Libri > Trilogia di Bartimeus
Ricorda la storia  |      
Autore: Fauna96    01/12/2018    1 recensioni
¡Jonathan Strange & Mr Norrell AU! "Ora, Nathaniel studiava la magia da quand’era un bambino; da qualche parte nel suo studio vi erano ordinati alcuni appunti che avrebbero dovuto formare, in un futuro più o meno prossimo, un libro; insomma, non era un idiota che trovava affascinante la magia solo per gioco o per noia. Perciò, quella sera, c’era una ragione per cui tornò a casa profondamente offeso e pronto a riferire tutto alla moglie."
Genere: Commedia, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartimeus, Kitty Jones, Nathaniel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell'autrice assenteista: è passato tanto, troppo tempo da quando ho pubblicato qualcosa, o anche solo ho dato segni di vita. Il fatto è che negli ultimo tempi sono successe varie cose, alcune brutte di cui non parlerò, altre belle (mi sono laureata!). Quindi, per un mix di stanchezza, poca voglia, depressione e studio per la tesi, ho buttato giù pochissime cose, e copiate sul computer ancor meno. Spero mi perdonerete, e soprattutto che questa storia vi piaccia. Quest'estate ho scoperto Jonathan Strange & Mr Norrell, un libro meraviglioso; se non avete voglia di leggervi la trama qui, sappiate che parla di maghi vittoriani, rapimenti da parte della gente fatata e di un Re Corvo; stringendo, la magia non più praticata ma solo studiata dai maghi, che sono più che altro storici della magia. E niente, è molto divertente in modo british e sse vi piace Bartimeus credo possa piacervi pure questo. C'è anche la miniserie che è esattamente ciò che un adattamento per tv dovrebbe essere; fa quasi paingere, tanto è fedele al libro. Oh, e il titolo è stato ispirato da due capitoli del libro (La moglie del mago e Un gentiluomo dai capelli lanuginosi).
Detto questo, spero di darmi una regolata e pubblicare più regolamente, viste le mie storie in sospeso. Grazie a tutti!
PS: come vi accorgerete, questa storia è stata anche una scusa per scrivere un po' di Nat/Kitty. Se lo meritano.
 


La moglie del mago e un gentiluomo dagli occhi dorati
 

Come ogni giovane gentiluomo in possesso di una discreta rendita, il signor Nathaniel Underwood coltivava una particolare passione; l’aveva per così dire ereditata dal suo tutore, uno dei pochi meriti che Nathaniel attribuiva al signor Arthur Underwood: lo studio della magia e un’ampia biblioteca per esercitarlo al meglio. Arthur Underwood era stato freddo con il ragazzo, nel migliore dei casi; crudele nel peggiore. Tuttavia, Nathaniel sentiva di poter mettere una pietra sopra la propria disastrosa infanzia quando contemplava soddisfatto i propri volumi; e anche la propria rendita, a voler essere sinceri.
Ora, Nathaniel studiava la magia da quand’era un bambino; da qualche parte nel suo studio vi erano ordinati alcuni appunti che avrebbero dovuto formare, in un futuro più o meno prossimo, un libro; insomma, non era un idiota che trovava affascinante la magia solo per gioco o per noia. Perciò, quella sera, c’era una ragione per cui tornò a casa profondamente offeso e pronto a riferire tutto alla moglie.
La signora Underwood lo ascoltò con quella che pareva attenzione sollecita, dopodiché gli fece notare che non era affatto sorprendente che gli avessero riso in faccia; infine, si rivolse alla cameriera per far portare il dolce.
Una cospicua parte di Nathaniel era convinta che la già signorina Jones avesse a suo tempo accettato di sposarlo solo per poter litigare con lui; e quell’atteggiamento non fece che confermarglielo. Ora, nella maggior parte dei casi, ciò gli stava benissimo: frequentando principalmente salotti e club per gentiluomini, Nathaniel non poteva certo mettersi a sbraitare, neppure per la politica; ci teneva molto alla sua reputazione di giovane cortese e dai modi raffinati. A casa, invece, sua moglie non perdeva occasione di rimbrottarlo con quell’aria ironica, giudicata sconveniente per una giovane donna di buona famiglia; e Nathaniel, in verità, era solo felice di poterle rispondere a tono. Ma quella sera non aveva voglia di sentirsi ridicolizzare anche nella sua casa, alla sua tavola e da sua moglie.
