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Autore: Tide    07/12/2018    1 recensioni
[Dark Sarah]
I tre album dei Dark Sarah (band finlandese synphonic metal) si basano su una storia ideata dalla cantante Heidi Parviainen.
Ho voluto riscrivere alcuni passaggi della storia cercando di amalgamare il testo originale, le parole e l'atmosfera delle canzoni e i video.
Protagonisti ovviamente Dark Sarah e il Drago.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Dark Sarah a questo punto ha recuperato tutte e tre le chiavi, ha potuto lasciare il Mondo di Sotto e l'Isola Nebbiosa e proseguire il suo viaggio nel Mondo di Sopra, patria degli dei. Si ritrova così in un deserto, dove incontra nuovamente il drago, che è riuscito a seguirla e ha i suoi motivi per voler essere nel mondo degli dei. Questo episodio è raccontato nella canzone Trespasser, nell'ultimo album (Golden Moth).
Di nuovo: aver letto la storia, visto i video e ascoltato le canzoni può essere molto utile.


TRESPASSER

DARK SARAH: Why you’re here it is hard to see
           I think what you need is something from me …
DRAGO: But there’s nowhere to run under the ardent sun …
INSIEME: You need me like I need you.
(Trespasser, Golden Moth; Dark Sarah)


Dopo l’Isola Nebbiosa, il deserto che si apriva davanti a lei era un drastico cambiamento. E non in meglio sotto diversi punti di vista: era una nuova terra altrettanto sconosciuta, nella quale arrivava altrettanto impreparata, armata solo di due bastoni e tre chiavi. Ma era un passo avanti verso il ritorno.
Dark Sarah strinse le chiavi nel pugno, come per darsi forza, poi le ripose nel borsellino al suo fianco. Sollevando lo sguardo sulla grande duna sotto cui sperava di trovare riparo, vi scorse in cima una figura alta, avvolta in abiti scuri che fluttuavano nel vento, il volto coperto dal mantello.
“Chi sei tu?” si chiese Dark Sarah aguzzando la vista.
L’uomo prese ad avanzare . Dark Sarah lo osservò finché non poté vedere i suoi occhi chiari e intensi. Era il drago.
“Perché mi segui?” gli gridò la ragazza.
Era stato chiaro, durante il loro primo incontro, che il drago desiderava lasciare il Mondo di Sotto quanto lei, ma questa faccenda non lo riguardava : ora lei era sulla sua via verso casa, ora lei aveva le chiavi e non le avrebbe cedute senza combattere.
“Vengo solo e vengo in pace, mia cara” rispose il drago “Ma tu mi hai dato modo di venire a cercare ciò che mi spetta.”
Dark Sarah stava già prendendo i suoi bastoni, quando d’un tratto il drago apparve alle sue spalle . Senza voltarsi ancora, la ragazza soppesò rapidamente la situazione , mentre l’altro si scopriva il volto e si preparava a reagire.
Poi Dark Sarah attaccò. Anche il drago era armato di bastoni e parò il colpo.
Dark Sarah fu piacevolmente sorpresa della propria abilità nel combattimento: era certa che Sarah non avesse mai fatto nulla del genere, eppure sembrava venirle naturale. A quanto pareva, c’erano molte cose che Sarah  non sapeva di sé stessa.
Per un po’ il duello proseguì a forza di attacchi, contrattacchi e difese, poi il drago lasciò andare uno dei bastoni , afferrò il polso di Dark Sarah e lo torse. Dark Sarah perse il bastone, ma riuscì a divincolarsi e a prendere l’estremità di quello rimasto al drago. Per qualche istante non poterono che girare sul posto e a Dark Sarah  balenò nella mente il ricordo della danza che avevano avuto. Chi sa ballare sa anche  duellare, pensò ruotando su sé stessa, proprio come in un passo di danza.
Il drago dovette lasciare l’arma per non rischiare di slogarsi le spalle.
La lotte continuò a mani nude, ma in breve Dark Sarah si ritrovò tra le braccia del drago, proprio come in un casqué  Il secondo dopo quelle stesse braccia la gettavano nella sabbia.
“Non sono qui per combattere.” Disse il drago, mentre lei si risollevava.
“Un tempo vivevo in questo posto e, credimi, nessuno sopravvive da solo. Non senza il permesso degli dei.”
Dark Sarah lo scrutò per qualche istante
“Deve esserci qualcosa che vuoi da me …” disse sospettosa.
“Nessuno di noi due è benvoluto qui. Hai bisogno di me quanto io di te.”
Dark Sarah continuò a guardarlo, tentando invano di leggere le sue intenzioni.
