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Autore: MaryS5    01/12/2018    2 recensioni
“La storia che voglio raccontarvi è dedicata ad una persona speciale che vive sempre nel mio cuore. Vi racconterò i momenti passati insieme; le paure, le gioie, le confessioni sfuggite nel silenzio di un marciapiede, ogni cosa solo per presentarvi la persona più fantastica e speciale che abbia mai conosciuto. Credete che stia esagerando? Che usi parole troppo grandi? Be’ ascoltate la mia storia e giudicate voi stessi”
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carlos, James, Kendall, Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7.




Come promesso Lunedì lei era lì. Mi osservò avvicinarmi a lei con un sorriso. Appena mi accostai alla sua figura mi afferrò la mano. << Dobbiamo fare qualcosa >> disse. << Andiamo al tuo appartamento, devo ancora dire ai ragazzi il giorno della partenza. Oppure andiamo al parco. Ah! Ti va di andare al mare? >>, non voleva sprecare un minuto.
Io sospirai ricambiando il sorriso. << Va bene, andiamo a casa. I ragazzi devono saperlo >>. La ragazza spostò il viso dall’altra parte e mise il palmo della mano libera sulla bocca strizzando gli occhi. Stava ancora per piangere.
La tirai verso di me circondandole le spalle con un braccio << Basta piangerci addosso. Cerchiamo di vivere i giorni più belli >>, mi guardò e annuì. Aveva gli occhi lucidi.

Mentre eravamo in autobus Grace chiamò la madre e la informò che non sarebbe tornata. Nonostante i nostri buoni propositi non riuscimmo a non ricadere nella tristezza. A casa la ragazza dovette informare gli altri del giorno della partenza. Fu terribile quando quei tre la strinsero in un abbraccio collettivo. Ci volle del tempo prima che il clima si alleggerisse appena.
Pranzammo lentamente, non ricordo nemmeno cosa mangiammo, ma Grace ci aiutò a preparare tutto. Dopo Carlos propose di vedere un film. Ci mettemmo tutti sul divano scegliendo un canale qualsiasi.
Il programma era iniziato da qualche minuto che Grace si accostò a me e sussurrò: << Logan, possiamo andare nella tua stanza? >> chiese con una faccina adorabile. Annuii e entrambi ci dirigemmo lì senza dire una parola. Lei si sedette sul letto. << Volevo solo stare un po’ con te >> si spiegò rivolgendomi un sorriso. La seguì stendendomi accanto alla sua figura. Mi imitò.
Entrambi fissavamo il soffitto assorti nei nostri pensieri. << Logan? >>, feci un verso per farle capire che la stavo ascoltando. La sentii smuoversi e girarsi verso di me. Questa volta fui io ad imitarla. Eravamo viso contro viso.
<< Secondo te ce la farò lì da sola? >> chiese inchiodando lo sguardo nei miei occhi.
