Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: RaidenCold    04/12/2018    0 recensioni
Numerosi destini si incrociano nella città di Caravan Palace, legati dai bizzarri poteri noti come "Stand".
I giovani Joey e Joanna dovranno fare i conti con complotti e misteri, ma nel loro cammino non incontreranno solo nemici, bensì anche nuovi alleati che combatteranno al loro fianco lotte sempre più dure: sarà proprio in queste battaglie che i protagonisti impareranno a conoscere loro stessi, i propri Stand, ed i motivi per cui hanno ricevuto tale dono.
(Postilla della'autore: era da tanto tempo che volevo scrivere una storia su uno dei miei fumetti preferiti, spero possa piacervi, e che in essa, nonostante il mio tocco personale, possiate trovare il senso di "Bizzarria" che mi ha sempre affascinato nei lavori del grande Hirohiko Araki.
Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutato nella stesura di questa storia, ed in particolare TheShieldOfClouds, che trovate qui su Efp, e Saru Mimiwara.)
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Come spesso accade in una fiaba che i genitori raccontano ai loro figli, la notte si era fatta buia e tempestosa.

Cirano se ne stava nella stanza, seduto su una poltroncina a braccia conserte, quando d’un tratto sentì bussare, e subito invitò ad entrare.

“E’ tutto a posto?” - domandò Rising aprendo la porta.

Il giovane si limitò a rispondere con un cenno affermativo.

“Sicuro? Guarda che ti si vede in faccia che sei inquieto.”

“Ecco… è che ho una brutta sensazione.”

“Forse non sei più abituato a dormire in una casa.”

“Non è quello, è che… non so spiegartelo.”

“Va bene, in ogni caso io non posso fare veglie alla Batman: domattina devo andare a lavorare.”

“Ah, tu lavori?”

“Eh già.”

“Pensavo fossi una compagna di classe di Joanna.”

“Negativo, io sono più grande di lei, ho già finito gli studi e lavoro in un’erboristeria; piuttosto tu, hai detto di avere tredici anni, ma immagino che non vada da un po’ a scuola…”

“Già, anche se in fondo la cosa non mi duole poi tanto.”

“Quando tutto questo sarà finito dovresti tornarci.”

Cirano sbuffò ridacchiando:
“Ammettendo che ci sia una fine, chissà se riuscirei a tornare alla normalità…”

“Non si può scappare per sempre; io comunque sono convinta che farai la scelta giusta. Ad ogni modo, se ti serve qualcosa dimmelo, ma non svegliarmi o ti scotenno.” - e a quel punto la ragazza sorrise in modo melenso e guadagnò l’uscita, sotto lo sguardo perturbato di Cirano.

 

 

Dopo un po’ il giovane si era messo l’anima in pace e, spenta la luce, si era coricato; tuttavia non riusciva a prendere sonno, e continuava a girarsi e rigirarsi nel letto.

Di tanto in tanto un lampo illuminava la stanza, mostrando armadi, quadri, e soprammobili vari.

D’un tratto però un baleno rivelò, sulla finestra accanto al letto, la presenza di una figura poggiata sul vetro che osservava Cirano con occhi vitrei, ed il giovane subito scattò in piedi allontanandosi: avrebbe riconosciuto tra mille quel naso adunco e bitorzoluto, e quei piccoli occhietti costellati da verruche purulente.

Fece per accendere la luce, ma l’interruttore non funzionò, e in quel momento si accorse che anche tutti gli altri oggetti della stanza alimentati a corrente erano spenti.

Corse fuori dalla stanza, gridando il nome di Rising, ma senza ottenere risposta, pertanto si recò nella sua stanza: nemmeno lì nessuna risposta o segno da parte della ragazza.

Era rimasto solo e al buio, salvo i brevi momenti in cui lo scintillare della tempesta illuminava la casa; probabilmente Rising aveva una torcia da qualche parte, ma non conoscendo l’abitazione poteva essere ovunque, e Cirano non aveva con sé neppure un cellulare con cui far luce.

D’improvviso udì il parquet del corridoio scricchiolare in lontananza, e si fermò ad ascoltare quel suono: lo scricchiolio andava crescendo, diventando sempre più pesante e vicino, fino a ché Cirano poté udire nettamente un rumore di passi venire verso di lui.

