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Autore: cin75    08/12/2018    6 recensioni
La mia personale visione dell'episodio di metà stagione 14. Puro sclero!!
WARNING SPOILER!!!!
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Rivedere Jack che si aggirava per i corridoi del bunker era bello. Vederlo che si sfiancava con entusiasmo tra una caterva di libri antichi e la palestra per allenarsi con Sam o Dean a seconda dei casi, per i due fratelli e anche per Castiel era come se avesse dato loro di nuovo quell’equilibrio che sembravano aver perso la mattina in cui Jack era morto.
Sam si era sentito inutile e colpevole per non essere riuscito a fare di più per il giovane , Castiel sapeva di aver deluso Kelly nel non essere riuscito a mantenere la promessa fatta di proteggere Jack. E Dean...beh!, a Dean gli si era spezzato qualcosa dentro quando , dopo essere stato convinto da Castiel, era rientrato nella stanza e aveva sentito quell’affranto “Se n’è andato!” da parte di Sam.
Il suo era un dolore che nemmeno l’eccessiva quantità di alcool della sera prima era servita a lenire. Un dolore diverso da quello che aveva provato le volte in cui la dannata morte gli portava via Sam. Questo era un dolore più sottile, ma altrettanto lancinante e quella sofferenza , quella tacita disperazione che stava provando , istintivamente gli venne fuori quando la Saunders voleva andare via senza portare a termine l’incantesimo.
Sam le aveva quasi gridato dietro quel suo angosciato: “E’ come se fosse nostro figlio!” ed allora il cuore di Dean si era perso un altro pezzo.
Guardare quella donna dritto in viso, mostrargli la sua sofferenza, la debolezza , dirle con la voce stanca di dolore: “Tu sai che cosa significa perdere un figlio. Sai la sofferenza e il dolore che si prova. Ci sei passata. Non farci questo!” fu come rendersi conto, finalmente, di quanto tenesse a Jack. Di quanto quell’assurda minaccia: “Se un giorno ci sarà bisogno di ucciderti, sarò io a farlo!”, non avesse più un qualsiasi senso o possibile compimento.
E poi c’era stato l’incantesimo e Jack si era ripreso e stava bene. Stava davvero bene.
Accanto a quel tavolo, mentre gli occhi di Sam non smettevano di brillare dalla contentezza, Dean non riusci a trattenersi e abbracciò forte il suo “ragazzino” ritrovato. Ritornato in vita. Di nuovo con loro.

E le buone notizie non sembravano finite. Castiel era ritornato incolume e aveva portato con lui anche novità sulla posizione di Micheal. Ora serviva solo rintracciare la Kaia oscura e la sua lancia.

Ma come ogni volta, quando tutto sembrava andare per il verso giusto, qualcosa, invece, sembrò peggiorare.
In Dean.

