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Autore: Ghostclimber    08/12/2018    3 recensioni
Da qualche tempo, Kogure sembra non sorridere quasi più.
Per fortuna, Mitsui ha un'idea che può cambiare le cose.
Coppie: Mit/Ko, Hana/Ru
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Kiminobu Kogure
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!

Fatto l'albero?

No, perché questa è una storia da leggere sotto l'albero di Natale, visto che è ambientata alla Vigilia di Natale e basata su una canzone di Natale...

Doveva essere solo ed esclusivamente MitKo, ma poi una certa Volpe s'è messa di mezzo e ha cominciato a guardarmi storto, e allora.....

Buone feste a tutti voi che leggete, e soprattutto a Ciaoni e AliDoro, la prima che mi dà della pazza e la seconda che è peggio di me.
 

Lasciate un commentino, se vi va!

Baci al Pan di Zenzero a tutti!

XOXO

 

 

 

 

La festa di Natale allo Shohoku, era, come prevedibile, pacata e tranquilla come il Big Bang.

Le ragazze del comitato di organizzazione avevano sfrattato chiunque dalla palestra, causando l'impotente ira funesta del neo-capitano della squadra di basket, Miyagi, che aveva pianto e strepitato invano e aveva poi optato per mettere su una faccia seria e compassata e rivolgersi al preside, che con l'espressione di uno che ha appena mangiato un limone gli aveva confidato che il tutto era organizzato dal Rukawa fan club e che lui non aveva assolutamente intenzione di tentare di farle ragionare. Nel vedere lo sgomento sul volto di Miyagi, il preside gli aveva offerto una compressa di Maalox e l'aveva poi congedato con un discorso su Don Chisciotte e i mulini a vento.

 

Rukawa si stava avvicinando alla palestra, alle 20.32 di una gelida Vigilia di Natale, con la baldanza di un condannato a morte che non spera più nell'assoluzione in appello, quando Sakuragi uscì di botto e si chiuse la porta alle spalle, ansimando pesantemente, con gli occhi fuori dalle orbite. Il rosso adocchiò il compagno di squadra, si concesse un breve momento di sbavo mentale e poi urlò: -Kitsune, vattene prima che sia troppo tardi! Tu non sopravvivi a stasera!

-Nh?- chiese Rukawa.

-Lascia perdere, davvero, c'è troppo bordello anche per me.- sottolineò Sakuragi, e il sangue di ghiaccio della Volpe Artica raggiunse una temperatura molto vicina allo zero assoluto. Dal suo viso dovette trasparire qualcosa, perché Sakuragi aggiunse: -Come mai sei venuto, comunque? Mi dai l'idea di uno che odia questo genere di cose.

-Costretto.- rispose Rukawa, logorroico come sempre. La porta si spalancò dietro la schiena di Sakuragi, e una cosa a forma di renna con le sembianze di Ayako uscì pigolando: -Uh, Rukawa, non ci credo, sei venuto! Entra, dai, che ci fai lì fuori?- lo ghermì per un polso, azione non banale quando si indossano delle muffole a forma di zoccolo di renna, e lo trascinò all'interno della palestra; Sakuragi li seguì, riluttante.

Le urla aumentarono di volume, i vetri tremarono, i sismografi registrarono una scossa di terremoto di media entità con epicentro a Kanagawa, poi Rukawa si tolse il giubbotto rivelando un pullover nero a collo alto che gli faceva un fisico da urlo; una cinquantina di ragazze svennero sul colpo, e il livello dei decibel tornò sotto la soglia di allarme.

-Ti prego, Rukawa, non allontanarti da me, stasera.- disse Sakuragi, e i cristalli di ghiaccio che scorrevano nelle vene di Rukawa divennero un fiume di lava.

-NH?!- urlò, stupito.

-Fai svenire la gente! Meno gente, meno folla! Sono un Genio, eh?- Rukawa sbuffò e lasciò che Miyagi gli ficcasse in mano un bicchiere di carta rosso colmo di un punch che qualche ora prima era stato analcolico e che ora era invece un miscuglio letale, grazie al prezioso intervento di almeno una ventina di aspiranti alcolizzati; un agente dei servizi segreti ne stava prelevando di nascosto una certa quantità, per sviluppare un'arma chimica in caso di guerra.

 

Trascorse con passo di lumaca la mezz'ora più lunga della vita di Rukawa.

Logorato tra l'allettante idea di darsi alla macchia e dire a suo padre che alla festa c'era andato (ormai un bel po' di gente l'aveva visto, poteva convocare dei testimoni) e il vero motivo che l'aveva spinto ad uscire di casa in quella notte infausta, Rukawa vagolò per la palestra, osservando mesto i canestri trasformati in ghirlande, il tabellone coperto di festoni, un albero di Natale col puntale che pendeva di sghimbescio e le porte degli spogliatoi, quelli principali e quelli per gli ospiti, trasformati in bagno per gli uomini (con un Babbo Natale che scriveva “men” sulla neve con la pipì) e per le donne (con un'elfa prosperosa nella posa di Marilyn Monroe sulla grata della metropolitana).

