul tetto dell'edificio.

Blue vide gli occhi della maschera della compare divenire più luminosi mentre fissava il tetto, segno che aveva attivato il rilevatore di calore incorporato in essa.

-Non rilevo nessuno, riesci a bucare un pezzo del tetto?-Chiese e la blu annuì e con i vettori fece pressione in un punto per forare il tetto metallico.

Una volta ottenuto un foro abbastanza largo da far passare una persona, Sinash generò dalla propria tuta una vischiosa corda nera che attaccò al bordo e la usò per calarsi giù.

-Non c'è nessuno.-Sussurrò alla compare.

-Nemmeno l'auto che abbiamo visto prima.-Continuò mentre la slipter la raggiunse.

A parte per la flebile luce proveniente dall'apertura dalla quale erano usciti, l'interno era completamente al buio.

-Idee?-Chiese la mora.

-Potrebbe trovarsi sottoterra, ne ho “visto” uno che funzionava così.-Rispose, vaga, ricordando il “Centro” in cui era stata rinchiusa.

-Vi si accedeva tramite un ascensore.-

Jane si guardò intorno, sensori del suo costume attivi e le bastò rilevare una discrepanza nella parete e quando toccò per indagare, scoprì la presenza di un pannello di controllo munito di codice numerico.

-E ora?-Chiese Blue, affiancandola.

-Ora uso un nuovo giochino.-Rispose, estraendo un tubetto di spray, una torcia e un dispositivo elettrico con un cavo che collegò al pannello di controllo.

Sotto lo sguardo incuriosito della blu, spruzzò il liquido sui tasti e li illuminò con la torcia.

-Forte eh?-Chiese appena alcuni tasti si illuminarono, rivelando segni di dita.

-Basta solo inserire i numeri nel mio trova-codici personale e voilà, inserirà automaticamente tutte le combinazioni possibili senza far scattare gli allarmi.

Da notare come alcuni tasti hanno più ditate di altre, probabilmente il numero è stato premuto più volte.- Spiegò con una nota di eccitazione mentre inseriva le cifre del codice.

Una volta individuato, il terreno si sollevò, rivelando un ascensore abbastanza grande da contenere un furgone.

Dopo essersi scambiate uno sguardo di intesa, la mercenaria estrasse le sue Whalter e vi entrarono.

Una volta dentro, si infilarono negli angoli ai lati della porta e Jane premette il pulsante per scendere.

Le porte si richiusero e l'ascensore iniziò la sua lenta discesa.

Ci fu un attimo di silenzio, rotto da Jane che commentò.

-Jeez che noia, non c'è nemmeno la classica musichetta deprimente.-

La sua uscita causò nella slipter una risatina che mascherò con un colpo di tosse.

Odiava ammetterlo ma, forse per i suoi modi o perché avevano alcune passioni comuni come la letteratura, quella tipa le stava simpatica e lei si sentiva a suo agio in sua presenza.

Finalmente l'ascensore si fermò e Sinash sporse leggermente la testa dall'angolo in cui si trovava e controllò se ci fosse qualcuno.

Accertatasi che la via fosse libera, fece segno alla compare di avanzare ed entrambe si trovarono a percorrere un lungo corridoio illuminato da delle lampade al neon, armi alla mano.

Più si guardava attorno, più la blu si sentiva irrequieta.

Le ricordava troppo l'ambiente del Centro in cui era rinchiusa.

Abbassò il capo, maledicendo per la milionesima volta quel posto.

-Ehy, tutto a posto?-Le chiese Jane, notando il suo cambio d'atteggiamento.

-Eh?

Si.

Ma sbrighiamoci a farla finita.-Rispose, destandosi dai suoi pensieri.

L'altra la guardò storta prima di scrollare le spalle e avanzare.

-Non mi piace.

C'è troppo silenzio.-Borbottò quando notò una porta.

Vi si avvicinò e si spostò a lato assieme alla compagna e, messa giù una pistola per avere una mano libera, la aprì e vi si mise davanti, arma alla mano.

-Ma...è vuoto.-Esclamò appena se rese conto che la stanza buia davanti a sé sembrava essere stata svuotata da qualsiasi cosa in essa contenuta, gli unici segni che lì ci fosse stato qualcosa erano delle tracce sul pavimento

-La cosa non mi piace.-Borbottò la mercenaria mentre la compare la affiancava per dare un occhiata.

Di colpo si udì una risata e dal soffitto della stanza si accese un proiettore che mostrava l'ologramma di una donna con i classici abiti M.E.C.H.

-E' un peccato non vedere le vostre facce.-Disse la voce femminile, tramite degli autoparlanti.

-Ed è un peccato che non possa piantarti una pallottola in testa.-Rispose a tono Sinash.

-Mercenari, tze.

Sempre così sicuri di sé...-Continuò, prendendo qualcosa fuori portata dall'ologramma per mostrarlo.

Era un piccolo oggetto nero di forma rotonda, Blue sospettò fosse la microspia della compagna.

-Ammetto che non mi aspettavo di ritrovarti qui, Soggetto Beta.-Sottolineò l'ultima parola mentre distruggeva la microspia schiacciandola fra le dita.

La slipter ringhiò, quanto odiava qual nome.

-Bhe, ci faciliti le cose.

Buon divertimento.- Detto ciò, l'ologramma si spense, lasciando sole le due.

-Ma che avrà voluto dire?-Chiese ad alta voce Blue.

-Non lo so so ma pensiamo ad andarcene prima che accada qualcos...-Stava rispondendo Jane, già pronta a trascinare via la slipter da lì quando la vide spalancare gli occhi e portarsi la mani alla testa.

-C-c'è qu-qualcuno!-Balbettò quando la sensazione provata svanì.

Era come tempo prima, quando aveva individuato la sua simile morente usata per rintracciarla, ma questa era una presenza più forte e spaventosa.

La mora dovette trascinare via la compare fuori dalla stanza di corsa ma non fecero in tempo a raggiungere l'ascensore che lo videro.

Di umano aveva solo l'aspetto e buona parte del viso; le corna che gli spuntavano fra i capelli lo identificavano immediatamente come dicronicus ma il corpo era ricoperto da una corazza simile a quella dei cybertroiani, grigia e blu, simulando un armatura.

Persino parte del viso era robotica, il lato destro poteva sembrare quello di una normale umana dalla carnagione pallida e l'occhio rosso, mentre l'altro era di liscio metallo argentato con un occhio bionico bianco latte.

Non parlò, le guardò con un espressione fredda, prima che i suoi vettori scattassero.

   
 
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