Pensavo di metterci di più, ma mi è venuta l'ispirazione! Buona lettura!
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.
CAPITOLO 32
Erano giorni
che passavo dal letto alla sedia della scrivania e viceversa.
Strisciando e
trascinandomi come un bambino che stava imparando a camminare,
però con
continui tremori e fitte. La mia condizione fisica era migliorata, ma
lo stare
semplicemente in piedi era ancora un problema, se esageravo faceva un
male
tremendo con giramento di testa al seguito. Dovevo tenere anche il
braccio
sinistro con una fascia contro il corpo, la sensibilità non
era ancora tornata,
muovevo normalmente il polso, la mano e le dita, ma non sentivo
assolutamente
nulla.
Il giorno
precedente
avevo fatto portare le lettere a Cassandra, Leliana e Josephine, visto
che
Solas si era trovato d’accordo con me per come affrontare la
questione di
intervenire come paciere tra Ferelden e Orlais, non c’era
motivo di indugiare
oltre. Avevo anche aggiunto la mia attuale condizione fisica che mi
impediva di
intervenire in tempi brevi.
Ad un tratto
la porta si spalancò di colpo -È un idiota!-
sbottò Elen per la miliardesima
volta. Giusto il tempo di ammazzare Geldauran e sembrava che qualcuno
avesse
lanciato una bomba con le api di Sera scatenando un disastro. Appena
tornata
qualche giorno fa, subito fuori dall’Eluvian, io, Solas che
mi sosteneva e
parecchia gente, aveva assistito alla crocifissione di Abelas in
pubblica
piazza. La sera stessa mi ero ritrovata in camera Elen che continuava a
sommergerlo di insulti e per la terza volta, partì con la
sua esposizione dei
fatti. Non l’avevo mai vista così, non so era
più arrabbiata, confusa o triste,
sicuramente un mix letale delle tre cose che però avrebbe
ucciso me, se
continuava in questo modo che il diretto interessato.
-Non
può
farmi questo! Mi bacia e poi arriva a dirmi che sarebbe meglio rimanere
solo
amici!? Fenedhis!!- urlò in collera. Mi aveva raccontato che
quella volta che
non mi aveva detto nulla, era perché voleva vedere come
andavano le cose e che
sembravano andare tutto sommato bene fino a qualche giorno fa. -Glielo
dico io
dove può ficcarsela la sua amicizia!- e la vidi sedersi di
schianto sul letto
-Ti prego Yen, almeno per po’ mandami da qualche altra parte!
Non lo voglio
vedere quel…- si passò una mano sul viso e poi
nei capelli, notai delle lacrime
scendere sulle guance.
Mi faceva
male al cuore vederla così -Elen, datti un po’ di
tempo, te l’ho detto perché
probabilmente ti ha detto così. È confuso e ha
paura-
-Che vada al
diavolo! Paura di cosa? Sono io che dovrei avere paura del tempo che
passa! Non
lui! Maledizione! Non può farci questo! Lo sai…
lo sai che altre volte pensavo di
essermi innamorata e invece arrivo al punto che quello stupido mi fa
rendere
conto che non avevo capito nulla!?- appoggiò i gomiti sulle
ginocchia e si
prese la testa tra le mani -E quello che mi fa arrabbiare ancora di
più è che
rimane sempre perfettamente controllato! Avrei dovuto tirargli un
pugno! Non
urlargli solo contro! Non gli correrò dietro! Vuole solo
un’amicizia? Non avrà
neanche quella! Io non voglio la sua amicizia!- si alzò di
scatto -Se non hai
intenzione di spostarmi, va bene, ma non intendo averci più
niente a che fare.
