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Autore: ThisGuyHasNoName    08/12/2018    0 recensioni
Dal testo:
"Al mondo esistono due tipi di persone: chi, quando è malato, resta a casa e chi, come Izuku va ugualmente a scuola, per non farsi lasciare indietro dai compagni.
[TodoDeku]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al mondo esistono due tipi di studenti: chi, quando è malato, resta a casa e chi, come Izuku, va ugualmente a scuola, per non farsi lasciare indietro dai compagni.
 
Sapeva che non fosse una buona idea, ma proprio per niente. Già si immaginava la reazione di Aizawa se avesse scoperto che era venuto a scuola malato, invece di restare nella sua stanza del dormitorio. Probabilmente l’avrebbe legato come un salame con quelle sue dannate bende, per poi rispedirlo a suon di calci nel sedere nella propria stanza.
Rabbrividì solo al pensiero, tuttavia quella mattina si alzò lo stesso, prese una tachipirina e si diresse subito in classe; non voleva certamente restare indietro rispetto ai suoi compagni, soprattutto non dopo l’enorme fatica che aveva sopportato per rimettersi in pari con gli altri. Anche se non era certo colpa sua se aveva ottenuto il proprio quirk il giorno stesso dell’esame di ammissione alla U.A, quindi era abbastanza ovvio che partisse un po’ svantaggiato (un bel po’) rispetto agli altri, i cui quirk si era già manifestati durante l’infanzia.
 
Quando arrivò vicino alla propria aula, ebbe un giramento di testa e dovette appoggiare una mano al muro, per evitare di cadere. Fortunatamente non lo aveva visto nessuno, o almeno così credeva.
 
“Midoriya” lo chiamò Todoroki, con il suo solito tono calmo e pacato, che si trovava all’inizio del corridoio e che allungò il passo per raggiungere il ragazzo dai capelli verdi.
“Ciao Todoroki-kun” lo salutò Izuku, cercando di apparire tranquillo e sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi splendenti.
“Va tutto bene? Prima ti ho visto appoggiarti al muro all’improvviso e ho pensato che non ti sentissi bene” disse lui.
“Si, tranquillo. Sto benissimo, non ti devi preoccupare” mentì lui, sfoggiando un altro sorriso, sperando di far tranquillizzare l’amico.
“Va bene, ma sappi che se c’è qualche problema e ti va di parlarne ci sono sempre, ok?” chiese lui, appoggiando la sua mano sinistra sulla sua spalla, e guardandolo negli occhi.
“Grazie Todoroki-kun, mi fa molto piacere quello che hai detto. Sono felice di avere un amico come te”
 
 
“Sono felice di avere un amico come te”. Midoriya gli aveva detto esattamente queste parole. Nessuno l’aveva mai considerato suo amico, nessuno eccetto lui. Non sapeva cosa stesse succedendo. Era ormai da quando aveva combattuto contro di lui al festival sportivo che ogni volta che si trovava in compagnia del più piccolo sentiva come una strana sensazione. Il suo stomaco si contorceva ogni volta che gli rivolgeva la parola, e il suo cuore si riscaldava ogni volta che lo vedeva sorridere, specie se il suo sorriso era indirizzato a lui. Da ormai molto tempo dopo il loro scontro, i due erano diventati sempre più amici e sapevano di poter contare l’uno sull’altro. Durante quel tempo, Izuku e Shouto avevano iniziato a parlare sempre di più, imparando ormai un sacco di cose l’uno dell’altro.
“Midoriya, adesso è meglio andare in classe, o arriveremo in ritardo a lezione” disse Todoroki, appoggiando una mano sopra la spalla del ragazzo dai capelli verdi.
“Hai ragione, meglio muoverci” rispose lui.
I due si diressero verso l’aula.
 
Per Izuku quelle ore di lezione furono un inferno. Quasi come se qualche divinità si stesse prendendo gioco di lui, Ectoplasm-sensei l’aveva mandato alla lavagna per correggere un esercizio di matematica, e per le sue condizioni fisiche attuali era stato abbastanza difficile; infine all’ultima ora avevano avuto lezione con Present Mic e, come suo solito, aveva iniziato a urlare, accentuando ancora di più il suo mal di testa.
“Devo riuscirci, non posso permettermi di restare indietro, manca solo un’ora di lezione, posso farcela” pensò Izuku. Purtroppo però non aveva messo in conto una cosa: quell’ultima ora sarebbe stata con Aizawa, che aveva detto loro di recarsi al Ground Beta per la lezione pomeridiana.
In una situazione differente, Izuku avrebbe adorato un’esercitazione all’aperto, soprattutto perché Aizawa aveva sempre delle idee geniali, e sapeva che ognuna di quelle lezioni gli sarebbe servita quando sarebbe diventato un eroe, motivo per il quale non poteva assolutamente perdersela.
 