Quei suoi momentanei smarrimenti o momenti di confusione, sembravano farsi sempre meno rari.
E quando una volta, il maggiore, sembrò perdersi in un modo molto più...palese, la cosa non sfuggì a Sam.
“Ok, mi dici che hai in quest’ultimo periodo?!” chiese , dopo averlo richiamato per ben tre volte senza che Dean gli rispondesse.
“Non so a cosa tu ti riferisca. Io sto una favola!!” gli rispose entusiasta, sapendo di mentire. “Jack è di nuovo con noi. Castiel ha avuto indicazioni sulla posizione di Micheal, la mia Piccola ha il serbatoio pieno, quindi..”
“Quindi smettila di dire stronzate e dimmi la verità.” lo zittì, il minore. “L’ho notato la prima volta quando Rowena ci disse delle condizioni di Jack, poi ancora quando io ho parlato dello sciamano. Poi ancora un altro paio di volte. Ho sempre fatto finta di niente perché, ti conosco, e so che quando passi un brutto periodo..” fece enfatizzando le due ultime parole. “...hai dei momenti in cui sembra tu metta a fuoco quello che ti è successo.”
“Sammy, stai delirando!” cercò di concludere quella conversazione che invece , dentro lui, Dean, sapeva di dover fare, prima o poi. “Io non...”
“Dean ho dovuto chiamarti per tre volte poco fa e se non ti avessi scosso, starei ancora dicendo il tuo nome invano!!”
“Ma dai!! non è….”
“Ok!” lo bloccò. “Allora cosa ti stavo dicendo? Di che cosa stavamo parlando?!” lo provocò certo che il maggiore non sarebbe stato in grado di rispondergli.
Dean, prese posizione e cercò, facendo mente locale, di rispondergli.
Niente!
Si sforzò ancora.
Il nulla assoluto!
“Cazzo, Sammy!” sbottò sconfitto. “Smettila di rompere per cose inesistenti. Cerchiamo di goderci quelle poche vittorie che questo lavoro ci concede e concentriamoci su Micheal!” provò a schivare ancora il discorso.
“Vittorie? Vittorie???” ripetè con astio Sam. “Avere Jack di nuovo qui con noi...sì, è una vittoria. Sapere dove forse sia Micheal...sì, è una vittoria. Essere consapevole che mio fratello è di nuovo in modalità “sono nei casini, ma posso affrontarlo da solo”...no, cazzo, che non è una vittoria.” fece con ben poco sarcasmo.
La conversazione diventata piuttosto animata tra i due, attirò anche Castiel e Jack , che notando l’aria elettrica che c’era nel grande salone, vollero sapere quello che stava accadendo.
E quando Sam, spiegò le sue ragioni, gli occhi degli altri due, sembrarono scrutare con apprensione e preoccupazione , il maggiore dei Winchester, che ormai all’angolo, si trovò costretto a dire la verità.
“Ok!Ok! D’accordo.” si arrese. “E’ vero. Da un po’ di tempo mi capita di ….non lo so….perdermi.”
“Che intendi con...perderti?!” chiese preoccupato Castiel.
“Mi capita di sentire le voci sfocate, di vedere doppio. Mi sembra che tutto intorno stia oscillando, come se dovesse svanire all’improvviso.”
“Dean!” fece decisamente allarmato Sam, che non immaginava una situazione simile.
“E’ come se per alcuni momenti mi risvegliassi da una colossale sbornia!” cercando di spiegare al meglio la sua condizione.
“Quando hai iniziato?!” chiese ancora l’angelo.
“E’ cominciato con ...la malattia di Jack!”
“E’ colpa mia ?!” azzardò in panico , il ragazzo.
“No, assolutamente!” fece Sam.
“Assolutamente” convenne Dean. “Tu e quello che ti è successo non c’entrate niente. Io ...io penso che lo stress di quello che ti stava accadendo mi ha solo scombussolato il cervello e se ci metti anche il casino che mi ha lasciato nella testa Micheal...” cercando di rassicurare Jack.
“Castiel...non puoi fare niente?!” si informò Sam e l’angelo , avanzando verso l’amico, sembrò pensarci un attimo.
“Posso provare a leggerti come ...la prima volta, dopo che sei tornato!” suggerì.
“Ok! Ma a cosa servirebbe?!” chiese ancora Sam.
“Posso provare ad andare più a fondo e cercare di vedere qualcosa che forse, prima era nascosta e ora , pian piano sta ritornando a galla, nei ricordi di Dean!” fu la risposta dell’angelo.
“A fondo….quanto?...la prima volta ho dovuto sbronzarmi per farmi passare il mal di testa che mi hai lasciato!” ironizzò, manco tanto, il cacciatore sotto analisi.
“Beh!! diciamo che dopo ti offrirò da bere fin quando non finirai sul pavimento!”
“Castiel!!!” sembrò il monito da parte di Jack e Sam
“Mi sembra una bella idea!” fu invece l’entusiastica approvazione da parte di Dean.

