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Autore: memi    15/07/2009    15 recensioni
“Vedi, Weasley. È tutta una questione di estetica alla fine.” Le spiegò, modulando la voce su un tono neutro.
“Che... Che vuoi fare?” Impallidì mortalmente Rose, piuttosto, che di certo non si era aspettata, dopo la pesante umiliazione, di venire messa anche ko dal migliore amico di suo cugino.
A tal proposito, per una frazione di secondo si chiese dove diavolo fosse finito Albus quando c’era bisogno di lui.
“Sta calma.” La tranquillizzò Scorpius, o almeno era quello che avrebbe voluto fare se solo la sua voce non fosse risultata tanto inflessibile.
Rose deglutì, chiuse gli occhi e...
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Estetica'
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Estetica

 

Scorpius Malfoy non poteva dire di essere amico di Rose Weasley. Non dopo tutte le angherie e le derisioni a cui l’aveva sottoposta in sette anni di venerabile carriera scolastica, nonostante l’ombra sempiterna del suo migliore amico a supplicarlo o minacciarlo, in fasi alternate e a seconda dell’umore del momento, di smetterla. A dirla tutta, dall’esterno, qualcuno avrebbe potuto obiettare che, considerate le circostanze, sarebbe stato quanto meno normale se si fosse messo a ridere a sua volta come tutti gli altri eccetto uno – neanche a dirlo, il suddetto migliore amico, che continuava piuttosto a lanciare occhiate al vetriolo a chiunque gli capitasse a tiro -.

Eppure, stranamente, qualcosa era andato in modo diverso dinanzi all’ennesima presa per i fondelli.

Forse era stato il modo in cui la Weasley era arrossita tanto impietosamente, o l’aria umiliata, o gli occhi umidi... Scorpius non ne aveva la benché minima idea, ma ad un tratto vederla circondata da un covo di serpi che la deridevano senza alcuna remora, non era poi così divertente come si sospettava. Al contrario, era persino imbarazzante.

Li avrebbe inceneriti con lo sguardo ad uno ad uno, se solo non avesse avuto ogni attenzione riserbata alla ragazza che, mortificata, si avviava goffamente verso l’uscita con il capannello di fischi a seguirne la scia.

“Che imbarazzo quella Weasley.” Sospirò al suo fianco Regina Spencer che, aggrappata al suo braccio quasi ne andasse della sua stessa vita, non sembrava neppur aver notato l’improvvisa catalessi nella quale era stato risucchiato l’erede dei Malfoy. “Non ha un briciolo di senso dell’estetica. Neppure mia nonna possiede un vestito del genere nell’armadio.”

Beh, essendo un esteta per natura, Scorpius doveva ammettere suo malgrado che la ragazza non aveva tutti i torti. Neanche nei suoi incubi peggiori la Weasley aveva mai indossato un obbrobrio del genere. Certo era sempre stata kitsch per vocazione al punto tale da far ringraziare a più di qualcuno l’esistenza della divisa scolastica, ma da lì ad indossare uno straccio come quello ce ne correva di acqua sotto i ponti.

Ciò nondimeno vedere come la guardavano – quasi fosse stata un fenomeno da baraccone da deridere e umiliare, nell’ordine – e sentire le parole cattive con cui la ferivano tanto gratuitamente, gli faceva montare su una tale irritazione che avrebbe potuto buttar giù un muro con la forza dei suoi cazzotti, senza neppure sfiorare la bacchetta.

Era semplicemente vergognoso, vergognoso.

“Scorpius, ma che hai?” Gli domandò sbattendo le lunga sopracciglia Regina, gli occhi verdissimi incollati sul suo viso con orgoglio.

Non ci voleva certo un esperto per sapere che era fiera di essersi fatta accompagnare alla festa di Natale dal ragazzo più ambito di Hogwarts. Non aveva fatto altro che sottolinearlo tutta la serata, occhieggiando in continuazione e sghignazzando ad ogni sua parola con aria compassata. Senza contare che il suo braccio, ormai, era divenuto parte integrante del corpetto di Regina, tanto lo stringeva con forza al suo petto, incurante della sconveniente vicinanza con le sue forme prosperose.

Normalmente Scorpius avrebbe trovato eccitante tutto quello ma in quel momento, voleva soltanto uscire da quella maledetta stanza prima di menare le mani ed incorrere in una strage assicurata.

E così, lo fece.

Si divincolò dalla presa artigliata di Regina e scivolò verso la porta, incurante della bocca spalancata della ragazza o di darle spiegazioni in merito al suo repentino cambio d’umore.

