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Autore: Merxa    02/12/2018    0 recensioni
Da quando ti conosco, il mondo è così leggero, anche se io, di per sè, sono pesante; quando m'immergo in me stessa, non mi lascio fiato, mi sento sempre più reclusa in qualsiasi cosa mi renda me.
E invidio la tua leggerezza.
-
A volte ritornano.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“L'unica cosa di cui ero certa era che sotto lo stesso cielo, sia che io pensassi a lei o lei a me, ci auguravamo a vicenda di essere felici. Una sensazione concreta al punto da riuscire a toccarla.” - da 'Delfini', Banana Yoshimoto.

Sono mediocre senza di te.
Non sono mai stata niente meno che mediocre;
né insufficiente, né l'eccellenza.
Sono sempre stata sul filo del rasoio,
né giusto né sbagliato,
né vera né falsa,
a malapena apprezzabile,
forse direi dimenticabile.

Da quando ti ho conosciuta,
il mondo mi sembra più leggero.
Io, di per sè, sono pesante;
mi sento immensa, infinita,
sono dispersa dentro me stessa, reclusa
dentro tutta la mia debolezza e la mia irresolutezza,
la remissività di un'inibita,
schiaccio con me stessa qualsiasi cosa mi si avvicini.
Sono una vita uggiosa,
una carestia d'emozioni,
vivo a stenti,
di tristezza, di malinconia, di te,
vivo di tutto ciò che mi fa star male.

Tu sei leggera,
sei piccola, minuscola,
trascendi il significato stesso di grazia,
la dolcezza di lineamenti che non hanno mai
visto violenza,
t'atteggi con estrema delicatezza,
ti colori di sfumature tenui,
vibri di suoni armoniosi.
O, invece
sei piccola, minuscola
insignificante e trascurabile?
La tua vacuità ti tradisce,
ti vedo vuota, sei leggera ma vuota,
stracolma di banalità ed egocentrismo,
frivola come sei,
gridi di discorsi fatui,
ché 'le persone vacue fanno tanto rumore'.

E invidiavo questa tua frivolezza,
invidiavo quest'animo leggero, senza colpe,
invidiavo la banalità dei tuoi argomenti,
invidiavo la tua vanità,
invidiavo qualsiasi cosa ti rendesse più umana di me.

E avrei dovuto aspettarmelo
ch'una persona tanto leggera non si prende
la briga di una persona pesante, enorme;
e a me dispiace, e
tempo perso dirai tu,
che non sei nei miei panni, che mai
potrai sentirti come se ogni notte il mondo
ti cada addosso,
ché non hai niente di cui sentirti tediosa,
ché il mondo non ti si rivolta mai contro,
polemico, sprezzante, riprovevolmente rigido
contro chi, di male, è solo una persona pesante.

È stato inebriante,
per quel tempo che è ormai passato,
sentirmi leggera.
È stato estasiante non dovermi sentire
come se il mio scopo fosse obbedire,
come se fossi più che una persona mediocre,
come se fossi più di una mosca in un mondo di vespe,
dacché era quello che m'era stato insegnato:
obbedisci,
non ribellarti, ché ti aspetta solo amarezza,
sii chi io voglio tu sia.
Sono frutto
di una figura materna sfigurata
dal suo narcisismo,
una figura paterna che
non ricordo d'aver mai avuto:
sono la figlia diretta della pesantezza,
mentre tu sei la figlia diretta della leggerezza.

La verità, però,
è che tu m'annoi.
Tu sei leggera,
sei piccola, minuscola,
trascendi il significato stesso di stupidità,
assurdamente ingenua,
sei la carestia di te stessa,
sei una leggerezza dettata
da poca umiltà e da tanta idiozia,
ti limiti alla superficie di te stessa
perché sai che sotto non c'è niente.
La mia invidia verso di te
non mi avrebbe mai portato a niente.

E nonostante io trovi la mia pesantezza un difetto enorme,
riesco a notarne comunque la bellezza.
E so che mai mi abbasserò ai livelli di una persona tanto leggera.

Per questo l'unica cosa di cui sono certa
è che nonostante tutto,
nonostante tutti,
io guardando il cielo penserò sempre a te con affetto
e ti augurerò di stare bene
almeno quanto io sto bene senza di te:
per te continuerò a provare un'immensa tenerezza
nonostante io sappia che non sarà più reciproco.
Non mi aspetto più che nulla cambi.

Non sono più mediocre.
Sono più che mediocre, con o senza di te.
E nonostante tutto, grazie per avermelo fatto capire.

   
 
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