Storie originali > Poesia
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Autore: Aborotto    04/12/2018    0 recensioni
Poche parole,
un brivido,
una sensazione,
il freddo,
l'arte del mio sangue.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Alcune volte ci servirebbe solo sapere chi siamo, e perché siamo qui ma la risposta a queste domande non spesso si riesce a trovare nella vita di tutti i giorni. 
Come mi chiamo? Che importanza ha? Questa storia sarà breve, breve quanto lo è stata la mia voglia di sopravvivere alla morte, al suicidio, all'ombra al male, al mio sangue. 
Esatto, sono qui per raccontarvi la mia storia; la storia di un ragazzo perso, perso negli occhi delle stelle, in quello che era un mondo di fantasia sicuramente migliore della realtà. 
Continuerete a leggere? Questo non lo so, ma che importanza ha? Sono solo parole, parole, parole, su un foglio bianco, polvere di roccia. 
La mente uccide, ma io lo sapevo benissimo, sapevo benissimo che quando stavo a casa dovevo tenermi occupato anche con la stronzata più semplice di tutte, perché i demoni bussano sempre alla porta e tu sei sempre pronto ad aprire, ma quel giorno era diverso... Cosa era diverso? Non lo so... Non ero più abituato a quel dolore enorme che ti pervade il petto, una lancia conficcata nel petto che non ha intenzione di muoversi, quel giorno avrei voluto arrendermi.
Ogni cellula del mio corpo, urlava e scalpitava di voler cessare di esistere e la mia mente urlava, il mio cuore ormai ridotto in mille piccoli pezzi portati via dalla brezza del vento. Oh il vento, io amavo il vento, l'unico mio unico amico che mi sussurrava parole di libertà, quella libertà che tutti vogliamo avere ma che nessuno realmente ha. 
La tempesta non cessava di avanzare nella mia mente, e il buco nero mi attirava verso di se, piano, piano con i suoi trucchi da mago, illusionista; infondo... Chi non vorrebbe continuare ad essere illuso? L'illusione, quella pillola che prendiamo ogni giorno per fare in modo che la realtà faccia meno male, ma alla sera, prima di andare a letto, ci ricordiamo che non siamo niente e nessuno, solo granelli di polvere in un deserto infinito che mai cesserà di esistere. 
Così, passavo le mie giornate a contemplare un motivo o quanto meno una ragione per restare in vita, mentre la vocina nella mia testa mi diceva soltanto di dissolvermi nel nulla. 
.
.
.
come il vento

   
 
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