Se mi cerchi sarò insieme alla pattuglia che si occupa
dell’Eluvian. Almeno non
rischierò di ritrovarmelo tra i piedi, tanto poi so che
orari e abitudini ha,
non mi beccherà più!-
C’era
determinazione nei suoi occhi solcata però da una profonda
tristezza -Elen…-
sospirai -Va bene… ma…-
-Ma! Un
corno! Non ho tempo da perdere!- concluse seccata e sospirò
calmandosi un po’
-Chiamami sei hai bisogno, ok?- e mi si avvicinò per poi
abbracciarmi -Maledizione…
non sono per niente fortunata su queste cose…-
sospirò profondamente -Lasciamo
perdere, sei più importante tu in questo momento. Tanto per
lui è come se non
fosse successo niente se arriva a dirmi una cosa del genere, non gli
importa-
la voce tremò e la strinsi di più accarezzandole
la schiena -Come stai? Il
braccio?-
-Meglio, ma
per adesso non sento ancora nulla, spero di tornare a camminare in
fretta, non
amo non riuscire a essere indipendente e non voglio che Solas trascuri
i suoi
doveri per starmi dietro-
-Bene, ma
chiamami, non c’è solo Solas-
-Ma
serennas, lethallan. Fammi un favore, solo ancora un po’ di
tempo, ok?- tentai
Si
irrigidì
-Se vorrà dirmi qualcosa, verrà. Se no la
considero già finita, anche se non
penso sia mai neanche iniziata a questo punto…- mi strinse
di più per poi
lasciarmi -Vado, penso che per un bel po’ rimarrò
accampata allo specchio-
Aprì
la
porta, ma si ritrovò davanti l’ultima persona che
si aspettasse. Ebbe un
sussulto ed evitò Abelas ignorandolo come se non esistesse.
Per un attimo
stette a fissarla per poi seguirla, sparirono entrambi dal mio campo
visivo.
Presi il bastone che in questi giorni stavo usando come aiuto e
barcollai
dolorante con fitte ovunque che cercavano di uccidermi fino allo
stipite della
porta appoggiandomi. Erano poco distanti, mia sorella guardava da
un'altra
parte con le braccia incrociate al petto e Abelas gli stava vicino
-Elen…
ar
lath, ma vhenan- disse dolcemente fissandola intensamente
Lei fremette
-No, non è vero, non ti importa- e iniziò a
camminare, di conseguenza lui la
seguì.
Va bene,
attendo aggiornamenti spero positivi o un'altra sfuriata. Restai a
guardare il
cielo, era una bella giornata, ma non mi conveniva spostarmi, anche con
il
bastone. Non sarei mai invecchiata, ma stavo già facendo
pratica, zoppicai fino
al letto sedendomi piano, mi stancavo troppo in fretta. Udii dei passi
e
comparve Shani, non avevo chiuso la porta -Si accettano scommesse!
Abelas ce la
farà o perirà nel tentativo?- disse divertita.
Sorrisi -Li hai incrociati?-
Mi fece
l’occhiolino -A parte gli scherzi, la scenata di qualche
giorno fa ha riscosso
un buon successo nello sconvolgere la routine quotidiana, si punta che
è un
piacere-
-Interessante
e che si dice?- domandai neanche tanto sorpresa. Alla base le
novità di questo
tipo si estendevano a macchia d’olio, figurati se
riguardavano il secondo in
comando.
-Per adesso
fanno il tifo, visto che almeno potrebbero tirare il fiato. In questi
giorni
era di pessimo umore, mi meraviglio ancora che qualcuno non sia morto.
Anzi
stanno sperando che Elen se lo tenga stretto, in camera magari, per una
settimana, un mese… per sempre- rise e io con lei -E la Dea
dell’amore che ne
pensa?-
-Io?
