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Autore: Harry Fine    07/12/2018    1 recensioni
Papillon è stato ormai sconfitto da anni. E da altrettanto tempo, Ladybug, Chat noir e gli altri portatori sono scomparsi nel nulla, creando le loro famiglie come persone normali. Ma un'ombra proveniente dal passato si profila nuovamente all'orizzonte. E stavolta, toccherà combattere ad una nuova generazione di portatori.
Saranno in grado di sventare la minaccia?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jules si sentiva strano in quei giorni. Dopo che avevano sconfitto Lilith sentiva come una sorta corrente attraversarlo costantemente, in special modo quando si trasformava.
Aveva provato a chiedere a Tikki, ma anche lei non aveva trovato risposta, rispondendo che anche lei si sentiva strana. Questo lo aveva messo in allerta, ma non aveva avuto tempo per pensarci oltre. 

Quel pomeriggio era rimasto ore a rimuginare su tutta quella storia dell'appuntamento con la sua partner. Forse aveva fatto un errore ad accettare la proposta di Chatte, ma non era riuscito a dirle di no. 
Era ovviamente attratto da lei, più di quanto avrebbe dovuto. Era davvero molto bella, ma gli piaceva anche la sua energia, la sua forza e il suo ottimismo. Sembrava addirittura che ci fosse una strana alchimia tra di loro… ma non poteva smettere di pensare al fatto che effettivamente non si conoscevano. Lui non aveva idea di chi fosse lei sotto la maschera e viceversa. 

Ed era proprio quello che voleva dirle, solo che quando era arrivato sul posto nelle vesti di Coleoptere era rimasto senza parole.
Tantissime candele accese illuminavano in modo soffuso il tetto su cui si trovavano, creando un'atmosfera quasi magica. Chatte lo stava aspettando appoggiata ad una balaustra, avvenente come non mai nella sua tenuta nera, e aveva organizzato un tavolo apparecchiato con vari manicaretti fumanti pronti per loro. 

La ragazza, quando si voltò e lo vide, sorrise con il suo solito fare malizioso e gli fece una buffa riverenza. 
《Benvenuto, mio signore.》 Disse, mentre lui continuava a guardarsi attorno con gli occhi pieni di meraviglia.
Ma si impose di smetterla di fare il pesce lesso e parlare. 《Chatte… tutto questo è… è stupendo. Io… io non so che dire.》

L'altra sorrise contenta. 《Sono felice che ti piaccia, ho fatto del mio meglio per preparare tutto! Non potevo fare una brutta figura davanti a te proprio ora che finalmente hai ceduto al mio fascino e mi hai concesso un appuntamento.》
Il ragazzo in rosso e nero ridacchiò con fare nervoso alla leggera frecciatina, mentre entrambi prendevano posto e iniziarono a mangiare con gusto i piatti che la ragazza aveva portato.

Era tutto assolutamente delizioso, ma la cosa che gli piacque di più fu che passarono un mucchio di tempo a parlare del più e del meno, come una normale coppia di ragazzi. 
Si raccontarono vari aneddoti della loro vita, senza mai scendere troppo nel dettaglio, e storie divertenti sui rispettivi Kwami, tipo quando lei aveva minacciato il proprio di gettarlo nel water per averle riempito l'armadio di camembert o quando quella di lui aveva mangiato i suoi biscotti tanto in fretta da ingoiare persino un pezzo del piatto.

E tra risate e chiacchiere leggere, la serata aveva continuato a passare tranquilla. E il ramato ancora non poteva crederci. 
Quella ragazza aveva organizzato così tante cose solo per lui, che l'aveva rifiutata anche piuttosto spesso e le aveva detto che per lui era solo un'amica.
Non solo aveva organizzato un appuntamento meraviglioso e con una vista da favola su tutta la città, ma aveva persino portato tutte quelle prelibatezze e lo stava facendo sentire così… bene!

