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Autore: Uptrand    30/11/2018    7 recensioni
Raccolta di one shot dedicata agli uomini del primo reggimento dell'iniziativa di difesa galattica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Linora Sera era un'asari dalla tipica pelle blu, la sua più grande passione era la musica. Girava sempre con delle cuffie attorno al collo o in testa. 
Non era una musicista, in tal senso non era dotata ma sapeva tutto quello che c'era da conoscere sul modo migliore di ascoltare una canzone. 
Si può dire che fu la musica a spingerla a diventare un'esperta di sistemi di comunicazione. 
Non poteva far musica decente ma sapeva come diffonderla, far si che tutti l'ascoltassero al meglio.
Ma il destino decise che così la sua vita sarebbe stata troppo monotona, per questo una brutta situazione economica familiare la costrinse ad entrare nell'esercito delle repubbliche asari.
Nel mentre avrebbe avuto i soldi per frequentare una scuola adatta a lei, sfruttando i permessi di studio garantiti ai militari. 
Le comunicazioni erano un fattore fondamentale in ambito militare, il suo talento venne ben presto notato come anche un comportamento spesso superficiale. 
Cosa si poteva farne di un simile elemento? La risposta era semplice, trasferirla nell'appena costituito I reggimento I.D.G. 
Un corpo sperimentale multirazziale la cui creazione era stata resa necessaria per contrastare l'invasione dei grigi o Xalielt come si scopri che si autodefinivano al termine della guerra, studiando le poche informazioni su di loro. 
Non ricordava molto di quel breve periodo dei suoi duecento anni, tranne che potendo scegliere avrebbe preferito scordarlo del tutto. Di nitido ricordava solo la fine della guerra: lei sulla Cittadella in mezzo a troppi cadaveri che si sedeva su un pezzo di metallo deformato, si metteva le cuffie nelle orecchie con la musica al massimo chiudendo gli occhi. 
Attorno a lei tutti festeggiavano la vittoria, mentre Linora rimaneva quasi religiosamente in silenzio a immergersi nella musica. 
Da quell'istante essa perse il suo significato originale, era sempre un motivo di pace interiore per lei ma più come un appiglio contro gli orrori visti che per se stessa. 
Accettò il ruolo di ufficiale nel I reggimento dopo che venne ricostituito al termine della guerra, il suo sogno non l'attirava più e non sapeva che fare. 
Più di una volta aveva pensato di essere troppo sensibile per quel ruolo, tutti gli altri ufficiali avevano passato le medesime difficoltà ma sembravano esserne usciti. 
In particolare le sembrava di avere un rapporto difficoltoso con il suo comandante capo: Steve W. Shepard. 
Pareva che gli eventi della guerra gli fossero scivolati addosso senza lasciar segno. Una volta gli chiese che canzoni amasse ascoltare, le rispose che non ascoltava musica perché lo lasciava indifferente. 
A lei sembrò una cosa tremendamente triste inizialmente, ma poi si convinse che non era poi così strano. Un animo così durò da essere insensibile alla musica, forse sarebbe stato quello più adatto per passare attraverso ogni guerra. In un certo senso lo invidiò. 


***** 
 
Rannoch, patria dei quarian e coabitato dai geth. I secondi erano le intelligenze artificiali create dai primi, dopo secoli di guerra, la minaccia dei razziatori e l'intervento del comandante Shepard vi era finalmente stata pace. I creati e i creatori vivevano in armonia. A ogni quarian veniva affidato un geht alla sua nascita, crescendo e sviluppandosi assieme. 
Erano una delle sei potenze che sedeva nel Consiglio, ma anche la più isolata dalle altre. 
Il pianeta era situato sul bordo della galassia, procedendo oltre il sistema che l'ospitava vi era solo lo spazio oscuro che si trovava tra le galassie. 
Era situato nella zona di spazio conosciuta come Sistemi Terminus, un'area che corrispondeva a metà galassia e caratterizzata da enorme instabilità politica e minima sicurezza. 
Lo spazio quarian era una delle poche zone veramente sicure da quelle parti. 
A complicare le cose negli ultimi tempi erano intervenuti gli Yagh, ultimi arrivati nello spazio, anche loro situati nei Sistemi Terminus che vedevano come un territorio in cui espandersi. 
Anche se nuovi erano molto determinati e organizzati, due colonie fondate in un decennio non erano una cosa da poco. 
In più erano razzisti verso ogni altra razza, ritenuta a priori inferiore da loro.
Non era quindi strano che i quarian li spiassero con attenzione. 
Allo stato attuale gli Yagh avrebbero perso contro una qualsiasi delle sei potenze maggiori, ma crescevano.