E mentre i passi si avvicinavano, sentì quella risata ragliante e gutturale che lo tormentava ogni notte nei sui incubi: Greta Van Fleet era proprio lì, e stava venendo a prenderlo.

Dietro vi era la stanza di Rising, e davanti il corridoio: Cirano stava seriamente prendendo in considerazione di buttarsi dalla finestra della camera alle sue spalle, nonostante si trovasse al secondo piano di un condominio.

“Scommetto che stai pensando di buttarti di sotto” - lo sfotté la megera - “d’altronde non potevo aspettarmi nient’altro da un moccioso figlio d’un cane ingrato!”

A quel punto, toccato sul vivo, Cirano sfoderò Bee Gees e si preparò a combattere: se doveva morire almeno avrebbe tentato di cavarle gli occhi col pungiglione del suo Stand.

“Vuoi davvero affrontarmi, brutto schifoso? Ho ucciso tutta la tua famiglia per punirla, e ora ti punirò, si ti punirò!”

La cosa che più irritava Cirano era l’idea che Greta stesse agendo nella convinzione di aver subito un torto:

“L’unica che andrebbe punita qua saresti tu semmai!”

“No, siete tutti infami, ingrati, mi avete sfruttato mettendomi a lavorare, e poi mi avete chiuso le porte in faccia!”

“Tu volevi solo i nostri soldi!”

“Quei soldi erano tutti miei, me li sono meritati, tutti quanti, dovete morire tutti per i miei soldi!”

Cirano non era sicuro se la vecchia pensasse davvero tutte quelle cose assurde e vivesse in una realtà distorta, o se stesse solo tentando di stizzirlo per sfregio.

“Ora soffoca maledetto!”

 

Di colpo un raggio di luce violacea fendette l’aria e colpì la spalla di Greta, la quale emise un latrato disumano e si rannicchiò per terra; Cirano poté così vedere, in fondo al corridoio, un grande occhio tondo dall’iride luminosa, che dopo pochi istanti si liquefece.

 

“Dunque avresti sterminato una famiglia soltanto per denaro?”

 

Una voce imperiosa ma graffiata, che Cirano aveva già udito.

 

Da una porta in fondo, uscì una bionda figura con una giacca in pelle, portante in mano una lanterna ad olio che illuminò tutto il corridoio: Cirano scoppiò quasi in lacrime quando vide Joey sbucare dalle tenebre portando la luce con sé.

Greta si rialzò ringhiando:
“Il MIO denaro!”

A quel punto la megera sfoderò una nube tossica interamente indirizzata contro il nuovo arrivato, dopodiché scoppiò a ridere platealmente, e si voltò verso Cirano:
“Io sono la più furba, nessuno può battere il mio Blowin’in the Wind, merito tutto quanto perché sono la più forte e la più furba! Prendi le mie spore e muori anche tu!”

Cirano sentì una figura sgusciargli da dietro, e subito dopo qualcosa gli venne posato attorno al volto: la nube tossica lo investì, ma quella sorta di maschera lo protesse, e gli consentì al contempo di respirare.

“Scusa se ti ho fatto aspettare.”

Cirano si voltò e vide Rising, con indosso la medesima protezione sul volto:
“Queste sono frutto del mio Stand, Material Girl: posso generare cristalli di silicio e manovrarli per creare oggetti. Devo ammettere che non è stato semplice produrre queste maschere antigas, ma ti dirò, il risultato mi soddisfa davvero, credo siano il mio capolavoro!”

Greta, sempre più irritata fece per saltare addosso ai due, ma Rising si portò avanti e la colpì in pieno volto, facendole volare uno dei suoi pochi denti marci.
“Posso anche coprirmi con un’armatura; è molto utile quando devi pestare qualcuno!”

Joey si avvicinò, rivelando di avere indosso anch’egli la maschera, e a quel punto Greta si ritrovò circondata da entrambe le direzioni:
“Maledetti, non mi avrete mai!” - ringhiò, per poi affondare un pugno violento a terra, sfondando il pavimento ed aprendo un buco che dava sul piano di sotto.

 

L’appartamento era buio, ma grazie ai suoi nuovi occhi Greta poteva vedere perfettamente nell’oscurità, e subito cercò una finestra od una porta con cui scappare dal condominio: sarebbe tornata un’altra volta, e avrebbe punito quei miserabili uno ad uno, facendogli patire le pene dell’inferno.

