Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Ivy001    01/12/2018    1 recensioni
Qualcosa avvicinerà presto due famiglie tanto diverse tra loro: una dove domina la ricchezza e non si conosce fame, l’altra dove si lotta giorno dopo giorno per un pezzo di pane. Una che vive di segreti in famiglia e l'altra dove si respira amore e affetto smisurato.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Re, Regina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora? Non dici nulla?” – Isabel rompe il silenzio di Kristoff, insistendo sulla decisione da prendere.

“Ti rendi conto di ciò che mi stai chiedendo? Anzi, ciò che mi stai obbligando a scegliere” – replica lui.

“Guarda che nessuno ti forza a rimanere qui con me. Puoi sempre correre dietro le gonne di sua maestà e supplicarle di tornare ad essere il suo zerbino” – le battute di Isa sono pungenti e crudeli, dettate dalla rabbia e dalla delusione verso un marito bugiardo e insensibile.

“Non sono mai stato lo zerbino di Anna”

“Ah no? E come lo chiami uno che le permette di lasciare una figlia di cui eri all’oscuro, che le dà poi modo di riprendersela, senza imporre il proprio volere e i propri diritti di padre” – lo offende ancora e ancora, cercando di ferirlo come lui ha fatto con lei.

“Non sai cosa dici. Sei arrabbiata ed è l’ira a farti parlare in questo modo. Non ti ho mai vista così” – è sconvolto Kristoff.

“Ti correggo. Il problema non è che non mi hai mai vista in questo stato, ma che tu non mi abbia mai vista davvero. Ero invisibile. Quando ci siamo sposati abbiamo promesso di amarci e di esserci sempre l’uno per l’altra. Tu invece hai pensato a te stesso e oggi posso aggiungere che la tua testa era in fissa con una donna che non era tua moglie”

Tali accuse toccano profondamente Bjorgman, cosciente che ciò è vero.

“Adesso non parli più, eh? È la tua coscienza sporca ad impedirti di difenderti. Esigo da te che prendi una decisione, per una volta nella vita sii uomo. Comprenderai che la scelta che farai avrà delle ripercussioni. Sia che tu rimanga al mio fianco sia che vai da Anna” – ribadisce le minacce e pretende di sapere anche in tempi molto ristretti.  

In quel momento Kristoff annuncia – “Rimango qui”

Un sorriso soddisfatto disegna il viso di Isabel.

“Inutile che ti illudi. Crescerò il bambino ma non rinuncerò a Sophie. Non lo farò mai” – puntualizza lui, subito dopo.

“Fingi di essere stupido o lo sei davvero? Vuoi che ti rispieghi i patti?” – la giovane inizia ad innervosirsi.

“Voglio che Sophie sappia di me e possa venirmi a trovare quando vuole”

“Non se ne parla. Anna la voglio fuori dalle nostre vite” – tuona lei.

“Anna non interferirà nella nostra relazione. Lo prometto. A patto che tu…”

“Che io?” – chiede la fanciulla, intuendo già la richiesta del marito.

“Il re non deve sapere” – puntualizza Bjorgman.

La soddisfazione di vedere il consorte succube del suo volere, fa sorridere di gusto Isabel che decide di accettare.

“Nessuno saprà. Non rientra nei miei interessi dopotutto. Ovviamente se dovessi vedere te e la principessa assieme, sai cosa succederà” – precisando ciò, Isa si alza dal divano e fiera del coraggio avuto nell’affrontare il marito e a tenergli testa, si avvia verso l’uscita.

“Ora dove pensi di andare?” – domanda, confuso il ragazzo.

“Che domande fai, caro?! Dai tuoi. Presto diventeranno nonni, devono saperlo” – indossata la maschera di mogliettina docile, la giovane afferra la mano del coniuge.

Kristoff non apprezza il cambiamento radicale di Isabel però sa che è sua la colpa. Quindi con il capo basso e l’aria abbattuta si avvia verso casa Brown.

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Anna, nel frattempo, è sempre più decisa a dimenticare Kristoff per dedicarsi alla sua bambina.

“Sicura di volerle tenere segreta l’identità di suo padre?” – chiede Idunn alla figlia, durante la cena, approfittando dell’assenza del re e della nipote.

“Sono obbligata a farlo. Le rovinerei la vita e le uniche certezze che aveva crollerebbero sotto i suoi piedi. La devasterei, capisci?”

“Se lo scoprisse da un’altra persona, allora quello la ucciderebbe. Meglio essere chiari fin da subito, tesoro. Per esperienza personale, non lasciare che il tempo passi e che il peso dei segreti deteriori la tua coscienza” – la regina cerca di farla ragionare – “Sophie merita di sapere chi è davvero. Non permettere che la bambina cresca in un mondo che non è il suo, esattamente come è cresciuta Elsa”

“Elsa è stata abbandonata e ha avuto accanto gente che l’ha amata anche se non condividevano il sangue. Sophie invece ha me che l’ho messa al mondo, può bastarle la mia presenza in fondo.”