Era un Malfoy, dopotutto. Non chiedeva, non spiegava e non si scusava. Prendere o lasciare, erano sempre stati questi i patti.

Una volta arrivato nel silenzio surreale del corridoio, con la musica di poco prima appena in sottofondo oltre l’alta porta alle sue spalle, Scorpius si guardò attorno, soppesò la scelta e si avviò verso destra. Sapeva perfettamente dove dirigersi.

 

≈♦≈♦≈♦≈

 

“Quella vipera!” Singhiozzò Rose rannicchiata sulla tazza del water, stanca persino di attutire il macello di mascara che le colava sulle gote.

In tutta la sua vita non si era mai sentita tanto umiliata come in quel momento. Non che non fosse avvezza alle continue battutine che le tiravano dietro, specie quelle quattro galline starnazzanti che facevano capo all’oca numero uno, Regina Spencer. Ma aveva sempre tirato avanti a testa alta, lasciandosi scivolare addosso ogni parola che sapeva sempre troppo di invidia. Adesso che persino Mirtilla Malcontenta aveva alzato un sopracciglio dinanzi al suo aspetto, però, non poteva fingersi di essere ancora superiore a quel genere di cose.

Al pensiero di come avevano riso tutti di lei, le veniva da piangere di più!

Quasi fosse stata un pagliaccio, l’animazione della serata. Avrebbe dovuto dare retta al suo sesto senso e rimanersene nella sua stanza a leggere un libro, invece di farsi convincere dagli occhi supplici di suo cugino e scendere in pista. Per modo di dire, visto che non era neppure entrata che già erano piovuti giù i fischi.

Che poi, c’era cascata come una stupida! Si professava tanto intelligente e dove si perdeva? Ascoltare i consigli di Regina Spencer? Che diavolo le era saltato in mente? Era caduta davvero, davvero in basso a dar retta ad una...

“Stronza!”

“Vacci piano con queste parole, Weasley.”

Rose sobbalzò e per poco non si mise pure ad urlare quando una seconda voce s’insinuò nel bagno, soppiantando il suo monologo fatto d’insulti ora verso Regina, ora verso se stessa.

“Una ragazza non dovrebbe essere tanto sboccata.”

Scorpius Hyperion Malfoy.

Perciò non aveva sentito alcun passo. Lui sapeva camminare senza emettere suono. Scivolava, ecco.

Lui e il suo sorriso sghembo che a chiunque avrebbe mozzato il fiato, mentre a lei aveva l’effetto contrastante di inquietarla ed inasprirla insieme. Non che non fosse maledettamente bello come si decantava. Capelli di un dorato sbiadito, occhi grigio perla, fisico scultoreo, pelle diafana, lineamenti distinti... Scorpius sapeva essere elegante, ricercato, raffinato e allo stesso tempo anche atletico, sportivo, sagace. Aveva ereditato dal ramo paterno della sua famiglia il tipico aplomb con cui i Malfoy sapevano distinguersi e di certo non si preoccupava di utilizzarlo per i propri scopi, per quanto loschi ed egoistici potessero essere.

Per molte, Scorpius era il ragazzo perfetto lì dentro.

Per Rose, era soltanto un pallone gonfiato, egocentrico e viziato a cui nessuno aveva mai calpestato i piedi per timore reverenziale.

Perché quello doveva pur concederglielo. Poteva dire che era arrogante, cinico, menefreghista, un bastardo con tanto di fiocchi e controfiocchi, ma non poteva nascondere che era in gamba a farsi rispettare. Bastava un solo sguardo che tutti tacevano dinanzi all’indiscusso Re delle Serpi. Salvo l’eccezione, ovvio, anche corrispondente al nome di Albus Severus Potter. Il suo migliore amico. Come diavolo facesse, poi, ad essergli non solo amico ma pure migliore, per Rose rimaneva ancora un mistero.

“Nessuno ti ha invitato, Malfoy. Perciò ora vattene.” Borbottò scontrosa lei, abbassando il capo e nascondendo il viso tra le mani per non doversi sentire più umiliata di quanto già non fosse.

Che diavolo ci faceva lui lì? La odiava al punto tale da andare a denigrarla persino nel bagno? Che aveva fatto di male per meritarsi tutta quella dose d’insana degradazione?

Contò mentalmente fino a dieci, ne aggiunse altri cinque e alzò il capo, pronta a ritrovarsi di nuovo sola con la propria disperazione. Ma, contrariamente ad ogni aspettativa, Scorpius era ancora lì, sulla porta, con la stessa espressione di poco prima e l’aria affascinante di sempre. Continuava a fissarla con sguardo indecifrabile, quello che lei detestava con ogni cellula del suo corpo.

