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Autore: PabloX    08/12/2018    0 recensioni
Faith- Nuovo Inizio” Riprende la fan fiction “Faith ritorno a Los Angeles”, che si concludeva con la morte di Faith nel tentativo di salvare il mondo e contemporaneamente restituire l’essenza umana ad Angel. Dovevo quindi trovare un modo di far tornare in vita Faith, ma volevo anche usare altri personaggi che non avevo usato nel primo racconto. Spike ad esempio. Ed ecco che vedrete Spike in azione, e naturalmente il suo rapporto conflittuale con Angel è uno dei temi del racconto, oltre al problema che ora Angel non è più un vampiro. E’ quello che ha sempre desiderato ma davvero è felice ora? Oppure rimpiange i vecchi tempi? Aggiungiamoci una Kennedy che aspira al ruolo che fu di Buffy (e Faith) gli avvocati della Wolfram & Hart e che gli effetti della Magia hanno sempre delle conseguenze… ed ecco che il pranzo è servito !
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Episodio 4

Proposte indecenti




Venerdì 9 A.M Hyperion Hotel
- Sei andata a dormire tardi stanotte, non ti ho sentita rientrare-  Angel fece cadere l’osservazione mentre si trovava nel baretto e sfogliava con apparente attenzione un quotidiano fresco di stampa. Lorne stava friggendo alcune ciambelle, coadiuvato da una volenterosa Willow che preparava uova al bacon.
-  Devi avere un sonno molto profondo, allora-  rispose Faith con noncuranza. La ragazza si sporse a guardare verso i fornelli al di là del bancone dove gli altri due ospiti si davano da fare con la prima colazione.
- Cosa preparate di bello?-
- Delle ottime ciambelle per la nostra principessa!-  rispose con allegria Lorne
- E io delle gustose uova al bacon per sua maestà!-  aggiunse Willow con altrettanta allegria.
- Bene, non vedo l’ora di sbafarmele!-  
- Magari ci sono anche gli altri che devono mangiare!-  la voce di Angel nascondeva malamente una certa acrimonia.
- Certo, nessuno vuol farti morire di fame-  replicò Faith.
Willow la guardò come dire “che succede?” Faith le rispose con una alzata di spalle e un’espressione del genere “e che ne so?” poi prese il piatto che Willow le stava porgendo e lo portò ad Angel.
- Eccoti servito, brontolone! Vuoi del caffè?-
- Sì, grazie-
Faith tornò dopo pochi secondi con una caraffa di caffè.
Angel ripiegò con studiata lentezza il giornale e si versò il liquido bollente nella grossa tazza che aveva dinanzi.
- Non si dice grazie?-  chiese Faith che aveva notato un certo malumore in Angel.
- Grazie.-  Rispose flemmatico lui.
I due furono raggiunti da Willow che posò sul tavolino del pane imburrato e caldo e una confezione di marmellata.
- Ho sentito che ieri sera c’è stata una gran festa, Vi siete divertiti?-  domandò allegra la ragazza dai capelli rossi.
- Certo, è stato uno sballo!-  disse ancora euforica Faith. Poi iniziò a dimenarsi quasi come se fosse sulla pista accompagnando le movenze con una strana cantilena che voleva essere l’imitazione della linea di un basso elettrico
- DuDu dududu! Dududududdu!-  così facendo dette un leggero colpo di anca a Willow che quasi cadde.
- Ehi, calmati. - disse ridendo -  guarda che è finita-
- Per me non finisce mai!-  rispose continuando la sua danza la cacciatrice
- Dai, siediti Faith-  le ordinò un po’ scocciato Angel
- Va bene, musone, va bene!-  lo canzonò lei, che faceva finta di non accorgersi, o forse non si accorgeva, del malumore del compagno
- E tu, Angel, non hai partecipato?-
- No-  rispose l’uomo, cercando di non far notare troppo il suo stato d’animo -  francamente queste cose mi annoiano. Non riesco francamente a capire cosa ci trovi Connor e anche voi altre, in quella musica spaccatimpani. Una volta la musica era un’altra cosa-
- Proprio così-  aggiunse Lorne che era sopraggiunto dalla cucina recando con sé le sue leggendarie ciambelle e i biscotti-  Frank Sinatra, Louis Armstrong, Ella Fitzgerald…quella era musica! Quelli erano bei tempi!-
-  E Paul Anka? Dove lo vogliamo mettere Paul Anka?-  disse Angel finalmente partecipe della discussione.