Dopo la fine delle lezioni mattutine la 1^A era andata a mangiare alla mensa.
Era lì che i suoi problemi avevano avuto inizio. La mensa, ovviamente, non si poteva considerare un posto silenzioso, anzi, era l’esatto contrario. E se già quella dannata lezione di inglese non gli avesse già aumentato il mal di testa, quel lasso di tempo che aveva passato all’interno dell’edificio aveva contribuito ad amplificarlo.
 
“Midoriya-kun, posso sedermi insieme a te?” chiese Todoroki, facendo riemergere Izuku dal suo stato di trance.
“Oh, sì, certo Todoroki-kun, siediti pure” rispose lui.
I due rimasero in silenzio per qualche minuto.
“Midoriya, come mai hai gli occhi lucidi?” chiese Shouto perplesso.
“Mi sarà entrata qualcosa negli occhi. Non è niente, tranquillo” rispose vago lui. Gli dispiaceva da morire mentire a Todoroki, del resto lui era uno dei suoi migliori amici, se non IL suo migliore amico, e avrebbe voluto dirgli il perché si era appoggiato al muro e perché aveva gli occhi lucidi, ma era certo che se gli avesse detto che aveva la febbre lo avrebbe costretto a tornare al dormitorio, a costo di portarlo lui stesso in braccio.
“Ah ok, scusami” disse quindi Shouto, ammiccando un sorriso.
“Chissà che tipo di lezione avrà preparato Aizawa per questo pomeriggio” affermò poi Izuku, cercando di cambiare discorso, e abbassando lo sguardo verso il proprio piatto.
“Magari ci farà fare qualche esercitazione in coppia o a squadre, del resto è da almeno una settimana o due che non ne facciamo una” rispose Shouto
“In effetti è vero” ammise il ragazzo dai capelli verdi.
“Spero solo di non capitare in gruppo con Todoroki-kun, o sarà la volta buona che si accorgerà che ho la febbre” pensò Izuku, e a questo punto, al gruppo di persone che avrebbero voluto ucciderlo quel giorno, oltre a Kacchan (anche se in teoria non sarebbe da contare, visto che voleva ucciderlo/mutilarlo gravemente ogni giorno), si sarebbero aggiunte Aizawa e soprattutto Todoroki, e Izuku sapeva che si sarebbe arrabbiato a morte per non avergli detto niente, ma del resto, non voleva farlo preoccupare.
 
Per sua sfortuna, la previsione di Todoroki si era avverata. Dopo l’arrivo della 1^A al Ground Beta, Aizawa aveva annunciato loro che avrebbero dovuto svolgere un’esercitazione in coppia dove avrebbero dovuto salvare tutti i civili presenti in un palazzo nel minor tempo possibile.
“Meglio che sia un allenamento di coppia, almeno avrò meno possibilità di uscire insieme a Todoroki” pensò Izuku.
“Fate silenzio!” alzò la voce Aizawa, bloccando sul nascere il chiaccherio che si stava generando “Prima che mi interrompiate per farmi qualche domanda stupida, NO, non potete scegliere voi con chi fare squadra. Le squadre verranno estratte a sorte, e non potranno essere cambiate” continuò EraserHead.
Dopo l’ultima affermazione la classe sospirò tristemente.
“Avete qualcosa da dire, per caso?” chiese Aizawa, attivando il proprio quirk e facendo alzare i propri capelli.
La classe si ammutolì in un istante.
“Adesso passiamo alle coppie: dopo esservi messi in fila di fronte a me, prenderete un bigliettino con un numero da questa scatola -che raccolse da terra-, chi pescherà il numero 1 sarà in coppia con quello che avrà pescato il 2 e così via” spiegò Aizawa.
 
Quando fu il suo turno, Izuku si avvicinò alla scatola e prese uno dei bigliettini. 17.
“Chi ha il numero diciotto?” chiese il ragazzo dai capelli verdi.
“Io” rispose Todoroki, dietro di lui.
 
Izuku imprecò mentalmente, poi, come se non bastasse, il suo mal di testa non accennava a voler diminuire, e anche le gambe stavano iniziando farsi più deboli.
“Ma veramente?? Con tutte le persone che sarebbero potute uscire, proprio lui?” pensò Izuku, consapevole di essere fottuto. Cioè, lui adorava fare squadra con Todoroki, e non solo perché aveva dei riflessi invidiabili e un quirk potentissimo, capace di mettere in seria difficoltà anche i pro Heroes più in gamba, ma anche perché ormai i due avevano imparato a capirsi anche solamente con uno sguardo, e potevano quindi mettere in atto strategie anche abbastanza complesse, senza dover necessariamente comunicare tutti i passaggi nei minimi dettagli. Era soprattutto per questo motivo che adorava fare coppia con Shouto, per via dell’estrema affinità che si era creata tra i due. Ma non era l’unico motivo. Era ormai da tempo immemore che Izuku aveva una cotta per Shouto, ma ormai si era rassegnato a poter rimanere solo suo amico, essendo abbastanza sicuro che i ragazzi non facessero per lui. Per questo vedeva nelle esercitazioni di coppia un’occasione per potergli stare accanto, per potergli essere d’aiuto.
 
