Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: BALTO97    05/12/2018    3 recensioni
la fenice è una creature che rinasce dalle sue ceneri , simbolo universale di rinascita e bellezza
chissà se l'amore tra Jensen e jared emulerà questo magnifico essere rinascendo dalle sue ceneri
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amelia aveva detto che gli avrebbe lasciato lo spazio per decidere e non gli avrebbe fatto pressione, ma non fu proprio così.

La donna, con discrezione, gli inviava foto di case in vendita a poco prezzo, siti d’asta e altre cose simili.

Jared feceva finta di niente, diceva che le guardava ma in realtà il pensiero di trasferirsi lo turbava: non era pronto a lasciare jensen, non era pronto a lasciare la sua vecchia vita e lei pretendeva che mollasse tutto per ricominciare da tutto.

Forse era troppo … anzi era davvero troppo! 

Un pomeriggio, stava controllando dei file sul computer quando suonò il telefono: erano pratiche importanti e visto che jensen stava guardando la televisione gli chiese di rispondere.

“Pronto?”

”...”

“si …” 
”....”

“No io credo che …” 
”.....”

“Ok , riferirò” Esclamò il biondo per poi riattaccare 

“Tutto ok ?” chiese Jared senza distogliere gli occhi dal pc e dal lavoro che stava facendo.

Quando si accorse che Jensen non gli aveva risposto , stranito , finalmente si decise a guardarlo.

“Cosa c’è ?” domandò preoccupato dallo sguardo cupo che campeggiava sul viso del maggiore. 

Jensen scosse la testa sorridendo con un cipiglio.

“Era una casa d’asta. Lei ha detto che hanno accettato la tua richiesta di incontrarli per parlare di una casa”

Jared strabuzzò gli occhi: non ricordava che giorni prima, su insistenza di Amelia, aveva chiamato un’immobiliare per avere delle informazioni su una casa che avevano visto su internet.

Jensen non sarebbe dovuto venire a saperlo.

“Jensen ascolta non è come credi!!!” Si alzò dal tavolo e provò ad avvicinarsi ma il biondo scosse la testa.

“E’ tutto ok Jared!” esclamò sbattendo le mani lungo i fianchi. “Anzi, sai una cosa? E’ perfetto!” aggiunse ridendo.
Fece una risata molto strana, a tratti inquietante, passandosi una mano tra i capelli corti.

“Perché aspettare !! Perché ? Tu hai già deciso ! Andrai a vivere con Amelia e Ty verrà qui! Semplice! E saremo tutti contenti!!!” Affermò lasciandosi cadere sul divano, devasto. Furioso. Ferito.

Jared era incredulo davanti a quell'affermazione. Sconvolto. Annientato.

“Jens … io... Parliamone per favore... “ tentennò confuso in preda al panico. No! No! No! La sua mente non gridava altro. Questo no!

Ma Jensen si alzò di scatto dicendo “Adesso non ho voglia di parlare Padalecki!” per poi scomparire nella sua stanza sbattendo violentemente la porta e facendo sussultare il moro, che era come pietrificato sul posto. 

Alle 20:00 Jared ordinò due pizze , una per lui e una per Jensen al salamino piccante con porzione extra di patatine: la sua preferita.

Gli ci vollero circa 10 minuti per raccogliere tutto il suo coraggio e bussare alla porta della camera da letto.

“Jensen la pizza è arrivata”, ma non ottenne risposta.
“Ci sono anche le patatine” aggiunse sperando in una reazione di qualsiasi tipo,
però ancora una volta non percepì nessuna risposta da parte del maggiore.
“Ok dai. Vedo che non vuoi cenare.. ti lascio la roba in forno per quando uscirai... “ mormorò andando via sconsolato. 

Desolato tornò in soggiorno e si sedette sul divano accendendo la tv, ma il suo stomaco era chiuso e non riuscì a mangiare più di una fetta di pizza.

A metà del film sentì la porta aprirsi e dei passi, si trattenne dal sorridere come un bambino quando vide Jensen sedersi sulla poltrona con il cartone di pizza e le patatine. 

“Birra ?” affermò porgendogliene una.
Il biondo , senza guardarlo , annuì e prese la bottiglia. 

Cenarono in silenzio , come sempre , guardando la televisione e una volta che il film finì sistemarono.

Il giovane aveva avuto il tempo di pensare a come affrontare l’argomento “trasferimento” optando per dirgli la verità , ossia che era stata Amelia ad insistere e che lui non aveva la minima intenzione di andarsene ma , proprio mentre stava per parlare, il maggiore lo anticipò.

“Dovrei chiederti un favore” esclamò appoggiandosi al tavolo. 