- Dove merita di stare. Nel dimenticatoio. Ha azzeccato una sola canzone in quarant’anni-  lo contraddisse Lorne
Willow e Faith si girarono verso Angel per vedere come avrebbe reagito alla salace osservazione dell’amico demone, esperto di musica e senza peli sulla lingua.
- Beh…a me piaceva Paul Anka, Non era male!-
- Ognuno ha le sue debolezze, amico mio-
- Certo, comunque erano altri tempi, adesso invece…-
- Uffa!,come siete noiosi, e poi quali “vostri tempi” uno ha duecentocinquanta anni  e l’altro viveva in un'altra dimensione. Ma daaaiii! Siete assurdi!-  disse ridendo Faith mentre prendeva una ciambella dal vassoio. La mano di Lorne schiaffeggiò leggermente quella della cacciatrice, facendole mollare la presa.-
- Eh no, carina, non ti permetto di prenderci in giro così. Forse saremo dei “matusa” come dici tu, ma abbiamo ben altra esperienza di quella di voi altri, che credete che ballare sia strusciarsi l’un l’altro e dimenarsi insensatamente, e che la musica sia solo un ritmo tribale a cui abbandonarsi. La musica è anche sentimento, armonia, bellezza…-
Faith lo ascoltò a bocca aperta poi disse-  Hai proprio ragione!-
Sorpreso dal fatto che Faith gli desse ragione, Lorne si distrasse e subito la ragazza allungò la mano impossessandosi della ciambella fumante-
- Dadada! Te l’ho fatta. Voi matusa non avete riflessi-
Lorne la fissò a lungo con aria di disapprovazione, poi si sedette e sentenziò
- Va bene, visto che sono un  matusa e mi trattate come un rimbambito, potrei avere almeno UNA delle ciambelle che ho amorevolmente fritto per VOI?-
- Dai, non ti arrabbiare, Lorne-  gli disse con la sua aria saggia Willow allungandogli una delle sue prelibate ciambelle-  Io non penso affatto che tu sia un “rimba”, e non credo nemmeno che Faith pensi questo. Vero Faith?-
-  Sicuramente! Cioè, voglio dire, sicuramente no!-
Dopo un po’ Faith disse ad Angel – Tu che l’hai letto, cosa dice di interessante il giornale?-
- Niente di particolare, solo una cosa ha attirato la mia attenzione. Nelle pagine interne parla di alcuni omicidi. Tutto fa pensare sia opera di vampiri-
- Thanatos!-  esclamò di rimando la cacciatrice.- Sono sicura che ci sia il suo zampino. Ho un conto in sospeso con quel tipo, e credo sia giunto il momento di chiuderlo-
- Non vorrai mica andare già a caccia di vampiri?-  chiese preoccupata Willow.
- Certo che sì. Sono tornata qui apposta-
- Non credo sia una buona idea-  incalzò Angel-  Con Kennedy fuori combattimento e dopo le notti scorse, non credo sia prudente attaccare un simile avversario, forte e seguito da una schiera ben nutrita di vampiri accoliti-
- Mi stai dicendo che non vuoi venire con me?-
- Ti sto dicendo che tu non andrai da nessuna parte. Sei appena tornata e noi siamo in pochi. Per avere ragione di questo Thanatos c’è bisogno di essere in tanti e ben preparati. Abbiamo rischiato di perdere Kennedy, rammenti?-
Faith stette un attimo in silenzio poi ritornò alla carica
- C’è Spike adesso. Rammenti? Sono sicura che lui sarebbe della partita.-
- Spike?-  Disse Angel con aria disgustata.
- Certo, Spike, perché no? Ha aiutato B un sacco di volte e per quanto mi riguarda è OK, Anche se ogni tanto mi fa venire voglia di impalettarlo. Lui sicuramente direbbe di sì-
- E va bene, faremo una ronda. Ma solo di perlustrazione, Prima di attaccare dobbiamo avere un piano solido-
- Sì! Finalmente un po’ d’azione!-  Faith si alzò dette un bacio ad Angel e salutò gli altri.
