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Autore: The_Storyteller    03/12/2018    1 recensioni
Sono passati dieci anni dagli eventi di DA:I - Intruso. Saoirse e Cullen hanno costruito una famiglia, ma il passato sembra destinato a tornare...
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cassandra Pentaghast, Cullen, Inquisitore, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I raggi della luna facevano timidamente capolino da dietro le nubi, rischiarando coi loro riflessi argentei i corridoi di Villa Maurel. Saoirse raggiunse la porta della sua stanza e spense la candela che teneva in mano, poi aprì pian piano l’uscio per non svegliare suo marito, ma si sorprese nel trovarlo ancora sveglio.
Cullen era seduto sul letto e si teneva la testa fra le mani, mormorando frasi che la maga non riusciva a sentire.
– Stai bene, caro?- chiese Saoirse preoccupata. L’uomo alzò di scattò la testa, colto di sorpresa: aveva la fronte imperlata di sudore e gli occhi leggermente inumiditi.
Saoirse capì che suo marito aveva avuto un incubo; si sedette al suo fianco e gli accarezzò la mano per tranquillizzarlo, aspettando che fosse lui a decidere se voler parlare o meno.
Passarono alcuni minuti in silenzio, poi Cullen raccontò il suo sogno: - Ero nella foresta e continuavo a chiamare Luna, ma lei non rispondeva. E poi, a un certo punto, la vedo davanti a me...morta, dilaniata da quel maledetto orso...-
Si mise una mano sugli occhi, mentre l’angoscia gli faceva tremare la voce: - Se non fossimo tornati all’accampamento, se non avessimo fatto in tempo... li avremmo persi entrambi...- disse, cercando di trattenere un singulto.
Saoirse cercò di consolarlo: - Li abbiamo salvati, Cullen. Per fortuna non è successo...-
- Ma sarebbe potuto succedere!- replicò lui.
- Non sarebbero dovuti venire! Che razza di padre sono se non riesco a proteggere i nostri figli?- disse angosciato, mentre le lacrime gli scendevano dagli occhi.
Prese poi la protesi di sua moglie, stringendola con amarezza: - Non sono riuscito a proteggere te, quando l’Ancora stava per ucciderti... Non sono riuscito a proteggere i miei amici durante il Flagello, né gli abitanti di Kirkwall... Ho fallito, Saoirse, ho fallito...-
Saoirse lo abbracciò dolcemente, baciandogli la fronte e accarezzandogli i capelli, mentre l’uomo si sfogava piangendo in silenzio. Non lo aveva mai visto così disperato.
La donna si sentì un groppo in gola, ma fece uno sforzo per trattenere le lacrime: - Non è vero, Cullen. Tu sei l’uomo più coraggioso e premuroso che abbia mai conosciuto. Sei un buon padre e i tuoi figli ti adorano. E io...- gli sussurrò guardandolo negli occhi - non vorrei avere nessun altro al mio fianco, se non tu-
Cullen rimase abbracciato a sua moglie, accoccolato nell’incavo della sua spalla, e sembrò calmarsi un po’.
- Che cosa ho fatto per meritarti?- le sussurrò. Saoirse gli sorrise dolcemente, mentre continuava ad accarezzargli i ricci biondi.
- Sei rimasto te stesso- rispose. Si misero finalmente a dormire, e Saoirse decise che avrebbe informato Cullen riguardo le Voci al loro ritorno a Skyhold.
 