Bhe… Abelas
conviene che tenti di morire nell’impresa, perché
se non rinsavisce, Elen è
determinata a non averci più nulla a che fare. Anche se da
quello che ho visto
poco fa, sto cominciando a pensare che potrei diventare zia-
-Oh…
davvero? Bene, bene. L’astinenza fa male- affermò
-Shani…-
la
richiamai divertita
-Che
c’è? È
vero. Soprattutto ad Abelas farebbe bene, ha bisogno di rilassarsi
quell’uomo,
con tutti gli anni che ha poi…- qualcuno bussò
sullo stipite della porta, guardai
oltre la spalla della mia amica e lei si voltò. Solas che
sorrideva. Shani lo
salutò con un cenno -Mi volatizzo e ripasserò
più tardi- ammiccando verso di
me. -A dopo-
Solas la
guardò andarsene perplesso -Stavate davvero parlando di
Abelas che dovrebbe
darsi da fare?-
Ridacchiai
-Penso
che se tutto va bene dovrai dare una settimana di vacanza ad Abelas ed
Elen-
-Quindi
è
venuto?-
-Allora sei
stato tu a dirgli dove poteva trovare Elen?-
-Non che
fosse difficile immaginarlo…-
-Già-
sorrise e si voltò chiudendo la porta a chiave. Il gesto
accese il mio
interesse e senza esitazione si chinò affondando la lingua
nella mia bocca. Gli
misi la mano destra dietro la nuca tirandolo giù insieme a
me sul letto, piantò
le mani ai lati della mia testa, ci staccammo senza fiato e rimase con
la
fronte appoggiata alla mia -Non mi hai più chiesto niente
alla fine…- mormorò
con un filo di voce. Feci scorrere la mano sul suo orecchio,
accarezzandolo,
chiuse gli occhi e abbozzai un sorriso -Che fai?- domandò
-Hai le orecchie più
a punta delle mie… mi piacciono- riaprì gli occhi
fissandomi dolcemente -Non ho
nulla da chiederti, vhenan. Ha cercato di renderti un mostro ai miei
occhi,
pensando che potessi avere paura di te. Non ha capito minimamente di
cosa io
abbia veramente paura- prese la mia mano intrecciando le sue dita con
le mie,
portandosela alla bocca e baciandola -Di cosa hai paura?- mostrai un
sorrisetto
-Di perderti. Mi è bastata la volta che sei sparito e
Leliana non riusciva a
trovarti, avevo paura che ti fosse successo qualcosa- posò
degli altri baci che
risvegliarono dei brividi che percorsero il braccio. Nelle mie iride
grigie vedevo
sorpresa e una domanda che non osava farmi a cui risposi comunque
-Credevi
davvero di aver rotto con me? Quando poi alla mia richiesta di dirmi
che non mi
amavi, hai risposto di non poterlo fare? Senza nessuna spiegazione
decente?
Povero illuso- rimarcai divertita le ultime due parole.
Continuò a lasciarmi
una scia di baci roventi, sul polso, sul braccio… mi sta
facendo venire voglia,
come se non ne lo desiderassi già abbastanza. La
lasciò andare per poi
concentrarsi sul braccio insensibile, lo sguardo gli si
illuminò. Come le volte
scorse pensavo non avrei sentito di nuovo nulla, ma questa volta dei
bruciori
piuttosto forti si risvegliarono. Un lamento si bloccò sulle
mie labbra
trasformandosi in un sibilo. Si fermò subito -Perdonami, ma
non si può fare
diversamente- spiegò mortificato, non voleva farmi male, ma
era inevitabile.
Abbozzai un sorriso e con la mano buona gli feci segno di chinarsi. Lo
fece
subito, mettendosi ad un palmo dal mio viso con uno sguardo preoccupato
misto
desiderio. -Facciamo come quando mi hai reciso il braccio. Baciami,
sarà più
sopportabile-
-Ottima
idea, vhenan- e non facendosi pregare oltre lo sguardo gli si
illuminò, per poi
affondare nella mia bocca in modo possessivo. Mi concentrai sul
movimento delle
sue labbra sulle mie e delle nostre lingue che si cercavano. Una fitta
si fece
strada nella mia mente, mi bloccai e lui con me, come anche la magia di
guarigione -Per oggi va bene così, dimmi se senti
cambiamenti. Il dolore è un
buon segno, vuol dire che guarirà e che stai reagendo-
-Per quanto
dovremmo continuare così? Non voglio che trascuri quello che
stai facendo, per
me-
-Ma’arlath,
sono già stato tentato un’infinità di
volte ad abbandonare quello che sto
facendo. Solo per te. E se me lo chiedessi ora, lo farei