- Me ne vado un po’ in piscina, ciao ci si vede!-
Lorne scosse la testa e mormorò-  Gioventù, gioventù bruciata-

****

- E’ qui il posto che ci ha indicato Willow?-  chiese Faith.
Lei ed Angel erano da un po’ che si aggiravano nelle fogne, ma senza alcun risultato.
Avevano cercato dappertutto, ma in quel tratto di città sotterranea che erano le fogne di Los Angeles sembrava non ci fosse niente. Né vampiri, né Demoni. E soprattutto niente che potesse essere ricollegato a Thanatos.
Niente di niente.
- Sì, dovrebbe essere questo-
- Dovrebbe? E’ da due ore che siamo qui e non abbiamo trovato nulla-
- Eppure Willow…-
- Willow ha sbagliato! E poi sei sicuro che ci abbia detto di venire qui-
Angel stette un attimo in silenzio poi rispose:
- Sì. Ne sono sicuro.-
- A me pare che stai andando alla cieca. Secondo me il posto più logico dove iniziare le ricerche era il posto dove tu e Kennedy siete stati aggrediti.-
Angel non rispose.
- Ehi dico a te, ma mi stai a sentire?-  Faith strattonò Angel per la giacca.
- Sì, ti sto a sentire. Non fai altro che parlare!-
- Cosa? Ti sto chiedendo se sei sicuro di quello che stiamo facendo e tu mi rispondi che parlo troppo? Ma cosa ti prende Angel?-
- Niente… niente-  rispose come se fosse distratto l’uomo. Poi aggiunse –possiamo anche andarcene-
- Già per quello che stiamo combinando…-
- Te l’avevo detto. Era inutile venire-
- Già soprattutto se la pista è sbagliata-
Angel le dette un’occhiata severa e poi incominciò ad incamminarsi verso la direzione da cui erano venuti.
Faith gli corse dietro, lo raggiunse e gli si parò davanti con fare deciso
- Senti, se c’è una cosa che odio è essere presa in giro. Sapevi che la pista era sbagliata, non è vero?-
- Io non sapevo niente, Faith. Willow ha detto…-
- Willow non ha detto niente. Non è così? Impossibile che Willow dia una pista sbagliata.-
Angel guardò in basso verso la punta delle sue scarpe.
- Faith io…-
- No, no, no! Non voglio sentire niente, ho capito tutto! Tu non volevi andare a stanare Thanatos, non so per quale ragione ma non volevi. E hai acconsentito solo per evitare che io andassi insieme a Spike. E poi hai boicottato la caccia inventandoti che Willow ti aveva dato una pista. E’ così?-
Angel si guardò attorno cercando qualche risposta per tutte quelle domande. Ma non erano semplici domande, erano innegabili verità. Se lo avesse ammesso, la domanda successiva sarebbe stata” e perché ti comporti così?” e allora avrebbe dovuto ammettere che lo faceva perché si sentiva inadeguato, perché sapeva che, ora che era umano, non era più al livello di una ammazzavampiri.
e che era terribilmente geloso di Spike, il suo vecchio amico e rivale, che ancora aveva quel magnetismo animale che lui aveva perso. Tanto lottare per ritornare umano e adesso avrebbe desiderato solo tornare come prima. Un super essere immortale, figlio delle tenebre.
E lui non voleva ammettere niente, il suo orgoglio glielo impediva. E allora decise di negare l’evidenza.
- No. Non è vero. E’ solo una pista sbagliata. Forse ho capito male. Non ti preoccupare Faith, la prossima volta andrà meglio-
Detto questo proseguì la strada superando Faith e dirigendosi verso una delle uscite della fogna.
- Stronzo!-  sibilò Faith non molto forte ma abbastanza forte perché Angel la sentisse.
Si girò e chiese-  Scusa hai detto?-
Faith si voltò verso di lui con l’aria che assumeva quando era vicina ad uno dei suoi scoppi di ira.