Luna era sconvolta: non aveva mai visto suo padre così. Stava per entrare in camera dei suoi genitori, invece si era fermata dietro la porta e aveva assistito alla crisi di Cullen. Aveva sentito il cuore stringersi nell’angoscia e tratteneva ancora a stento le lacrime. Ritornò nella sua stanza in punta di piedi, mentre Rowan dormiva profondamente, e si mise a letto.
Tentò di non ripensare alla scena che aveva appena visto e cominciò a sognare.
Era una giornata assolata, e la bambina si trovava all’esterno di Villa Maurel. Sentì rumori di combattimenti e si diresse verso il giardino della villa: vicino a uno dei gazebo vide sua madre combattere contro quello che sembrava uno chevalier orlesiano.
- E anche Duhaime è andato!- udì, e vide che c’era anche la zia Cassandra.
- Ora manca Maliphant. Scommetto che si trova all’interno della villa- disse Saoirse.
Luna riconobbe anche Cole, grazie al suo caratteristico cappello. C’era pure una terza persona, che la bambina identificò essere un mago grazie al bastone che teneva in mano, ma non riuscì a vederlo in volto a causa di un cappuccio che indossava. Seguì da lontano il quartetto mentre entrava nell’edificio, e dopo qualche minuto i combattimenti ripresero. Luna raggiunse il cortile proprio mentre sua madre stava scagliando una scarica di fulmini, facilitando il lavoro a Cole e Cassandra nell’attaccare corpo a corpo.
All’improvviso un uomo armato di pugnali comparve dietro Saoirse.
- Attenta mamma!- gridò Luna. Il nemico stava per colpire sua madre, ma l’altro mago lanciò una barriera che la protesse dall’attacco. Saoirse lanciò un incantesimo di ghiaccio, e Cassandra diede il colpo finale a Maliphant. I quattro ripresero fiato per qualche minuto.
- Dobbiamo solo fermare Auguste, e finalmente gli Uomini Liberi non daranno più fastidio ai civili- esclamò Saoirse. Si diressero poi verso una delle porte che conducevano all’interno dell’edificio, ma il mago sconosciuto rimase indietro e a Luna sembrò che si fosse fermato a guardarla. Luna l’osservò: non sapeva chi fosse e non l’aveva mai visto, eppure aveva qualcosa di famigliare.
Tutto a un tratto scomparve tutto: Villa Maurel, sua madre e gli altri, non era rimasto nulla. “Se vuoi, ti aspetto nel cortile” sentì nell’aria, e vide di nuovo il lupo bianco osservarla da lontano.
 
Il sogno si interruppe. Luna si svegliò e sentì che suo fratello si stava alzando da letto. Lo osservò al buio mentre, con il cuscino sottobraccio, si dirigeva verso la camera dei loro genitori. Aspettò qualche minuto, quindi si alzò anche lei e si diresse verso la finestra che dava sul cortile, per verificare se la voce misteriosa fosse veritiera; e lo era, poiché vide una figura stare in piedi in mezzo allo spiazzo. Ma poteva fidarsi?
Incuriosita da quella presenza, Luna si infilò degli scarponcini e indossò un maglioncino, poi si diresse verso le scale che portavano al piano inferiore facendo il minor rumore possibile. Arrivò al portico e, cautamente, si avvicinò alle balaustre che circondavano il cortile; chiunque fosse, quella persona non sembrava essersi accorta di lei.
Luna si sporse da una colonna, continuando a studiare quella strana presenza: notò che sotto il mantello indossava un’armatura pregiata e non aveva con sé armi o bastoni. Non sembrava avere cattive intenzioni, eppure era entrato di nascosto nella villa; che cosa poteva avere in mente?
La bambina si accorse troppo tardi che il misterioso visitatore l’aveva notata. Lei rimase immobile, aspettando la sua prossima mossa e, nel caso, pronta a difendersi.
Invece, la figura si tolse il cappuccio, permettendo alla luce lunare di illuminargli il volto e rivelando la sua identità.
Luna spalancò gli occhi dallo stupore.
- Sei tu...- disse in un sussurro. Un sorriso comparve sul volto della piccola, che si avvicinò al misterioso ospite. Lo abbracciò con gioia, cogliendolo di sorpresa.
- Sei tornato...- gli disse affettuosamente.
 