Il suo sguardo continuava a cercare una certa testa rossa, ma ogni volta che si voltava lo vedeva parlare con qualcuno, e va bene tutto ma Kaede Rukawa non approccia una persona quando ce ne sono altre in giro. Già stava uscendo dalla comfort zone a parlare senza essere interpellato.

Alle 21.00, ora locale, Rukawa cominciò a desiderare di morire. Una ragazzina dall'aria impasticcata, vestita da idol natalizia, saltò sul palco improvvisato sotto il canestro e sbraitò: -CIAO A TUTTI, SHOHOKU! CHE NE DITE DI UN PO' DI KARAOKE?!- un ruggito le rispose, facendo registrare un'altra scossa di terremoto, e Rukawa si mise a correre verso l'uscita, con le mani premute sulla testa, come un'anziana signora che cerca di scappare da un bombardamento aereo. Mentre la pseudo-idol annunciava a chiunque fosse in ascolto, da Kanagawa a Plutone, che la prima ad esibirsi sarebbe stata Haruko Akagi (E FACCIAMOLE UN BELL'APPLAUSO!), Rukawa guadagnò la porta e se la richiuse violentemente alle spalle, ansimando forte, proprio come Sakuragi mezz'ora prima.

-Ehi, Rukawa!- chiamò una voce gentile. Kogure stava seduto su una panchina, in compagnia di un grosso libro e di un piatto pieno di roba da mangiare; Rukawa si avvicinò e Kogure mise un segnalibro tra le pagine e si asciugò una lacrimuccia.

-Ciao.- salutò Rukawa, e Kogure gli fece segno di sedersi al suo fianco. -Vuoi favorire?- chiese, indicando il piatto, -Io ho già mangiato per venti.- Rukawa prese un canapè ricoperto di quella che sembrava salsa tonnata e lo addentò: -Grazie.

-Non c'è di che. Bisogna fare la fila per arrivare ai tavoli del buffet.

-E tu come hai fatto?

-Ho mandato Akagi.- rispose Kogure con naturalezza. Rukawa si ritrovò a sorridere, e forse da qualche parte era in agguato lo spirito del Natale, perché si sentì chiedere: -Come mai piangevi?- il sorrisino di Kogure tremolò come la fiamma di una candela al vento, poi si spense. Un sospiro caldo emerse dalla sua bocca, condensandosi in una nuvoletta candida.

-Beh, non è facile da dire...- tentennò, non sapendo da dove cominciare.

-Ti piace Mitsui ma non sai come dirglielo.- concluse per lui Rukawa. Kogure non cadde dalla panchina solo perché il ghiaccio ce l'aveva incollato sopra.

-Tu come...?

-Sono nella stessa situazione. Solo che non è Mitsui, è...

-Sakuragi, lo so.- si vendicò Kogure.

-Nh?!

-Il guaio delle acque chete come te e me, Rukawa, è che dal nostro angolino si vedono un sacco di cose.- ribatté Kogure con un sorrisino, poi prese un vol-au-vent e lo masticò con aria pensosa.

-Sai, penso che...- la porta della palestra si aprì con un boom sonico e sbatté contro il muro, annunciando con garbo l'uscita di Sakuragi, che per buona misura urlò: -QUATTROCCHI! Ti vuole il Gorilla!- e si premette gli indici nelle orecchie.

-Non può uscire lui?

-EH?- chiese Sakuragi, poi aggiunse: -Aspetta.- e si levò i tappi dalle orecchie. Rukawa si nascose il viso dietro una mano per non dare a vedere che era sul punto di scoppiare a ridere.

-Dicevo, non può uscire lui?- chiese di nuovo Kogure.

-No, ha bisogno di te lì dentro.- rispose Sakuragi, con uno sguardo ansioso. Kogure sospirò e si staccò, a malincuore e a fatica, dalla panchina ghiacciata; Sakuragi si spostò, facendogli spazio per passare, poi si voltò di nuovo e chiede: -E tu non vieni, Rukawa?- era il momento.

-Non mi va. Senti. Puoi restare qui un attimo? Ti dovrei parlare.- Sakuragi non ebbe un infarto solo perché era troppo impegnato a sospirare di sollievo al pensiero che i film mentali non venissero proiettati sulla pubblica piazza; difatti, Rukawa aveva scelto gli unici due minuti e cinquantacinque secondi in cui lui non poteva assolutamente assentarsi dalla palestra, e il suo se stesso mentale si era appena gettato in ginocchio, urlando un “NNNOOOOOOO!!!” che al confronto l'urlo di Luke Skywalker che scopre di essere figlio di Darth Vader sembrava un tenue mormorio di disapprovazione.