- Che sei uno stronzo!-
- Se vuoi insultarmi fai pure, io non perderò tempo con te-
- Ah perché finora hai perso tempo con me vero? E scusa tutte quelle promesse che mi hai fatto. E quelle parole dolci? O forse ti sei dimenticato di tutto, visto che mi pigli in giro, mi fai venire qua solo per  una tua stupida, insensata gelosia?-
-  Ti ho vista l’altra sera con Spike. Davi spettacolo e lo spettacolo a me non è piaciuto-
- Cosa stai dicendo? Ho solo ballato un po’-
- Già l’hai fatto con Spike però!-
- Certo tu non fai mai niente1 Non balli, non canti, non mangi, Non vai a caccia ma solo a spasso. Ti sei rammollito ecco cosa è! Ti sei rammollito!-
- Allora è questo quello che pensi di me? Be’ allora vai pure con il tuo amico Spike, e divertiti! Io lo conosco bene e non penso che sia proprio un santarellino. Ma a te piacciono i belli e dannati. vero? E allora vai, vai!-  Angel si allontanò dalla scena del litigio ma dopo qualche passo fu fermato dalla voce della cacciatrice
- Anche tu eri un bello e dannato. Non  ricordi?-
Angel si voltò lentamente. La ragazza si avvicinò
-  Ed è per questo che ti amavo. Ma avevi delle qualità speciali. Eri generoso. E coraggioso. E disinteressato. E mi hai salvato.-
Angel la guardò incerto se tornare indietro ad abbracciarla o scappare.
- Dov’è finito quell’Angel, l’Angel che combatteva i demoni e l’ingiustizia? L’Angel che si preoccupava degli altri e non della propria gelosia?
- Non c’è più. Mi dispiace.-  rispose triste l’ex campione e se ne andò.
Una lacrima inumidì i grandi occhi castani della cacciatrice. Con un gesto della mano se la asciugò, poi dette un calcio di rabbia e frustrazione ad un barattolo che galleggiava su una pozzanghera
- Vai vai, lasciami sola, brutto bastardo. In fondo lo sono sempre stata-


Kennedy entrò nella Hall dell’Hyperion. C’era qualcosa che le sembrava cambiato, ma non sapeva che cosa.
Il Dottore il giorno prima le aveva comunicato che se avesse voluto, avrebbe potuto andarsene, anche se lui consigliava ancora un giorno o due di riposo. Kennedy aveva colto al volo la palla e aveva chiesto di essere messa nella lista delle dimissioni dell’ospedale.
E così finalmente era a casa. Non aveva potuto avvertire Willow, o forse non aveva voluto.
Nessuno era venuta a prenderla all’Ospedale, il che le faceva un po’ dispiacere, ma il suo carattere fiero ed orgoglioso le diceva che era meglio  così. Non doveva fare affidamento su nessuno, solo sulle sue forze. Era sempre stato così.
Kennedy si guardò intorno e fece qualche passo timido in direzione di quello che era il bancone della reception.
- C’è qualcuno?-
Nessuno rispose, allora afferrò il vecchio campanello che era posato sul tavolo, ricordo di vecchi e gloriosi tempi dell’Hotel, e incominciò a scampanellare
- C’è qualcuno? Qualcuno mi sente?-  
La ragazza scampanellò per un po’, e più scampanellava più cresceva la sua preoccupazione,
Finalmente qualcuno arrivò.
Con una giacca di raso rosso, Lorne comparve.
- Arrivo, arrivo-  disse prendendo posizione dietro il bancone.
- Posso esserle utile signorina?-
- Ehi non mi riconosci?-
Lorne la osservò attentamente e cercò di nascondere l’imbarazzo per non averla riconosciuta
- Oh, certo, mia cara, come potrei non riconoscerti? Scusa ma mi ero addormentato e …-
- Fa niente. Mi pare che non ci sia nessuno, dove sono tutti?.