Qualche minuto dopo e Dean era seduto su una poltrona al centro della stanza, Castiel alle sue spalle, Sam e Jack di fronte al cacciatore.
“Sei pronto Dean?” fece Castiel
“Sempre pronto ad una bella sbornia!!” rispose. “Vai Cass!” e un attimo dopo le mani dell’angelo erano , una sulla fronte di Dean e una sulla cicatrice lasciata dalla lancia dell’altra Kaia.
Dean contrasse la mascella. Si vedeva che stava provando una qualche sorta di dolore e vedendo ciò, anche Sam si ritrovò a contrarre le mani a pugno, quasi volesse sostenere e condividere la sofferenza del fratello.
Un lieve lamento sfuggì dalle labbra di Dean, quando Castiel, andò, come aveva detto, più a fondo.
Il tutto durò ancora per pochi attimi e quando l’angelo lasciò la presa, un sospiro esasperato ma di sollievo venne soffiato via da Dean.
Sam gli si fece vicino e gli mise una mano sulla spalla come a sorreggerlo, Jack afferrò una birra e la porse a Dean.
“Bravo ragazzo!” ansimò il biondo, accettando la bottiglia e buttando giù un sorso generoso. Poi si voltò verso Castiel. “Ok! Dottore. Qual’è la diagnosi?!” ironizzò.
“Sono tracce di Micheal...residue ma comunque abbastanza forti e ...resistenti!” rivelò Castiel.
“Come la grazia che avevo ancora in me di Gadreel?!” fece Sam.
“Sì, ma quelle erano esigue tracce di angelo. Questi sono resti di grazia arcangelica.”
“Un attimo..un attimo...voi usaste quella grazia per provare a  rintracciare Gadreel, no?. Noi potremmo...” sembrò riflettere Dean.
“Cosa? Usare questi tuoi residui per rintracciare Micheal?!” azzardò Jack.
“No, noi sappiamo già più o meno dove si trova quello stronzo con le ali. Ma se a quello che sappiamo uniamo anche questa specie di Google Maps angelico che mi porto dentro, potremmo fare centro pieno!!” spiegò con una certa convinzione entusiasta, Dean.
“Dean tu odi le semplici punture e ora vuoi davvero farti infilzare da quella siringa?!” lo provocò Sam vedendo la veloce espressione di panico sul volto del maggiore.
“In verità….” si intromise Castiel. “Potremmo provare in un altro modo.”
“Quale?!” chiese senza esitare Dean, aperto ad ogni possibilità che non fosse quella specie di trapano a stantuffo.
“L’artefatto con cui tirammo fuori Lucifer dal presidente. Si tratta comunque di grazia. Se ha funzionato con lui, funzionerà anche con te.”
“Penso di sì!” riflettè Sam
“Ok! Proviamoci.” si accodò Dean. “Ketch disse che l’artefatto era in una sede qui in zona. Chiamalo e fatti dire dove. Lo recuperiamo oggi stesso!”
“Ok!” fece Sam mettendosi subito all’opera.
“Io vado su strada. Chiamami quando sai l’indirizzo.” e andò via anche lui.
Castiel e Jack rimasero nel grande salone e l’angelo notò lo sguardo rilassato e forse divertito del giovane nephilim.
“Che c’è?!” chiese
“So che in Paradiso sarei potuto stare con mia madre. Ne sarei stato felice,ma lo ammetto...” e poi un po’ in imbarazzo. “...mi sarebbe mancato da morire tutto questo. Tu. Loro!” ammise poi.
“E tu saresti mancato da morire a noi!” rispose l’angelo posandogli una mano sulla spalla. “Ora vieni. Prepariamo la stanza in cui compiere l’estrazione. È meglio che Dean stia sdraiato al momento dell'incantesimo"

Qualche ora dopo, Dean era disteso su un letto e Castiel aveva tra le mani il potente oggetto magico.
“Sam, sei pronto con l’incantesimo?!”
“Pronto!”
“Dean?!”
“Facciamo questa frittata, Cas!” scherzò al solito, Dean.
Poi l’angelo guardò Jack e quando anche lui gli diede una sorta di appoggio, Castiel pose l’oggetto mistico all’altezza del torace di Dean e fece cenno a Sam di iniziare a pronunciare l’incantesimo.
Quando tutto ebbe inizio, una luce sempre più forte e luminescente si manifestò nella stanza. Sembrava fare resistenza a lasciare Dean, alle parole dell’incantesimo.
E quando Sam ebbe finito di leggere, Castiel rimase immobile fissando interdetto il corpo di Dean che ancora veniva scosso da quello che l’incantesimo gli stava procurando. Tutto sarebbe dovuto finire ma quella luce sembrava non volersi lasciare andare.
“Cas che succede?!”
“E’ come se i residui della grazia di Micheal non volessero abbandonare il corpo di Dean. L’artefatto non riesce a tirarli via.”
“Cosa possiamo fare?!” chiese allarmato Jack.
“Prendi la mia lama angelica. Recidi la luce vicino alla pelle. Spezzeremo il legame!” gridò Castiel. “Sam, ripeti l’incantesimo. Avrà più forza così!” e Sam riprese a leggere e quando Jack recise quel legaccio luminescente , un lampo di luce invase completamente la stanza, accecando tutti.
Quando tutto ritornò allo stato normale, Sam corse accanto a Dean per controllare che respirasse regolarmente. Lo stesso fece Castiel, riponendo , prima e con cura, l’artefatto colmo dei residui di Micheal.
Jack sembrava quello più confuso da ciò che era accaduto.
“Jack, tutto a posto?!” fece l’angelo.
“Sì...sì...sto bene. Lui?” chiese indicando Dean ancora privo di conoscenza. Sam e Cas gli si fecero vicini, un tantino preoccupati.
In fondo , si poteva dire che Jack era ancora in convalescenza.
“Sì, lui sta bene.” lo rassicurò Sam, alludendo a Dean.