La Tour Eiffel svettava in lontananza verso il cielo e sotto di loro si vedevano centinaia e centinaia di parigini passeggiare senza pensieri. Era come se loro fossero sospesi in quella pace.
Poteva sembrare sciocco come pensiero, ma era vero. Tutto in quel momento gli sembrava stupendo. Non sapeva se era per l'atmosfera, per la compagnia e i sorrisi di Chatte o tutti e due, ma era ugualmente così.

E mentre la serata andava avanti, sopra di loro avevano iniziato ad apparire le prime stelle serali, facendo risaltare ancora di più la luce delle candele e facendo apparire lentamente anche quelle di Parigi a mano a mano che il buio scendeva.
Molto presto, quando ormai il buio era arrivato, tutto attorno a loro si era creata una gigantesca distesa stellata. Loro si erano seduti vicini su uno dei pinnacoli dei tetti per ammirare meglio quella vista. Ed era senza dubbio una visione.

Entrambi gli eroi si stavano guardando attorno pieni di meraviglia, seduti su quel tetto in una pace completa. Per una volta, non c'erano mostri da combattere o nemici da sconfiggere. Erano solo loro due, per una volta tranquilli, di fronte a quello spettacolo.
Ed era impressionante. Vivevano in quella città da anni ed anni, e ormai la difendevano da parecchi mesi, ma solo recentemente si erano accorti di quanto fosse bella in realtà.

《Lo sai… io amo la nostra città.》 Disse di colpo la ragazza gatto, guardando in alto, gli occhi felini che riflettevano la luce delle stelle. 《È un posto meraviglioso. Mi fa sentire davvero fortunata nell'essere un’eroina che la protegge al tuo fianco.》 Disse, mettendo la propria mano su quella del compagno. 
Lui sentì distintamente le guance diventare rosse per quel gesto, ma non spostò la mano. Quel contatto gli piaceva davvero molto. Sentiva il calore della sua pelle anche attraverso i guanti delle loro tute.
《Anche io. All'inizio pensavo di non essere la persona giusta per essere il portatore della coccinella, ma sono felice di averci ripensato. Grazie al mio ruolo mi sono successe tantissime cose a cui non rinuncerei mai.》
《Già. Anche io grazie a questi gioielli ho fatto delle cose incredibili e ho anche conosciuto Kitsune, Daimao, Honey Bee. E soprattutto ho incontrato te.》 Disse, avvicinandosi a lui un po' di più, arrivando ad essere spalla contro spalla.

Il ragazzo inghiottì pesante, non aveva mai avuto una ragazza così vicina. Era una sensazione… veramente piacevole, ma che lo stava mettendo leggermente in difficoltà. 《Chatte… io…》
《Lo so, lo so. Tu hai già una ragazza che ti piace, mi hai parlato di lei con talmente tanta enfasi. È solo che...》 Sospirò la mora, interrompendosi. 
Quando aveva visto lo sguardo dolce con cui l'eroe coccinella parlava di questa fantomatica ragazza, non aveva potuto evitare una fitta di invidia. 

Si chiedeva sinceramente che persona potesse essere tanto affascinante da guadagnarsi le attenzioni di una persona come lui. Probabilmente era una persona intelligente e magari spiritosa e ovviamente bellissima. Insomma, una donna stupenda in tutto e per tutto. Ma lei non si sarebbe arresa lo stesso. Un gatto non mollava mai facilmente l'oggetto dei suoi desideri.
E poi, quella per Coleoptere non era solo una cottarella adolescenziale o una banale attrazione fisica. Lui era stupendo, niente da dire, il suo corpo sicuramente era qualcosa di molto bello da vedere, ma lei sapeva che c'era qualcosa di più tra loro. 