“Che vuoi ancora?” Sbottò infine, sotto una nuova ondata di singhiozzi e lacrime isteriche, lanciandogli occhiate in cagnesco. “Se sei qui per deridermi, allor-”

“Sei messa veramente male, Weasley.” La interruppe tranquillamente lui, socchiudendo le palpebre per scrutarla critico.

Ma và, genio! – avrebbe voluto urlargli – Sono seduta su un gabinetto a versare tutte le mie lacrime per la figura di merda peggiore della storia. Scusa tanto se non ho un bell’aspetto!

Invece si limitò ad incenerirlo con gli occhi, sperando e pregando che recepisse il messaggio e la lasciasse in balia di una buona razione di autocommiserazione da cui, con ogni probabilità, ne sarebbe riemersa tra circa venti anni, quando ormai erano tutti abbastanza presi dalle proprie vite per ricordarsi della stupida che aveva avuto la brillante idea di incartapecorirsi in un vestito che aveva sempre odiato e di consumare l’intera riserva di trucco di sua cugina per raggiungere il triste risultato di assomigliare ad un pagliaccio.

Merlino, come aveva fatto a non rendersi conto del disastro che aveva combinato?!

“Sei un disastro.”

Per l’appunto.

Rose sospirò, si spostò una ciocca di capelli dal viso e, con passo tremante, si alzò dalla tazza per raggiungere il rubinetto più vicino. Aveva bisogno d’acqua ma non si era aspettata che, passando di fianco al suo più acerrimo nemico, avesse potuto sentire una tale scarica elettrica. Doveva essere tutto l’odio che provava per lui, si disse infine, dopo averci ponderato sopra per circa due secondi consecutivi.

Aprì il rubinetto, innervosendosi oltre ogni dire quando si accorse di stare tremando proprio davanti a lui, e si buttò con forza una ventata d’acqua fresca sul viso, cercando con disperazione di cancellarsi quello sguardo dalla mente. Anche se era un po’ difficile farlo, visto il modo in cui Scorpius continuava insaziabile a fissarla. Poteva percepire distintamente i suoi occhi grigi sulla propria schiena e la cosa contribuiva ad inasprirla ancora di più.

Stava per abbandonare ogni accortezza ed iniziare ad urlargli contro qualsiasi cosa le fosse passata in testa, quando, girandosi, rimase completamente paralizzata dall’espressione assorta apparsa ora sul viso di Scorpius.

Era così...serio. Era certa di non avergli mai visto indosso un’aria simile, neppure quando era lei a far innervosire lui. Non la stava solo guardando, la stava proprio vedendo, ma non per deriderla, pareva più che stesse valutando le diverse opzioni.

“Abbassa le spalline, Weasley.” Le ordinò all’improvviso, terribilmente profondo, con il mento poggiato sulla mano stretta a pugno e il gomito racchiuso nell’altra.

I capelli biondi gli solleticavano la fronte, dolcemente, ma Scorpius non ci faceva caso. Era del tutto assorbito dal contemplarla. Rose si sentiva a disagio sotto quegli occhi, era inevitabile, ma non poteva fingere di non aver sentito la sua richiesta inopportuna.

“Co- come?!” Sussurrò, in un filo di voce, troppo scioccata per assumere un tono anche solo vagamente indignato.

“Abbassa. Le. Spalline.” Ripeté con calma Scorpius, scandendo bene ogni parola quasi si fosse trovato a spiegare una lezione elementare ad un bambino particolarmente ottuso.

Okay, decise Rose in quel momento, si trovava in un universo parallelo e tutto girava al contrario. Perciò, a conti fatti, nessuna umiliazione pubblica. Il Malfoy che conosceva lei, non si sarebbe neppure sognato di farle simili...ehm, proposte.

“Se pensi che io faccia una cosa del genere, ti-”

Per la seconda volta nel giro di poco, non riuscì a concludere la frase, stroncata sul mezzo dalla voce melliflua di Scorpius.

“Le spalline, Weasley.” Sbuffò, alzando gli occhi al cielo esasperato. “Non ti ho chiesto di spogliarti, devi solo abbassarti le spalline.”

Poi, non vedendo alcuna reazione – in verità Rose era rimasta immobile come ad uno stoccafisso, con la bocca spalancata e le gocce d’acqua a scivolarle giù dal viso -, si scostò dalla parete in ferro del bagno e le si avvicinò, silenzioso come solo lui sapeva essere.

