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Autore: Colpadellestelle_394    01/12/2018    0 recensioni
Come sarebbe la tua vita se fossi allergico alle persone?
Min Yoongi, genio informatico e ricco, a causa di una singolare forma di allergia vive isolato e lontano da ogni tipo di contatto con gli umani
Finché un giorno la sua esistenza viene incontro a quella di Park Jimin, o meglio dire AG-3.
AG-3 è un robot di sembianze umane, ideato dal Team Santa Maria guidato dallo scienziato Kim Taehyung. Il caso farà che il robot abbia esattamente le sembianze di Park Jimin.
Come si intrecceranno le esistenze dei due protagonisti?
"E' possibile amare un robot? "
ATTENZIONE:
Questa storia è ideata sulla base del drama Sudcoreano "Non sono un Robot", scritto da Kim Sun-mi.
Genere: Comico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: Lemon, Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Noli me tangere
(Non mi toccare)

*

*

*

Come sarebbe la vostra vita se foste allergici alle persone?

Non poter nemmeno sfiorare con la punta delle dita una persona senza rischiare di andare in shock anafilattico.

Essere privati del contatto umano.

Cos'è il contatto umano?

Cos'è il tocco confortante di un amico?

Cos'è un abbraccio? Come si abbraccia?

Com'è il tocco della persona a te amata? Com'è una persona amata? Come si ama?

Cos'è l'amore?

Min Yoongi non lo sapeva.

Per quanto lo riguardava, nei suoi ultimi 15 anni di vita le sue uniche "relazioni" umane erano quella con il suo giardiniere, Do Kyung-soo, quel ragazzo di piccola statura che ormai da anni curava l'enorme giardino della sua villa, con cui comunicava solamente tramite lo schermo del citofono di casa sua; e il suo medico, Jung Hoseok, che da ormai quindici anni si scervellava per capire l'origine della sua malattia e che lui reputava (quasi) un amico...

Yoongi sospirò, sedendosi poco elegantemente nel divano in pelle posto davanti il camino nel suo salotto. Davanti ad esso era posto un basso tavolinetto in vetro su cui di solito Kyung-soo depositava la posta arrivata, fu proprio su questa, che gli occhi di Yoongi si diressero.

Una piccola busta gialla spiccava tra le decine di colore bianco, Yoongi la ispezionò. Cosa poteva mai esserci dentro? Probabilmente vista la dimensione non una delle bambole voodoo che spesso riceveva da dipendenti a cui non stava molto a cuore.

In azienda lo chiamavano "Sfollagente" per la specie di bastoncino nero con cui andava in giro e si rivolgeva alle persone, non potendole toccare. Loro non lo sapevano, è ovvio.

Naturalmente dava un grande contributo anche il suo carattere scostante e distaccato, ma Yoongi non poteva farne a meno. Era una cosa che aveva costruito nel tempo, forse senza neanche accorgersene, per evitare di soffrire.

Se era gentile con le persone, in quattro casi su cinque si sarebbe affezionato, e cosa ne ricavava? Sofferenza. Sofferenza che nemmeno meritava.

Yoongi sapeva bene il significato della sofferenza, a differenza di altre parole.

E sapeva di aver sofferto troppo per i suoi anni di vita.

Cautamente aprì la busta, soffermandosi per un momento a scoppiettare le piccole bollicine di plastica presenti all'interno della confezione, poste per attutire l'impatto della busta con altre superfici, sentendosi un'idiota un secondo dopo. Lentamente sfilò il contenuto della busta, ritrovandosi sul palmo una pendrive grigia.

Si diresse verso il computer portatile e inserì la penna digitale, aspettando un attimo che si installasse.

Subito dopo un video si aprì e prese spazio all'interno dello schermo del pc.

La visuale di Yoongi fu subito occupata da un volto di un giovane ragazzo dalla pelle chiara. Yoongi fu subito stupito dai tratti eterei del ragazzo. Aveva dei sottili capelli biondi che gli ricadevano perfettamente sulla fronte lattea, i suoi occhi erano grandi e di un forte azzurro; credette di perdervisi dentro un paio di volte. Dei gentili tratti angelici delineavano le piene labbra rosee, in un primo momento desiderò di toccarle ma si dette dello stupido subito dopo aver formulato quel pensiero.

"Salve AG-3" una seconda figura comparve sullo schermo. Indossava un camice bianco, come se fosse un medico o uno scienziato, ed era davanti al ragazzo di prima.

"Salve Padrone, cosa posso fare per lei?" Il ragazzo biondo parlò, aveva una voce acuta e vellutata. Yoongi aggrottò la fronte, perché lo aveva chiamato padrone?

"Vieni verso di me. Prendi questa racchetta e colpisci questa palla ogni volta che ti viene lanciata contro" 
la figura con il camice porse una racchetta al ragazzo per poi allontanarsi e sparire dall'inquadratura della videocamera.