-Ah, Rukawa, proprio adesso? Mitsui deve fare una cosa e... insomma, è una cosa un po' imbarazzante, ecco, e mi ha chiesto di restare dentro a fargli supporto morale.- dal viso di Rukawa dovette trasparire un certo disappunto, perché Sakuragi aggiunse: -Senti, vieni dentro con me, è una cosa che dura poco, due minuti e cinquantacinque secondi, appena finisce ce ne torniamo fuori, ok?

-Nh.- rispose eloquentemente Rukawa, poi si alzò e tornò nella bolgia infernale che di solito amava tanto, al fianco di quell'idiota patentato che a rigor di logica avrebbe dovuto detestare.

La idol saltò sul palco con la timida esuberanza di Sailor Moon e sbraitò: -IL PROSSIMO AD ESIBIRSI ÈÈÈ... HISASHI MITSUI! UN BELL'APPLAUSO PER MITSUI!- il bel tiratore da tre punti salì sul palco con felina eleganza e un sorriso smagliante, si guardò attorno e infine vide Sakuragi, a bordo palco, che gli tendeva un bicchiere d'acqua e un palloncino rosso slegato, che teneva per l'imboccatura. Al suo fianco c'era Rukawa, ma Mitsui non ebbe tempo di farsi domande, perché la musica stava già cominciando.

Con un sospiro, ripetendosi le parole di incoraggiamento del coach Anzai (prima o poi devo farmele tatuare, pensò), si tolse la protesi dentale provvisoria, la immerse nel bicchiere e prese una boccata di elio dal palloncino; sorrise, mostrando orgoglioso un bel buco al posto degli ultimi denti che ancora dovevano impiantagli in maniera permanente, gli incisivi superiori. Il deejay, con espressione dubbiosa appena mitigata dalla curiosità, chiese nel microfono: -What's the matter, Theodore? You don't look happy!

-Aaah, Dave...- sospirò Mitsui, la voce estremamente falsettata dall'elio, -You know...

-But you got lots of wonderful presents for Christmas, didn't you get what you wanted?- Mitsui prese un bel respiro e cominciò a cantare in un tremendo high-pitch: -All I want for Chriftmaf if my two front teeff, my two front teeff, gee, my two front teeff!- a causa della mancanza della protesi, non riusciva a pronunciare propriamente le esse, e ben presto la maggior parte degli studenti dello Shohoku erano a terra, a rotolarsi dal ridere. -Gee, if I could only have my two front teeff, then I could wiff you Merry Chriftmafff!- Mitsui prese un'altra boccata di elio, e Rukawa si beccò una gomitata da Sakuragi, che stava cercando di aprire un secondo palloncino. -Molla qui, idiota, faccio io.- disse, e cominciò a darsi da fare sul nodo.

-It feemf fo long finfe I could faaay: Fifter Fufie fitting on a fiffle!- su cosa Sister Susie si fosse seduta, non era dato saperlo. Rukawa avvertì un fremito di risate salirgli lungo la gola, e gli occhi gli si riempirono di lacrime nel tentativo di trattenerle; con la coda dell'occhio colse Sakuragi, che con lo sguardo fiero e pieno di orgoglio allungava il secondo palloncino a Mitsui.

-Gosh, oh, gee, how happy I'd feel, if only I could wiffle!- Mitsui prese un'altra boccata di elio; ormai era rosso in viso, affaticato e col fiato corto a causa dello scarso rifornimento di ossigeno e dell'imbarazzo. Rukawa allungò un altro palloncino a Sakuragi, che lo ringraziò con un cenno del capo e tornò a guardare Mitsui, che proseguì: -All I want for Chriftmaf if my two front teeff, my two front teeff, gee, my two front teeff! Gee, if I could only have my two front teeff, then I could wiff you Merry Chriftmafff!- seguì un breve stacco musicale, durante il quale Mitsui riuscì ad incastrare quattro parole, senza tuttavia potersi liberare dalla vocina da Chipmunk: -Finalmente ti vedo forridere, Kogure!- urlò. Rukawa sobbalzò e si voltò verso il compagno di squadra, che sembrava un cerbiatto, con gli occhi sgranati e luccicanti e una mano che stringeva la manica del maglione di Akagi, il quale ovviamente non aveva nulla da dirgli, e si era congelato nella posizione in cui si era messo per spiegarglielo, con una mano levata a palmo in su e l'altro braccio ripegato contro il petto a reggere un bicchiere, si spera non di punch.

