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Autore: newriter    01/12/2018    1 recensioni
Mentre camminavamo mi sentivo strana, tutto del nostro rapporto era strano a partire dal fatto che gli avevo scritto per messaggio che avrei voluto un bacio la settimana prima, al nostro primo incontro. Quindi era stato come pianificarlo perché adesso che ci trovavamo di nuovo insieme dovevamo baciarci per toglierci quella fantasia. Però ora che il mio desiderio poteva essere esaudito volevo tirarmi indietro e rimanere solo amici, anche se non lo eravamo mai stati, perché non vedevo come avremmo potuto superare quella distanza che c’era tra noi dovuta al fatto che infondo ci eravamo conosciuti davvero solo una settimana prima; avrei voluto non essere stata così coraggiosa e sfacciata per messaggio.
E poi accadde senza preavviso, senza che mi potessi minimamente preparare psicologicamente al contatto fisico. Mi ritrovai sospesa in aria e mi ci vollero parecchi secondi per capire che mi aveva preso in braccio, mi aggrappai al suo braccio per paura di cadere con la mente che non mi aiutava a capire cosa stesse succedendo. Sentivo un braccio che mi avvolgeva le gambe all’altezza dell’incavo delle ginocchia e un altro dietro la schiena, lo guardai incredula e sorpresa di quel gesto così romantico.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Due strade che si dividono'
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Non ricordo a che ora ci siamo visti o in quale stazione sono scesa dal treno, ricordo solo quello che è accaduto dopo. Era la seconda volta che ci incontravamo, mi sentivo ancora impacciata con lui e come se fossi in presenza di un estraneo anche se avevamo già condiviso tante cose di noi. 

Arrivavo direttamente dall’università dopo aver seguito qualche ora di lezione al mattino, ero salita sulla sua auto nel posto del passeggero e sistemato il mio zaino azzurro un po’ trasandato tra i piedi. Eravamo partiti senza che io conoscessi la destinazione, per messaggio mi aveva chiesto se volessi andare al lago e io fingendo interesse avevo accettato evitando di fare la figura di quella che chiede quale lago intenda. Non sono mai stata un’amante delle passeggiate nella natura, al lago ci sarei andata solo d’estate e con il costume! Invece era fine novembre e dopo essere scesi dalla macchina avevamo capito che sarebbe stato meglio stare in un luogo ben riscaldato.

Durante il viaggio più i minuti passavano e più mi preoccupavo: io volevo stare con lui ma non in macchina ad aspettare in coda, nell’attesa mi raccontava di quando andava al lago da piccolo con la sua famiglia, andavano in campeggio col loro camper e passavano così i weekend; oppure ascoltavamo la radio rigorosamente sintonizzata su Discoradio finché il segnale non divenne disturbato e dovette cambiare stazione.

Aveva parcheggiato a bordo strada, dopo essere scesi avvolti nelle nostre giacche pesanti, attraversammo la strada e camminammo lungo un sentiero pedonale in mezzo agli alberi che costeggiava un parco giochi per bambini. 

“Sono diventato più romantico invecchiando.” Era stato il suo commento davanti a quel paesaggio.

Non era una bella giornata ma la luce distorta del sole basso all’orizzonte riusciva ad attraversare la foschia. Solo in quel momento, dopo le sue parole, mi accorsi di quanto fosse stupendo il paesaggio, il lago che sembrava infinito e i cigni che si muovevano lentamente sull’acqua. Se inizialmente avevo accettato di andare al lago solo perché non avevo una proposta migliore adesso non mi pentivo neanche un po’ di averlo fatto.

Ma di tutta quella bellezza mi importava ben poco a confronto con il fatto di essere lì con lui. Scendemmo sulla spiaggia sassosa del lago Maggiore e mentre camminavamo mi sentivo strana, tutto del nostro rapporto era strano a partire dal fatto che gli avevo scritto per messaggio che avrei voluto un bacio la settimana prima, al nostro primo incontro. Quindi era stato come pianificarlo perché adesso che ci trovavamo di nuovo insieme dovevamo baciarci per toglierci quella fantasia. Però ora che il mio desiderio poteva essere esaudito volevo tirarmi indietro e rimanere solo amici, anche se non lo eravamo mai stati, perché non vedevo come avremmo potuto superare quella distanza che c’era tra noi dovuta al fatto che infondo ci eravamo conosciuti davvero solo una settimana prima; avrei voluto non essere stata così coraggiosa e sfacciata per messaggio.

 

Ci sedemmo su un muretto di sassi uno accanto all’altro. Parlammo a lungo indisturbati, scherzando, ridendo e io anche comportandomi da bambina, lanciando delle castagne ai gabbiani che camminavano sulla spiaggia e una anche a lui che subito per vendicarsi fece lo stesso. Per dispetto gli feci cadere il cappello indietro dando un colpo alla visiera, mi accorsi subito di aver esagerato e che si vergognava perché pensava che il suo aspetto mi avrebbe fatto cambiare idea, come se dentro di me non avessi già deciso di andare fino in fondo a quella storia. 

Volevo sentire se l’acqua del lago era tanto fredda, glielo dissi e andai a sfiorare con la mano la superficie, non mi sembrava fredda ma forse era dovuto al fatto che le mie mani non erano tanto calde. Quando tornai a sedere mi asciugai la mano nella sua giacca come se ci conoscessimo da abbastanza tempo per avere questo tipo di confidenza, lui era un po’ scocciato che lo stavo trattando così ma anche divertito. 

“Adesso li ho visti bene i tuoi pantaloni.” Disse dopo che mi ero abbassata per toccare l’acqua del lago. Mi ero vestita con i jeans super attillati per essere provocante e quel commento mi aveva fatto imbarazzare, mi piaceva la reazione che avevo su di lui ma allo stesso tempo volevo evitare di parlarne.

 

E poi accadde senza preavviso, senza che mi potessi minimamente preparare psicologicamente al contatto fisico. Mi ritrovai sospesa in aria e mi ci vollero parecchi secondi per capire che mi aveva preso in braccio, mi aggrappai al suo braccio per paura di cadere con la mente che non mi aiutava a capire cosa stesse succedendo. Sentivo un braccio che mi avvolgeva le gambe all’altezza dell’incavo delle ginocchia e un’altro dietro la schiena, lo guardai incredula e sorpresa di quel gesto così romantico. Si avvicinò al lago e finse di volermi far cadere in acqua, ci credetti perché sentivo la sua presa diventare meno salda e gli chiesi di mettermi giù con un filo di voce per lo stupore, alla fine mi depose sulla spiaggia e sorridendo mi disse che non l’avrebbe mai fatto.

Fino a quel momento avevamo desiderato il contatto senza sapere come rompere il ghiaccio, come poterci toccare senza far sembrare quel gesto azzardato e prematuro.

*Continua...*

   
 
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