“Oh!!! Non credo che Dean stia bene!!” fece una voce che sembrava quella di Dean, ma che dal tono e la cadenza non lo era affatto.

Sam si voltò di scatto. “Ma cosa...” sussurrò spaesato fissando il fratello che lentamente si metteva seduto sul bordo del letto. “Dean cosa...”
“Dean?..no, mi dispiace Sam. Dean non è più in casa.”
“Micheal?!” esclamò allarmato Castiel. “Com’è possibile che tu...che tu...”
“Un potente incantesimo di occultamento. Io potevo vedere voi, ma voi non potevate vedere me. Trucchi del mestiere!” fece soddisfatto. “però, ora , l’appartamento….” fece indicando il corpo che occupava. “..cominciava ad essere affollato. La convivenza non mi è mai piaciuta. Ho bisogno dei miei spazi, sapete?!”
“Lascia andare mio fratello!” ringhiò Sam.
“L’ho fatto.” disse. “L’ho fatto!” ripetè con più convinzione. “E ora ho una casa tutta mia!” disse sistemandosi i vestiti addosso.
“No, tu non puoi….non puoi avere Dean!” lo minacciò Sam, afferrando la lama angelica ancora tra le mani di Jack. “Non te lo permetterò di nuovo.”
“Lo so, lo so. Ma vedi mio caro Sam, come ti ho appena detto, l’appartamento ora è vuoto, quindi ….pensiamo un po’….” fece ironico, fissando tutti. “Se io sono qui e ci sono solo io….chi mai ci sarà in quell’ovetto di pasqua decorato?!” domandò sprezzante.
Gli occhi sia di Castiel che di Sam, strabuzzarono. Il terrore prese possesso di loro. Istintivamente, il loro sguardo andò a posarsi sull’oggetto magico che poco prima avevano riposto in una scatola rivestita in velluto perché fosse al sicuro.
“No!!” sussurrò Jack.
“Non può essere..” gli fece eco Castiel.
“Dean!” esalò Sam, fissando la luminosa luce che ancora tentava di sfuggire a quella prigione magica.
“In tutta la sua splendente e non proprio candida e pura anima!” fece ridendo sarcastico, lo svelato arcangelo.
“Io ti uccido!!!” urlò rabbioso Sam, che si scagliò contro l’arcangelo ma che venne trattenuto solo dall’intervento tempestivo di Castiel. “Lasciami Cas!!!”
“No, Sam. No!!”
“E bravo l’angioletto. Ha capito tutto!” asserì vittorioso Micheal.
Sam si girò interdetto verso l’amico che lo tratteneva.
“Se uccidi me, ammesso che tu ci riesca, cosa ne farai dell’anima di Dean? un’anima senza un corpo...” e poi, provocandolo. “..senza questo corpo..che senso avrebbe?!”
“Come hai fatto….come hai….” ansimò rabbioso Castiel.
“Vi ho sempre tenuto sott’occhio. E quando ho capito quello che volevate fare, spingere l’anima valorosa del nostro Dean davanti alla mia grazia è stato facile. Anche perché , perfino lui non si aspettava questo colpo di stato!!” spiegò soddisfatto del suo piano. “Mi sono nascosto così bene che nemmeno Dean sapeva di essere ancora la mia marionetta”
“Figlio di puttana!!” sbottò furioso Sam, ma in quello stesso momento, non appena notò che l’arcangelo stava per muoversi verso di loro, agì di istinto.
Sul tavolo alle sue spalle , una brocca di olio santo. Con un gesto veloce la gettò ai piedi del nemico e Castiel con un solo sguardo gli diede fuoco.
“Tenete il fuoco acceso, torno subito!” ringhiò , lasciando la stanza.

Tornò dopo pochi minuti, dopo aver fatto scattare l’allarme del bunker.
Tra le mani, le manette , questa volta potenziate, che avrebbero annullato i poteri dell’arcangelo, e la lama con cui Dean uccise Lucifero.
“Mettitele o questa ti finisce dritto dritto in mezzo agli occhi e ti garantisco che Dean approverebbe, piuttosto che ...questo!” fece indicando il suo non più fratello.
Micheal, senza perdere il suo sorriso impertinente e fastidioso, indossò le manette. “E la luce da discoteca? Balleremo fino allo sfinimento?!” lo provocò.
“Fin quando non capisco come mandarti all’inferno e riavere mio fratello, dal bunker non esce e non entra nessuno!” e una leggera soddisfazione lo invase quando vide Micheal finalmente deglutire quella che sembrava preoccupazione.

 

   
 
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