- Non so, presumo che Faith ed Angel siano andati in una qualche missione. Credo che Faith volesse regolare i conti con quel Thanatos-
- Chi?-
- Quel vampiro che è responsabile del tuo ferimento. A proposito, come stai?-
- Bene, ed era ora che qualcuno me lo chiedesse! Willow?-
- Francamente non so. Non credo ti aspettasse.-
- No, non credo nemmeno io-
- Hai sentito delle novità?-
- Sì, una me l’hai appena detta, ma già la conosceva. E poi ho sentito anche che è qui Spike.-
- Proprio così!-
 Una voce alle sue spalle la costrinse a voltarsi. L’inconfondibile sagoma di Spike venne verso di lei
- Ah, eccoti qui-
- Trattieni il tuo entusiasmo, mocciosa. Ho sentito che eri conciata male.-
- Già, qualche tuo “collega”. Ma adesso sto meglio.-
- Bene, sono contento. Ma non sono le ferite del corpo quelle più difficili da curare. Le ferite dell’anima sono molto peggio-
Kennedy fu un po’ sorpresa dal filosofeggiare del vampiro
- Già-  rispose mentre la sua mente incominciava a vagare nei ricordi di passati dolori. E rapidamente arrivò al presente, al dolore che le procurava pensare che Willow, la sua Willow, fosse sempre più distante da lei e dai suoi bisogni. Perché non era lì ad aspettarla?
- Sei qui per curare le ferite della tua anima?-  chiese poi la ragazza scuotendosi dai suoi pensieri
-  Qualcosa del genere-  rispose evasivo il vampiro
- E immagino che queste ferite inizino con la lettera B-
Spike girò la testa dall’altra parte annuendo.
- O c’è dell’altro?-  chiese incalzante Kennedy.
Spike la fissò per un attimo con espressione dura-  No, nient’altro-

*****

Giovedì notte ore 2.30 A.M
- Avanti! Entra!-
Il gorilla spinse Spike dentro la stanza
- Se me lo chiedete con tale gentilezza, non posso rifiutare!-
Il vampiro si guardò attorno e vide un signore molto ben vestito, come tutti gli avvocati di quel maledetto studio, seduto dietro una modernissima scrivania.
- Prego si accomodi -  disse l’uomo con una gentilezza che nascondeva in realtà una buona dose di arroganza.
Spike si sedette senza fiatare, l’espressione torva dipinta in faccia ed una gran voglia di menar le mani. Quello che glielo impediva erano i due energumeni che stazionavano dietro di lui, e che, ne era sicuro, erano pronti ad impalettarlo se solo avesse fatto un movimento sbagliato.
- Mi presento, mi chiamo Pinkerton-
Spike non mosse un muscolo.
L’avvocato non sembrò per nulla turbato dall’atteggiamento ostile del biondo.
- Lei dev’essere il famigerato Spike, suppongo-
- Se lo dice lei -
Uno dei due energumeni fece un passo verso Spike. L’avvocato lo fermò con un semplice gesto della mano.
- Sappiamo benissimo chi è lei, signor Spike. Non sappiamo cosa ci faccia in città, ma quello che sappiamo è che lei potrebbe esserci utile-
- E allora?- domandò Spike tenendo con la coda dell’occhio sotto osservazione l’energumeno e tenendosi pronto ad ogni evenienza.
- Veniamo al punto: Lei conosce sicuramente Angel e la sua “Agenzia investigativa”. Loro hanno una cosa che a noi interessa molto. Si tratta di un antico medaglione, un medaglione dotato di arcani e misteriosi poteri. Lei capisce che non possiamo permetterci che questo Medaglione sia in mani poco affidabili…-
- Beh, se non ce l’avete voi, vuol dire che è tutto a posto -  Spike sorrise sarcastico.
- Il suo sarcasmo è inutile. Noi vogliamo quel medaglione. E lo avremo.E lei ci aiuterà ad averlo –
- E se rifiutassi?-
Mr Pinkerton aprì un cassetto e, con molta calma, estrasse una cartella.
La aprì e mostrò una foto a Spike. Il volto del vampiro perse anche quel poco di colorito che ancora manteneva.
- Dalla sua espressione deduco che lei conosca questa ragazza-
Spike cercò di sembrare disinvolto. –No, non so chi sia-
- Suvvia, sappiamo tutti che lei la conosce. Il suo nome è Buffy. E ha pure una sorella-  disse l’avvocato mostrando una foto di Dawn.
Una smorfia comparve sul volto di Spike. Lo avevano incastrato. Ma cosa volevano da Buffy e Dawn?