- È troppo chiedere che tu mi dia ragione una sola volta, Kitty? È troppo pretendere questo dalla propria moglie? –.
Kitty lo osservava impassibile; poi disse: - Non mi sembra affatto di non averti sostenuto a tutte quelle aste di libri. O di non aver ascoltato ogni singola lamentela su ogni singolo mago che sia mai esistito. Sto solo dicendo che era ovvio che non avrebbero preso sul serio la tua proposta. Ripristinare la magia pratica? Parlare con il popolo fatato? Non essere sciocco –.
- Tallow ha osato dirmi di andare a leggermi Watershippe, nel caso non ricordassi come sono andate le cose. Watershippe! A me! Come se lui ne avesse mai letta una singola pagina – Nathaniel scosse la testa disgustato. – So più di tutti loro messi assieme. E loro lo sanno –.
- Certo che lo sanno, e ti detestano per questo sospirò Kitty. – Sai, non ti facevo così ingenuo. Se avessi saputo che intendevi avanzare questa proposta, ti avrei chiuso nel tuo studio -.
Erano secoli che non si praticava più la magia: si studiava, e questo era quanto. Ma questo a Nathaniel Underwood non era mai andato giù. Era assurdo, era come se i medici si fossero rifiutati di curare le persone limitandosi a prendere nota delle malattie. E che dire delle creature fatate? Si voleva fingere che non fossero mai esistite, quando un tempo era normale imbattersi per le strade di Londra in un elfo?
Nathaniel non aveva voluto sconvolgere troppo gli illustri membri della Società Magica di Londra; si era limitato a fare qualche garbata osservazione sulla desolazione della magia inglese del loro tempo. Ovviamente tutti avevano gridato alla “non rispettabilità”, per primo il Presidente Deveraux. Tipico. Sentito il volume delle grida, Nathaniel si era prudentemente ritirato, senza rivelare la cosa più importante: lui aveva già provato delle magie pratiche. E gli erano riuscite tutte, tranne una.
 
Kitty aveva avuto una mattinata piuttosto impegnativa, tutta passata a battibeccare con il commesso del mobiliere. Sarebbe stata gradita una voce in più, ma aveva perso da tempo la speranza che suo marito la aiutasse ad arredare casa. Dopotutto, era solo il posto in cui viveva.
Si accomodò sul divanetto del salotto con poca grazia. Kitty non era mai stata una fanciulla particolarmente bella o femminile, e sapeva bene che, quando Nathaniel le aveva chiesto la mano, i suoi genitori avevano tirato un grosso sospiro di sollievo, forse anche molto sorpreso: non aveva particolari doti né denaro in quantità… perché mai un giovane gentiluomo con una rendita affatto discreta la voleva in sposa? Kitty stessa doveva ammettere di essersi prospettata un futuro da zitella acida, visto che la lingua tagliente non le mancava nemmeno a vent’anni. Tuttavia, non si era mai crucciata troppo: era sempre stata orgogliosa di com’era, senza contare che certe incombenze domestiche iniziavano a farle rimpiangere i giorni di totale e fiera indipendenza.
Stava meditando se farsi portare subito una tazza di tè o fingere almeno di aspettare Nathaniel quando si accorse di non essere affatto sola: accomodato sulla poltrona preferita di suo marito, c’era un uomo che la osservava sorridendo.
Kitty trasalì e si alzò, imbarazzatissima, maledicendo se stessa e poi Mary la cameriera.
- Signore, perdonatemi! Non mi ero accorta… e la mia cameriera non mi ha detto nulla! –.
L’uomo fece un gesto noncurante con la mano affusolata. – Signora Underwood, vi prego: non era mia intenzione disturbarvi o spaventarvi. Sono stato io a pregare la vostra domestica di lasciarvi riposare. Sono un ospite inatteso, o quasi -.
Doveva essere straniero, rifletté Kitty, un nobile straniero in visita a Londra, probabilmente conosciuto da Nathaniel in un club o a qualche ricevimento; a parte la carnagione ambrata e gli occhi quasi gialli, vi era in lui qualcosa di prepotentemente non inglese, sebbene fosse vestito in maniera impeccabile.
- Scusatemi – ripeté Kitty – Mio marito non è in casa, temo sia andato a caccia di libri… come sempre -.
- Oh capisco – il gentiluomo non sembrò però troppo dispiaciuto: continuò a sorridere con un luccichio d’oro negli occhi. – Non vi porta mai con lui, signora? – domandò.