<< Tua madre non ti accompagnerà? >> risposi con un’altra domanda. In realtà sapevo già che la donna non sarebbe venuta, ma non ne conoscevo il motivo. << È un po’ difficoltoso nelle sue condizioni. La pancia comincerà a crescere e sarà difficile tornare in America per far nascere il bambino. George vorrebbe tanto che nascesse qui. Loro verranno con me solo per i primi giorni >>, si fermò pensando a chissà cosa.
Io sorrisi e le parlai accarezzandole la guancia con il pollice. << Certo che ce la farai. Non conosco nessuno più forte e determinato di te >>, lei ridacchiò alle mie parole, << Inoltre sei talentuosa. Andrai lontano Grace >>.
<< Grazie >> attese un attimo per poi continuare; << Sai? Mi piace quando dici il mio nome >> confessò arrossendo appena. Io sorrisi malizioso. << Ah veramente? >> chiesi alzando le mani sul suo corpo. Lei cominciò a ridacchiare parando le mie azioni con le mani. Aveva capito che stavo per fare. << Se è così allora … Grace! Grace! Grace! Grace!! … >> urlai tra le risate mentre cercavo di farle il solletico sulla pancia e sul collo. Grace non riusciva a smettere di ridere e, tantomeno, a frenarmi in qualsiasi modo. Sghignazzavamo come due scemi.
Stavo per farla cadere dal letto così mi fermai e la circondai con il braccio per evitare la caduta. Lei continuò a ridere per qualche altro minuto ed io la seguii. << Cretino >> disse nascondendosi tra le mie braccia. Sospirammo all’unisono.
<< Mi mancherai >> disse poi. << Anche tu >> enunciai di conseguenza.
Attesi qualche minuto prima di continuare; << Ma guarda il lato positivo, incontrerai tantissimi altri ragazzi! Ti farai un sacco di nuovi amici … ma ricorda sempre che sono io il tuo preferito. Sono il tuo migliore amico e questo non deve cambiare >> ribadii con un pizzico di presunzione.
<< Grace? >> domandai non sentendola proferir parola. Mi allontanai appena per scoprire il suo visetto tranquillo. Si era addormentata. Ridacchiai sorpreso. Forse non aveva dormito la notte. Effettivamente quei giorni mi sembrava sempre stanca. Rimasi accanto a lei per un po’.
Avrei voluto addormentarmi anch’io, ma ogni volta che chiudevo gli occhi mi si presentava l’immagine della ragazza con dietro la madre, che teneva in braccio un neonato, e George, tutti che salutavano mentre erano in piedi, di fronte ad un portone di una tipica casa londinese.
Quando mi stancai della situazione lasciai scivolare il capo di Grace dal mio braccio al cuscino. Feci molta attenzione che non si svegliasse. Presi la felpa che avevo abbandonato su una sedia, la mia preferita, e la avvolsi con essa. Tornai dagli altri che si girarono all’unisono abbandonando lo sguardo dal film che ormai era quasi alla fine. << Si è addormentata >> annunciai. Loro annuirono senza dire una parola.
Dopo aver sistemato il piatti ormai puliti, mi unii al gruppo.