- Le vuole bene, vero? Se vuole che alle due ragazze non succeda nulla di spiacevole le conviene collaborare-
- Voi non conoscete Buffy, lei vi ucciderà, vi romperà le ossa, vi farà a pezzi!-  
Spike si trovò a urlare, in piedi, i muscoli della faccia stravolti dalla rabbia.
- Si calmi!-  ordinò Pinkerton. Due braccia robuste afferrarono Spike e lo costrinsero a sedersi di nuovo.
- E’ inutile che rifiuti o faccia l’eroe. Se non accetta, alle due ragazze succederà qualcosa di brutto, molto brutto. E, cosa più importante, lei morirà, Spike!-
Il vampiro cercò di alzarsi ancora ma le braccia del gorilla lo tenevano fermo e, con la coda dell’occhio, vide il secondo  energumeno che brandiva il paletto. Un enorme, appuntito paletto.
Spike rinunciò alla ribellione. Non aveva senso. Proprio adesso che aveva deciso di dimenticare Buffy, di iniziare da capo. E invece doveva sottostare ad un ricatto per salvare Buffy, E non aveva altra scelta. Almeno doveva far credere a questi tizi che accettava, poi qualcosa avrebbe inventato.
- Va bene accetto. Del resto se posso fare uno sgarbo ad Angel non mi tiro indietro. Due piccioni con una fava.-
- Vedo che ragiona-  disse l’avvocato aprendo una scatola di sigari.
- Vuole favorire?-
- Lei è pazzo, vuole farmi morire prima del tempo-
L’avvocato rise. Poi tornò a farsi serio.
- Naturalmente non ha tanto tempo a disposizione. Diciamo 5 giorni da adesso.-
- Una settimana?-  Spike cercava di prendere tempo
- Cinque giorni!-
- Ma sono in molti, c’è anche un demone, e Gunn e altri … non sarà facile-
- Nella stanza accanto le forniranno tutte le informazioni necessarie. Le dò sei giorni a partire da ora. Non un minuto di più. Ci sentiremo tra tre giorni, Sabato notte. La contatteremo noi. Può andare-
Spike si alzò e, scortato dai suoi due Angeli custodi, uscì dalla stanza.

****

- Spike, Spike, ci sei?-  la voce di Kennedy distolse il vampiro ossigenato dai suoi pensieri.
- Sì, scusa, le ferite dell’anima, mi ero assentato un attimo…- sorrise
Anche Kennedy abbozzò un sorriso, nonostante Spike non le stesse simpatico.
- Bene, adesso che avete finito il momento di autocoscienza, lasciamo Kennedy riposare un poco. Vieni mia cara, ti porto alla tua stanza-
- Grazie Lorne, ma posso fare da sola. E poi mi sono riposata anche troppo, non credi?-
In quel momento rientrò Angel.
- Angel come è andata, la caccia?-
- Ciao Kennedy -  rispose Angel senza nemmeno guardarla. Proseguì per le scale diretto in camera sua senza dare neanche un’occhiata ai presenti, i quali a loro volta si guardarono sconcertati.
Il silenzio fu rotto da Kennedy
- Ma Faith non era con lui?-
- Sì, era con lui.-  confermò Lorne con aria preoccupata.
- Che sarà successo?-  chiese Ken.
- I due piccioncini hanno litigato, ecco cosa è successo!-  Spike aveva ripreso il suo tono sarcastico.
- Ma no, probabilmente è solo andata a fare un po’ di shopping-  cercò di sdrammatizzare Lorne
Trascorse mezz’ora senza che Faith si vedesse. Arrivò invece Willow, che finalmente poté riabbracciare Kennedy.
Le due stavano conversando sul divano, quando Kennedy accennò al fatto che Angel era tornato di pessimo umore e Faith non si era ancora vista.
- Sei sicura di quanto dici?-  chiese ancora Willow
- Sì, ne sono sicurissima. C’erano qui anche Lorne e Spike. Ti posso assicurare che anche loro hanno avuto la mia stessa impressione.-
Willow assunse un’aria preoccupata. Cosa era successo tra Angel e Faith?