Kitty fece uno sbuffo. – Ogni tanto, ma io non possiedo la sua pazienza: mi piacciono i libri, ma stare seduta in una sala piena di collezionisti rinsecchiti… preferisco leggerli, i libri -.
- Per i maghi, tutto si basa sul possesso – fu d’accordo il gentiluomo, un’espressione sdegnosa sul bel volto; e il resto della sua visita fu trascorso a insultare non troppo velatamente i maghi e, in generale, la società inglese. Kitty non ebbe il coraggio di chiedergli come avesse conosciuto Nathaniel, date le loro palesi divergenze d’opinione, né poté chiedere delucidazioni a suo marito, che ritornò quando l’ospite se n’era andato da tempo.
- E dove avrei conosciuto un principe arabo? – chiese, incredulo. – Ti giuro che mi ricorderei un tipo simile, Kitty. Come si chiamava? –.
Fu solo a quel punto che Kitty si rese conto di non sapere affatto il suo nome: non gliel’aveva chiesto, né il gentiluomo l’aveva detto.
- Ma se tu non ricordi nemmeno di averlo conosciuto! – sbottò, quando Nathaniel la rimbrottò per la sua distrazione.
- Ti ripeto che non ho mai conosciuto l’uomo che è venuto qui! Non l’ho mai nemmeno visto! –.
- E allora come poteva sapere il nostro indirizzo e il tuo nome? –.
- Sono piuttosto famoso nei circoli londinesi… -.
- Non farmi ridere! –.
 
Il gentiluomo tornò altri giorni a far visita a Kitty, e ogni volta lei lo trovava sempre più acuto e brillante. Certo, era anche stravagante e quando parlava del suo regno sembrava inventasse una panzana dietro l’altra: città che sorgevano dal nulla nel deserto, torrenti che lasciavano passare il viandante che chiedesse gentilmente, ricchezze a non finire. Questo genere di storie divertiva molto Kitty, che tentava di intravedere la verità dietro a quel cumulo di abbellimenti. Più volte il gentiluomo la invitò ad andare con lui. – Non ci sono maghi nel mio regno. Non c’è nemmeno la noia, la polvere, tutto ciò che vi rende triste qui. E non c’è nemmeno la nebbia! –.
- Devo iniziare a temere per le sorti del mio matrimonio? – le chiese Nathaniel una sera, serissimo. Kitty lo fissò sorpresa, ma poi notò la luce divertita che gli danza va negli occhi, e stette al gioco.    – Forse. Forse scapperò e andrò a vivere nel deserto -.
- Forse farò sparire i deserti dalla faccia della terra. E allora su cosa regnerebbe il tuo principe? –.
Era bello punzecchiarsi così, senza serietà, ed era ancora più bello vedere Nathaniel ridere: era sempre terribilmente impegnato nel suo ruolo che la maggior parte delle volte si scordava che in casa, con Kitty, poteva rilassarsi, concedere a se stesso di essere giovane e terribilmente innamorato di sua moglie.
- Però è veramente sospetto che venga sempre quando non ci sono io, non trovi? –.
- Trovo più strano che tu continui a non ricordarti di averlo conosciuto –.
Era assurdo: Nathaniel ricordava tutto. Be’, quasi. Certamente non ricordava ogni argomento di ogni singola riunione della Società Magica, soprattutto perché smetteva di ascoltare dopo circa venti minuti. Ma ricordava ciò che studiava, e le persone che gli venivano presentate; anche se non ricordava tutti i nomi, ricordava i loro volti, la loro fisionomia. E lui, quel gentiluomo dagli occhi dorati non l’aveva mai incontrato.
Il sospetto gli nacque nella mente troppo tardi. Avrebbe dovuto capirlo da quei dannati occhi gialli: quante persone conosceva con gli occhi come un dannato gatto? Gli venne in mente solo dopo l’ennesimo racconto di Kitty dell’invito nel regno del gentiluomo: quante volte aveva letto dell’importanza del consenso volontario nei patti tra umani ed esseri fatati? Quante volte maghi distratti si erano ritrovati invischiati fino al collo senza nemmeno accorgersene?
Ed era tutta colpa sua. Lui, senza nemmeno rendersene conto, aveva liberato nel mondo un pericoloso essere che con tutta probabilità stava cercando di rapire sua moglie.