“Accetto.” Disse infine.
Il Drago annuì soltanto, senza distogliere lo sguardo. I suoi occhi erano ipnotici e vi si leggeva una singolare concentrazione.
Dark Sarah si rese conto di starlo fissando troppo a lungo e abbassò a terra lo sguardo scostandosi una ciocca di capelli dal volto con imbarazzo e si avviò, giusto per fare qualcosa.
Il Drago la seguì e superò subito, prendendo la guida. Di tanto in tanto si voltava con discrezione a darle uno sguardo. Aveva qualcosa di speciale di questa ragazza abbastanza determinata da affrontarlo e tenergli testa e da trovare la strada che lui forse non aveva mai davvero avuto la forza di cercare; aveva qualcosa che nel breve volgere di un giro di danza aveva potuto ridargli abbastanza vita da riprendere il viaggio.
Dark Sarah faceva lo stesso: sollevava lo sguardo sul drago e se incontrava i suoi occhi corrugava un poco la fronte, come per chiedere cosa c’era da guardare. Lui allora sorrideva con il suo fare sempre vagamente irrisorio e tornava a indicarle la strada.
Aveva qualcosa di davvero speciale avere un compagno di viaggio come il drago, pericoloso e per diversi aspetti simile a lei. Certo, doveva stare attenta, pronta a una probabile pugnalata alle spalle, ma questo la distraeva dalla miseria propria e di Sarah, le impediva di cadere nell’autocommiserazione e nell’inerzia. E, da un punto di vista più pratico, di perdersi nel deserto.
Il sole stava calando, quando il drago scelse un posto per accamparsi e accese un fuoco, e appena fu tramontato la temperatura cominciò a scendere. Dark Sarah si avvicinò al fuoco, ma presto non fu più sufficiente, allora cercò di scaldarsi un po’facendosi piccola piccola e sfregando le mani sulle braccia nude. Il drago la osservò un istante, poi scosse la testa, allargò il mantello e le fece cenno di avvicinarsi. Dark Sarah lo guardò sorpresa
“Vieni.” Le spiegò il drago con tono seccato. Lei sgranò ancora gli occhi.
Eh no: aveva ballato con lui, aveva provato compassione per lui, s’era persino fidata di lui e questo era decisamente abbastanza. Non erano certo tanto in confidenza da dormire abbracciati.
“No, sto bene.” Gli rispose con una punta d’imbarazzo. Il drago sbuffò
“Stai tremando.” Le fece notare. La ragazza fece per protestare, ma proprio in quel momento un brivido le percorse la schiena. Stava congelando, negarlo sarebbe stato ridicolo. Intanto il drago continuava a mostrare il mantello aperto, in attesa. Finalmente Dark Sarah si accostò con cautela e lui le cinse le spalle.
La ragazza si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo al tepore del corpo del drago e al senso di protezione che dava il mantello. Il drago la trasse piano a sé perchè potesse appoggiarsi a lui e dormire. Lei sollevò per un momento uno sguardo quasi allarmato, ma di nuovo, come quando il drago l’aveva guidata nel ballo, dovette rendersi conto di quanto sorprendentemente confortevole fosse il modo in cui la cingeva. Era una sensazione pericolosa, lo sapeva: Sarah l’aveva provata ed era stata delusa ogni volta. Dark Sarah si addormentò pregando che non dovesse succedere di nuovo.
Il drago non riusciva a dormire. Non volle muovere un muscolo finchè non fu certo che la ragazza dormisse profondamente. Era una meraviglia da guardare: pareva così innocente e fiduciosa, mentre dormiva col capo in grembo a un drago. Era qualcosa che lui sapeva di non meritare.
Con la mano libera prese l’orologio che portava sempre con sé , lo aprì e lo osservò a lungo. C’era molto da vedere in quell’orologio: racchiudeva tutto il passato e il rimpianto e l’unica possibilità di cancellare un errore fatale e tornare a un’antica innocenza, di riavere una parte ormai perduta di sé. Bastavano quelle tre chiavi che Dark Sarah era riuscita a ottenere per azionarlo e riavvolgere il tempo.
La mano che abbracciava la ragazza scese cauta sul fianco di lei e si arrestò sul borsellino che custodiva le chiavi. Sarebbe stato così semplice … Ma Dark Sarah riposava serena, appoggiata su di lui. E il drago volle, anche solo per una notte, meritarsi tanta fiducia. Ritirò la mano e chiuse l’orologio.

   
 
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