Grace si svegliò qualche ora dopo. Si era fatto tardi, era già sera. Decidemmo di accompagnarla a casa. Era ancora assonnata quando salutò Kendall e James. La accompagnai sorreggendola per evitare che sbandasse. Carlos sarebbe venuto con noi per guidare l’auto che aveva affittato il giorno prima. Avrebbe dovuto restituirla il giorno stesso, ma decise che sarebbe rimasto a casa per passare un po’ di tempo con la ragazza. Sarebbe mancata a tutti.
Ero in uno dei sedili posteriori mentre ridevo osservando Carlos che scherzava con Grace accanto a lui.
Salutammo in fretta i due adulti, la ragazza ci abbracciò uno alla volta e, in pochi minuti ero ancora sul mio letto. Le lenzuola, tutto sapeva di lei. Aveva lasciato il suo profumo in giro. Era come una droga per me ed ero molto felice di non dovermi accontentare dell’odore che aveva acchiappato la sciarpa rossa, donatami da lei.
Furono le settimane più veloci della mia vita. Nonostante avessi voluto fermare il tempo era come se tutto quanto fosse contro di me. Dovevo stare male. Grace doveva partire.
Cercammo di occupare ogni spazio libero con appuntamenti in ogni sorta di posto. Un giorno la portammo pure allo studio, visto che per lavorare non ci saremmo potuti vedere. Stavo trascurando tutto al di fuori di lei. C’è da dire che anche i ragazzi non erano molto attenti. Ormai non studiavo più, non stavo attento in classe pensando a quando l’avrei rivista, non mi concentravo sulle canzoni o le registrazioni. Avevo pure proposto di non andare più a scuola. Lei era il mio unico pensiero. L’idea che si sarebbe allontanata mi stava spossando. A volte mi ritrovavo pure a sognare il giorno della partenza. Era un vero e proprio incubo. E come un incubo si presentò. Freddo e puntuale. Forse un po’ in anticipo.
Era giovedì, oppure mercoledì? Be’ non importa più di tanto. Andammo a casa di Grace saltando la scuola. Lei non voleva che noi la accompagnassimo fino all’aeroporto. Era stata molto rigida riguardo questa scelta, ma noi eravamo altrettanto testardi. Ci mettemmo d’accordo con un compromesso. L’avremmo lasciata davanti all’ingresso, non saremmo entrati.
Erano tutti molto agitati. Nonostante le valigie fossero già pronte, la madre non faceva altro che entrare e uscire da ogni stanza controllando che niente fosse fuori posto. << OH! Hai portato lo spazzolino? >> le chiese per l’ennesima volta. << Sì mamma, sì. Ora vogliamo andare prima di perdere l’aereo? >> chiese esasperata. Noi ridacchiammo nervosi. << Su abbiamo preso tutto >> la incitò il fidanzato. << Va bene, andiamo >> si lasciò convincere. << Ohhh! Non posso credere che la mia bambina andrà a Londra!! >> disse entrando nel taxi-pulmino. George chiuse la porta di casa e noi aiutammo a portare le valigie. Grace si mise in mezzo a noi ragazzi. Stringendoci in un abbraccio commosso.
Arrivammo abbastanza in fretta. Ricordo come il cuore mi battesse all’impazzata. Credevo di star per avere un infarto.
Una volta scesi Grace si fermò all’ingresso, con le braccia spalancate, facendo fermare anche noi. I due adulti si bloccarono osservandola a dir poco sorpresi. << Li saluto qui >> disse con un sorriso forzato. << Va bene >> acconsentì la madre. Entrambi ci salutarono prendendo le valigie che stavamo portando ed entrarono. << Noi ti aspettiamo dentro >> disse la donna prima di sparire oltre la porta. Lei si girò guardandoci commossa. << Mi mancherete tutti! >> disse fiondandosi su di noi.
Salutò ognuno con un lungo abbraccio e un bacio, ma appena toccò a me non riuscii a trattenere l’emozione e scoppiai a piangere tra le sue braccia. Sapevo che sarebbe successo, ma speravo proprio di no.
<< Oh Logan … t-ti prego non fare così >> mi supplicò con voce spezzata. Io nascosi in viso tra i suoi capelli per celare il più possibile la mia reazione. << Logan … >> sussurrò. Anche lei stava piangendo. Avrei tanto voluto prenderla, metterla sulle spalle e scappare via.
Si allontanò appena da me e cominciò ad asciugarmi le lacrime con i palmi. << Ti prego non piangere … >> sussurrò poggiando la fronte sulla mia. Serrai i denti provando a calmarmi.
Grace si girò un attimo a guardare gli altri. << Va bene … >> continuò asciugandosi le lacrime, << Lui mi accompagna dentro, va bene? >> chiese ai ragazzi. Loro annuirono incapaci di pronunciare una sola parola. Lei mi prese per mano e mi trascinò dentro.
Camminavo e cercavo di riprendere una respirazione normale. Notai come indossasse ancora il braccialetto di cuoio che le avevo donato. Non se ne sarebbe mai liberata. Questo mi fece sorridere.