“Midoriya, come mai hai quella faccia? Volevi fare squadra con qualcun altro?” chiese Todoroki, un po’ deluso.
“Eh, cosa? No Todoroki-kun, affatto, stavo solo pensando!” si affrettò a dire Izuku.
“Ah ok, menomale. Scusami se sono stato un po’ brusco” rispose quindi lui, grattandosi il collo.
 
Izuku sapeva cosa significasse quel gesto, lo faceva ogni volta che si sentiva in colpa per qualcosa che aveva fatto o detto. Ci aveva fatto caso solamente dopo un paio di volte che glielo aveva visto fare, ed era sicuro che fosse così, anche se non gli aveva mai chiesto conferma.
 
“Midoriya-kun, scusami se te lo richiedo, ma sei sicuro di star bene?” chiese Shouto, avvicinandosi minacciosamente a lui e guardandolo negli occhi.
“Certo Todoroki-kun, sto benissimo, come mai me lo chiedi?” chiese lui, anche se in cuor suo sapeva già la risposta.
Shouto non rispose e, senza che l’altro riuscisse a fermarlo, gli poggiò una mano sulla fronte.
“Sto benissimo” lo imitò Todoroki. “Adesso tu vai da Aizawa e gli dici che hai la febbre, poi torni al dormitorio e ti metti a letto, sono stato chiaro?” gli disse il ragazzo dai capelli bianchi e rossi. Il suo tono era completamente diverso da quello gentile e pacato che aveva fino a qualche minuto fa, e anche il suo volto si era incupito, mentre prima era sereno e meraviglioso da guardare.
“Ma, Todoroki-kun” disse Izuku, ma fu interrotto da Shouto.
“Niente ma, se non vai tu, andrò io a dirglielo. Come ti è venuto in mente di venire a scuola con la febbre così alta?”
“Va bene…” disse allora il ragazzo dai capelli verdi, e si diresse verso Aizawa.
 
Non sapeva però che non ci sarebbe mai arrivato. Dopo aver fatto un paio di passi, si sentì mancare, e le gambe si fecero più molli e smisero di sorreggerlo. Anche le palpebre si fecero più pesanti, fino a che non riuscì più a tenerle aperte. Quella sensazione fu seguita da un’altra. Izuku si sentì mancare, poi capì che stava cadendo a terra; nonostante ciò, a nulla servirono i suoi sforzi di cercare di rimanere in piedi.
 
 
“Cosa sta succedendo?” si chiese Shouto, mentre stava guardando Midoriya andare ad avvisare Aizawa delle proprie condizioni. Quel pensiero arrivò quando vide il ragazzo dai capelli verdi iniziare a barcollare.
Solamente dopo un paio di istanti capì cosa stava succedendo. Per fortuna aveva dei buoni riflessi, si era lanciato verso di lui ed era riuscito prenderlo al volo, prima che questo cadesse per terra.
“Aizawa-sensei!!” urlò Shouto.
Questi, subito corse verso di loro.
“Cos’è successo Todoroki?” chiese lui, che subito si era precipitato vicino ai due studenti
“Ha la febbre, e nonostante ciò è venuto a lezione” rispose il ragazzo dai capelli bianchi e rossi.
“Ho capito. Passalo a me, lo porto in infermeria e torno” disse EraserHead.
“Non si preoccupi, ci penso io. In ogni caso, non potrei comunque fare la prova” rispose quindi Shouto, stringendo ancora più forte il corpo del più piccolo.
“Mmm… va bene Todoroki, vai pure. Però avvisami quando si riprende, in modo che possa ucciderlo con le mie mani”
“Sto scherzando ovviamente” si affrettò a dire Aizawa, dopo aver visto la faccia di Todoroki, “Però fammi sapere veramente come sta, va bene?”
“Certo” rispose il ragazzo dai capelli bianchi e rossi, per poi dirigersi con passo sostenuto in infermeria.
 
 
Quando Izuku si risvegliò, vide una cosa a lui familiare, il muro dell’infermeria, e nei primi mesi lo aveva visto innumerevoli volte, tanto che era diventata la sua seconda casa. Poi sentì delle cose un po’ meno familiari, due braccia che lo stavano stringendo forte, ed era abbastanza sicuro che al letto non fossero cresciute, così come non erano cresciute altre due gambe, tra le quali si trovavano le proprie.
 
