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Autore: Mari Lace    04/12/2018    3 recensioni
{Ambientata idealmente circa due anni prima che Shiho lasci l'organizzazione}
«Che hai combinato?» sbottò Gin, irritato. Si avvicinò al corpo della scienziata per tastarle il polso; se quella ragazzina si fosse uccisa, quasi sotto i suoi occhi per di più, avrebbe dovuto affrontare non poche seccature.
«Sola…»
Il rantolio che le sfuggì dalle labbra gli dimostrò che no, non era morta, per il momento. Le afferrò il polso e la tirò bruscamente su. Sembrava illesa; aveva gli occhi chiusi, tuttavia. «Ahi!» protestò, una volta in piedi. Aprì di scatto le palpebre e lo fulminò con i suoi occhi celesti. Gli ricordarono il mare in tempesta. «Tu non sei Tanaka», gli soffiò in faccia. «Hai un volto familiare, però».

{La storia partecipa al Calendario dell'Avvento del gruppo fb The Writing Spell.}
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Tooru Amuro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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StoriaMari
A Ile,
spero tu possa superare presto questo momento buio.
Con affetto
~

Labbra e vin brûlé






Gin era mortalmente annoiato.
Dicembre si stava dimostrando di una monotonia unica, senza incarichi da portare a termine. Non c'era neanche Vodka da tormentare, dato che l'aveva dislocato a occuparsi di una faccenda di minore importanza.
Come se non bastasse, si avvicinava Natale, festa straniera che il Giappone moderno aveva importato con decisamente troppo entusiasmo, a suo parere. Camminare per la città invasa di festoni gli suscitava un forte impulso a estrarre la pistola e utilizzarli come bersagli.
A irritarlo più di ogni altra cosa, tuttavia, era Bourbon, l'odioso nuovo elemento che aveva ricevuto un nome dal boss in tempi relativamente brevi. A Gin non piaceva, aveva detestato il suo sorriso falso fin dal primo sguardo. Il primo dicembre aveva dichiarato di voler rallegrare un po' l'atmosfera cupa della base e si era messo a distribuire a chiunque gli capitasse a tiro tazze fumanti di vino caldo. Non solo vino, aveva tentato di spiegargli; era una qualche usanza europea. “Vin brûlé”, l'aveva chiamato: vino speziato. Tutte sciocchezze. Ne aveva preso un sorso, solo per poi lasciar cadere la tazza proprio sotto lo sguardo impassibile di Bourbon. «Umore nero?» era stato l'unico commento del ragazzo sorridente. Gin l'aveva freddato con lo sguardo, evitando di perderci altro tempo solo perché in quel momento era apparso Scotch.
Erano passati tre giorni, ma girando a tempo perso – a controllare, diceva a sé stesso e a chiunque lo chiedesse – per la base poté constatare che Bourbon non aveva desistito dal suo intento. Riconosceva l'odore irritante del vino aromatizzato in quasi tutti i laboratori.
Un rumore sordo, come il tonfo di un cadavere, attirò la sua attenzione, distraendolo momentaneamente dai suoi pensieri irritati. Ne individuò subito la provenienza, rimanendone leggermente stupito. Era il laboratorio della scienziata più innocua che avevano, probabilmente – era ancora solo una ragazzina, seppur dotata di un'intelligenza prodigiosa. Le avrebbe anche riconosciuto un certo fascino, se non fosse stata una tale lagna. Quand'era più piccola passava ore a lamentarsi di quanto le mancasse sua sorella. Gin si era presto stufato, delegando altri ad occuparsene, e da allora in effetti aveva avuto ben poche occasioni di rivederla, rifletté.
Aggrappandosi a quella possibile interruzione della monotonia, con giusto un pizzico di curiosità raggiunse la porta e la spalancò di scatto.
Sherry era a terra, insieme a una dozzina di pasticche non meglio identificabili.
«Che hai combinato?» sbottò Gin, irritato. Si avvicinò al corpo della scienziata per tastarle il polso; se quella ragazzina si fosse uccisa, quasi sotto i suoi occhi per di più, avrebbe dovuto affrontare non poche seccature.
«Sola…»
Il rantolio che le sfuggì dalle labbra gli dimostrò che no, non era morta, per il momento. Le afferrò il polso e la tirò bruscamente su. Sembrava illesa; aveva gli occhi chiusi, tuttavia. «Ahi!» protestò, una volta in piedi. Aprì di scatto le palpebre e lo fulminò con i suoi occhi celesti. Gli ricordarono il mare in tempesta. «Tu non sei Tanaka», gli soffiò in faccia. «Hai un volto familiare, però».
«Che ci facevi per terra?» tagliò corto, senza lasciarle andare il polso.
«Niente, sono inciampata» borbottò lei accigliandosi. «Sei caldo».
Inciampata? Diede un altro sguardo alle pillole sparse disordinatamente a terra, notando stavolta anche la scatolina che, probabilmente, le aveva contenute. Poteva essere.
Le lasciò il polso. «Sta' più attenta. Dov'è il tuo supervisore, piuttosto?»
«È andato via prima, oggi. Dalla famiglia, probabilmente. Ce l'hanno tutti, qui, tranne me. Persino a dicembre».
«Ti ha lasciata sola?» volle accertarsene, inarcando un sopracciglio.
Sherry gli sorrise sprezzante. «Come se potessi andare da qualche parte!» sbottò. «Se me ne andassi mi togliereste Akemi!»
Giusto, la sorella. Certo, non poteva andare da nessuna parte, ma si sarebbe comunque assicurato di far passare un brutto quarto d'ora a chiunque avesse ritenuto saggio lasciarla senza sorveglianza, si ripromise osservandola.
Quant'era passato dall'ultima volta che l'aveva vista? Era proprio cresciuta.
C'era qualcosa di strano, però. Il suo alito… Colto da un sospetto, si voltò di colpo verso la scrivania.
"Bourbon, ti troverò e ti soffocherò con la tua dannata bevanda".
Accanto al computer di Sherry c'era non una, ma ben tre tazze.
«Bourbon è un idiota», sentenziò secco. «Ma davvero basta così poco a metterti fuori gioco? Ne hai di strada da fare, ancora, Sherry».
«Sherry» ripeté lei, come in trance. «Odio questo nome. Cos'ha Shiho che non va?»
«Va bene, basta così» decise. «Se ti lasciassi qui faresti solo casini, al momento. Ti riporto in stanza».
Sherry lo fissò con occhi vitrei. «Che differenza fa? Qui, lì… sarò sempre sola, tanto».
«Non ho chiesto il tuo parere».
Sherry sbuffò. «A Natale si fanno i regali, vero?»
«Muoviti». La trascinò nella sua stanza, senza dar retta agli sproloqui che lei produsse nel frattempo.
«Non è giusto», protestò lei sulla soglia. «Voglio il mio regalo. Mi farai un regalo?»
«No» rispose secco Gin, fissandola dritto negli occhi. «Non ti farò alcun-»
Non poté terminare la frase. Sherry glielo impedì, baciandolo con un'audacia di cui non l'avrebbe ritenuta capace, nemmeno da brilla. Assaporò quelle labbra sorprendentemente fredde, eppure buone, bruciandole con le sue – iniziava quasi ad apprezzare il vin brûlé.
«E questo?» domandò quando, finalmente, lei si staccò.
«Mi sono presa un regalo» rispose lei, sussurrando. Arretrò nella stanza, come colta da un pensiero.
«Ci ho ripensato» affermò Gin, ghignando. «Forse ti farò un regalo».