immediatamente- il
respiro mi si bloccò in gola -Sai che non potrei mai farti
una cosa del genere-
mi posò un bacio sulla fronte -E tu sai che non potrei mai
metterti in secondo
piano, sei diventata la mia ragione di vita in questo mondo che mi era
estraneo
e indifferente- il cuore come anche le guance si scaldarono -Vhenan, se
mi
guardi così perdo anche la minima volontà di
resisterti, ed la cosa più
difficile che mi sto imponendo da quando lo facevo a Skyhold, solo che
non ti
avevo già preso, ma solo assaggiato-
Sorrisi e
rialzai la mano buona accarezzandolo in viso, scesi sul collo e poi sul
petto,
restai un attimo a sentire i battiti del suo cuore contro il palmo. E
lo spinsi
via -Vai, poi Abelas è impegnato. Chi hai lasciato a gestire
i tuoi piani
folli?- si scostò aiutandomi a mettermi seduta ridacchiando
-La recluta, che
prova interesse per te. Andrò a salvarlo-
-Gli stai
facendo pagare questo suo interesse con gli interessi?- scherzai
-Basterebbe
che mi ascoltasse, visto che quando ci sei tu nei paraggi sembra
partire per
non so quali viaggi mentali. Non lo posso biasimare, ma magari sarebbe
il caso
di non farlo in modo così evidente davanti al marito
dell’interessata- risi -Chissà
tu invece alla sua età…- insinuai
-Io? Se
avessi fatto una cosa del genere mentre Mythal mi parlava, mi sarei
ritrovato
pelato prima del tempo- e accompagnò le parole toccandosi la
testa. Risi di
nuovo. Si chinò dandomi un bacio fugace per poi uscire. Mi
allungai sul letto
stando il più attenta possibile a non provocarmi altre
fitte, ma con poco
successo, dovetti fermarmi un attimo. Riuscii a prendere un libro e con
l’aiuto
del bastone mi avviai verso il giardino, ero stanca di restare in
camera. Dopo varie
difficoltà, dolori e il pericolo di cadere rovinosamente a
terra per più volte,
arrivai esausta sotto un albero. Le orecchie si erano tappate
avvertendomi che
ancora un po’ mi sarebbe girata la testa, ma per fortuna il
senso di malessere
si placò abbastanza in fretta. Stavo per immergermi nella
lettura quando udii
delle voci che conoscevo.
-Elen,
fermati! Vhenan…- disse Abelas con tono di voce per niente
tranquillo come al
solito
-Sei mio
amico, no? Non mi chiamare così!- rispose mia sorella
seccata. Udii il rumore
dei passi sul selciato di pietra arrestarsi bruscamente per entrambi,
silenzio
-Sei un idiota…- mormorò Elen. Quando sentii dei
gemiti di piacere. Oh…
maledizione! Non voglio origliare! Ma se mi muovo con la grazia di cui
sono
munita in questi giorni, gli rovino il momento!
-Ti amo! Ti
amo! In che lingua te lo devo dire?- esclamò Abelas
trasportato dalla passione che aveva messo in quella dichiarazione
-Come hai
potuto chiedermi di restare amici?- domandò Elen ancora
alterata
-Io…
non
voglio perderti tra qualche anno… come potrei continuare a
vivere un’eternità
senza di te?- rispose teso -Una mortale e un immortale…
è una follia-
-Abelas…
una
follia che voglio fare insieme a te. Ar lath, ma vhenan- disse
dolcemente.
Il respiro
mi si era bloccato, cavolo, ero emozionata io per loro. Altri passi
placarono
la mia euforia e me li vidi comparire da parte. Arrossii mortificata
per aver
ascoltato qualcosa che non avrei dovuto e nascosi il viso portandomi
una mano
in faccia -Perdonatemi… non riuscivo a muovermi…-
bisbigliai. Ad un tratto le
braccia di Elen mi strinsero a lei -Grazie lethallan, devi essere
veramente la
Dea dell’amore, mi hai decisamente portato fortuna. Grazie,
ti voglio bene-
sussurrò al mio orecchio. Rimasi scioccata in
quell’abbraccio che ricambiai
senza esitazione. Oltre la spalla di mia sorella vidi Abelas fissarci
rosso in
viso e appena incrociò il mio sguardo lo distolse
imbarazzato. -Ti voglio bene
anche io, sorellina. Non sai quanto sia contenta per te- mi
mostrò un largo
sorriso e si scostò alzandosi, velocemente infilò
una mano sotto al cappuccio
di Abelas impreparato a quel gesto e lo tirò verso di lei
baciandolo con passione.