“Ti sei svegliato?” chiese Todoroki.
Izuku divenne bollente, ed era abbastanza sicuro che il più grande non avesse attivato il proprio quirk.
“To-Todoroki-kun, cosa ci fai tu qui!!? E perché sono coricato sopra di te!!?” urlò Izuku, rosso dalla vergogna, sia perché si trovava abbracciato contro Todoroki, sia perché aveva dormito beatamente per circa un’ora e mezzo (almeno, nell’orologio segnava che fosse passata un’ora e mezzo) sopra di lui.
“Sei coricato sopra di me perché Recovery girl mi ha chiesto se potessi tenerti in questa posizione, in modo da favorire la circolazione. Io invece mi trovo qui perché uno stupido è venuto a lezione nonostante avesse la febbre” rispose lui, mettendosi composto e avvicinando ancora di più a sé il più piccolo.
Era stato dopo quella frase che si era ricordato tutto.
“Ah” si limitò a dire, prima di scoppiare a piangere, come suo solito.
“Non pensare che iniziare a piangere ti salverà” lo rimproverò Shouto, ma il suo tono era già tornato delicato e tranquillo come al solito.
“Sc-Scusami” riuscì a dire Izuku tra un singhiozzio e l’altro.
“Sei un incosciente. Come hai pensato che venire a scuola con la febbre potesse essere una buona idea??” chiese lui, che nel frattempo aveva bloccato le braccia dell’altro con le sue.
“Todoroki-kun, lasciami andare!” esclamò il più piccolo, divincolandosi tra le sue braccia.
“Scordatelo, non te lo meriti. Non dopo quello che hai fatto”
 
Le lacrime tornarono a solcare le guance di Izuku.
“Scusami s-se non ti ho avvisato, ma non volevo farti preoccupare” riuscì a dire, in preda alle lacrime.
“E non pensi che mi abbia fatto preoccupare di più vederti svenire di fronte a me? Ringrazia che ho dei buoni riflessi e ti ho preso al volo” chiese allora lui.
“Grazie Todoroki-kun” disse il ragazzo con i capelli verdi, girandosi di fronte all’altro e abbracciandolo forte a sé.
“Stai tranquillo, va tutto bene. E Recovery girl ti ha anche fatto passare la febbre” lo rassicurò Shouto.
“Sinceramente sono tranquillo, da quando mi sono svegliato mi sono sentito triste per quello che ho fatto, ma non sono mai stato spaventato” ammise lui sorridendo.
“Posso chiederti il perché?” chiese Todoroki, ricambiando il sorriso.
“Forse perché per la prima volta nella mia vita mi sono sentito al sicuro tra le braccia di qualcuno” rispose Izuku arrossendo visibilmente.
“Mi fa piacere” si limitò a dire Shouto, che era a sua volta diventato rosso. Poi aveva alzato con l’indice il mento del più piccolo, che non poté fare a meno di guardare negli occhi il ragazzo dai capelli bianchi e rossi, e non era riuscito a non perdersi all’interno di essi.
“Todoroki-kun…scusami ancora, so che pensi che io sia uno stupido, e hai pienamente ragione”
“Ma io non lo penso e non l’ho mai pensato. Tu mi piaci
“Ah, meno male, sono felice che…aspetta tu cosa??” chiese il più piccolo, sgranando gli occhi.
“Mi piaci Midoriya, penso sia normale che sia così. Del resto sei il primo che sia riuscito a comprendermi veramente” ammise Shouto, un po’ in imbarazzo.
 
Fu dopo quell’istante che Shouto si avvicinò pericolosamente alle labbra di Izuku, fino a unirle insieme alle proprie. Dopo qualche secondo i due si staccarono, visibilmente imbarazzati.
Il ragazzo dai capelli verdi non disse niente per circa un minuto o due. Dopo essersi staccato dalle labbra del più grande, era rimasto a fissare il vuoto, con gli occhi puntati verso il collo di Shouto. Quando riemerse dal suo stato di trance, i suoi occhi si soffermarono sulle labbra di Todoroki, fini e delicate come la neve. Senza nessun apparente motivo, le guance del più piccolo si fecero rosse, mentre gli occhi erano diventati tremendamente lucidi.
“Scusami, ho esagerato” disse poi il ragazzo dai capelli bianchi e rossi.
“Come, scusa?” chiese lui, che era assorto nei suoi pensieri e non aveva sentito.
“Ho detto scusami, sarei dovuto rimanere al mio posto. Dopo averti baciato, ho visto la tua reazione, ed è chiaro che non ti è piaciuto per niente. Sono un idiota, come al solito ho esagerato” disse Shouto, iniziando a stringere il bordo bella maglietta con forza, cosa che faceva quando si sentiva frustrato.
“Hai ragione su due punti: sei un idiota e devi restare al tuo posto. Quindi adesso stai fermo qui e baciami ancora” rispose Izuku, che si allungò fino ad arrivare alle labbra di Shouto, in modo da unirle con le proprie; nel frattempo aveva posizionato le gambe dietro la schiena del più grande e gettato le mani suo collo.
Quando si staccò, guardò teneramente Todoroki con i suoi enormi occhi verde smeraldo.
“Come puoi anche solo pensare che non mi sia piaciuto, posso saperlo?” chiese il più piccolo, abbassando il collo in modo da non guardare Shouto negli occhi.
“Ho visto l’espressione che hai fatto dopo che mi sono staccato, e non sembrava certamente quella di una persona felice”
“Beh, forse perché è da quando mi sono svegliato tra le tue braccia che sto per avere un arresto cardiaco, cosa ne pensi?” disse Izuku, sorridendo.
“Esagerato, non sono poi tutta questa gran cosa”
“Già, hai ragione. Hai degli occhi e dei capelli stupendi, un viso perfetto, le tue spalle fanno concorrenza alle ante del mio armadio, hai degli addominali e dei pettorali invidiati da tutti in classe. Manca soltanto che tu abbia un caz-” ma fu interrotto da Shouto, che, avendo capito cosa volesse dire l’altro, gli si era lanciato addosso –finendo entrambi coricati sul materasso- e gli aveva tappato la bocca con la sua.
“Ti sembrano cose da dire in una scuola?” chiese Shouto, per poi scoppiare a ridere.
“Beh, se dovessi bloccarmi un’altra volta in questo modo potrei anche pensarci” rispose lui, sorridendo.
“E se ti baciassi anche senza che tu dica cose del genere sul mio… hai capito cosa intendo…?” propose quindi Todoroki.
“Penso che possa essere una buona idea” decretò Izuku, spingendo Shouto verso la spalliera del letto e posizionandosi tra le sue gambe, per poi farsi stringere dalle sue braccia muscolose e delicate contemporaneamente.
 