Un secondo dopo i colpi di racchetta si alternavano perfettamente alla palla che veniva lanciata. Yoongi aprì la bocca, sconvolto.

La palla finì a terra dopo un paio di colpi e ricomparve l'uomo in camice che cominciò a parlare con la profonda voce che lo caratterizzava.

"Salve Min Yoongi. Sono Kim Taehyung, creatore di AG-3, l'androide che vede accanto a me." Le labbra del ragazzo si stirarono in un sorriso cortese.

Yoongi rimase interdetto, quello era un robot?? Non era possibile.

"Secondo questo contratto-" La videocamera inquadrò un paio di fogli in mano al ragazzo col camice. "Lei è il proprietario di AG-3" Yoongi sgranò gli occhi in un espressione di sorpresa.

"Si affretti a venire qui portando 50 miliardi di won a noi dovuti, le assicuro che una volta che avrà visto AG-3 con i suoi occhi rimarrà allibito" Fece una pausa, voltandosi verso l'androide e posandogli una mano sulla spalla.

"Complimenti, lei è il nuovo proprietario di AG-3, l'androide che sconvolgerà il mondo."

Il video si interruppe e Yoongi si lasciò cadere sulla sedia di pelle bianca adiacente alla scrivania. 

"Io... sarei il proprietario di quel robot-umano?" Fisso il proprio riflesso sullo schermo del computer ormai spento.

Velocemente si alzò e prese la busta, leggendo l'indirizzo.

Quante probabilità c'erano che quello fosse uno scherzo? Probabilmente 9 su 10.

Ma era troppo curioso in quel momento per pensarci.

Prese il cappotto, il suo bastoncino "sfollagente" e uscì da casa. Una volta dopo essere entrato in auto e aver inserito l'indirizzo nel navigatore partì alla volta di quella che per Yoongi era una nuova ed improvvisa scoperta, una speranza per lui.

*

*

*

Il quartiere dell'indirizzo era abbastanza povero, e l'idea di essere stato preso in giro subentrò nella mente di Yoongi.

Ma si dovette ricredere quando, una volta dopo aver suonato al campanello dell'abitazione un piccolo robot gli venne ad aprire la porta.

Guardò sconvolto l'ammasso di cavi che tirava fuori dal nulla un braccio metallico e che gli intimava di seguirlo.

Il corridoio dove si trovavano lui e l'ammasso di cavi era disseminato di librerie poste ai muri, l'unico rumore udibile era quello dei suoi passi e il rumore metallico delle rotelline del robot.

Il robot si volto a guardarlo con i suoi occhi digitali e gli intimò per una seconda volta di seguilo.

Lo portò davanti una porta di metallo, che si aprì una volta rilevata la sua presenza.

Quello che Yoongi si ritrovò davanti gli fece quasi cadere la mandibola a terra. La stanza aveva una forma circolare ed era contornata da computer e schermi di qualsiasi tipo e dimensione, al centro però, c'era una cosa che stupì doppiamente Yoongi.

Su una sedia metallica che emanava una forte luce blu era seduto rigidamente il ragazzo biondo del video.

Egli aprì le palpebre rosee, scoprendo i suoi occhi incredibilmente azzurri.

"Lei è il presidente Min Yoongi?"

Yoongi sgranò gli occhi e prese il suo sfollagente in mano, tenendolo verso il ragazzo.

"C-come fai a conoscermi?"

Gli sorrise e si alzò, avanzando a piccoli e lenti passi verso di lui. Lo scrutò con i suoi occhi dall'azzurro innaturale, piegando leggermente il capo. "Lei è il presidente Min Yoongi. Non trovo nessun dato. Piacere di conoscerla, stringiamoci la mano."

"N-no, fermati" la voce di Yoongi era tremante.

Il ragazzo avanzò verso di lui, continuando a sorridergli e gli tese una mano.

"F-fermo..." Yoongi tese lo sfollagente davanti a lui.

"Non le piace stringere la mano? Mi dispiace..." L'espressione del ragazzo si fece triste e congiunse le mani al ventre.

"Diamine! Sei umano, non toccarmi!" Yoongi sbottò e il ragazzo davanti a lui soffocò una risata.

"Le sembro umano?" la sua voce appariva divertita "Il dottore mi ha detto che se le sembro umano mi sto comportando bene. Grazie, ma non sono umano."

"Ma com'è possibile..."

E fu in quel momento che la figura in camice comparve dall'ombra di una delle sue tante creazioni tecnologiche.

"Non è umano."

La sua voce profonda rimbombò nella stanza.

"Provi a toccarlo"

Yoongi alzò un dito, tremante, verso il ragazzo che cominciò a sorridergli, alzando anch'esso un dito.

Il ragazzo connesse la punta del suo dito con quello di Yoongi, poi sorridendo disse:

"E.T.?"

"Ma com'è possibile?"

   
 
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