« Jaana'Ten nar Hewib adesso spiegami perché mi hai costretta a raggiungerti ai limiti della galassia. » borbottò Linora sedendosi al tavolo dell'amica quarian, come altre della sua razza aveva un corpo slanciato, la pelle tendente al viola, occhi molto chiari di colore lilla e senza iridi e insieme agli umani erano i soli ad avere i capelli che nei quarian erano sempre molto scuri.   
Si trovavano in un comunissimo bar, dalle cui finestre si aveva una visione poetica del sole bianco che tramontava tra i palazzi della capitale Nofa. 
« Ho scoperto qualcosa controllando i dati raccolti dai geth, nell'amministrazione del Consiglio. »
Terminata la guerra contro i Razziatori, fatta la pace con i quarian e ricostruito Rannoch i geth avevano bisogno di trovare un loro inserimento nello società galattica. 
Un problema a questo fu che non comprendevano il meccanismo del denaro, considerandolo antiquato. La loro opinione al riguardo era “insoddisfacente”, le specie organiche avrebbero raggiunto una maggior organizzazione costruendo una società civile dove il denaro non esisteva. 
Avevano offerto il loro aiuto, ma avere delle intelligenze artificiali pronte a lavorare a gratis avrebbe distrutto il mercato. 
Lo soluzione trovata fu semplice e perfetta, sarebbero stati impiegati nell'amministrazione pubblica del Consiglio della Cittadella. 
I costi per mantenerla vennero abbattuti, la carenza di personale risolta, gli sportelli adesso erano aperti costantemente, i lavori svolti in tempi celeri e la corruzione in essa scesa ai minimi storici o scomparsa. Gli organici erano ancora presenti in ruoli chiave, a volte i geth si imbattevano in situazione amministrative che non sapevano risolvere. 
Le cosiddette “zone grigie”, quelle parti delle leggi poche chiare e soggette a interpretazioni li lasciavano in confusione. 
« Qualcosa...senti, non farmi indovinare. Ti prego. Ho fatto dodici ore di viaggio per incontrarti, dato che mi sembrava urgente.  » si lamentò Linora.
« Ieri ho fatto la segnalazione, ma nessuno mi ha presa sul serio. »
« Segnalazione di cosa? Me ne vado se continui ad essere vaga. »
« Era una semplice analisi a campione di alcuni dati economici, le facciamo perché i geth non sempre capiscono l'astuzia e i trucchi di noi organici. »
« Si possono imbrogliare? » chiese stupita.
« Certo, quello che ho trovato era una serie di movimenti di denaro senza senso, nessuno illegale, ma la stessa somma veniva spostata di continuo. È questo che i geth non riescono a cogliere, siccome niente di quello era illegale non vi hanno prestato attenzione. » 
« Le cose strane ma non vietate non gli allarmano. » 
« Esatto, è questo il loro limite. » 
« Ok, ma perché mi hai chiamata? Odio fare di conto, avevo l'insufficienza in matematica »
« Queste somme di denaro spariscono quando vengono trasferite nei Sistemi Terminus. Seguirle a quel punto è impossibile. »
« Mi stai dando una brutta sensazione, del tipo: “Ecco la fregatura!” » 
« Ignoro dove il denaro sia finito ma so da dove è partito, sono nomi di grosso peso dell'economia galattica. Ho indagato più a fondo. Tutte queste persone si sono incontrate assieme per tre volte con l'ambasciatore yagh sulla Cittadella, sempre in modo molto discreto e informale. »
« Stai per dirmi che fanno affari con il Dominio Yagh? » domandò sorpresa.
« Non saprei, ma anche fosse non sarebbe illegale. Nonostante quello che sta succedendo su Erinle, nessun embargo economico è stato posto a Parnack. È vero che l'ordine del Consiglio era di lasciare il pianeta isolato, ma in questo caso sono gli yagh ad essere venuti da noi entrando nell'economia galattica. Non sono stati questi signori ad andare su Parnack a vendere, ma si sono trovati questi nuovi clienti dentro al negozio. »
