Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Tatuata Bella    05/12/2018    0 recensioni
Un viaggio attorno all’Italia che assomiglia più ad una fuga senza meta, l’unico scopo andare via dalle proprie case, dalle proprie vite.
C’è anche l’amore di due diciottenni, un amore che è paura. Terrore. Incertezza. Ansia. Panico. E infine follia.
Questa è la storia della vita di cinque ragazzi, la storia di un viaggio tragico, malato, ma intenso e vero. Una storia di droga, di devastazione, di squallore, di tragedia.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(song)

4- Somebody help me Wake me from this day
 
La porta di casa di Niki scricchiolava sempre aprendola. Era una sorta di campanello d’allarme, era impossibile entrare in casa senza che chi c’era dentro se ne accorgesse, ma Niki ci provava sempre. Continuava disperatamente a cercare di sperare, sempre, anche nelle cose impossibili.
Con passo felpato Niki mise un piede nell’ingresso, seguita da Luca che camminava dietro di lei stringendole la mano.
“Forse non ci ha sentito” pensò Niki, e ci credeva, come in tutte le cose, ci credeva davvero.
“CHI CAZZO C’E’ IN CASA.” 
La voce roca che perseguitava le giornate e le notti di Niki la colpì come una lama. Doveva ricordarselo. Non poteva passare inosservata.
“Sono io mamma.” 
Una testa bionda platinata spettinata, con il volto segnato da due profonde borse sotto gli occhi, semi-mimetizzate dal fondotinta impastato, si affacciò da una porta.
“Sei tu. Dove cazzo sei stata tutta la notte?” 
“Ero a scuola”
“Non si va a scuola la notte. Non cercare di pigliarmi per il culo!”
“Mamma, sono le due del pomeriggio…”
La mamma di Niki si immobilizzò, con lo sguardo perso nel vuoto, borbottando a bassa voce: “le due del…le due del pomeriggio…”
Niki si diresse verso le scale, trascinandosi dietro Luca, ma sua madre non aveva intenzione di lasciarla andare così: “Quello è di nuovo qui?” disse puntando un dito verso Luca.
“Rimane solo per un paio d’ore” disse Niki. Luca conosceva le regole: quando si trovava in quella casa doveva sempre lasciar parlare Niki.
La madre di Niki stava per dire qualcosa, ma qualcuno suonò al campanello. La mamma di Niki lanciò uno strillo: “chi cazzo è?”
Niki corse verso la porta e la aprì di scatto.
“Niki…mi spieghi che cosa hai in ment…” cominciò il ragazzo che era appena entrato, ma si bloccò alla vista della madre di Niki, in piedi in corridoio, che lo squadrava avvolta nel suo pail.
“Perchè c’è tutta questa gente in casa mia Nicole?” strillò la mamma di Niki, con gli occhi sbarrati, come se fosse in preda al terrore. O forse lo era davvero.
“E’ solo un amico mamma. Si chiama Angelo…”
“NON ME NE FREGA UN CAZZO DI COME SI CHIAMA DEVE ANDARSENE VIA DI QUI! E anche lui! E pure tu! Voi stupidi ragazzini mi dovete lasciare in pace, capito?” si mise le mani tra i capelli e corse in cucina.
Niki ne approfittò per correre al piano di sopra, in camera sua, insieme a Luca e Angelo.
La voce della madre di Niki, arrochita dalle sigarette, si riusciva ancora a sentire, si riusciva sempre a sentire: “Dove cazzo…dove cazzo sono le mie fottute pillole?”
Chiudendosi la porta alle spalle, Luca sospirò: “Sta presa peggio del solito, eh Niki?”
Angelo si acciambellò sul pavimento, mentre Niki metteva sottosopra tutta la camera, alla ricerca di qualcosa.
“Niki?” chiese Luca.
“Non è possibile, ha di nuovo rubato le mie pillole … le avevo … nascoste … CAZZO …” borbottò in preda all’ansia.
“Hai guardato nella scatola sotto il letto?” chiese Luca. Conosceva a memoria tutti i nascondigli dove Niki nascondeva i suoi psicofarmaci per non farli rubare dalla madre.
Luca aveva ragione, le pillole erano nella scatola. Niki ne ingoiò un paio senz’acqua e si sedette per terra vicino ad Angelo. Luca li imitò in fretta.
“Scusatela. Sta uscendo di testa. Ha finito le pastiglie che gli ha dato lo psichiatra in due giorni e adesso è una settimana che è senza.” Disse Niki, tentando di giustificare il comportamento della madre. Come se gli altri non sapessero che ogni giorno c’era una scusa diversa. Sua madre era matta da legare, non c’erano molte spiegazioni, ed era ovvio che gli assistenti sociali avessero assegnato anche a Niki uno psichiatra, che aveva prescritto anche a lei degli psicofarmaci, come poteva sopravvivere in quell’inferno?
“Comunque... Angelo…” proseguì Niki.
“Lo sai che devi chiamarmi Ics!” protestò il ragazzo mostrando un’espressione accigliata sotto il groviglio di capelli corvini che gli incorniciavano il viso.
“Oh, ti prego, finiscila con questa storia.”
“Devo abituarmi ad usare Ics come nome. E’ meglio far circolare il mio nome meno possibile.”
“Credi davvero che la polizia venga a cercarti se usi il tuo vero nome quando spacci i tuoi cinque euro di erba al parco del Valentino?”
Ics fece spallucce, con espressione seria: “Non si può mai sapere. E’ una precauzione”.
Niki scosse la testa ammiccando a Luca che le rispose con un sorriso esasperato.
“In ogni caso… quelli della clinica non vogliono fare uscire Piera. E noi non vogliamo stare senza di lei stasera, non è vero?” disse Niki, riappropriandosi del sorrisetto malizioso di prima.
Angelo ricambiò il sorriso “Ovviamente no…”
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Tatuata Bella