-It feemf fo long finfe I could faaay: Fifter Fufie fitting on a fiffle! Gosh, oh, gee, how happy I'd feel, if only I could wiffle!- Mitsui si esibì poi in un patetico tentativo di fischiare, che ovviamente ebbe il solo risultato di farlo assomigliare parecchio ad una teiera. Mimò un gesto di teatrale disappunto, un sorriso da debosciato sulle labbra, e poi, presa l'ennesima boccata di elio, ricominciò: -All I want for Chriftmaf if my two front teeff, my two front teeff, gee, my two front teeff! Gee, if only I could have my two front teeff, then I could wiff you Merry Chrif... Chrifff... Chrifff... oh, Happy New Year!- Mitsui spalancò le braccia, come il bimbo zoppo di Canto di Natale quando dice “E che il Signore ci benedica tutti quanti!” e lo Shohoku esplose in un applauso roboante, accompagnato da risate. Mitsui mollò il microfono al deejay che l'aveva assistito e scese dal palco, gli occhi fissi su una sola persona: Kogure.

-Vai, scemo...- borbottò Akagi, spingendo in avanti l'ex vice capitano, nell'improvviso silenzio che si era venuto a creare. Ebbe appena il tempo di ringraziare il cielo che il preside non ci fosse, ricoverato per ulcera gastrica, e che i professori fossero tutti oramai sull'orlo del coma etilico, poi Kogure si fiondò tra le braccia di Mitsui, che lo strinse come se volesse spaccargli le costole.

Nessuno tranne Kogure udì quello che Mitsui gli disse all'orecchio, ancora senza protesi e con qualche inflessione acuta nella voce che non fecero altro che rendere più meravigliose le sue parole: -Ti amo, Kiminobu. Ti prego, forridi.- Kogure sbuffò e le sue spalle si misero a sussultare di risate. Si staccò da Mitsui e disse: -Sei uno scemo. Vai a rimetterti la protesi.- il sorriso sdentato vacillò un po' sul viso di Mitsui, ma tornò, ampio e fiero di tutti i suoi buchi e rattoppi, quando Kogure aggiunse: -Ti amo anch'io.

-Fììì! Evvai!- esultò Mitsui, poi corse da Sakuragi, che gli stava reggendo il bicchiere con la protesi, e se la rimise in bocca. Accompagnato da risate, fischi e pacche sulle spalle, si eclissò con Kogure fuori dalla palestra.

Akagi emise un basso ringhi di gola verso alcuni ragazzi, muniti di bloc notes e macchina fotografica, che avevano fatto come per seguirli, facendoli desistere dal loro bieco proposito.

Sakuragi ghermì per il polso Rukawa e lo trascinò fuori, sbraitando: -Chiunque abbia intenzione di andare a disturbarli dovrà passare sul nostro cadavere!

 

La mano di Rukawa scivolò in quella di Sakuragi e gli appese qualcosa al dito medio.

-Eh?- si stupì Sakuragi, poi si guardò la mano. Rimase stordito e incapace di parlare per qualche secondo, alla vista di un simpatico portachiavi di peluche con una scimmietta e una volpe abbracciate, poi alzò lo sguardo su Rukawa.

-Dopo questa pagliacciata di Mitsui sembra una cavolata...- bofonchiò Rukawa, guardando a terra, il viso nascosto dall'ombra della frangetta, -Ma ci tenevo a... insomma...

-È bellissimo.- lo zittì Sakuragi.

-Lo so che... insomma, non è niente di che, ma...

-Se avessi voluto una cosa rumorosa e plateale, mi sarei innamorato di me stesso, e non di te.- Rukawa ci mise un attimo a capire, poi alzò il viso, e un paio di labbra catturarono subito le sue.

-Buon Natale, Volpaccia.

-Buon Natale, Idiota.

 

Fortunatamente, a nessuno venne in mente di andare a cercare Mitsui e Kogure nella palestra di judo, dove si erano rintanati a baciarsi, parlare come non avevano fatto per mesi, baciarsi, scambiarsi i regali di natale, baciarsi, sorridersi a vicenda e baciarsi.

Perché tra loro due e i loro guardiani, è impossibile dire che fosse meno attento a ciò che succedeva oltre la bolla di felicità che li circondava, impossibile da scoppiare, tranne forse se fosse atterrata sui picchi puntuti della capigliatura antigravitazionale di un certo porcospino.

 

A qualche chilometro dallo Shohoku, un ragazzo molto alto e molto bello starnutì.

-Che hai, raffreddore?- chiese Koshino.

-No, è stato così, improvviso. Si vede che qualcuno sta parlando male di me.- rispose Sendoh, poi trascinò il fidanzato sotto ad un mazzetto di vischio.



Link alla canzone: All I Want For Christmas (Is My Two Front Teeth)

 

   
 
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