Intanto gli abbassò il cappuccio rivelando dei capelli
bianchi argentati legati
in una lunga treccia. Rimasi basita a fissarli ed Elen
iniziò a ridacchiare
stringendosi a lui che cercava di recuperare il cappuccio per
rimetterselo con
la mano libera senza successo. -Perché li copri? Stai
benissimo- affermai e lui
si bloccò arrossendo ancora di più per il
complimento, sembrava una teiera che
stava per esplodere -Mia signora…- mormorò. Elen
rise posandogli un bacio sulla
guancia -Questo è un altro mistero, ma lo
scoprirò. Gliel’ho detto anche io che
sta benissimo! Ma non vuole…- disse fissandolo innamorata
persa. -Io…- lui
tossì schiarendosi la voce cercando di riprendersi -Io
dovrei tornare…- lo
bloccai -No, Abelas e anche tu Elen, avete una settimana tutta per voi e
soprattutto
tu Abelas ti meriti un po’ di riposo. Solo Elen, non farmi
diventare zia troppo
presto-
Ridacchiai
piano,
c’era Abelas che avrebbe voluto sparire nel terreno -No, va
bene che non ho un’eternità
davanti, ma non corriamo troppo. Poi sei tu la prima che dovresti farmi
diventare zia essendo la maggiore!- e mi fece l’occhiolino.
Abbozzai un sorriso
-Ti dobbiamo aiutare…- disse mia sorella -No, no,
resterò qui ancora un po’. Andate
pure- li guardai allontanarsi mano nella mano e Abelas riuscire
finalmente a
recuperare il suo cappuccio. Ridacchiai entusiasta e veramente
felicissima per
loro. Alzai il viso fissando le nuvole bianche in cielo per poi
chiudere gli
occhi.
-Vhenan…
vhenan…- la voce di Solas mi arrivò alle
orecchie. Aspetta, che…? Aprii gli
occhi trovandomelo accovacciato di fronte, lo fissai confusa, notando
che era
calata la sera. Non è possibile… mi sono
addormentata senza accorgermene! Mi passai
una mano sul viso -So che erano giorni che restavi chiusa in camera, ma
direi
che il pezzo di strada fino a qui ti ha fatto crollare, cuore mio-
abbozzai un
sorriso -A quanto pare…- mormorai mortificata -Ir
abelas…- non feci in tempo ad
aggiungere altro che mi passò un braccio sulla vita e
l’altro sotto le
ginocchia, prendendomi in braccio, di riflesso mi aggrappai al suo
collo -Non
osare scusarti- disse dolcemente. -Solas ce la faccio da
sola…- tentai, ma
inutilmente, si stava già avviando. Sospirai profondamente
-Lo so, ma voglio
togliere l’armatura e ho fame. Penso anche tu, no?- sorrisi e
appoggiai la
testa sulla pelliccia da lupo -Sì anche io ho fame, vhenan-
incrociammo degli
elfi che ci guardarono incuriositi e abbassai lo sguardo -Abelas ed
Elen?-
domandai curiosa.
Sorrise -Appena
sono stati notati mano nella mano, c’è stato uno
scrosciare di applausi,
soprattutto da chi è direttamente sotto il comando di Abelas
con lacrime di
gioia nel non dover più rischiare di morire- risi di gusto e
mi aggrappai
meglio a lui dandogli un bacio sul collo, una fitta però
arrivò a ricordarmi la
mia condizione fisica e chiusi gli occhi mostrando una smorfia. -Abbi
pazienza
ancora qualche giorno e vedrai che andrà meglio- disse
avendo notato la mia
espressione -Lo spero, perché come dice Shani
l’astinenza fa male e ti voglio-
risposi senza tanti giri di parole. Ridacchiò -Come siamo
dirette, anche io ma’arlath-
intanto si era appoggiato alla porta della nostra camera aprendola per
poi
richiuderla con un calcio. Mi appoggiò delicatamente sul
letto e si spostò
vicino ad un manichino su cui appoggiava l’armatura,
iniziando a togliersela. Era
una tortura vederlo spogliarsi e non poterlo aiutare, sospirai e
guardai da un’altra
parte, poi mi sarebbe toccato aspettare che andasse a prendere da
mangiare. Non
che non mi facesse piacere che si occupasse di me, ma mi mancava la mia
indipendenza. Il materasso vicino a me si piegò e alzai il
viso trovandomelo da
parte a fissarmi con un leggero sorriso -Cos’è
quel broncio?- domandò, ma senza
neanche aspettare avvicinò il viso al mio unendo le sue
labbra con le mie,
dolcemente si insinuò con la lingua, gli posai le mani sul
viso accarezzandolo -Tu
mi farai impazzire…- mormorai contro le sue labbra -Di
piacere, spero…-
rispose. Sorrisi e mi cinse la vita con un braccio e mise il viso
nell’incavo del
mio collo baciandomi e assaporandomi, degli intensi brividi di piacere
scesero giù
per la schiena -Solas…- sussurrai. Si bloccò,
rimanemmo però abbracciati -Sai
che se dovessimo farlo non ti procurerei piacere, ma dolore? Tutti i
tuoi
muscoli non sosterrebbero l’attività fisica. E non
voglio assolutamente farti
male, oltre che mi passerebbe del tutto la voglia se dovessi anche solo
provocarti dolore per sbaglio- lo strinsi di più -Lo so,
cuore mio. Ma il non
esserti messo ancora la maglia, non mi aiuta- avevo sotto le mani la
sua pelle
calda e dovetti sopprimere la voglia che avevo di accarezzarlo sul
petto e
sulla schiena. Però mi tolsi la soddisfazione di dagli un
bacio particolarmente
profondo sul collo che lo fece fremere.