Il sonno di Saoirse era turbato dalle Voci. Erano cominciate soltanto da qualche minuto, eppure alla maga sembravano durare da ore: tra sussurri e bisbigli, stavano cercando di dirle qualcosa: “Somn... da’len... lethall... Fen...”, in una cantilena senza fine che si ripeteva con un ritmo ipnotico.
La donna aprì gli occhi di scatto e con una strana sensazione; era successo qualcosa, stava succedendo qualcosa, ma non riusciva a capire. Si girò a osservare suo figlio dormire beatamente, accoccolato tra le braccia di Cullen. Diede una carezza a Rowan, poi si alzò e si coprì con uno scialle e andò verso la porta. Era così preoccupata che non indossò nemmeno la protesi, e si diresse verso la camera dei bambini.
La preoccupazione aumentò quando vide che Luna non era nel suo letto, e uscì velocemente dalla stanza per andarla a cercare.
Da quella notte di cinque anni prima, Luna aveva sofferto di alcuni episodi di sonnambulismo: erano piuttosto rari, ma ogni volta lei e Cullen si preoccupavano che potesse farsi del male, e ogni volta la trovavano addormentata sul divano nella stanza più bassa della torre circolare.
Ma Villa Maurel non era Skyhold, e in un ambiente a lei sconosciuto Luna avrebbe potuto ferirsi. La maga raggiunse il piano terra e controllò un paio di stanze, quando sentì alcune voci provenire dal cortile: riconobbe la voce di Luna, poi ne udì un’altra. Chi mai poteva essere? E più la voce misteriosa diventava chiara, più le sembrava famigliare.
Saoirse uscì dall’edificio e si affacciò verso il chiostro, origliando ciò che sua figlia stava dicendo: - E quindi è colpa mia se papà è triste, io dovevo badare a Rowan, io dovevo proteggerlo...- disse tirando su col naso.
- Invece sei stata molto coraggiosa. Sei ancora piccola, ma sai già cosa vuol dire essere responsabile e ciò ti fa onore.-
Saoirse ebbe un colpo al cuore quando vide con chi stava parlando Luna.
Luna e il suo interlocutore si interruppero quando videro Saoirse avanzare verso di loro, con gli occhi sgranati dall’incredulità.
- Solas...- sussurrò appena la maga.
Dopo dieci lunghi anni, dopo il loro ultimo incontro nelle rovine elfiche, Solas era tornato. Colui che l’aveva salvata dall’Ancora, colui che le aveva raccontato le meraviglie dell’Oblio, colui che voleva distruggere il Velo e riportare alla vita gli antichi elfi... era tornato.
Luna andò verso sua madre: - Non arrabbiarti, mamma. Lui è il Signor Lupo Triste. Mi ha salvata dall’orso questo pomeriggio!- disse concitata.
Saoirse si stava ancora riprendendo dal ritorno dell’elfo, e rimase ancora più sorpresa nell’udire quelle parole. Rimase in silenzio per qualche minuto, poi si rivolse con tono calmo alla figlia: - Dovresti essere a dormire a quest’ora. Su, torna in camera tua. Io e... il Signor Lupo Triste dobbiamo parlare da soli- le disse.
Luna la guardò confusa, poi si voltò verso Solas che le fece un cenno d’assenso, infine salutò la madre e ritornò all’interno della villa.
 