Izuku, stavolta per davvero, era sul punto di avere un arresto cardiaco, e la parte peggiore -o migliore, dipende dai punti di vista-, era che si era cacciato in quel guaio con le sue stesse mani, del resto era lui che si era infilato tra le sue braccia. Se già c’era andato vicino quando si era risvegliato, ritrovandosi in mezzo alle gambe di Shouto, adesso era certo che stesse per morire. Shouto lo aveva stretto forte contro il suo petto, cingendogli gli addominali da dietro con le braccia. Il più piccolo si era adagiato sulla sua spalla destra, rilassandosi completamente e continuando a farsi abbracciare.
Shouto non si trovava certamente in una situazione migliore: se già stare in compagnia di MIdoriya lo faceva stare bene, poterlo avere tutto per tutto per sé e abbracciarlo in quel modo, gli faceva provare una felicità inimmaginabile. Era certo di non poter desiderare di meglio dalla vita, o almeno ne era certo fino a quando, il piccolo angioletto che si trovava seduto tra le sue gambe non aveva iniziato a strusciarsi lentamente contro i suoi addominali e aveva inclinato il collo verso sinistra, in modo da appoggiarlo alla sua spalla. Era stato in quel momento che i capelli verdi del più piccolo si erano spostati e avevano lasciato libero il collo, in tutta la sua bellezza. Shouto dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non lanciarsi contro di esso, ovviamente con risultati scarsi.
“Midoriya-kun, posso?” chiese educatamente il ragazzo dai capelli bianchi e rossi dopo avergli lasciato un primo bacio sul collo.
“Certo” rispose lui, per poi posizionarsi meglio, in modo da non essere d’intralcio.
 
La lingua calda e allo stesso tempo ghiacciata di Todoroki gli stava facendo provare delle sensazioni mai provate in vita sua. Le labbra, nonostante le avesse già assaporate più volte, gli stavano facendo provare la medesima sensazione.
 
Quando Shouto si staccò, Izuku emise un mugugno di dissenso.
“Ti è piaciuto così tanto?” chiese il più grande, non potendo fare a meno di ridere.
“Non è certo colpa mia se puoi controllare anche la temperatura della lingua eh…” rispose lui, sulla difensiva.
“Non ti sto mica accusando” disse Shouto, lasciando un bacio sulla sua opera, per poi immergersi tra i riccioli del più piccolo e venire inondato dal profumo dello shampoo, che gli profumava i capelli, emanando un odore simile a quello dei fiori di ciliegio.
 
“Ma quindi, Todoroki-kun…”
“Cosa?” chiese lui, riemergendo dai capelli dell’altro.
“Adesso siamo fidanzati?” concluse Izuku, girandosi di 180° e posizionandosi sopra le gambe del più grande, per poi guardarlo negli occhi.
“Dipende” rispose Shouto, accarezzando delicatamente coi polpastrelli la guancia destra del più piccolo.
“Da cosa?” chiese il ragazzo dai capelli verdi, nuovamente sull’orlo delle lacrime.
“Tu vuoi essere il mio fidanzato?”
“Che domande fai, certo che voglio!” esclamò lui.
“Allora sì, si Izuku, siamo fidanzati” rispose Shouto, stringendolo per i fianchi e baciandolo delicatamente sulle labbra.
 