Arrivata ad una grande colonna si fermò e mi spinse contro di essa così che avessi potuto appoggiarmi. Mi osservava mentre mi accarezzava la guancia con un sorriso rassegnato. Mi ero praticamente calmato, avevo solo gli occhi rossi e gonfi. Ma anche lei non riuscì a resistere e con un singhiozzo scoppiò in lacrime.
Io la avvicinai a me come Grace aveva fatto poco prima nei miei confronti. Poggiai la fronte sulla sua e cominciai ad asciugarle le lacrime che le scavavano il volto. Lei mi imitò facendo lo stesso con me, che ormai avevo ricominciato a piangere. << Non dobbiamo piangere … non dobbiamo piangere … >> mugugnava mentre passava le mani morbide sul mio viso.

Dopo qualche minuto riuscimmo a calmarci e ci ritrovammo immersi in un lungo abbraccio. Ognuno ascoltava i respiri dell’altro farsi sempre più regolari. Guardai la gente farsi strada con le valigie alla mano e sorrisi. Mi allontanai appena da lei per guardarla negli occhi; << Andrai alla grande >> dissi con voce rauca. Lei annuì.
La spinsi ancora una volta contro di me provando ad imprimere nella mente quelle emozioni. << Addio Logan … >> mi disse facendo qualche passo indietro. << No, non è un addio, ci rivedremo, no? E poi rimarremo sempre in contatto >> affermai con un sorriso. La ragazza annuì ancora. Sembrava poco convinta, ma non ci feci caso, forse era solo stanca.
<< T-tornerò quando nascerà il bambino >> sussurrò forse per convincere se stessa.
Chiuse gli occhi e sospirò prendendo la mia mano. Dopo poco puntò quelle iridi meravigliose sul mio viso. Sorrise appena e si avvicinò, quasi impercettibilmente, al mio corpo. Mi lasciò la mano per prendermi il viso con entrambe le mani. Accostò il mio volto al suo. Chiusi gli occhi ascoltando il suo respiro. Riuscivo a sentire l’aria che liberava dalla bocca e si schiantava sulle mie labbra. Sorrisi appena pensando a quanto mi piacesse quella sensazione. Mi sorpresi quando si spinse un po’ più avanti e poggiò le labbra morbide alle mie. Erano così fredde, oppure erano le mie troppo calde. Sapevano di lacrime dolci. Provai delle emozioni fortissime. Era meraviglioso riuscire a percepire la morbidezza delle sue labbra soffici. Tuttavia Grace non mi diede il tempo di ricambiare il bacio e si allontanò.
Subito prevalse una sensazione di freddo, contraria al tepore che mi aveva avvolto precedentemente. Avrei voluto scaldare quelle labbra congelate, ma rimasi al mio posto. La osservai leggermente sorpreso e curioso di sapere il motivo di quel gesto.
Eravamo ottimi amici e fino a quel momento non avrei mai pensato di aver potuto mettere in discussione la nostra relazione in quel modo. Indubbiamente quello non era il momento adatto, ma non potevo esserle più grato.
<< Volevo sapere cosa si prova >> disse solo, << Fa finta che non sia successo niente >> sussurrò abbassando lo sguardo ormai completamente rossa in viso.
Sarebbe stato impossibile fingere che non fosse accaduto nulla, ma sorrisi per dimostrarle che volevo accontentarla.
<< Posso accompagnarti? >> le chiesi capendo che si stava facendo tardi. << No. No … io >> inchiodò lo sguardo a terra. << Io devo farlo da sola >> mi disse finalmente guardandomi. Aveva gli occhi umidi e teneva le mandibole contratte. Stava cercando di non piangere ancora.
Io annuii sorridendo << Va bene. Mi adeguerò alla tua scelta >>.
Grace annuì sorridendo e si allontano lasciandomi la mano. Fece qualche passo, ma poi si girò e corse indietro.
<< Aspetta … a-almeno accompagnami ai controlli. I miei saranno già al gate >> disse arrossendo, << Sì >>.

Le presi la mano e la accompagnai davanti alla fila dei controlli. Attese un minuto fissando quella marea di gente, poi si voltò verso di me. << Addio Logan >> disse abbracciandomi. Avrei voluto ribattere ancora che non si trattava di un addio, ma mi decisi a godermi l’ultimo momento con Grace.
<< Fai buon viaggio >> dissi soltanto. Lei annuì, mi diede un bacio sul mento e corse a mettersi in fila. Si voltò molte volte verso di me, ma non poteva più tornare indietro. La osservai fino a quando non mi salutò con un gesto della mano e sparì a cercare l’imbarco.
Io rimasi molto tempo lì. Immobile sul posto aspettavo. Forse speravo di vederla spuntare sorridendo, e che mi dicesse che aveva perso l’aereo, ma non avrei sopportato un altro addio. Quello era stato abbastanza straziante.
Quando mi convinsi che non sarebbe più tornato nessuno, mi voltai ripercorrendo i miei passi con le mani nelle tasche. Grace mi sarebbe mancata tantissimo. Ne ero certo.













Angolo dell'autrice: e siamo giunti quasi alla fine, devo ammettere che non vorrei continuare, e non perchè non desidero concludere, ma perchè mi sento un po' cattiva. Questo è il capitolo che reputo migliore, o almeno solitamente ( dico solitamente perchè oggi mi è preso quella specie di odio-nervoso che ti fa detestare ogni cosa, comprese le tue creazioni), sarà, ma  in questo periodo non mi sento all'altezza proprio di niente. A questo punto dò fiducia alla me del passato che si è fidata tanto di ciò che ha scritto. Comunque, grazie mille per essere arrivati fino a qua, per aver sopportato i miei tormenti e soprattutto per quei gentilissimi che hanno lasciato un parere. Grazie, grazie, grazie a chi, nonostante tutto, continua a seguire questa strana vicenda.
Buona giornata.
  
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