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Autore: DanieldervUniverse    01/12/2018    2 recensioni
Breve Missing Moments tra Milo e Kida.
Questa One-Shot partecipa al contest per il nono anniversario del XIII ORDER FORUM.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Atlantide sembrava più viva che mai: la città scrosciava di musica e grida gaie, che invadevano tutte le strade coinvolgendo ombre e luci come se fossero vive e partecipi dei festeggiamenti. Gli uccelli volavano incontrastati sopra la città con i loro versi rapaci, come a protestare per l’invasione dei loro cieli ad opera dei volanti pesci meccanici. I piloti si esprimevano in abbaglianti giravolte e brusche virate tra gli alti edifici e le massicce stature, disegnando linee sgargianti di colore nell’aria, che arrivavano quasi a coprire la luce dell’immenso Cristallo che ora orbitava sopra la città.
Qualche volta passavano talmente vicini per salutarlo che a Milo quasi cadevano gli occhiali dal naso. La sua gracile struttura non gli rendeva molto facile arrampicarsi su un’immensa statua servendosi di liane e allo stesso tempo fermarsi a salutare gli uomini e le donne che gli rendevano omaggio. Specie se doveva tenere dietro a Kida.
Per sua fortuna raggiunse la cima in poco tempo, seppur con un leggero ritardo sull’amata, che gli diede un piccolo aiuto, sempre ben accetto, a rimettersi in piedi.
-Uff, come mai quassù tutto d’un tratto?- domandò lo scienziato, battendo gli occhi confuso.
-Perché da qui si vede meglio, no?- rispose Kida, indicandogli i fuochi attorno a cui la gente di Atlantide si era concentrata per festeggiare la battaglia e il riuscito salvataggio della città.
-È bellissimo- annuì, mettendole una mano sulle spalle -Non riesco a immaginare un posto migliore nel mondo.
-Ora che il Cristallo è tornato a splendere su di noi Atlantide si riprenderà- gli fece eco Kida, alzando lo sguardo, imitata dal giovane.
La forma indistinta di luce levitava immobile sopra la città, talmente in alto che sembrava arrivare al soffitto della caverna vulcanica. I menhir su cui erano scolpite le facce dei grandi re del passato compivano il loro lento giro attorno al Cristallo, proiettando la sua luce in modo non uniforme sulle rocce.
Ad un tratto a Milo parve di scorgere una strana forma incisa sul soffitto della caverna. Aguzzando la vista, notò che quelle strane forme erano fessure naturali formatesi nel tempo, per svariate ragioni, ma che sembravano costellazioni. O meglio, gli davano l’idea di un cielo ritratto sulle rocce. Senza la luce del cristallo, non se ne sarebbe mai accorto.
-Che cosa vedi?- domandò Kida, strizzando gli occhi per scorgere dove egli guardava, incuriosita come sempre.
-Niente, mi sembrava di scorgere le costellazioni del cielo notturno impresse sul soffitto della caverna- le spiegò, indicandole con un dito le forme che venivano brevemente evidenziate -Mi ricorda le notti che passavo con mio nonno a fissare il cielo per scorgere una stella cadente per esprimere un desiderio.
-Le stelle cadono?- domandò Kida, con quel tono che sottolineava la sua difficoltà a capire quello di cui stava parlando.
Milo si strofinò il capo, pensando a come fare per farle capire la differenza tra una “stella” e una “stella cadente”.
-Tu ti ricordi cos’è una stella?- chiese, sperando almeno che quella parte non fosse necessario spiegarla.
-Mi ricordo qualcosa su delle luci nel cielo- rispose con rassegnazione Kida, forse vergognandosi di aver perso anche quelle conoscenze durante il lungo esilio della città sotto il mare. Certo, dopo 8800 anni passati senza vedere il cielo sarebbe risultato piuttosto difficile per chiunque ricordarsi simili dettagli.
-Non importa. Diciamo solo che le stelle cadenti non sono vere stelle, sono solo delle luci che attraversano rapidamente il cielo e sembrano stelle che cadono.
-Ooohhh- mormorò Kida -E perché esprimete desideri su queste stelle che cadono?
-Beh, perché sono un fenomeno raro. Insomma, non tutti le considerano allo stesso modo: in certe culture erano un cattivo presagio, ma per noi no. Chiunque sia così fortunato da vederne una in cielo può esprimere un desiderio, qualsiasi egli voglia.
I due rimasero in silenzio a fissare quegli strani segni senza dire una parola, godendosi il momento.
-E questi desideri si avverano?- domandò Kida.
-I miei quasi tutti- rispose Milo, invitandola a sedersi per stare più comodi -Non nel modo in cui mi sarei aspettato, ma alla fine il risultato è lo stesso.
-Desideravi di scoprire Atlantide assieme a tuo nonno?- domandò la ragazza -Mi pare che tu abbia ereditato i suoi panni.
-Non è errato dirlo. Era tutta la mia famiglia, e il suo sogno mi ha ispirato nei miei studi più di qualsiasi altra cosa al mondo.
-E i tuoi genitori? Avevi accennato al fatto di averli persi.
-Quando ero molto piccolo hanno avuto un brutto incidente, e allora mio nonno mi ha preso con sé. Non ricordo molto di loro, ma so che mi volevano bene. Mio nonno usava raccontarmi che quando mio padre era giovane, lo portava sempre all’osservatorio a scrutare le stelle. Era una vera e propria passione che aveva in comune con mia madre.
-E allora perché non hai continuato a guardare le stelle anche tu?- insisté la principessa, sempre più curiosa.
-Perché le storie di mio nonno su Atlantide erano molto più interessanti- rispose con sincerità Milo -È lui che mi ha cresciuto. Per me è stato proprio come un padre.
Calò di nuovo il silenzio. I due si strinsero l’una all’altra, con tenerezza. Milo le cinse le spalle con una mano mentre Kida gli passava le braccia attorno ai fianchi.
-Mio padre non ha mai guardato il cielo con gli stessi occhi da quando mia madre è stata assorbita dal Cristallo- mormorò la donna.
Milo si morse il labbro, indeciso su quali parole usare per rinfrancare il suo spirito. Poi un’idea, forse malsana, forse troppo audace, balzò nella testa dello studioso.
-Senti, eh… Da-dato che tutti stanno festeggiando… pensavo che forse po-potremmo andare a farci un’altra nuotata?
Kida alzò gli occhi su di lui, con quell’espressione che esprimeva quando aveva esattamente capito cosa voleva intendere il giovane. Poi gli avvicinò la bocca all’orecchio e sussurrò -Esprimi un desiderio.

  
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