“D’accordo, lo farò io.” Sentenziò, senza alcuna incertezza nella voce, fermandosi solo ad un passo da lei.

Rose poteva percepire l’alito caldo del giovane sulla propria pelle e la cosa, in qualche modo, le mandava in tilt il cervello, impedendole così la creazione di ogni pensiero coerente. Beh, di ogni pensiero e basta, a dire il vero. Ad un tratto era assolutamente certa di non essere mai stata tanto vicino a lui come in quel momento.

Poi Scorpius allungò una mano verso la sua spalla e, senza preavviso – o forse c’era stato e lei non aveva saputo recepirlo? -, le tirò giù la spallina, facendola scivolare lungo il braccio fino a metà di questo. Aggrottò la fronte, pensieroso, prima di fare la stessa cosa con l’altra spallina e ritirare quindi indietro le mani, incrociando le braccia con disinvoltura.

Pareva del tutto a proprio agio, si ritrovò ad osservare dopo un tempo interminabile Rose, ormai in trance. Lei invece aveva il cuore che batteva talmente forte che era un miracolo se non la sentissero pure i suoi genitori a miglia e miglia di distanza da lì. Che poi – si morse la lingua, avvilita – che motivo aveva quello stupido cuore di fare tutto quel casino?

“Merlino, Weasley. Dove diavolo hai preso una cosa del genere?” Domandò quasi a se stesso Scorpius, che non aveva smesso per un solo istante di soppesare il vestito.

Sentendosi imbarazzata e di nuovo umiliata, Rose lo allontanò con uno spintone brusco e, imbufalita, si alzò con gesti rapidi ambo le spalline, per poi mettere su il solito broncio di quando qualcosa non andava per i suoi versi.

“Perché non vai a farti fottere, Malfoy?” Lo fulminò, acida, barcollando verso la porta – maledetti tacchi, ma per forza così alti dovevano essere?!-.

Aveva quasi raggiunto la maniglia quando una mano le si serrò attorno al polso e, con studiata veemenza, la costrinse a voltarsi verso il suo proprietario. Lo sguardo di Scorpius adesso era un miscuglio perfetto di irritazione, sdegno e ammirazione. Gli occhi brillavano, tuttavia le labbra erano strette fino a diventare una fessura sottilissima.

“Weasley.” La chiamò, duro come il marmo. “Non ho detto che potevi andare.”

Era quello, al di là dei suoi mille difetti, che più odiava di lui. Quel suo comandare e aspettarsi, sempre, di venir esaudito. Di fronte ad una simile manifesta prepotenza, Rose non poteva starsene in silenzio e, per questo, prese un profondo respiro e si preparò alla sfuriata del secolo.

“Ma chi diavolo ti credi di essere?! Sei solo un...un...argh! Ti detesto, Malfoy! Non ti andava bene vedermi umiliata di là, no! Volevi assicurarti che fossi anche abbastanza sconvolta da...da...da...”

Con orrore, a quel punto, Rose si rese conto di non avere la benché minima idea di dove volesse andare a parare il ragazzo con quel suo improvviso atteggiamento. Perciò, dopo le grida, si ritrovò con un pugno di mosche a boccheggiare quasi fosse stata un pesce fuor d’acqua. La rabbia scemata come ghiaccio al sole.

“Hai finito?” Alzò un sopracciglio Scorpius a quel punto, di nuovo maledettamente sardonico.

Ma non era una domanda, come si curò di farle notare appena l’attimo dopo quando, con gli stessi gesti di prima, le riabbassò le spalline. Quindi, senza distogliere gli occhi grigi da quelli marroni di lei, mise mano alla bacchetta e gliela puntò al viso.

“Vedi, Weasley. È tutta una questione di estetica alla fine.” Le spiegò, modulando la voce su un tono neutro.

“Che... Che vuoi fare?” Impallidì mortalmente Rose, piuttosto, che di certo non si era aspettata, dopo la pesante umiliazione, di venire messa anche ko dal migliore amico di suo cugino.

A tal proposito, per una frazione di secondo si chiese dove diavolo fosse finito Albus quando c’era bisogno di lui.

“Sta calma.” La tranquillizzò Scorpius, o almeno era quello che avrebbe voluto fare se solo la sua voce non fosse risultata tanto inflessibile.

Rose deglutì, chiuse gli occhi e...

L’attimo dopo, metà vestito giaceva a terra. Più specificatamente, le strisce di balze che riempivano le maniche, l’accollatura e il fondo della gonna. Spalancò gli occhi e, inorridita, guardò quello che rimaneva del suo vestito.