“Certo” 

Jared avrebbe voluto parlare del suo problema ma se il maggiore voleva parlare lui sarebbe stato per ascoltare , d'altronde glielo doveva. 

“Non se ricordi ma questo week end c’è il battesimo di mio nipote … ho detto alla mia famiglia che saremmo andati insieme e se mi presento da solo sono sicuro che inizieranno a farmi delle domande , troppo domande . non ho per niente voglia di essere messo al centro dell’attenzione sottoposto al quarto grado” ammise sbuffando al pensiero di tutti quei parenti riuniti in una stanza che avrebbero sicuramente notato che era solo.

“Quindi …” 

Jared annuì comprensivo “Va bene verrò con te”

Jensen alzò lo sguardo annuendo a sua volta in segno di gratitudine. “Partiamo domani mattina alle 6 e ritorneremo prima di mezzanotte” Affermò poi e, senza voltarsi o degnarlo di altri sguardi, lasciò il soggiorno tornando in camera sbattendo la porta. 

Come d’accordo decisero di non dire niente della loro rottura ai parenti di Jensen .

Tuttavia non fu affatto semplice fingere che fosse tutto ok perché , appena li videro , tutte le zie e la mamma del maggiore li abbracciarono lodandoli su che bella coppia fossero e quanto stessero bene insieme.
Entrambi sorrisero facendo finta di niente.

Durante la cerimonia e il rinfresco sedettero vicino e chiacchierarono con gli altri, grati che tutti fossero concentrati sul bambino e sui neo genitori da non accorgersi che non si toccavano più o tenevano per mano scambiandosi quelle piccole effusioni tipiche degli innamorati.

Solo Josh , fratello di Jensen , nonostante fosse impegnato a intrattenere i suoi ospiti , notò che qualcosa turbava il suo fratellino.

“Tutto ok Jensen?” gli chiese sedendosi accanto a avvolgendogli le spalle con il braccio in un tenero gesto fraterno.
Il biondo annuì sorridendo.

“Sai … qualunque problema tu abbia , io sono sempre qui ok ? non avere paura di parlare con me fratellino” esclamò scompigliando i capelli corti per sdrammatizzare quel momento.

Jensen sorrise grato di poter sempre contare su suo fratello.

Dopo cena salutarono parenti e amici e si rimisero in viaggio. 
“State attenti mi raccomando. Al notiziario ho sentito che sta arrivando un violento temporale” si raccomandò Donna abbracciandoli calorosamente. 
“Certo. Tranquilla mamma! Ciao!” E detto ciò se ne andarono sorridendo.

In auto, verso l’autostrada, nessuno dei due disse una parola. Ognuno era immerso nei propri pensieri.

“Ma che …” mormorò Jensen a un certo punto, vedendo delle auto della polizia che bloccavano i caselli autostradali.
“Mi dispiace, ma abbiamo ricevuto un’allerta meteo . Il temporale sta diventando una vera e propria tempesta che potrebbe trasformarsi in un uragano” Li informò il poliziotto, quando raggiunsero il posto di blocco.
“Ma noi dobbiamo andare a casa....”

“Non potete passare. Viaggiare è troppo rischioso: vi consiglio di prendere una stanza di motel e passare qui la notte” 
Non ci fu niente da fare e così dovettero cercare un motel per quella notte.

Avrebbero preferito due camere singole ma, a causa della tempesta, tutti i motel vicini all'autostrada era pieni, tranne l’ultimo, che disponeva dell’ultima camera libera: una matrimoniale che accettarono di buon grado.

“O no! No!” brontolò il minore lasciando cadere a terra il suo borsone con fare incavolato, quando entrarono in stanza.

“Che succede?” chiese il maggiore, sdraiandosi sul letto.

“Ho dimenticato in auto il mio computer , lo vado a prendere” affermò Jared prendendo la giacca.

“Ti serve proprio?” Jensen era dubbioso , nonché sconcertato.

Avevano parcheggiato lontano dal motel e adesso i tuoni erano molti forti, la pioggia cadeva incessantemente e il vento soffiava così violentemente da poterlo udire anche con le finestre chiuse.

“Ci sono tutti i miei documenti di lavoro, il progetto che devo presentare lunedì e altri file importanti … ” esclamò Jared serio. “Potrebbe cadere un albero, scoppiare un incendio, allargarsi la strada o chissà cosa … meglio andare a prenderlo” 

“Ok! Allora vengo con te” affermò il biondo alzandosi e raggiungendolo.

“No, non ci metterà molto. Tranquillo” lo fermò il giovane.