In quel momento Faith entrò, scura in volto, ma a differenza di Angel salutò le presenti seppur con poco entusiasmo
- Ehi Will! Ehi Ken sei tornata? Tutto  a posto?-  
- Si grazie-  Kennedy si alzò e andò a salutarla. Le due si scambiarono un bacetto.
- Così, Will ti ha fatto tornare eh?-
- Già la tua amica rossa è sempre piena di sorprese. Spero non ti dispiaccia-
- Oh, no, figurati, come puoi pensare una cosa del genere? Sono contentissima che tu sia di nuovo tra noi-  Kennedy cercò di nascondere in tutti i modi i suoi veri sentimenti
- Ne ero sicura-  Faith sorrise in un modo che sottintendeva che non se l’era bevuta.
Willow interruppe la conversazione con un paio di leggerissimi colpi di tosse.
- Eravamo preoccupati per te Faith, non ti vedevamo tornare. Come è andata la caccia?-
Faith  lasciò Kennedy e rivolse le sua attenzione alla strega.
- Dovresti saperlo come è andata.-
- No, non lo so-  Willow non capiva
- Angel mi ha assicurato che tu gli hai dato una dritta sicura-
Willow la guardò imbarazzata. Cosa era quella storia?
- E’ vero?-
Willow tentennò nella risposta. Capiva che qualunque cosa avesse detto potevano esser guai.
- Il tuo silenzio mi fa capire che è come pensavo. Angel mi ha preso in giro-
- Non so cosa ti abbia detto Angel, ma non penso che ti abbia preso in giro-
- Ah no? Mi ha detto che ha seguito scrupolosamente le tue istruzioni-
- Istruzioni? Non ricordo di avergliele date-
- Scusa Will ma ci sei o ci fai? Gli hai dato o  non gli hai dato delle istruzioni?-  Faith incominciava a spazientirsi
- Will, rispondi sinceramente-  intervenne Kennedy
- No, non gli ho dato nessuna istruzione. Non me le ha chieste.-
- E’ come pensavo-
- Cioè?-  Chiese incuriosita Kennedy
- Cioè mi ha portato a spasso per tre ore su una pista falsa, e tutto per una stupida questione di gelosia-
- Beh vuol dire che ti ama…- Willow
- Ho paura che non sia solo quello. Ho paura che non sia più come prima. Capite cosa voglio dire?-
Le due ragazze annuirono.
- A proposito. Io questo Thanatos lo voglio trovare.  E visto che i maschietti, se vogliamo così chiamarli, fanno solo confusione, che ne dite se ci pensiamo noi?-
- Ehi, fantastica idea-  rispose Kennedy
- Tu, Willow?-
- Ci sto-

*****

- Allora, dimmi cosa è successo tra te e Faith?-
La domanda di Spike colse di sorpresa Angel. Per prima cosa perché non lo aveva sentito arrivare. E poi da quando in qua erano così in confidenza, lui e quel biondo ossigenato?
- Niente che ti riguardi-  rispose freddamente.
- Scusa, pensavo che ti facesse piacere parlarne, ma se è così…-  Spike si avviò verso la porta da cui era entrato furtivamente, ma la voce di Angel lo bloccò.
- In realtà credo che ti riguardi-
Il vampiro si voltò verso il suo vecchio maestro, assunse una delle sue espressioni beffarde prima di cambiarla in una della serie “ti sto ascoltando con attenzione”.
- Bene, sono a tua disposizione-
Angel tirò un lungo sospiro, poi assunse un’aria severa.
- Vorrei sapere che intenzioni hai nei confronti di Faith-
Spike fu sorpreso dalla domanda, a tal punto da non riuscire, cosa per lui piuttosto insolita, a trovare una risposta valida. Dopo un attimo di imbarazzato silenzio rispose:
- No, fammi capire, tu mi stai accusando di volerti portare via Faith o che?-
- Non sono uno stupido, Spike-
- Io direi invece che lo sei, oppure che lo sei diventato. Posso assicurarti che non è affatto mia intenzione, e scusa se qualcosa del mio comportamento può averti indotto a pensare questo, ma le cose non stanno assolutamente così. E poi a me di cacciatrice me ne basta già una.E mi avanza pure-  concluse Spike con aria malinconica.