Il suo cuore accelerava sempre quando era in sua compagnia e in quel momento, sentendolo così vicino a sé, lo sentiva martellare contro la sua cassa toracica. Sperava che anche lui la vedesse come qual più di una semplice amica o compagna di battaglia.
Infatti, anche se con fare nervoso ora, chiese. 《Ma senti… se lei non ci fosse, io avrei una possibilità?》

Il ramato batté le palpebre confuso. Quella era una domanda che non si era mai posto. Se non ci Fosse stata Emma, avrebbero avuto una possibilità loro due?
La risposta era si. Assolutamente. Chatte non era proprio una ragazza comune, ma aveva ben capito quanto effettivamente fosse speciale. E non poteva negarlo.
《Io… io credo di si. Tu sei fantastica, non ho mai pensato il contrario, e sono sicuro che qualsiasi ragazzo sarebbe estremamente fortunato ad essere il tuo compagno, è solo che io non posso esserlo. Non vorrei farti soffrire con la mia indecisione e noi... nemmeno ci conosciamo in realtà.》

L'altra aveva sentito il cuore sobbalzare. La riteneva fantastica! Questo era una notizia stupenda! E se il vero problema era semplicemente che non la conosceva senza maschera… beh la situazione era letteralmente a portata di mano.
Non voleva costringerlo, ma desiderava avere una possibilità, almeno una, di farlo innamorare di sé. Per questo portò la mano all'anello.

《Se il problema è questo, allora devi solo chiedermelo. Non ti imporrò niente, lo giuro. Io voglio solo che tu mi veda e poi decida.》 Disse, cominciando a sfilare il monile, ma la mano dell'altro la bloccò.
Le dita di Coleoptere furono nuovamente a contatto con le sue e le scostarono gentilmente dal Miraculus, che rimase al suo posto insieme alla tuta da eroina. 
Aveva sentito una scossa di curiosità quando lei gli aveva proposto fi rivelarsi a lui, ma l'aveva repressa. Era una stupidaggine, lo sapeva, e forse era solo dettata dalla sua codardia, però non voleva scoprire la sua identità in quel modo. 

Era difficile scegliere tra Chatte ed Emma, era vero. Erano entrambe delle ragazze speciali, così piene di vita, energia e sempre pronte al sorriso e nonostante una fosse così testardamente cieca nel vedere quanto gli piacesse e l'altra facesse delle pessime battute e continue allusioni… non poteva non amarle. 
Ma non per questo voleva che lei uscisse allo scoperto solo perché lui era troppo indeciso per capire chi gli piacesse di più tra loro due. Se lo avesse scoperto, voleva che succedesse al momento giusto, quando entrambi avrebbero capito cosa davvero sentivano.

《Non lo fare.》 Disse infatti, mentre riportava le sue mani lungo i fianchi. 《Non voglio scoprire chi sei in questo modo. Voglio che tu me lo dica quando sarò sicuro che tu sarai la ragazza che voglio al mio fianco, quando io stesso ti farò vedere chi sono.》 Disse con decisione.
Vide subito gli occhi verdi della ragazza scintillare, ma non se ne spiegò il motivo. E poi vide anche un sorriso sulle sue labbra. Di scherno? O forse stava provando a non dirgliene quattro per tutte le stupidaggini che le aveva detto?
Rimase comunque fermo immobile, aspettando una sua qualsiasi risposta. E quando si fece più vicina, pericolosamente più vicina, il ragazzo non osò muoversi. Non osò spostarsi, nonostante fosse la scelta migliore e la testa glielo urlasse a gran voce.

Andava contro tutte le sue convenzioni e quello che si era detto e le aveva detto fino a quel momento. Non poteva farsi contraddire così… eppure lei era sempre più vicina e dopo un attimo la distanza svanì.
L'eroina gatto poggiò le sue labbra morbide sulle sue e lui perse la testa. Il suo profumo gli riempì le narici e lui perse completamente la capacità di reagire, lasciandosi andare quasi subito.
Per un attimo si dimenticò completamente di Emma, della città attorno a loro e dell'ora che si faceva sempre più tarda. Cercò perfino di approfondire quel bacio.

Quel contatto era meraviglioso. Voleva tenerlo ancora più vicino a sé, renderlo più stretto, e lei di certo non si fece pregare. Il sapore di Coleoptere era caldo e piacevole e lei ne desiderava ancora.
Le loro lingue danzavano, abbracciandosi con dolcezza e adattandosi l'una all'altra come se fossero fatte apposta, continuando a sfiorarsi fino a quando entrambi non dimenticarono del tempo che passava, senza rendersi conto che qualcuno li aveva osservati fin dall'inizio attraverso i riflessi dei suoi specchi.