I due maghi rimasero soli senza proferire una parola. Saoirse sentiva un peso al cuore che non riusciva a spiegarsi, mentre la sua mente era sempre più confusa.
- Ti trovo bene, Saoirse- disse Solas interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
- Perché sei qui Solas?- chiese lei bruscamente.
Solas osservò il cielo stellato con uno sguardo malinconico, poi rispose: - Volevo vedere un’amica. E ne ho ritrovate due.-
Saoirse si morse il labbro, confusa dal carico di emozioni che le turbavano il cuore: Solas era stato uno dei suoi amici più fidati fin dai primi giorni a Haven. Era stato il suo insegnante quando aveva deciso di diventare una maga degli Squarci, e il suo maestro riguardo i misteri dell’Oblio. A volte non erano stati d’accordo su alcune decisioni, ma l’elfo aveva sempre ammirato la capacità di riflessione della maga umana, e lei era sempre stata al suo fianco quando aveva avuto bisogno di aiuto.
- È vero ciò che ha detto Luna? Che l’hai salvata dall’orso?- cambiò discorso Saoirse.
L’elfo accennò un sorriso e annuì in silenzio: - Mi sarei sentito un mostro, se non fossi intervenuto- disse lui.
Saoirse lo guardò con gratitudine, quasi con tenerezza: - Grazie Solas. Davvero.-
- In realtà...sono venuto per un altro motivo- aggiunse.
Saoirse si allarmò, ma mantenne la calma mentre Solas si avvicinava a lei.
- Tu e Cullen avete dei figli meravigliosi, lethallan, ma tua figlia è... speciale.-
Un’espressione interrogativa apparve sul volto della maga, ma l’elfo interruppe ancora una volta il flusso dei suoi pensieri con una domanda a bruciapelo: - Quando è stata concepita Luna?-
Saoirse rimase stupita e imbarazzata da quella frase : - Scusa?!-
Solas rimase serio: - È importante, Saoirse. Quando ci siamo incontrati, dieci anni fa, eri già incinta?-
La maga rimase ancora in imbarazzo, ma si costrinse a ragionare e a rispondere: - Io... Sì, io e Cullen avevamo già ... “trascorso” la prima notte di nozze...- mormorò.
Solas sembrò rimuginare su ciò che le aveva appena la maga: - L’energia sprigionata dall’Ancora ha fatto la sua parte. E a questo bisogna aggiungere il tuo legame con l’Oblio, essendo maga degli Squarci, e il fatto che hai bevuto dal Vir’abelasan... Tutto torna...-
- Cosa torna? Solas, ti prego, spiegati! Mi stai facendo preoccupare- disse lei esasperata.
Il mago elfico prese un respiro profondo, poi rispose a Saoirse: -Tua figlia è una Somniari. Una Sognatrice, come me.-
 
Questa notizia fu un colpo al cuore per Saoirse, come se qualcuno avesse lanciato un sasso nel lago della sua vita e avesse alzato infinite increspature. Mille preoccupazioni le aggredirono la mente: la sua bambina era una Sognatrice. Sapeva di cosa erano capaci, conosceva le loro capacità... e i pericoli che correvano nell’Oblio.
- Come fai ad esserne sicuro?- chiese la donna.
Solas si avvicinò alla maga: - All’inizio è stato solo un caso. Nei miei viaggi nell’Oblio mi capitava di vedere tua figlia e non sapevo spiegarmi se era veramente lei o uno spirito con le sue sembianze. Così, per verificare la mia ipotesi, ho dovuto aspettare che tua figlia rivivesse un ricordo in cui ero presente. Ho aspettato e aspettato, finché la mia pazienza non è stata ricompensata e la mia tesi si è rivelata esatta.-
Saoirse si strinse a sé, turbata da quelle parole: - Come posso proteggere Luna dai demoni? Come posso proteggerla da...- si interruppe, fissando l’elfo.
-...Da me?- terminò lui.
Lei scosse la testa, sempre più confusa, poi avvertì la presenza di Solas di fronte a lei, mentre l’elfo le sfiorava con affetto il braccio mutilato: - Capisco le tue paure, Saoirse. Anche se non intendo rinunciare a riportare alla vita il mondo di Arlathan, ti giuro che mai e poi mai proverò ad attaccare i tuoi affetti. Hai la mia parola- disse con tono serio.
- La parola di Solas... o quella di Fen’Harel?- chiese di rimando Saoirse.
L’elfo abbassò lo sguardo, socchiudendo gli occhi. - La parola di un amico- rispose.
Le mise una mano sulla spalla, accennando un sorriso: - È tardi per tutti e due, ormai. È tempo che ognuno di noi ritorni dai proprio cari. Ti auguro ogni bene, Saoirse.-
Solas le fece un ultimo cenno di saluto, poi si diresse verso l’uscita della villa. La maga lo osservò andare finché non sparì dalla sua vista, quindi entrò nell’edificio.
- Puoi uscire adesso- disse.
Ci fu un attimo di attesa, poi Luna si spostò dalla tenda dietro la quale si era nascosta. Saoirse la guardò con tenerezza, accarezzandole i capelli dolcemente.
- Andiamo a dormire. A Skyhold ti racconterò del tuo amico Lupo Triste.-

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Finalmente pubblico l'ultima parte di questa lunga storia. Mi ci è voluto più tempo del previsto, ma spero che apprezzerete questo incontro improvviso tra il nostro Solas preferito e la mia Saoirse. Spero vi piaccia =)!
   
 
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