“Abbiamo parcheggiato lontano!” La voce allarmata, “L’uragano potrebbe arrivare e …” 

“Andrà tutto bene” lo tranquillizzò Jared mettendogli una mano sulla spalla. 
“Vado lo prendo e torno. Sarò flash!” aggiunse, sorridendo.

Il maggiore sospirò facendo slittare gli occhi dal ragazzo alla finestra, dove si vedeva la pioggia battente, le foglie e i rami degli alberi scossi dal vento. 
“Stai attento mi raccomando” aggiunse jensen, ma non era tranquillo. 

Jared annuì, si mise la giacca e uscì. 

Fuori sembrava in tutto e per tutto la scena del film tempesta perfetta: 
i tuoni rompevano il silenzio con suoni ovattati e così violenti da scuotere i vetri, i lampi illuminavo il cielo come flash improvvisi , il vento impunito era come la lama di un coltello affilato sul suo viso e la pioggia cadeva senza sosta e pietà.

Jared, cercava di ripararsi con il giubbino ma sembrava inutile.

Dopo un tempo che sembrava infinito passato a combattere contro il vento che gli remava contro, riuscì ad arrivare alla fine del motel dove, per sua sfortuna , il tetto che lo aveva riparato fino a quel momento finiva e fino al parcheggio non c’erano altri ripari e poteva essere colpito da tutto quello che vedeva essere mosso dal vento.
Foglie , carta , rami, … persino un cestino della spazzatura rotolava mosso dalle forti raffiche.

“Cazzo” imprecò vedendo il cielo sempre più nero e tempestoso.
Era indeciso sull'andare avanti o tornare indietro quando una voce gridò alle sue spalle.

“JARED !!!”

Il moro si voltò e vide jensen corrergli incontro.

Il biondo, preoccupato, dopo 10 minuti sul letto a torturasi le mani, tormentato dall'ansia e aver controllato 30 volte lo spioncino delle porta pregando che Jared si sbrigasse, non era più riuscito a resistere … 
Fregandosene anche lui del tempo e del pericolo corse fuori e si mise a cercarlo.

“Jensen ma che ci fai qui ?” chiese Jared.

“io … io” tentennò Jensen cercando di riprendere fiato appoggiandosi al muro, il cuore impazzito nel petto.

Se Jared aveva dubbi sull'andare o no, adesso, vedendo il maggiore davanti a lui scalzo, a maniche corte sotto la pioggia battente esposto al vento gelido , non ebbe dubbi.

“ANDIAMO!” urlò cosicché la sua voce superasse il rumore della tempesta.
Prese la mano di Jensen e , insieme , corsero di nuovo in camera . 

Una volta che la porta si chiuse alle loro spalle fu come se un enorme peso si togliesse dalle loro spalle.
“o mio Dio” mormorò Jensen barcollando verso il letto. “Che corsa” esclamò prendendo una coperta avvolgendola attorno al corpo per scaldarsi.

Jared , voltandosi lentamente tenne gli occhi fissi su di lui e il biondo lo notò e si stranì.

“Tutto ok ?” chiese infatti

“Tu sei … sei uscito per me” affermò. “Eri … eri preoccupato” 

Jensen, imbarazzato, distolse lo sguardo e si strinse nelle spalle.

“Certo. Fuori c’è un uragano … e tu...” non finì la frase perché la mani di Jared si posarono sulle sue spalle.

“Guardami Jensen” sussurrò jared.

Titubante, nonché spaventato Jensen, trovò il coraggio di alzare lo sguardo per incontrare quegli occhi che da ormai tanto tempo non ammirava da così vicino. 

“Jared...” mormorò.

Questa volta non ci furono cellulari che squillarono o altre distrazioni … questa volta le loro labbra prima si sfiorarono, ricongiunsero, assaporarono in un lento e calmo bacio ma poi, entrambi desiderosi di avere di più, lasciarono che quel bacio diventasse qualcosa di più profondo e passionale.

Le bocche si aprirono, le lingue si rincontrarono dopo così tanto tempo e iniziarono a stuzzicarsi danzando tra loro.

Anche le mani invidiose e vogliose di tornare a toccare quel corpo si mossero indisturbate dappertutto, sui glutei sodi, la schiena e i capelli intrecciando le dita rispettivamente tra capelli corti e lunghi.

Freneticamente Jensen si sfilò i pantaloni, le stesso fece jared e con un movimento veloce si tolse la camicia, ma quando Jensen fece per sfilarsi la maglietta il più piccolo capì che questo avrebbe comportato separare le loro labbra e, così, agì in un modo quasi animale.
Fermò le mani di jensen e tenendolo fermo lo spinse sul letto.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: BALTO97