La poca stoffa rimasta, difatti, a malapena arrivava a coprire il suo piccolo fondoschiena e il seno a coppa di champagne, mentre delle maniche non rimanevano che due sottili bretelle scese lungo le braccia, come le aveva lasciate Scorpius appena l’istante prima.

“Direi che può andare.” Sentenziò dopo un lungo silenzio Malfoy e se solo Rose non fosse stata troppo presa dal rimanere scioccata dinanzi al suo vestito, avrebbe notato il modo ammaliato in cui il suo sguardo le si era posato addosso.

“Stai scherzando!” Scattò a quel punto lei, paonazza, guardandolo furibonda. “Mi hai rovinato il vestito!”

Al che lui, con estrema noncuranza, alzò un sopracciglio. “Rovinato? Weasley, se non hai notato la differenza...” E così dicendo evocò uno specchio lungo e la costrinse a riflettere l’immagine di sé che l’oggetto le offriva.

Ripulita dalla dose pesante di trucco e senza tutte quelle balze a riempire la sua figura minuta, persino un’antiesteta come Rose riusciva a rendersi conto che andava molto, molto meglio. Sembrava quasi...carina, si ritrovò a pensare. Beh, non bellissima come Regina Spencer, o Samantha Thompson, o-

“Ecco.” Proprio in quel momento Scorpius, apparso di fianco a lei nello specchio, protese una mano verso i suoi capelli e, con un movimento fluido, liberò i ricci dalla stretta severa dello chignon.

In un istante una cascata ondulata le veleggiò sulle spalle, riempiendo il collo e le spalle scoperte.

Rose, paralizzata dallo shock, si scoprì in un istante totalmente diversa davanti al grande specchio di Malfoy – doveva essere proprio il suo, a giudicare dalle iniziali incise sulla cima -.

Essendo una ragazza fin troppo razionale, aveva sempre saputo di non essere né appariscente come Dominique, né bella come Lily. Il più delle volte faticava persino a trovarsi carina, ma quando succedeva si ripeteva di non preoccuparsene, che c’erano altre cose importanti nella vita e che lei non era una di quelle che passavano il tempo dietro all’aspetto fisico, incuranti dei tanti problemi che affannavano il mondo. Eppure in quel momento, le sembrava di trovarsi dinanzi ad un’altra sé e che, dopotutto, non c’era niente di così sbagliato in lei.

“Sei bellissima, Weasley.” Lo disse con semplicità, quasi fosse stata la cosa più ovvia e scontata al mondo, parlando con quella sua voce rauca e melliflua che tanto la faceva imbestialire ma che ora, a così pochi centimetri di distanza da lei, riusciva solo a farla rabbrividire d’emozione.

Era lui ad essere bellissimo. Rose lo scoprì in un modo quasi devastante quando, alzando il capo verso l’immagine riflessa del Serpeverde, notò il contrasto che creava rispetto alla sua bellezza appena accennata. Scorpius, per quanto stronzo potesse essere, era di una bellezza statuaria, totale. Incravattato nel suo abito elegante e costosissimo, poi, sembrava quasi una divinità greca mentre lei, al massimo, sarebbe potuta essere una delle concorrenti di un concorso di bellezza locale.

Non c’erano paragoni, lui era sempre stato troppo (soprattutto per lei).

Troppo bello, troppo affascinante, troppo sagace, troppo carismatico, troppo sexy. Per questo, alla fine, aveva iniziato con i dispregiativi. Troppo sardonico, troppo impertinente, troppo superbo, troppo arrogante, troppo spavaldo.

Ma la verità era che, in sua presenza, Rose continuava a sentirsi minuscola, insignificante, inadeguata.

Lo rimbeccava per proteggersi, però ora, era del tutto indifesa dinanzi al suo sguardo di ghiaccio. Strinse le palpebre e, per un momento, pregò che lui non la ferisse come faceva di solito. Poi li riaprì e, con suo sommo stupore, si accorse che Scorpius la stava ancora guardando e, stavolta, non poté non accorgersi della scintilla di approvazione impressa nell’iride chiarissima.

Forse – si disse con il cuore che le martellava nelle orecchie – c’è un possibilità anche per noi.