 
Nathaniel approfittò di un pomeriggio in cui Kitty fosse stata ben lontana, sperando con tutta l’anima che non avesse alle calcagna quell’essere; preparò con meticolosità le parole dell’incantesimo e attese. La fiamma della candela tremolò, ma nessuno apparve. Nathaniel deglutì. – Mostratevi, signore! So che siete qui –.
- Finalmente te ne sei accorto – disse una voce estremamente divertita alle sue spalle.
Nathaniel si voltò di scatto, e occhi dorati gli ammiccarono. Era più alto di lui, con la pelle scura e i capelli ricci e neri; lo fissava con insolenza maliziosa, ma senza aperta malignità.
- Sai, sono comparso la prima volta che mi hai evocato – disse il gentiluomo, guardandosi attorno col naso per aria. – Ma ero troppo curioso di vedere quante volte avresti riprovato prima di rinunciare. Plaudo alla tua determinazione! O dovrei dire testardaggine? – il suo sorriso si allargò, mostrando denti aguzzi.
A quel punto, Nathaniel si riprese: fissò quegli strani occhi e alzò il mento. – Signore, è vero, vi ho evocato varie volte; e sinceramente, avrete avuto le vostre ragioni per mostrarvi solo adesso. Ma vi ingiungo di tenere mia moglie fuori da questa faccenda -.
Gli occhi dorati si strinsero. – Se la signora decidesse di seguirmi – sogghignò il gentiluomo – ne avrebbe tutte le ragioni. Non mi sembri un marito così premuroso, e Londra è talmente noiosa… Credimi, starebbe molto meglio nel mio regno -.
Nathaniel sentì il sangue defluirgli dal volto. Mai e poi mai l’avrebbe permesso e al diavolo l’etichetta magica. – Mia moglie non è una maga e deve essere lasciata fuori – sibilò. – Era solo mia intenzione dimostrare che è ancora possibile contattare esseri fatati, ma giuro che vi rinchiuderò da qualche parte piuttosto che… -.
- Tu cosa? – all’improvviso, il gentiluomo si fece molto vicino; tutto il divertimento era sparito dai suoi occhi, che ora brillavano gelidi. – Tu credi che non possa sussurrare una sola parola all’orecchio dell’amabile Kitty per farla venire con me? Pensi forse che non mi basti un gesto per spazzarti via come una foglia secca? Tutti questi libri – fece una smorfia sprezzante – e neanche immagini ciò di cui sono capace –.
Nathaniel deglutì; trovava pressoché impossibile sostenere quello sguardo terribile, così potente e antico. Era vero che con un solo gesto avrebbe potuto far sparire lui dalla faccia della Terra e rendere Kitty prigioniera per l’eternità. Fu solo con uno sforzo di volontà che non sapeva di avere che continuò a fissarlo, cercando disperatamente di decidere cosa fare, finché il gentiluomo non scoppiò a ridere.
E, con enorme sorpresa e confusione di Nathaniel, non era una risata particolarmente crudele, quanto semplicemente… divertita. Negli occhi dorati si riaccese una scintilla maliziosa. – E allora non credi che l’avrei già fatto? –.
- Cosa? – balbettò Nathaniel.
- Volevo vedere che tipo sei, no? Il primo mago inglese a cercare di contattarmi dopo secoli? Questo sì che è interessante, ma volevo vedere se anche tu fossi interessante. Tua moglie lo è di più, e sei abbastanza ottuso, ma… -.
- Ottuso? Siete qui! Avete comunque risposto alla mia chiamata! –.
- Be’, certo, fa parte dell’etichetta magica! Che tu ignori completamente, o mi sbaglio? –.
- E l’etichetta magica prevede anche di rapire donne rispettabili? Ma certo, è esattamente una delle ragioni per cui abbiamo troncato ogni contatto con voi! –.
- Voi avete troncato ogni contatto con noi? Non siete stati più capaci di far alzare nemmeno una brezza, altroché! –.
- Nathaniel? –.
Si girarono entrambi. Kitty se ne stava sulla porta dello studio con un’espressione estremamente basita sul viso. – Vedo che alla fine vi siete incontrati… - mormorò.
- Ah, signora Underwood – il gentiluomo balzò accanto a lei in un attimo. – Ebbene sì, sebbene l’incontro non sia… -.
- Sta’ zitto – sbottò Nathaniel, passandosi una mano sugli occhi. Avvertiva l’inizio di un mal di testa pulsargli nelle tempie, mal di testa che, ne era sicuro, sarebbe cresciuto nelle prossime ore.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Trilogia di Bartimeus / Vai alla pagina dell'autore: Fauna96