Dopo essersi staccato, Izuku si accoccolò sul petto del più grande, il quale lo strinse forte con le sue braccia.
“Uff, devo avvisare Aizawa che stai bene, puoi passarmi il telefono dal comodino?” chiese Shouto, coronando il tutto con un delicato bacio sulla guancia del più piccolo.
“Certo” rispose lui, restituendogli il bacio, però sotto il mento, in corrispondenza dell’osso della mandibola.
 
Shouto digitò il numero e fece partire la chiamata.
“Pronto professore? Salve, Izuk-emh- Midoriya sta bene, Recovery girl, gli ha fatto passare la febbre.
“Va bene. Allora se riesce a camminare tornate al dormitorio, passerò dopo a controllare la situazione” rispose EraserHead.
“Va bene, arrivederci” disse Shouto, per poi chiudere la chiamata.
“Mi ammazzerà” decretò Izuku, sospirando e alzando gli occhi al cielo.
“Sicuramente non in mia presenza” rispose il ragazzo dai capelli bianchi e rossi, per poi avvicinarsi al verdolino e stringerlo forte contro il suo petto, per poi iniziare ad accarezzare delicatamente i suoi riccioli verdi.
 
“Uff, ma quindi dobbiamo tornare al dormitorio?” sbuffò Izuku.
“Hai sentito quello che ha detto Aizawa no?” rispose lui.
“Si, ma non voglio staccarmi da te” ammise il ragazzo dai capelli verdi, sorridendo.
“Se è questo il problema, possiamo anche tornare al dormitorio, posso abbracciarti anche lì”
“Beh, allora meglio andare, o perderemo solo tempo!” esclamò Izuku, per poi posare le braccia dietro il collo del più grande e dirigersi verso le sue labbra, unendole con le proprie, posizionandosi meglio tra le sue gambe.
 
“Ti avviso che così non mi convinci sicuramente ad alzarmi” lo prese in giro Shouto, toccandogli il naso con la punta dell’indice destro.
“Sei un idiota” rispose Izuku di rimando, per poi scendere dal letto e alzarsi in piedi. Shouto subito lo imitò, mettendosi anche lui in piedi.
 
I due, dopo essersi messi le scarpe e la giacca della tuta, uscirono dall’infermeria.
 
Izuku, ancora indebolito dalla febbre, faceva un po’ di fatica a camminare, perciò Shouto lo stava tenendo per mano, pronto a prenderlo al volo nel caso avesse avuto un mancamento o un giramento di testa.
“Todoroki-kun, posso camminare anche da solo, non preoccuparti” disse lui, cercando di tranquillizzare il fidanzato.
“Non importa, mi piace tenerti per mano. E comunque, adesso puoi anche chiamarmi Shouto” disse il ragazzo dai capelli bianchi e rossi.
“Va bene” rispose Izuku, per poi mettersi in punta di piedi e posare le sue labbra sulla guancia sinistra del più grande.
 
Dopo circa una decina di minuti, i due arrivarono davanti al portone del dormitorio.
Izuku era stanco morto, era evidente che non si era ripreso completamente, così com’era evidente che Shouto se ne fosse accorto immediatamente.
“Amore, sei sicuro di star bene?” chiese lui, preoccupato.
“Circa, ma penso che avrò un arresto cardiaco se mi chiami un’altra volta amore” rispose il ragazzo dai capelli verdi, sorridendo.
“Va bene, Amore mio” rispose Shouto, per poi posare le mani sui fianchi del più piccolo e unire le sue labbra dolci e sottili con le proprie. Quando si staccò, guardò Izuku negli occhi, sorridendo teneramente.
“Si, evidentemente mi vuoi morto” decretò il ragazzo dai capelli verdi.
“Smettila di dire stupidaggini”
“Cosa ne dici di entrare dentro? O preferisci baciarmi qui fuori per tutta la sera?” lo prese in giro Izuku, facendosi spazio tra le sue braccia.
“Non mi sembra una cattiva idea” rispose Shouto, avvolgendo le proprie braccia attorno al torace muscoloso del più piccolo.
“A me si, quindi meglio entrare dentro” disse Izuku, per poi aprire la porta ed entrare, con Shouto subito dietro di lui.
 