Sin dal primo giorno di scuola, si erano etichettati in automatico come nemici numero uno, nonostante la figura di Albus, cara ad entrambe, ad interporsi tra loro. Da quel momento in poi, Rose aveva sempre ritenuto che per loro due non ci sarebbero state mai speranze, né di smetterla di provocarsi, né di diventare amici, né soprattutto per qualcosa di più. Per anni aveva così continuato a ripetersi che non lo voleva un tipo del genere accanto, che era insopportabile e vanesio, e che tutte quelle ragazze che gli giravano dietro erano delle stupide oche senza cervello innamoratesi solo di un bell’aspetto.

Però adesso lui era lì, con lei, a ridonarle un briciolo di amor proprio malamente disintegrato da pochi stupidi nella Sala Grande.

Albus, d’altro canto, lo diceva spesso: eppure sareste perfetti assieme, credetemi. Ma non lo faceva mai nessuno dei due e, dopo una serie di spiegazioni sul perché due persone così antitetiche non potevano stare insieme, anche il giovane Potter doveva buttare la spugna. Salvo, ovviamente, riacciuffarla alla prima buona occasione.

Rose, adesso, non si illudeva che suo cugino potesse aver ragione fino a quel punto. Insomma, era Al! Lui non aveva mai ragione. Tuttavia, in qualche modo, quella piccola ritrovata nel bagno di Mirtilla Malcontenta le aveva acceso la speranza di poter iniziare un rapporto quantomeno decente con lui.

Sorrise al pensiero e scosse la testa.

Pensare che da ben sette anni si era sempre detta maldisposta a qualsiasi segno di avvicinamento verso l’erede dei Malfoy...

“Rosie!”

Una voce dal timbro giovanile, quasi squillante, s’insinuò nel bagno lacerando in un istante ogni silenzio. La Weasley, che l’aveva riconosciuto all’istante, si voltò verso suo cugino e, con un certo imbarazzo, si rese conto che invece Scorpius continuava a fissare qualcosa d’indecifrato addosso a lei.

“Al...”

“Oddio Rosie, come stai?” Le si fece subito incontro Albus, avvolgendole la schiena con le braccia e stringendola con affetto a sé. “Sei scappata via come una saetta e quell’Avvincino di Samantha Thompson non voleva decidersi a lasciarmi il braccio! Ma tu stai bene, sì? E a proposito...che diavolo ci fai tu qui, Scorpius?”

Rendendosi conto solo in quel momento della presenza del suo miglior amico, il moro sgranò gli occhi e rivolse un’occhiata di mero stupore al Serpeverde che, in risposta, scrollò con nonchalance le spalle, distogliendo finalmente lo sguardo dalla schiena di Rose.

“Non starete litigando anche qui!” S’allarmò seduta stante Albus, memore delle lunghe ore trascorse a tentare di far ragionare quei due testoni.

Vedendo che la Weasley non si decideva a riemergere dal petto del cugino per fornire una risposta decente, Scorpius, con uno sbuffo, si apprestò a farlo al suo posto...

“Torniamo in Sala, ci stiamo perdendo tutta la festa.”

...più o meno.

“Cosa? Come?” Lo guardò perplesso Albus, ritornando di nuovo alla cugina, poi a lui, poi ancora a lei. “Ma che hai fatto ai vestiti?”

Alla domanda, Rose arrossì impietosamente e, con lo sguardo, cercò la complicità di Scorpius, il quale nel frattempo aveva già raggiunto l’uscita. Non trovandola, perciò, non le restò che afferrare una mano del moro e sorridergli dolcemente.

“Dopo ti spiego.” Gli assicurò. “Andiamo adesso.”

Pur trovando parecchio inquietante il modo in cui quei due parevano nascondergli qualcosa e, quasi assurdo, come andassero all’improvviso d’accordo, Albus decise che poteva benissimo attendere fino alla fine della festa per porre risposta ai suoi interrogativi. Pertanto, ritrovando il solito sorriso contagioso così strano per un Serpeverde qual’era, rafforzò la stretta sulla mano di Rose e la seguì alla porta, dove Scorpius li attendeva con cipiglio imbronciato.

“Era ora.” Li apostrofò, ritornato l’insopportabile ragazzino viziato di tutti i giorni.

“Avrai aspettato sì e no trenta secondi, perciò non rompere, Malfoy.” Ribatté all’istante la Weasley, senza farsi perdere l’occasione, ma con una punta di divertimento che di solito non figurava.

“Trenta secondi per un Malfoy equivalgono a perdere mille galeoni, Weasley.”

“Ma se non sai neppure contare fino a mille!”

“Ti sorprenderesti nell’apprendere quante cose so fare, Grifondoro.”