Il loro Nemico non si era perso un solo secondo di quell'incontro e adesso stava contemplando quel bacio con un'espressione strana.
La ragnatela di rughe sul suo volto era piegata in un'aria malinconica, mentre i ricordi riaffioravano ancora osservando quei due giovani esprimere quel sentimento che un tempo anche lui aveva assaggiato.
Ricordava ancora quando si avvicinava di nascosto alle stanze della sua amata per farle anche solo un saluto, ai tempi ancora erano entrambi giovani e spensierati. 

Il suo bel viso pallido, i capelli neri setosi e le stupende vesti principesche che indossava ogni giorno erano ancora impresse nei suoi occhi. Gli tornò in mente quando ancora era un semplice soldato che non perdeva mai tempo per andare a far visita alla sua amata.

E lei rispondeva, con quella voce dolce e la risata argentina, ricordandogli sempre il momento di andare con le sue piccole prese in giro così poco consone alla sua educazione.
Ma era per questo che la adorava così tanto. Quella gioia, quella freschezza, quella spensieratezza e quella curiosità l'avevano sempre caratterizzata e resa diversa da tutte le altre fanciulle della loro terra. Ed era proprio questo suo modo di essere ad averlo fatto innamorare di lei.
E quelli erano stati i tempi migliori della sua vita secolare, quando ancora anche lui aveva l'ingenuità e la spavalderia di un giovane e tutta la sua visione del mondo non era stata corrotta dalla sete di vendetta.

Accanto a lei e ai loro amici aveva affrontato tante cose belle e brutte, ma ne era sempre uscito più forte di prima. Si sentiva sempre pronto a fare tutto al loro fianco, al suo fianco. 
Si ricordò quando le aveva chiesto di sposarlo. Il sorriso sul suo volto, le lacrime commosse e il suo “Si" favorito anche dall'imperatore, forse per un miracolo. E averla vista così bella e adorna di gioielli e vesti splendenti alla cerimonia era stata la più grande emozione della sua vita.

Solo che poi gli ritornò in mente l'immagine di lei distesa sulla terra brulla, il suo bel viso così cereo ed immobile, i lunghi capelli e le vesti sporche di rosso, mentre una spada spuntava da suo ventre.
Una lacrima sola scese sul volto canuto, ma l'asciugò in fretta. Era stato quel fatto a renderlo ciò che era, insieme al rifiuto di aiutarlo che avevano avanzato quelli che riteneva amici, che lo avevano addirittura combattuto come se fosse stato un nemico. Ma lui non avrebbe smesso.

Ormai erano secoli che lottava per riavere indietro la sua felicità. E i suoi vecchi amici sarebbero stati felici con lui. Sarebbero tornati tutti. Se ne sarebbe assicurato e tutto sarebbe stato riportato a come era prima. 
Guardò appunto la sua mano, che era molto diversa ora. Le macchie e le rughe stavano lentamente riducendo, mentre tutta la pelle sembrava più sana fin da quando Lilith era stata distrutta.
L'essere la guardò e se ne compiacque. Quello era il risultato del suo esperimento. Se solo una stilla dei poteri dei Miraculus poteva fare una cosa simile… allora averli tutti avrebbe sicuramente realizzato ogni suo intento

Doveva solo sbarazzarsi di quei mocciosi che li proteggevano e poi avrebbe avuto tutto potere necessario per rimettere tutto a posto.
Si voltò verso le ombre, dove riposava una lunga e inquietante figura che sembrava fondersi con esse e dare loro forma.
《Tocca a te adesso. Portami i Miraculus, tu che sei custode del mio retaggio. Vinci, e ti terrò con me fino alla fine. Fallisci, e perirai come chi ti ha preceduto.》 Disse, osservando l'essere fare un inchino e dissolversi, per poi tornare a guardare lo specchio.
《Non manca molto, mia adorata. Tra non molto saremo di nuovo insieme in un mondo perfetto. Lo creerò apposta per tutti noi. Te lo prometto.》
   
 
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