Come facilmente prevedibile, la sala comune era abbastanza popolata: Sero, Kaminari e Kirishima stavano giocando a carte, o meglio, Kirishima stava giocando, mentre tra Kaminari e Sero era in atto una gara a chi barava di più. Ovviamente Red Riot non si era accorto di nulla. Jiro, Yaoyorozu, Hagakure e Ashido stavano parlando di ragazzi, almeno, Hagakure e Ashido lo stavano facendo, le altre due si stavano limitando ad ascoltare e ridere alle loro battute. Poi c’erano Bakugou e Uraraka.
I due erano ormai fidanzati da un paio di mesi, circa da un paio di settimane dopo che l’intera classe si era trasferita nel dormitorio, i due erano usciti insieme, e dopo un paio di giorni si erano fidanzati. In quel momento si trovavano su un divanetto, abbracciati l’uno all’altra. Uravity si era posizionata sopra i pettorali del biondo, che le facevano da cuscino. Katsuki invece, la stava abbracciando con entrambe le mani, come a volerla proteggere da qualunque cosa respirasse in quella stanza, nonostante fosse consapevole che la ragazza fosse capace di difendersi da sola e durante il festival sportivo gliene aveva dato prova. Era stato proprio quel combattimento che gli aveva fatto decidere di chiederle di uscire, ovviamente era stato necessario l’aiuto di Kirishima e Kaminari per fargli ammettere che gli piacesse Uraraka, perché Katsuki, testardo com’era, non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
 
I due ragazzi, dopo essere entrati, si sedettero in uno dei divani liberi. Shouto si coricò con la schiena appoggiata al bracciolo e Izuku si posizionò tra le sue gambe, per poi appoggiarsi al suo petto. Poi il ragazzo dai capelli bianchi e rossi cinse i fianchi del verdolino con le proprie braccia.
 
“Come stai Midoriya?” chiese Kirishima, con uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti, che facevano concorrenza a quelli di Izuku.
“Bene, Recovery girl mi ha fatto passare la febbre con il suo quirk” rispose lui, continuando a farsi abbracciare dal più grande.
“Come ti è venuto in mente di venire a scuola con la febbre? Io fossi stato in te sarei rimasto a casa per un paio di giorni”
“Perché lui, a differenza tua, ha voglia di studiare e si impegna” s’intromise Kyoka, freddando il ragazzo elettrico.
“Sempre simpatica eh…” rispose Kaminari.
 
“Midoriya, sei sicuro che ti abbia curato il bacio di Recovery girl?” chiese Mina, sorridendo maliziosamente.
“Ehm… certo… cos’altro avrebbe potuto curarmi se no?”
“Sicuro che non sia stato un bacio di Todoroki a farlo!? Esclamò Mina, attirando l’attenzione di tutti i presenti, fatta eccezione per Uraraka che era beatamente addormentata e per Bakugou, a cui la faccenda non interessava minimamente.
 
Dopo quella frase, tutta l’attenzione si spostò sui due ragazzi, che erano beatamente abbracciati l’uno all’altro.
“Ragazzi dovete dirci qualcosa per caso?” chiese Hagakure, bloccando il discorso che stava avendo con Momo, la quale si era girata, come tutti gli altri, verso Midoriya e Todoroki.
I due ragazzi divennero completamente rossi e si lanciarono uno sguardo fulmineo, per poi avvicinarsi ancora di più l’uno all’altro.
“Io e Shouto… beh ecco… come dire… ehm”
“Siamo fidanzati” lo interruppe il ragazzo dai capelli bianchi e rossi.
 
Quasi tutti i presenti, almeno, quelli interessati o svegli, rimasero sbalorditi, in particolare Sero e Kaminari, che non si aspettavano sicuramente questa confessione, tutti a eccezione di Momo.
 
“Ragazzi, ma vi sembrano facce da fare? Non vedo che problemi ci siano, al giorno d’oggi è normale che due ragazzi che si piacciono si fidanzino, non mi sembra il caso di avere queste reazioni!” li sgridò Yaoyorozu.
“Certo Momo-san, solo che ci ha colto di sorpresa!” esclamò Mina, mentre tutti gli altri annuivano silenziosamente.
“Scusate se mi intrometto, ma sinceramente un po’ si era capito” disse Kyoka “Non so voi, ma qualche volta mi è capitato di vedere Midoriya guardare Todoroki durante gli allenamenti con occhi sognanti, mentre Todoroki, ogni volta che parlava con Midoriya diventava completamente rosso e doveva usare il proprio quirk per mascherare la cosa. Me ne sono accorta una volta passando vicino a voi e ne ho avuto la conferma un paio di giorni dopo, quando è successa la stessa cosa” continuò Jirou, giocherellando con l’indice con uno dei suoi lobi Jack.
Shouto e Izuku divennero completamente rossi.
“Era davvero così evidente?” chiesero i due, in coro.
“Per le persone normali si, o almeno per me un po’ si, se poi hai delle fette di cetrioli negli occhi come Kaminari è diverso” rispose lei, un po’ imbarazzata.
“Posso sapere cosa centro io adesso!?” sbottò Kaminari, ferito da quell’affermazione.
Tutti iniziarono a ridere rumorosamente.
 
“Hai freddo Izuku?” chiese Shouto, vedendo il più piccolo tremare e battere i denti.
“Un po’ si, in effetti” ammise lui, continuando a battere i denti.
Todoroki quindi, lo avvicinò di più a sé e lo abbracciò più forte, attivando leggermente il quirk del suo lato sinistro.
“Va meglio adesso?” chiese Shouto, che aveva avvicinato talmente tanto Izuku a sé, che si era ritrovato a sussurrargli nell’orecchio.
“Molto” rispose lui, inclinando la testa verso dietro e lasciandogli un bacio sotto il mento.
 