“Rose.” S’intromise a quel punto Albus, tra i due, esasperato. “Se stai dicendo qualcosa di poco carino sui Serpeverde, ricordati che anche io ne faccio parte.”

“Ah. Okay, allora.”

 

≈♦≈♦≈♦≈

 

Quando erano rientrati in Sala Grande, un coro di approvazione aveva seguito il loro ingresso e Rose era rimasta sconvolta di scoprire che erano tutti per lei. Dopo la figuraccia di prima, aveva avuto persino paura ad entrare se non fosse stato per Albus che la trascinava letteralmente, se ne sarebbe andata difilato in camera sua. Invece, al contrario delle sue aspettative, al suo arrivo più paia d’occhi s’erano voltati a rimirare estasiati il suo nuovo vestito, al punto tale che si era vista costretta a nascondersi dietro le spalle del cugino per scappare a tutte quelle attenzioni non richieste.

Per istinto, comunque, aveva cercato il viso di Scorpius, anche solo per ringraziarlo visto che non aveva potuto farlo prima.

A modo suo, in qualche modo, aveva cercato di aiutarla e, anche se lei non si era aspettata un simile successo, non poteva non riconoscerlo.

Era rimasta parecchio colpita nell’accorgersi che pure lui la stava fissando. Leggermente seccato forse, ma per la prima volta Rose aveva sentito di non essere lei il destinatario dei suoi insulti mentali. Pensare che fosse geloso di lei, tuttavia, era di gran lunga troppo surreale per essere vero e perciò non c’aveva messo più di due secondi ad accantonare l’illusione.

Subito dalla calca di persone, come una piovra formato donna avvenente, Regina Spencer aveva recuperato Scorpius e, ancheggiando, l’aveva guidato fino alla pista da ballo. Per una strana, assurda ragione, Rose, che aveva seguito in silenzio la scena, si era scoperta un tantino delusa da quell’improvvisa scomparsa. Una parte di lei le aveva suggerito di poter avere quella nuova complicità con Malfoy ancora per qualche ora ma, evidentemente, non era destino.

Perciò con un sospiro si era apprestata ad isolarsi nell’angolo più remoto della stanza dove trascorrere al massimo un paio d’ore prima di dare forfait e mettere fine a quella stranissima serata. Non aveva considerato Albus, però, né le sue bizzarre sparate di testa. Il ragazzo, infatti, non appena aveva adocchiato Samantha Thompson ticchettare verso di lui, l’aveva afferrata per un braccio e l’aveva condotta senza scuse tra gli altri ballerini.

“Ti devo un favore, Rosie!” Le aveva strizzato l’occhiolino quando lei gli aveva gettato un’occhiata in tralice.

Non era certo una novità che odiava ballare. Altro tratto ereditato da suo padre. Con quei tacchi, poi, l’impresa diveniva ben più impervia del solito.

Al terzo ballo di fila, comunque, quando Rose stava per profilare la classica scusa di aver bisogno di un drink, si era avvicinata una ragazza timida di Corvonero. L’aveva riconosciuta all’istante, trattandosi di Jesse Parker, una moretta dall’aria discreta e dai modi gentili che frequentava con lei il corso di Babbanologia. Avendo ereditato dalla madre l’intelligenza, Rose non c’aveva impiegato poi molto a capire che si era presa una cotta per Albus, senza però mai dire una parola per la sua innata timidezza, e perciò rimase piuttosto colpita nel ritrovarla inequivocabilmente lì.

“Ehm, io... C- Ciao Albus... Ciao, Rose.” Biascicò, impacciatissima, a capo chino, salvo poi prendere un ampio respiro e alzare la testa a guardare il ragazzo. “Balleresticonme?”

L’aveva detto tutto in un fiato, tanto che Albus impiegò diverso tempo a capire cosa stesse dicendo. Poi, sotto lo sguardo speranzoso di Jesse e intimato dalla gomitata di Rose, si aprì in un caloroso sorriso e le porse cordiale la mano.

“Ma certo!”

Rose li seguì mentre, goffamente, si allontanavano da lei per iniziare a ballare poco più avanti. Sorrise e scosse il capo dinanzi all’evidente imbarazzo di suo cugino, rimanendo sempre piuttosto stupita per quel suo mal rapportarsi con l’altro sesso. Con lei era semplicemente fantastico ma, doveva ammetterlo, non faceva poi molto testo visto che gli era cugina.