E mentre si gongolava coi suoi pensieri vendicativi, di nuovo quel raggio la colpì, questa volta sulla gamba, e fu costretta ad accovacciarsi nuovamente.

“Dove sei… vieni fuori, non vale” - cominciò a piagnucolare - “ti prego io sarò brava, non fare del male a una brava persona!”

In quel momento udì un ronzio, dopodiché qualcosa le atterrò nell’occhio infilzandolo rapido.

A quel punto numerose iridi si illuminarono nella stanza, rivelando la presenza di Budd e di Joanna:

“E’ finita, arrenditi” - disse l’uomo - “sapevo avresti attaccato questa notte, ho fatto girare io apposta tutte le notizie su Cirano, poiché volevamo attirare la tua attenzione, Greta Van Fleet. Staccarci le luci è stato un colpo basso, ma almeno ho fatto sgomberare l’edificio con la scusa di una disinfestazione, e non potrai fare del male a nessun altro: è davvero una fortuna avere uno Stand come il mio Imagine Dragons che distorce le immagini in questi casi, facendo vedere alle persone documenti falsi di autorità che neppure esistono.”

“E’ una congiura, una congiura ai miei danni, non me lo merito, è quella famiglia che deve pagare, anzi, deve pagarmi!”

Joanna a quel punto si alterò visibilmente, e davanti a lei comparve una figura femminile con una semi-casco da metà faccia in poi, avente un unico occhio sporgente dalla calotta, come una specie di piccolo cannocchiale; aveva un sorta di vestito lungo spaccato, sopra cui vi erano disseminati innumerevoli occhi identici a quelli che avevano lanciato i precedenti raggi di energia.

“Forse sei solo una pazza” - disse Joanna rabbiosamente - “ma in ogni caso hai fatto soffrire le pene dell’inferno a Cirano…”

“Non ho avuto i miei soldi!” - grugnì la vecchia.

“Se per quei soldi eri disposta a sterminare una famiglia allora non meritavi neppure un centesimo!”

“Erano miei!!!”

L’unico grande occhio dello Stand di Joanna iniziò a brillare, e poco dopo un raggio di luce più intenso dei precedenti investì Greta, troncandole di netto un braccio.

“Adesso ti arrenderai, dopodiché chiameremo la polizia, ti costituirai e ammetterai tutti i tuoi crimini.” - tuonò Budd portandosi davanti alla vecchia che latrava tastandosi il braccio.

 

“Pensi di aver vinto?” - ridacchiò improvvisamente Greta.

Dal moncone fuoriuscirono dei filamenti di carne che si allungarono ed afferrarono il braccio mozzato, riportandolo al proprio posto, dopodiché con uno scatto la vecchia affondò la sua grinzosa mano artigliata nel ventre di Budd:
“Rigenerò questa ferita col tuo sangue schifoso, e poi ammazzerò te e tutta la tua famiglia!”

In quel momento Joey, Cirano, e Risng entrarono sfondando la porta, e subito quest’ultima si coprì dell’armatura di Material Girl, e generata un’ascia tranciò il polso della mano conficcata in Budd, mentre i due ragazzi trascinarono via Greta per allontanarla; ma con una forza inumana li sollevò entrambi ed affondò anche in loro le sue lingue di carne, iniziando ad abbeverarsi del sangue dei due ragazzi.

In risposta Rising generò un’altra scure, e con entrambe le lame fece per avventarsi sulla nemica, ma questa portò davanti a sé i due, usandoli come scudi umani.

“Ho vinto io!” - ridacchiò indietreggiando fino alla porta.

“No…” - bisbigliò Joey quando furono sotto l’uscio.

“Come?” - grugnì stizzita Greta.

“Sei…”

“Sono?!”

“Sei… esattamente dove volevo che fossi.”

In quel momento Greta si ritrovò incastonata nella porta che fino ad un istante prima era in pezzi sul pavimento, con soltanto il volto e gli avambracci liberi dal legno:
“Schifoso…! Però vi ho ancora in pugno, e succhierò tutto il vostro sangue, non mollerò mai la presa!!!”

Rising lanciò un’ascia a Budd, dopodiché con uno scatto si portarono vicino alla porta e tagliarono le braccia di Greta, per poi allontanarsi subito dopo coi due ragazzi; prima che la vecchia potesse sfoderare nuovamente le sue lingue carnose, Rising ricoprì i monconi con uno spesso strato di silicio.