Angolino Autrice
Prima di tutto, devo ringraziare di cuore Harriet Strimell: sei un vero tesoro ❤️ Senza di lei non avrei potuto pubblicare prima di domani, probabilmente.
Ringrazio anche Aris, che ha fornito il prompt [bacio al sapore di vin brulé] che mi ha dato lo spunto giusto per scrivere finalmente una GinShiho. L'avevo promesso da ormai troppo tempo a wIly, e sono felice di essere riuscita a mantenere l'impegno :3
Dunque, un paio di note sulla storia: Rei è più "spensierato" qui perché Scotch ancora non è morto, tanto per cominciare, ma a parte questo la distribuzione di vin brulé è probabilmente parte di un suo qualche piano assurdamente contorto che lo porterà ad avvicinare ulteriormente il boss. Sicuramente.
Shiho appare qui molto diversa dal solito, ma alla fine abbiamo solo pochissimi indizi su come fosse realmente quand'era nell'organizzazione e, sebbene l'immagini molto più riservata già a sedici anni, c'è da dire che qui è brilla: la gradazione del vin brulé può arrivare anche a 14 gradi, sempre che Rei non abbia pasticciato aumentandola, e lei è ancora piccola e, mia headcanon, non regge bene l'alcool. Non qui, almeno. Quiiindi, niente, per stavolta fatemela passare (?). Ah, il fatto che dica a Gin "Sei caldo" non è casuale: sempre nella mia testa, se Shiho ha avuto una relazione con Gin ai tempi è proprio perché avvertiva il bisogno quasi disperato di una relazione, di un po' di calore, sia pure quello di Gin.
(Gin me lo immagino non troppo più grande di lei - non è un pedofilo, spero, o non così tanto.)
Mi eclisso. Spero la lettura vi abbia strappato un sorriso! ^-^
Mari~
  
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