Con ancora il sorriso sulle labbra, si voltò con l’intenzione di raggiungere la prima sedia disponibile ma il cuore accolse l’improvvisa visione di una giacca nera coordinata con una camicia bianchissima, con un balzo disarmante. Non aveva bisogno di alzare la testa per sapere di chi si trattava. Lo specchio, nel bagno di Mirtilla, le aveva fornito una visione completa del vestito di Scorpius.

“Mi devi un ballo, Weasley.” Proclamò senza indugi lui, mentre con agilità faceva scivolare le braccia attorno alla sua vita sottile. “Credo di essermelo meritato.”

Rose, che aveva allontanato ogni speranza dall’apparizione di Regina, dovette stringere le palpebre più e più volte per capacitarsi di stare effettivamente ballando con Scorpius Malfoy. Beh, era più che altro lui a fare tutto e a guidarla con il suo aplomb, ma anche così era a dir poco perfetto. Alla fine, arresasi dinanzi all’evidenza, non le rimase che abbandonare il capo sul suo petto scolpito, incapace di guardarlo in viso e azzardando più di quanto la sua proverbiale ritrosia le permettesse normalmente.

Rimasero così stretti a ballare per un tempo che parve loro infinito, cullati dal ritmo calmo della melodia e dai loro respiri regolari, senza porsi troppe domande per non dover affrontare le eventuali risposte, prima che, premendole due dita sotto al mento, Scorpius la costringesse finalmente a guardarlo.

“Weasley.” La chiamò, pacato come sempre, facendola ancora una volta rabbrividire.

Possibile che la sua voce fosse stata sempre tanto profonda?!

“Sto per baciarti, perciò se non vuoi, devi dirlo entro cinque secondi.” L’informò, quasi si fosse trattata di una cosa semplicissima a cui aderire o meno.

Ma allora perché il cuore le batteva tanto forte? E perché le tremavano le gambe? E perché aveva le mani così sudate?

Le labbra di Scorpius, intanto, si facevano terribilmente più vicino alle sue e Rose era convinta di poter avere un infarto da un momento all’altro se l’avesse stretta di più.

Lui era così stronzo... E lei così virginale...

Erano così...imperfetti.

Non aveva neppure sospettato di volerlo fino a quando non sentì il sapore delle sue labbra sulle proprie. Dolceamare, come lui. Chiuse gli occhi e, con un impeto di cui non si credeva più capace, gli gettò le braccia al collo per approfondire il bacio.

Dopotutto, si disse in un moto di lucidità, potevano essere imperfetti insieme.

 

≈♦≈♦≈♦≈

 

Più di qualcuno alla vista di Scorpius Malfoy e Rose Weasley che si baciavano sulla pista da ballo rimase sconvolto e i commenti di certo non mancarono.

Regina, accerchiata da Samantha e dalle altre, aveva sgranato gli occhi all’inverosimile quando gliel’avevano riferito e, non contenta, si era subito apprestata ad appurare i fatti. Con il passo da felina di cui andava tanto vantandosi, si fece spazio tra le varie coppie di ballerini per raggiungere il punto più vicino al misfatto da cui constatarne la veridicità. Spalancò la bocca esterrefatta quando, scioccandola, Scorpius sorrise sulle labbra della Weasley – come non aveva mai fatto con lei – prima di baciarla di nuovo.

Era talmente intontita dalla brusca rotta che avevano preso gli eventi da non essersi neppure accorta della presenza di Albus al suo fianco, né della mano di Jesse stretta nella sua.

“Vedi, Regina?” Non poté fare a meno di pizzicarla lui, come aveva da sempre voluto fare, sfoderando un sorriso malandrino. “Avere la quarta di seno non è tutto, a quanto pare.”

 

 

The End

 

 

Bene. Non so con precisione da dove sia uscita questa “cosuccia” (per quanto si possa parlare di cosuccia con dodici pagine di word -.-), ma era da un po’ che ci pensavo e avevo davvero, davvero voglia di provare a buttarla giù. E così...ecco il risultato! ^.^

Una piccola one-shot su una delle mie coppie preferite che spero abbia almeno l’effetto di addolcirvi il cuore, anche solo per pochi minuti.

Per quanto riguarda i personaggi, io ho sempre avuto una visione ben precisa di ognuno di loro. Vi lascio il link, così potete vedere i “miei” Scorpius, Rose e Albus.

Scorpius Malfoy

Rose Weasley

Albus Severus Potter

E questo è quanto. Non mi resta che salutarvi e chiedervi di lasciarmi un commentino, anche piccino picciò, in modo da farmi sapere cosa ne pensate di questa cosuccia (di nuovo, ehhhh già u.u). Allora alla prossima, gente!

Baci.

Memi J

 

  
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