Tutto iniziò una sera di metà Aprile, alla fine di una festicciola tra amici.

Angelica non voleva andare a quella festa. Ci sarebbe stato l’uomo del quale si era innamorata un mese prima e che l’aveva lasciata dopo qualche pomeriggio insieme. “Ci siamo divertiti” le aveva scritto, per poi non risponderle più ai messaggi. Quel pomeriggio aveva in programma un’uscita tra amiche per poi passare una serata tranquilla a casa. Le piaceva uscire, certo, ma provava un sottile piacere nella solitudine della sua stanza. Angelica è sempre stata una persona introversa: fin da quando era bambina preferiva stare per conto suo e sfogava i suoi pensieri con matite e pennarelli. Le sue amiche potevano contarsi sulle dita di una mano, ma solo una persona era riuscita a conquistare appieno la sua fiducia. Emma era la sua migliore amica da sempre, da quando aveva memoria. Con lei aveva passato gran parte della sua infanzia e tra loro non vi erano segreti. Ma quel giorno fu Monica a ribaltare i piani delle due amiche: durante la loro uscita tutte insieme ricevette un messaggio che la convinse a fare un salto a quella festa, “Giusto per curiosare” asserì.

La nostra storia è ambientata in un piccolo paese di provincia immerso nel verde, di quelli dove gli abitanti si conoscono tutti. Le case delle ragazze si trovavano nel giro di pochi metri e dopo una breve passeggiata si recarono nelle rispettive abitazioni per mettersi qualcosa di appropriato per la festa e magari per aggiustarsi il trucco. La location era lo spiazzo vicino ad una piccola chiesa di campagna, dove i ragazzi avevano acceso un falò, oltre ad aver appeso qua e là alcune lanterne per la notte. Una volta calato il buio avrebbero messo la musica con una vecchia cassa e una chiavetta. Nulla di particolarmente sofisticato, ma Angelica trovava piacevole questo tipo di serate con i suoi compaesani, soprattutto perché amava ballare. Una volta pronte, Monica si offrì di accompagnare le amiche alla festa con la sua macchina e una volta arrivate a destinazione vennero accolte da un gruppetto di ragazzi già ubriachi. Erano solo le sette di sera, ma il festino era già iniziato da un po’ di tempo e gli invitati non intendevano aspettare l’imbrunire per stappare quelle bottiglie di vino di dubbia provenienza. Appena arrivò alla festa Angelica vide subito Giorgio, il ragazzo che le aveva spezzato il cuore, ma fece finta di nulla così come fece lui. In fondo era consapevole di quello che sarebbe successo nel momento in cui accettò di uscirci, quindi si considerava responsabile per quello che stava provando per lui.

“Solo vino per me, preferisco non bere liquori stasera”, ma le parole di Angelica rimasero inascoltate, dal momento che Emma le porse un bicchierino di vodka alla menta, la sua preferita. Bere non rientrava nella sua idea di divertimento e lo faceva raramente, quindi quando accadeva le dava subito alla testa. Finalmente il DJ della serata accese la cassa della musica, animando la situazione già abbastanza vivace a causa dell’alcol. Ed è proprio mentre ballava rapita dal ritmo di un reggaeton lento che va a sbattere contro Giorgio, anche lui alticcio per il vino. “Posso parlarti?”. Angelica non riusciva a credere che le avesse rivolto nuovamente la parola. “Ti va di allontanarci un attimo da qui? Mi manca stare insieme a te…”. Sapeva che sarebbe stato un tremendo errore accettare ancora una volta l’invito di quel tipo, quindi decise di aspettare un po’ di tempo prima di sparire con lui. E fu un’idea brillante.

Pochi minuti dopo la proposta provocante arrivò una macchina misteriosa: Angelica in quel momento incontrò gli occhi più profondi che abbia mai visto in vita sua.