I due rimasero per tutta la sera con i compagni, a parlare del più e del meno, a ridere, a scherzare e a prendersi in giro. Dopo un po’ anche Bakugou e Uraraka, dopo che quest’ultima si era svegliata, si erano intromessi nella conversazione. Tutti avevano potuto notare, chi con sorpresa chi con felicità, che Bakugou nell’ultimo periodo era cambiato, o meglio, gli insulti che distribuiva a tutti, nei modi più disparati possibili, si erano fatti un po’ meno frequenti, ma pur sempre frequenti, e tornavano soprattutto quando qualcuno gli faceva notare questa cosa; a questo punto serviva l’intervento di Ochacko, l’unica a riuscire a calmarlo.
 
Dopo aver cenato, Izuku e Shouto si allontanarono dalla mensa per dirigersi nelle proprie stanze.
“Ci sono problemi se ti accompagno?” chiese Izuku, prendendo la mano del più grande.
“Nessuno, però non affaticarti troppo”
“Tranquillo, farò attenzione” lo rassicurò il più piccolo, dandogli un bacio sulla guancia.
 
I due salirono le scale mano nella mano. Quando arrivarono al quinto piano le gambe di Izuku si fecero più pesanti e questi sperò con tutto sé stesso che Shouto non se ne accorgesse, in modo da non farlo preoccupare. Tutte le sue speranze svanirono in un unico istante.
“Stai bene Izuku?” chiese il ragazzo dai capelli bianchi e rossi.
“Si, certo” mentì il più piccolo, ma fu tradito dal suo stesso sguardo.
“Non dirmi bugie, capisco quando mi stai mentendo” rispose secco lui.
“Mi fanno solo un po’ male le gambe” ammise a malincuore Izuku
“Ti avevo detto di non affaticarti troppo” lo ammonì Shouto.
“Scusami, hai ragione tu, come al solito”
“Entra un attimo in camera mia e riposati”
“Tranquillo, non sono stanco, posso tranquillamente arrivare in camera mia senza riposarmi”
Amore ti sto per lanciare giù dalle scale. Non discutere e entra. Non saresti dovuto uscire neanche stamattina, però devi sempre fare di testa tua” disse Shouto, portandosi la mano destra sulla faccia.
Di fronte a quella proposta, Izuku non poté rifiutare, anche perché l’alternativa sarebbe stata volare giù per le scale.
 
Quando entrò in camera di Shouto, il suo naso fu invaso dal buon odore che essa emanava.
“Siediti pure Izuku, fai come se fossi a casa tua” disse il ragazzo dai capelli bianchi e rossi, dirigendosi verso l’armadio, da dove tirò fuori il futon che usava per dormire.
Dopo averlo posizionato per terra, si avvicinò al più piccolo, si chinò e lo abbracciò da dietro, per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
“A cosa stai pensando?” chiese Shouto, dopo aver visto la faccia perplessa del fidanzato.
“A niente in particol-” ma non fece in tempo a finire la frase che il più grande l’aveva sollevato di peso e appoggiato sopra il futon, posizionandosi sopra di lui.
 
“Tu invece? A cosa stai pensando?” chiese Izuku, che aveva notato l’espressione compiaciuta di Shouto.
“Viste le tue condizioni fisiche, in qualità di tuo fidanzato, ti vieto di abbandonare la stanza” decretò il più grande, per poi lanciarsi sulle sue labbra.
“Presumo di non poterci fare niente, vero?” sospirò lui, per poi lanciare uno sguardo divertito all’altro
“Purtroppo no, la legge va rispettata, quindi adesso non fare storie e vai sotto le coperte, chiaro?”
“Certo”
 
I due, dopo essersi messi sotto le coperte, si strinsero l’uno all’altro, per poi addormentarsi, stremati dalla giornata che avevano passato ma col sorriso sul volto, perché l’indomani si sarebbero svegliati l’uno tra le braccia dell’altro e in quel momento non desideravano altro. Non sapevano che avrebbero passato insieme il resto della loro vita.
 







Angolo dell'autore:
Ciao a tutti :)
​Come ogni settimana, ecco una nuova storia, questa volta un po' più lunga delle altre.
​Sinceramente pensavo che sarebbe uscita un po' meglio, anche se non sono deluso da come sia venuta, anzi, finalmente sto riuscendo a descrivere tutti gli avvenimenti come voglio io e ne sono molto felice.
​Oggi vi grazio e non scrivo poemi chilometrici, anche perché sinceramente sono stanco e voglio tornare a dormire.
Penso di non dover dire altro. Beh, che dire, spero che la storia vi sia piaciuta, ci vediamo la settimana prossima, ciauuuu




 
   
 
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