03/12/2018
4 recensioniSoothe.
È tutto pronto, neanche una virgola può sfuggirti. Deve essere tutto perfetto.
Premi forte una mano contro la tempia e a fatica ti stendi sul letto appoggiando la schiena alla spalliera. La testa continua ancora a farti male. Nulla che possa sorprenderti, ovviamente.
…
No, non può essere così.
Ti rifiuti categoricamente.
Ma Gregory non smette di parlare, commentando quanto sarà… ricreativo il tempo che spenderete in hotel ma l’unica cosa che ti ritrovi davvero a desiderare sarebbe affondare la testa nel cuscino ovattando tutti i rumori. D’un tratto senti le sue mani percorrerti la schiena e non riesci a trattenere un gemito di sconforto. Ti stacchi a fatica, appoggiandoti al lenzuolo a palmi aperti con la testa rivolta verso il basso. Non c’è una sola fibra di te che non tremi in questo momento. Stringi i pugni.
“Mycroft, sei bollente! Stenditi immediatamente.”
“N-non pensarci nemmeno.” ti alzi, cercando di raggiungere la scrivania. “Lo sai che abbiamo il check-in tra m-meno d-di…” i piedi s’incrociano sgraziatamente tra loro e all’improvviso diventa tutto pesante.
E buio.
*
Mani. Mani grandi, calde che passano tra i tuoi capelli e giocano con i ricci disfatti sul tuo viso. Mani che si muovono sulle tue lentiggini misurando la tua temperatura, attente a ogni piccola reazione.
Impieghi qualche secondo prima di aprire gli occhi e posare una mano sul suo ventre.
“Mycroft, come stai?” senti la pelle d’oca contro la tua guancia. Provi a spostarti sul suo petto ma un movimento mal calcolato ti fa gemere di dolore. Non sono bastate tutte le ore di sonno, le medicine e la sua immensa pazienza. Vi serviranno ancora un paio di giorni.
Ti mordi un labbro mentre le sue mani scendono sulle tue spalle tese.
“Doveva essere il nostro primo Natale insieme, non è giusto”. Arrossisci ascoltando la tua stessa voce così sgradevolmente nasale. Proprio tu che non ti ammali mai, che sei sempre stato attento, ti sei ritrovato a far saltare i piani dell’unica festività che t’interessasse davvero e in un attimo tutte le parole, tutte le sere passate a rendere anche il più piccolo dettaglio perfetto, sono svanite. Inutili.
“Veramente?” Le sue dita ritornano sulla tua fronte disegnando piccoli cerchi concentrici su una linea particolarmente corrucciata. “Ed io che pensavo di avere tutto ciò di cui ho bisogno proprio qui. Io, tu e…”
“…e?” si volta verso il comodino, dandoti completamente le spalle. All’improvviso sei spogliato dal suo profumo, dalle sue mani. Avvicini le labbra alla sua nuca chiudendo gli occhi ma non ti lascia neanche il tempo di assaporare la sua pelle che si sposta un’altra volta. “Gregory ma si può sapere che cos- oh”.
Un sorriso divertito gli dipinge il viso. Con una mano porta il vischio sopra le vostre teste e con l’altra ti afferra una gamba. Per un momento restate così, immobili e immersi uno negli occhi dell’altro.
In punta di dita gli percorri l’avambraccio lasciando che la sua barba sfiori la pelle sensibile del tuo collo.
“Non voglio essere in nessun altro luogo che non abbia te al mio fianco”. Ti bacia e senti ogni fibra di te tremare sulle sue labbra. “Buon Natale, amore”.
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Questa storia partecipa al ‘Calendario dell’Avvento 2018’ del gruppo Hurt/Comfort.
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Prompt n° 34: Vischio.