“La figura maschile è fondamentale per la sua crescita. Il nonno non può sostituire il padre” – sottolinea la donna. Poi aggiunge – “Hans è stata una copertura di breve durata, perché le bugie hanno le gambe corte. Sempre. Inutile cercare di nascondere qualcosa. Prima o poi tutto viene a galla. Fidati di me, dille la verità”

Il discorso delle due viene interrotto dall’arrivo di Agnarr e Sophie, mano nella mano, che ridono e scherzano.

Il sovrano si è molto ammorbidito. In soli due giorni, con il rientro della nipotina, il suo cuore di ghiaccio ha cominciato a sciogliersi.

“Non l’ho mai visto così” – commenta Anna, notando gli occhi dolci del re.

“Insieme sono meravigliosi. Non credevo che sentisse la mancanza di Sophie e che riaverla qui con noi lo aiutasse tanto” – riflette Idunn ad alta voce. Dopo qualche secondo di silenzio, la sovrana chiama in causa qualcun altro – “Anche gli altri suoi nonni sarebbero felici di giocare con lei”

“Madre” – la rimprovera la principessa, alzando gli occhi al cielo – “Basta, vi prego. Rispettate la mia decisione”

“Insisterò fino a quando non le racconterai tutto. Non mollerò la presa, sappilo” – le sussurra, spiazzandola e, in un certo modo, inquietandola.

Il discorso si chiude così, visto che Agnarr prende posto e invita le donne alla sua destra a fare lo stesso.

Anna è cosciente che Idunn ha ragione. Peccato che la sovrana pare non tenere in considerazione un particolare tutt’altro che irrilevante: Agnarr.

Come reagirebbe lui sapendo che sua nipote ha un padre non nobile che vive sulle montagne e che vende il pane in paese? Cosa farebbe se venisse a conoscenza dei comportamenti di sua figlia, che si è concessa ad un uomo la notte prima delle nozze?

Proprio ora che sembra un’altra persona , raccontargli il fatto significherebbe lasciare riemergere l’austero e freddo re di sempre.

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“Incinta? Ma dici sul serio?” – esclama sorpresa Clarissa, appena udita la novità dalla bocca della nuora.

“Finalmente avrete il nipote che attendevate con ansia” – aggiunge la ragazza, abbracciando la suocera, commossa.

Anche Samuel è emozionato e non contiene la gioia, immaginando un bebè con il suo cognome, pronto a cambiargli l’intera esistenza.

“Potrete crescerlo ed amarlo, esattamente come meritate, essendo i suoi nonni” – precisa Isabel, riferendosi chiaramente alle mancanze, volute da Anna, nel rapporto tra i Bjorgman e Sophie.

La gioia scaturita da quella bella notizia cancella tutta l’amarezza e le delusioni accumulate e i genitori di Kristoff sembrano quasi rinascere. Anche il loro primogenito apparentemente si mostra sereno.

L’unica a sembrare strana è Elsa. La giovane dopo le congratulazioni date al fratello e alla cognata, si allontana. Sente che si aggiunge l’ennesimo membro in casa, l’ennesimo che si differenzia da lei. L’ennesimo “normale”.

Esce di casa avvicinandosi alla creatura magica da lei stessa creata.

“Ciao Elsa. Qualcosa non va?” – le domanda il pupazzo di neve.

L’interesse che un esserino non umano nutre nei suoi confronti, intenerisce la ragazza che risponde – “Non ho mai avuto un amico con cui confidarmi. Ho celato le mie insicurezze e tristezze perché temevo che i miei genitori potessero sentirsene responsabili”

“Responsabili? E perché pensavi questo?” – si chiede, confuso Olaf.

“Nascere con dei poteri come i miei, mi rende diversa da loro. Inconsciamente ho sempre creduto di appartenere ad un altro mondo. Uno ben distante da questo che oggi vivo” – rivela lei.

“Credi che Samuel e Clarissa non siano la tua famiglia?”

“So di avergli dato tante preoccupazioni con il mio “fare magico”. Per questo tante volte avrei desiderato fuggire via e andarmene lontano. Ho accettato questa vita che amo ugualmente, ma che non sento appartenermi del tutto”

“Queste riflessioni sono molto profonde, Elsa! Io sono contento che tu possa sentirti libera con me di parlarne. Però…” – poi esita.

“Però?” – domanda la fanciulla.

“Esiste una ragione interiore che ti spinge a credere di non essere una Bjorgman”

“Ma io sono un Bjorgman” – precisa Elsa.

“Ehm…allora mi sono perso nel tuo discorso, amica mia” – esclama confuso il pupazzo di neve – “Hai appena detto che non ti senti una di loro. Cosa volevi insinuare?”