Angel lo squadrò. I sentimenti del suo vecchio amico- nemico gli sembravano sinceri.
- Scusa, non avrei dovuto fare queste insinuazioni ma…è un periodo che non mi sento più sicuro di me, né di quello che prova Faith nei miei riguardi.-
- Capisco, ora sei un uomo  e non hai più quella strana aura di immortalità e di fascino misterioso, non è così?-
Angel annuì.
- Già. Temo di non essere più all’altezza di Faith. Credo che lei si sia abituata ad un certo Angel, ma ora quell’Angel non c’è più. E poi guarda-  disse avvicinandosi ad uno specchio.
- Lo sai, non posso sopportare quegli aggeggi-
- No dico guarda qui. Ho dei capelli bianchi.-
- Non stai male, ti donano-
- Sto invecchiando. Ogni giorno che passa mi scopro un capello bianco in più, o una nuova ruga.-
- Beh, normale, sei umano adesso. E comunque per avere i tuoi 280 anni non li porti mica male.-
- L’hai detto-
- Che hai duecentottanta anni?-
- No, che sono umano. E gli umani invecchiano. E muoiono.-
- E allora? Anche Faith invecchierà. E poi…-
- Ma lei è più giovane. E io sto invecchiando a velocità della luce. Sento le mie ossa che scricchiolano tutte le volte che mi alzo. E dolori reumatici e debolezza e…-
- Emicrania e nevralgia. Prenditi un’aspirina-
- Non capisci?-  Angel si rivolse a Spike con rabbia- Sto invecchiando. Invecchiando!-
- Calmati, amico, tutti quanti invecchiamo. Voglio dire, voi umani. Non era quello che volevi poi, tornare ad essere come loro?-
-  E’ stato lo scopo della mia vita. Ma ora è diverso. Ora mi sento come svuotato, come se avessi fatto tutto quello che c’era da fare e la mia vita fosse inutile. E Faith questo lo sa. Tra poco si troverà vicino a sé un vecchio, e non lo vorrà più-
- Oh amico, stai esagerando!-
- No, non esagero per niente-  Angel aveva afferrato Spike per il bavero e lo scuoteva furiosamente
 -  Lei non mi vuole più, è attratta da te perché tu sei un vampiro. Sei un immortale!-
- Basta!-  Spike decise che ne aveva abbastanza di essere strapazzato, si divincolò e dette uno strattone violento ad Angel. L’uomo volò per terra.
- Miglior prova di questa non poteva esserci-  disse Angel mentre stava sconsolato sul pavimento
-  Una volta non mi avresti mai trattato così. Non te lo avrei permesso.-
- Ti sbagli. Te le ho date un sacco di volte-
Angel rise amaramente alla sbruffonata del vampiro. Si alzò faticosamente e si avvicinò di nuovo a Spike.
- Ti devo chiedere un favore, Spike. Rendimi come ero prima-
- Che cosa?-
- Fammi tornare un vampiro!-
- Stai scherzando?-  chiese Spike guardando Angel con gli occhi sbarrati
- Ti sembra che stia scherzando?-  replicò Angel avvicinandosi con fare minaccioso.
- Sei fuori di te-  Spike cercò di sgattaiolare verso la porta per porre fine a quella discussione che ormai era diventata assurda.
- Non mi vuoi aiutare allora, Spike ?-
- Ti confesso che renderti un vampiro di nuovo sarebbe per me una profonda soddisfazione - rispose il vampiro che aveva ripreso il suo aplomb-  Sarebbe bello vedere Faith conficcarti un paletto nel cuore. Perché vedi, Buffy non l’ha fatto con me, ma credo che la tua amichetta sia un po’ meno…romantica, checché tu ne pensi. Se fossi in te mi terrei i capelli grigi, le poche rughe, che fanno molto persona saggia, cosa che non sei affatto, e cercherei di berci su un buon bicchiere di rum, o Gin, per dimenticare i problemi. Esattamente come faccio io.-
Spike allungò rapidamente la mano e afferrò una bottiglia mezza vuota dimenticata da chissà chi, forse proprio da lui, e  se ne scolò un grosso sorso. Poi aprì la porta ed uscì.
- Buon proseguimento di serata, uomo!-
 
   
 
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