Lei ebbe un intuizione che la preoccupò non poco « Non dirmi Weaver, ti prego.  »
« Il suo nome non compare » ammise la quarian tranquillizzandola.
L'asari trasse un sospiro di sollievo, solo allora notò un particolare « Dov'è Gu? » chiese riferendosi al geth della quarian il cui nome completo era GU-22x.
« L'ho mandato nel Concilio Geth...con le mie informazioni, nel caso mi succedesse qualcosa. »
Solo allora Linora notò quanto l'amica fosse spaventata. 
« Suvvia, non siamo mica in un film di spionaggio. Chiama qualche ufficiale del Consiglio e denuncia la cosa. »
« L'ho fatto, per questo ti ho chiamato. Volevo avvisare qualcuno senza farmi notare. »
L'asari cercò di non ridere, l'amica aveva una visione un po' troppo da copione da film della realtà. Ripensò alla situazione attuale: un bar, due persone che si conoscono di cui una con un segreto, una possibile cospirazione.
Si sforzò di rimanere seria, mancava solo l'entrata in scena di una coppia di assassini e sarebbe potuto essere l'inizio di un olofilm thriller di serie B, tanto era banale come inizio. 
« Ascolta... » disse decisa a rassicurarla e farle capire che doveva solo fare una regolare denuncia. 
La porta del locale si aprì. 
Clip-clop Rumore di suole corazzate sul pavimento, quello di scarponi militari. 
Linora si paralizzò.
Clink  il suono di metallo che scorre sul metallo proveniva da sotto gli ambi soprabiti dei due batarian appena entrati. 
Si appoggiarono al bancone del bar, proprio davanti al loro tavolo. 
Linora si voltò verso il muro, un martelletto era situato nella teca di vetro dell'allarme antincendio.
Fosse stato necessario sarebbe servito a rompere il vetro della finestra, facendo scattare al contempo   le sirene.  
Fruush il fruscio delle vesti che velocemente si allargavano, svelando la pistola che ognuno dei due portava. 
Il suono dell'allarme antincendio coprì ogni altro, anche quello del martello sfondava i crani dei due batarian.  Avevano sparato ma Linora  aveva fatto deviare i colpi ergendo una barriera, sorprendendoli e colpendoli prima che potessero reagire. 
Cadde in ginocchio sul pavimento, lasciando l'arma improvvisata, indifferente a ogni altro suono che la circondava. Quasi fosse in trance. Si detestava per quello che aveva fatto. 
Odiava quello che aveva appreso dalla guerra: avere imparato a sopravvivere. 
Molte volte le avevano detto che aveva un udito fino, per rimanere in vita aveva trasformato questo dono in un'arma. 
Quell'abilità l'aveva spinta ad amare la musica, quest'ultima le aveva fornito la motivazione per divenire un'esperta di sistemi comunicazioni.
Ma venne la guerra ed imparò suoni che mai aveva sentito: il sangue che gocciola, il rumore delle armi che si caricano, le urla, le esplosioni e tanti altri.  
Quel suo udito fino li memorizzò e riuscì a sopravvivere sentendo i nemici ancora prima di vederli.
Tornata alla vita civile, qualcosa scattava in lei nell'udire suoni che richiamavano quelli del conflitto. 
I medici avevano parlato di stress post conflitto e cose simili, ma qualunque fosse la verità chi avrebbe mai osato darle un lavoro se bastava una nota a trasformarla? Per lavorare doveva fornire i dati medici, leggendo la sua cartella clinica qualunque datore di lavoro avrebbe saputo dei suoi problemi. 
L'unico che sembrò ricordarsi di lei fu il suo ufficiale comandante, venuto a cercarla in quel reparto psichiatrico dove vegetava da mesi. 
Sarebbe tornata nel I come ufficiale, non era contenta ma forse avrebbe avuto un posto autentico dove stare. Ripetendosi che se anche quella modella pazza assassina di Isabella poteva farne parte, forse ci sarebbe riuscita anche lei. 
Prese le cuffie e se le mise, lasciando che la musica la isolasse da tutto il resto. Cercando in quel isolamento la pace per quello che aveva appena fatto.  