La giovane apre definitivamente il suo cuore ad Olaf.

“Io li adoro e farei ogni cosa per mamma, papà e Kristoff. Se non fosse per loro a quest’ora chissà dove sarei. Chi avrebbe mai cresciuto una bambina con un potere magico come il mio?! Nessuno…”

“Nessuno, eccetto i Bjorgman” – precisa la creatura magica, commossa dal pensiero speciale rivolto dalla fanciulla ai suoi genitori.

“Esatto. Però una vocina dentro di me, in questi anni, mi ha sempre ricordato che io essendo come sono, non potrei mai essere frutto del loro sangue. Molte domande mi hanno tormentata e tante volte ho sentito la gente bisbigliare alle mie spalle, quando da piccina andavo al mercato a comprare la frutta. C’era sempre quel qualcuno pronto a spettegolare sul fatto che mi avessero trovata in un cesto, al fiume, per poi crescermi come figlia loro” – tale racconto lascia riemergere ferite che Elsa ha nascosto per ben venti anni.

Olaf non trattiene il pianto e alcune sue lacrime gli sciolgono il viso.

La ragazza interviene sistemando il pupazzo con un solo schiocco di dita.

“Grazie” – la ringrazia Olaf, rimettendo a posto i suoi pezzi.

Poi viene ripreso il discorso.

“Non puoi credere alla malvagità della gente” – la consola l’esserino di neve.

“Lo so. Però una bambina di sei anni interiorizza certe cose e ne diventa succube. Ho cercato di cancellare dalla mia mente queste idee assurde. Ma…”
“Ma? Elsa…non vuoi mica dirmi che pensi che ti abbiano davvero trovata per caso?” – esclama sorpreso Olaf.

Il silenzio della ragazza è la risposta a tale domanda.

Sì, lei crede effettivamente ciò.

Inizia a piangere, confortata dall’amico magico, ignara che qualcuno la sta osservando da lontano.

“Mi dispiace che tu debba sopportare i miei problemi” – si scusa Elsa.

“Io sono qui per te. Le tue mani mi hanno dato la vita ed io non posso che essertene grato”

“Io ti ho creato anche per mia nipote”

“Sophie. Lei è un angelo e devo dire che ti assomiglia molto” – nota il pupazzo.

“Dici sul serio? Io invece credo sia identica ad Anna” – aggiunge la Bjorgman.

In quel momento un flash le torna alla mente e la spiazza.

FLASHBACK

 “Co...come è possibile tutto ciò?!”  

 “Ho voluto darle un motivo in più per venirmi a fare visita. Lì al castello, immagino, non ci siano bambini con cui giocare”

“Io intendevo…come è possibile che tu abbia un dono così raro e unico e l’abbia dovuto celare per anni. Come si può condannare una persona per la sua natura?”

“Mi è stato sempre vietato, sin da bambina. Papà mi ripeteva che era per il mio bene e per quello di chi mi circondava. Così ho indossato dei guanti che sono diventati la mia protezione”

“Devi aver sofferto tanto, costretta a nascondere chi sei davvero”

“Non ho patito alcun dolore. Ho avuto una famiglia affettuosa e premurosa al mio fianco. Certo…mancava cibo a tavola, molto spesso. Però l’amore, quello vero e puro, era presente in ogni momento. Sono cresciuta imparando ad apprezzare le piccole cose e a rispettare il volere di chi mi ha messa al mondo”

“Sei una persona splendida. Direi che la somiglianza fisica tra noi è evidente ma quella caratteriale non esiste”

“Somiglianza fisica? Magari è una sua impressione, signorina. Io e lei dopotutto non abbiamo legami. Come potremmo mai assomigliarci?”

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Tali ricordi dell’ultima conversazione avuta con la principessa di Arendelle, confonde Elsa.

Eppure l’assurdità di tale idea la porta a scacciarla in meno di due secondi.

“Come mai quella faccia?” -  chiede Olaf.

“Nulla. Ho pensato ad una stupidaggine” – banalizza lei, poi si fa forza e si mette in piedi.

“Non vuoi raccontarmela?” -  domanda ancora il pupazzo, curioso.

“Non ne vale la pena. È un’idiozia che ti farebbe solo ridere” – aggiunge la fanciulla, sistemandosi la gonna prima di rincasare.

“Fammi ridere, allora. Dai,dimmelo” – insiste l’esserino magico.

E così la Bjorgman confida il suo folle pensiero – “Ho immaginato di essere, in qualche modo, imparentata con Anna di Arendelle. Assurdo, vero?” – così dicendo, lo saluta e torna in casa.

Olaf però è colpito da tale riflessione e decide di approfondire, da solo, e trovare la risposta utile alla sua dolce amica.

Però non è l’unico. Chi l’ha spiata da lontano inizia a temere per la serenità della ragazza.

   
 
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