Al culmine dell’ira, Greta distrusse nuovamente la porta, liberandosi e furiosa fece per avventarsi sul gruppo, ma un nuovo raggio di luce la travolse, aprendole un buco in mezzo al petto: eppure, la megera ancora stava in piedi, e nonostante lo Stand di Joanna continuasse a colpirla rallentandola, non accennava ad arrestarsi

“One Vision l’ha colpita tre volte questa sera ed ancora non cede, ma che diavolo di mostro è?!” - esclamò Rising.

“E’ una non-morta” - commentò Budd - “e si nutre di sangue.”

“No andiamo, non mi starai mica dicendo che è un…”

“Proprio così Rising: credo che Greta Van Fleet sia un vampiro.”

“Quindi è immortale?” - chiese Joey.

“No credo possa ucciderla la luce del sole, ma manca ancora parecchio all’alba, e con questa pioggia non credo che vedremmo comunque la luce del giorno per un po’…” - rispose Budd.

“E se le venisse disintegrata la testa?”

“Il raggio di Joanna è forte, ma è troppo sottile per farlo.”

“Non parlavo di quello… ho bisogno di una pentola!” - esclamò per poi correre via.

“In una situazione come questa pensa a cucinare?” - commentò Rising perplessa.
“Qualunque cosa abbia in mente” - aggiunse Budd - “deve fare in fretta: One Vision sta consumando rapidamente le forze di Joanna, non le rimane più molto tempo.”

A quel punto Rising si avvolse completamente in un’armatura di Silicio generata dal suo Stand:
“Ci penserò io trattenerla: se riuscissi ad afferrarla potrei creare un catenaccio in cui bloccarla fino a ché non spunta il sole.”

In quel momento Joey spuntò fuori con in mano una casseruola e si portò sulla nemica:

“Joanna, non sparare più!”

Ormai esausta la ragazza accolse con piacere quella richiesta, e col fiato corto si adagiò a terra seduta, mentre Joey pose la pentola in testa alla vecchia, e poi si allontanò di scatto: a quel punto il metallo della pentola si squagliò, riversandosi sul capo di Greta.

“Spero che i tuoi timpani non si siano ancora bruciati” - la incalzò Joey - “perché ora voglio spiegarti come funziona il mio Stand: può riportare le cose ad un precedente stato. Non ti è chiaro? Guarda questa pentola: il metallo da cui è stata ottenuta per essere lavorato è stato fatto fondere, ed ora io l’ho riportato a quel preciso momento!”

Greta Van Fleet, senza braccia e con la testa in fiamme, si dimenava urlando in modo disumano, e dal suo corpo fuoriuscirono diversi tubetti carnosi che tentarono di afferrare chiunque si trovasse sulla loro portata, come un ultimo disperato tentativo di aggrapparsi alla vita, o meglio, alla non-vita;

dopo pochi minuti, la testa della vampira fu completamente sciolta, e di lei rimase solo il corpo mutilato e pieno di buchi.

 

“Dunque è così che si uccide un vampiro…” - commentò Rising per smorzare la tensione; a parte lei però, nessuno aveva molta voglia di parlare.

In particolare, Joey se ne stava sopra il cadavere della vecchia, osservandola impassibile con lo sguardo sbarrato, e solo sentendo un tocco sulla pelle si destò dalla sua macabra contemplazione:
“Joey, è finita…” - gli disse Joanna stringendogli delicatamente la mano.

“Già.” - aggiunse laconico il ragazzo.

A quel punto il silenzio della sala venne squarciato dal grido di Cirano: dopo mesi di fuga, era finalmente libero di poter piangere la morte di tutti i suoi cari.

Si lasciò andare ad un pianto disperato, carico di tutte le emozioni che non aveva potuto provare; Rising lo abbracciò, cercando di consolarlo, ma ci vollero diversi minuti prima che Cirano riuscisse a placare il suo animo.

 

Come coraggiosi cavalieri in una fiaba, i cinque si erano opposti al male e avevano affrontato e sconfitto un mostro; nessuno di loro poteva immaginare che quella era soltanto la prima delle innumerevoli prove che avrebbero dovuto affrontare.

   
 
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