-Vado a
prendere da mangiare- disse con voce profonda e si separò da
me, prendendo al
volo una maglia, infilandosela e uscendo dalla porta. Sospirai
profondamente e
scivolai sul letto cercando di prendere la veste da notte che avevo
lasciato
sulla sedia della scrivania. Ci riuscii e iniziai a spogliarmi,
buttando i
vestiti sulla sedia come una montagna di stracci.
Rientrò
con
un vassoio, ma la mia attenzione fu attirata dalla sua smorfia di
dolore e il
fianco della maglia rosso sangue. Mi allarmai -Siediti!- E mi allungai
con
altre fitte verso il cassetto del comodino da cui tirai fuori delle
garze. Mise
il vassoio sulla scrivania e si sedette da parte a me sul letto. -Non
avresti
dovuto portarmi in braccio… si è riaperta!- era
una ferita che non aveva notato
subito. Un ultimo tentativo di Geldauran non andato a buon fine, ma era
strana,
non si riusciva a guarirla con la magia, le pozioni di guarigione
fallivano e
con il metodo tradizionale faticava a cicatrizzarsi, almeno non era
molto profonda.
La tamponai togliendo il sangue in eccesso con la maglia che si era
tolto,
tanto ormai era da buttare e iniziai a far girare la garza attorno al
suo
torace, tutt’altro che semplice con una mano sola, ma mi
aiutò tenendone un’estremità
-Speravo che almeno avrei potuto fare a meno della
fasciatura…- borbottò -Sto
proprio invecchiando…- lo guardai di sottecchi -Ti devo
rispondere, vhenan?-
Invecchiando…
sì, come no, aveva un fisico da far invidia a un
ventenne e quando lasciava
libera la sua passionalità diventava ancora più
irresistibile. Una volta finito
presi il vassoio e iniziammo a mangiare, quando si sporse facendosi
più vicino
e appoggiò il viso sulla mia testa -Stai bene?-
-Sì,
pensavo…-
rispose vago
-Pensavi…
a
cosa?- domandai curiosa
Immerse il viso nei miei capelli e lo vidi chiudere gli occhi -Nulla d’importante- non mi aveva convinto, ma forse era solo stanco e non indagai oltre.
Non pensavo di
sfornare questo capitolo a solo una settimana di distanza dal
precendente, ma mi è venuta l'ispirazione! Quindi sono
curiosa di sapere cosa ne pensate di Elen e Abelas che
è rinsavito prima di fregarsi da solo, come invece qualcuno
di nostra conoscenza(vero Solas?). Spero vi sia piaciuto come ho fatto
mettere insieme definivamente questa coppia che non preoccupatevi non
trascurerò, spero non sia stata una situazione troppo
scontata, ma li ho trovati molto dolci entrambi. Yen come avrete capito
è tutta rotta, e penso che come punizione per averla ridotta
così mi sono beccata un colpo d'aria sabato alla schiena...
e mi ha fatto premurosamente capire come si sta sentendo, ma per mia
fortuna sono già quasi del tutto guarita! Al prossimo
capitolo!