Due giorni dopo...

« Sei libera. » annunciò una voce maschile che lei conosceva bene. Alzando lo sguardo vide il suo comandante oltre la barriera della cella. Gli sorrideva cordialmente, come si fossero incontrati per caso nel mezzo della base. 
« Signore... io, credo di essere pazza. »
« Ovvio. »
« Pregò? » disse confusa, stupita e lievemente offesa da tanta sincerità.
« Sei nel I reggimento, per esserci devi essere: pazza, idiota, fannullone, peso morto o avere problemi esistenziali. Scegli tu la tua categoria. »
« Io... ci saranno conseguenze? » 
« Nessuna, tutto sistemato dai poteri forti...ovvero me. Se qualcuno te lo chiede eri in missione sotto copertura. » 
« Signore, ha mentito? »
« Odio la burocrazia, ho scelto la strada più rapida. Adesso prendi queste, so che ci tieni? »
Lo vide porgerle le sue cuffie, erano tra gli oggetti che la sicurezza le aveva preso dopo il suo arresto. 
« La mia amica? Come sta? »
« Bene, ha fornito subito tutte le informazioni in suo possesso e adesso qualcuno del reparto frodi bancarie sta indagando. Se vuoi saperlo la tua amica è un'idiota, avesse passato subito quello che aveva scoperto non sarebbe successo niente. Quei due assassini cercavano proprio lei. » sospirò pesantemente « Perché la gente pensa sempre a soluzioni idiote da film, invece di denunciare e basta. »
« Contenta che stia bene. Signore, se non le dispiace...potrei... »
« Mettiti pure le cuffie se ti fanno sentir meglio, basta che mi segui fino al nostro trasporto. »
Lei annuì ringraziandolo con un cenno della testa, sentì però l'urgenza di fargli una domanda anche se nemmeno lei sapeva bene il perché. Forse aveva solo bisogno di qualche contatto, di parlare con qualcuno. 
« Signore, davvero la musica non la smuove? Non voglio essere invadente, ma è veramente triste. »
Lo vide esitante, grattarsi a disagio la nuca della testa.
« Non è che non ascolto proprio niente e che... » ma non fini la frase, invece azionò il proprio omnittol per inviare un file musicale a Linora.
Incuriosita si mise le cuffie e avviò la riproduzione. 
Mazinga!
Mazinga! 
Mazinga!

Lei lo guardò esterrefatta, non conosceva l'opera ma sapeva riconoscere una sigla musicale quando ne sentiva una.
« Capisci, sono un adulto non posso dire che mi piacciono le sigle dei cartoni animati. » spiegò leggermente imbarazzato.
« Allora non è un duro come vuol far credere? » disse lei cantilendando la canzone. 
« Come ti pare, se però lo dici a qualcuno ti faccio staccare la testa da Isabella. »
« Il suo segreto è al sicuro con me, signore. Grazie, di averlo condiviso. » 
« Quello che vuoi, ho pensato che ti saresti fatta una risata visto quanto apparivi abbattuta.  Adesso muoviamoci. » ordinò assumendo la solita espressione scontrosa, anche se adesso non le sembrava più così scostante.  
Linora lo seguì allegra come non si sentiva da tempo, da molto una canzone non le dava una tale soddisfazione sentendola. Era infantile, superficiale e definirla canzone era forse eccessivo ma la faceva sentir bene. 
Decise che una volta tornata a casa ne avrebbe cercate altre, dopotutto sulla musica si diceva che non fosse mai questione d'età. 

FINE
Note autore: con quest'ultimo capitolo ho presentato tutti gli ufficiali dello stato maggiore del I reggimento e gli elementi più in vista. Spero che le loro storie vi siano piaciute e abbiate amato questi soldati così poco marziali. Quando finirò le altre due raccolte dopoguerra inizierò con la prima long di questa secondo ciclo narrativo, con piacere vi mostrerò il I in azione. Grazie della lettura e di essere giunti finoa qui. 
   
 
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