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Autore: LysandraBlack    02/12/2018    3 recensioni
Aenor Mahariel, Geralt Amell, Kallian Tabris, Elissa Cousland, Natia Brosca e Duran Aeducan.
Chi erano prima di diventare gli Eroi del Quinto Flagello?
Dieci drabble ciascuno, di cento parole esatte, per raccontare qualcosa in più sul loro passato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anders, Custode, Mabari, Merrill
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The unlikely heroes of Thedas'
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DURAN AEDUCAN

 

 

«Posso vederlo?»

La madre, ancora affaticata dal parto, accenna un sorriso e annuisce, allungandogli il fagottino.

È leggero, ma Duran ha paura di farlo cadere. Le manine del neonato si tendono verso di lui mentre il fratellino punta gli occhi nei suoi. Gonfia le guance e apre la bocca, mostrando le gengive rosa senza denti. Ha ciuffetto di capelli biondi appiccicati alla fronte.

«Attento a non farlo cadere.» Lo ammonisce Trian in tono canzonatorio, come al solito. Ha lo sguardo puntato su loro padre. «Come lo chiameremo?»

I genitori si scambiano uno sguardo, poi è Re Endrin a rispondere.

«Bhelen.»
 

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«E nelle profondità della terra, tra i palazzi abbandonati degli antichi Thaig perduti, lì si aggirano gli spiriti dei nani rifiutati dalla Pietra. I Sacrileghi.»

Sente Bhelen trattenere il fiato, gli occhi spalancati dalla paura puntati sul padre. «Ne avete mai visto uno?»

Re Endrin scuote la testa, godendosi l'attenzione dei figli. «No, e in pochi credono che esistano davvero.»

«Un giorno allora li andremo a cercare!» Esclama Duran, il cuore che gli batte in petto alla sola idea di vedere uno di quei leggendari spettri di pietra. «Organizzeremo una spedizione nei Thaig dimenticati!»

«Sono solo baggianate.» Replica Trian sbuffando.

 

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La lastra di pietra si chiude sul corpo della madre, nascondendolo alla vista.

Mentre recitano le parole che la condurranno a riunirsi alla Pietra, cerca di non cedere all'angoscia che l'ha attanagliato per tutti quei mesi di agonia, all'impotenza di fronte all'inevitabilità della morte.

Bhelen, appena cinque anni, piange sommessamente, attaccato alla manica di Trian.

Il fratello maggiore ha lo sguardo duro, impassibile, ma i pugni stretti e gli occhi incavati rivelano che, seppur cerchi di non darlo a vedere, neppure lui è fatto di solida roccia.

Duran solleva il mento, inspirando. Gli Antenati li stanno guardando, devono esserne all'altezza.

 

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La prima volta che prende in mano una vera arma, fa fatica anche solo a sollevarla.

Trian, trovandolo con il suo maglio da guerra, scoppia a ridere. «Per quello mi sa che dovrai allenarti un po' di più, fratellino.» Si riprende il grande martello, poggiandoselo sulla spalla senza fatica. «Rischi di farti male.»

A Duran non sfugge come il fratello si arricci i baffi curati, un sorrisetto di scherno sotto di essi.

Assottiglia lo sguardo, gonfiando il petto. «Diventerò anche meglio di te, un giorno.»

Trian solleva un sopracciglio, divertito. «Puoi provarci, certo. Le imprese impossibili ti si addicono, fratellino.»
 

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La pesante armatura massiccia sembra volerlo arrostire come un nug alla brace. Il suo avversario, che è anche il suo migliore amico, appare ancora più stanco.

Sfrutta un errore dell'altro per colpirlo al fianco, facendolo crollare a terra con un grugnito.

Si volta verso il fratello maggiore e il cugino, entrambi impassibili. Il giudizio tarda ad arrivare.

Gorim si rimette in piedi a fatica, borbottando.

Prima che si scontrino di nuovo, Piotin finalmente apre bocca. «Ottimo lavoro, Duran.»

Si lascia scappare un'espressione di vittoria, presto raggelata dalle parole di Trian.

«Vedremo come te la caverai nelle Vie Profonde, caro fratellino.»

 

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L'enorme portone si chiude alle loro spalle con un clangore assordante che rimbomba per tutta la galleria di pietra. L'aria è diversa e man mano che scendono in profondità si fa sempre più pesante da respirare. Si attacca alle pareti della gola, come la patina viscida e puzzolente che trovano sulla roccia attorno a loro. La Corruzione è ovunque.

Quando un Hurlock alto quasi tre volte lui, parti di metallo che spuntano dalla pelle in decomposizione, rischia di decapitarlo di netto, Duran sente il sangue gelarsi nelle vene.

Quindi, è quella la paura.

Stringe i denti, caricando a sua volta.
 

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Ritornano ad Orzammar carichi di onori.

La spedizione guidata da Trian è andata bene, hanno recuperato un po' di terreno. I cunicoli, a detta dei veterani dell'esercito, erano più calmi del solito. La Legione dei Morti ha parlato di un'imminente Flagello, ma Trian ha sminuito l'avvertimento come “vaneggiamenti di un branco di pazzi”, asserendo che passano troppo tempo là sotto per essere realmente affidabili.

Re Endrin la pensa diversamente. «Guiderò la prossima spedizione di persona.»

Il cuore di Duran si riempie d'orgoglio quando il padre lo sceglie come suo secondo, incurante dello sguardo tagliente del fratello maggiore, carico di ostilità.

 

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Bhelen ha insistito per venire con loro.

«Non ho intenzione di farti da balia!» Sbraita Trian per l'ennesima volta. Porta una mano sul fianco ferito, dove il fendente destinato al fratello minore è riuscito a penetrare l'armatura possente.

L'altro abbassa lo sguardo, rosso in volto dalla vergogna.

Duran sospira, mettendo una mano sulla spalla del maggiore. «Dagli tregua, non è-»

Trian gli scosta la mano con un gesto irato, rivoltandoglisi contro. «Potremmo non esserci sempre a proteggerlo!»

È davvero preoccupazione ciò che gli si legge negli occhi? Dura un attimo, poi dà loro le spalle raggiungendo Piotin e il re.

 

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Nel buio delle Vie Profonde, sente il fratello minore rigirarsi nel proprio giaciglio.

«Credi che abbia sbagliato a scendere fin qui?» Gli chiede Bhelen dopo qualche momento. La voce è ridotta ad un sussurro, abbastanza bassa perché Duran sia l'unico a venire a conoscenza dei dubbi che lo attanagliano.

Il maggiore guarda il soffitto, dove una serie di stalattiti pendono dall'alta volta di pietra.

«La sera precedente alla mia prima spedizione, nostro padre mi disse una cosa: “Non si può essere coraggiosi, senza sapere cos'è la paura.”»

Bhelen non risponde subito. «Non sono un codardo.»

«Lo so, sei un Aeducan.»

 

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La grande ascia da guerra, forgiata per l'occasione dai migliori fabbri di Orzammar, aspetta solo di essere sporcata col sangue dei molti Prole Oscura che verranno abbattuti dal nuovo Comandante dell'Esercito.

Non può che lasciarsi sedurre dai sogni di gloria, immaginando di riprendersi antichi Thaig come nessun altro faceva da decine di anni. Freme, ansioso di scendere nelle Vie Profonde.

«Avrò bisogno di un ottimo Generale, quando sarò Re.» Gli dice Trian, tendendogli il braccio. Sorride, genuinamente. «Rendici fieri, fratello. Ci aspettiamo il meglio da un Aeducan.»

«Potrai sempre contare su di me, fratello.» Risponde Duran, ricambiando la stretta dell'altro.











 







Note dell'Autrice: ed è giunto il momento di salutare i sei protagonisti di Dragged into the Blight. Spero che queste piccole drabble di approfondimento siano state piacevoli da leggere almeno un po' di quanto lo sono state da scrivere.

Atrast tunsha! :)

  
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